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Storia delle maschere di Venezia

Tutti conoscono il carnevale di Venezia ma pochi conoscono la storia delle maschere di Venezia,
pochi sanno da dove nasce ed è una storia travagliata che segue quella della Serenissima Repubblica.

Vi racconterò la storia e la realizzazione di questo simbolo di Venezia che tutti i turisti ammirano.

I) La storia delle Maschere di Venezia

La storia della maschera veneziana inizia già nel 1268

Gli artigiani che fabbricavano maschere erano chiamati maschereri fin dal tempo del Doge Foscari e
possedevano un loro statuto. Appartenevano agli pittori ed erano aiutati nella loro professione dai
targheri che imprimevano sopra lo stucco volti dipinti, a volte di ridicola fisionomia, con dovizia di
particolari.

Le maschere erano (e lo sono ancora oggi) fatte di cartapesta e ne venivano prodotti diversi modelli
in diversi colori e decorati con gemme, tessuti e nastri

L’identità personale, il sesso, la classe sociale non esistevano più. Nella cultura veneziana con il
termine “maschera” si indica l’attività di “mettersi barba e baffi finti” e “maschera” era anche il
soprannome dato alle donne che si travestivano da uomini e agli uomini che si travestivano da
donne. Ben presto la maschera divenne simbolo della libertà e della trasgressione a tutte le regole
sociali imposte dalla Repubblica Serenissima a Venezia…

La maschera non era utilizzata solo durante il periodo di Carnevale ma in molte occasioni durante
l’anno: era permessa il giorno di Santo Stefano (l'inizio del Carnevale veneziano) e fino alla
mezzanotte del Martedì Grasso (che concludeva i festeggiamenti per il Carnevale); era permessa
durante i quindici giorni dell’Ascensione. Inoltre, durante tutte le manifestazioni più importanti come
banchetti ufficiali o feste della Repubblica era consentito l’uso della maschera ma il suo uso era
molto regolamentato

Vorrei ora parlarvi delle due maschere più famose che sono la bauta e la moretta:

LA BAUTA

La Bauta era utilizzata sia dagli uomini sia dalle donne in svariate occasioni: addirittura era un obbligo
per le donne sposate che si recavano a teatro . La Bauta è formata da un velo nero o Tabarro, un
tricorno nero e una maschera bianca, la Larva che permetteva di mangiare o bere senza toglierla .
Oltre a tutto ciò si soleva anche indossare il Tabarro, un lungo mantello nero che copriva fino a metà
la persona. Il Tabarro era composto da una mantellina che raddoppiava sopra le spalle. Era molto
usato anche dalle donne, scuro d’inverno e bianco d’estate.La bauta è anche diventata l'abito
ufficiale della nobiltà veneziana

LA MORETTA
Un’altra maschera molto usata a Venezia era la Moretta: una maschera ovale di velluto nero che
veniva usata dalle donne. La sua invenzione ebbe origine in Francia, dove le dame erano solite usarla
per andare in visita alle monache, ma si diffuse rapidamente nella Serenissima. La maschera era
completata da veli velette e cappellini a larghe falde.

Durante il Carnevale i Veneziani si concedevano trasgressioni di ogni tipo e la Bauta o la Moretta


erano utilizzate per mantenere l’anonimato

Adesso vi parlerò delle maschere nel teatro

la maschera si indossa per ricoprire l'intero viso o solamente gli occhi ma nella commedia dell'arte,
sta a indicare i personaggi che indossano maschere come Arlecchino, Pantalone o Scaramuccia. Nei
teatri veneziani del'700, le persone che accompagnavano gli spettatori ai loro posti portavano anche
loro una maschera. Da questo, si indica ancora oggi col termine "maschera" l'addetto teatrale che si
occupa dell'accompagnamento e sistemazione del pubblico in sala

Ccl

Oggi, se ci sono molti decoratori di maschere a Venezia, i veri produttori di maschere veneziane sono
molto rari. Le maschere sono utilizzate per il Carnevale o come elemento decorativo e sono
ammirate dai turisti.

Ho scelto questo tema perché Venezia è una città che ho visitato molte volte con la mia famiglia e
che mi piace ancora. È una città piena di colori e ricca di storia. Sapevo già dell'emblematico
carnevale di Venezia ma volevo scoprire di più sulle origini delle maschere, ecco perché ho scelto di
fare una presentazione su questo tema.

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