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Italiano II

Il Carnevale

Introduzione alla lettura:


Associa le parole alle immagini

1.

a) FRAPPE e CASTAGNOLE

2.
b) MASCHERE

c) COLOMBINA

3. d) ARLECCHINO

e) DOLCI TIPICI´

f) COMMEDIA DELL’ARTE

4. g) SFILATE

h) SCHERZI

5. i) ISIDE

j) SATURNALIA

k) CORIANDOLI e STELLE FILANTI

6.
l) CARNEVENEZIA

m) MASCHERARSI

7. n) SATURA LANX

o) CARRUS NAVALIS

8. p) NAVIGIUM ISIDIS

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Italiano II

CARNEVALE: LE ORIGINI DELLA FESTA PIÙ MATTA DELL’ANNO

Il Carnevale è una festa legata al mondo cattolico e cristiano, ma se le sue origini vanno
ricercate in epoche molto più remote, quando la religione dominante era quella pagana.

La ricorrenza infatti trae le proprie origini dai Saturnali della Roma antica o dalle feste
dionisiache del periodo classico greco.

In epoca romana si credeva che la divinità Saturno o Plutone, preposte alla custodia delle
anime dei defunti, ma anche protettrice delle campagne e dei raccolti, uscite dalle
profondità del suolo, vagassero in corteo per tutto il periodo invernale, quando cioè la terra
riposava ed era incolta a causa delle condizioni atmosferiche. Dovevano quindi essere
placate con l'offerta di doni e di feste in loro onore e per ritornare nell'aldilà, dove
avrebbero favorito i raccolti della stagione estiva. Si trattava insomma di una sorta di lunga
"sfilata di carnevale".

I re romani, ancora prima degli imperatori, istituirono questa festa, “Saturnalia”, per
rappresentare la pace, l’abbondanza e l’uguaglianza di cui godevano sotto il suo regno.

I servi cambiavano l’abito con i loro padroni ed erano serviti a tavola da essi, altri affermano
che semplicemente mangiavano a tavola con i loro padroni gli stessi cibi. Avveniva insomma
un rovesciamento della condizione.

Durante queste festività era lecito lasciarsi andare, liberarsi da obblighi e impegni, per
dedicarsi allo scherzo e al gioco. Inoltre mascherarsi rendeva irriconoscibili il ricco e il
povero, e scomparivano così le differenze sociali. Una volta terminate le feste, il rigore e
l'ordine tornavano a dettare legge nella società.

Il proverbio associato al carnevale, derivato dall'antico detto latino «semel in anno licet
insanire», ovvero: «una volta l'anno è lecito impazzire».

ORIGINI DEL NOME

Nella religione romana in tutto l'impero verso il 150 d.C. venne diffuso il culto della dea
egizia Iside, dea della fertilità. Il rito a lei dedicato si chiamava “Navigium Isidis” (la nave di
Iside) ed era un rito dedicato alla vicenda delle

dea, che fece risorgere il suo sposo Osiride dopo aver ritrovato, viaggiando per mari, tutte
le parti del suo corpo smembrato.

La festa si teneva nella prima luna piena dopo l'equinozio di primavera, consisteva in un
corteo in maschera in cui un'imbarcazione di legno, ornata di omaggi floreali, veniva prima
fatta trasportare dalle acque del Tevere, poi seguita dalla folla in maschera che compiva, la
maggior parte delle volte, riti canori.

Quando, nel 391, il cattolicesimo venne ufficializzato come religione dell'Impero Romano,
la festa del Navigium Isidis è stata divisa in due: la parte della resurrezione dello smembrato

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Osiride è confluita nella Pasqua; la parte della processione delle maschere è confluita nel
Carnevale.

Mentre la Pasqua ha mantenuto la datazione legata alla prima luna piena dopo l'equinozio
di primavera, ma per evitare la sovrapposizione tra Pasqua e Navigium Isidis, il Navigium
venne spostato indietro di quaranta giorni, edulcorato e rinominato in Carnevale (carrus
navalis).

Si userà fino al medioevo, chiamata “Nave degli stolti” durante le feste dei folli.

IL CARNEVALE ITALIANO

In Italia ogni regione festeggia il Carnevale a suo modo, ma colori e voglia di divertirsi
accomunano le feste di tutto lo Stivale.

A Venezia, ad esempio, si festeggia uno dei "Carnevali" più famosi del mondo, dove regnano
sfarzo e costumi bellissimi, lasciti di una tradizione secolare; a Viareggio invece sono i carri
allegorici a rendere tutto magico, così come ad Acireale, in Sicilia; a Ivrea poi c'è la
celeberrima Battaglia delle Arance, mentre a Sciacca vengono realizzate splendide opere in
cartapesta.

IL PERCHÉ DEI CORIANDOLI

Durante il Rinascimento italiano, si lanciavano dolcetti e semi di coriandoli, per dare l’idea
dello spreco alimentare festivo. Poi, divenendo costoso, si passò alla carta pressata e
successivamente alla carta colorata, ma solo nel 1875. Usati sia per il Carnevale che per i
matrimoni. Simbolo di fecondità, abbondanza.

Il volo dell’angelo

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1. Indica con una X se le seguenti affermazioni sono V F


vere o false:
I servi cambiavano gli abiti con i loro padroni
Durante il Carnevale di Venezia si lanciano le arance
L’origine del termine “Carnevale” deriva probabilmente
dall’espressione “Carrus Navalis”.
Nell’antica Roma era vietato festeggiare il carnevale.
I Saturnalia erano feste in onore di Saturno per propiziare i
raccolti.
A Carnevale si mangiano i coriandoli.

2. Come si festeggia il Carnevale nel tuo Paese e nella tua città d’origine? Cosa ti
piace e cosa non ti piace del Carnevale?

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