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1
In copertina:
Francisco Goya “Il sonno della ragione genera mostri”
ISBN-13: 978-1502522252
ISBN-10: 150252225X
2
Fausto Tufano
Gaetano Tufano
6
auspicheremmo la coniazione di un neologismo che con
valenza positiva raccolga al suo interno tutti coloro che, non
credenti in alcunché di religioso, semplicemente si pongano
umilmente, ma con forza sotto la guida del lume della ragione.
7
religione sarebbero un incauto ed imperdonabile ossimoro nel
panorama dell’ateismo.
8
L’importanza dell’indagine storica su Gesù
9
di un laico non può che essere vista come una ingiustificabile
ingerenza.
10
L’esigenza della costruzione di una morale non
religiosa
11
che considera l’uomo al centro della finalità dell’intero universo,
debba essere l’abbandono di questa concezione antropocentri-
ca. La sfida che oggi ci troviamo davanti è una nuova rivoluzio-
ne copernicana, che ci vedrà perdere la centralità di cui abbia-
mo indebitamente abusato a favore di un bio-sistema di cui sia-
mo parte e che condividiamo con le altre specie. Di conseguen-
za, l’ambito di azione della nuova morale dovrebbe comprende-
re la vita e l’ambiente nella sua totalità. Occorrerà quindi pensa-
re alla Terra stessa come un tutt’uno, come alla condizione ne-
cessaria per la sopravvivenza di tutte le specie che la abitano.
La morale infine potrebbe avere come propria finalità, in man-
canza di impossibili teleologie metafisiche e religiose, l’obbligo
di perpetuazione delle specie viventi e la salvaguardia
dell’ambiente che esse abitano.
12
Le ragioni di una critica al cristianesimo
13
sulla vita politica e sociale del nostro paese. Per non
dimenticare, infine, l’influenza che la Chiesa ha e cerca di avere
sulla ricerca scientifica. Non desideriamo però qui parlare di casi
ed esempi, non è questo il punto. Viene qui affermato
solamente il principio che su questioni morali, sociali, politiche e
scientifiche non è possibile riconoscere alla Santa Romana
Chiesa alcun diritto, né alcuna autorità. Ed il motivo per cui non
è possibile riconoscerle tale diritto e tale autorità sta nel fatto
che riteniamo del tutto insostenibili i suoi fondamenti filosofici, e
forse ancora più determinante, i suoi fondamenti storici. In
particolare, dal punto di vista storiografico, una delle nostre
convinzioni riguarda l’estrema labilità della storicità di Gesù, che
di conseguenza, come affermato persino da Ratzinger nel suo
“Gesù di Nazareth”, una volta crollato il fondamento storico di
Gesù Cristo “la fede cristiana in quanto tale sarebbe eliminata e
trasformata in un’altra religione”. Ne deriva dunque che, non
avendo la Chiesa fondamenta storiche su cui poggiarsi, la sua
stessa autorità morale viene inficiata e di conseguenza perde
qualsiasi diritto di influenzare la vita degli uomini. Detto questo,
se vi è chi, nonostante le evidenti difficoltà di ricondurre la
Chiesa ad un Dio per mezzo del suo inesistente figlio, voglia
continuare a “credere” e ad avere fede in non “si sa più in che
cosa”, ebbene nessuno vuole né deve impedirlo. Come
affermato da Giulio Giorello in “Senza Dio”: “Esigere che la
società sia aperta a ogni realtà religiosa (purché quest’ultima
rispetti il vincolo dell’assenza di danno ad altri) non implica
tuttavia autorizzare quel Dio a devastare impunemente le nostre
esistenze”.
14
II
15
Il delinearsi del pensiero miscredente nell’età moderna
e contemporanea
16
esulano completamente dal contesto filosofico della ricerca della
verità. Nei libri della bibbia non c’è una verità, né una ricerca
razionale perché essa è solo l’espressione etica e culturale di
un determinato popolo, che si prefigge come compito
fondamentale l’obbedienza. Ma da questa obbedienza deve
essere preservata, secondo Spinoza, il libero pensiero che
persegue come compito la ricerca della verità. E’ chiarissimo in
Spinoza la differenza strutturale tra la tradizione biblica e
religiosa in genere che inducono all’obbedienza e la libertà
necessaria alla ricerca filosofica e scientifica.
20
II
22
La ricerca storica su Gesù
24
La Bibbia – Antico Testamento
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«[9] Il Signore disse a Mosè: [10] «Allontanatevi da questa co-
munità e io li consumerò in un istante». Ma essi si prostrarono
con la faccia a terra. [11] Mosè disse ad Aronne: «Prendi l'in-
censiere, mettici il fuoco preso dall'altare, ponici sopra l'incenso;
portalo presto in mezzo alla comunità e fa il rito espiatorio per
essi; poiché l'ira del Signore è divampata, il flagello è già comin-
ciato». [12] Aronne prese l'incensiere, come Mosè aveva detto,
corse in mezzo all'assemblea; ecco il flagello era già cominciato
in mezzo al popolo; mise l'incenso nel braciere e fece il rito
espiatorio per popolo. [13] Si fermò tra i morti e i vivi e il flagello
fu arrestato. [14] Ora quelli che morirono di quel flagello furono
quattordicimila settecento...»
La donna adultera
«[22] Così della donna che abbandona suo marito, e gli presen-
ta eredi avuti da un estraneo. [23] Prima di tutto ha disobbedito
alle leggi dell'Altissimo, in secondo luogo ha commesso un torto
verso il marito, in terzo luogo si è macchiata di adulterio e ha
introdotto in casa figli di un estraneo. [24] Costei sarà trascinata
davanti all'assemblea e si procederà a un'inchiesta sui suoi figli.
[25] I suoi figli non avranno radici, i suoi rami non porteranno
frutto. [26] Lascerà il suo ricordo in maledizione, la sua infamia
non sarà cancellata. [27] I superstiti sapranno che nulla è me-
glio del timore del Signore,
28
Nulla più dolce che osservare in suoi comandamenti.»
NDR:
Dunque, Dio (Elohim) era probabilmente seduto in questa assemblea divina
di (El) in mezzo ad altri (Elohìm) "dei"? Li rimprovera e li avverte che come
gli uomini sono destinati a morire.
Deuteronomio, capitolo 1
Numeri, capitolo 21
29
«[14] Per questo si dice nel libro delle Guerre del Signore...»
NDR:
Nel Deuteronomio Mosè incita i suoi alla guerra ricordando che anche questa
volta, come altre volte, Dio "combatterà per voi". In "Numeri", nel capitolo 21
si parla addirittura di un libro, evidentemente andato perduto, (?) delle guerre
del Signore!
«[5] Io sono il Signore e non v'è alcun altro; fuori di me non c'è
dio; ti renderò spedito nell'agire, anche se tu non mi conosci, [6]
perché sappiano dall'oriente fino all'occidente che non esiste dio
fuori di me. Io sono il Signore e non v'è alcun altro. [7] Io formo
la luce e creo le tenebre, faccio il bene e provoco la sciagura; io,
il Signore, compio tutto questo.»
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«Tutti quelli di Giuda alzarono grida. Mentre quelli di Giuda
emettevano grida, Dio sconfisse Geroboamo e tutto Israele di
fronte ad Abia e a Giuda. [16] Gli Israeliti fuggirono di fronte a
Giuda; Dio li aveva messi in potere di costoro. [17] Abia e la sua
truppa inflissero loro una grave sconfitta; fra gli Israeliti caddero
morti cinquecentomila uomini scelti. [18] In quel tempo furono
umiliati gli Israeliti, mentre si rafforzarono quelli di Giuda, perché
avevano confidato nel Signore, Dio dei loro padri.
Fine del regno.»
31
né venduto né riscattato; ogni cosa votata allo sterminio è cosa
santissima, riservata al Signore. [29] Nessuna persona votata
allo sterminio potrà essere riscattata; dovrà essere messa a
morte.»
NDR:
Accenni a sacrifici di animali e di esseri umani fatti al Signore.
La distruzione di Sodoma
« [1] I due angeli arrivarono a Sodoma sul far della sera, mentre
Lot stava seduto alla porta di Sodoma. Non appena li ebbe visti,
Lot si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra.
[2] E disse: «Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi
passerete la notte
[..........]
gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sodoma, si affollarono
intorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo.
[5] Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che
sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché pos-
siamo abusarne!». [6] Lot uscì verso di loro sulla porta e, dopo
aver chiuso il battente dietro di sé, [7] disse: «No, fratelli miei,
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non fate del male! [8] Sentite, io ho due figlie che non hanno
ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro
quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini...»
La distruzione di Sodoma.
NDR:
Si parla dei due "angeli" venuti ad avvertire Lot dell'imminente distruzione
della città:
NDR:
Gli angeli si lavano i piedi? Mangiano? Hanno bisogno di dormire?
La distruzione di Sodoma.
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lapidalo e muoia, perché ha cercato di trascinarti lontano dal Si-
gnore tuo Dio.»
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La Bibbia - Nuovo Testamento
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[1] Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano
tutti insieme nello stesso luogo (gli apostoli). «[2] Venne all'im-
provviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte ga-
gliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. [3] Apparvero
loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su
ciascuno di loro; [4] ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e
cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il
potere d'esprimersi.»
Paolo di Tarso
Lettera a Timoteo
Paolo di Tarso
Lettera ai Romani 13
Paolo di Tarso
Lettera agli Efesini
Paolo di Tarso
Lettera a Timoteo
Paolo di Tarso
Lettera a Corinto
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Il Mondo Antico
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«I mortali si immaginano che gli dei sian nati e che abbian vesti,
voce e figura come loro; ma se i buoi e i cavalli e i leoni avesse-
ro le mani, o potessero disegnare con le mani, e far opere come
quelle degli uomini, simili ai cavalli il cavallo raffigurerebbe gli
dei, e simili ai buoi il bove, e farebbero loro dei corpi come quelli
che ha ciascuno di loro. Gli Etiopi fanno i loro dei camusi e neri,
i Traci dicono che hanno occhi azzurri e capelli rossi.»
Senofone di Colofone
ca. 570 - 475 a.e.v.
Frammenti
Anassagora di Clazomene
496 - 428 a.e.v.
Sulla natura
Protagora
Abdera, 486 – mar Ionio, 411 a.e.v.
Antilogie
Salmossi
Erodoto
Alicarnasso, 484. – Thurii, a.e.v.
Le Storie, libro IV
Erodoto
42
Alicarnasso, 484 a.C. – Thurii, 425 a.C.
Le Storie, libro IV
«Tutto ciò che esiste nell’universo è frutto del caso e della ne-
cessità.»
Democrito
Abdera, 460 – 370 a.e.v. circa
Frammenti
Crizia di Atene
Atene, 460 a.e.v. – Munichia, 404/403 a.e.v.
Sisifo
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«Er figlio di Armenio, di origine panfilica. Costui era morto in
guerra e quando, al decimo giorno, si portarono via dal campo i
cadaveri già decomposti, fu raccolto intatto e ricondotto a casa
per essere sepolto; al dodicesimo giorno, quando si trovava già
disteso sulla pira, ritornò in vita e raccontò quello che aveva vi-
sto laggiù. Disse che la sua anima, dopo essere uscita dal cor-
po, si mise in viaggio assieme a molte altre, finché giunsero a
un luogo meraviglioso nel quale si aprivano due voragini conti-
gue nel terreno e altre due, corrispondenti alle prime, in alto nel
cielo. In mezzo ad esse stavano seduti dei giudici, i quali, dopo
aver pronunciato la loro sentenza, ordinavano ai giusti di pren-
dere la strada a destra che saliva verso il cielo, con un contras-
segno della sentenza attaccato sul petto, agli ingiusti di prende-
re la strada a sinistra che scendeva verso il basso, anch’essi
con un contrassegno sulla schiena dove erano indicate tutte le
colpe che avevano commesso. Giunto il suo turno, i giudici dis-
sero a Er che avrebbe dovuto riferire agli uomini ciò che acca-
deva laggiù e gli ordinarono di ascoltare e osservare ogni cosa
di quel luogo. Così vide le anime che, dopo essere state giudi-
cate, partivano verso una delle due voragini del cielo o della ter-
ra; dall’altra voragine della terra risalivano anime piene di lordu-
ra e di polvere, dall’altra posta nel cielo scendevano anime pu-
re. Quelle che via via arrivavano sembravano reduci come da
un lungo viaggio; liete di essere giunte a quel prato, vi si ac-
campavano come in un’adunanza festiva. Le anime che si co-
noscevano si abbracciavano e quelle provenienti dalla terra
chiedevano alle altre notizie del mondo celeste, e viceversa.
Nello scambiarsi i racconti delle proprie vicende le une geme-
vano e piangevano, al ricordo di quante e quali sofferenze ave-
vano patito e veduto durante il viaggio sottoterra (un viaggio di
mille anni), mentre quelle provenienti dal cielo riferivano le vi-
sioni di beatitudine e di straordinaria bellezza che avevano con-
templato. Ma per farne un resoconto minuzioso, Glaucone, ci
vorrebbe troppo tempo; in ogni caso la sostanza, stando al rac-
conto di Er, è la seguente: per ogni ingiustizia commessa e ogni
persona offesa le anime avevano scontato una pena decupla;
ciascuna pena era calcolata in cento anni, perché tale è la dura-
ta della vita umana, in modo che pagassero un fio dieci volte
superiore alla colpa.»
44
Platone
Atene, 428/427 – Atene, 348/347 a.e.v.
La Repubblica, Il mito di Er
«La divinità o vuol togliere i mali e non può, oppure può e non
vuole o anche non vuole né può o infine vuole e può. Se vuole e
non può, è impotente; se può e non vuole, è invidiosa; se non
vuole e non può, è invidiosa e impotente; se vuole e può, donde
viene l’esistenza dei mali e perché non li toglie?»
Epicuro
Samo, 342 – Atene 270 a.e.v.
Frammenti
Epicuro
Samo, 342 – Atene 270 a.e.v.
Sentenze e frammenti
46
Tito Livio
Patavium 59 a.C. – Patavium,17
Storia di Roma
Plutarco
ca. 46-125 a.e.v.
Detti dei Lacedèmoni
«Ma io, quando ascolto queste storie ed altre del genere, resto
in dubbio nel giudicare se gli eventi umani siano governati dal
destino e da una immutabile necessità, oppure si susseguano in
balìa del caso.»
47
Publio Cornelio Tacito
56 – 120 e.v.
Annali 6. 22. 1-3
Ammiano Marcellino
Antiochia di Siria, 330 - 332 circa – Roma, 397 - 400 e.v.
Rerum gestarum
«Ma che fin dal principio Dio siasi esclusivamente curato degli
Ebrei e che questo sia stato il suo popolo prediletto, par dirlo,
non solo Mosè o Gesù, ma anche Paolo; [...] Sennonché qui sa-
rebbe il caso di domandare a Paolo come mai, se Dio non è so-
lo dei Giudei ma di tutte le genti, ai soli Giudei largì il dono pro-
fetico, e Mosè, e il crisma, e i profeti, e la legge, e le stravagan-
ze e i miracoli della favola. Tu li odi che gridano: «L'uomo man-
giò del pan degli angeli». E alla fine mandò a loro anche Gesù.
A noi nessun profeta, nessun crisma, nessun maestro, nessun
messo di questa sua tardiva benevolenza, che doveva un gior-
no estendersi anche a noi! Egli lascia per miriadi, o, se volete,
anche solo per migliaia di anni, in una tale ignoranza, schiavi,
come voi dite, degli idoli, tutti i popoli dall'Oriente all'Occidente,
dal Settentrione al Mezzogiorno, ad eccezione di una piccola
schiatta stabilitasi da neanche duemila anni in un solo angolo
della Palestina. Se è Dio di noi tutti, e di tutti egualmente creato-
re, perché ci ha trascurati? - Convien dunque ritenere che il Dio
degli Ebrei non sia affatto il generatore di tutto il mondo, né ab-
bia affatto il dominio dell'Universo, ma sia circoscritto, come di-
cevo, e, avendo un potere limitato, vada messo insieme con gli
altri Dei.»
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mangi, né viva in eterno" [Gen. III 22]. “E lo espulse, il Signore
Iddio, dal paradiso della delizia” [Gen. III 23].
Se ciascuna di queste parole non è, come io penso, allegoria
avente un significato riposto, certo tutto il racconto ridonda di
bestemmie nei riguardi di Dio. Ignorare che l'aiuto assegnato
all'uomo sarà causa della sua caduta, interdirgli la conoscenza
del bene e del male - che pur ci pare la sola ragione e norma
della vita umana -, e oltre a ciò temere che, prendendo parte
alla vita, l'uomo diventi di mortale immortale: questo è segno di
uno spirito anche troppo invidioso e maligno.»
«In conclusione: voi che stimate vera una favola così evidente-
mente falsa, e pretendete che Dio abbia avuto paura della unità
di voce degli uomini e per questo sia disceso a confonderne le
lingue, oserete ancora menare vanto della vostra conoscenza di
Dio?
Ritorno al punto di prima: come fece Dio la confusione delle lin-
gue. La causa fu, secondo Mosè, ch'Egli temeva gli uomini ope-
rassero qualcosa contro di Lui dopo avere scalato il cielo, uni di
lingua e d'animo; e il modo come fece fu questo: che discese
dal cielo (forse perché dall'alto non avrebbe potuto fare il mede-
simo, ed era obbligato a scendere sulla terra!).»
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Pontefici
Papa Stefano IV
Gli Autori
Papa Clemente V
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sinio o delitto: di ogni ammenda centocinquanta ducati ricade-
vano alla Camera papale, il di più a Franceschetto. E così Ro-
ma, negli ultimi anni specialmente di questo pontificato, formico-
lava da ogni parte d'assassini protetti e non protetti: le fazioni, la
cui repressione era stata la prima opera di Sisto, rifiorirono in
pieno rigoglio; ma il Papa, chiuso e ben custodito nel Vaticano,
non si preoccupava d'altro, che di porre qua e là qualche aggua-
to, per farvi cader dentro malfattori che avessero mezzi di ben
pagare.»
Jacob Burckhardt
La civiltà del Rinascimento
Papa Paolo IV
Papa Leone X
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Leone X
papa dal 1513 al 1521
Bolla “Exsurge Domine”,1520
Papa Leone X
Papa Leone X
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Papa Leone X, papa dal 1513 al 1521
Corriere della Sera (P.29, 28/7/2001)
LEONE X Il Papa che perdonò in cambio di denaro
Papa Pio V
Papa Pio IX
«Vi unisco poi la presente per pregarla a fare tutto quello che
può affine di allontanare un altro flagello, e cioè una legge pro-
gettata, per quanto si dice, relativa alla istruzione obbligatoria.
Questa legge parmi ordinata ad abbattere totalmente le scuole
cattoliche e soprattutto i Seminari. Oh quanto è fiera la guerra
che si fa alla Religione di Gesù Cristo! Spero dunque che la V.
M. farà sì che in questa parte almeno, la Chiesa sia risparmiata.
Faccia quello che può, Maestà, e vedrà che Iddio avrà pietà di
Lei. Vi abbraccio nel Signore. »
Papa Pio IX
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Concezione e con la bolla Ineffabilis Deus precisa:
Papa Pio IX
Bolla Ineffabilis Deus
Papa Pio IX
Pio IX il 24 agosto del 1871 davanti ad un gruppo della Pia Unione delle
donne cattoliche di Roma, così parlava degli ebrei:
«Or gli Ebrei, che erano figli nella casa di Dio, per la loro durez-
za e incredulità, divennero cani.
E di questi cani ce n’ha pur toppi oggidì in Roma, e li sentiamo
latrare per tutte le vie, e ci vanno molestando per tutti i luoghi.
Speriamo che tornino ad essere figli.»
Papa Pio IX
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Papa Pio XI, papa dal 1922 al 1939
Papa Pio IX
Papa Pio IX
Tratto dalla costituzione "De Fides Catholica" emanata nel 1869 dal Concilio
Vaticano I voluto da Pio IX
Papa Pio IX
Papa Pio X
Papa Pio X
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Padri e dottori della Chiesa
«Ma l’infelice ragazzo che ero, infelice già sulla soglia della gio-
vinezza, te l’aveva pur chiesta la castità. Sì: “Dammi la castità e
la continenza, ma non subito”, dicevo. Avevo paura che tu mi
esaudissi troppo presto, e troppo presto mi guarissi dal male del
desiderio, che preferivo vedere soddisfatto piuttosto che estin-
to.»
59
Dogmi della Chiesa cattolica
Intanto:
Gli autori
60
Dogma dell’Infallibilità del Papa
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Sulla verginità di Maria
Klaus Schreiner
Vergine, madre, regina: i volti di Maria nell'universo cristiano
Gli autori
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Trattato dei tre impostori
63
«Sebbene tutti gli uomini siano interessati a conoscere la verità,
sono pochi quelli che si avvalgono di questa facoltà. Alcuni non
sono capaci di svolgere ricerche per proprio conto, altri non se
ne vogliono accollare l'onere. Non ci si deve, perciò, stupire se il
mondo è pieno di teorie vane o ridicole: niente è più capace di
dar loro corso quanto l'ignoranza; questa è l'unica forza delle
false idee che si hanno sulla Divinità, sull'Anima, sugli Spiriti e
su quasi tutti gli altri concetti concernenti la Religione. Prevale
l'abitudinarietà, ci si contenta dei pregiudizi inculcati fin dalla na-
scita e ci si rimette, per le cose più essenziali, a persone inte-
ressate, che ritengono legittimo sostenere arbitrariamente le
teorie ricevute, che non osano distruggere, per paura di distrug-
gere se stessi.»
Anonimo
Trattato dei tre impostori
Anonimo
Trattato dei tre impostori
«Tertulliano, uno degli uomini più saggi mai esistiti fra i Cristiani
ha detto, contro Apelle, che ciò che non è corporeo non esiste,
e contro Prassia, che tutto ciò che è sostanza ha un corpo.9
Questa dottrina, tuttavia, non è stata condannata dai primi quat-
64
tro Concili Ecumenici o generali.»
Anonimo
Trattato dei tre impostori
Anonimo
Trattato dei tre impostori
Anonimo
Trattato dei tre impostori
65
Il pensiero filosofico
66
Michel de Montaigne
67
."L’uomo è davvero insensato: non saprebbe fare un pidocchio e fab-
brica dei a dozzine.
Michel de Montaigne
Saggi, 1588
Michel de Montaigne
I Cannibali, Saggi
Michel de Montaigne
Saggi, 1588
«Gli uomini sono portati a credere soprattutto ciò che meno ca-
piscono.»
Michel de Montaigne
Idem
68
Giordano Bruno
69
«Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente
comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della
sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e
lo tiene schiavo... l'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne
renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.»
Giordano Bruno
Spaccio della bestia trionfante
Giordano Bruno
Cabala del cavallo pegaseo
«Io credo che nelle mie opere si troveranno scritte molte cose,
quali saranno contrarie alla fede catolica [...] ma però io non ho
detto né scritto queste cose ex professo, né per impugnar diret-
tamente la fede catolica, ma fondandomi solamente nelle rag-
gioni filosofiche o recitando le opinion de eretici.»
Giordano Bruno
Costituti
70
ove mi porti temerario? china,
che raro è senza duol troppo ardimento.
Non temer, rispond’io, l’alta ruina!
Fendi sicur le nubi, e muor contento
se il ciel s’illustre morte ne destina.»
Giordano Bruno
Gli eroici furori
«Stolti del mondo son stati quelli ch’han formata la religione, gli
ceremoni, la legge, la fede, la regola di vita; gli maggiori asini
del mondo»
Giordano Bruno
Cabala del cavallo pegaseo
Forse non tutti sanno che a Roma in Campo de' Fiori si trova la
statua di Giordano Bruno, condannato al rogo dall'Inquisizione
(1600) per le sue idee considerate eretiche.
Il volto del filosofo è rivolto verso la Basilica di San Pietro in se-
gno di ammonimento.
Quando il monumento di bronzo di Ettore Ferrari fu inaugurato il
9 giugno 1889, l'allora papa, Leone XIII, minacciò di lasciare
Roma e passò la giornata a pregare davanti alla statua di San
Pietro.
Gli autori
71
Thomas Hobbes
72
«Il Papato non è altro che lo spettro del defunto impero romano
assiso sulla sua tomba con la corona in capo.»
Thomas Hobbes
Leviatano
Thomas Hobbes
Leviatano
Thomas Hobbes
Leviatano
Thomas Hobbes
Leviatano
74
Baruch Spinoza
75
«Chi non vede che il vecchio e nuovo Testamento non sono al-
tro che una disciplina dell'obbedienza e che a null'altro tendono
se a che gli uomini sinceramente obbediscano?»
Baruch Spinoza
Trattato teologico-politico
«Il vecchio e il nuovo Testamento non sono altro che una disci-
plina dell'obbedienza, e a null'altro tendono se non a che gli
uomini sinceramente obbediscano.»
Baruch Spinoza
Idem
Baruch Spinoza
Idem
Baruch Spinoza
Idem
Baruch Spinoza
Idem
Baruch Spinoza
Idem
Baruch Spinoza
Idem
Baruch Spinoza
Etica
78
Pierre Bayle
79
«Come è ammissibile che Dio abbia scelto, fra tutti gli altri si-
stemi, quello le cui conseguenze devono inevitabilmente deter-
minare il dolore delle creature sensibili?»
Pierre Bayle
Dizionario storico-critico
Pierre Bayle
Idem
«Se voi dite, per esempio, che Dio ha permesso il male per ma-
nifestare la propria saggezza, saggezza che nei disordini ogni
giorno prodotti dalla malizia degli uomini ha modo di risplendere
più di quanto non risplenderebbe in uno stato di innocenza, vi si
risponderà che così facendo, si paragona la divinità ad un padre
di famiglia che lascerebbe rompere le gambe ai propri figli per
far poi vedere la sua abilità nel ricongiungere le ossa rotte; op-
pure si paragona la divinità a un monarca che lascerebbe ac-
crescere le sedizioni e i disordini in tutto il suo regno, per acqui-
stare la gloria di essere riuscito poi a sedarli. La condotta di
questo padre e di questo monarca è talmente contraria alle idee
chiare e distinte secondo le quali giudichiamo della bontà, della
saggezza e, in generale, di tutti i doveri di un padre e di un re,
che la nostra ragione non può comprendere come Dio potrebbe
agire in tal modo.»
Pierre Bayle
Idem
80
Hermann Samuel Reimarus
81
«Le possibilità della fede sono incrementate, di fatto, ostacolan-
do l’uso della ragione. I bambini e la plebe possono dar credito
a qualunque catechismo sia loro propinato, essendo la volontà
in tal senso oltretutto stimolata con la promessa di una ricom-
pensa. Che cosa è più accattivante della eventualità di acquisire
la felicità eterna semplicemente con la fede nell’altrui sacrificio?
Fossero al contrario richiesti conoscenza razionale e convinci-
mento fondato nella verità divina, personale perfezione e affi-
namento della volontà, prima di potersi definire cristiani o di
avanzare pretese su future ricompense, non sarebbe allora così
facile impiantare la fede cristiana.»
«Ditemi, ora, come la fede possa essere atto di cui gli uomini
82
dispongano a piacimento, così da credere quando desiderato e
quanto desiderato; come la fede possa essere in sé e per sé
un’abilità, un’arte, una perfezione, un’opera buona e una virtù
dell’uomo che meriti la suprema ricompensa; come una fede
senza approfondimento razionale, conservata ciecamente come
un pregiudizio infantile, possa poi essere in grado di discernere
la vera conoscenza e il vero culto di Dio da falsità e stravolgi-
menti; come una tale fede, legata solo alla casualità della nasci-
ta e dell’educazione e non alla razionale scelta dell’uomo, possa
piacere o dispiacere a Dio, tanto da fargli accordare, secondo
tale casualità, salvezza e dannazione.»
83
«Non cristiano suona alle orecchie della plebe come malvagio,
vizioso, malvivente, dato che un tempo gli è stato insegnato che
una pia condotta può scaturire solo dalla fede, in altre parole dal
cristianesimo, e che tutti coloro che non sono cristiani devono
necessariamente essere dediti a ogni sorta di peccato. Proprio
come se la sana ragione e la legge di natura non fossero la sca-
turigine adeguata di tutti i doveri e di tutte le virtù, da cui Cristo
stesso e gli apostoli hanno tratto le loro prescrizioni. Questa de-
nominazione non cristiani colloca almeno tra le fila di ebrei, mu-
sulmani e pagani, cui i cristiani sono soliti attribuire ogni malizia.
Di naturalisti, deisti, liberi pensatori, la massa ignorante non sa
pensare altro, nella propria malevole interpretazione, se non che
essi riducano Dio a natura, e in sfrenata sfrontatezza agiscano
solo sensualmente.»
84
zione e alla emulazione nel bene, così da far risplendere la loro
luce e da verificare se la fede o la ragione contribuisca mag-
giormente all’attivo miglioramento degli uomini? Ciò esigerebbe
l’ufficio di sinceri curatori d’anime, contribuendo a una eccellen-
te armonia tra i cittadini e gli abitanti di un paese, sotto un co-
mune governo.»
85
Jean Meslier
86
«Voi conoscete, cari fratelli, il mio disinteresse, non sacrifico per
nulla la mia credenza ad un vile interesse e se ho abbracciato
una professione così diametralmente opposta ai miei sentimen-
ti, non è affatto per cupidigia: ho obbedito ai miei genitori. Vi
avrei illuminato prima se avessi potuto farlo impunemente. Siete
testimoni di quello che affermo. Non ho per niente svilito il mio
ministero esigendo le retribuzioni che vi sono connesse. Prendo
a testimone il cielo che ho anche sommamente disprezzato
quelli che deridevano la semplicità della gente accecata, che
forniva in maniera pia somme considerevoli per comprare pre-
ghiere. Quant’è orribile questo monopolio! Non biasimo il di-
sprezzo che provano per i misteri e le superstizioni loro quelli
che ingrassano col vostro sudore ed i vostri affanni, ma ne de-
testo l’insaziabile cupidigia e l'indegno piacere che prendono i
loro pari a farsi beffe dell'ignoranza di quelli che hanno cura di
mantenere in stato di cecità.»
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
88
«Ho evitato con cura di esortarvi alla bigotteria e vi ho parlato il
più raramente possibile dei nostri miserabili dogmi. Dovevo pur
svolgere, come curato, il mio ministero. Ma quanto non ho an-
che sofferto in me stesso, quando sono stato costretto a predi-
carvi le pie menzogne che detestavo profondamente! Che di-
sprezzo non avevo io per il mio ministero, ed in particolare per
la messa superstiziosa, e le ridicole amministrazioni di sacra-
menti, soprattutto quando bisognava farli con quella solennità
che attirava la vostra pietà e la vostra buona fede! Quanti rimor-
si non mi hanno fatto sorgere la vostra credulità! Mille volte sul
punto di scoppiare pubblicamente, stavo per aprirvi gli occhi, ma
un timore superiore alle mie forze mi tratteneva di colpo, e mi ha
costretto al silenzio fino alla morte.»
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
89
«Passo alla prova della seconda proposizione, che consiste nel
fatto che la religione cristiana adotta come regola della propria
dottrina e della propria morale quello che chiamano fede, vale a
dire una credenza cieca, e tuttavia salda e sicura, nella legge, o
nella rivelazione divina, e nella divinità. E’ assolutamente ne-
cessario che essa presupponga questo, giacché è proprio la
credenza nella divinità e nella rivelazione divina a conferirle il
credito e l’autorità che ha nel mondo, senza di che non ci si cu-
rerebbe troppo di ciò che prescrive. Non c’è quindi nessuna re-
ligione che non raccomandi espressamente ai propri seguaci
d’essere saldi nella fede. Da qui proviene che i cristolatri [chri-
sticoles] hanno come massima che la fede è l’inizio e il fonda-
mento della salvezza, e che essa è la radice della giustizia e
della santificazione, com’è specificato nel concilio di Trento (6,
VIII).»
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
«Se Dio attraverso una voce dal cielo fece sapere che Gesù
Cristo era suo figlio, come citano gli evangelisti, Vulcano fece
vedere, attraverso l’apparizione di una fiamma miracolosa, che
Ceculo era veramente suo figlio.»
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
90
«Se un ariete venne miracolosamente trovato per essere offerto
in sacrificio al posto di Isacco, quando il padre Abramo lo voleva
sacrificare, allo stesso modo la dea Vesta inviò una giovenca
per essere sacrificata al posto di Metella, figlia di Metello; la dea
Diana inviò parimenti una cerva al posto d’Ifigenia, quando que-
sta era sul patibolo per essere immolata, e con questo espe-
diente Ifigenia fu salvata.»
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
91
non avrebbero potuto e non potrebbero adesso vantarsi d'avere
una simile potenza?»
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
93
Voltaire
94
«La religione cattolica, apostolica e romana fu proscritta in Cina
in tempi recenti, ma in modo meno crudele. I RR.PP. gesuiti, a
dire il vero, non avevano risuscitato morti alla corte di Pechino;
si erano accontentati d’insegnare l’astronomia, di fondere can-
noni e di essere mandarini. Le loro sventurate dispute con i do-
menicani e con altri scandalizzarono a tal punto il grande impe-
ratore Yong-ching che quel principe, che era la giustizia e la
bontà fatte persona, fu tanto cieco da proibire che si insegnasse
la nostra santa religione, sulla quale i nostri missionari non si
mettevano d’accordo. Li cacciò con paterna bontà, fornendo lo-
ro mezzi di sussistenza e di trasporto fino ai confini del suo im-
pero.»
Voltaire
Dizionario filosofico
«Al mondo c’è stata una sola religione che non si sia macchiata
di fanatismo, ed è quella dei letterati della Cina. Le sette dei fi-
losofi non solo erano esenti da questa peste, ma ne erano il ri-
medio; giacché l’effetto della filosofia è di rendere l’anima tran-
quilla, e il fanatismo è incompatibile con la tranquillità.»
Voltaire
Dizionario filosofico
«L’indiano, a dire il vero, non ha una fede troppo viva; non è in-
timamente persuaso di queste metamorfosi; ma alla fine dirà al
suo bonzo: “Io ho fede; voi volete che Visnù sia passato attra-
verso cinquecento incarnazioni, e ciò vi frutta cinquecento rupie
di rendita; qui sta il punto; andrete a gridare contro di me, mi
denuncerete, rovinerete il mio commercio se non ho fede. Eb-
bene, ho fede, e per di più eccovi dieci rupie”.»
Voltaire
Dizionario filosofico
95
«Che cos’è la fede? È forse credere ciò che pare evidente? No:
mi è evidente che c’è un Essere necessario, eterno, supremo,
intelligente; questa non è fede, è ragione. Non ho alcun merito
nel pensare che questo Essere eterno, infinito, che è la virtù e la
bontà stessa, desideri che io sia buono e virtuoso. La fede sta
nel credere, non ciò che sembra vero, ma ciò che sembra falso
al nostro intelletto. Gli Asiatici possono credere solo per fede al
viaggio di Maometto nei sette pianeti, alle incarnazioni del dio
Fo, di Visnù, di Xaca, di Brahma, di Sammonocodom, ecc., ecc.,
ecc. Essi sottomettono il loro intelletto, hanno timore di indaga-
re, non vogliono essere né impalati, né bruciati; dicono: “Io cre-
do”. C’è una fede in cose sorprendenti, e una fede in cose con-
traddittorie e impossibili.»
Voltaire
Dizionario filosofico
96
Voltaire
Dizionario filosofico
«Il bue Api era adorato a Menfi come dio, come simbolo o come
bue? C'è da credere che i fanatici vedessero in lui un dio, i sag-
gi un semplice simbolo e che il popolo ignorante adorasse il
bue. Fece bene Cambise, quando, conquistato l'Egitto, l'uccise
di sua mano? E perché no? Fece così vedere agli imbecilli che
si poteva mettere il loro dio allo spiedo, senza che la natura si
scatenasse a vendicare tale sacrilegio.»
Voltaire
Dizionario filosofico
Voltaire
Lettere filosofiche
Voltaire
Lettere filosofiche
97
«Nelle leggi degli ebrei, ossia nel Levitico e nel Deuteronomio,
non c'è il minimo accenno all'esistenza degli angeli, né tanto
meno al loro culto; così i sadducei non credevano agli angeli.
Ma nelle storie degli ebrei se ne parla molto. Quegli angeli era-
no corporei; avevano ali sulla schiena, come i gentili avevano
immaginato che Mercurio le avesse ai piedi; qualche volta na-
scondevano le ali sotto le vesti. E come non avrebbero avuto un
corpo, dato che mangiavano e bevevano e gli abitanti di Sodo-
ma tentarono di commettere il peccato di pederastia con gli an-
geli che andarono da Loth?»
Voltaire
Dizionario filosofico
Voltaire
Dizionario filosofico
98
Voltaire
Dizionario filosofico
Voltaire
Scritti politici
Voltaire
Idem
100
Denis Diderot
101
«Scrivo su Dio: conto su pochi lettori e ambisco a poche appro-
vazioni. Se questi pensieri non piaceranno a nessuno non po-
tranno che essere cattivi, ma se dovessero piacere a tutti li con-
sidererei detestabili.»
Denis Diderot
Pensieri filosofici
«Il Dio dei cristiani è un dio che fa molto caso dei suoi pomi e
poco dei suoi figli.»
Denis Diderot
Pensieri filosofici
«Che cos’è questo Dio che fa morire Dio per placare Dio?»
Denis Diderot
Pensieri filosofici
Denis Diderot
Pensieri filosofici
ORÙ Io.
CAPPELLANO Ebbene, noi crediamo che questo mondo e ciò
che esso racchiude sia opera di un artefice.
ORÙ Costui quindi ha dei piedi, delle mani, una testa?
CAPPELLANO No.
ORÙ Dove risiede?
CAPPELLANO In ogni luogo.
ORÙ Anche qui?
CAPPELLANO Anche qui.
ORÙ Noi non l'abbiamo mai visto.
CAPPELLANO Difatti non si vede.
ORÙ Ecco un padre ben indifferente! Deve essere vecchio,
infatti ha almeno l'età della sua opera.
CAPPELLANO Egli non invecchia punto. Ha parlato ai nostri
antenati, ha dato loro delle leggi, ha prescritto il modo in cui
voleva essere onorato, ha comandato delle azioni in quanto
buone, ne ha proibite altre in quanto cattive.
ORÙ Capisco. E una delle azioni che ha vietato loro in quanto
cattive è quella di andare a letto con una donna o una ragazza?
Perché allora ha creato due sessi?
CAPPELLANO Perché si uniscano, ma a certe condizioni
necessarie, dopo certe cerimonie preliminari in conseguenza
delle quali un uomo appartiene a una donna e soltanto a lei, una
donna appartiene a un uomo e soltanto a lui.
ORÙ Per tutta la vita?
CAPPELLANO Per tutta la vita.
ORÙ Di modo che, se accadesse a una moglie di andare a letto
con un uomo che non è suo marito, o a un marito con una
donna che non è sua moglie... Ma questo non accade, infatti
giacché egli è lì, e ciò gli spiace, sa impedirglielo.
CAPPELLANO No, li lascia fare, e così essi peccano contro la
legge di Dio poiché così chiamiamo il grande artefice, contro la
legge del paese, e commettono un delitto.
103
ORÙ Non vorrei offenderti con i miei discorsi, ma se permetti ti
dirò la mia opinione.
CAPPELLANO Parla.
ORÙ Trovo questi singolari precetti opposti alla natura, contrari
alla ragione, fatti apposta per moltiplicare i delitti ed irritare di
continuo il vecchio artefice che ha fatto tutto senza testa, senza
mani e senza arnesi; che è dovunque e non si vede in nessun
posto; che sussiste oggi e domani e non ha mai un giorno di
più; che ordina e non è obbedito; che può impedire e non
impedisce. Contrari alla natura in quanto presuppongono che un
essere pensante, senziente e libero possa essere proprietà di
un essere a lui simile. Su cosa sarebbe fondato tale diritto? Non
ti accorgi che al tuo paese si è confusa la cosa che non ha
sensibilità, né pensiero, né desiderio, né volontà, che si lascia,
si prende, si tiene e si cambia senza che soffra e che si lamenti,
con la cosa che non si cambia, non si acquista, che ha libertà,
volontà, desiderio, che può darsi o rifiutarsi per un momento,
darsi o rifiutarsi per sempre, che si lamenta e che soffre, e che
non può divenire oggetto di commercio senza che con questo si
dimentichi il suo carattere e si usi violenza alla sua natura?
Contrari alla legge generale degli esseri. In effetti nulla ti
parrebbe più insensato di un precetto che proscriva il
cambiamento che è in noi, che comandi una costanza che non
può esistere e che vìoli la natura e la libertà del maschio e della
femmina vincolandoli per sempre l'uno all'altra; di una fedeltà
che limiti ad un unico individuo il più capriccioso dei godimenti;
di un giuramento di immutabilità pronunciato fra due esseri in
carne ed ossa, al cospetto di un cielo che non è mai un attimo lo
stesso, sotto antri che minacciano di rovinare, alla base di una
rupe che si riduce in polvere, ai piedi di un albero che si
scortica, su una pietra che vacilla? Credimi, avete reso la
condizione umana peggiore di quella animale. Non so che cosa
sia il tuo grande artefice, ma sono lieto che non abbia parlato ai
nostri padri e mi auguro che non parli ai nostri figli, infatti
potrebbe per caso dir loro le stesse stoltezze, ed essi
potrebbero forse commettere quella di credergli. [...]»
Denis Diderot
Supplemento al viaggio di Bougainville
104
Helvetius
105
«...chi può tuttavia dubitare che i primi romani non siano stati
più virtuosi di noi? Chi può negare che la gendarmeria abbia di-
sarmato più briganti della religione? Che l’italiano, più devoto
del francese, non abbia col rosario in mano, fatto più uso del
pugnale e del veleno? E che, nei tempi in cui la devozione è più
ardente e la polizia più imperfetta, non si commettano infinita-
mente più crimini dei secoli in cui la devozione s’intiepidisce e si
perfeziona?»
Claude-Adrien Helvétius
Dello spirito
Claude-Adrien Helvétius
Idem
Claude-Adrien Helvétius
Idem
Claude-Adrien Helvétius
Idem
107
Paul Henri Thiry d'Holbach
108
«La natura, voi dite, è del tutto inesplicabile senza un Dio. In al-
tri termini, per spiegare ciò che capite ben poco, avete bisogno
di una causa che non capite affatto. Pretendete di chiarire ciò
che è oscuro raddoppiando l'oscurità, credete di sciogliere un
nodo moltiplicando i nodi.»
109
Paul Henri Thiry d'Holbach
Idem
«Dal momento che gli uomini avevano bisogno d'un Dio, perché
non attenersi al Sole, a questo Dio visibile adorato da tanti po-
poli? Quale essere aveva più diritti agli omaggi dei mortali che
l'astro del giorno, che illumina, riscalda, vivifica tutti gli esseri,
l'astro la cui presenza rianima e ringiovanisce la natura, la cui
assenza sembra immergerla nella tristezza e nel languore? Se
qualche essere era adatto a promettere al genere umano pote-
re, attività, felicità, durata, era senza dubbio il Sole: esso avreb-
be potuto esser considerato dall'umanità come il padre della na-
tura, come l'anima del mondo, come la Divinità. Almeno, non si
sarebbe potuto negarne l'esistenza senza essere pazzi, né rifiu-
tarsi di riconoscere il suo influsso e i suoi benefìci.»
Paul Henri Thiry d'Holbach
Idem
113
David Hume
114
«In genere gli errori della filosofia sono ridicoli, quelli della reli-
gione sono pericolosi.»
David Hume
Trattato sulla natura umana
David Hume
Storia naturale della religione
David Hume
Idem
David Hume
Idem
David Hume
Idem
David Hume
Dialoghi sulla religione naturale
David Hume
Dialoghi sulla religione naturale
David Hume
Saggi filosofici
David Hume
Storia naturale della religione
118
Immanuel Kant
119
«Una religione che dichiari temerariamente guerra alla ragione
non potrà resistere a lungo contro di essa.»
Immanuel Kant
La religione entro i limiti della semplice ragione
Immanuel Kant
Idem
Immanuel Kant
La religione entro i limiti della semplice ragione
Immanuel Kant
La religione entro i limiti della semplice ragione
«Con tutto ciò, il principio cristiano della “morale” come tale non
è teologico (e pertanto eteronomo), ma è l'autonomia della ra-
gion pura pratica per se stessa: perché tale morale non pone la
conoscenza di Dio e della sua volontà a fondamento di queste
leggi, ma solo del raggiungimento del sommo bene, a condizio-
ne che le leggi stesse siano seguite; e il vero e proprio “moven-
te” che spinge a obbedire alle leggi non lo pone nelle loro con-
seguenze desiderate, ma soltanto nella rappresentazione del
dovere, nella cui rigorosa osservanza fa consistere tutto il meri-
to di ottenere anche quelle conseguenze.»
Immanuel Kant
Critica della ragion pratica
Immanuel Kant
Critica della ragion pura
122
Arthur Schopenhauer
123
«La filosofia moderna non va a cercare una causa efficiente o
una causa finale del mondo intero; non indaga l’origine e la fina-
lità del mondo, ma solo che cosa sia il mondo. Non possiamo
superare il mondo stesso e, in quanto alla sua spiegazione, es-
sa fa già parte del mondo: è assurdo cercarla al di fuori di esso.
Anzi sono solo “pigrizia e ignoranza” che “dispongono a richia-
marsi troppo presto alle forze originarie”.»
Arthur Schopenhauer
Il mondo come volontà e rappresentazione
Arthur Schopenhauer
Idem
Arthur Schopenhauer
124
Idem
Arthur Schopenhauer
Parerga e Paralipomena
Arthur Schopenhauer
“Nachlass” (postumo, 1966-75)
«Nella filosofia moderna Dio è ciò che gli ultimi re franchi erano
125
tra i majores domus, un nome vuoto che si conservava per poter
vivere più comodamente e senza contestazioni.»
Arthur Schopenhauer
“Nachlass” (postumo, 1966-75)
Arthur Schopenhauer
“Nachlass” (postumo, 1966-75)
Arthur Schopenhauer
Parerga e Paralipomena
Arthur Schopenhauer
Parerga e Paralipomena
126
«Le religioni sono come le lucciole. Per brillare hanno bisogno
delle tenebre.»
Arthur Schopenhauer
Parerga e Paralipomena
Arthur Schopenhauer
Parerga e paralipomena
Arthur Schopenhauer
Idem
Arthur Schopenhauer
Parerga e Paralipomena
127
«Allora, invano il tormentato invocherà i suoi dèi per essere aiu-
tato: egli resterà impietosamente abbandonato al suo destino.
Ma questa ineluttabilità è, appunto, soltanto lo specchio
dell’invincibilità della sua volontà, la cui oggettiva è la sua per-
sona. Quanto poco un potere esterno può cambiare o eliminare
questa volontà altrettanto poco un potere estraneo può liberarla
dai tormenti che derivano dalla vita, la quale è il fenomeno di
quella volontà. L’uomo è sempre rimandato a se stesso, come
in ogni cosa, così in quella principale. Invano egli si fabbrica de-
gli dèi, per mendicare e carpire con lusinghe quello che solo la
propria forza di volontà ha il potere di causare.»
Arthur Schopenhauer
Il mondo come volontà e rappresentazione
Arthur Schopenhauer
Il mondo come volontà e rappresentazione
128
che ad onore dell’umanità è accaduto solo una volta nella sua
storia – si è incarnato in questo mondo occidentale come Inqui-
sizione, la quale, secondo le più recenti, finalmente autentiche
notizie, ha fatto atrocemente morire sul patibolo nella sola Ma-
drid (mentre nel resto della Spagna vi erano ancora molti di
questi covi religiosi di assassini), in 300 anni, 300.000 persone
per motivi religiosi; questo dev’essere subito ricordato ad ogni
fanatico, ogni volta che vuole alzare la voce.»
Arthur Schopenhauer
Note a “Il mondo come volontà e rappresentazione”
Arthur Schopenhauer
“Nachlass” (postumo, 1966-75)
Arthur Schopenhauer
Parerga e Paralipomena
129
Thomas Paine
130
«Tutte le istituzioni nazionali della Chiesa, sia ebrea, che cri-
stiana o turca, mi sembrano nient'altro che invenzioni umane,
collocate per terrorizzare e schiavizzare l'umanità, e monopoliz-
zare il potere e il profitto.»
Thomas Paine
L’Età della ragione
Thomas Paine
L’Età della ragione
Thomas Paine
Saggio sull’origine della Libera Massoneria
Thomas Paine
I diritti dell’uomo
131
David Friedrich Strauss
132
«E' impossibile, secondo Chubb, che la religione ebraica sia
una religione rivelata da Dio; perocché il carattere morale della
divinità vi sia sfigurato dagli usi arbitrari, che si dicono prescritti
da lui, dalla sua pretesa parzialità per il popolo ebreo, e soprat-
tutto dall'ordine sanguinario di esterminare le popolazioni cana-
nee.»
«Sino ad ora oggetto della critica era stata la tesi cristiana, tal
quale trovasi consegnata, col nome di storia di Gesù, ne' docu-
menti evangelici; ora che il dubbio l'ha compromessa, questa
ripiegasi sopra di sé medesima, e cerca nello interno delle ani-
me credenti un asilo, ov'essa esiste non più come semplice sto-
ria, ma come storia riflessa sopra di sé, vale a dire come dogma
e confessione.»
133
annullato, ci sembra, la parte maggiore e più importante delle
credenze del cristiano intorno a Gesù, distrutti tutti gli incorag-
giamenti che in essi egli attinge, inaridite tutte le consolazioni. Il
tesoro infinito di verità e di vita che da diciotto secoli alimenta
l'umanità sembra irresistibilmente dissipato, ogni grandezza
precipitata nella polvere, Dio spogliato della sua grazia, l'uomo
della sua dignità, rotto infine il legame tra la terra e il cielo. La
pietà rivolge inorridita lo sguardo dallo spaventoso attentato; e
nella certezza infinita della propria fede sentenzia: che malgra-
do ogni sforzo di una critica temeraria, tutto quanto la Scrittura
ci dice e la Chiesa crede intorno al Cristo rimane eternamente
vero né sillaba alcuna può essere sagrificata. Così, alla conclu-
sione della critica intorno alla storia di Gesù, ci si para dinanzi il
problema di riedificare in dogma ciò che fu distrutto in critica.»
134
Bruno Bauer
135
«Con Hegel l’Anticristo è venuto e si è “rivelato”.
E’ dovere del credente sincero indicare a tutti il Maligno, accu-
sarlo apertamente e veracemente, mettere in guardia tutti da lui
e rendere vana la sua astuzia.
Dobbiamo soprattutto rivolgerci ai governi cristiani e testimonia-
re di fronte a loro – il credente è tenuto infatti a predicare ed a
testimoniare di fronte ai re, ai principi ed alle autorità – onde si
accorgano infine quale pericolo mortale minaccia l’ordine costi-
tuito e soprattutto la religione, l’unico fondamento dello Stato, se
essi non estirpano proprio le redici del male. Non c’è più niente
di fermo, di sicuro, di stabile se “il vigoroso errore” di quella filo-
sofia è ulteriormente tollerato.»
Bruno Bauer
La tromba del giudizio universale contro Hegel, ateo e anticristo.
Gli autori
136
Friedrich Nietzsche
137
«Quel che ci divide non sta nel fatto che non ritroviamo Dio nel-
la storia, né nella natura e neppure dietro la natura - bensì nella
circostanza che noi sentiamo quel che viene venerato come
Dio, non come “divino”, ma come miserabile, assurdo, dannoso,
non soltanto come errore, ma come delitto contro la vita… Noi
neghiamo Dio in quanto Dio… Se questo Dio dei cristiani esi-
stesse, sapremmo ancor meno credere in lui.»
Friedrich Nietzsche
L’Anticristo
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Idem
138
«Il Buddhismo è cento volte più realista del Cristianesimo, ha
ereditato un modo freddo e oggettivo di porsi i problemi; nasce
dopo un movimento filosofico durato centinaia di anni; appena
esso sorge, il concetto di “Dio” è già eliminato.»
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Idem
139
«La dottrina della redenzione conosce la beatitudine (il piacere)
soltanto nel non opporre più resistenza, non più a nessuno, né
alla disgrazia né al male – l’amore come unica, come ultima
possibilità di vita. [...] La dottrina della redenzione io la definisco
un sublime sviluppo ulteriore dell’edonismo su base assoluta-
mente morbosa.»
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Aurora
Friedrich Nietzsche
Idem
140
reale conoscenza dei casi della loro vita. “Che cosa ho propria-
mente vissuto? Che cosa, in quel momento, è accaduto in me e
intorno a me? Il mio intelletto era chiaro abbastanza? La mia
volontà s’è opposta abbastanza a tutte le insidie dei sensi e si è
difesa con sufficiente valore contro la fantasia?”.»
Friedrich Nietzsche
La gaia scienza
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Umano troppo umano
Friedrich Nietzsche
Idem
141
«Solo il cristianesimo ha dipinto il diavolo sulla parete del mon-
do; solo il cristianesimo ha portato il peccato nel mondo. La cre-
denza nei rimedi, che contro di esso offrì, è stata ormai a poco a
poco scossa fin nelle più profonde radici: ma ancora sussiste la
credenza nella malattia, che esso ha insegnata e diffusa.»
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Genealogia della morale
142
bene si sia tentato in grande stile di rallentarlo. Alla fine l’uomo
osa una critica dei valori in generale; ne riconosce l’origine, co-
nosce abbastanza per non credere più in nessun valore; ecco il
páthos, il nuovo brivido. Quella che racconto è la storia dei
prossimi due secoli.»
Friedrich Nietzsche
Frammenti postumi
Friedrich Nietzsche
Al di là del bene e del male
Friedrich Nietzsche
Ecce Homo
Friedrich Nietzsche
Così parlò Zarathurstra
Friedrich Nietzsche
Sull’utilità e il danno della storia per la vita
Friedrich Nietzsche
Ecce homo
Friedrich Nietzsche
Frammenti postumi
Friedrich Nietzsche
Su verità e menzogne in senso extramorale
145
Ludwig Feuerbach
146
«La religione precede sempre la filosofia, nella storia dell'umani-
tà come nella storia dei singoli individui. L'uomo sposta il suo
essere fuori da sé, prima di trovarlo in sé. […] La religione è l'in-
fanzia dell'umanità.
Ludwig Feuerbach
L'essenza del cristianesimo
Ludwig Feuerbach
Idem
Ludwig Feuerbach
Idem
Ludwig Feuerbach
Idem
147
null’altro è se non la distinzione fra l’essenza dell’umanità e
l’uomo individuo e che per conseguenza anche l’oggetto e il
contenuto della religione cristiana sono umani e nient’altro che
umani”.»
Ludwig Feuerbach
Idem
Ludwig Feuerbach
Idem
148
«Perciò una volta che la coscienza dell’uomo abbia constatato
che i predicati attribuiti a Dio dalla religione sono soltanto
antropomorfismi, cioè rappresentazioni umane, già la sua fede è
incrinata dal dubbio e dall’incredulità. E solo per l’incoerenza,
che è frutto di viltà e di poco rigore logico, da questa
constatazione l’uomo non procede alla formale negazione degli
attributi stessi, e da questa alla negazione del soggetto che vi
sta alla base. Se poni in dubbio la verità oggettiva degli attributi,
devi anche dubitare della verità oggettiva del soggetto di questi
attributi. Se gli attributi sono antropomorfismi, è un
antropomorfismo anche il soggetto dei medesimi. Se l’amore, la
bontà, la personalità sono qualificazioni umane, lo è pure il
soggetto delle medesime, il soggetto che tu ad esse
presupponi, ed allora anche l’esistenza di Dio, anche la fede
nell’esistenza di un qualsiasi dio è un antropomorfismo, una
proiezione assolutamente umana.»
Ludwig Feuerbach
Idem
Ludwig Feuerbach
L'essenza della religione
Ludwig Feuerbach
Idem
149
«La notte è la madre della religione.»
Ludwig Feuerbach
Idem
Ludwig Feuerbach
Idem
Ludwig Feuerbach
Idem
Ludwig Feuerbach
Idem
150
Felix Le Dantec
151
«Innanzi tutto, una cosa mi ha sempre profondamente sorpreso
ed è che i credenti d'ogni epoca abbiano cercato e fornito "pro-
ve" inconfutabili dell'esistenza di Dio. Naturalmente esse sono
inconfutabili per coloro che le utilizzano; sfortunatamente, lo
sono sono solo per loro, provano che essi credono in Dio, ma
questo è quanto.»
Felix Le Dantec
Athéism
Felix Le Dantec
Idem
Felix Le Dantec
Idem
152
«Non sono un eroe per natura; se avessi creduto che un padro-
ne assoluto potesse concedermi una felicità eterna o condan-
narmi a supplizi senza fine, sarei probabilmente scappato dai
pericoli del secolo in un monastero; avrei passato la mia mise-
rabile esistenza sublunare a cantare la gloria del despota da cui
sarebbe dipeso il mio avvenire.»
Felix Le Dantec
Idem
153
Giuseppe Rensi
154
«Ma questa contraddizione delle contraddizioni, che è Dio, è
appunto quell’Incomprensibile che è incomprensibile perché nul-
la e nulla perché incomprensibile: non ha cioè le forme del pen-
siero perché non ha le forme dell’Essere e viceversa, le une e le
altre essendo le medesime. Si tratta dunque di parole senza
concetti perché il concetto che dovrebbe corrispondervi è con-
traddittorio e quindi non può esistere. E se la convulsività men-
tale “dionisiaca” ci fa credere e ci dà l’illusione di possedere un
concetto pronunciando una parola, basta “pensarci su” e cerca-
re di determinare il concetto per veder questo dissolversi
nell'impossibile e come concetto sparire.»
Giuseppe Rensi
Apologia dell’ateismo
Giuseppe Rensi
Idem
Giuseppe Rensi
Idem
155
«Da trenta secoli si “dimostra” Dio e, non solo ancora non ne
sono persuasi tutti, ma anzi i non persuasi sono cresciuti, Ciò
non vi dice nulla?»
Giuseppe Rensi
Idem
Giuseppe Rensi
Idem
156
John Stuart Mill
157
«Le religioni che distribuiscono promesse e minacce circa la vita
futura, fanno esattamente il contrario [della religione
dell’umanità]; esse incatenano i pensieri agli interessi postumi
dell’individuo, lo inducono a considerare l’adempimento dei pro-
pri doveri verso gli altri principalmente come mezzo per la sua
salvezza personale; e costituiscono uno degli ostacoli più seri
per il grande fine della cultura morale, cioè il rafforzamento
dell’elemento altruistico e l’indebolimento di quello egoistico nel-
la nostra natura; esse presentano all’immaginazione un bene e
un male personali di grandezza così imponente da rendere ben
difficile a chiunque creda fermamente nella loro realtà, di potere
ancora disporre di sentimenti o interessi per qualche altro og-
getto ideale e lontano.»
160
Karl Marx
161
«L’alienazione religiosa come tale si produce soltanto nel domi-
nio della coscienza, dall’interno dell’uomo, ma l’alienazione
economica è l’alienazione della vita reale: la sua soppressione
abbraccia quindi ambo i lati.»
Karl Marx
Manoscritti economico-filosofici
Karl Marx
Per la critica della filosofia del diritto di Hegel
Karl Marx
Introduzione alla critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico
Karl Marx
Il Capitale
162
Robert G. Ingersoll
163
«Per molti anni ho considerato il Pentateuco semplicemente
come la storia di un popolo barbaro, con le sue innumerevoli
cerimonie selvagge, le sue assurde e ingiuste leggi, e le migliaia
di principi inconsistenti rispetto alla prova dei fatti. Mi è sempre
parso alquanto criminale insegnare che questi fatti fossero stati
scritti da uomini ispirati da Dio; che la schiavitù, la poligamia, le
guerre di conquista e gli stermini potessero essere considerati
giusti e che vi fosse stato un tempo in cui l'uomo abbia potuto
avere l'approvazione dell'Infinita Intelligenza, Giustizia e Com-
passione, violando fanciulle e macellando bambini.»
Robert G. Ingersoll
Gli errori di Mosè
Robert G. Ingersoll
Gli errori di Mosè
«Anziché licenziare gli insegnanti che nel corso dei loro studi
fanno scoperte scomode, licenziamo quelli che non ne fanno.
Facciamo in modo che i nostri docenti non debbano temere per
le loro scoperte e per le loro opinioni e che non debbano rischia-
164
re la cattedra solo per aver affermato che gli antichi ebrei non
potevano conoscere l'intera storia del mondo.»
Robert G. Ingersoll
A proposito di una libera scuola
165
Charles Darwin
166
«Non dobbiamo trascurare la probabilità che il costante inculca-
re la credenza in Dio nelle menti dei bambini possa produrre un
effetto così forte e duraturo sui loro cervelli non ancora comple-
tamente sviluppati, da diventare per loro tanto difficile sbaraz-
zarsene, quanto per una scimmia disfarsi della sua istintiva pau-
ra o ripugnanza del serpente.»
Charles Darwin
Autobiografia
Charles Darwin
Idem
Charles Darwin
Idem
«Egregio signore,
Mi duole dovervi informare che non credo nella Bibbia come ri-
velazione divina, e pertanto nemmeno in Gesú Cristo come fi-
glio di Dio.
Distinti saluti Ch. Darwin»
Charles Darwin
Lettera di Charles Darwin a Frederick A. McDermott
24 novembre 1880
167
Sigmund Freud
168
«Quando il cristianesimo cominciò la sua penetrazione nel
mondo antico, incontrò la rivalità della religione di Mitra e per un
po' di tempo fu dubbia la vittoria tra le due divinità.
La figura inondata di luce del giovane dio persiano rima-
ne tuttavia oscura per noi. Le leggende che raffigurano Mitra
che uccide dei buoi ci inducono a concludere che egli rappre-
sentasse il figlio che, avendo da solo portato a termine il sacrifi-
cio del padre, ha liberato i fratelli dal senso di colpa che li tor-
mentava in seguito a questo crimine. Vi era un'altra via per eli-
minare questo senso di colpa, e questa fu seguita da Cristo: sa-
crificando la propria vita, egli redense tutti i suoi fratelli dal pec-
cato originale.»
Sigmund Freud,
Totem e tabù
Sigmund Freud,
Idem
169
Sigmund Freud
L'avvenire di un illusione
Sigmund Freud
Idem
Sigmund Freud
Idem
Sigmund Freud
Idem
170
omettere queste dissimulazioni simboliche della verità.»
Sigmund Freud
Idem
«Le dottrine religiose [...] possiamo dire che sono tutte illusioni
indimostrabili e che nessuno può essere costretto a tenerle per
vere, a crederci. Alcune di esse sono a tal punto inverosimili,
talmente antitetiche a tutto ciò che faticosamente abbiamo ap-
preso circa la realtà dell'universo, che, tenuto il debito conto del-
le differenze psicologiche, possono essere paragonate ai deliri.»
Sigmund Freud
Idem
Sigmund Freud
Idem
Sigmund Freud
L’avvenire di un’illusione
171
repliche e reintegrazioni delle immagini, che il bambino piccolo
ha di entrambi... il Dio personale non è altro, psicologicamente,
che un padre innalzato.»
Sigmund Freud
Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci
NDA: Yahweh era, per Freud, una divinità sinistra e sanguinaria, assuefatta
per la sua natura tellurica ad aggirarsi solo di notte e ad evitare la luce del
giorno:
Sigmund Freud
Mosè e il monoteismo
172
dubbi su dio, e forse alla fine fece ricorso alla "imperscrutabile
volontà di dio", come fanno ancor oggi i devoti.»
Sigmund Freud
Idem
«Noi, uomini di poca fede, non possiamo che invidiare quei ri-
cercatori convinti dell'esistenza di un essere supremo! Per que-
sto grande Spirito il mondo non fa problema, dal momento che
egli stesso ha creato tutte le sue istituzioni. Quanto sono com-
plete, esaustive, definitive le dottrine del credente rispetto ai fa-
ticosi, miseri e frammentari tentativi di spiegazione che noi, con
enorme sforzo, riusciamo in qualche modo a comporre!»
Sigmund Freud
Idem
Sigmund Freud
Introduzione alla psicanalisi
Sigmund Freud
Il disagio della civiltà
174
Gli storici
175
Lorenzo Valla
176
«…a Roma si mostra come reliquia di santi (vi sono difatti acce-
se intorno sempre sacre lampade) una Bibbia che dicono scritta
di mano di Gerolamo: e il papa avalla questa credenza con la
sua autorità. Quale è la prova? l’essere, come direbbe Virgilio,
la sua sopravveste ricamata in oro. Proprio ciò dovrebbe farci
pensare che non può essere opera autografa di Gerolamo. L’ho
osservata attentamente e mi sono accorto che è scrittura di un
ignorante che ricopiava per ordine di un re, forse Roberto (di
Napoli). Sono decine di migliaia le falsificazioni siffatte che si
possono vedere a Roma…»
Lorenzo Valla
La falsa donazione di Costantino
Lorenzo Valla
Idem
177
«Per riavere le altre parti donate, sperpera le ricchezze mal tolte
ai buoni, paga truppe a cavallo e a piedi, che fanno tanto male
dappertutto, mentre Cristo muore affamato e nudo in migliaia e
migliaia di poveri. E non si rende conto (o indegnità!) che men-
tre egli si affanna a strappare ai principi secolari i loro beni,
questi a loro volta sono spinti a strappare agli ecclesiastici i loro
beni o dal cattivo esempio o dalla necessità (talvolta non c’è
neppure vera necessità).»
Lorenzo Valla
Idem
178
Francesco Guicciardini
179
«Cominciarono a essere le cure e i negozi loro non più la santità
della vita, non più l’augmento della religione, non più lo zelo e la
carità verso il prossimo, ma eserciti, ma guerre contro a’ cristia-
ni, trattando co’ pensieri e con le mani sanguinose i sacrifici, ma
accumulazione di tesoro, nuove leggi, nuove arti, nuove insidie,
per raccorre da ogni parte danari; usare a questo fine senza ri-
spetto l’armi spirituali, vendere a questo fine senza vergogna le
cose sacre e le profane.»
Francesco Guicciardini
La Historia D’Italia
Francesco Guicciardini
Ricordi
Francesco Guicciardini
Idem
180
«Non combattete mai con la religione, né con le cose che pare
che dependono da Dio; perché questo obietto ha troppa forza
nella mente degli sciocchi.»
Francesco Guicciardini
Idem
Francesco Guicciardini
Idem
Francesco Guicciardini
Idem
181
con piú pontefici, m'ha necessitato a amare per el particulare
mio la grandezza loro; e se non fussi questo rispetto, arei amato
Martino Luther quanto me medesimo, non per liberarmi dalle
legge indotte dalla religione cristiana nel modo che è interpreta-
ta e intesa communemente, ma per vedere ridurre questa ca-
terva di scelerati a' termini debiti, cioè a restare o sanza vizi o
sanza autoritá.»
Francesco Guicciardini
Idem
«(Leone X, papa dal 1513 al 1521) Credettesi per molti, nel pri-
mo tempo del pontificato, che e’ fusse castissimo; ma si scoper-
se poi dedito eccessivamente, e ogni di’ più senza vergogna, in
quegli piaceri che con onestà non si possono nominare (sodo-
mia).»
Francesco Guicciardini
La Historia D’Italia
«... se non fussi questo rispetto, arei amato Martin Luther quan-
to me medesimo: non per liberarmi dalle legge introdotte dalla
religione cristiana nel modo che è interpretata e intesa commu-
nemente, ma per vedere ridurre questa caterva di scelerati a
termini debiti, cioè a restare o sanza vizi o sanza autorità.»
Francesco Guicciardini
Ricordi
182
ancora che io vivessi molto, non ne vedere alcuna: uno vivere di
republica bene ordinata nella città nostra, Italia liberata da tutti
e’ barbari e liberato el mondo dalla tirannide di questi scelerati
preti.»
Francesco Guicciardini
Ricordi
183
Ferdinand Gregorovius
184
«Roma papale era a quel tempo già moralmente guasta, il clero
corrotto e odiato. I cardinali vivevano come principi temporali; la
loro dissipatezza non offendeva soltanto i sentimenti dei repub-
blicani, ma anche quelli di molti semplici cittadini. I membri della
curia, innumerevole stuolo di prelati gonfi di prebende e tuttavia
mai sazi di accumularne, offrivano un disgustoso spettacolo.»
Ferdinand Gregorovius
Storia della città di Roma nel Medioevo
Ferdinand Gregorovius
Idem
185
Ernest Renan
186
«I paesi greci e romani non udirono parlare di lui (Cristo); il suo
nome non appare negli autori profani che un secolo dopo e indi-
rettamente a proposito di moti sediziosi suscitati dalle sue dot-
trine e dalle persecuzioni contro i suoi discepoli. Nel seno stes-
so del giudaismo, Gesù non lasciò un lungo ricordo. Filone,
morto verso l’anno 50, nulla seppe di lui. Giuseppe, nato l’anno
37, e che scrisse sul finire del secolo, rammenta la sua condan-
na in alcune linee come un avvenimento qualunque, e annove-
rando le sette del tempo, omette i cristiani.»
Ernest Renan
Vita di Gesù
Ernest Renan
Vita di Gesù
Ernest Renan
Vita di Gesù
188
Emilio Bossi
189
«Se, pertanto, il cristianesimo poté trionfare e sostituirsi al pa-
ganesimo, si fu soltanto mediante la persecuzione, la frode e
l'assimilazione del culto pagano, e perché favorito altresì dalla
disgregazione dell'Impero Romano e dall'invasione dei barbari.
Ma al suo trionfo fu completamente estranea la pretesa persona
del suo Cristo, com'era stata estranea alla formazione della
nuova religione, non essendo egli mai esistito, come abbiamo
esuberantemente provato nel presente libro.»
Emilio Bossi
Gesù Cristo non è mai esistito
«Filone che vive nel tempo assegnato a Cristo, che è già cele-
bre prima che Cristo nasca e che muore diversi anni dopo di
Cristo; Filone che compie verso il giudaismo la stessa, identica
trasformazione o ellenizzazione, o platonizzazione che fu l'ope-
ra dei Vangeli, e specialmente del quarto; Filone che parla del
Logos, o del Verbo al modo del quarto Vangelo; eppure che non
nomina una volta sola Gesù Cristo, in nessuna delle sue nume-
rosissime opere? O non proverebbe appunto che Gesù Cristo
non fu persona storica e reale, ma pura creazione mitologica e
metafisica, alla quale contribuì più di ogni altro questo medesi-
mo Filone, che scrisse come un cristiano senza sapere ancora
di questo nome, che parlò del Verbo senza conoscer Cristo, che
insegnò l'identica dottrina attribuita a Cristo, come sarà dimo-
strato a suo luogo?»
Emilio Bossi
Idem
190
modo speciale di religione e di filosofia, e non avrebbe certa-
mente tralasciato di parlare di Gesù, suo compatriota d'origine,
se Gesù fosse davvero comparso sulla faccia della terra ed
avesse portato una sì grande rivoluzione nella storia dello spirito
umano.»
Emilio Bossi
Idem
Emilio Bossi
Idem
«In ogni modo rimane acquisito che Filone scrisse sul dio Sera-
pide un Vangelo, Protovangelo che avrebbe potuto applicarsi
anche a Gesù e dal quale, secondo Fozio, derivarono i Vangeli
posteriori; che Filone descrisse i Terapeuti come a lui di molto
anteriori, ed aventi già prima di lui i loro Vangeli e i loro apostoli,
e che questi Terapeuti erano, secondo Eusebio e sant’Epifane, i
cristiani primitivi, i quali esistevano quindi molto tempo prima di
Gesù, e per conseguenza che Gesù non è mai esistito.»
Emilio Bossi
Idem
192
«Nelle preghiere il cristianesimo è rimasto piuttosto al disotto
delle religioni che gli servirono di modello. I buddisti hanno la
loro corona — divenuta fra i cristiani quella del rosario — di cui
volgono tra le dita i grani segnando sopra un foglio il numero
delle recite. Essi hanno immaginato perfino delle ruote munite di
manovella, con sopra scritte le preghiere; facendole girare essi
accompagnano col pensiero questo strano modo di recitazione,
riuscendo a dirne certamente un numero ben maggiore che non
tutti i baciapile della cristianità.»
Emilio Bossi
Idem
Emilio Bossi
Idem
Emilio Bossi
Idem
193
«Non per nulla, diciamo; imperocché giova qui notare, una volta
per tutte, che nella raccolta dei libri canonici della Bibbia la
Chiesa ebbe l'ingegnosa cura di scartare tutti quei documenti
che, parlando di Cristo o di Maria o degli Apostoli, accennano a
circostanze storiche facilmente controllabili, evitando così il pe-
ricolo di vedersi fin dal principio trovata in fallo, mentre i libri da
essa accolti, essendo quasi completamente estranei alla storia,
non risicavano tanto di venir posti in contravvenzione da que-
sta.»
Emilio Bossi
Idem
194
Se Gesù trova sul suo cammino Giovanni Battista, è perché il
profeta Isaia l'aveva predetto (Matt. III, 3).
Se egli insegna di fare ciò che si vuole ne venga fatto, gli è per-
ché questo sta scritto nella legge e nei profeti (Matt. VI, 12).
Se egli guarisce gli indemoniati, è acciocché si adempiesse ciò
che fu detto dal profeta Isaia (Matt. VII, 17).
Se egli dovrà stare sepolto tre giorni, è perché Giona fu per tre
giorni nel ventre della balena (Matt. XII, 40). Se egli parla in pa-
rabole per non essere inteso, è perché si adempia la profezia di
Isaia (Matt. XIII, 14).
Gesù dice che non fu preso dalle turbe quando sedeva fra loro,
insegnando nel tempio, acciocché le Scritture dei profeti fossero
adempiute (Matt. XXVI, 56).
195
Se Giuda tradisce Gesù e ne riceve trenta sicli in pagamento, gli
è per adempiere ciò che fu detto dal profeta (Matt. XXVII, 9).
Emilio Bossi
Idem
Emilio Bossi
Idem
197
«Ci lusinghiamo di avere persuaso i nostri lettori di buona fede e
spogli d'ogni pregiudizio, che in verità Gesù Cristo non è mai
esistito. Quanto agli altri, è certo che non potranno più, oramai,
prendere alla leggera e rigettare senza manco discuterla l'ipote-
si della non esistenza di Cristo; in loro confronto ci basta que-
sto, di costringerli a dubitare della propria fede; poiché il dubbio
è il principio della sapienza, l'origine delle scoperte e il punto di
partenza di ogni progresso.»
Emilio Bossi
Idem
198
Gaetano Salvemini
199
«Il clericale domanda la libertà per sé in nome del principio libe-
rale, salvo a sopprimerla negli altri, non appena gli sia possibile,
in nome del principio clericale.»
Gaetano Salvemini
Memorie di un fuoriuscito
Gaetano Salvemini
dalla lettera a F. L. Ferrari, agosto 1930
«...non darei mai il mio voto a leggi anticlericali (cioè che limi-
tassero i diritti politici del clero cattolico o vietassero l'apostolato
cattolico); ma se avrò un solo momento di vita nell'Italia liberata
dai Goti, quell'ultimo momento di vita voglio dedicarlo, come in-
dividuo libero, alla lotta contro la fede cattolica.»
Gaetano Salvemini
Idem
200
«Se morirò avendo distrutto nel cuore di un solo italiano la fede
nella Chiesa cattolica, se avrò educato un solo italiano a vedere
nella Chiesa cattolica la pervertitrice sistematica della dignità
umana, non sarò vissuto invano.»
Gaetano Salvemini
Idem
201
Bibliografia essenziale
202
Claude-Adrien Helvétius, Dello Spirito
Claude-Adrien Helvétius, Dell’ Uomo
Christopher Hitchens, Dio non è grande: Come la religione avvelena ogni cosa
Christopher Hitchens, La posizione della missionaria
Carl Gustav Jung, Risposta a Giobbe
Felix Le Dantec, L'athéisme
Eugenio Lecaldano, Un etica senza Dio
Jean Meslier, Il testamento
John Stuart Mill, Saggio sulla libertà
John Stuart Mill, Saggi sulla religione
George Minois, L’ incredibile storia del trattato dei tre profeti impostori
Friedrich Nietzsche, l’ Anticristo
Friedrich Nietzsche, Umano, troppo umano
Friedrich Nietzsche, Aurora
Friedrich Nietzsche, Al di la del bene e del male
Friedrich Nietzsche, La gaia scienza
203
Bertrand Russell, Perché non sono cristiano
Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione
Emanuele Severino, Pensieri sul cristianesimo
Emanuele Severino, A Cesare e a Dio
Emanuele Severino, Nascere e altri problemi della coscienza religiosa
Emanuele Severino, La buona fede
Emanuele Severino, Storia della filosofia
Baruch Spinoza, Etica
Baruch Spinoza, Trattato teologico politico
David Friedrich Strauss, Vita di Gesù
Lorenzo Valla, La falsa donazione di Costantino
Voltaire, Dizionario filosofico
NDA:
La bibliografia può risultare poco precisa poiché la quasi totalità del libri refe-
renziati è in formato digitale, pertanto il numero pagina e a volte anche
l’ edizione può non essere disponibile.
204
Indice
PREFAZIONE ...................................................................................................... 5
L’importanza dell’indagine storica su Gesù ......................................................... 9
L’esigenza della costruzione di una morale non religiosa ...................................11
Le ragioni di una critica al cristianesimo ............................................................13
II .......................................................................................................................15
Il delinearsi del pensiero miscredente nell’età moderna e contemporanea........16
II .......................................................................................................................21
La ricerca storica su Gesù ..................................................................................23
LA BIBBIA – ANTICO TESTAMENTO .......................................................................25
PONTEFICI .........................................................................................................51
IL PENSIERO FILOSOFICO.......................................................................................66
Michel de Montaigne........................................................................................67
Giordano Bruno ................................................................................................69
Thomas Hobbes ................................................................................................72
Baruch Spinoza .................................................................................................75
Pierre Bayle ......................................................................................................79
Hermann Samuel Reimarus ...............................................................................81
Jean Meslier .....................................................................................................86
Voltaire ............................................................................................................94
Denis Diderot.................................................................................................. 101
Helvetius ........................................................................................................ 105
Paul Henri Thiry d'Holbach .............................................................................. 108
David Hume .................................................................................................... 114
Immanuel Kant ............................................................................................... 119
205
Arthur Schopenhauer ..................................................................................... 123
Thomas Paine ................................................................................................. 130
David Friedrich Strauss ................................................................................... 132
Bruno Bauer ................................................................................................... 135
Friedrich Nietzsche ......................................................................................... 137
Ludwig Feuerbach .......................................................................................... 146
Felix Le Dantec ............................................................................................... 151
Giuseppe Rensi............................................................................................... 154
John Stuart Mill .............................................................................................. 157
Robert G. Ingersoll.......................................................................................... 163
Charles Darwin ............................................................................................... 166
Sigmund Freud ............................................................................................... 168
GLI STORICI .................................................................................................... 175
Lorenzo Valla.................................................................................................. 176
Francesco Guicciardini .................................................................................... 179
Ferdinand Gregorovius ................................................................................... 184
Ernest Renan .................................................................................................. 186
Emilio Bossi .................................................................................................... 189
Gaetano Salvemini.......................................................................................... 199
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE ................................................................................. 202
206
207