La genetica classica
Di cosa parleremo
I primi studi sulla trasmissione dei caratteri ereditari, indicati
attualmente col nome di “genetica”, iniziarono nella seconda metà del
XIX secolo con il lavoro di Mendel, il cui merito più grande fu quello di
applicare alle proprie ricerche sperimentali gli strumenti della statistica,
giungendo a conclusioni corrette sui meccanismi di trasmissione dei
caratteri. Per molti anni sono proseguite le ricerche in questo settore, a
cui sono stati apportati contributi significativi da molti altri studiosi. Uno
dei punti di svolta è stata l’attribuzione di una realtà fisica ai “fattori” di
Mendel: ciò ha portato alla nascita dell’odierna teoria cromosomica
dell’ereditarietà.
1) Le leggi di Mendel
Verso la metà dell’Ottocento Gregor Johan Mendel, monaco e biologo
ceco-austriaco, avviò una serie di esperimenti sugli incroci di piante,
utilizzando come “laboratorio” il giardino della sua abbazia. Per condurre
questi esperimenti egli scelse le piante di pisello, che offrivano il
vantaggio di essere economiche e facilmente reperibili, di crescere
rapidamente, ma soprattutto di possedere una serie di caratteri ben
distinguibili, che si tramandano inalterati da una generazione a quella
successiva. In queste piante, infatti, le strutture riproduttive restano
sempre racchiuse nei petali del fiore e quindi normalmente la pianta si
autoimpollina.
Nella prima generazione filiale F1 tutti gli individui ereditano uno dei
fattori dalla madre e l’altro dal padre, per poi manifestare, tra i due, il
carattere dominante. Tuttavia, ciascuno di essi possiede, mascherato,
anche il carattere recessivo, ragion per cui quando i due fattori si
separano all’atto della formazione dei gameti, ricombinandosi a caso
nella generazione successiva, originano individui in cui possono
ricomparire i caratteri recessivi, come illustrato in fig. 1. Il quadrato
riportato in figura è il cosiddetto quadrato di Punnett, che permette di
visualizzare facilmente le possibili combinazioni di caratteri.
Incrociando linee pure di piante dai semi gialli e lisci (GGRR) con linee
pure di piante dai semi verdi e rugosi (ggrr), nella prima generazione
filiale si riscontrava nuovamente l’uniformità degli ibridi, ottenendo tutte
piante con semi gialli e lisci, cioè con fenotipo dominante.
Al contrario un maschio possiede un solo allele per il colore degli occhi sul
cromosoma X, cosicché se eredita l’allele “occhi bianchi” manifesta
questo carattere. Ulteriori prove confermarono tale ipotesi, evidenziando
anche una minore sopravvivenza dei moscerini con occhi bianchi rispetto
a quelli con occhi rossi, segno che questo gene influenza anche altre
caratteristiche.