Sei sulla pagina 1di 23

La teoria del prezzo di apertura e l'apporto di Michele Maggi 15/11/2007

- Salvo Bellomia (salvobellomia@virgilio.it)

Da molteplici studi sulla teoria del prezzo di apertura da me svolti e poi riportati in Easy Language
da Corrado Bravato sono risultati diversi esiti. Tra i più importanti trading system voglio citare la
CB_20%_DAX che opera sullo stesso in intraday.

Questa strategia nasce da studi condotti sulla teoria del prezzo di apertura di Larry Pesavento, ma
soprattutto dallo sviluppo di essa attuato da Michele Maggi.

Partiamo dal principio del prezzo di apertura, che stabilisce che il prezzo di apertura sarà molto
vicino al massimo o al minimo della giornata cui si riferisce nel 70% delle barre di giornata.
Volendo precisare, possiamo dire che considerando un range medio, il prezzo di apertura ricadrà
entro una banda di oscillazione del 20% dal massimo o dal minimo di giornata. Come asseriva
Michele Maggi, questo concetto libera da ogni consederazione di dei dati storici, mettendo a diretto
contatto colui che trada con l'immediato e reale andamento del giorno, e libera anche dal dover
considerare nelle proprie scelte di ingresso sul mercato la chiusura del giorno precedente, il gap di
apertura rispetto alla chiusura del giorno prima, e quant'altro possa influenzare una decisione
d'ingresso sul mercato.

Il prezzo d'apertura è l'ago della bilancia della giornata, e il punto da cui parte un andamento, e se
dopo n barre, viene rispettata la distanza dallo stesso, definendo un massimo o un minimo, il
disegno della barra giornaliero diventa più chiaro. Chiaramente non si tratta una regola fissa, e
nondimeno la sua efficacia è immediatamente riconoscibile sul grafico. Consideriamo un grafico a
barre con un time frame a 15 minuti e applichiamo lo ShowMe 20% realizzato seguendo questa
logica, ed avremo quanto segue:
Il pallino rosso indica che in quella barra la distanza tra l'apertura e il massimo rispetta le condizioni
di una barra short, viceversa le barre con il pallino blu indicano l'esatto contrario. Come possiamo
osservare, la condizione è verificata in ben oltre il 70% delle barre della giornata.

Questo può diventare un ottimo strumento per trade veloci nel momento in cui aggiungiamo un
altro grafico a 5 minuti dello stesso Dax, appliccandovi lo stesso SowMe_20% . In questo modo si
possono osservare i ritracciamenti sulla barra a 15 minuti, quindi, ove si fosse entrati sul mercato,
ciò aiuterebbe a ridurre lo stop, trasformandolo di fatto in un trailing profit, o addirittura a seguire
un trend più lungo della durata di più barre a 15 minuti. Lo stop loss solitamente si può mettere a 5
o 7 punti sopra il massimo della barra a 15 minuti, abbassandolo man mano che il prezzo disegna il
corpo della barra stessa oltre il prezzo di apertura. In caso contrario ridurre lo stop a fronte di
rintracciamenti delle barre a 5 minuti riduce sicuramente le perdite.

Michele Maggi in un suo lavoro è riuscito a far sì che facendo girare i dati sul Excel si riesca ad
identificare le barre short e long della giornata. Da ciò abbiamo derivato un trading system che
abbiamo chiamato CB_20%. Esso presenta una caratteristica particolare, e cioè, non tutti i giorni
ma solo quando la condizione del 20% è verificata, resta poco sul mercato ed entra alle ore 09.00.
Se entro le 09.30 non ci dà segnale d'ingresso, non se ne avranno per tutto il giorno.

Siamo passati da trade stretti a trade di largo respiro. Una sola operazione al giorno e non tutti i
giorni, con una permanenza sul mercato di non più di un'ora. Quindi poco stress. La difficoltà
maggiore è stata per Corrado Bravato nel ricercare gli stop loss, il minfloor appropriati a tale
sistema, e non è stato per niente facile. Vediamo i risultati degli ultimi otto mesi di questo TS sul
DAX intraday:

Come si evince dal report, vengono rispettate le condizioni di base, e cioè un max intraday
drawdown contenuto, e un max consec. Loser basso. Ma non basta.
Possiamo infatti notare come con un ratio dell'1,54% si ha un adjusted profit factor del 2,19%,
considerando che i trade totali di periodo sono contenuti. Inoltre:

Questo è il risultato dello studio di efficienza dei segnali d'ingresso, delle uscite, con una media di
efficienza totale del 15,85%. L'equity è la seguente:
Grazie allo studio esemplificato su Excel condotto da Michele Maggi e alla sua idea di totale libertà
abbiamo dimostrato, con i dovuti sviluppi, come sia possibile applicare lo stesso concetto utilizzato
su trade stretti, attraverso lo ShowMe (in qualsiasi momento della giornata ci si può sedere davanti
ad un monitor e iniziare ad operare) facendo scalping, e nello stesso tempo trovando efficacia su
trade di largo respiro e di poco impegno e stress con il trading system CB_20%, anche se non
indifferente è stato lo sforzo di Corrado Bravato nell'adattare gli stop loss appropriati rispettando la
sua personale avversione alla presenza di input ottimizzabili. La strategia quella è e quella deve
restare: se va in drawdown, finisce.

Lo studio e lo sviluppo non finiscono qui. Infatti queste considerazioni ci hanno dato lo spunto per
sviluppare la ricerca di pattern che operano per fascia oraria, cioè pattern che si verificano ad una
certa ora della giornata. Per esmpio la Cb_20% opera alle 09.00, la CB_1100_DAX ma può dare un
segnale subito dopo le 11.00, mentre la CB_1500_Dax genera un segnale long entro le 15.05,
altrimenti avremo un segnale short alle 15.35. Sempre se si verificano le condizioni d'ingresso con
una operatività non per forza giornaliera, che grazie ai filtri evita al massimo i falsi segnali.

Sempre da Michele Maggi parte lo spunto per lo sviluppo di trading system basati sulla teoria del
ritracciamento, che trova fondamento sul rapporto tra prezzo di apertura, massimo relativo su base
oraria, minimo relativo su base oraria, e conseguente ritracciamento. Operando con due contratti, le
uscite sono di un contratto a target e uno a profit.

Tutti gli articoli di Salvo Bellomia (salvobellomia@virgilio.it)


Una semplice tecnica intraday per operare sul gap d'apertura 29/10/2006

- Bruno Moltrasio

Magari non avrò inventato niente di nuovo, ma questa è una tecnica intraday che uso abitualmente sul gap
d'apertura e mi va di spendere un po' del mio tempo per mostrarvela.

Oltretutto è molto semplice, anche se poi ne esistono varianti sofisticate per risparmiare qualche tick di stop e
riuscire ad essere particolarmente aggressivi sul mercato.

Nella veste ufficiale la tecnica prevede, dopo una apertura in gap down, di attendere la prima barra a 5 minuti
(15 se volete essere meno aggressivi) e fissare i livelli di ingresso e di stop loss rispettivamente un paio di tick
sopra il massimo e sotto il minimo della barra predetta.

Ovviamente, per il gap up vale la regola opposta: short sotto il minimo della prima barra a 5 minuti; stop loss
sopra il massimo della medesima barra.

Semplice no?!

Ecco un recente esempio su Banca Lombarda.

Il 23 ottobre BL apre a 16.55 con un ampio gap down rispetto ai livelli del giorno precedente. Prima barra a 5
minuti: minimo 16.46 – massimo 16.66

Si entra a 16.68 con stop 16.43. Nel caso di specie, personalmente, lo stop è troppo ampio e uso alcune
varianti molto più aggressive, ma nulla vieta di limitare il numero di pezzi con cui entrare sul mercato, per
riportare il livello di stop entro il rischio massimo accettabile per ogni operazione. Nel senso che se il mio rischio
massimo corrisponde a 250 euro, con 25 tick di stop potrò acquistare 1.000 pezzi. Se il mio risk management
mi consente invece una perdita massima di 125 euro sarà sufficiente dimezzare il numero di pezzi per far
quadrare i conti (500 pezzi per 25 tick di stop = 125 euro di perdita massima)

Torniamo al grafico e vediamo come si presentava Banca Lombarda dopo i primi 5 minuti di contrattazione

Come possiamo vedere, il livello di entry long è rappresentato dalla linea tratteggiata verde, mentre in rosso –
sotto il minimo della barra – è evidenziato il livello di stop loss.

Vediamo l'evoluzione dei prezzi.


La seconda barra a 5 minuti ha bucato di un solo tick quella precedente e la tecnica di entrare almeno un paio
di tick sopra il massimo della barra di setup (e non immediatamente alla violazione, cioè per dirla terra terra, un
tick sopra) questa volta ha risparmiato una notevole dose di stress, in quanto come vediamo dal grafico, il trade
è entrato sulla tredicesima barra, ovvero un'ora dopo la barra di setup.

Il target, in questo caso rapidamente raggiunto (ma non è sempre così, ovviamente) è sulla chiusura del gap a
16.98.
Nel grafico che precede possiamo anche vedere un'ipotesi di gestione della posizione in trailing stop (linea rossa
tratteggiata) da posizionarsi sugli swing low.

Sopra la chiusura del gap – come certamente molti di voi sanno – abbiamo un'altra tecnica di entrata: l'OOPS di
Larry Williams. Ma questo è un altro film.

Buon trading.
La preapertura e l'imbalance 08/01/2006

- Claudio Baldi

La conoscenza del dato fornito dall'imbalance consente di operare in preapertura partendo da una posizione
nettamente avvantaggiata rispetto a chi non possiede questo strumento eccezionale. L'imbalance ci dice
quante azioni rimangono ineseguite al prezzo di apertura. Vediamo un esempio:

Molto spesso nei titoli maggiormente trattati della Borsa di Milano le proposte in acquisto e in vendita si
sovrappongono in maniera tale da non consentire di vedere il prezzo di apertura in uno dei livelli del book.
Nell'esempio della figura 1, ENI apre a 23,22 che, appunto, non è visibile all'interno del book.

In una situazione di questo tipo, su che basi apriamo una posizione nella fase di preapertura? L'unico dato a
disposizione è la distanza tra il prezzo di apertura e quello di chiusura della giornata precedente. Se il
titolo apre molto lontano dalla chiusura, è verosimile supporre che il prezzo torni a battere in prossimità del
prezzo di chiusura, o che almeno si muova in quella direzione a inizio seduta. In questo caso, il titolo apre in
territorio negativo: possiamo andare long aprendo una posizione a 23,22 pensando che il prezzo possa, almeno
inizialmente, muoversi al rialzo, cioè verso 23,30 che è il prezzo di chiusura dell'ultima seduta. Ciò sarà più
probabile se anche l'indice al quale ENI appartiene apre positivamente: il titolo tenderà a muoversi verso
l'indice, cioè al rialzo.

L'imbalance ci aiuta a decidere se entrare nel mercato. L'imbalance (figura 1) ci dice che ci saranno 120.000
azioni al prezzo di apertura. In altre parole, sappiamo che sul primo livello in acquisto (imbalance positivo) ci
saranno 120.000 pezzi, ossia quelli ineseguiti al prezzo di apertura.

Come dobbiamo comportarci? Un imbalance positivo di notevoli dimensioni fornisce un valido supporto
alla discesa del prezzo. Prima che il valore del titolo scenda oltre la quotazione di apertura dovranno essere
vendute ben 120.000 azioni. Se questo numero è sufficientemente grande rispetto allo scambio medio del titolo
in questione, cioè al numero di azioni che passano di mano a ogni contrattazione, abbiamo la garanzia che,
male che vada, potremo chiudere il trade in pareggio. Se, infatti, dopo avere aperto la posizione a 23,22, il
titolo non dovesse battere mai neppure un tick più in alto, il numero di azioni presente al prezzo di apertura ci
consentirebbe di avere un po' di tempo (pochi secondi o qualche minuto a seconda del titolo) prima che
vengano eseguiti tutti i pezzi. Ciò ci consentirebbe di limitare i danni e pagare soltanto le commissioni.

Questo è il grande vantaggio che ci fornisce l'imbalance: si riescono a fare delle operazioni in cui l'alternativa al
guadagno è la chiusura in pareggio, cosa che evidentemente non si riesce a fare a mercato aperto. Seguendo
poche semplici regole è possibile limitare al massimo il rischio.

La differenza tra il book della figura 1 e il successivo (figura 2) è evidente:


Senza il dato fornito dall'imbalance non esiste nessuna garanzia che andare long a 23,22, che in teoria è un
buon prezzo di acquisto, sia una buona occasione di trading. Infatti, il book al momento della validazione
potrebbe, ad esempio, presentarsi con il seguente aspetto:

Aprire una posizione long basandosi esclusivamente sulla distanza tra il prezzo di apertura e quello di chiusura
della giornata precedente ci avrebbe messo in una situazione estremamente sfavorevole. Grazie all'imbalance
questo trade non sarebbe stato aperto. Infatti l'imbalance ci avrebbe segnalato che ci sarebbero state 150.000
azioni sul primo livello in vendita (imbalance negativo e rosso) al prezzo di apertura.

Come accennato in precedenza, per sapere se un imbalance è grande o piccolo è necessario fare riferimento
allo scambio medio del titolo, cioè al numero di azioni che passano di mano a ogni contrattazione. Ne consegue
che l'imbalance assume significati diversi a seconda del titolo preso in considerazione. Un imbalance che
può essere grande per un titolo può non esserlo per un altro.

Quindi, anche per operare in preapertura, è necessario conoscere a fondo i titoli sui quali si ha intenzione di
entrare. Niente deve essere lasciato al caso. Bisogna sfruttare tutti i mezzi a disposizione e l'imbalance è un
dato da cui non si può prescindere per tradare in questa fase della giornata.

Durante i corsi organizzati da Intesatrade e da me tenuti con cadenza mensile, vengono illustrati nei minimi
dettagli tutti gli aspetti più importanti per operare in maniera vincente in preapertura e viene approfondita la
conoscenza dell'imbalance. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi direttamente a IntesaTrade.

Vediamo ora un caso reale registrato il 18 novembre scorso. I dati sono riportati fedelmente.

San Paolo chiude la fase di preapertura a 12,55 (+1,21% rispetto all'ultima chiusura che è stata a 12,40) con
un imbalance negativo di -218.475. Il prezzo di apertura non si vede nel book.
Come bisogna ragionare? 218.475 pezzi sono da considerarsi una quantità grande rispetto allo scambio medio
di San Paolo? La risposta è ovviamente positiva. Ciò vuol dire che prima che il titolo possa battere 12,56, cioè
un tick sopra il prezzo di apertura, dovranno essere comprate 218.475 azioni. Anche se la spinta al rialzo
dovesse essere molto forte, c'è da pensare che qualche azione in vendita possa passare, se non altro di
qualcuno che vuole prendere profitto dato il rialzo rispetto alla chiusura del giorno precedente.

Quindi si va short contando su una valida resistenza presente al prezzo di apertura, prezzo al quale è stata
aperta la posizione.

Alla validazione (è il book con il quale inizieranno le contrattazioni) si vede che il primo livello in vendita
(proprio il valore dell'imbalance) è sproporzionato rispetto a quelli in acquisto.

Si tenta di approfittare di questa situazione per guadagnare qualche tick nei primi secondi di contrattazione,
cosa che in effetti avviene.

Grazie alla forte spinta al ribasso il titolo si muove velocemente nei primi secondi di contrattazione verso il
basso. Il trade è chiuso dopo soli 3 secondi.

Opportunità in preapertura 09/12/2004

- Claudio Baldi

RealTick offre una caratteristica fondamentale per poter operare con successo nelle fasi di preapertura,
osservando con attenzione come si sta componendo il book prima che inizi la seduta di borsa vera e propria. Il
book è infatti un'entità dinamica e il fatto di osservarlo solo a mercati aperti può far perdere qualche buona
opportunità per effettuare velocissime operazioni di scalping a bassissimo rischio.

La preapertura è una fase delle contrattazioni che va dalle 8:00 alle 9:00. È caratterizzata dal fatto che le
proposte di acquisto e di vendita, anche se accettate dal mercato, non vengono immediatamente eseguite. Ogni
operatore decide di comprare o vendere a un prezzo limite o al meglio. Le proposte vanno a comporre il book di
negoziazione e quelle che si sovrappongono, dando luogo alla maggiore quantità di pezzi negoziabili allo stesso
prezzo, determineranno il prezzo di apertura. Osserviamo con attenzione il book seguente.
Gli ordini con lo zero nella colonna del prezzo indicano gli ordini al meglio che saranno certamente eseguiti nel
momento della validazione, alle 9:05. Le 287 azioni in acquisto al meglio soddisfano solo in parte quelle
presenti sul primo livello in lettera a 14,9. Tuttavia ci sono altri 350 pezzi con un prezzo superiore a 14,9 che
vanno a colpire anche parte dell'ordine presente al secondo livello del book a 14,92. In questo caso, il prezzo di
apertura sarà 14,92. Tutte le proposte eseguite avranno il prezzo di apertura, quindi anche le 350 a 15 euro e le
409 a 14,9.

In realtà, possiamo anche sapere quale aspetto avrà il book, almeno per i primi livelli, al momento dell'inizio
delle contrattazioni. Dalla parte del denaro il book è praticamente vuoto: 20 azioni a 14,9, 50 a14,88 e 100 a
14,83. Dalla parte della lettera invece la prima proposta sarà a 14,92, valore di apertura. Ciò e verificabile
anche dalla seguente watchlist di RealTick in cui la colonna Theo Open indica il valore teorico di apertura che si
aggiorna in continuazione fino allo scadere della preapertura.

Sulla watchlist cerchiamo buone occasioni per entrare nel mercato facendo riferimento alla colonna Theo Open.
Se questo prezzo si scosta molto dal prezzo della colonna denominata ultimo, significa che l'apertura sarà
distante dalla chiusura del giorno precedente, che è appunto l'ultimo prezzo battuto. Solitamente, in questi casi,
si creano delle buone opportunità. Può essere infatti che il titolo apra con un gap up o down o che il prezzo si
trovi sul minimo del giorno precedente dopo avere chiuso sul massimo o sul massimo dopo avere chiuso sul
minimo. Ci sono diverse teorie da applicare in queste situazioni, una delle quali dice che i gap vengono sempre
chiusi.

Con un time frame molto ridotto è possibile sfruttare nei primi momenti di contrattazione l'annullamento di
eventuali scompensi del prezzo dovuti a un'apertura anomala. Riferendoci al precedente book, potremo
sfruttare lo scarso volume presente in acquisto, almeno fino 14,83, per aprire una posizione short in
preapertura, come qualcuno ha fatto. È inoltre interessante notare come si possa sfruttare il fatto che molti tick
in denaro restano vuoti: c'è spazio per tentare qualche veloce operazione di scalping. Può darsi che aperture
molto lontane dalla chiusura del giorno precedente siano causate da qualche ordine al meglio molto grande che
non riesce a essere soddisfatto dalle prime proposte presenti nel book. Capita molto spesso che giornate con
particolari scadenze tecniche abbiano aperture sui generis caratterizzate da ampi gap. Anche su titoli molto
scambiati si possono osservare aperture con gap maggiori di 10 tick. L'occasione per iniziare positivamente la
giornata c'è sempre. Su un paniere di 40/50 titoli, da tenere sotto osservazione ogni mattina, si riuscirà sempre
a individuare almeno un'apertura anomala. L'importante è essere pazienti. Talvolta possono esserci aperture
assurde, sulla carta, molto lontane dalla chiusura del giorno precedente, dovute a qualche motivo inspiegabile.
È il momento di buttarsi a capofitto come un rapace sulla preda!

Questa particolare operatività è indipendente da ogni tipo di strategia di day o position trading: l'obiettivo è
infatti quello di sfruttare i primi movimenti della seduta per poi applicare liberamente la propria metodologia. Si
compra in preapertura per vendere, se possibile, sul primo scambio. È importante utilizzare una
piattaforma che non accodi gli ordini sul server. All'inizio delle contrattazioni dobbiamo poter andare a mercato
in meno di un secondo.

Molto spesso il primo scambio è di qualcuno che ha deciso di acquistare o di vendere a qualunque condizione e,
per questo, ha inserito un ordine automatico, magari la sera prima. In particolare sui titoli a media e bassa
capitalizzazione, capita molto spesso che i massimi e i minimi siano proprio il primo e il secondo scambio della
giornata. Dobbiamo essere in grado di sfruttare queste occasioni perché arrivare anche pochi secondi dopo può
essere fatale.

Alcuni programmi sono forniti di un dato molto utile per operare in preapertura: si tratta del cosiddetto
Imbalance, peraltro disponibile con RealTIck. Grazie a questo strumento è possibile conoscere la quantità di
azioni che saranno presenti nel book al livello di preapertura e se sono dalla parte della lettera o del denaro.
Questo è particolarmente importante nel caso il valore di apertura non fosse visibile nel book.

Il valore di Theo Open di Eni, verificabile nella precedente watchlist è 18,01. il numero riportato nella colonna
Imbalance ci dice che all'apertura saranno presenti nel book dalla parte del denaro 2.604 azioni, infatti
l'Imbalance è positivo (colorato di verde). Se la cifra fosse stata negativa, le azioni si sarebbero trovate dalla
parte della lettera. Questo dato è molto importante nel caso in cui volessimo aprire una posizione su un prezzo
non visibile nel book. Se verifichiamo grazie all'Imbalance che la quantità presente al primo livello del book è
molto maggiore sia rispetto alla quantità che abbiamo intenzione di acquistare sia allo scambio medio del titolo
preso in considerazione, sappiamo di avere la possibilità di poter quantomeno chiudere la posizione in pareggio,
nel caso la direzione non fosse quella prevista.

È possibile applicare questa metodologia anche all'asta di chiusura che ha un funzionamento del tutto
analogo alla preapertura. Si tratta di aprire una posizione durante l'asta di chiusura per chiuderla nel momento
della validazione della preapertura o, al massimo, nei primi minuti di contrattazione della seduta successiva.

Il rapporto rischio/rendimento nei gap in apertura 05/06/2005

- Claudio Baldi

Nell'articolo di Claudio Baldi Come operare sul grande gap in apertura non mi è ben chiaro il
seguente concetto: "Il rischio è molto limitato perché lo stop loss va posizionato immediatamente al
di sotto del supporto o al di sopra della resistenza, che sono il massimo della barra ad ampio range e
l'apertura."
Vi sarei grato se me lo chiariste.
Grazie in anticipo e complimenti per i vostri ottimi articoli.

G.G – Parma
Un piccolo o grande gap seguente una barra ad ampio range permette, in determinate condizioni, di operare
limitando al massimo il rischio. Infatti, a fronte di movimenti di prezzo cospicui, lo stop loss va posizionato
vicinissimo al punto di entrata. Ciò consente di tenere sotto controllo le perdite e di lasciar correre i profitti.
Approfondiamo l'argomento stop loss, facendo riferimento ai movimenti descritti nei precedenti articoli, in cui
veniva spiegata la metodologia di intervento.

L'apertura fa segnare un gap nel punto A. Ciò che cerchiamo è un rimbalzo sul massimo della barra ad ampio
range. All'inizio della contrattazioni, il prezzo inizia a scendere: alcuni operatori che hanno aperto una posizione
il giorno precedente prendono profitto. Ma questo ribasso dura pochi minuti. I compratori riprendono in mano la
situazione. Se il prezzo interrompe la sua discesa proprio sul massimo del giorno precedente e inizia a salire,
significa che la forza rialzista è ancora molto decisa. L'entrata va fatta sul rimbalzo (punto B) o al breakout del
valore di apertura (punto C), che fino a quel momento è il massimo della giornata.

Analizziamo nel dettaglio i punti fondamentali che rendono l'entrata nel mercato in questa situazione molto
vantaggiosa, cioè con un rapporto rischio/rendimento nettamente a nostro favore.

1) La barra ad ampio range è molto significativa anche presa separatamente dal contesto. La forza dei
compratori ha fatto alzare il prezzo in modo considerevole. L'apertura sul minimo e la chiusura sul massimo o in
prossimità di questi valori non lascia alcun dubbio su chi sia il padrone del mercato. Chi non ha potuto sfruttare
questo movimento, perché l'ha visto soltanto a seduta terminata, non vuole perdersi l'occasione favorevole nel
caso il rialzo continui anche nei giorni successivi. Gli operatori cercano di entrare nel mercato prima che sia
troppo tardi. Molti ordini vengono inseriti alla sera o in fase di preapertura per avere la certezza di entrare nel
mercato. Tutto ciò provoca il gap.

2) Tuttavia entrare long in apertura non è una buona tecnica. Non abbiamo la certezza che il rialzo prosegua.

3) Invece se il movimento della figura si completa, risulta evidente ciò che sta per accadere. I compratori
riprendono in mano la situazione.

4) L'entrata nel punto A può essere fatta in due modi: ci posizioniamo nel book uno o due tick sopra il massimo
della barra ad ampio range o aspettiamo che l'inversione abbia luogo. Una volta constatato che il supporto sul
massimo ha tenuto entriamo con decisione. Il problema, in questa seconda ipotesi, potrebbe nascere nel caso
in cui il rimbalzo (dal punto B al punto C) fosse troppo veloce e non ci desse il tempo di intervenire.
5) Perché il rapporto rischio/rendimento è molto favorevole? Il presupposto del pattern è la tenuta del massimo
della barra ad ampio range, che fa da supporto all'inversione intraday. Se questo supporto viene rotto, il setup
si annulla. Non c'è alcuna ragione per rimanere long. Per questo motivo, lo stop loss va messo un tick sotto il
supporto. Quindi il rischio è molto basso. Al contrario, il possibile guadagno è molto maggiore perché il rialzo
non è altro che la prosecuzione del deciso movimento del giorno precedente.

Si capisce l'importanza della barra ad ampio range. Se il gap si formasse, ad esempio, dopo un piccolo doji o
una barra negativa molto corta, non potremmo contare sul consistente rialzo successivo che invece è molto più
probabile in queste condizioni, essendo già iniziato dall'apertura del giorno precedente.

Osservando il grafico a tre minuti del titolo Autostrade, possiamo individuare in modo preciso i punti di entrata
e di uscita.

La tenuta del supporto a 20,90 è la condizione essenziale per prendere posizione. Entriamo a 20,91 con stop
loss a 20,89. Le potenzialità di rialzo sono di numerosi tick a fronte di solo due di perdita. Naturalmente se non
siamo riusciti a entrare sul rimbalzo, lo possiamo fare sulla rottura del valore di apertura a 20,97.

Anche nel caso di grande gap, il rapporto rischio/rendimento è molto favorevole. Vediamo un caso verificatosi
sul titolo Generali.
Il movimento che cerchiamo è ribassista perché il grande gap ha fatto fare molta strada al prezzo a mercato
chiuso. È molto probabile che molti di coloro che hanno aperto la posizione nella giornata precedente prendano
profitto già dalle prime fasi della seduta, sfruttando il prezzo molto distante rispetto all'ultima chiusura. Anche
coloro che vogliono aprire una posizione short tenteranno di farlo il più presto possibile. Il movimento ribassista
si autoalimenta: tutti gli operatori sembrano essere concordi nel ritenere che il valore del titolo sia destinato a
scendere.

Anche in questo caso il setup si annulla al superamento della resistenza che si trova sul massimo della prima
barra. Lo stop loss va posizionato un tick oltre questo valore. I movimenti successivi confermano la prima
impressione, cioè che il rialzo non avrà luogo. La quinta barra fa segnare un doppio massimo. Ciò significa che
la resistenza ha tenuto e che entrare al ribasso è corretto. Lo stop loss resta molto stretto rispetto al primo
obiettivo di prezzo che si trova sul massimo della barra ad ampio range, cioè alla chiusura del gap che avviene
soltanto due ore dopo.

Come operare sul grande gap in apertura 22/03/2005

- Claudio Baldi

Dopo avere analizzato in un articolo precedente il caso del piccolo gap in apertura, vediamo quello relativo a
un'apertura con grande gap. La distanza tra il massimo dell'ultima barra ad ampio range e l'apertura è molto
grande rispetto al range medio delle ultime barre.

Se il titolo continua il trend al rialzo, pur avendo aperto molto lontano dal massimo del giorno precedente, sarà
molto difficile entrare. Non abbiamo punti di riferimento, a meno che un leggero ribasso ci permetta di entrare
sul breakout del valore di apertura. Tuttavia, quando si verifica, questo movimento è in genere molto repentino
e difficile da cogliere.
Molto più interessante risulta invece il movimento al ribasso che segue l'apertura. Un grande gap porta alla
formazione di una situazione anomala in cui il titolo si trova all'improvviso molto lontano dall'ultimo prezzo
battuto. Per questo motivo molti operatori sono indotti a chiudere le loro posizioni per portare a casa un
guadagno relativamente facile. Analogamente ci saranno altre persone che tenteranno di sfruttare questa
apertura per operare short intraday contando sulla chiusura del gap. Il movimento al ribasso dal valore di
apertura, in questo modo, si autoalimenta. Chi ha aperto una posizione al rialzo il giorno precedente e vede
assottigliarsi progressivamente il proprio gain liquiderà e chi vedrà che il movimento intraday è veramente
indirizzato verso la chiusura del gap aprirà delle posizioni short. Il movimento sarà perciò di questo tipo.
Nell'area cerchiata è individuato il primo stop profit per chi ha aperto una posizione al ribasso. Esso sarà posto
sul massimo del giorno precedente. Vediamo un caso reale sul titolo Generali.
L'apertura si trova a 17 tick dal massimo del giorno precedente. Lo possiamo perciò considerare un grande gap.
Come si vede dal grafico, il gap viene colmato in circa due ore con un costante movimento ribassista. Una volta
che risulta chiaro che il prezzo non è destinato a salire si deve decidere di aprire una posizione short in
previsione della chiusura del gap ponendosi come obiettivo minimo il raggiungimento del massimo della seduta
precedente. Ecco come si presenta il grafico daily delle giornate in questione.

È possibile anche basarsi sul book se si riscontra che, al momento dell'apertura, il denaro è particolarmente
scarico rispetto alla lettera. Ciò confermerebbe che il movimento più probabile è quello al ribasso.

I casi relativi al piccolo e grande gap che seguono una barra ad ampio range non sono ovviamente molto
frequenti ma quando si verificano sono molto affidabili. Il rapporto rischio/rendimento è nettamente a favore di
chi opera. A fronte di pochi tick di perdita si può cogliere un deciso movimento che può proseguire anche oltre
la giornata in corso. È possibile infatti tenere la posizione aperta overnight contando sulla prosecuzione del
deciso e ben direzionato movimento intraday. Il rischio è molto limitato perché lo stop loss va posizionato
immediatamente al di sotto del supporto o al di sopra della resistenza, che sono il massimo della barra ad
ampio range e l'apertura.

Come operare sul piccolo gap in apertura 22/03/2005

- Claudio Baldi

È possibile operare in maniera molto proficua sfruttando i gap che si formano in apertura di seduta. Esistono
vari tipi di gap, a seconda della relazione con la barra o le barre dei giorni precedenti e la distanza che li separa
dall'ultimo massimo/minimo. Facendo riferimento a un trend positivo (per quello negativo è sufficiente
capovolgere la figura), hanno particolare rilevanza i gap che seguono una barra ad ampio range con chiusura
estrema, cioè una situazione di mercato in cui la spinta al rialzo è stata molto forte. In relazione alla distanza
tra l'apertura e il massimo del giorno precedente è possibile distinguere due casi significativi: apertura con
piccolo gap e apertura con grande gap.
La barra del giorno precedente, ad ampio range, deve avere un'estensione molto maggiore rispetto alla media
di quelle degli ultimi giorni e presentare l'apertura sul minimo e la chiusura sul massimo o in prossimità di essi.
Deve essere chiara la spinta al rialzo. Analizziamo il caso del piccolo gap, rimandando a un articolo successivo
lo studio relativo al grande gap. È possibile intervenire se si verificano alcuni movimenti tipici che ci consentono
di entrare nel mercato con una certa sicurezza.

È sempre importante avere dei punti di riferimento per aprire una posizione. In questo caso, sono l'apertura e il
massimo, rappresentati dalle linee tratteggiate.

Se il prezzo inizia subito a salire, senza dare segnali di incertezza, è molto difficile entrare, poiché nessuno dei
nostri punti sarà attraversato dal movimento dei prezzi.
Molto più interessante è il caso in cui il prezzo prima scende e poi rimbalza per proseguire al rialzo per il resto
della giornata, confermando il movimento iniziato nella seduta precedente.

Esistono due punti sui quali intervenire: se vediamo che il primo movimento al ribasso inizia a rallentare in
prossimità del massimo precedente, che altro non è che un supporto, dobbiamo essere pronti a entrare nel caso
in cui il prezzo inverta la sua corsa. Possiamo farlo sia in prossimità del massimo sia, se non siamo stati
abbastanza pronti o coraggiosi, alla rottura dell'altro punto di riferimento che fa da resistenza, cioè l'apertura
della seduta corrente. In questo secondo caso, abbandoniamo ogni remora e entriamo con decisione perché il
quadro generale è molto evidente. L'ampio movimento compiuto dal titolo il giorno precedente, dopo una veloce
presa di profitto di qualche operatore, è destinato a continuare anche nella seduta in corso.

È anche possibile che il breve movimento al ribasso sia preceduto da un altro movimento, altrettanto breve, al
rialzo. Vediamo un caso reale verificatosi sul titolo Autostrade in apertura il giorno 17 gennaio.
Il titolo apre a 20,97 dopo avere chiuso a 20,9 in prossimità del massimo segnato a 20,91. Dopo un veloce
movimento al rialzo (il time frame è a 5 minuti), il prezzo scende rapidamente fino a chiudere il gap toccando
20,9. Un'entrata un tick sopra questo valore a 20,91 è facilmente realizzabile se già ci siamo posizionati nel
book nel momento in cui abbiamo notato la discesa del prezzo. Un'operatività di questo tipo prevede la tenuta
del supporto sul massimo o, al limite, poco più sotto sulla chiusura. Se il supporto non tiene, è necessario
liquidare velocemente la posizione, subendo una perdita comunque molto limitata. Il breakout al ribasso del
supporto è un segnale inequivocabile sul quale non bisogna avere tentennamenti. Se il supporto regge, si entra
al rialzo con decisione perché il movimento è molto marcato confermandosi come la continuazione del rialzo del
giorno precedente. Se non siamo riusciti a comprare in prossimità del supporto, lo possiamo fare sulla rottura
del valore di apertura. A quel punto non è più giustificabile avere alcun dubbio. Il rapporto rischio/rendimento è
nettamente a nostro favore: a fronte di due o tre tick di perdita, possiamo sfruttare un rialzo, in teoria, di
grande entità.

Per applicare questo metodo è necessario individuare i titoli che aprono formando un gap. Lo possiamo fare per
esempio mettendo un allarme sulla piattaforma di trading. Al momento dell'inizio delle contrattazioni seguiamo i
primi movimenti del prezzo per vedere se si formano le figure topiche che ci permettono di entrare in posizione.
È necessario sottolineare come il movimento al ribasso e il successivo rimbalzo devono avvenire entro la prima
mezz'ora o tre quarti d'ora della seduta. Abbiamo tutto il tempo per intervenire: il pattern si forma man mano e
deve risultare evidente che, una volta che il supporto sul massimo del giorno precedente ha tenuto, il titolo non
può fare altro che prendere la direzione rialzista.

Durante la giornata, il titolo ha proseguito con decisione il movimento positivo iniziato due giorni prima
chiudendo a 21,38 dopo avere raggiunto un massimo a 21,47 completando, tra l'altro, il Three White Soldiers,
pattern candlestick formato da tre candele ad ampio range consecutive al rialzo. È anche possibile prevedere
che la giornata successiva possa essere al ribasso, appunto in considerazione del fatto che fa seguito alle tre
candele ad ampio range positive consecutive che potrebbero invogliare a prendere profitto.
È evidente quindi che, grazie all'analisi tecnica, è possibile operare con successo su alcuni movimenti di facile
individuazione.

Potrebbero piacerti anche