Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
DE CARLO”
La Ferrari
Nel periodo di sviluppo delle fabbriche automobilistiche il governo italiano era sotto
la guida di Giovanni Giolitti. Nel 1903 prese le redini del governo affidatogli da
Vittorio Emanuele III e diede inizio all’età giolittiana caratterizzata dall’inserimento
delle masse nella vita politica italiana. Giolitti improntò la propria condotta politica al
realismo e affermò che il governo non doveva intervenire nelle vertenze fra sindacati
e imprenditori: reprimere gli scioperi avrebbe reso nemiche dello Stato le classi
lavoratrici, la maggioranza del paese. Inoltre cercò di ridurre l’altissimo tasso di
analfabetismo, riconoscendo nella scuola uno strumento fondamentale per la
«nazionalizzazione» dei cittadini e la fusione delle culture regionali.
Oltre a favorire lo sviluppo industriale, egli era consapevole della gravità della
«questione meridionale», Giolitti attuò una serie di provvedimenti economici a favore
del Mezzogiorno, come leggi speciali per favorire l’industrializzazione, che, però,
rimase affidata soprattutto all’iniziativa governativa. Proprio nel Mezzogiorno la
politica giolittiana mostrò i suoi punti deboli. Giolitti, infatti, che aveva nell’Italia
meridionale una delle basi del proprio potere, alimentò il sistema delle clientele,
duramente criticato da Gaetano Salvemini. Le difficili condizioni economiche
costringevano ogni anno 600 000 italiani a emigrare in America: l’emigrazione
presentava benefici effetti economici ma comportava la divisione delle famiglie e lo
spopolamento delle campagne. Grazie alla prudente linea politica, Giolitti riuscì a
superare senza danni anche i momenti di grave tensione sociale, come lo sciopero
generale del 1904. Inoltre, tentò di stabilire rapporti di collaborazione con i socialisti
riformisti, guidati da Filippo Turati, ma i massimalisti, sostenitori di un progetto
rivoluzionario, prevalsero sui riformisti. Nel 1912, per cercare di indebolire
l’opposizione delle sinistre alla guerra di Libia, scoppiata nel 1911 contro la Turchia
e conclusasi con la conquista della Libia, concesse il suffragio universale maschile:
l’estensione del diritto di voto, però, fece affluire molti voti a sinistra. Per bilanciare
questa situazione, Giolitti, alle elezioni tenute nel 1913, riuscì a ottenere, grazie al
Patto Gentiloni, che i cattolici votassero per i deputati della maggioranza. Il decreto
“Non expedit” di Pio IX, del 1874, infatti, aveva impedito sino ad allora che i
cattolici prendessero parte alla vita politica. Giolitti ottenne la maggioranza, ma la
base parlamentare del suo sistema si erose: condizionato dal sostegno dei cattolici,
attaccato dalla sinistra, Giolitti si dimise nel 1914. Alcuni intellettuali criticavano i
fondamenti ideologici della politica giolittiana, rifiutando il liberalismo e la
democrazia. Il nazionalismo e la guerra, celebrati da tali intellettuali (fra cui Gabriele
D’Annunzio e Filippo Marinetti), diventarono elementi fondamentali del programma
politico dei nazionalisti.
Plot
The novel starts abruptly, and from the very first sentences the reader is faced with
the vividly imagined reality of a “new world” set in a.f. 632 (a. d. 2540) – a. f. =
‘after Ford’; the Ford in question is the American Henry Ford, who introduced the
assembly-line in the car industry. After a terrible Nine Years’ War, a new world has
been created, where private property has been abolished and the State controls
everything. People, both intellectuals and labourers, are selected according to their
future role in society; generation and birth are not natural, but artificially produced in
hatcheries and conditioning centres, and from the time of their birth, people are
brainwashed into a happy state. Desires are relieved or satisfied as soon as they arise
by entertainment, copulation, ritual and by a synthetic drug, soma, which is also used
to solve any problems; as a result, nobody is dissatisfied. Not all the world, however,
follows these rules; in the ‘wild reservation’ in New Mexico people continue to live
naturally, children are born, grow up, have desires, fall in love, marry and die.
John is a ‘natural man’ who has the opportunity to leave his ‘wild’ country, a New
Mexican village, to come into ‘civilisation’. At first he is attracted by the new world,
but later on he, disgusted by almost everything he has seen in the Fordian society and,
overwrought by his mother’s death for soma abuse, causes a riot. Then calmed by
soma vapour and a “synthetic anti-
riot speech”, he is taken to the
office of Mustapha Mond, the
Resident Controller for Western
Europe and the villain of the book.
John and Mustapha discuss the
merits of civilisation and their first
concern is happiness and its price. The Savage defends the beauty of literature and
Shakespeare’s plays, which he happened to read in the reservation, while Mustapha
claims that every creative art and act must be sacrificed to the stability on which
happiness depends. Mustapha’s goal remains <<happiness>> while the Savage insists
on freedom, on the right to be unhappy, even with the ugliness, fear, and pain which
that right must entail. In the end John becomes a victim of scientific experiments and
finally commits suicide. His death symbolises Huxley’s deep pessimism as regards
the future of the western civilisation.
Brave New World is a revolt against the horrors of the imaginary world described by
Herbert G. Wells (1866-1946) in his novels A Modern Utopia (1905) and Men like
Gods (1923), which portray how the world may be in a thousand years’ time, if
progress is not checked in some way. Huxley’ s novel is an anti-utopia and a satire of
the Wellsian world; it represents the triumph of all that the writer feared and disliked,
that is, a world where mankind has been dehumanised and scientific progress has
advanced dramatically. The most important questions Brave New World is concerned
with are: the value of the individual in a highly organised society; whether people
really want to be happy, whether or not hardship and sacrifice are essentials of human
existence and what happens to human beings if utopias can be achieved. Huxley does
not offer clear solutions to all these issues, since he is not interested in raising doubts
about the desirability of any utopian solutions.
LETTERATURA ITALIANA: Gabriele D’annunzio
Il superomismo caratterizza i quattro romanzi pubblicati tra il 1894 e il 1910: Trionfo della
morte, Le vergini delle rocce, Il fuoco e Forse che sì forse che no. Nel romanzo la “Vergine
delle rocce” avviene una svolta, D'Annunzio non vuole più proporre un personaggio debole
e tormentato, ma un eroe forte e sicuro: Claudio Cantelmo. Il protagonista vuole portare a
compimento in sé l'ideal tipo latino e generare il superuomo, il futuro re di Roma.
Nonostante l'affermata sicurezza è possibile cogliere segni d'ambiguità: la decadenza e la
morte non sono state cancellate dagli interessi di D'Annunzio; nel romanzo sono rovesciate
di segno, stimolando l'ideologia superomistica. L'eroe ha raggiunto una tale maturità e
sicurezza che non teme più le forze disgregatrici. Per questo l'eroe va a cercare la donna
con cui generare il futuro superuomo in una famiglia della nobiltà borbonica, in piena
decadenza, che vive isolata in un'antica villa in sfacelo, con un ossessivo culto del passato,
devastata da malattia e follia. L'eroe cerca la compagna tra le 3 figlie del principe Montaga:
Violante, la maggiore, bella, altera, sensuale, Massimilla, pura e sensibile, ma in procinto di
prendere i voti, Anatolia, depositaria dei voti valori familiari che con abnegazione si occupa
della madre demente e del fratello. Alla fine la scelta cade su Anatolia, che non senza
rammarico rifiuterà la proposta di matrimonio per poter continuare ad assistere la vecchia
madre demente, il fratello psicolabile e il vecchio padre. Anatolia stessa, tuttavia, spinge
Claudio a prendere in considerazione, come futura consorte, sua sorella Violante, non solo
perché è la primogenita, ma anche perché degna del suo amore. Non ci è dato sapere se
Claudio, seguendo il suggerimento di Anatolia, sceglierà Violante, anche perché Qui finisce
il libro delle vergini e incomincia il libro della Grazia. Lo snodo della vicenda infatti,
avrebbe dovuto aver luogo nel secondo romanzo della trilogia progettata da D'Annunzio e
mai portata a compimento.
D’Annunzio progetta di affidare la summa della sua visione a sette libri di liriche dal titolo
Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi. Il primo volume, Maia (1903), è un lungo
poema pervaso dallo slancio vitalistico, dal desiderio di sperimentale ogni aspetto della
realtà, ivi compresa quella moderna e industriale, celebrata e trasfigurata nella sezione delle
<<città terribile>>. In questo volume ritroviamo l’inno alla macchina del poeta vate, il
quale esalta i valori moderni come la dinamicità, la velocità e la potenza. Dal punto di vista
formale, il poema presenta un tono enfatico e segna l’abbandono della metrica “barbara” a
favore del verso libero,adottato anche nelle Laudi successive. La retorica politica
caratterizza il secondo volume, Elettra (1904), che rievoca il glorioso passato italiano,
indicandolo come modello su cui costruire il presente e il futuro. Nel terzo libro, Alcyone
(1904),ad discorso ideologico si sostituisce il tema lirico della fusione panica e “dionisiaca”
con la natura, egli scrive di poesia pura. Per il suo linguaggio musicale e analogico l’opera
può essere considerata tra le principali manifestazioni della poetica simbolista-decadente in
Italia. I libri successivi, Merope (1912) e Asterope (postumo) sono dedicati rispettivamente
all’impresa di Libia e alla Prima guerra mondiale. Gli ultimi due volumi delle Laudi non
furono mai scritti.
Il Canto si apre con il proemio alla III Cantica, vi è una digressione riguardo la maggiore
importanza della materia trattata, dal momento che il poeta si accinge a descrivere il regno
santo come mai nessuno prima di lui aveva fatto e dovrà misurarsi con la difficoltà di
riferire cose difficili anche solo da ricordare. Ciò spiega anche perché Dante debba invocare
l'assistenza di Apollo oltre che delle Muse, chiedendo al dio pagano, personificazione
dell'ispirazione divina, di aiutarlo nell'ardua missione. Dopo l'ampia e complessa
descrizione astronomica che indica la stagione primaverile e l'ora del mezzogiorno, Dante
vede Beatrice fissare il sole e imita il suo gesto, sperimentando l'accresciuto acume dei suoi
sensi nell'Eden. I due hanno iniziato a salire verso la sfera del fuoco che divide il mondo
terreno dal Cielo della luna, anche se Dante non se n'è ancora reso conto e ha notato solo
l'aumento straordinario della luce: il poeta si sente trasumanar, diventare qualcosa di più
che un essere umano e non si sente in grado di descrivere questa sensazione. L'aumento
progressivo della luce e il dolce suono con cui ruotano le sfere celesti accendono in Dante il
desiderio di capirne la ragione e Beatrice è sollecita a spiegargli che i due stanno salendo
verso il Cielo, come un fulmine che cade dall'alto contro la sua natura; ciò naturalmente
suscita un nuovo dubbio nel poeta che si chiede come sia possibile per lui, dotato di un
corpo in carne e ossa, salire contro la legge di gravità, dubbio che sarà sciolto da Beatrice
con una complessa spiegazione che occupa l'ultima parte del Canto. La donna assume fin
dall'inizio l'atteggiamento che avrà sempre nella Cantica, ovvero di maestra che sospira e
sorride delle ingenue domande del discepolo e fornisce spiegazioni di carattere dottrinale:
anche qui, infatti, la sua spiegazione non chiarisce il dubbio di Dante di natura fisica ma
inquadra il problema nell'ambito dell'ordinamento generale dell'Universo, collegandosi ai
versi iniziali che descrivevano il riflettersi della luce divina di Cielo in Cielo. Beatrice
spiega infatti che tutte le creature, razionali e non, fanno parte di un tutto armonico che è
stato creato da Dio e ordinato in modo preciso, così che ogni cosa tende al suo fine
attraverso strade diverse, come navi che giungono in porto solcando il gran mar de l'essere.
Ciò vale per le cose inanimate, come il fuoco che tende a salire verso l'alto per sua natura e
la terra che è attratta verso il centro dell'Universo, ma anche per gli esseri intelligenti, la cui
anima razionale tende naturalmente a muoversi verso Dio; ovviamente essi sono dotati di
libero arbitrio, per cui può avvenire che anziché volgersi in quella direzione siano attratti dai
beni terreni, ma questo non è il caso di Dante che ha ormai purificato la sua anima nel
viaggio attraverso Inferno e Purgatorio. Egli tende dunque verso Dio che risiede
nell'Empireo e ciò è un atto del tutto naturale, come quello di un fiume che scorre dall'alto
verso il basso, mentre sarebbe innaturale per Dante restare a terra, come un fuoco la cui
fiamma non tendesse verso l'alto. Tale spiegazione di natura metafisica anticipa quella che
sarà la cifra stilistica di gran parte della III Cantica, in cui spesso i dubbi scientifici di Dante
verranno risolti con argomenti dottrinali e verrà ribadito che la sola filosofia umana è di per
sé insufficiente a capire i misteri dell'Universo, proprio come lo stesso Virgilio aveva detto
più volte rimandando alle chiose di Beatrice-teologia: ciò sarà evidente anche nella
spiegazione circa le macchie lunari al centro del Canto seguente, in quanto laddove la
ragione umana non può arrivare deve intervenire la fede e dunque Dante deve credere che
sta salendo con tutto il corpo in Paradiso, non essendo in grado di comprenderlo. È
interessante inoltre che Beatrice usi per tre volte l'immagine del fuoco per spiegare il
movimento di Dante, prima paragonandolo a un fulmine che corre verso la Terra (mentre lui
corre verso il Cielo), poi spiegando che il fuoco tende a salire verso il Cielo della Luna (cioè
verso la sfera del fuoco, dove è diretto Dante) e infine paragonando il fulmine che cade in
basso contro la sua natura a un uomo che, altrettanto forzatamente, è attratto verso i beni
terreni. La luce come elemento visivo domina largamente l'episodio, segnando il passaggio
di Dante dalla dimensione terrena a quella celeste, anche attraverso l'immagine del sole che
è evocato nella spiegazione astronomica, poi indicato come oggetto dello sguardo di
Beatrice, infine chiamato in causa con l'immagine di un secondo sole che sembra illuminare
col suo splendore il cielo: il viaggio di Dante verso la luce è ovviamente il suo percorso
verso Dio e tale immagine si ricollega a quella dei versi iniziali in cui la gloria divina si
riverberava in tutto l'Universo, e dove si diceva che Dante è giunto nel Cielo che più de la
sua luce prende, ovvero quell'Empireo verso il quale ha iniziato a salire in modo prodigioso.
DIALOGI ED EPISTOLAE
Molte sue opere sono andate perdute, di quelle rimaste destano molta attenzione i
Dialogi. Durante delle gare di Formula 1 abbiamo visto reazioni furibonde dei piloti a
causa di incidenti, di questo Seneca ne sarebbe piuttosto contrario, infatti nel “De Ira”
egli critica qualunque atteggiamento contrassegnato dall’ira. Seneca afferma che l’ira
non è mai accettabile né utile, in quanto è prodotta da un impulso che offusca la
ragione, e infatti ha manifestazioni molto simili alla follia. Indica poi i rimedi per
placarla e per prevenirla. Seneca invita l’uomo a raggiungere la tranquillità del
proprio animo, infatti nel dialogo “De Tranquillitate” egli dopo un’analisi dei sintomi
e delle manifestazioni di un animo inquieto, indica i rimedi i rimedi pratici che
aiutano a raggiungere la tranquillità dell’animo.
STILE
La dedizione della Ferrari nel mettere in pista vetture sempre più potenti segue
un’ideologia del progresso basato sui canoni del positivismo. Il positivismo nasce in
Francia nella prima metà dell'800 come movimento filosofico e culturale, delineato
“dall'esaltazione della scienza”. Il termine “positivo” da cui prende nome questa
corrente indica:
Il metodo della scienza, essendo l'unico valido, va esteso a tutti i campi possibili.
(nasce in questo contesto la SOCIOLOGIA)
Il progresso scientifico delinea le basi del progresso umano e deve essere uno
strumento di riorganizzazione globale della vita in società, in questo modo si potrà
superare la crisi europea.
Il positivismo della seconda fase rappresenta quindi la filosofia della moderna società
industriale e tecnico-scientifica, non a caso nasce in quelle nazioni in cui il settore
industriale era più avanzato, come l'Inghilterra, inoltre questo movimento può anche
essere considerato come l'ideologia della borghesia liberale d'Occidente; chiaramente
non si può ridurre un movimento così complesso ad una sola classe sociale, infatti
positivismo e borghesia avevano molto in comune, ma nonostante ciò all'interno della
borghesia stessa aveva trovato delle opposizioni.
Il positivismo si può distinguere in due movimenti principali: positivismo sociale,
tipico della prima parte del secolo, e positivismo evoluzionistico. Queste due
correnti non si escludono, anzi si possono integrare, diventa così possibile seguire lo
sviluppo delle idee del movimento nazione per nazione, distinguendo il contesto
generale fra la prima metà dell'800 (che veda la scienza come soluzione alla crisi
sociale) e la seconda metà (la quale risulta improntata sulle scoperte biologiche di
Darwin che porteranno al concetto di evoluzione).
COMTE
Il petrolio grezzo non viene utilizzato tal quale, poiché è una miscela di sostanze che
devono essere separate per poter essere utilizzate. L’insieme delle lavorazioni che
subisce il petrolio grezzo prima di essere sottoposto a usi specifici prende il nome di
raffinazione. La raffineria è un’industria chimica in cui il petrolio viene frazionato
nelle sue componenti e viene trattato per raggiungere le caratteristiche dei prodotti
finiti che conosciamo (come il diesel). Il primo processo di raffinazione è la
distillazione frazionata, che permette di separare i composti in base alla loro
temperatura di ebollizione. I principali tagli o frazioni del petrolio, partendo dal più
pesante al più leggero sono:
CH4 metano
C2H6,CH3CH3 etano
pentano, se gli atomi di carbonio sono 5, esano se sono 6, eptano se sono 7 e così via.
Dagli alcani con 4 atomi di carbonio in poi, la catena potrà essere lineare o
ssi di-, tri-, tetra- ecc. usati per designare più di un gruppo dello stesso tipo:
Negli alcani i legami tra gli atomi di carbonio (ibridati sp³) sono legami semplici per
cui la rotazione di un atomo di carbonio rispetto agli altri atomi è possibile. Quindi
gli alcani ammettono anche la presenza di isomeri conformazionali o conformeri che
risultano essere forme diverse della stessa molecola che si interconvertono per
rotazione intorno a un legame semplice carbonio-carbonio. I conformeri sono
stereocentri con le stesse proprietà chimiche e fisiche inseparabili perché si
interconvertono
velocemente. Si
rappresentano con le proiezione di Newman in cui gli atomi di carbonio si descrivono
con una circonferenza e i legami carbonio-idrogeno con dei segmenti. I segmenti del
carbonio anteriore partono dal centro della circonferenza, mentre quelli del carbonio
posteriore partono dalla circonferenza. Un alcano che presenta diverse conformazioni
( principalmente una eclissata e una sfalsata) è l’etano (C2H6):
da 16 a 70 sono solidi.
Gli alcani sono poco solubili in acqua perché privi di gruppi polari.
Reazione di alogenazione
R—H + X2 R X + HX
Combustione
combustione del metano, che è il gas usato nelle nostre case, è la seguente:
La corrente non è creata da una pila o da una batteria, ma dal movimento della
calamita. All’interno della bobina, il campo magnetico della calamita diventa intenso
quando la calamita è vicina e ritorna debole quando essa è lontana. Un campo
magnetico che varia genera una corrente indotta.
Si può far variare il campo magnetico all’interno del circuito anche in altri modi. Per
esempio, mettiamo vicino a questo circuito senza batteria (circuito indotto) un
secondo circuito (circuito
induttore), nel quale
facciamo variare la corrente diminuendo o aumentando la sua resistenza con una
resistenza variabile.
• Quando la resistenza è piccola, nel circuito induttore circola una corrente intensa,
che genera un forte campo magnetico nella bobina del circuito indotto.
• Quando la resistenza è grande, il campo magnetico nella bobina del circuito indotto
è piccolo.
La variazione della corrente nel circuito induttore genera una corrente indotta nel
circuito senza batteria, perché il campo magnetico che lo attraversa varia. Invece, se
la corrente nel circuito induttore resta uguale, nell’altro circuito non circola una
corrente indotta, perché il campo magnetico che lo attraversa non varia.
L’intensità della corrente indotta dipende da tre grandezze: la variazione del campo
magnetico esterno, l’area del circuito indotto e il suo orientamento. Si verifica che la
corrente indotta è più intensa quando:
muoviamo con maggiore rapidità la calamita, per ottenere un campo magnetico
che varia più velocemente;
la bobina ha un maggior numero di spire, così che l’area del circuito è più
grande;
cambiamo più rapidamente l’orientazione del circuito rispetto alle linee del
campo magnetico.
In tutti i casi si vede che si ha una corrente indotta quando varia il flusso di campo
magnetico attraverso la superficie che ha per contorno il circuito indotto.
Φ(B)= B S = Bscosб,
vediamo che la variazione di Φ(B) nel tempo dipende proprio dalle tre grandezze
elencate sopra: rapidità di variazione del campo magnetico, superficie racchiusa dal
circuito, orientazione tra circuito e campo magnetico. Il flusso del campo magnetico
esprime con un numero “la facilità” con cui le linee del campo magnetico
attraversano una superficie. Come in un tiro in porta, la facilità è massima quando il
tiro è perpendicolare alla porta e diminuisce sempre più quando l’angolo tra le
perpendicolare alla porta e la direzione del tiro aumenta.
LE LEGGE DI FARADAY-NEUMANN
Con una serie di brillanti esperimenti, il fisico inglese Michael Faraday (1791-1867)
forza elettromotrice indotta nasce da una variazione del flusso magnetico, da ciò
nasce la legge di Faraday-Neumann espressa dall’equazione:
Nella formula precedente è la variazione di flusso che avviene nell’intervallo di
tempo ; quindi il secondo membro della formula della seguente legge rappresenta
la rapidità di variazione del flusso di campo magnetico. Il segno “meno” verrà
spiegato in seguito tramite la legge di Lenz. Conoscendo il valore R della resistenza
possiamo calcolare anche il valore della corrente indotta che risulta:
Le corde della chitarra sono costruite con un materiale adatto, che viene
magnetizzato. Così l’oscillazione della corda crea un campo magnetico variabile nella
bobina che, a sua volta, genera una corrente elettrica che riproduce il movimento
della corda. È questo il segnale che viene inviato all’amplificatore e che genera il
caratteristico suono della chitarra elettrica.
La legge di Lenz
La variazione del flusso magnetico produce una corrente indotta che, a sua volta,
genera un proprio campo magnetico. Ci sono quindi due campi magnetici:
Qual è il verso della corrente indotta? Tenendo conto che questi due campi si
sommano come vettori esaminiamo le
due possibilità:
Nel primo caso, il campo indotto accentuerebbe l’aumento del flusso totale, il quale,
a sua volta, creerebbe una corrente indotta più intensa e quindi un nuovo campo
magnetico indotto, innescando un processo senza fine. Si otterrebbe così una corrente
elettrica, e cioè energia elettrica, gratis, in contrasto con il principio di conservazione
dell’energia. Poiché questo non è possibile, la corrente indotta deve circolare in senso
antiorario, in modo da contrastare l’aumento del campo della calamita. Quindi il
principio di conservazione dell’energia determina il verso della corrente indotta.
Secondo la legge di Lenz: il verso della corrente indotta è sempre tale da opporsi alla
variazione di flusso che la genera.
LE CORRENTI DI FACAULT
Una lamina di rame, che è un materiale diamagnetico, non risente in modo apprezzabile
della presenza di un campo magnetico. Però se si tenta di estrarre rapidamente la lamina
avvertiamo una forte resistenza. Questo effetto è dovuto al fatto che, quando la lamina è
estratta dal campo magnetico, le parti di essa che si trovano sul bordo subiscono una
variazione di flusso magnetico.
La variazione del flusso di campo magnetico origina delle correnti indotte, che
scorrono nel volume del metallo e hanno un andamento simile a quello di un vortice.
Esse sono dette anche correnti parassite o di Facault. Per
la legge di Lenz, le correnti di Facault sono tali da
opporsi alla variazione di flusso che le ha generate e la
forza magnetica che agisce su di essa è rivolta nel verso
opposto a quello del moto che si vuole imprimere alla
lamina estraendola dal magnete. Una verifica che le
correnti parassite sono dovute alla rapidità della
variazione del flusso del campo magnetico la si ottiene
estraendo lentamente una lamina di rame dal campo magnetico; la forza frenante avvertita è
molto minore di quella che si era rilevata in precedenza, perché ora la variazione è meno
rapida e, quindi, le correnti sono più deboli.
L’autoinduzione e la mutua induzione
Fino a questo momento abbiamo sempre esaminato il caso di un circuito indotto che risente
dell’azione di un campo magnetico esterno, generato per esempio da un magnete
permanente. Però un circuito percorso da corrente produce un campo magnetico che, a sua
volta, genera un flusso magnetico attraverso il circuito stesso. Quando la corrente varia il
flusso cambia e si ha il fenomeno dell’autoinduzione. Inoltre, due circuiti vicini possono
produrre campi magnetici che generano flussi magnetici nell’altro circuito; allorché la
corrente in uno dei circuiti varia si osserva il fenomeno della mutua induzione.
MATEMATICA: le derivate
Come abbiamo visto nella legge di Faraday e Neumann il valore della f.e.m. instantanea si
calcola attraverso la derivata temporale della variazione del flusso del campo magnetico. La
funzione derivata trova molte applizione nel campo delle scienze esatte.