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CORPUS

VALENTINIANUM

Figiaconi Riccardo

NUOVA TRADUZIONE
INDICE

Vangelo della verità.............................................3


Frammenti...........................................................10
Preghiera dell'apostolo Paolo.............................12
Il trattato sulla resurrezione..............................14
Trattato tripartito...............................................17
Trattato valentiniano..........................................38
Interpretazione della gnosi.................................42
Esegesi sull'anima...............................................46
Lettera a Flora.....................................................49
PREFAZIONE

Dopo diversi mesi, mi accingo a pubblicare in una


unica raccolta le opere generalmente attribuite al
grande filosofo gnostico Valentino.
Questo libro vuole essere una introduzione al
pensiero ed alla concezione religiosa che oggi
viene definita "gnosticismo" ma che, secondo me,
sarebbe più opportuno chiamare semplicemente
"Proto-Cristianesimo".
La visione di Valentino è da intendersi come una
personale interpretazione dei Vangeli unita ad una
forte influenza platonica, amalgamata con
elementi provenienti dal substrato culturale dei
primi secoli dopo Cristo. Un amalgama di elementi
provenienti da differenti culture e tradizioni, sia
religiose che prettamente filosofiche.
Questa fusione tra mito e religione, tra fede e
misticismo, tra spiritualità e amore per la
conoscenza vuole essere un invito per poter
intraprendere un nuovo percorso di ricerca
interiore in un mondo, quello moderno, ormai
privo di valori e stimoli teosofici.

r.figiaconi@virgilio.it
VANGELO DELLA VERITA'

PROLOGO
<1> Che il Vangelo della Verità possa arrecare felicità a coloro che hanno ricevuto dal Padre della Verità il
dono di conoscere Lui per mezzo della potenza della Parola, fuoriuscita dalla Pienezza, che risiede nel
pensiero e nella mente del Padre, vale a dire colui che è chiamato "Salvatore", perché tale è il nome
dell'opera che egli si accinge a compiere per la redenzione di coloro che erano ignari del Padre. Perché nel
nome del Vangelo si trova il proclama della speranza, è una scoperta per coloro che cercano Lui.

PARTE PRIMA
<2> Quando la Totalità andò a cercare colui da cui era stata generata - e la totalità era dentro di Lui,
l'illimitato, l'inconcepibile, colui che è al di sopra ad ogni pensiero - l'ignoranza del Padre ha causato
angoscia e terrore. L'angoscia divenne densa come la nebbia, così che nessuno poteva vedere. Per questo
motivo l'Errore è diventato potente. Ha lavorato sulla sua sostanza materiale stupidamente, non avendo
conosciuto la verità. Si accinse a creare, nella forza e nella bellezza, il sostituto della verità. Questo, dunque,
non è stato un'umiliazione per Lui, l'incomprensibile, l'inconcepibile. Perché non erano nulla, questa
angoscia, questa dimenticanza e questa creatura dell'inganno mentre la Verità stabilita è immutabile,
imperturbabile e perfetta nella bellezza. Per questo motivo, disprezza l'Errore. Dal momento che l'Errore non
aveva radice, è caduto in una nebbia rispetto al Padre. Stava preparando opere, oblii e paure per ingannare,
con questi mezzi, coloro che stavano nel mezzo e renderli prigionieri. L'oblio, derivante dall'Errore, non era
manifesto. Non è diventato luce accanto al Padre. L'oblio non venne in essere dal Padre, ma a causa di Lui.
Quello che viene in essere in Lui è la conoscenza, che è stata rivelata così che l'oblio possa svanire e il Padre
possa essere conosciuto. Dato che l'oblio è venuto in essere perché il Padre non era conosciuto, dal momento
che il Padre sarà conosciuto, da quel momento in poi l'oblio cesserà di esistere.
<3> Questo è il Vangelo di colui che essi cercano, che fu rivelato a coloro che sono perfetti attraverso le
misericordie del Padre, il mistero nascosto, Gesù, il Cristo, che ha illuminato coloro che erano nelle tenebre a
causa dell'oblio. Li ha illuminati e ha mostrato loro la Via. E la Via è la verità che egli ha insegnato loro. Per
questo motivo l'Errore si è irritato con lui e lo ha perseguitato. Lo afflisse e lo ha reso senza poteri. E' stato
inchiodato ad un albero. E' divenuto frutto della conoscenza del Padre. Non li ha tuttavia distrutti perché loro
se ne cibarono. Piuttosto, coloro che se ne sono cibati li ha fatti gioire per la scoperta. E per quanto riguarda
lui, li ha scoperti in se stesso, ed essi lo hanno scoperto in se stessi. E per quanto riguarda l'illimitato,
l'inconcepibile, il Padre, il perfetto, che ha creato la Totalità, in cui la Totalità si trova e di cui la Totalità ha
bisogno. Dal momento che ha mantenuto in se stesso la loro perfezione, quella che non aveva dato alla
Totalità, il Padre non era geloso: quale gelosia infatti ci può essere tra Lui e le sue membra? Perché, anche se
l'essere eterno avesse ricevuto la loro perfezione, non sarebbero stati in grado di avvicinarsi alla perfezione
del Padre, il quale mantenne in se stesso la loro perfezione concedendo loro come un ritorno a lui e come una
conoscenza unica nella perfezione. Egli è colui che ha dato ordine alla Totalità, in cui la Totalità esisteva e di
cui la Totalità ha bisogno. Come uno dei quali alcuni non hanno conoscenza, egli vuole che lo conoscano e lo
amino. Che cosa mancava loro se non la conoscenza del Padre?
<4> Gesù è diventato una guida, tranquilla e sicura. Egli si è presentato nel mezzo di una scuola, e ha parlato
la Parola, come un Maestro. Coloro che erano sapienti nelle loro proprie opinioni, vennero a metterlo alla
prova. Ma egli li ha screditati, perché erano sciocchi. Essi l’hanno odiato, perché non erano sapienti. Dopo
costoro, vennero anche i bambini, coloro che posseggono la conoscenza del Padre. Quando divennero forti
gli furono insegnati gli aspetti del volto del Padre. Loro conoscevano, loro erano conosciuti. Loro erano
glorificati, loro glorificarono.
<5> Nel loro cuore il libro della vita dei vivi si manifestò, il libro che è stato scritto nel pensiero e nella
mente del Padre e che, ancora prima della fondazione della Totalità, si trovava in quella incomprensibile
parte di lui. Il libro che nessuno è stato in grado di prendere , poiché rimane per colui che lo prenderà e sarà
ucciso. Nessuno poteva apparire tra coloro che credevano nella salvezza, finché quel libro non fosse apparso.
Per questo motivo il misericordioso, il veritiero, Gesù, è stato paziente nelle sue sofferenze, fino a quando
non ha preso quel libro, dal momento che sapeva che la sua morte significava vita per molti. Proprio come
giace nascosta nel testamento, prima che sia aperto, la fortuna del defunto padrone di casa, così anche nel
caso della Totalità, che era nascosta finché il Padre della Totalità era invisibile e unico in se stesso, in cui
ogni spazio ha la sua fonte. Per questo motivo Gesù è apparso. Lui prese quel libro. Lui è stato inchiodato ad
un albero. Lui ha reso pubblica sulla croce la disposizione del Padre. Oh, quale grande insegnamento! Lui si
umilia fino alla morte, nonostante sia vestito nella vita eterna. Dopo essersi spogliato di questi stracci
deperibili, si vestì di immortalità, che nessuno poteva togliergli. Dopo essere entrato nel vuoto territorio della
paura, passò davanti a coloro che erano ignudi a causa dell'oblio, essendo sia conoscenza sia perfezione,
proclamando le cose che sono nel cuore del Padre, affinché diventasse la saggezza di coloro che avevano
ricevuto istruzione. Coloro che ricevono l'insegnamento sono i vivi che sono iscritti nel libro dei vivi. E' su
se stessi che ricevono istruzione, la ricevono dal Padre, rivolgendosi di nuovo a Lui. Dal momento che la
perfezione della Totalità si trova nel Padre, è necessario che la Totalità ascenda a lui. Pertanto, se uno ha la
conoscenza, riceve ciò che gli è proprio e lo attira in se stesso. Invece chi è ignorante è carente, ed è una
grande carenza, dal momento che gli manca ciò che lo renderà perfetto. Dato che la perfezione della Totalità
è nel Padre, è necessario che la Totalità ascenda a lui e che ognuno riceva le cose che sono le sue. Egli scrisse
queste cose prima, avendole preparate per essere date a coloro che venivano da lui.
<6> I primi di coloro che Egli conosceva sono stati chiamati per ultimi, in modo che colui che ha conoscenza
è quello il cui nome il Padre ha pronunciato. Invece colui il cui nome non è stato pronunciato è l'ignorante.
E, infatti, come potrà uno sentire se il suo nome non è stato pronunciato? Perché chiunque rimane ignorante
fino alla fine è una creatura dell'oblio e svanirà con esso. Se non è così, per quale ragione questi miserabili
non hanno un nome, perché non hanno voce? Di conseguenza, chi ha la conoscenza è dall'alto. Se è
chiamato, sente, risponde e si volge verso chi lo chiama e ascende a lui e sa in che modo viene chiamato.
Possedendo la conoscenza, egli compie la volontà di colui che lo ha chiamato. Desidera compiacerlo, trova il
riposo. Il nome dell'Uno diventa il suo nome. Colui che così sta per avere conoscenza sa da dove veniva e
dove sta andando. Egli lo sa come qualcuno che, ubriacatosi, si riscuote dall'ebbrezza e, tornato in sé, ha
ristabilito le cose che gli appartengono. Egli ha allontanato molti dall'errore. Egli andò prima di loro fino ai
luoghi da cui si erano allontanati allorché caddero in errore a causa della profondità di Colui che circonda
ogni luogo, mentre non c'è nulla che circonda lui. E' stata una gran meraviglia che essi fossero nel Padre
senza conoscerlo e che sono stati in grado di uscire fuori da soli, dal momento che non erano in grado di
comprendere e conoscere Colui nel quale si trovavano, poiché invero la sua volontà non si era ancora rivelata
fuori di lui. Poiché egli ha rivelato come una conoscenza con la quale tutte le sue emanazioni sono d'accordo,
vale a dire, la conoscenza del libro vivente che egli ha rivelato agli esseri eterni alla fine come le sue lettere,
mostrando loro che queste non sono solo vocali o consonanti, così che uno possa leggerle e pensare a
qualcosa privo di significato. Al contrario, sono lettere che trasmettono la verità. Esse sono pronunciate
solamente quando sono conosciute. Ogni lettera è una perfetta verità come un libro perfetto, poiché sono
lettere scritte per mano dell'Uno, dal momento che il Padre le ha scritte per gli esseri eterni, in modo che per
mezzo di queste sue lettere potessero venire a conoscere il Padre.
<7> Mentre la sua sapienza contempla la Parola, e il suo insegnamento la pronuncia, la sua conoscenza fu
rivelata. Il suo onore è una corona su di essa, la sua gioia è in armonia con lei, la sua gloria l'ha esaltata, la
sua immagine l'ha rivelata, il suo riposo l'ha ricevuta, il suo amore l'ha incarnata, la sua fiducia l'ha
circondata. In questo modo la Parola del Padre penetra dentro la Totalità, essendo il frutto del suo cuore ed
espressione della sua volontà. Egli sostiene la Totalità. Li sceglie, e prende anche il carattere della Totalità e
li purifica, facendoli ritornare al Padre, alla Madre, Gesù dall'infinita dolcezza.

PARTE SECONDA
<8> Il Padre apre il suo petto, e il suo petto è lo Spirito Santo. Egli rivela il suo sé nascosto, che è suo Figlio
così che, attraverso la sua compassione, gli esseri eterni possono conoscerlo e finire l'estenuante ricerca del
Padre, riposare in Lui, sapendo che Egli è il riposo. Dopo aver riempito ciò che era incompleto, ha eliminato
la sua forma. La forma di ciò che era incompleto è il mondo, che ha servito. Perché dove c'è invidia e
conflitti, là c'è una incompletezza; ma dove c'è unità, là c'è completezza. Poiché questa incompletezza è nata
perché non conoscevano il Padre, dal momento in cui conoscono il Padre, l'incompletezza cesserà di esistere.
Come l'ignoranza di una persona scompare quando si guadagna conoscenza, e come l'oscurità scompare
quando appare la luce: così anche l'incompletezza è eliminata dalla completezza. Certamente, da quel
momento in poi,, la forma non si manifesterà più, ma si dissolverà nella fusione con l'unità. Ora le loro opere
si trovano sparse. Nel tempo l'unità renderà gli spazi completi. Per mezzo dell'unità ognuno capirà se stesso.
Nell'unità, per mezzo della conoscenza, ciascuno purificherà se stesso dalla molteplicità, divorando la
materia dentro di sé come il fuoco e l'oscurità per mezzo della luce, la morte per mezzo della vita.
<9> Certamente se queste cose sono accadute a ciascuno di noi, è giusto per noi, sicuramente, pensare alla
Totalità in modo che la casa sia santa e silenziosa per l'Unità. Come le persone che hanno lasciato
l'abitazione, distruggono i vasi che non erano buoni che vi si trovano. Tuttavia il padrone di casa non soffre
per la perdita anzi ne gioisce, perché al posto di questi vasi difettosi, vi sono quelli completamente perfetti.
Perché questo è il giudizio che è venuto dall'alto e che ha giudicato ogni persona: una spada sguainata, a
doppio taglio, che taglia da una parte e dall'altra. Quando è apparso il Verbo, che è nel cuore di coloro che lo
pronunciano - non era soltanto un suono, ma era diventato un corpo - una grande confusione avvenne tra i
vasi, perché alcuni erano state svuotati, altre riempiti; alcuni erano state mantenuti, altre rimossi; alcuni
furono purificati, altri ancora furono rotti. Tutti gli spazi furono scossi e disturbati perché non avevano né
compostezza né stabilità. L'Errore era turbato, non sapendo che cosa fare. Era addolorato, si lamentava, era
fuori di sé perché non sapeva nulla. Quando la conoscenza, che è l'abolizione dell'errore, gli si avvicinò con
tutte le sue emanazioni, l'errore era vuoto, perché non c'era nulla in lui. La Verità è apparsa; tutte le sue
emanazioni la hanno riconosciuta. Esse hanno salutato il Padre nella Verità con un potere che è completo e
che le unisce a Lui.
<10> Ognuno ama la Verità, perché la Verità è la bocca del Padre. La sua lingua è lo Spirito Santo.
Chiunque tocca la Verità tocca la bocca del Padre allorché dalla sua lingua riceverà lo Spirito Santo. Egli è la
manifestazione del Padre e la sua rivelazione ai suoi esseri eterni. Egli ha rivelato ciò che è nascosto in Lui e
lo ha spiegato. Chi è infatti colui che esiste, se non il Padre stesso? Tutti gli spazi sono sue emanazioni. Essi
sapevano che sono usciti da Lui come figli da un uomo perfetto. Sapevano di non avere ancora ricevuto una
forma, né avevano ancora ricevuto il nome che il Padre crea per ognuno. Allora ricevono la forma della sua
conoscenza poiché, pur essendo veramente in Lui, essi non lo conoscono. Ma il Padre è perfetto. Lui conosce
ogni spazio che si trova in Lui. Se a Lui piace, si rivela a chi vuole dandogli una forma e dandogli un nome.
Egli dà un nome e li fa' divenire in essere. Coloro che non sono ancora pervenuti all'esistenza sono ignoranti
di colui che li ha creati. Non dico, dunque, che coloro che non esistono sono nulla. Ma sono in Colui che
vorrà che esistano quando Lui vorrà, come un momento che sta per accadere. Da un lato, Lui sa, prima che
qualcosa venga rivelato, cosa produrrà. D'altra parte il frutto che ancora non si è rivelato, non sa nulla né è
nulla. Così ogni spazio che, da parte sua, è nel Padre, proviene da Lui che esiste e, da parte sua, lo ha
stabilito dal nulla. Perché chi non ha radice non ha frutto, ma anche se pensasse “Sono venuto in essere”,
quello perirà. Per questa ragione, chi non esiste affatto non esisterà mai.
<11> Che cosa dunque vuole il Padre che uno pensi? "Io sono come le ombre e i fantasmi della notte".
Quando arriva il mattino, costui capisce che la paura che ha provato non è nulla. Così erano ignoranti del
Padre, colui che essi non vedevano. Dato che c'erano state paura e confusione e mancanza di fiducia e
indecisione e divergenze, c'erano molte illusioni al lavoro a causa di tutto questo, così come finzioni vuote,
come se fossero velocemente sprofondati nel sonno e si trovassero in preda a sogni agitati. O stanno
fuggendo da qualche parte o mancano loro le forze quando inseguiti, come se colpissero qualcuno o essi
stessi ricevessero colpi. O stanno cadendo da grandi alture o volano per aria, senza neppure le ali. Altre volte
è come se certe persone stessero cercando di ucciderli, anche se non c'è nessuno che li insegue; o essi stessi
stanno uccidendo i loro vicini, perché sono macchiati del loro sangue. Quando coloro che stanno
attraversando tutte queste cose - voglio dire coloro che hanno sperimentato tutte queste confusioni – si
svegliano, non vedono nulla perché i sogni non erano nulla. E' così che coloro che hanno allontanato da sé
l'ignoranza come il sonno non lo considerano nulla, né considerano le sue proprietà come qualcosa di reale,
ma li lasciano indietro come un sogno nella notte. La conoscenza del Padre la apprezzano come l'alba.
Questo è il modo in cui ognuno ha agito, da addormentato, quando era ignorante. E questo è il modo in cui è
venuto alla conoscenza, come se si fosse svegliato. E felice è colui che viene in se stesso e si risveglia. Beati
infatti coloro che hanno aperto gli occhi del cieco! E lo Spirito corse da lui, affrettandosi a svegliarlo. Dopo
aver dato la mano a colui che giaceva a terra, lo mise saldamente in piedi, perché non si era ancora alzato.
Diede loro i mezzi per conoscere la conoscenza del Padre e la rivelazione di suo Figlio. Perché quando lo
videro e lo ascoltarono, permise loro di assaporare, annusare e afferrare l'amato Figlio.
<12> Quando apparve il Figlio, informandoli del Padre, l'incomprensibile, quando respirò su di loro con ciò
che è nel pensiero, facendo la sua volontà, quando molti ricevettero la luce, si rivolsero verso di lui. Ma gli
uomini materiali erano estranei a lui e non percepivano la sua somiglianza né lo riconoscevano. Perché è
venuto nella forma della carne e niente ha bloccato la sua strada, essendogli propria sia l'incorruttibilità sia
l'essere irresistibile. Annunziò cose nuove, parlò di ciò che è nel cuore del Padre, proferì la parola perfetta.
Dalla sua bocca ha parlato la Luce e la sua voce ha portato la vita. Egli ha dato loro pensiero e comprensione
e misericordia e salvezza, e lo spirito di forza proveniente dall'infinità e dalla dolcezza del Padre. Ha fatto
cessare punizioni e flagelli - perché furono loro che causarono a molti che avevano bisogno di misericordia
di allontanarsi da lui nell'errore e in catene - e con potenza li ha distrutti e li ha derisi con la conoscenza.
Divenne una via per coloro che si smarrivano e conoscenza per coloro che erano ignoranti, una scoperta per
coloro che cercavano e un sostegno per coloro che tremavano, una purezza per quelli che erano macchiati.
<13> Egli è il pastore che si è lasciato alle spalle le novantanove pecore che non si erano allontanate ed è
andato alla ricerca di quella che si era smarrita. E ha gioito quando l'ha trovata. Il novantanove è un numero
espresso con la mano sinistra. Nel momento in cui la ritrova, tuttavia, il numero intero viene trasferito alla
mano destra. Così è con colui che manca dell'uno, cioè l'intera mano destra che attira ciò in cui è mancante:
lo prende dalla sinistra e lo passa alla destra. In questo modo, quindi, il numero diventa cento. E' il simbolo
di colui che è nel loro suono. E' il Padre. Lavorò anche di Sabato per la pecora che trovò caduta nel fosso. Ha
ridato la vita alla pecora, riportandola fuori del fosso, affinché voi possiate conoscere interiormente, - voi,
figli della conoscenza interiore – che cosa è il Sabato, il giorno in cui non è giusto per la salvezza essere
inattivi, in modo che si possa parlare di quel giorno celeste che non ha notte e della luce che non tramonta
perché è perfetta. Dite allora nel vostro cuore che voi siete in questo giorno perfetto e che in voi vive la luce
inestinguibile.
<14> Parlate della verità a coloro che la cercano e della conoscenza a coloro che nel loro errore hanno
commesso peccato. Rendete sicuri coloro che inciampano, e stendete le vostre mani ai malati. Nutrite gli
affamati, e date pace ai sofferenti. Alzate coloro che desiderano alzarsi. Voi siete questa comprensione che è
stata risvegliata. Se la forza agisce in questo modo, diventa ancora più forte. Preoccupatevi di voi stessi, non
preoccupatevi delle altre cose che avete gettato via da voi stessi. Non tornate a mangiare quello che avete
vomitato. Non siate tarme. Non siate vermi, perché ve ne siete già liberati. Non siate un luogo per il diavolo,
perché l'avete già distrutto. Non rafforzate coloro che vi sono di ostacolo, come se foste per loro un supporto.
Perché il senza legge è qualcuno da trattare come un malato, a differenza di colui che è giusto. Perché il
primo fa il suo lavoro come una persona senza legge, il secondo compie le sue opere in mezzo agli altri. Fate
la volontà del Padre, dunque, perché derivate da Lui.

PARTE TERZA
<15> Perché il Padre è dolce e il suo volere è il bene. Egli conosce le cose che sono vostre, affinché voi
possiate riposare in esse. Perché dai frutti si conoscono le cose che vi appartengono perché i figli del Padre
sono la sua fragranza, perché sono dalla grazia del suo volto. Per questa ragione il Padre ama il suo aroma e
lo manifesta in ogni luogo, e se lo mescola con la materia dà il suo aroma alla luce e nel suo riposo e assume
ogni forma e ogni suono. Perché non sono le orecchie ad annusare l'aroma, ma è il respiro che possiede il
senso dell'olfatto e attira la fragranza a sé ed è sommerso nella fragranza del Padre, così che lo protegge e lo
porta nel luogo da cui è venuto, la prima fragranza che si è raffreddata. E' un qualcosa in una forma psichica,
simile all'acqua fredda su di un terreno che non è duro, di cui coloro che lo vedono pensano che sia terra. In
seguito si dissolve ancora. Se il respiro si avvicina, diventa caldo. Le fragranze fredde, quindi, provengono
dalla separazione. Per questa ragione, la Fede è venuta e ha distrutto la separazione e ha portato la calda
pienezza dell'amore, affinché il freddo non possa più tornare, ma l'unità del pensiero perfetto possa prevalere.
<16> Questa è la parola del Vangelo sulla ricerca della pienezza per coloro che aspettano la salvezza che
viene dall'alto. Quando la loro speranza, per la quale stanno aspettando, è in attesa – quelli la cui immagine è
la luce in cui non c'è ombra – allora in quel momento la pienezza sta per venire. La carenza della materia,
tuttavia, non proviene dall'infinità del Padre, che è venuto nel momento della carenza, sebbene nessuno può
dire che l'incorruttibile verrà in questo modo. La profondità del Padre fu moltiplicata e il pensiero dell'errore
non esisteva in Lui. E' una questione di cadere in basso e una questione di alzarsi facilmente in piedi alla
scoperta di colui che è venuto a colui che vuole fare ritornare. Questo ritorno si chiama pentimento. Per
questo motivo l'incorruttibilità ha respirato. Essa ha inseguito colui che aveva peccato, perché egli possa
trovare la pace. Il perdono è ciò che rimane per la luce nella mancanza, la parola della pienezza. Il medico si
affretta nel luogo dove c'è malattia, perché questo è il suo desiderio. Colui che ha una mancanza non la
nasconde, perché uno ha ciò' che manca all'altro. In questo modo la pienezza, che non ha una mancanza, ma
riempie la mancanza, è quella che provvede per riempire colui che è carente, così che possa ricevere la
grazia. Quando era carente, questa persona non aveva grazia. Dove non c'era la grazia, c'era la mancanza.
Quando ricevette ciò di cui era mancante,(il Padre) rivelò quello di cui abbisognava, che era la pienezza, cioè
la scoperta della luce della verità che lo illuminò perché era immutabile.
<17> Per questa ragione coloro che sono stati turbati parlano di Cristo in mezzo a loro, in modo che possano
ricevere la restaurazione e Lui possa ungerli con l'unguento. L'unguento è la pietà del Padre, il quale avrà
misericordia su di loro. Coloro che Egli ha unto sono diventati perfetti. Perché i vasi pieni sono di solito
quelli che si ha cura di sigillare. Ma quando la sigillatura svanisce, il vaso si vuota, e la causa del suo difetto
è la fuoriuscita del suo unguento. In quel momento un respiro si avvicina attraverso il potere che ha. Ma dal
vaso che è senza difetto nessun sigillo viene rimosso, né perde. Ma ciò che manca è riempito di nuovo dal
Padre perfetto. Il Padre è buono, conosce le sue semenze, perché è Lui stesso che le ha seminate nel suo
Paradiso.
<18> Il Paradiso è il luogo del riposo. Il Paradiso è la perfezione nel pensiero del Padre, e queste sono le
parole della sua riflessione. Ognuna delle sue parole è l'opera della sua volontà nella rivelazione della sua
Parola. Dal momento che erano nel profondo della sua mente, la Parola, che è stata la prima a venire fuori, le
ha rese manifeste, insieme ad un intelletto che parla la Parola unica per mezzo di una grazia silenziosa E'
stato chiamato pensiero, dal momento che erano in esso prima che fossero manifestate. Accadde allora che la
Parola fu la prima a venire fuori nel momento che è piaciuto alla volontà di colui che l'aveva voluta; ed è
nella volontà che il Padre si riposa e si compiace. Nulla accade senza di Lui, nulla accade senza la volontà
del Padre, ma la sua volontà è incomprensibile. La sua volontà è il suo passo, ma nessuno può' conoscerlo né
è possibile per loro concentrarsi su di esso per afferrarlo. Ma ciò' che desidera avviene nel momento in cui lo
desidera - anche se la visione non piace alle persone davanti a Dio: è la volontà del Padre. Perché il Padre
conosce l'inizio di tutti loro così come la loro fine. Perché quando arriverà la loro fine, li interrogherà. La
fine, vedete, consiste nel conoscere colui che è nascosto, cioè il Padre, da cui è venuto fuori l'inizio e al quale
ritorneranno tutti coloro che sono venuti da Lui. Perché sono stati resi manifesti per la gloria e la gioia del
suo nome.
<19> Il nome del Padre è il Figlio. È lui che all'inizio ha dato un nome a colui che è venuto da Lui,era se
stesso, e lo generò come Figlio. Gli diede il suo nome, che gli apparteneva - Lui, il Padre, che possiede tutto
ciò che esiste intorno a Lui. Suo è il nome; suo il Figlio. E' possibile per Lui essere visto. Il nome, tuttavia, è
invisibile, perché lui solo è il mistero dell'invisibile che sta per arrivare alle orecchie completamente riempite
da lui. Perché invero il nome del Padre non è pronunciato ma si rivela per mezzo del Figlio. Così, quindi, il
nome è grande. Chi, allora, potrà pronunciare un nome per Lui, questo grande nome, tranne Lui solo a cui
appartiene il nome e i figli del nome, in cui il nome del Padre riposa, e che, a loro volta, sono a riposo nel
suo nome? Dal momento che il Padre è ingenerato, Lui da solo lo ha concepito per se stesso come nome,
prima di aver creato gli Esseri Eterni, così che il nome del Padre doveva essere supremo su di loro come
Signore - questo è il nome in verità, che è sicuro nella sua autorità e nel suo potere perfetto. Perché il nome
non viene da mere parole, né il suo nome consiste di appellativi, ma è invisibile. Solo il Padre si è dato un
nome, perché solo Lui vede se stesso e perché solo Lui ha il potere di darsi un nome. Colui che non esiste
non ha un nome. Quale nome si può dare colui che non esiste? Tuttavia, colui che esiste, esiste anche con il
suo nome, e solo Lui lo sa, e solo a Lui il Padre ha dato un nome. Lui è il Padre. Il figlio il suo nome. Egli
non lo ha, quindi, tenuto segretamente nascosto, ma esisteva, era il Figlio, e solo a lui ha dato il nome. Il
nome, quindi, è quello del Padre, così come il nome del Padre è il Figlio. Se no, dove la compassione
troverebbe un nome, al di fuori del Padre? Ma probabilmente qualcuno dirà al suo vicino ”Chi darebbe un
nome a qualcuno che esisteva prima di lui, come se, in effetti, la prole non ricevesse il nome da chi li ha
generati?” Prima, dunque, è opportuno riflettere su questo punto: Che cos'è il nome? E' il nome nella Verità.
Non è il nome che viene dal Padre, perché è Lui che possiede il nome. Egli non ha preso il nome in prestito,
come nel caso di altri, che ricevono nomi che sono inventati. Questo è il nome corretto. Non c'è nessun altro
a cui lo abbia dato. E' rimasto innominato, inesprimibile, fino al momento in cui colui che è perfetto, lo ha
pronunciato Lui stesso; e Lui solo è stato capace di pronunciare il suo nome e di vederlo. Quando fu
soddisfatto che il suo nome, che è amato, dovesse essere suo Figlio, dette a Lui il nome, Lui, che è venuto
dalla profondità, ha divulgato ciò che era nascosto, perché sapeva che il Padre era bontà assoluta. Per questo
motivo, infatti, il Padre lo ha inviato, perché potesse parlare del Regno e del suo luogo del riposo da cui era
uscito, e che potesse glorificare la pienezza, la grandezza del Suo nome e la dolcezza del Padre.
<20> Egli parlerà del luogo da cui veniamo, e alla regione dalla quale ha ricevuto la sua creazione si
affretterà a tornare di nuovo e a ricevere da quel luogo, il luogo in cui si trovava, un assaggio, un nutrimento
e un accrescimento. E il suo luogo di riposo è la pienezza. Tutte le emanazioni del Padre, dunque, sono
pienezze e tutte le sue emanazioni hanno le loro radici in colui che le ha fatte crescere tutte da se stesso. Ha
assegnato i loro destini. Esse, poi, si manifestarono individualmente per essere perfezionate nel loro
pensiero, perché quel luogo in cui estendono il loro pensiero è la loro radice, che le solleva vero l'alto
attraverso tutte le altezze al Padre. Raggiungono la sua testa, che è riposo per loro, e rimangono lì vicino ad
essa come per dire che hanno toccato il suo volto mediante i baci. Ma non lo manifestano in questo modo,
perché non sono state glorificate. Né hanno sminuito la gloria del Padre, né hanno pensato a Lui come
piccolo, né amaro, né arrabbiato, ma come assolutamente buono, imperturbabile, dolce, che conosce tutti gli
spazi prima che loro venissero in essere e senza alcun bisogno di istruzione. Tali sono coloro che possiedono
qualcosa dall'alto di questa incommensurabile grandezza, sono protesi verso quell'Uno unico e perfetto che
esiste lì per loro. E non vanno giù nell'Ade, né hanno invidia né gemiti né la morte in loro, ma riposano in
colui che riposa, senza stancarsi o essere coinvolti nella ricerca della verità. Essi stessi sono la verità, e il
Padre è in loro e loro sono nel Padre, poiché sono perfetti, inseparabili nella vera bontà. Non mancano nulla
in alcun modo, ma a loro è dato riposo e sono rinfrescati dallo Spirito. E badano alla loro radice, si
preoccupano di quelle cose in cui lui troverà la sua radice, e non subirà alcuna perdita per la sua anima.
Questo è il luogo dei beati, questo è il loro luogo. Per il resto, quindi, possano sapere, nei loro luoghi, che
non è giusto per me, dopo essere stato nel luogo del riposo, di dire altre cose. E' lì che dimorerò per
dedicarmi in ogni momento al Padre della Totalità e ai veri fratelli, coloro sui quali si riversa l'amore del
Padre e in mezzo ai quali non manca nulla di Lui. Sono loro che si manifestano veramente, poiché essi sono
in quella vita vera ed eterna e parlano della Luce perfetta piena del seme del Padre, che è nel suo cuore e
nella sua pienezza, mentre il Suo Spirito gioisce in essa e glorifica Colui in cui era, perché il Padre è buono.
E i suoi figli sono perfetti e degni del suo nome, perché Lui è il Padre. I figli di questo tipo sono quelli che
ama.

APPROFONDIMENTO
Ritrovato nel 1945 a Nag Hammadi, Egitto e così chiamato dal suo incipit, il Vangelo della Verità è scritto in
lingua copta, precisamente in sahidico con influssi di subacmemico, il dialetto usato nell'alta valle del Nilo.
Secondo la maggior parte degli studiosi dovrebbe essere una traduzione di un testo greco. Per altri invece
l'originale era scritto in siriaco e poi tradotto in copto. Il testo presenta diversi errori grammaticali, numerose
parole contengono correzioni, aggiunte di vocali mancanti o parole intere a margine, cancellature e
riscritture. Alcune parole non sono traducibili perché sconosciute (Hapax legomena), probabilmente forme
dialettali o semplici errori di ortografia. A livello grammaticale è piuttosto frequente la geminazione della ν e
τ e l'assimilazione in ψ del gruppo πς.
La data di composizione si attesta nel secondo secolo dopo Cristo, indicativamente tra il140 e il 180.
IL PROBLEMA DELLA PATERNITA'
Ireneo (Adversus Haeresiae, III,XI,9) parlandoci della scuola di Valentino, nomina il Vangelo della Verità, e
ci tramanda così la certezza della sua esistenza. “ Hi vero qui sunt a Valentino iterum existentes extra omnes
timorem suas conscriptiones proferentes plura habere gloriantur quam sunt ipsa Evangelia. Siquidem in
tantum processerunt audaciae uti quod ab his non olim conscriptum est, veritas Evangelium, titulent, in
nihilo conveniens apostolorum evangeliis, ut nec Evangelim quidem sit apud eos sine blasphemia. Si enim
quod ab eis proferetur veritatis est Evangelium, dissimile est autem hoc illis quae ab apostolis nobis tradita
sunt, qui volunt possunt discere (quemadmodum ex ipsis scripturis ostenditur) iam non esse id quod ab
apostolis traditum est veritatis Evangelium.”
"I discepoli di Valentino, ponendosi al di fuori di ogni timore, pubblicano scritti propri e si vantano di
possedere più Vangeli di quanti ne esistano. Essi infatti sono arrivati a tale audacia da intitolare "Vangelo
della Verità" il Vangelo scritto da loro non molto tempo fa, un Vangelo che non concorda affatto con i
Vangeli degli Apostoli: per cui presso di loro neppure il Vangelo è esente da blasfemia. Infatti, se il Vangelo
della Verità da loro pubblicato è diverso da quelli che ci sono stati tramandati dagli Apostoli, può apprendere
chi vuole che, come si dimostra in base alle stesse Scritture, il Vangelo della Verità non è quello che ci è stato
trasmesso dagli Apostoli" (Ireneo, Contro le eresie, a cura di E. Bellini, Jaca Books).
Sappiamo dunque con certezza che la scuola valentiniana disponeva di un testo, probabilmente scritto da
Valentino stesso o dai suoi discepoli, noto come Vangelo della Verità, ma non possiamo certo sapere se si
tratta dello stesso rinvenuto a Nag Hammadi, essendo quest'ultimo privo di un titolo.
ANALISI DEL TESTO
Il trattato è diviso in tre corpi distinti. Dopo una breve introduzione, la prima parte inizia con la genesi
dell'Errore che deriva dal Padre, ma di cui il Padre non è responsabile e dal quale non è sminuito. In seguito
il testo inizia a parlare di Gesù e del suo lavoro come fonte di rivelazione e maestro. Il segmento finale narra
della sua morte inquadrata come atto d rivelazione. Quest'atto rivela l'essenza del Padre, l'origine e il destino
dell'io umano in Lui. Attraverso questa intuizione i poteri dell'Errore sono superati.
La seconda parte inizia descrivendo gli effetti della rivelazione del Vangelo della Verità. Produce unità con il
Padre, rende possibile uno stato di “risveglio” - usando una tipica espressione gnostica – visto come una
condizione di gioia e letizia, in netto contrasto con l'oscura esistenza dell'ignorante. Infine apre la strada per
il ritorno al Padre.
La terza ed ultima parte si concentra sul processo di reintegrazione alla sorgente primordiale. Il ritorno inizia
con un profumo seducente che altri non è se non il Figlio, che è il nome del Padre; un'eccezionale esempio di
poetica semantica di altissima intensità. Il viaggio si conclude con il raggiungimento dell'obiettivo finale, il
riposo nel Padre.
IL SISTEMA TEOLOGICO DEL VANGELO DELLA VERITA'
Al vertice della gerarchia del sistema valentiniano ed oggetto del Vangelo della Verità si trova l'Ingenerato, il
Padre, spesso indicato con gli aggettivi di inconcepibile, illimitato, perfetto. Il nome Padre viene spesso
sostituito con radice o sorgente e soprattutto la Totalità. Le sue componenti sono chiamate emanazioni, spazi,
pienezze. Lui è in loro e loro sono in Lui. Ma loro non lo sanno e lo cercano. La prima emanazione del Padre
viene indicato con due nomi: Parola e Figlio, anche se il termine Parola è polivalente. La prima emanazione
è nel pensiero e nella mente del Padre (Prologo). Questa prima emanazione è anche descritta come il Figlio
che è nascosto nel Padre. Interessante notare come Figlio è il nome del Padre. Il significato è oscuro, ma ne
seguono due supposizioni: la prima è che il Figlio porta il nome del Padre, ma il nome non è specificato,
mentre la seconda rappresenterebbe la profonda unione esoterica tra i due, una dualità inseparabile ma
separabile al tempo stesso, anche se solo momentaneamente.
L'incomprensibilità della trascendenza del Padre, sconosciuta anche alle sue emanazioni, produsse angoscia
ed errore sotto forma di nebbia la quale, solidificandosi, creò il mondo. L'errore è il vuoto, con niente dentro
di lui, e l'esistenza nell'errore viene rappresentata come un incubo. Coloro che sono nell'errore non esistono
nel vero senso della parola, ma sono carenti. Solo il Figlio distruggerà l'errore, illuminando il mondo,
mostrando la strada e dando la vita.
Rimane oscuro il rapporto tra il Figlio e Gesù, dato che il testo non precisa se si tratta della stessa persona
oppure no. Gesù viene descritto come una guida, un maestro, colui che porta la rivelazione ai figli, colui che
è stato inchiodato ad un albero (croce?) e ha sofferto la morte. Sembrerebbe a priori come se il Figlio fosse
un'entità trascendente, mentre Gesù una sua emanazione terrena. Gesù porta la rivelazione all'uomo, una
sorta di risveglio da una sorta di veglia dovuta all'ignoranza. Questo risveglio porta ad una unificazione con
il Padre, coloro che amano la Verità sono uniti alla bocca del Padre dalla sua lingua, che sarebbe lo Spirito
Santo. A coloro che invece non accettano la rivelazione non rimane altro che andare nell'Ade.

IN BREVE
Padre: realtà prima ed ultima, in cui tutto esiste e da cui tutto viene avvolto. Viene identificato anche con il
termine Pleroma, ossia pienezza.
Salvatore - Gesù Cristo: emanazione del Padre. Suo è il compito di portare la conoscenza agli uomini
necessaria per poter uscire dallo stato di torpore ed oblio in cui si trovano a causa della loro ignoranza. Gli
uomini vengono spesso chiamati Viventi, ed il loro nome è scritto nel libro dei Viventi del Padre. Il Salvatore
è colui che aprirà questo libro e leggerà i nomi di coloro che si salveranno.
Errore: impersonificazione dell'angoscia e della paura che ha reso schiavi gli uomini. E' il male, che attira a
sé gli uomini e li imprigiona.
Spirito Santo: emanazione dell'amore del Padre, invisibile guida per tutti coloro che cercano la Verità.
Luogo di Mezzo: la regione del Pleroma dove regna la paura, il disordine, la confusione, dove gli uomini
vivono nella ricerca di un bene effimero, immersi in una nebbia creata dall'Errore. Ed è qui che il Salvatore
discende per impartire la dottrina del Padre. Ma non tutti lo ascoltarono. L'Errore si accorse di quanto stava
accadendo. Gesù fu ucciso, ma perduto il suo corpo materiale tornò ad essere lo spirito luminosissimo,
portando con sé i Viventi che avevano creduto in Lui nel luogo del Riposo.
FRAMMENTI
MIETITURA ESTIVA
“Θέρος. Πάντα κρεμάμενα πνεύματι βλέπο. Πάντα δ' όχούμενα πνεύματι νοώ, σάρκα μέν έκ ψυχής
κρεμαμένην, ψυχήν δέ άέρος έξοχουμένην, άέρα δέ έξ αΐθρης κρεμάμενον, έκ δέ βυθοϋ καρπούς
φερομένους, έκ μήτρας δέ βρέφος φερόμενον.“
“Raccolto estivo. Tutte le cose vedo appese ad un respiro. Tutte le cose sono nate nello spirito, la carne
appesa all'anima, l'anima tenuta in alto dall'aria, l'aria sospesa dall'etere, dalla profondità i frutti si
manifestano, dall'utero emerge un neonato.”
Commento a seguire.
“Egli intende questo: carne è materia che è appesa dall'anima del Demiurgo. L'anima tenuta in alto dall'aria
significa che il Demiurgo è tenuto in aria dallo Spirito che viene dal Pleroma. L'aria sospesa dall'etere
significa che la saggezza esteriore è sospesa dal limite interno e dall'intero Pleroma. I frutti si manifestano
dalla profondità, essendo diventati la completa emanazione degli Eoni dal Padre.”
[Ippolito, Contro le eresie, 6.37.7-8]
LA FACOLTA' DELLA PAROLA DI ADAMO
"καὶ ὡσπερεὶ φόβος ἐπ' ἐκείνου τοῦ πλάσματος ὑπῆρξε τοῖς ἀγγέλοις, ὅτε μείζονα ἐφθέγξατο τῆς πλάσεως
διὰ τὸν ἀοράτως ἐν αὐτῷ σπέρμα δεδωκότα τῆς ἄνωθεν οὐσίας καὶ παρρησιαζόμενον· ὕτω καὶ ἐν ταῖς
γενεαῖς τῶν κοσμικῶν ἀνθρώπων φόβοι τὰ ἔργα τῶν ἀνθρώπων τοῖς ποιοῦσιν ἐγένετο, οἷον ἀνδριάντες καὶ
εἰκόνες καὶ πάνθ' ἃ χεῖρες ἀνύουσιν εἰς ὄνομα θεοῦ· εἰς γὰρ ὄνομα Ἀνθρώπου πλασθεὶς Ἀδὰμ φόβον
παρέσχεν προόντος Ἀνθρώπου, ὡς δὴ αὐτοῦ ἐν αὐτῷ καθεστῶτος, καὶ κατεπλάγησαν καὶ ταχὺ τὸ ἔργον
ἠφάνισαν."
"Qualcosa di simile alla paura sopraffò gli angeli alla presenza di quella forma modellata [Adamo] perché
pronunciò cose che erano superiori a ciò che le sue origini giustificavano, a causa dell'agente che aveva
invisibilmente depositato un seme di essenza superiore e che parlava liberamente. Così anche nelle razze di
persone mondane, gli artefatti umani diventano oggetti di paura per i loro creatori - per esempio statue e
immagini e tutto ciò che è fatto dalle mani umane come a rappresentanza di un dio. Per Adamo, modellato
come rappresentante dell'umanità, li ha fatti temere l'umanità preesistente, perché esattamente quest'ultimo
stava in lui. E sono stati colpiti dal terrore e rapidamente nascosto il lavoro."
[Clemente di Alessandria, Stromata, 2.8.36.2-4]
LA VISIONE DI DIO
"εἷς δέ ἐστιν ἀγαθός, οὗ παρρησία ἡ διὰ τοῦ υἱοῦ φανέρωσις, καὶ δι' αὐτοῦ μόνου δύναιτο ἂν ἡ καρδία
καθαρὰ γενέσθαι, παντὸς πονηροῦ πνεύματος ἐξωθουμένου τῆς καρδίας. πολλὰ γὰρ ἐνοικοῦντα αὐτῇ
πνεύματα οὐκ ἐᾷ καθαρεύειν, ἕκαστον δὲ αὐτῶν τὰ ἴδια ἐκτελεῖ ἔργα πολλαχῶς ἐνυβριζόντων ἐπιθυμίαις οὐ
προσηκούσαις. καί μοι δοκεῖ ὅμοιόν τι πάσχειν τῷ πανδοχείῳ ἡ καρδία· καὶ γὰρ ἐκεῖνο κατατιτρᾶταί τε καὶ
ὀρύττεται καὶ πολλάκις κόπρου πίμπλαται ἀνθρώπων ἀσελγῶς ἐμμενόντων καὶ μηδεμίαν πρόνοιαν
ποιουμένων τοῦ χωρίου, καθάπερ ἀλλοτρίου καθεστῶτος. τὸν τρόπον τοῦτον καὶ ἡ καρδία, μέχρι μὴ
προνοίας τυγχάνει, ἀκάθαρτος οὖσα, πολλῶν οὖσα δαιμόνων οἰκητήριον· ἐπειδὰν δὲ ἐπισκέψηται αὐτὴν ὁ
μόνος ἀγαθὸς πατήρ, ἡγίασται καὶ φωτὶ διαλάμπει, καὶ οὕτω μακαρίζεται ὁ ἔχων τὴν τοιαύτην καρδίαν, ὅτι
ὄψεται τὸν θεόν."
"C'è solo uno che è buono. Il suo libero atto di parlare è la manifestazione del Figlio. E attraverso lui solo
può un cuore diventare puro, quando ogni spirito malvagio è stato espulso dal cuore. Perché i tanti spiriti che
abitano nel cuore non permettono di diventare puro: piuttosto ognuno di essi compie i propri atti,
inquinandolo in vari modi con desideri impropri. E a mio parere il cuore esperimenta qualcosa di simile a
quello che succede in una locanda. Perché quest'ultima è piena di buchi e scavati e spesso riempiti con sterco
da ospiti indecenti che non hanno alcuna considerazione per il luogo, dal momento che non appartiene a loro.
Così anche un cuore è impuro essendo l'abitazione di molti demoni,fino a quando non viene curato. Ma
quando il Padre, che da solo è buono, visita il cuore, lo rende santo e lo riempie di luce. E così una persona
che ha un tale cuore è chiamata benedetta, perché quella persona vedrà Dio."
[Clemente di Alessandria, Stromata, 2.20.114.3-6]
LETTERA AD AGATHOPOUS
"Οὐαλεντῖνος δὲ ἐν τῇ πρὸς Ἀγαθόποδα ἐπιστολῇ πάντα φησὶν ὑπομείνας ἐγκρατὴς ἦν· θεότητα Ἰησοῦς
εἰργάζετο, ἤσθιεν καὶ ἔπινεν ἰδίως οὐκ ἀποδιδοὺς τὰ βρώματα. τοσαύτη ἦν αὐτῷ ἐγκρατείας δύναμις, ὥστε
καὶ μὴ φθαρῆναι τὴν τροφὴν ἐν αὐτῷ, ἐπεὶ τὸ φθείρεσθαι αὐτὸς οὐκ εἶχεν."

"Valentino dice nella lettera ad Agathopous che Gesù ha sopportato tutte le cose ed era paziente; Gesù ha
compiuto la sua divinità; mangiò e bevve in modo speciale, e il cibo non passò nel suo corpo. Tale era il
potere della sua pazienza che il cibo non era corrotto dentro di lui, perché lui stesso non era soggetto al
potere della corruzione."
[Clemente di Alessandria, Stromata, 3.7.59.3]
ANNIENTAMENTO DEL REGNO DELLA MORTE
"Οὐαλεντῖνος δὲ ἔν τινι ὁμιλίᾳ κατὰ λέξιν γράφει· ἀπ' ἀρχῆς ἀθάνατοί ἐστε καὶ τέκνα ζωῆς ἐστε αἰωνίας καὶ
τὸν θάνατον ἠθέλετε μερίσασθαι εἰς ἑαυτούς, ἵνα δαπανήσητε αὐτὸν καὶ ἀναλώσητε, καὶ ἀποθάνῃ ὁ θάνατος
ἐν ὑμῖν καὶ δι' ὑμῶν. ὅταν γὰρ τὸν μὲν κόσμον λύητε, ὑμεῖς δὲ μὴ κατα λύησθε, κυριεύετε τῆς κτίσεως καὶ
τῆς φθορᾶς ἁπάσης."
"Valentino in questa omelia scrive: Dal principio siete immortali e figli della vita eterna e avete voluto
distribuire la morte tra di voi, in modo da consumarla ed annientarla, e perché la morte potesse morire dentro
e attraverso di voi. Giacché quando liberate il mondo e non siete voi stessi liberati, governate sulla creazione
e su tutta la creazione."
[Clemente di Alessandria, Stromata, 4.13.89.2-3]
IMMAGINI E NOMI
"Οπόσον ἐλάττων ἡ εἰκὼν τοῦ ζῶντος προσώπου, τοσοῦτον ἥσσων ὁ κόσμος τοῦ ζῶντος αἰῶνοςuser. τίς οὖν
αἰτία τῆς εἰκόνος; μεγαλωσύνη τοῦ προσώπου παρεσχημένου τῷ ζωγράφῳ τὸν τύπον, ἵνα τιμηθῇ δι'
ὀνόματος αὐτοῦ· οὐ γὰρ αὐθεντικῶς εὑρέθη μορφή, ἀλλὰ τὸ ὄνομα ἐπλήρωσεν τὸ ὑστερῆσαν ἐν πλάσει.
userσυνεργεῖ δὲ καὶ τὸ τοῦ θεοῦ ἀόρατον εἰς πίστιν τοῦ πεπλασμένου."
"Per quanto un ritratto sia inferiore ad un volto reale, così è il mondo inferiore al regno vivente. quale è
dunque la causa dell'immagine? E' la maestosità del volto che ha fornito al pittore l'immagine, affinché sia
stimato con il suo stesso nome. Poiché infatti la forma non è stata trovata in modo autentico, ma il nome ha
riempito la mancanza nella formazione. E così anche Dio collabora in modo invisibile nella fede con ciò che
è stato modellato."
[Clemente di Alessandria, Stromata, 4.13.89.6 - 4.13.90.2]
SUGLI AMICI
"Οὐαλεντῖνος ἐν τῇ Περὶ φίλων ὁμιλίᾳ κατὰ λέξιν γράφει· πολλὰ τῶν γεγραμμένων ἐν ταῖς δημοσίαις
βίβλοις εὑρίσκεται γεγραμμένα ἐν τῇ ἐκκλησίᾳ τοῦ θεοῦ· τὰ γὰρ κοινὰ ταῦτα ἔστι τὰ ἀπὸ καρδίας ῥήματα,
νόμος ὁ γραπτὸς ἐν καρδίᾳ· οὗτός ἐστιν ὁ λαὸς ὁ τοῦ ἠγαπημένου, ὁ φιλούμενος καὶ φιλῶν αὐτόν."
"Valentino nell'omelia sugli amici scrive riguardo al discorso: Tutte le cose scritte nei libri pubblici si
trovano negli scritti della chiesa di Dio. Poiché queste cose comuni sono espressioni che provengono dal
cuore, una legge scritta nel cuore. Questo è il popolo dell'amato, che è amato e che lo ama."
[Clemente di Alessandria, Stromata,6.6.52.3-4]
LA PAROLA DIVINA DEL NEONATO
"Καί γαρ Οὐαλεντῖνος φάσκει έαυτόν έωρακέναι νηπιόν ἀρτιγέννητον, οὗ πυθόμενος ἐπιζήτει τίς ἄν εἴη. Ό
δέ ἀπεκρίνατο λέγων, ἑαυτόν εἶναι τόν λόγον."
"E poiché Valentino stesso dice di aver visto un bambino appena nato, gli domandò chi fosse. Lui rispose
dicendo:io sono la Parola."
[Ippolito, Contro le eresie, 6.42.2]
Preghiera dell’apostolo Paolo
(Circa due linee sono mancanti.) [...la tua luce]
Concedimi la tua misericordia!
Mio Redentore, redimimi,
perché io sono tuo.
Io sono venuto fuori da te.

Tu sei la mia mente:


conducimi fuori!
Tu sei il mio scrigno:
apriti per me!
Tu sei la mia pienezza:
accettami!
Tu sei il mio riposo:
donami la perfezione illimitata!

Io t’invoco,
Tu che sei e che eri,
nel nome che è esaltato sopra ogni nome,
per mezzo di Gesù, l'unto,
Signore dei Signori,
Re dell'eternità.
Dammi i tuoi doni,
senza rimpianti,
attraverso il Figlio dell'uomo,
lo Spirito,
il Difensore della verità.

Dammi l'autorità, te ne supplico,


guarisci il mio corpo, te ne supplico,
attraverso il predicatore del Vangelo,
e redimi la mia anima illuminata per sempre, e il mio spirito,
e rivela alla mia mente il primogenito della pienezza della grazia.

Concedimi quello che gli occhi degli angeli non hanno mai visto,
quello che le orecchie dei governanti non hanno mai udito,
e quello che non è sorto nel cuore dell'uomo,
che è diventato angelico,
a immagine del Dio psichico
quando è stato plasmato in principio.
Ho la fede della speranza.

Riversa su di me
il tuo amato, eletto e benedetto splendore,
tu che sei il primogenito, il primo generato
e il meraviglioso mistero della tua casa.

Perché tuo è il potere, la gloria, la lode e la grandezza,


nei secoli dei secoli.
Amen.

La preghiera di Paolo Apostolo.


In pace
Cristo è santo.
APPROFONDIMENTO

La preghiera dell'Apostolo Paolo è stata scritta originariamente in greco per poi venire tradotta in copto,
dialetto sahidico, tuttavia diversi sostantivi sono scritti in greco come ΝΟΥΣ, ΑΓΓΕΛΟΣ, ΠΙΣΤΙΣ ed altri
ancora, per un totale di 28 (di cui 3 verbi). La conclusione della preghiera è interamente scritta in greco.

ⲡⲣⲟⲥⲉⲩⲭⲏ ⲡⲁⲩⲗⲟⲩ ⲁⲡⲟⲥⲧⲟⲗⲟⲩ


ⲉⲛ ⲉⲓⲣⲏⲛⲏ
ⲭⲣⲓⲥⲧⲟⲥ ⲁⲅⲓⲟⲥ

Attribuita pseudoepigraficamente all'apostolo Paolo di Tarso, la preghiera è riconducibile alla scuola di


Valentino, data l'ispirazione tipicamente gnostica visibile in particolar modo nell'attribuire a Dio l'aggettivo
"psichico". (Nel testo originale in greco, ⲯⲩⲭⲓⲕⲟⲥ, ψυχικος).
Il testo presenta similitudine con altri scritti, come il Corpus Hermeticum (1.31, 5.10) e soprattutto l'incipit
delle Tre Stele di Seth (Prima Stele, 1.1).
IL TRATTATO SULLA RESURREZIONE
<1> Rheginos, figlio mio, ci sono delle persone che desiderano imparare. Hanno questo obiettivo quando
affrontano domande di difficile risposta. Se ci riescono, hanno grande stima di loro stessi. Ma non credo che
siano rimasti nella parola della Verità. Piuttosto cercano il proprio riposo, che abbiamo ricevuto dal nostro
Salvatore e nostro Signore, il Cristo. Abbiamo ricevuto il riposo quando siamo venuti a conoscere la verità e
riposato in essa. Ma dal momento che la tua gradita domanda riguarda la verità sulla resurrezione, oggi ti
scrivo per dirti. Molti non ci credono, ma alcuni la trovano. Quindi vediamo.

<2> In che modo il Signore proclamò le cose mentre era nella carne e dopo essersi rivelato come il Figlio di
Dio, errando in questo mondo in cui voi vivete e parlando della Legge della Natura, che io chiamo
Morte? Il Figlio di Dio, Rheginos, è diventato il Figlio dell'Uomo e - possedendo umanità e divinità - le ha
abbracciate entrambe, in modo che da un lato, essendo il Figlio di Dio, potesse sconfiggere la Morte e
dall'altro, essendo il Figlio dell'Uomo, potesse restaurare il Pleroma. In principio Lui era al di sopra, come un
seme di Verità, prima che il cosmo fosse creato. In questo molte sovranità e molte divinità coesistono.

<3> Lo so che sto esponendo il problema con parole complicate, ma non c'è nulla di difficile nella Parola
della Verità, anzi, perché la soluzione deve venire fuori per non rimanere nascosta e tutto sia apertamente
rivelato. Ci sono due elementi essenziali: la distruzione del male e la rivelazione dell'eletto. Questa è
l'emanazione della Verità e dello Spirito. La Grazia è la Verità.

<4> Il Salvatore ha ingoiato la morte. Devi sapere questo. Ha messo da parte il mondo che sta morendo e si è
trasformato in un Eone indistruttibile e si è alzato ingoiando il visibile attraverso l'invisibile, e ci ha concesso
la strada per la nostra immortalità. In verità, proprio come l'Apostolo ci ha detto: "Abbiamo sofferto con Lui,
ci siamo alzati con Lui e siamo entrati in cielo con Lui". Infatti siamo visibili in questo mondo quando
indossiamo Lui, che è la luce dell'Uno, e siamo tenuti tra le sue braccia fino al nostro crepuscolo, la nostra
morte in questa vita. Siamo attratti al cielo da Lui, come raggi dal sole, senza nulla che ci ostacoli. Questa è
la resurrezione dello spirito, che inghiotte l'anima e la carne.

<5> Invero, se non riesci a credere, non puoi essere persuaso. Figlio mio, tali questioni appartengono al
dominio della fede, e non all'argomentazione persuasiva, nell'affermare che i morti risorgeranno. E c'è
qualcuno tra i filosofi che crede, e che risorgerà. E - a nome della nostra fede - non indurre quel filosofo a
credere che l'uomo stia tornando al sé da solo. Abbiamo conosciuto il Figlio dell'Uomo, e crediamo che sia
resuscitato tra i morti. Noi diciamo di Lui, "Egli è il distruttore della morte”.

<6> Come Lui, in cui loro credono, è potente, così sono potenti coloro che credono. Il pensiero di coloro che
si salvano non perirà. La mente di coloro che lo hanno conosciuto non perirà. Perché siamo scelti per la
salvezza e la redenzione, perché fin dall'inizio eravamo predestinati a non cadere nella stoltezza
dell'ignoranza, ma entreremo nella saggezza di coloro che hanno conosciuto la Verità. La Verità, che loro
custodiscono, non può essere respinta né abbandonata. Il sistema del Pleroma è giovane. Una piccola parte
di esso è ciò che si è scatenato per fare il mondo. Ciò che comprende ogni cosa, il Tutto, non è venuto in
essere. Era. Quindi, mai dubitare della resurrezione, figlio mio Rheginos.

<7> In verità non eri nella carne, hai ricevuto la carne quando sei entrato nel mondo. Perché, allora, non
porterai la carne con te quando ascenderai nell'Eone? Quello che è meglio della carne, quello che è la causa
della vita, quello che esiste per il tuo bene, non è con te? Ma mentre sei nel mondo, cosa è che vuoi? Questo
è esattamente ciò che hai cercato di imparare.

<8> Dopo la nascita del corpo arriva la vecchiaia, e rimani deperibile. Hai la carenza come guadagno, perché
non pagherai quello che viene scelto se te ne andrai. La parte inferiore soffre, ma c'è misericordia per questo.
Nulla ci redime da questo mondo, ma il Tutto, che siamo noi ,è salvato. Ci è stata da una fine cioè le ultime
cose. Accettiamola così!

<9> Tuttavia, alcuni domandano se uno è salvato immediatamente quando lascia il suo corpo. Che non ci
siano dubbi a riguardo. Le parti visibili del corpo che sono morte non saranno salvate. Solo le parti che
esistono all'interno risorgeranno. Cos'è la resurrezione? È la rivelazione di coloro che sono risorti. Se ti
ricordi di aver letto nel Vangelo, che Elia apparve insieme a Mosè, non pensare che la resurrezione sia
un'illusione. Non è un'illusione. E' la verità. E' più corretto dire che il mondo è un'illusione, piuttosto che la
resurrezione che è venuta in essere a causa del nostro Signore il Salvatore, Gesù il Cristo.

<10> Cosa ti sto dicendo adesso? Coloro che vivono moriranno. Come possono vivere nell'illusione? I
ricchi sono diventati poveri e i re sono stati rovesciati. Tutto cambia. Il mondo è un'illusione. Quindi, non
lasciatemi denigrare ulteriormente le cose. La resurrezione non ha nulla di questo carattere, perché è la verità
che rimane ferma. È la rivelazione di ciò che è, della trasformazione delle cose e della transizione verso la
novità. L'incorruttibilità travolge come un'alluvione la corruzione; la luce scorre come un fiume sulle
tenebre, inghiottendo l'oscurità. Il pleroma riempie il vuoto. Questi sono i simboli e le immagini della
resurrezione. E' Lui che crea il bene.

<11> O Rheginos, non pensare parzialmente, non vivere in conformità con questa carne per il bene
dell'unanimità, ma fuggi dalle separazioni e dall'essere in catene, e hai già la resurrezione. Se sapessi che stai
per morire, anche se hai vissuto molti anni, perché non guardi in te e ti vedi risorto ora? Hai la resurrezione,
eppure vai avanti come se dovessi morire quando è solo la parte destinata a morire che è moribonda. Perché
devo sopportare la tua mancanza di esercizio? Tutti trovano una strada, e ci sono molte strade, per essere
liberato da questo elemento e non vagare senza meta nell'Errore, tutto con il fine di recuperare quello che era
all'inizio.

<12> Queste parole, che ho ricevute dalla generosità del mio Signore, Gesù il Cristo, ho insegnato a te e ai
tuoi fratelli e sorelle, che siete miei figli, non tralasciando nulla di ciò che è necessario per rafforzarvi. Se c'è
qualcosa tra queste parole scritte che è oscuro, chiedi e ti spiegherò. Non preoccuparti di consultare qualcuno
nella tua cerchia che ti può aiutare. Molti aspettano quello che vi ho scritto. A questi dico: la pace e la grazia
sia in mezzo a loro. Saluto te e chiunque ti ami con l'amore fraterno.

APPROFONDIMENTO

Scritto intorno al 180 dC in copto sahidico, anche il Trattato sulla Resurrezione è una traduzione di un testo
greco a non non pervenuto; prova ne è il fatto dell'altissimo numero di vocaboli presi in prestito, per la
precisione 78 vocaboli su 235, vale a dire il 33%.
A livello stilistico, il trattato si presenta sotto forma di lettera, scritta da un maestro al proprio discepolo
Rhginos, ma potrebbe essere anche una semplice omelia scritta nello stile tipico dell'epistolografia. La
paternità rimane anonima, dato che l'autore non si firma nè ci fornisce indicazioni a riguardo. Possimao
comunque affermare che sicuramente il trattato è stato scritto in ambiente valentiniano, principalmente per
due fattori.
1- L'uso di termini "tecnici" introdotti nel contesto cristiano dai Valentiniani come "προβολή", che significa
"emanazione", spesso unito all'ipostasi di Verità ( ⲧⲡⲣⲟⲃⲟⲗⲏ ⲛⲧⲙⲏⲉ). Altro termine importante che troviamo
nel Trattato è la parola greca "ἀποκατάστασις", apocatastasi, ossia "il riportare allo stato originale,
reintegrazione", qui riferita al Pleroma (πλήρωμα). Secondo alcuni studiosi, il termine sarebbe stato
inventato dagli Gnostici nel secondo secolo dC. Secondo Origene di Alessandria il termine si riferisce alla
"redenzione universale delle anime dopo la purificazione in Paradiso".
2- Lo stile elegante, pulito, semplice richiama inevitabilmente al Vangelo della Verità, appartenente allo
stesso codice del Trattato sulla Resurrezione, così come le affinità a livello teologico e il richiamo ad una
tradizione Cristologica "segreta". Tutto farebbe pensare che l'autore sia la stessa persona, ergo anche il
Trattato sarebbe stato scritto da Valentino stesso o comunque dallo stesso autore.

Interessante notare anche la fusione di elementi cristiani, platonici e gnostici.


Il Trattato è fortemente Cristocentrico. Il Signore, il Salvatore, Gesù Cristo è la base della resurrezione, della
speranza e maestro di Verità. Essendo preesistito come Seme di Verità, è venuto nel mondo, si è incarnato, ha
sopportato la sofferenza e la morte. Ma attraverso la sua natura divina ha inghiottito la morte, cioè l'ha
sconfitta, per poi trasformarsi in un essere immortale ed ascendere al cielo. E' solo attraverso Gesù Cristo che
la resurrezione è venuta in essere, che la via per l'immortalità è stata aperta e che coloro che hanno fede
riceveranno il riposo. Non viene mai menzionato in tutto il Trattato il Padre, Dio, ma solo Gesù Cristo. La
valenza cristiana è accentuata altresì dall'importanza della fede vista come accettazione della realtà della
resurrezione di Cristo dal regno dei morti, tuttavia l'uomo non può essere persuaso che la resurrezione è vera.
Lo gnosticismo valentiniano emerge in tutta la sua forza nel concetto stesso di resurrezione, che è solo ed
esclusivamente spirituale. In termini di cosmologia, il Pleroma, che include il Tutto, il Salvatore e le sue
emanazioni preesistevano al disfacimento che ha portato alla creazione del mondo. Tale disfacimento è
risultato in una mancanza nel sistema del Pleroma, una mancanza che solo il Salvatore può correggere
attraverso l'apocatastasi. Il mondo è visto negativamente, un'illusione sotto il controllo di forze ostili.
Di influenza fortemente platonica è la divisione tra un mondo intellegibile ed uno sensibile nonché il
concetto di preesistenza dell'anima. Un ulteriore approfondimento merita la parola φαντασία (phantasia),
ripetuta più volte nel paragrafo <9> e tradotta come "illusione". Per Platone il termine indicava un'amalgama
della conoscenza che nasce attraverso il pensiero con la percezione dei sensi. Una conoscenza empirica,
intesa da Platone come conoscenza inferiore in contrasto con l'eterno e immutabile mondo delle idee. Ne
risulta evidente la forte influenza sul pensiero diValentino.
TRATTATO TRIPARTITO

PRIMA PARTE
1 - INTRODUZIONE

Poiché dobbiamo parlare delle cose superiori, è giusto cominciare con il Padre, che è la radice del Tutto,
colui da cui abbiamo ricevuto la grazia di parlare di Lui.

2 – IL PADRE

Egli esisteva quando non c'era nulla all'infuori di Lui. Il Padre è un'unità, come un numero, perché Lui è il
primo e colui che è solo se stesso. Eppure non è come un individuo solitario. Altrimenti, come potrebbe
essere padre? Poiché ogni volta che c'è “un padre", ne consegue che c'è un “figlio". Ma l'unità, che solo è il
Padre, è come la radice di un albero con rami e frutti. Si dice di lui che è Padre, in senso proprio, poiché è
incomparabile e immutabile, essendo unico ed essendo Dio. Nessuno è un dio per lui, nessuno è un padre per
lui. Essendo ingenerato, non c'è nessuno che lo ha generato, né qualcuno che lo ha creato. Perché chi è padre
di qualcuno o il suo creatore, lui, anche, ha un padre e un creatore, tuttavia - in senso proprio - costui non è
un padre, non è un dio, avendo a sua volta qualcuno che lo ha generato e lo ha creato. Padre e Dio nel senso
corretto è soltanto colui che nessun altro ha generato, mentre egli ha generato e creato il Tutto. È senza inizio
e senza fine.

Non solo non ha fine - Lui è immortale per il fatto di essere ingenerato - ma è anche immutabile nella sua
eternità, nella sua essenza, nella sua fermezza e nella sua grandezza. Né si priverà di ciò che è, né alcuno lo
costringerà a subire una fine contro il suo volere. Non ha avuto nessuno che ha preceduto la sua esistenza.
Così, egli stesso è immutato e nessun altro potrà privarlo di quello in cui è, di quello che è, quello in cui
esiste e la sua grandezza. Né si discosterà da ciò che è, né è possibile cambiarlo in una forma diversa, o
ridurlo, trasformarlo o diminuirlo - dato che è così nel senso più pieno della verità - egli è inalterabile,
immutabile, l'immutabilità lo riveste.

Non solo è colui che è detto "senza un principio" e "senza una fine", perché è ingenerato e immortale, ma
non avendo principio né fine, è irraggiungibile nella sua grandezza, imperscrutabile nella sua saggezza,
incomprensibile nella sua potenza, e insondabile nella sua dolcezza.

Nel senso giusto, lui solo è il buono, il Padre non generato, colui che è senza mancanza e perfetto. Egli è la
pienezza, pieno di tutta la sua prole, di ogni virtù e di tutto le qualità. E lui ha di più, cioè, la mancanza del
male, così si scoprirà che egli possiede e concede tutto quello che possiede, essendo lui stesso irraggiungibile
e instancabile nel dare, essendo ricco in ciò che dà, e si riposa nei favori che liberamente concede.

Tale, dunque, è Lui, il suo carattere, la sua grandezza, nessuno può coesistere con lui dal principio; né c'è un
luogo in cui egli è, o da cui è venuto fuori, o in cui andrà; né esiste un archetipo, che usa come modello
mentre opera; né c'è alcuna difficoltà che lo accompagna in quello che fa; né vi è alcuna materia che sia a sua
disposizione, dal quale crea ciò che crea; né alcuna sostanza immanente da cui genera ciò che genera; né un
aiutante con lui che opera sulle cose cui opera. Dire qualcosa di questo tipo è da ignorante. Piuttosto, in
quanto buono, senza difetti, perfetto, completo, egli stesso è il Tutto.

Nessuno dei nomi che sono concepiti o parlati, visti o afferrati - nessuno di loro si applica a Lui, anche se
sono i più brillanti, eminenti e onorati. Tuttavia, è possibile pronunciarli per la sua gloria e onore, secondo la
capacità di ciascuno di coloro che lo glorificano. Eppure, per quanto riguarda lui, nella sua stessa esistenza,
essere e forma, è impossibile per la mente concepirlo, né può la parola esprimerlo, né può l'occhio vederlo,
né può il corpo afferrarlo, a causa della sua grandezza imperscrutabile, la sua profondità incomprensibile, e
la sua smisurata altezza, e la sua volontà illimitata.
Questa è la natura del non generato: crea dal nulla, non collabora come ciò che è limitato. Piuttosto, Egli
possiede questa costituzione, senza avere una figura o una forma, che si comprende attraverso la percezione,
per questa ragione è detto "incomprensibile". Se è incomprensibile, allora ne consegue che è non conoscibile,
cioè incomprensibile a qualsiasi pensiero, invisibile ad ogni cosa, inesprimibile a qualsiasi parola, intangibile
a qualsiasi mano. Egli solo conosce se stesso come è, insieme con la sua forma, la sua grandezza e la sua
grandezza. Egli solo ha la capacità di comprendersi, vedersi, nominarsi, comprendersi, Egli solo è la sua
mente, il suo occhio, la sua bocca, la sua forma, Egli solo è colui che si comprende, che si vede, che si
esprime, che si afferra. è inconcepibile, ineffabile, incomprensibile, immutabile. Quello che concepisce, che
vede, che esprime è nutrimento, piacere, verità gioia, riposo Egli trascende ogni saggezza ed è superiore ad
ogni intelletto, ogni gloria, ogni bellezza, ogni dolcezza, ogni grandezza, ogni profondità e ogni altezza.

Inconoscibile è la natura di colui cui concernono tutte le grandezze delle quali ho parlato, ma se,
nell'abbondanza della sua dolcezza, vuole concedere la conoscenza, così che possa essere conosciuto, ha la
capacità di farlo. Ha il suo potere, che è la sua volontà. Ora, però, lui che è grande, lui che è la causa della
generazione di tutti nella loro esistenza eterna, rimane in silenzio.

È nel senso giusto che genera se stesso come ineffabile, poiché solo lui si è generato da solo, dal momento
che si concepisce e si conosce così come è, degno di ammirazione, gloria, onore e lode, che lui produce a
causa della sua sconfinata grandezza, la sua irrintracciabile saggezza, il suo potere incommensurabile e la sua
dolcezza impossibile da gustare. E' colui che si proietta in questo tipo di generazione, ricevendo amabile ed
ammirabile gloria e preghiera; è colui che glorifica se stesso, si meraviglia, si onora, si ama; colui che ha un
figlio, che sussiste in lui, che è silenzioso in lui, che è l'ineffabile nell'ineffabile, l'invisibile, l'inafferrabile,
l'inconcepibile nell'inconcepibile. Così, egli esiste in lui per sempre. Così Egli è eternamente il Padre, come
abbiamo menzionato prima, in modo ingenerato; è colui che conosce se stesso, che ha generato da un
pensiero, che è il pensiero di se stesso, cioè la percezione di se stesso che è il [fondamento] della sua
costituzione eterna. Questo è, tuttavia, nel senso giusto, il silenzio e la saggezza e la grazia, designata
correttamente in questo modo.

3-IL FIGLIO E LA CHIESA

Proprio come il Padre esiste in senso proprio, colui prima del quale non esiste nessun altro, e colui dopo il
quale non c'è un altro non generato, così anche il Figlio esiste in senso proprio, colui prima del quale non c'è
altro, e dopo il quale non esiste altro. Pertanto, egli è un primogenito e il Figlio unico, primogenito perché
nessuno esiste prima di lui e Figlio unico perché nessuno è dopo di lui. Inoltre ha il suo frutto, colui che è
inconoscibile a causa della sua immensa grandezza. Eppure voleva essere conosciuto, a causa della sua
abbondate dolcezza. E ha rivelato il potere inspiegabile, e ha combinato con esso la grande abbondanza della
sua generosità.

Non solo il Figlio esisteva fin dall'inizio, ma anche la Chiesa esisteva fin dall'inizio. Ora, chi pensa che la
rivelazione che il Figlio è Figlio unico si oppone all'affermazione (sulla Chiesa) a causa del mistero
intrinseco della questione, non è così. Così come il Padre è un’unità e si è rivelato come Padre solo per lui,
così anche il Figlio si trovò ad essere un fratello per lui solo, essendo egli non generato e senza inizio. Si
meraviglia di se stesso, insieme al Padre, e lui lo glorifica, lo onora e lo ama, ed è colui che concepisce come
Figlio, secondo le disposizioni: "senza inizio" e "senza fine". Così stanno le cose, ben salde. Essendo
innumerevoli e illimitate, le sue procreazioni, coloro che esistono, sono indivisibili. Sono venute in essere dal
Figlio e il Padre, come dei baci, a causa della moltitudine di coloro che si baciano a vicenda con un pensiero
buono e insaziabile, essendo il bacio un’unità, sebbene comporti molti baci. Questo bacio è la Chiesa,
composta da molti uomini, che esiste prima degli eoni, che è chiamata giustamente "gli eoni degli eoni".
Questa è la natura degli spiriti santi imperituri, su cui riposa il Figlio, poiché è la sua essenza, proprio come il
Padre riposa sul Figlio.

4-EMANAZIONI DELL'EONE

[...] la Chiesa esiste nelle disposizioni e nelle proprietà in cui il Padre ed il Figlio esistono, come ho detto
dall'inizio. Pertanto essa sussiste anche nelle procreazioni di innumerevoli eoni. E procreano in numero
incalcolabile, secondo le proprietà e le disposizioni in cui (la Chiesa) esiste. Questi comprendono la sua
comunità che formano l'uno con l'altro, che provengono dal Padre e sono diretti verso il figlio, per la cui
gloria esistono. Pertanto, non è possibile per la mente comprenderli - essi erano la perfezione di quel luogo.
Né la parola può esprimerli, perché sono ineffabili, innominabili e inconcepibili. Solo loro hanno la capacità
di nominarsi e di concepire se stessi. Perché essi non sono stati seminati in questi luoghi.

Coloro che appartengono a quel luogo sono ineffabili e innumerevoli nel sistema della parola. Ed è il modo e
la forma, la gioia, la felicità dell'ingenerato, che è innominato, innominabile, inconcepibile, invisibile,
inafferrabile. È la pienezza della paternità, in modo che la sua abbondanza è divenuta procreazione. [...] degli
eoni esistevano da sempre nel pensiero del Padre, e lui era come un pensiero e un posto per loro. Quando le
loro generazioni furono stabilite, colui che possiede ogni potere ha voluto dirigere e portare ciò che era
carente nel [...] e ha generato quelli che erano in lui. Ma rimanendo ciò che è, divenne una sorgente che non
si impoverisce nonostante l'acqua che sgorga da essa. Fino a quando erano nel pensiero del Padre, cioè nella
profondità nascosta, la profondità certo li conosceva, ma loro non erano in grado di conoscere la profondità
in cui si trovavano; né era possibile per loro conoscere se stessi, né conoscere qualsiasi altra cosa. Cioè, loro
esistevano con il Padre; ma non esistevano per loro stessi. La loro esistenza era come un seme, così che
esistevano come un embrione. Egli li generò alla stessa maniera della Parola, che esiste allo stato seminale
prima che coloro che saranno generati siano venuti in essere. A causa di questo il Padre aveva previsto non
solo che esistessero per lui, ma anche per se stessi, che esistessero nel suo pensiero come sostanza mentale e
che esistessero anche per loro stessi. Seminò un pensiero come un seme di conoscenza, così che sapessero
quello che esiste per loro. Ha mostrato grazia e dato la forma iniziale affinché potessero comprendere chi è il
Padre che esiste per loro. Ha dato loro il nome "Padre" per mezzo di una voce che proclama loro che colui
che esiste, esiste attraverso quel nome che essi hanno in virtù del fatto che sono venuti in essere. Tuttavia non
hanno realizzato la magnificenza nel nome.

Nella sua forma embrionale, il bambino ha quello di cui abbisogna senza aver mai visto colui che lo ha
seminato. Pertanto, essi avevano il solo compito di cercarlo, realizzando così che egli esiste e desiderando
scoprire che cosa è che esiste. Poiché, tuttavia, il Padre è perfetto e buono, non li ascoltò e invece di tenerli
per sempre nei suoi pensieri concesse loro di esistere per se stessi. Così mostra loro la grazia permettendogli
di capire colui che esiste, cioè colui che conosce se stesso da sempre, [colui che diede loro la] forma per
conoscere colui che esiste e come sono stati generati in questo luogo. Chi nasce nella luce può vedere coloro
che lo hanno generato.

Il Padre ha creato tutto, come un bambino piccolo, come una goccia da una sorgente, come un bocciolo da
una vite, come un [...] germoglio, che ha bisogno di nutrimento, crescita e perfezione. Ha trattenuto per un
certo tempo la perfezione. Colui che lo ha pensato e lo ha posseduto fin dall'inizio, e lo ha visto, ma l'ha
nascosto a coloro che per primi furono generati da lui. Non per invidia, ma perché gli eoni non ricevessero la
loro perfezione sin dall'inizio e non si innalzassero nella gloria fino al Padre, e pensassero che tutto questo
fosse merito loro. Ma proprio come egli volle concedere loro l'esistenza, così anche volle conferire loro un
pensiero perfetto e benefico, così che potessero diventare perfetti.

Colui che fece sorgere come una luce per coloro che sono stati generati da lui, colui da cui prendono il loro
nome, è il Figlio, che è pieno, perfetto, impeccabile. Egli lo ha creato in unione con colui che emanava da lui
[…] ricevendo gloria insieme a lui dal Tutto, a seconda di come viene accolto. E questa non è la sua vastità,
perché non lo hanno ancora accolto, ma rimane come è, nella sua maniera, nella sua forma, nella sua
grandezza. Anche se è possibile per loro vederlo e parlare di ciò che sanno di lui, dato che essi si avvolgono
in lui e lui li avvolge e possono raggiungerlo. Lui, tuttavia, è come è, l’incomparabile. Affinché possa
ricevere gloria da ognuno, il Padre si rivela, e poiché nella sua ineffabilità è nascosto ed invisibile, è
ammirato nella mente. Pertanto, la grandezza della sua magnificenza consiste nel fatto che parlano di lui e lo
vedono, mentre cantano inni a lui a causa della sua traboccante dolcezza, in gratitudine. E proprio come le
meraviglie dei silenzi sono procreazioni eterne e prole della mente, così anche le disposizioni della parola
sono emanazioni spirituali. Ambedue appartengono alla parola, sono semi e pensieri della sua prole e radici
che vivono per sempre, che si manifestano come prole proveniente da lui, essendo menti e prole spirituale
alla gloria del Padre.

Non c’è bisogno di voce - loro sono spiriti dell'intelletto e della parola - né c'è bisogno di un lavoro su ciò
che desiderano fare, ma nella forma in cui lui era, così sono coloro che sono stati generati da lui, producendo
tutto ciò che desiderano. E quello cui pensano, e di cui parlano, e colui verso il quale tendono, nel quale
sono, e colui che lodano, glorificandolo, lo hanno come figlio. Perché questo è il potere della procreazione,
come quelli dai cui sono venuti, secondo la loro reciproca assistenza, poiché si aiutano a vicenda come quelli
non generati.

Il Padre, nella sua trascendenza sul Tutto, è sconosciuto e incomprensibile, ha tale grandezza e maestosità
che, se si fosse rivelato prima, immediatamente, a tutti i più glorificati tra gli eoni da lui derivati, sarebbero
morti. Pertanto, ha trattenuto il suo potere e la sua imperturbabilità in se stesso, rimanendo ineffabile e
innominabile e trascendendo ogni intelletto e ogni parola. Tuttavia estese se stesso, diffondendosi. E' lui che
ha dato stabilità, un luogo, una dimora al Tutto, che è il suo nome, attraverso il quale lui è il Padre del tutto, a
causa del suo soffrire per coloro che esistono, avendo seminato se stesso nel loro pensiero, affinché potessero
cercare quello che eccede il loro intendimento, riflettendo su quello che è e cercando quello che era. Questo è
stato dato loro come delizia, nutrimento, gioia e abbondanza di illuminazione, che è la sua compassione la
sua conoscenza, la sua commistione con loro. Costui è chiamato ed è il Figlio, lui è il Tutto, e loro sanno che
Egli è, colui che si veste da solo. Questo è colui che è chiamato “Figlio” e del quale capiscono che esiste e
colui che cercavano. Questi è colui che esiste, come Padre, colui del quale non possono parlare, colui che
non comprendono. Egli è colui che per primo è venuto in essere.

E' impossibile per chiunque concepirlo o pensarlo. Nessuno può avvicinarsi all'Altissimo, verso colui che per
primo esisteva. Ma tutti i nomi concepiti o che parlano di lui sono generati nella gloria, come una traccia di
lui, secondo la capacità di ciascuno di coloro che lo glorificano. Ora colui che è sorto da lui si è esteso per la
procreazione e la conoscenza del Tutto, lui è tutti questi nomi, senza falsità, ed è veramente l'unico primo
uomo del Padre. Costui è colui che io chiamo la forma di colui che non ha forma, il corpo dell'incorporeo, il
volto dell'invisibile, la parola dell'inesprimibile, la mente dell'inconcepibile, la sorgente che da lui sgorga,
la radice di coloro che sono piantati, il Dio di coloro che esistono, la luce di coloro che illumina, il volere di
coloro che ha voluto, la provvidenza di coloro per i quali si preoccupa, l'intelligenza i coloro che ha reso
intelligenti, la forza di coloro ai quali dà forza, l'unione di coloro con cui è presente, la rivelazione delle cose
che sono cercate, l’occhio di coloro che vedono, il respiro di coloro che respirano, la vita di coloro che
vivono, l'unità di coloro che sono mescolati.

Come il Tutto è interamente nel singolo, rivestito completamente di sé nel suo solo ed unico nome col quale
non è mai chiamato. E in questo unico modo sono ugualmente l'unità e il Tutto. Egli non è diviso nel corpo,
né è separato dai nomi che ha, così che è una cosa in questo modo e un'altra in un altro modo, né cambia con
i nomi che possiede, essendo ora questo e un altro momento quello, così che ora è uno e un altro in un altro
momento, ma è sempre unico. Egli è uno del Tutto eternamente allo stesso tempo. Lui è quello che tutti loro
sono; come Padre del Tutto, anche il Tutto è lui. Perché è colui che è conoscenza per se stesso ed è ognuna
delle sue qualità. Lui ha i poteri, è l'occhio tramite il quale percepisce tutto quello che sa, vedendo tutto in se
stesso , e avendo un figlio e una forma. Innumerevoli ed inaudibili sono pertanto i suoi poteri e le sue qualità,
a causa della generazione con la quale egli li genera. Innumerevoli e indivisibili sono le generazioni delle sue
parole, dei suoi ordini, del suo Tutto. Egli le conosce, le cose che lui stesso è, dal momento che sono nel
nome unico, e sono tutte che parlano in lui. Egli è produttivo, così che loro esisteranno nell'unità, secondo le
loro qualità individuali. E non rivelò la sua molteplicità al Tutto in una sola volta, né rivelò la sua
uguaglianza a coloro che derivano da lui.

5 – VITA DELL'EONE

Tutti coloro che sono derivati da lui, cioè gli eoni degli eoni, sono emanazioni, procreazioni di una natura
generatrice; anche loro procreano attraverso la loro natura generatrice la gloria del Padre, così come egli è
stato per loro causa della loro esistenza. Questo è ciò che abbiamo detto in precedenza, cioè lui che crea gli
eoni come radici e sorgenti e padri. Perché loro glorificano colui al quale danno gloria. Perché hanno
conoscenza e saggezza e si sono resi conto che sono stati generati dalla conoscenza e dalla saggezza del
Tutto. Loro avrebbero creato una gloria che era solo una sembianza del Padre, lui che è il Tutto, se gli Eoni si
fossero elevati per dare onore secondo il proprio potere. Pertanto, nel canto della glorificazione e nel potere
dell’unità di colui da cui sono derivati, essi furono attirati in una reciproca fusione, ad una unione, ad una
unità. Hanno offerto la gloria degna del Padre dalla pienezza della chiesa, immagine unica sebbene
molteplice, perché è stata generata per la gloria dell'unico e perché sono derivati verso colui che è se stesso
nel Tutto. Ora, questa era una lode dagli Eoni verso colui che ha creato il Tutto, primo frutto degli immortali
ed essere eterno, perché, quando fuoriuscì dagli eoni viventi, è perfetto e pieno a causa di colui che è perfetto
e pieno. Egli li ha lasciati perfetti e pieni, avendo essi glorificato in modo perfetto attraverso la fratellanza.
Perché così come loro glorificarono il Padre perfetto, lui restituisce la gloria a coloro che lo glorificano, in
modo da manifestarsi loro per ciò che è.

La causa che ha comportato per loro la seconda gloria è quella che è stata loro restituita dal Padre quando
capirono la grazia dalla quale hanno fruttificato l'uno con l'altro grazie a Lui. Proprio così come furono creati
nella gloria per il Padre, così anche per apparire perfetti si manifestarono nella gloria. Sono Padri della terza
gloria in accordo con il libero volere ed il potere che è stato generato con loro, senza che ognuno di loro sia
in ogni individuo, così da glorificare nell'unità quello che Lui desidera.

Perché sono il primo e il secondo e quindi entrambi sono perfetti e pieni, perché sono manifestazioni del
Padre che è perfetto e pieno, così come perfetti sono coloro che sono stati generati quando glorificavano il
perfetto. Il terzo frutto tuttavia è la gloria della volontà di ogni eone e di ogni qualità. Il Padre ha il potere,
come una pienezza perfetta che deriva dall'unione in accordo con ognuno degli Eoni. Questo è ciò che vuole
e ciò di cui è capace quando glorifica il Padre.
.
Per questo motivo essi sono intelletto degli intelletti, sono in verità parole delle parole, anziani di anziani,
livelli di livelli, allineati l'uno sopra l'altro. E ognuno di coloro che danno gloria ha il suo posto e il suo
livello e la sua dimora e il suo riposo, che consiste nella gloria che egli crea.
.
Tutti coloro che glorificano il Padre hanno la loro eterna procreazione - essi generano con reciproco accordo
– poiché le emanazioni sono illimitate e incommensurabili e dal momento che non c'è gelosia da parte del
Padre verso coloro che sono derivati da lui affinché riproducano qualcosa di uguale o simile a lui. Egli è
colui che esiste nel Tutto, procreando e rivelandosi, e chi desidera rendere padre di coloro dei quali lui stesso
è Padre, e dio di coloro dei quali è Dio, e li rende dei Tutto, di cui Egli è il Tutto. E là sono tenuti tutti i
grandi nomi che sono condivisi dagli angeli generati nel mondo e dagli arconti, anche se non hanno alcuna
somiglianza con gli esseri eterni.

L’intero sistema degli eoni ha un amore e un desiderio per la perfetta, completa scoperta del Padre e questo è
la loro irreprensibile unione. Sebbene lui manifesti se stesso, il Padre non desiderava che lo conoscessero
eternamente, ma si concesse per essere meditato, per essere cercato, mantenendo per se stesso la sua parte
imperscrutabile grazie alla quale preesisteva.

E' lui, il Padre, che ha dato impulsi radicali agli eoni, così che loro sono tappe sul tranquillo cammino che
conduce fino a lui, come verso una scuola di comportamento. Egli ha esteso loro fede e fiducia in colui che
non vedono, una ferma speranza in colui che non concepiscono, un amore fertile che guarda verso colui che
non vedono, una comprensione eternamente piacevole della mente, una benedizione che è ricchezza e libertà,
una saggezza di colui che desidera, col suo pensiero, la gloria del Padre.

E' nella virtù della sua volontà che il Padre, colui che è glorificato, è conosciuto, lo spirito che respira nel
Tutto e dà loro l'idea di cercare oltre l'ignoto, proprio come una persona, attratta da un piacevole aroma,
cerca da dove proviene quella fragranza, dato che la fragranza del Padre sorpassa gli aromi comuni. La sua
dolcezza lascia gli eoni in un indescrivibile piacere e dà loro l'idea di mescolarsi con colui che vuole che loro
lo conoscano nell’unità e si aiutino l'uno con l'altro nello spirito che è seminato in loro. Posti in una grande e
potente inspirazione, si rinnovano in modo inesprimibile, poiché è impossibile per loro separarsi nella
sconsideratezza dalla quale sono stati collocati, perché loro non parlano, tacendo sulla gloria del Padre, su
colui che ha il potere di parlare e tuttavia prenderanno forma da lui. Egli si è rivelato, anche se è impossibile
parlare di lui. Lui è nascosto nel loro pensiero, derivante da Lui. Per questo motivo loro, da una parte,
tacciono il modo in cui il Padre è nella sua forma e nella sua natura e nella sua grandezza, mentre, dall'altra
parte, gli eoni sono divenuti degni di conoscerlo attraverso il suo Spirito. Perché egli è innominabile e
irraggiungibile, ma si dona loro affinché possano concepirlo e parlare di lui attraverso il suo Spirito, che è il
cammino della ricerca di lui.

Ognuno degli Eoni è un nome, cioè ognuna delle proprietà e dei poteri del Padre, dal momento che esiste in
molti nomi, che sono mescolati e armoniosi tra di loro. E' possibile per loro parlare di lui a causa della
ricchezza della parola, sebbene il Padre sia un nome unico, perché è un'unità, tuttaiva è innumerevole nelle
sue proprietà e nei suoi nomi.

L’emanazione del Tutto, che esiste da colui che esiste, non si è verificata secondo una reciproca separazione,
come se fosse la separazione da Lui ad averli creati, piuttosto la loro procreazione è stata come un processo
di estensione, come il Padre si estende verso coloro che ama, in modo che anche coloro che sono stati
generati da lui possano esistere.
Proprio come l'attuale Eone, sebbene un’unità, è diviso in unità di tempo e le unità di tempo sono divise in
anni e gli anni sono divisi in stagioni e le stagioni in mesi e i mesi in giorni e i giorni in ore e le ore in
momenti, così anche l’Eone della Verità, poiché è unità e molteplicità, viene glorificato nei piccoli e nei
grandi nomi secondo la loro capacità di comprenderlo - per mezzo di immagini - come una sorgente che
rimane ciò che ma scorre in fiumi e laghi e canali e acquedotti, o come una radice che si espande sotto gli
alberi dai rami carichi di frutta, come un corpo umano, che è diviso in modo indivisibile in membra di
membra, membra primarie e secondarie, grandi e piccole.

6-LA GENERAZIONE IMPERFETTA DEL LOGOS

Gli Eoni furono creati in accordo con il terzo frutto, attraverso l'autonomia della volontà e della saggezza che
Egli concesse loro, benevolmente, per il loro pensiero. Ogni volta che desiderano onorare colui che è sorto
da un unione, che è stato prodotto per parole di gloria per ciascuna delle pienezze, ogni volta che desiderano
onorare il Tutto, ogni volta che desiderano onorare chi è già andato più in alto del loro livello o luogo, allora
lui ottiene ciò che ha desiderato da colui che è situato nel nome superiore e nel luogo superiore, e ascende a
ciò che è a lui superiore. Egli genera, per così dire, se stesso, e genera se stesso con ciò che è. E si rinnova
insieme a colui che andò a lui da suo fratello, e lo vede e lo supplica su questa cosa, vale a dire, che colui che
voleva innalzarsi a lui potesse avere successo. Colui che ha voluto onorare non gli dice nulla su questo,
tranne solo che c'è un limite alla parola nella pienezza, per renderli silenziosi circa l'incomprensibilità del
Padre, ma parlano del fatto che desiderano comprenderlo. Accadde che uno degli eoni cercò di afferrare
l’incomprensibile e dare gloria ad esso e soprattutto all’ineffabilità del Padre. Era il Logos dell’unità,
sebbene non venisse dall'unione del Tutto, né da colui che le ha generate, cioè colui che ha generato il Tutto,
il Padre.

Questo eone era uno di quelli ai quali era stata data la saggezza, ognuno dei quali preesisteva nel pensiero del
Padre. Lui vuole che siano generati. Pertanto, ha ricevuto una natura saggia al fine di scrutare il fondamento
nascosto, dal momento che è un frutto saggio. Il libero arbitrio che è stato generato con il Tutto è stata per
costru la causa per fare ciò che desiderava, senza che nulla lo trattenesse.

L’intenzione, quindi, del Logos era buona, perché si era affrettato a glorificare il Padre, anche se aveva
intrapreso qualcosa al di là delle sue possibilità, dal momento che voleva generare colui che fosse perfetto,
da una unione non condivisa e senza averne il consenso.

Questo eone fu l’ultimo ad essere generato per accordo reciproco, ed era il più giovane. E prima di generare
qualcosa per la gloria della volontà, e in accordo con il Tutto, egli ha agito con consapevolezza, mosso da un
amore traboccante, e si affrettò verso ciò che è posto nella sfera della gloria perfetta. Questo Logos non fu
generato senza la volontà del Padre né fu senza di lui che si affrettò. Al contrario, il Padre lo aveva generato
per tutte quelle cose di cui sapeva essere giusto che venissero in essere.

Il Padre e il Tutto si allontanarono da lui, affinché il confine posto dal Padre fosse stabile – non tanto
dall'irraggiungibilità quanto dal volere del Padre - inoltre (si ritirarono) in modo che le cose che sono venute
in essere potessero diventare un'economia che sarebbe venuta in essere nella manifestazione della pienezza
Pertanto, non è opportuno criticare il movimento che è il Logos, ma è opportuno dire circa il movimento del
Logos come causa dell’economia predestinata a realizzarsi.

Il Logos generò se stesso come perfetta unità, per la gloria del Padre, che lo aveva voluto ed era contento di
lui. Ma quelle cose che voleva afferrare e conseguire le generò come ombre, come somiglianze, come
imitazioni, perché non poteva sostenere la vista della luce, ma guardò nella profondità e dubitò. A causa di
questo ha subito una divisione ed una svolta. Dal dubbio e della divisione sorse l'oblio e l’ignoranza di se
stesso e di ciò che è.

Il suo innalzarsi verso l'alto e la sua aspettativa di comprendere l’incomprensibile divenne risoluta per lui ed
era in lui. Ma le malattie che seguirono quando andò oltre se stesso, derivarono dal dubbio, cioè dalla sua
incapacità ad avvicinarsi alla gloria del Padre, quello la cui altezza è senza fine. Questa non la raggiunse
perché non poteva contenerla.

Colui che generò se stesso come eone dell'unità si precipitò verso ciò che è suo, verso la sua parentela nella
pienezza. Abbandonò quello che era venuto in essere nel difetto, le cose che aveva generato in modo
immaginario, dato che non gli appartenevano.

Dopo aver generato se stesso, e si era generato come perfetto, è diventato debole come una natura femminile
che ha abbandonato la sua controparte virile.

Perché tutte quelle cose che vennero in essere dal suo pensiero e dalla sua arroganza sono il risultato della
sua mancanza, pertanto il suo essere perfetto lo ha lasciato e si è elevato presso coloro che sono suoi. Rimase
nella pienezza come ricordo per lui che era stato salvato dalla sua arroganza.

Colui che si slanciò verso l’alto e colui che lo attirò a sé non era sterili, ma generò un frutto nella pienezza,
così da distruggere coloro che erano venuti in essere dalla mancanza.

Perché coloro che sono venuti in essere dal presuntuoso pensiero che ricorda le pienezze di cui sono
imitazioni, somiglianze, ombre, fantasie, abbandonati dal Logos e dalla luce, appartenenti ad un pensiero
vuoto, prole di nessuno. Pertanto, proprio come la loro origine deriva da ciò che non è, così anche la loro fine
sarà quella di ritornare a ciò che non sarà. Ma nei loro occhi essi esistono come grandi e potenti, più belli dei
nomi che li adornano, che sono le loro ombre, rese belle grazie all'imitazione. Perché la somiglianza prende
la sua bellezza da quello di cui è una copia.

Pensavano di loro stessi che erano gli unici esseri giunti nell'esistenza da soli, senza inizio, dal momento che
non vedevano nient'altro a loro preesistente. Pertanto, si mostrarono disobbedienti e ribelli, e non si
sottomisero a colui a causa del quale sono venuti in essere.

Volevano comandare gli uni sugli altri, superandosi l'un l'altro nella loro vana ambizione, mentre la gloria
che possedevano contiene una causa del sistema che doveva venire in essere.

Essendo somiglianze delle cose che sono superiori, si sono alzati a una brama di dominio, ciascuno di essi
secondo la grandezza del nome di cui non è che un’ombra, ognuno immaginando di essere superiore ai
propri simili.

Il pensiero di costoro non rimase sterile, ma secondo il modello di cui sono ombre, tutto ciò cui pensavano
lo ebbero come figlio promesso; quelli ai quali pensavano lo hanno come prole. Pertanto, fu numerosa la
prole che generarono, combattenti, guerrieri, disturbatori, ribelli, disobbedienti amanti del potere e altri di
questo tipo generati da questi.

7-LA CONVERSIONE DEL LOGOS

Il Logos era la causa delle cose che sono accadute. Divenne ancor più disperato. Era sbalordito. Invece della
perfezione, vide mancanza. Invece di unificazione, divisione. Invece di stabilità, disordine. Invece di riposo,
tumulti. Né era possibile per lui farli smettere dall’amare i disordini, né era possibile per lui distruggerli. Era
completamente impotente, una volta che il suo Tutto e la sua elevazione lo abbandonarono.

Coloro che erano venuti in essere non conoscevano se stessi, non conoscevano la pienezza dalla quale erano
derivati e non conoscevano colui che era la causa della loro esistenza.

Il Logos, essendo in condizioni così instabili, non ha più cercato di generare nulla come emanazioni, le cose
che sono nella pienezza e che esistono per la gloria del Padre. Piuttosto, ha generato piccole cose deboli,
inferme, da cui anche lui era ostacolato. Era la solitaria imitazione dell’indole che divenne la causa delle cose
che non esistono fin dall'inizio.

Produsse queste cose in tal modo da causare carenza, fino a quando condannò coloro che erano venuti in
essere a causa di lui in contrasto con la ragione. Questa è la condanna che è diventata un giudizio, diretto
fino alla distruzione di loro che si sono opposti al giudizio e che l'ira persegue. Ma l'ira è alleata e redentrice
del loro sentimento e della loro ribellione, poiché da essa nasce la conversione che è chiamata pentimento. Il
Logos si volse verso sentimenti e pensieri differenti. Allontanatosi dal male, si volse verso il bene. La
conversione fu seguita dal ricordo delle cose che esistono e la preghiera per colui che si convertì al bene.
Fu colui che era nella pienezza che per primo lo supplicò e lo ricordò; poi i suoi fratelli, uno per uno, uno
parte del Tutto con l’altro, poi tutti loro insieme; ma prima di tutti loro, il Padre. La preghiera della supplica è
stata di aiuto per lui nel ritorno a se stesso e al Tutto, poiché si ricordò di coloro che preesistevano, e loro di
lui. Questo è il pensiero che grida da lontano, riportandolo indietro.

Tutte le sue preghiere e il suo ricordo erano numerosi poteri secondo tale limite. Perché non c’è niente di
sterile nel suo pensiero.

Questi poteri erano migliori e superiori a quelli della somiglianza. Questi ultimi sono di natura oscura. Sono
venuti in essere da un'illusione di somiglianza e da un pensiero arrogante e vuoto. E provengono dal pensiero
di colui che li aveva conosciuti prima.

Assomigliano all'oblio e al sonno pesante; sono come coloro che hanno sogni angoscianti, perseguitati
mentre sono avvolti nel sogno. Gli altri, invece, sono come creature di luce per lui, alla ricerca del sorgere
del sole, dal momento che è successo che hanno visto in lui sogni che sono veramente dolci. Le emanazioni
del pensiero cessarono all'improvviso. Non avevano più la loro sostanza e non avevano più gloria.

Non uguagliavano coloro che preesistevano, anche se erano superiori alle somiglianze. Questa era l'unica
cosa su cui erano superiori, avendo avuto origine da un sentimento buono, perché non sono sorti dalla
malattia sopraggiunta. Era un sentimento buono, che cercava il preesistente, lo pregò e si volse al bene.

Egli seminò in loro una predisposizione a cercare e a pregare il glorioso preesistente. Egli seminò in loro un
pensiero e una riflessione, in modo che sapessero che esiste un essere più grande di loro che esiste prima di
loro, anche se non sanno chi sia. Generando armonia e amore reciproco attraverso quel pensiero, hanno agito
nell'unità e nell'unanimità, poiché è dall’unità e dall’unanimità hanno ricevuto la loro esistenza.

Gli altri erano più forti di loro nella brama di potere, perché erano più onorati dei primi, che si erano
innalzati contro di essi. Quelli che non si erano umiliati. Credevano di essersi originati da soli ed erano senza
inizio,essendo stati i primi ad essere generati all'inizio quando nacquero. I due ordini si assaltarono l’uno
contro l’altro combattendo per il comando in tal modo che furono sommersi da violenze e crudeltà, secondo
la legge del combattimento, avendo desiderio di potere e da ogni cosa del genere. A causa di questo il vano
amore per la gloria li attira tutti verso il desiderio della brama del potere, e nessuno di loro lo ricorda né lo
riconosce.

I poteri di questo pensiero sono preparati nelle opere del preesistente, di cui erano somiglianze. Poiché
l'ordine di coloro di questo genere avevano reciproca armonia con se stesso e i suoi seguaci. Tuttavia, ha
combattuto contro l’ordine di quelli dell'immagine, perché l'ordine di quelli delle immagini faceva guerra
alle somiglianze e agiva contro se stesso a causa della sua ira. Per questo ha portato la sua immagine tra di
loro per spingerli alla guerra l'uno contro l'altro per il bene di coloro che la necessità ha posto affinché
governino e possano prevalere su di essi. La loro invidia, la loro gelosia, la loro ira e violenza, il desiderio e
l'ignoranza dominavano, e hanno prodotto tra di loro diverse materie e poteri di vari tipi, amalgamate e
numerose, mentre la mente del Logos, che era stato causa della loro generazione, era aperta a una rivelazione
della speranza che gli sarebbe venuta dall’alto.

8-L'EMANAZIONE DEL SALVATORE

Il Logos, che si era mosso aveva la speranza e l'aspettativa di colui che è superiore. Si separò da coloro che
appartengono all'ombra in ogni modo, poiché si opponevano a lui ed erano ribelli. Egli era contento con
coloro che appartenevano al ricordo. E per quanto riguarda colui che era salito in alto in questo modo e che si
trovava in uno stato superiore ricordando colui che era diventato carente, il Logos che lo ha generato in
maniera invisibile, tra coloro che vennero in essere secondo il pensiero, secondo colui che era con loro, fino
a quando la luce brillò su di lui dall’alto come donatrice di vita, colui che è stato generato dal pensiero
dell’amore fraterno delle pienezze preesistenti.

Poiché gli eoni del Padre del Tutto, quelli che non avevano sofferto, si fecero carico della caduta con
preoccupazione, beneficenza e grande gentilezza, come se fosse la loro. Fu portato nel Tutto in modo che
potessero essere istruiti dall'unico, da cui solo hanno ricevuto la forza di eliminare le mancanze.

L’ordine che era venuto in essere per lui era venuto in essere da colui che correva verso l’alto e che generò
per lui da se stesso e da tutta la perfezione. Colui che era corso verso l’alto era diventato un intercessore in
favore di colui che era carente con l’emanazione degli eoni che erano venuti in essere in accordo con coloro
che esistono. Dopo averli supplicati, hanno da parte loro acconsentito con gioia, benevolenza e unanime
armonia per aiutare colui che era diventato carente. Si riunirono in un luogo, supplicando il Padre con intento
benefico che l'aiuto venisse loro dall’alto, dal Padre, per la sua gloria. Poiché colui che era diventato carente
non poteva diventare perfetto in nessun modo se non nella pienezza del Padre, che lo attirò a sé, lo accettò e
si diede a colui che era diventato carente. Per mezzo di una gioiosa volontà, il consenso che è sorto ha
generato un frutto, che è la prole del consenso, un’unità che appartiene al Tutto, che rivela il volto del Padre,
a cui pensavano gli eoni mentre davano gloria e pregavano l'aiuto per il loro fratello, sentimento condiviso
dal Padre, così il frutto è stato generato di buon grado e con gioia. E il consenso del manifestare la sua
unione con loro, il figlio della sua volontà, si manifestò. Il figlio di ogni piacere del Tutto in cui si pose su di
loro come un indumento, attraverso il quale ha dato la perfezione a colui che era mancante, e ha dato
fermezza a coloro che sono perfetti. Egli è giustamente chiamato Salvatore e Redentore, colui che è
piacevole, l’amato, colui a cui sono state offerte preghiere, il Cristo, la luce dei predestinati, secondo quelli
dai quali fu generato, perché è venuto in essere vestito nei nomi delle esistenze. Tuttavia, quale altro nome
gli si poteva dare eccetto “il Figlio”, come già abbiamo detto? Perché lui è la conoscenza del Padre, che
voleva che lo conoscessero.

Non solo gli eoni hanno generato la sembianza del Padre che glorificano, come è già stato descritto, ma
hanno generato anche la propria. Perché gli eoni che danno gloria hanno generato la loro sembianza e il loro
aspetto. Li hanno generati come un esercito per lui, come per un re, dal momento che gli esseri del pensiero
hanno una comune autorità e comune consenso. Uscirono in una forma che è una moltitudine di forme, in
modo che colui a cui doveva essere dato aiuto potesse vedere coloro a cui aveva pregato per ricevere aiuto. e
vedere anche chi glielo ha dato.

Il frutto dell’accordo con lui, del quale abbiamo parlato in precedenza, è soggetto al potere del Tutto. Il Padre
ha posto il Tutto dentro di lui, il preesistente, l'esistente, quello che sarà. Ne era capace. Egli rivelò le cose
che il Padre aveva messo dentro di lui, dopo avergliele affidate. Amministrò il Tutto con l'autorità a lui
conferita fin dall’inizio e con il potere necessario per il compimento dell'opera. Così ha iniziato a compiere
la sua rivelazione.

Colui nel quale è il Padre e colui nel quale è il Tutto apparve a colui che era privo della vista. Lui mostrò se
stesso a coloro che cercavano la loro vista mediante il risplendere di quella luce perfetta. Per prima cosa lo
rese perfetto in una gioia inesprimibile. Lo rese perfetto per sé come un essere perfetto, e gli diede anche
ciò che è appropriato per ogni individuo. Perché questa è la natura della prima gioia. E anche noi eravamo
seminati in lui in modo invisibile, come una parola destinata a essere conoscenza. E gli diede il potere di
separare e di scacciare da sé coloro che gli sono disobbedienti. Così, si manifestò a lui. Ma a coloro che sono
venuti in essere a causa sua si manifestò in una forma finta. Hanno agito in modo ostile l'uno verso l'altro.
Improvvisamente si rivelò a loro, avvicinandosi come un lampo. E pose fine e fermò il groviglio tra di loro
con un'improvvisa rivelazione, di cui non erano informati e non si aspettavano perché non ne erano a
conoscenza. A causa di ciò si spaventarono e caddero, non potendo sopportare l'urto della luce che li colpì. E'
stato un urto per i due ordini. A quelli del ricordo fu dato il nome “piccolo”, perché hanno un pensiero
piccolo dell'Altissimo. Hanno quello che è superiore - egli esiste prima di loro - perché, seminata dentro di
loro, hanno la meraviglia verso l'Altissimo che si manifesterà. Pertanto, accolsero la sua rivelazione e lo
venerarono. Divennero suoi convinti testimoni e riconobbero la luce che era apparsa come più forte di
coloro che hanno combattuto contro di loro. Gli esseri della somiglianza, tuttavia, erano molto spaventati dal
momento che non avevano potuto imparare dall’inizio che esisteva una visione del genere. Perciò caddero
nella fossa dell’ignoranza che si chiama “Oscurità Esterna”e “Caos”e “Ade”e “Abisso”. Egli pose sopra di
loro quelli del ricordo, in quanto erano più forti di loro. Erano degni di governare l'oscurità indicibile,come
loro dominio, ed è la sorte che è stata loro assegnata. Gli concesse pure di essere utili all’organizzazione che
doveva avvenire della quale erano ignoranti.

C'è una grande differenza tra la rivelazione a colui che esisteva e che divenne carente e quella fatta a coloro
che vennero in essere a causa sua. Perché a lui si è rivelato dentro di lui, era con lui, era compassionevole
con lui, lo confortò poco a poco, lo fece crescere, lo innalzò e alla fine si donò a lui per l'appagamento della
visione. Mentre a coloro che sono all'esterno si è rivelato rapidamente e in modo improvviso e si ritirò
immediatamente senza lasciare che loro lo vedessero.

9-IL PLEROMA DEL LOGOS

Quando il Logos, che era carente, fu illuminato, la sua pienezza aumentò. Si liberò di coloro che si
rivoltarono contro di lui e se ne districò. Si spogliò di quel pensiero arrogante. Ha ricevuto l'unificazione del
riposo dal soggiogamento e dalla sottomissione a lui di coloro che gli erano stati precedentemente
disobbedienti. E gioì alla visita dei suoi fratelli che vennero a vederlo. Egli diede gloria e lode a coloro che si
erano rivelati per aiutarlo, ringraziando di essersi liberato di coloro che si rivoltarono contro di lui, mentre lui
ammirava e onorava la Grandezza e coloro che si erano rivelati a lui. Generò immagini visibili di forme
viventi. Come giusti esseri del bene, perché sono di coloro che esistono, gli assomigliano nella bellezza, ma
non sono realmente uguali a loro perché non hanno origine dall'unione tra colui che li ha generati e colui che
si è rivelato a lui. Ma egli agisce con arte e abilità, unendosi completamente al Logos. Pertanto, quelli che
sono generati da lui sono grandi, così come colui che esiste è grande.

Dopo essere rimasto stupito dalla bellezza di coloro che gli erano apparsi, gli fu riconoscente per la loro
visita. Il Logos svolse quest’opera, grazie a coloro da cui aveva ricevuto aiuto, così da mettere in ordine
coloro che erano venuti in essere per causa sua, così che potessero ricevere qualcosa di buono, mentre ha
deciso di pregare che l'ordinata economia abbracciasse tutti coloro che sono usciti da lui. Perciò quelli che ha
intenzionalmente prodotto sono carri, proprio come quelli che sono venuti in essere, coloro che sono apparsi,
in modo che possano attraversare tutti i luoghi delle cose che sono in basso, in modo che a ciascuno possa
essere dato il luogo in accordo con il suo essere. Questa è una distruzione per gli esseri della somiglianza, ma
è un atto di benevolenza per gli esseri del ricordo, una rivelazione di coloro che provengono dall’ordine
unitario e compassionevole, mentre essi sono semi che non sono ancora venuti in essere per se stessi.

Quello che si è manifestato era l'espressione del volto del Padre e il consenso. Era l’abito di ogni grazia e
cibo per coloro che il Logos ha generato mentre pregava, ricevendo la gloria e la lode che il Logos ha dato
come gloria e lode, mentre vide coloro a cui pregava in modo da rendere perfette attraverso di loro le
immagini che aveva generato.

Il Logos aumentò ancora di più la loro reciproca cooperazione e la speranza della promessa, dal momento
che possedevano gioia e abbondante riposo e piaceri incorrotti. Egli generò coloro che lui ricordava in un
primo momento, senza che fossero con lui nella perfezione. Ora, colui che appartiene alla visione, essendo
con lui, rimane nella speranza e nella fede nel Padre che è perfetto nel Tutto. Si rivela a lui ma non si unisce
ancora con lui, così che coloro che erano venuti in essere non perissero guardando la luce. Perché non
possono sostenere la grandezza superiore.

Questo pensiero del Logos, che era volto al suo consolidamento e governava coloro che erano venuti in
essere per causa sua, è detto “Eone” e “Luogo” di tutti coloro che egli aveva generato secondo l'accordo. E'
detto anche “Sinagoga della Salvezza” perché lo guarì dalla dispersione, che è il pensiero molteplice, e lo
fece volgere verso il pensiero unico. Allo stesso modo è detto “Deposito”, a causa del riposo che ha ottenuto
e si è concesso. E' detto anche “Sposa” a motivo della sua gioia quando lo ha raggiunto, in risposta alla
speranza di un frutto dall’unione che si manifestò a lui. È anche chiamato “Regno”, a causa della stabilità
che ha ricevuto, quando si rallegrò nel potere su coloro che gli si erano opposti. E si chiama “la Gioia del
Signore” a causa della gioia in cui si è rivestito quando la luce era davanti a lui a ricompensarlo per il bene
che c'era in lui e il pensiero della libertà.

Questo eone di cui abbiamo parlato è al di sopra dei due ordini di coloro che si combattono. Si dissocia da
coloro che detengono il dominio e non è implicato nelle malattie e nelle piccolezze, cioè a coloro che
appartengono al ricordo e a coloro che appartengono alla somiglianza.

Quello in cui si è posto il Logos, perfetto nella gioia, era un eone, che aveva la forma della materia, ma anche
la costituzione della sua causa, cioè colui che si è rivelato, perché è un’immagine di coloro che esistono
nella pienezza, coloro che sono venuti in essere dall’abbondante gioia di colui che è. Inoltre, attraverso la
gioia dell volto di colui che si è rivelato, attraverso l'attenzione e l'aspettativa delle cose per le quali aveva
pregato, aveva il Logos del Figlio. la sua essenza, il suo potere e la sua forma. Era lui che desiderava e in cui
si deliziava, colui che pregava nell'amore. Egli era luce e desiderio di stabilizzazione, apertura all'istruzione e
una visione per l'occhio, qualità che aveva dagli esseri superiori. Era anche saggezza per il suo pensiero in
opposizione alle cose che sono al di sotto dell’economia. Ed era il Logos per parlare e la perfezione delle
cose in questo modo. E sono questi che hanno preso forma con lui, secondo l’immagine della pienezza,
avendo i loro padri ognuno dei quali è una piccola impressione di una delle forme. Sono forme di
mascolinità, perché non sono dalla malattia che è la femminilità, ma sono da colui che ha già lasciato dietro
di sé la malattia e possiede il nome di “Chiesa”. Perché nel consenso ricordano il consenso nell'assemblea di
coloro che si sono rivelati.

Colui che è venuto in essere nell’immagine della luce, è egli stesso perfetto, in quanto immagine della luce
unica, che esiste, che è il Tutto. Era invero inferiore a colui del quale era immagine, tuttavia ha la sua
indivisibilità, perché è il volto della luce indivisibile. Quelli, tuttavia, che sono venuti in essere ad immagine
di ciascuno degli eoni, sono in sostanza in colui che abbiamo detto in precedenza, ma nel potere non sono
uguali, perché esiste in ciascuno di essi individualmente. Uniti l'uno con l'altro sono uguali, ma
singolarmente ognuno di loro non ha gettato via ciò che gli è peculiare. Pertanto, loro sono passioni. La
passione è malattia. Loro non sono prole dell’unione della pienezza, ma derivano da colui che non ha ancora
ricevuto il Padre, o l'unione con il suo Tutto e la volontà. Era qualcosa di benefico per l'economia futura, dato
che era stato loro concesso di passare dai luoghi sottostanti, che non sono in grado di accogliere velocemente
la loro venuta se non uno ad uno. La loro venuta è necessaria, perché ogni cosa sarà soddisfatta grazie a loro.

In seguito il Logos ha ricevuto la visione nella sua pienezza di tutte le cose, di quelle che preesistono, e di
quelle che sono adesso, e di quelle che saranno, essendogli stata affidata l'economia di tutto ciò che esiste.
Alcune sono già attuali, pronte per venire in essere, ma i semi che devono venire in essere egli li ha in sé,
dalla promessa con la quale lui concepì, che consiste di semi che devono venire in essere. E ha prodotto la
sua prole, che è la rivelazione di ciò con cui concepì. Ma il seme della promessa fu custodito per un certo
tempo, in modo che coloro che sono stati designati possano essere designati per la missione dalla venuta del
Salvatore e da coloro che sono con lui, coloro che sono i primi nella conoscenza e nella gloria del Padre.

10-L'ORGANIZZAZIONE

E' giusto, dalla preghiera che ha fatto e dalla conversione che si è verificata a causa di essa, che alcuni
dovranno perire, mentre altri trarne beneficio e altri ancora essere messi in disparte. Egli preparò la
punizione per coloro che furono disobbedienti, facendo uso del potere di colui che si è rivelato, colui da cui
aveva ricevuto l'autorità su tutte le cose, così che potesse separare da lui ciò che è inferiore e collocarlo
lontano da ciò che è superiore, fino a quando non avesse messo in ordine l'economia di tutte coloro che sono
al di fuori, e avesse dato ad ognuno il luogo appropriato.

Per prima cosa il Logos stabilì se stesso, mettendo il Tutto in ordine, essendo origine e causa e sovrano di
tutte le cose venute in essere, proprio come il Padre, colui che è stato la causa della sua creazione, che
esisteva per primo dopo di lui. Riordinò le immagini preesistenti, che aveva generato in ringraziamento e in
glorificazione. Poi mise in ordine la dimora di coloro che aveva generato nella gloria, che si chiama
“paradiso” e “delizia” e “gioia piena di nutrimento” e “gioia di quanti preesistono”, e riprodusse l'immagine
di ogni bontà che esiste nella pienezza. Poi mise in ordine il regno che era come una città piena di ogni cosa
meravigliosa, amore fraterno e grande generosità, piena di santi spiriti e forti poteri che li governano, quelli
che il Logos ha generato. E fu stabilito con forza. Poi mise in ordine il luogo della Chiesa che si riunisce in
questo posto, avendo la forma della Chiesa che esiste fra gli eoni che glorificano il Padre. Dopo mise in
ordine il luogo della fede e dell'obbedienza che sorge dalla speranza, le quali cose il Logos ha ricevuto
quando è apparsa la luce; poi mise in ordine la disposizione, che è preghiera e supplica, da cui segue il
perdono, e la parola riguardante colui che sarebbe apparso.

Tutti questi luoghi spirituali sono separati da un potere spirituale da parte di coloro che appartengono al
pensiero, perché il potere è stabilito in un'immagine, che separa la pienezza dal Logos, il quale potere opera
in loro affinché possano profetizzare sulle cose che saranno, e tiene gli esseri del pensiero che sono venuti in
essere lontano da ciò che è preesistente e non permette loro di mescolarsi con coloro che hanno avuto origine
da una visione diretta di coloro che sono con lui.
Coloro che appartengono al ricordo, che è al di fuori, sono subordinati e riproducono la somiglianza della
pienezza, specialmente a causa della condivisione dei nomi grazie quali sono meravigliosi.

La conversione è subordinata a coloro che appartengono al ricordo, e anche la legge del giudizio, che è la
condanna e l'ira, è subordinata a loro. E' subordinato anche il potere che separa quelli che sono inferiori, li
getta fuori e non permette loro di estendersi al di sopra di coloro che appartengono al ricordo e della
conversione. Questa è la paura, la disperazione, l'oblio, l'errore, l'ignoranza e le cose che sono venute in
essere come imitazione da una fantasia. E costoro sono chiamati con nomi glorificati. Questi, che sono
inferiori, non possono conoscere coloro dai quali sono emanati attraverso un pensiero presuntuoso, desiderio
di potere, disobbedienza e menzogne.

Ha dato un nome a ciascuno dei due ordini. Coloro che appartengono al ricordo e quelli della somiglianza
sono chiamati “quelli della destra” e “Psichici” e “quelli del fuoco” e “quelli del mezzo”. Coloro che
appartengono al pensiero arrogante e quelli dell'imitazione sono chiamati “quelli della sinistra”, “Ilici”,
“quelli dell'oscurità” e “gli ultimi”.

Dopo che il Logos ebbe così stabilito ognuno nel suo ordine, le immagini, le somiglianze e le imitazioni,
mantenne l'eone delle immagini puro da tutti coloro che lo contrastano, dal momento che è un luogo di gioia.
Ma a coloro che appartengono al ricordo ha rivelato il pensiero di cui si era spogliato nel tentativo di attirarli
in una comunione materiale, così che loro potessero avere un'organizzazione e una dimora, affinché
potessero acquisire un debole fondamento dalla loro attrazione verso il male, così che non possano più gioire
nella gloria di coloro che li circondano ed essere esiliati, e piuttosto possano vedere la loro malattia in cui
soffrono, così che possano acquisire amore e continua ricerca verso colui che è in grado di guarirli dalla loro
debolezza. Su coloro che appartengono a quelli della somiglianza ha posto il Logos che mette in ordine, in
modo che egli possa portarli ad una forma. Egli pose su di loro anche la legge del giudizio. Ancora una volta,
pose su di loro i poteri che le radici avevano prodotto nella loro brama di potere. Li nominò per comandare
su di loro, in modo che l'ordine fosse tenuto sotto controllo dalla fermezza del Logos che [...], sia dalla
minaccia della legge, sia dal potere della brama di dominio, come poteri che limitavano la sua malvagità,
finché il Logos non fu soddisfatto di loro, poiché erano utili all'economia.

Il Logos conosce l'amore comune per il dominio dei due ordini. A questi e a tutti gli altri egli concesse il loro
desiderio. Egli diede a ciascuno il rango appropriato e per lui il comando così che ognuno diventasse sovrano
su di un luogo e un'attività. Egli cede il posto a chiunque è superiore a lui, al fine di poter comandare gli altri
luoghi con una attività assegnatagli su cui spetta a lui avere il controllo a causa del suo modo di essere. Di
conseguenza, ci sono comandanti e subordinati in posizioni di dominio e sudditanza tra gli angeli e gli
arcangeli, mentre le attività sono di vari tipi e differenti. Ogni sovrano, con la sua razza e il rango cui fu
nominato in base al modo in cui sono apparsi, era in guardia, essendogli stata affidata la responsabilità
nell'economia. Nessuno è senza un comando e nessuno è senza un re, dalla fine dei cieli alla fine della terra,
fino alla terra abitata e ai luoghi sotterranei. Ci sono re, ci sono signori e coloro che essi comandano, alcuni
per punire, altri per giudicare, altri per dare riposo e guarire, altri per insegnare, altri ancora per vigilare.

Al di sopra di tutte le immagini nominò un sovrano che nessuno comanda perché lui è il signore di tutti loro.
Questa è l'espressione del volto che il Logos, ha generato nel suo pensiero come rappresentazione del Padre
del Tutto. Pertanto, egli è adornato con ogni nome in modo da assomigliare a lui, dal momento che possiede
tutte le virtù e tutte le glorie. Perciò è anche chiamato Padre, Dio, Demiurgo, Re, Giudice, Luogo, Dimora,
Legge.

Il Logos si è servito di lui come di una mano per modellare e lavorare le cose sottostanti, e lo usa come una
bocca per dire cose che saranno profetizzate. Dopo aver visto che le cose di cui aveva parlato e che aveva
fatto erano grandi e buone e splendide,:se ne rallegrò ed era felice come se lui stesso nel suo pensiero fosse
stato colui che le diceva e le faceva, ignorando che il movimento dentro di lui proveniva dallo Spirito che lo
muoveva in modo determinato verso le cose che voleva.

Per quanto riguarda le cose che sono venute in essere da lui, ne ha parlato, ed esse sono venute in essere
come rappresentazione dei luoghi spirituali che abbiamo menzionato nel discorso sulle immagini.

Non solo lavorava, ma lui stesso ha anche prodotto, nella capacità del Padre, la sua economia conforme a se
stesso e i semi, tramite lo spirito superiore che scenderà attraverso di lui nei luoghi sottostanti. Non solo ha
pronunciato ma ha anche pensato parole spirituali proprie in modo invisibile, attraverso lo spirito che chiama
e genera cose più grandi della sua stessa essenza.

Dal momento che nella sua essenza lui è “Dio” e “Padre” e tutto il resto dei suoi nomi onorati, pensò che
fossero elementi propri della sua stessa essenza. Egli stabilì un riposo per coloro che gli obbediscono, ma
punizioni per coloro che non gli obbediscono. Con lui c'è anche un paradiso e un regno e tutto ciò che esiste
nell'eone prima di lui. Queste cose sono al di sopra dei segni, a causa del pensiero che è collegato con loro,
che è come un'ombra e un velo, in modo tale che non vede in che modo le cose che esistono effettivamente
esistono.

Ha stabilito lavoratori e servitori, perché lo assistano nelle cose che ha fatto e che ha detto. Perché in ogni
luogo nel quale ha lavorato ha lasciato il suo volto nel suo bel nome, mentre lavorava e parlava delle cose a
cui pensava.

Egli stabilì nei sui luoghi immagini della luce che si era manifestata e dei luoghi spirituali derivanti dalla sua
natura, in tal modo che in ogni luogo erano adornale da lui, impresse dal volto di colui che le ha create. E
furono istituiti paradisi, regni, luoghi di riposo, promesse e moltitudini di servi della sua volontà, e anche se
sono signori dei domini, sono sottoposti a colui che è signore, colui che li ha creati.

Dopo averlo ascoltato in questo modo, correttamente, riguardo a queste luci, che sono il punto di inizio e la
struttura, le collocò in cima al disegno delle cose sottostanti.

Lo spirito invisibile lo ha mosso in modo tale da fargli desiderare anche di amministrare attraverso il suo
servo del quale si serviva come di una mano, come di una bocca e come di un volto. Le cose che generò sono
ordine, minaccia e paura, così che coloro che erano ignoranti [...] possano mantenere il luogo cui erano stati
posti come guardia, vincolati a quel luogo così come erano vincolati al sovrano loro superiore.

L'intera istituzione della materia è divisa in tre. I primi poteri che il Logos spirituale generò come fantasia e
arroganza, li stabilì nel primo rango spirituale. Quei poteri che questi avevano generato con la loro brama di
dominio le pose nella regione centrale, come poteri di brama di dominio, in modo governino e comandino la
creazione inferiore con costrizione e forza. Quelli che sono venuti in essere dall'invidia e dalla gelosia e tutta
l'altra prole da quella sorta di disposizioni, le pose in un ordine servile che controlla le ultime cose e
comanda tutte ciò che esiste e l'intero regno della procreazione. Da essi provengono le malattie che
distruggono rapidamente e impazienti di venire in essere, che sono qualcosa del luogo da cui provengono e al
quale ritorneranno. A causa di questo, egli ha nominato su di loro poteri autorevoli, che agiscono
continuamente sulla materia, in modo che la prole di coloro che stanno per venire in essere possa
continuamente venire in essere. Perché questa è la loro gloria.

SECONDA PARTE
11-LA CREAZIONE DELL'UOMO

La materia che scorre attraverso la sua forma ha come causa l'invisibilità che esiste in tutti i poteri […] […],
come sono nati con loro e periscono.

Il pensiero che si trova tra quelli della destra e a quelli della sinistra è un potere [...] per tutti coloro che.
desiderano fare, cisì che loro generano come un ombra che segue un corpo, e queste sono le radici delle
creazioni visibili. L'intera creazione e il disegno delle immagini, somiglianze e imitazioni è venuta in essere
grazie a coloro che hanno bisogno di nutrimento, istruzione e formazione, in modo che la piccolezza possa
crescere, poco a poco, come attraverso un'immagine speculare. Per questa ragione creò l'umanità alla fine,
avendo prima preparato e fornito per lui le cose che aveva creato per il suo bene.

La creazione dell'uomo è come tutto il resto. Il Logos spirituale lo muoveva invisibilmente, lo perfezionava
per mezzo del demiurgo e dei suoi servitori angelici, uniti nell'atto di modellare dal pensiero di cui sopra e i
suoi arconti, così che divenne come un'ombra terrena, come coloro che sono tagliati fuori dal Tutto. Egli era
una creazione di tutti loro, quelli della destra e quelli della sinistra, ognuno degli ordini gli dava la forma che
gli è propria.
La forma che fu generata dal Logos, che era diventato carente nella malattia, non gli assomigliava, perché lo
generò nell'oblio, nell'ignoranza, [...] e tutte le altre malattie, dopo avergli dato la prima forma. anche se il
Logos ha generato attraverso il demiurgo nell'ignoranza, in modo che venisse a sapere che esiste qualcosa di
superiore, e ne abbisognava. Questo è ciò che il profeta ha chiamato “Respiro della vita” e “Respiro dell'eone
superiore” e “l'Invisibile”, e questa è l'anima vivente che ha dato vita alla sostanza che era morta in un primo
momento. L'ignoranza è ciò che è morto.

È giusto ritenere che l'anima del primo essere umano deriva dal Logos spirituale, sebbene il creatore pensava
che era sua, perché proveniva da lui, come da una bocca attraverso la quale si respira. Il creatore ha anche
mandato in basso delle anime dalla sua sostanza, dato che anche lui ha il potere della procreazione, perché è
venuto in essere dalla somiglianza del Padre. Anche quelli della sinistra hanno generato, per così dire, il loro
modello di uomo, dal momento che hanno la somiglianza del Padre. La sostanza spirituale è una singola cosa
e una singola immagine, e la sua malattia è la determinazione in molte forme. Per quanto riguarda la sostanza
degli psichici, la sua determinazione è doppia, poiché ha la conoscenza e la confessione di ciò che è
superiore, e non è incline al male, a causa della inclinazione del pensiero. Quanto alla sostanza materiale, i
suoi impulsi sono molteplici e di molte forme. Era una malattia venuta in essere in molti tipi di inclinazione.

Il primo essere umano è una forma mista, e una creazione mista, e un deposito di quelli della sinistra e di
quelli della destra e il Logos spirituale, li suoi sentimenti sono divisi tra ciascuna delle due sostanze da cui ha
ricevuto il suo essere. Pertanto, si dice che un paradiso è stato piantato per lui, così che possa mangiare il
cibo da tre specie di alberi, dal momento che è un giardino del triplice ordine, e dal momento che è quello
che dà godimento.

La nobiltà della sostanza superiore che è in lui era più elevata. Li ha creati e non li ha feriti. A causa di ciò un
comando minaccioso fu emesso e un grande pericolo fu portato su di lui, cioè la morte. Solo il godimento
delle cose malvagie gli ha permesso di assaggiare, e dall'altro albero con il doppio (frutto) non gli fu
permesso di mangiare, tanto meno dell'albero della vita, in modo che non acquisisse onore uguale a loro
stessi [...], e in modo che non sarebbe stato distrutto dal potere malvagio che si chiama “il Serpente”, il più
astuto di tutti i poteri malvagi. Ha ingannato l'uomo attraverso la determinazione di coloro che appartengono
al pensiero e ai desideri, per indurlo a trasgredire il comando affinché morisse, ed è stato espulso da ogni
godimento in quel luogo.

Questa è l'espulsione che gli fu inflitta, quando fu scacciato dai godimenti di coloro che appartengono
all'imitazione e di coloro che appartengono alla somiglianza. E' un'opera della provvidenza, in modo che si
possa capire quanto breve sia il lasso di tempo in cui l'uomo può godere di queste cose rispetto all'eternità in
cui esiste il luogo del riposo. Questo ha stabilito lo Spirito quando pianificò che l'uomo dovesse sperimentare
il grande male, che è la morte, cioè la completa ignoranza di ogni cosa, e che provasse tutti i mali che
sorgono da questa, e dopo le avidità e le ansietà che derivano da questi, possa egli ricevere il bene più
grande, cioè la vita eterna, che è la solida conoscenza del Tutto e la partecipazione a tutti i beni. A causa della
trasgressione del primo uomo, la morte regnò. Ha accompagnato tutti gli uomini allo scopo di ucciderli nella
manifestazione del suo dominio, che le era stato dato come regno a causa dell'economia della volontà del
Padre, di cui abbiamo parlato in precedenza.

TERZA PARTE
12-LA VARIETA' DELLE TEOLOGIE

Ogni volta che i due ordini, quelli della destra e quelli della sinistra, si uniscono con il pensiero posto tra di
loro, (pensiero) che dà loro un'economia comune, succede che entrambi agiscono con la stessa emulazione
delle loro azioni, quelli della destra copiano quelli della sinistra e quelli della sinistra copiano quelli della
destra. E se a volte, quando l'ordine malvagio comincia a fare il male in modo sciocco, l'ordine saggio lo
emula, comportandosi ingiustamente, compiendo anche egli il male, come un potere ingiusto. Altre volte,
invece, l'ordine saggio cerca di fare il bene e l'ordine stolto lo imita, invidioso di fare altrettanto. Così accade
con le cose stabilite in questo modo, da queste opere che hanno avuto luogo, simili a cose diverse, poiché
coloro che non sono stati istruiti, non sono in grado di conoscere la causa delle cose che esistono. Pertanto,
hanno generato pensieri differenti, alcuni dicono che è per opera della provvidenza che le cose che esistono
hanno il loro essere. Queste sono le persone che osservano la stabilità e la conformità del movimento della
creazione. Altri dicono che è qualcosa di estraneo. Si tratta di persone che osservano la diversità, l'anarchia e
il male. Altri dicono che le cose che esistono sono ciò che è destinato ad accadere. Queste sono le persone
che si sono occupate di questa situazione. Altri dicono che è in accordo con la natura. Altri dicono che è
accidentale. La maggioranza, tuttavia, che ha raggiunto gli elemento visibili, non conosce altro che questi.

Coloro che sono diventati saggi alla maniera dei Greci e dei Barbari hanno raggiunto i poteri che sono venuti
in essere dalla fantasia e da pensieri vani, e anche coloro che sono venuti da questi attraverso il conflitto
reciproco e sotto forma di ribellione. Queste ultime operavano in loro e parlavano a titolo di imitazione,
arroganza e immaginazione delle cose che credevano sagge, perché l'imitazione li aveva ingannati, dal
momento che pensavano di aver raggiunto la verità, quando invece avevano raggiunto l'illusione. Non solo a
causa di questi piccoli nomi, ma i poteri imitati cercarono di ostacolarli, come se fossero il Tutto. Così
succede che l'ordine, rimasto intrappolato, lotta contro se stesso a causa dei presunti litigi [...] del sovrano
che è superiore a lui. Pertanto, non vi fu nessun accordo fra di loro, né in filosofia né in medicina, né in
retorica, né in musica, né in logica, ma solo opinioni e teorie. Successe che la pretenziosità prese il comando,
e loro erano confusi a causa dell'inspiegabilità di coloro che dominano e che danno loro i pensieri.

Ora, per quanto riguarda le cose che sono venute fuori dagli Ebrei, cose che sono state scritte dagli ilici che
parlano alla maniera dei Greci, i poteri di tutti coloro che intendono attribuirli a quelli della destra, che li
muovevano tutti a pensare parole e immagini. E si sono disposti in maniera di giungere alla verità. Si sono
dedicati ai diversi poteri che agivano in loro. In seguito raggiunsero la sfera di coloro che non sono
eterogenei, di colui che è stabilito come unità, che esiste come somiglianza della somiglianza del Padre. Non
è invisibile nella sua natura, ma una saggezza lo avvolge, in modo che possa riprodurre la forma di colui che
è veramente invisibile. Per questo molti angeli non riuscirono a vederlo. Anche gli uomini di razza ebraica,
di cui abbiamo già parlato, cioè i giusti e i profeti, non hanno pensato nulla e non hanno detto nulla
dall'immaginazione o da una imitazione o da un pensiero oscuro, ma ognuno ha parlato con fede per il potere
che era all'opera in lui ed era attento a quello che vedeva e sentiva. C'era un mutuo accordo tra di loro, in
accordo con quelle forze che lavoravano in loro, mentre riproducevano la loro unità e il consenso reciproco
principalmente dalla confessione di colui che al di sopra di essi. E c'è qualcosa di più grande di loro, che è
stata stabilita perché ne hanno bisogno, e il Logos spirituale ha seminato con loro qualcosa che aveva
bisogno dell'Altissimo, come speranza e anticipazione in conformità con il ricordo. Questo è il seme della
salvezza. Ed è il Logos che illumina, che è il ricordo, e la sua prole e le sue emanazioni sono i giusti e i
profeti che abbiamo menzionato in precedenza, i quali conservano la confessione e la testimonianza di colui
che è grande, fatta dai loro padri che cercavano la speranza e ascolto, perché in loro è seminato il seme della
preghiera e della ricerca, che è seminato in molti che hanno cercato una conferma. Il seme si manifesta e li
attira ad amare l'Altissimo, a proclamare queste cose come relative ad un essere unico. Ed era un essere
unico che agiva in loro quando parlavano, ma le loro visioni e le loro parole differivano a causa della
moltitudine di coloro che hanno dato loro la visione e la parola. Pertanto, coloro che hanno ascoltato ciò che
hanno detto in merito non rifiutarono nulla di tutto ciò, ma accettarono le Scritture in modo diverso quando
le interpretavano. Formarono molte sette che esistono tuttora presso gli ebrei. Alcuni dicono che Dio è uno,
quello proclamato nelle antiche scritture. Altri dicono che ci sono molti dei. Alcuni dicono che Dio è
semplice e che era una sola mente nella natura. Altri dicono che la sua azione unisce le origine sia del bene
che del male. Altri ancora dicono che è il creatore di ciò che è venuto in essere. Altri ancora dicono che è
stato per mezzo degli angeli che ha creato.

Ci sono molte discussioni di questo genere, esiste una grande varietà e molteplicità di Scritture che hanno
prodotto i maestri della Legge. I profeti, tuttavia, non parlarono secondo se stessi, ma ognuno di loro si
attenne alle cose che aveva visto e udito attraverso la proclamazione del Salvatore. Lui è colui che
proclamava, è il soggetto del loro proclama, quello di cui ha parlato a proposito dell'avvento del Salvatore,
che è l'Avvento. A volte i profeti parlano di lui come se stesse per venire in essere, e a volte è come se il
Salvatore parlasse per mezzo delle loro bocche, dicendo che verrà e mostrerà benevolenza a coloro che non
lo hanno conosciuto. Non erano d'accordo tra di loro nel confessare ogni cosa, ma ognuno, grazie all'opera da
cui fu ispirato a parlare di lui e grazie al luogo che aveva visto, pensava che era lì che sarebbe stato generato
e che era da lì che sarebbe venuto. Nessuno di essi sapeva da dove sarebbe venuto né da chi sarebbe stato
generato, ma l'unica cosa che è stato loro concesso di dire era che sarebbe stato generato e che avrebbe
sofferto. Ma per quanto riguarda il suo essere preesistente e quello che lui eternamente è come ingenerato e
impassibile, il Logos che venne in essere nella carne, questo non è venuto nel loro pensiero. Questa è la
parola dalla quale furono ispirati a parlare della sua carne che stava per apparire. Dicevano che è il prodotto
di tutti loro ma, sopratutto, dicevano che deriva dal Logos spirituale, che è la causa delle cose che sono
venute in essere. Colui dal quale il Salvatore ha ricevuto la sua carne aveva concepito da lui, dal seme, nella
rivelazione della luce, secondo la parola della promessa della sua manifestazione. E' il seme di coloro che
esistono, che è stato tuttavia generato alla fine. Ma colui per opera del quale il Padre ha stabilito la
manifestazione della salvezza attraverso di lui è il compimento della promessa, e fu dotato di tutti gli organi
per la discesa nella vita.

13-L'INCARNAZIONE DEL SALVATORE E DEI SUOI COMPAGNI

Suo Padre è uno, ed è il solo Padre che esiste veramente per lui, l'Invisibile, Inconoscibile, l'Irraggiungibile
nella sua natura, che è Dio nella sua volontà e nella sua grazia, colui che si è concesso per essere visto,
conosciuto e compreso. Questo è ciò che il nostro Salvatore è diventato per compassione volontaria, il quale
è divenuto quello che essi erano,e per il cui bene si manifestò in una passione involontaria. Essi divennero
carne e anima - questo è l'eone che li comanda - e nella corruzione muoiono. Tuttavia, coloro che sono
venuti in essere in maniera invisibile, l'invisibile li istruì in maniera invisibile riguardo a se stesso.

Non solo ha accettato la morte di coloro che pensava di salvare, ma ha anche accettato la piccolezza a cui
erano sdiesi, allorché erano inclini al corpo e all'anima. Perciò si lasciò concepire e si lasciò generare come
un bambino, corpo e anima.

In tutte queste condizioni che condividevano con coloro che erano caduti, anche se possedevano la luce, egli
è venuto, nella sua superiorità, perché era stato concepito senza peccato, incontaminato e immacolato. E'
stato generato nella vita, era nella vita, perché era stato stabilito che sia il primo che l'ultimo sarebbero
diventati anima e corpo, a causa della passione e del mutevole sentimento del Logos che si era commosso.
Egli tuttavia ha accettato quello che è venuto da coloro che abbiamo parlato sopra.

E' venuto dalla visione splendente e dal pensiero immutabile del Logos che era ritornato in se stesso, dopo il
suo movimento al di fuori dell'economia. In questo modo coloro che sono venuti con lui ricevettero corpo e
anima, stabilità e fermezza e giudizio delle opere.

Anche loro prevedevano di venire quando lo prevedeva il Salvatore, ma vennero solo dopo che lui lo venne a
sapere. E anche loro sono venuti come superiori nell'emanazione secondo la carne di quelli che erano stati
generati da una mancanza. In questo modo anche loro sono stati emessi corporalmente con il Salvatore,
attraverso la rivelazione e la commistione con lui. Questi sono coloro della singola sostanza, la quale è
spirituale. L'economia tuttavia è variabile. Questa è una cosa, quella un'altra. Alcuni derivano dalla passione
e dalla divisione,e hanno bisogno di guarire. Altri hanno origine dalla preghiera che guarisce il malato, e
sono stati posti per curare coloro che sono caduti. Questi sono gli apostoli e gli evangelisti. Sono i discepoli
del Salvatore, e i maestri che hanno bisogno di istruzione. Perché, allora, hanno anche partecipato alle
passioni alle quali presero parte coloro che sono stati generati dalla passione, se in conformità con
l'economia furono prodotti nel corpo con il Salvatore, che non ha partecipato alle passioni?

Il Salvatore stesso era nel corpo un'immagine dell'unità, cioè il Tutto. Per questo motivo ha riprodotto il
modello di indivisibilità, da cui deriva l'impassibilità. Essi, invece, sono immagini di ogni individuo che si è
manifestato. Pertanto ricevono la divisione dal modello, avendo ricevuto la forma per la piantagione che è
sotto il cielo, la quale si fa partecipe del male che esiste nei luoghi che hanno raggiunto. La volontà ha tenuto
il Tutto sotto il peccato, in modo che in questa volontà egli possa avere misericordia sul Tutto ed essi
possano essere salvati, mentre uno solo è destinato per dare la vita, e tutto il resto ha bisogno della salvezza.
Pertanto, fu da ragioni di questo tipo che essi cominciarono a ricevere la grazia di conferire gli onori che
furono predicati da coloro che Gesù giudicò degni di proclamare agli altri, ed era depositato in loro il seme
della promessa di Gesù Cristo, di cui abbiamo servito la rivelazione e l'unificazione. Ora questa promessa
comportava la loro istruzione e il loro ritorno a ciò che erano fin dall'inizio, ciò di cui possedevano una
goccia così da poter tornare a lui, che è chiamata Redenzione. Ed è il rilascio dalla prigionia e l'acquisizione
della libertà, la prigionia di coloro che erano schiavi dell'ignoranza che regnava nei loro luoghi, mentre la
libertà è la conoscenza della verità che esisteva prima che l'ignoranza venisse in essere, eternamente regnante
senza inizio e senza fine, ed è un beneficio, una salvezza delle cose, una liberazione dalla natura servile in
cui hanno sofferto coloro che sono stati generati in un umile pensiero di vanità, attraverso il quale sono
portati al male e attirati verso il basso per la brama di potere. Costoro hanno ricevuto il possesso che è la
libertà, dall'abbondanza della grazia che guardava favorevolmente verso i figli, ma che è la sconfitta della
passione e la distruzione di quelle cose da cui il Logos, causa della loro venuta in essere, si era allontanato
quando si separò da loro, perché aveva sospeso la loro distruzione fino alla fine dell'economia, permettendo
loro di esistere perché anche loro erano utili alle cose che erano disposte.

14-LA TRIPARTIZIONE DEL GENERE UMANO

L'umanità è venuta in essere in tre specie in base alla loro natura: la spirituale, la psichica, e la ilica,
riproducendo il modello della triplice disposizione del Logos, da cui furono generati gli ilici, gli psichici e gli
spirituali. Ognuna delle nature delle tre specie è riconosciuta dal suo frutto. E all'inizio non erano conosciute,
ma grazie all'avvento del Salvatore, che illuminò i santi e rivelò ciò che ciascuno era.

La razza spirituale è luce da luce e spirito da spirito. Quando apparve la sua testa, si precipitò verso di lui.
Diventò immediatamente un corpo per la sua testa. Improvvisamente ha ricevuto conoscenza dalla
rivelazione. La stirpe psichica, tuttavia, che è come una luce dal fuoco, ritardò ad accettare la conoscenza di
colui che era apparso e ad affrettarsi verso di lui con fede. Piuttosto, fu istruita da una voce, ed essi erano
contenti in questo modo perché non è lontana dalla speranza in accordo con la promessa, poiché ha ricevuto,
per così dire come un pegno, la certezza delle cose future. La razza ilica, tuttavia, è estranea sotto ogni
aspetto; essendo oscurità, evita il risplendere della luce, perché il suo apparire la dissolve, poiché non ha
accettato la sua altissima rivelazione, ed è piena d'odio verso il Signore che si è rivelato.

La stirpe spirituale riceve la completa salvezza sotto ogni aspetto. La stirpe ilica riceve distruzione sotto ogni
aspetto, proprio come uno che gli resiste. La stirpe psichica, tuttavia, poiché si trova nel mezzo quando viene
generata e anche quando viene costituita, ha un doppio aspetto secondo la sua disposizione verso il bene e il
male. Riceve l'emanazione che è stata depositata da tempo e si protende completamente verso le cose che
sono buone. Quelli del ricordo del Logos che lui aveva generato secondo il pensiero preesistente, quando si
ricordò dell'Altissimo e pregò per la salvezza, questi avranno la salvezza senza la malattia. Saranno salvati
completamente a causa del pensiero della salvezza. Come quello che lui ha generato, così anche con le cose
che essi hanno generato da loro stessi, siano angeli oppure uomini. Con la confessione che verrà uno che è
superiore a loro, e con la preghiera e con la ricerca di lui, anch'essi raggiungeranno la salvezza di coloro che
sono stati generati, dal momento che derivano da una buona disposizione. Furono nominati al servizio della
proclamazione dell'avvento del futuro Salvatore e la sua rivelazione che era avvenuta. Che siano angeli o
uomini, dopo essere stato mandato al loro servizio, essi ricevettero infatti l'essenza del loro essere. Coloro,
invece, che derivano dal pensiero della brama di potere, che sono venuti in essere dal conflitto di coloro che
gli si oppongono, quelli che il pensiero ha generato, questi, una volta mescolatisi, rimarranno indietro per un
pò. Coloro che sono stati generati con la brama di potere che viene data loro per un certo periodo di tempo e
che onorano il Signore della gloria, abbandonando la loro rabbia, saranno ricompensati per la loro umiltà,
con perseveranza infinita. Ma coloro che perversamente sono orgogliosi per il desiderio di amore per la
gloria ed amano la gloria temporanea e non sono consapevoli che solo per certi periodi di tempo hanno quel
potere che è stato loro affidato, e che per questo motivo non hanno riconosciuto che il Figlio di Dio è il
Signore del Tutto e il Salvatore, e che non si sono allontanati dall'ira e dalla somiglianza con i malvagi,
costoro saranno giudicati per la loro ignoranza e la loro insensatezza, che è la sofferenza, insieme a coloro
che hanno sbagliato, tutti quelli che si allontanano tra di loro. E, ancora peggio, in modo da commettere
contro il Signore quelle indegnità che i poteri della sinistra hanno fatto a lui, fino alla sua morte.
Perseverarono dicendo: “Diventeremo sovrani del Tutto, se colui che è stato proclamato re del Tutto sarà
ucciso”, mentre si sforzavano di realizzare queste cose, vale a dire gli uomini e gli angeli che non
provengono dalla buona disposizione di quelli giusti ma dall'amalgama. E hanno già scelto consapevolmente
per se stessi l'onore temporaneo e il desiderio. La via per il riposo eterno conduce attraverso l'umiltà alla
salvezza per quelli della destra che saranno salvati. Dopo essersi confessati al Signore e aver riconosciuto ciò
che è gradito alla Chiesa, e avendo cantato insieme la canzone di coloro che sono umili in ogni cosa che sono
in grado di fare che le sia piacevole, condividendo le sue sofferenze e i suoi dolori alla maniera di coloro che
sono fedeli a ciò che è bene per la Chiesa, avranno una parte nella speranza, e questo riguarda sia gli uomini
che gli angeli - proprio come la strada di coloro che derivano dall'ordine della sinistra porta alla perdizione.
Non solo perché hanno rinnegato il Signore e tramato il male contro di lui, ma anche verso la Chiesa hanno
diretto il loro odio, invidia e gelosia; e questa è la ragione della condanna di coloro che si sono mossi e si
sono risvegliati per mettere alla prova la Chiesa.
15-IL PROCESSO DI RESTAURAZIONE

L'elezione condivide corpo ed essenza con il Salvatore, dal momento che è come una carnera nuziale a causa
della sua unità e del suo accordo con lui. Perché, prima di tutto, Cristo è venuto per il suo bene. La chiamata,
tuttavia, possiede il posto di coloro che gioiscono della camera nuziale, e che sono contenti e felici per
l'unione dello sposo e la sposa. Il luogo che avrà la chiamata è l'eone delle immagini, dove il Logos non si è
ancora unito con la pienezza. E questo è ciò di cui l'uomo della Chiesa gioisce, se ne rallegra e ripone le sue
speranze. Era composto di spirito, anima, e corpo nell'economia di colui che ha pianificato questo. L'uomo
che era in lui era una unità, colui che è il Tutto e che era tutti loro, colui che possiede l'emanazione dal […]
che i luoghi riceveranno, e possiede quelle membra di cui abbiamo parlato prima. Quando fu proclamata la
redenzione, l'uomo perfetto ricevette immediatamente la conoscenza, in modo da tornare in fretta al suo stato
unitario, al luogo da cui proveniva, per tornare là con gioia, al luogo da cui aveva avuto origine, al luogo da
cui era scaturito. Ma le sue membra avevano bisogno di un luogo d'istruzione, che esiste nei luoghi che sono
stati modellati per ricevere da loro la somiglianza delle immagini originarie, come uno specchio, finché tutte
le membra del corpo della Chiesa siano in un unico luogo e ricevano insieme la restaurazione, dopo essersi
manifestati come corpo intero, vale a dire la restaurazione nella pienezza. Ha un accordo iniziale, una
reciproca intesa, che è l'accordo che appartiene al Padre, così che il Tutto ha acquisito l'espressione del volto
in conformità con lui. La restaurazione finale, tuttavia, avverrà dopo che il Tutto si sarà manifestato in colui
che è il Figlio, che è la redenzione, che è la strada verso il Padre incomprensibile, che è il ritorno al
preesistente, e dopo che il Tutto si manifesta veramente in colui che è l'inconcepibile e l'ineffabile,
l’invisibile, l'irraggiungibile, al fine di ricevere la redenzione. Non è solo la liberazione dal dominio di quelli
della sinistra, né è solo l'abbandono del potere di quelli della destra - da ciascuno dei quali pensavamo di
essere schiavi e figli, da cui nessuno fugge senza rapidamente diventare di nuovo loro. Ma la redenzione è
anche una ascesa ai gradi che esistono nella pienezza e a coloro che si sono dati un nome e che li
concepiscono secondo il potere di ciascuno degli eoni, ed è un ingresso in ciò che è silenzioso, dove non c'è
bisogno di voce né di conoscenza né di pensiero né di illuminazione, ma dove tutte le cose sono luce e non
c'è bisogno di essere illuminati.

Non solo gli esseri umani hanno bisogno della redenzione, ma anche gli angeli ne hanno bisogno così come
l'immagine, la pienezza degli eoni e i meravigliosi poteri luminosi. Per non essere in dubbio nei confronti
degli altri, anche il Figlio, che ha la posizione di redentore del Tutto, aveva bisogno della redenzione, lui che
è diventato uomo, dal momento che si sottomise ad ogni cosa di cui abbiamo bisogno nella carne, noi che
siamo la sua Chiesa. Dopo che lui ebbe ricevuto per primo la redenzione attraverso il Logos che era disceso
su di lui, tutto coloro che avevano ricevuto lui ricevettero anche la redenzione attraverso di lui. Coloro che
hanno ricevuto colui che aveva ricevuto, ricevettero anche quello che era in lui.

Tra gli uomini che sono nella carne egli iniziò a dare la redenzione, il primogenito del Padre, il suo amore, il
Figlio che si è incarnato, gli angeli in cielo ritenuti degni di soggiornarvi, così che potessero formare una
comunità con lui sulla terra. Pertanto, egli è chiamato “la Redenzione angelica" del Padre, colui che ha
consolato coloro che soffrivano per il Tutto per il bene della sua conoscenza, perché gli fu data la grazia
prima di ogni altro.

Il Padre fu il primo a conoscerlo, dal momento che esisteva nel suo pensiero prima che qualunque cosa
venisse in essere, e dal momento che aveva in sé coloro ai quali lo ha rivelato. Egli ha posto la mancanza su
colui che per un certo periodo di tempo rimane a gloria della sua pienezza. Il fatto che loro non lo
conoscevano fu causa del loro generare un accordo per poter ricevere la conoscenza di lui, e così
l'accettazione della sua conoscenza diventa una manifestazione della sua generosità e manifestazione della
sua abbondante dolcezza, che é la sua seconda gloria, trovandosi così ad essere sia causa di ignoranza sia
creatore della conoscenza.

Con saggezza nascosta e imperscrutabile ha custodito la conoscenza fino alla fine, così che il Tutto soffriva
mentre loro cercavano Dio, il Padre, che nessuno ha trovato attraverso la propria saggezza o forza, perché lui
si dona in modo che da ciò che è al di sopra del pensiero loro possano ricevere la conoscenza della sua
grande gloria che ha concesso, e del motivo per cui la diede, vale a dire il suo incessante ringraziamento,
quella conoscenza che, nel suo immutabile consiglio, manifesta eternamente a coloro che sono diventati
degni del Padre, la cui natura è sconosciuta, così che loro possano ricevere la conoscenza da lui, attraverso il
suo volere.
L'esperienza aggiuntiva dell'ignoranza e le sue sofferenze, per coloro che egli previde che avrebbero ottenuto
la conoscenza e le cose buone che ci sono in essa, fu una deliberazione della saggezza del Padre, affinché
potessero assaggiare le cose malvagie ed esercitarsi con esse, come un'istruzione temporanea, così da poter
ricevere il godimento delle cose buone per l'eternità. Essi sono considerati differenti, continuamente ripudiati
e accusati da coloro che li osteggiano, come ornamento e meraviglia delle cose elevate, affinché appaia
evidente che l'ignoranza di coloro che non conoscono il Padre era una loro creazione, mentre ciò che diede
loro la conoscenza di lui era il suo potere da raggiungere. Questa conoscenza è giustamente chiamata “la
conoscenza di tutto ciò che è pensato” e “il tesoro” , inoltre, per essere più precisi, è “la manifestazione di
coloro che erano conosciuti fin dall'inizio" e “il percorso verso il consenso e colui che preesisteva”. Questa
è la crescita di coloro che hanno abbandonato la loro stessa grandezza nell'economia della volontà, in modo
che la fine possa essere come l'inizio.

Per quanto riguarda il battesimo che esiste nel senso più autentico, in cui il Tutto scenderà e in cui sarà, non
c'è altro battesimo al di fuori di questo solo, che è la redenzione nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, la
confessione che è sorta dalla fede in questi nomi, che sono un nome unico del Vangelo, quando hanno
creduto alle cose che gli sono state dette, cioè che loro esistono e che coloro che hanno creduto posseggono
la salvezza. Questo è il raggiungimento in modo invisibile al Padre, al Figlio, e allo Spirito Santo. Ma da una
fede incrollabile e dopo aver reso loro (alla Trinità, nda) la propria testimonianza, li afferrano in una ferma
speranza, così che possa accadere che la perfezione di coloro che hanno creduto in loro possa ritornare ad
essi, e ché il Padre sarà uno con loro, il Padre, Dio, che essi hanno confessato nella fede, e che ha concesso
l'unione con lui nella conoscenza.

Il battesimo di cui abbiamo parlato è chiamato “indumento di coloro che non si spogliano di esso”, perché
coloro che lo mettono addosso e sono stati redenti lo indossano. E' anche chiamato “l'incrollabile conferma
della verità”. In modo risoluto e irremovibile afferra coloro che hanno ricevuto la restaurazione mentre lo
afferrano. Si chiama “silenzio” a causa della calma e della tranquillità. E' anche chiamato “camera nuziale”, a
causa dell'accordo e dell'inseparabilità di coloro che sanno di conoscerlo. E' anche chiamato “ la luce che non
si abbassa ed è senza fiamma”, poiché non illumina, ma coloro che l'hanno indossata sono trasformati in
luce, cioè quelli che lui ha vestito. E' anche chiamato “la vita eterna”, che è l'immortalità. E' chiamato “ciò
che è semplice, legittimo, invisibile, irriducibile e immutabile" e ogni altro appellativo che è stato tralasciato.
In quale altro modo lo si può chiamare se non "il Tutto"? Anche se è chiamato con innumerevoli nomi, questi
sono pronunciati per esprimerlo in un modo, mentre lui trascende ogni parola, trascende ogni voce, trascende
ogni mente, trascende tutto, trascende ogni silenzio. Questo è il suo modo di essere verso coloro che sono in
lui. Questo infatti è ciò che è, con un carattere ineffabile e inconcepibile per la venuta in essere tra coloro che
conosce per mezzo di ciò che hanno raggiunto, che è colui che hanno glorificato.

16-REDENZIONE DELLA CHIAMATA

Anche se sull'argomento dell'elezione ci sono molte altre cose che possiamo aggiungere, e che è giusto
menzionare, è tuttavia necessario tornare ancora sulla questione di "coloro che appartengono alla Chiamata",
come sono detti quelli della destra, e non è vantaggioso per noi dimenticarli. Abbiamo parlato di loro come
se quello che è stato scritto in precedenza ad un certo punto fosse sufficiente; allora, come mai abbiamo
parlato di loro in modo parziale? Allora dissi che tutti coloro che hanno avuto origine dal Logos, sia dalla
condanna dei malvagi sia dalla collera che li combatte e si allontana, e si volta verso le cose elevate, alla
preghiera e al ricordo di preesistenti realtà, alla speranza e alla fede che avrebbero ricevuto la salvezza dalle
opere buone, tutti costoro ne erano diventati degni, perché hanno avuto origine dalle buone disposizioni, e
possiedono la causa della loro generazione che è un sentimento proveniente da colui che esiste. Dissi inoltre
che prima che il Logos stesso si preoccupasse di loro in modo invisibile e spontaneamente, l'Altissimo
aggiunse anche questo pensiero, perché si erano mostrati obbedienti a quel pensiero che era diventato la
causa della loro esistenza. Non si esaltavano perché sono stati guariti, come se nessuno fosse esistito prima di
loro, ma hanno conoscenza di possedere un origine del loro essere, e desiderano conoscere colui che esiste
prima di loro. Inoltre hanno venerato la rivelazione della luce sotto forma di fulmine, e hanno testimoniato
che appariva per la loro salvezza.

Non abbiamo detto questo solo riguardo a coloro che sono stati generati dal Logos, cioè coloro che si
dirigono verso il bene, ma anche coloro che essi hanno generato secondo le buone disposizioni
parteciperanno al riposo a causa dell'abbondante grazia. E coloro che sono stati generati dal desiderio della
brama del potere, avendo seminato in loro quel seme di brama del potere ma che hanno lavorato e sono
disposti verso il bene, riceveranno la ricompensa per le (loro) buone azioni, vale a dire coloro che hanno
agito sia coloro che hanno la predisposizione verso il bene, a condizione che siano di un sentimento
gradevole e disposti ad abbandonare il vano amore per la gloria temporanea, e mettano in pratica i
comandamenti del Signore della gloria, invece di un piccolo onore momentaneo, ed erediteranno il regno dei
cieli.

Ma ora è necessario che uniamo le ragioni e gli effetti che giustificano la grazia verso di loro per
l'argomento, è opportuno parlare di quello che abbiamo menzionato in precedenza riguardo la salvezza di
tutti quelli della destra, "non mescolati" e "mescolati", così da unirli gli uni con gli altri, e riguardo il riposo,
che è la rivelazione della forma nella quale essi credevano. Al fine di stabilire questo in una esposizione, è
appropriato che noi confessiamo il regno che e in Cristo per la soppressione di ogni diversità, ineguaglianza
e differenza. La fine sarà una e unica, proprio come l'inizio, dove non c'era maschio e femmina, schiavo e
libero, circonciso e non circonciso, angelo e uomo, ma Cristo è il tutto nel tutto. Quale è la forma di colui che
all'inizio non esisteva? La si scoprirà allorché esisterà. E quale era la natura di colui che non era schiavo?
Egli prenderà un posto insieme all'uomo libero. Perché riceveranno la visione dalla natura e non solo da una
piccola parola alla quale credono solo attraverso una voce. Le cose stanno così. La restaurazione ritorna a ciò
che era, cioè unità. Anche se alcuni sono elevati a causa dell'economia, essendo stati posti come causa delle
cose che sono venute in essere, fornendo molteplici forze naturali, e deliziandosi in queste cose, sia gli angeli
che gli uomini riceveranno il regno e la conferma e la salvezza. Queste dunque sono le cause.

Coloro che si erano manifestati nella carne credevano senza alcun dubbio che egli fosse il Figlio del Dio
sconosciuto, di cui non si non si parlava in precedenza, e che non poteva essere visto. Abbandonarono i loro
dei che avevano precedentemente servito e i signori che sono nel cielo e sulla terra. Prima di elevarsi, mentre
era ancora un bambino, testimoniarono che egli aveva già cominciato a predicare, e quando giaceva nella
tomba come un uomo morto gli angeli pensavano che egli era vivo, ricevendo la vita da colui che era morto.
I numerosi tipi di culto precedenti e le azioni simboliche che avevano luogo nel tempio, vennero
abbandonati. La confessione che questo implica rende possibile per loro di farlo, a causa della loro fretta
verso di lui.

Non ricevono questa fermezza per lasciarla, a causa di colui che non è stato accolto qui giù, ma hanno
ricevuto Cristo, che pensavano venisse dal luogo superiore, il luogo da cui erano stati generati con lui, un
luogo divino e sovrano. I nomi di coloro che servivano, adoravano e accudivano, i nomi che costoro avevano
ricevuto in prestito, furono dati a colui che è legittimamente chiamato da loro. Costoro, tuttavia, dopo la sua
assunzione, realizzarono che lui è il loro Signore, sul quale nessun altro è signore. Gli diedero i loro regni. Si
alzarono dai loro troni. Rifiutarono le loro corone. Ma si manifestò a loro, per le ragioni di cui abbiamo già
detto, vale a dire la loro salvezza e la conversione al pensiero buono fino a […] compagno e gli angeli […] e
i molti favori che hanno fatto con esso. In questo modo furono loro affidati i servizi di cui beneficia l'eletto,
portando in cielo l'iniquità di cui soffrivano, per essere eternamente giudicati dalla prova inestinguibile ed
infallibile. E rimangono per il loro beneficio, finché tutti entrano nella vita ed escono dalla vita, mentre i loro
corpi restano sulla terra, mentre loro amministrano tutti i loro […], condividendo con loro sofferenze,
persecuzioni e tribolazioni, che sono state portate sui santi più di chiunque altro.

Per quanto riguarda i servi del male, sebbene il male meriti la distruzione, […] che è al di sopra di tutti i
mondi, che è il loro pensiero buono e l'amicizia, mentre la Chiesa li ricorderà come buoni amici e servitori
fedeli, una volta che avrà ricevuto la redenzione da colui che dà ricompensa, che è la gioia che è nella
camera nuziale e nella sua casa […] dal pensiero del dare e colui che […] Cristo è colui con è con lei, in
attesa del Padre del Tutto, dal momento che lei produrrà per loro angeli come guide e servitori.

Gli eoni ricorderanno i loro pensieri piacevoli di servizio per lei [...], ricompensandoli per tutto ciò che
pensano. Egli è una loro emanazione, proprio come Cristo ha fatto la sua volontà che ha generato ed esaltato
la grandiosità della Chiesa e donandoli a lei, così lei sarà un pensiero per questi. E agli uomini dà i loro
luoghi eterni di dimora, nei quali loro dimoreranno, lasciandosi alle spalle l'attrazione per la mancanza,
mentre la potenza del Pleroma li attrarrà in alto nella grandezza della generosità e nella dolcezza dell'eone
che preesiste. Questa è la natura di tutta la generazione di coloro che gli appartengono quando egli ha brillato
su di loro in una luce che ha rivelato […]. Proprio come il suo […] che sarà […], proprio come il suo [...]
l'unica differenza è [...] coloro che sono stati [...]
[...]
(Mancano 6 linee)

che […] per mezzo della preghiera […] come abbiamo detto, mentre gli ilici resteranno fino alla fine per
essere distrutti, dal momento che non abbandoneranno i loro [...]. Se ritornano ancora a quello che [...] nel
modo che erano […] loro non esistono […] ma erano utili nel tempo in cui erano tra di loro, anche se non
erano […] all'inizio, allora […] fare qualcos'altro riguardo per […] che hanno come stabilità […]. Sebbene
io, da parte mia, uso continuamente queste parole, non ho […] il suo pensiero. Alcuni anziani […] lui […]
grandezza […]
[…]
(Mancano 6 linee)

...tutti [...] angeli [...] parola e il suono di una tromba che proclamerà la grande completa riconciliazione dal
meraviglioso Oriente, nella camera nuziale, che è l'amore di Dio Padre […], secondo il potere che si estende
a loro della grandezza […], la dolcezza del suo […] , mentre lui manifesta se stesso alle grandezze […] la
sua bontà […] la lode, il dominio, e la gloria attraverso […] il Signore, il Salvatore, il Redentore di tutti i
compassionevoli di amore, attraverso il suo Spirito Santo, da ora in ogni momento attraverso tutte le
generazioni per sempre. Amen.

APPROFONDIMENTO

Così come i precedenti trattati del primo libro dei codici di Nag Hammadi, anche il Trattato Tripartito è stato
tradotto in copto sahidico con influssi di subacmemico da un precedente manoscritto greco a noi non
pervenuto. Grammaticalmente parlando, numerosi sono gli errori ortografici, le cancellature, le annotazioni e
le scritte ai margini del foglio. Il trattato è senza titolo, come i precedenti, ma è stato intitolato in questo
modo dal fatto che l'autore stesso ha delineato la storia da lui narrata in tre segmenti principali. La prima
parte ci dà una panoramica sul Padre e le entità che emanano da lui, la seconda ci parla della creazione
dell'uomo e della caduta di Adamo mentre la terza ed ultima parte descrive l'incarnazione del Salvatore e la
reazione dell'uomo alla sua venuta. Databile probabilmente verso il terzo secolo dC, il trattato appartiene
sicuramente alla scuola gnostica di Valentino, anche se il nome dell'autore rimane ignoto. Sicuro è però il
fatto che sia stato scritto da un suo discepolo, secondo alcuni Herakeon, il prediletto di Valentino stesso
nonché il rappresentante principale insieme a Tolomeo della sede italiana, o comunque da un membro della
scuola, come si può evincere dalla frase "per noi.....che siamo la sua Chiesa".

RIASSUNTO
Protagonisti della prima parte del trattato sono il Padre primordiale, la radice del Tutto, Padre senza padre ma
padre del Figlio che sussiste eternamente in lui; dal loro amore scaturisce la Chiesa che "esiste prima degli
eoni". Viene così presentata dall'autore la Triade eterna Padre-Figlio-Chiesa, sorta di Trinità da cui tutto si
crea. Di evidente tradizione platonica sono invece gli Eoni, delle idee "che erano da sempre nel pensiero del
Padre" ma che non "esistevano da loro stesse" e che vennero in essere solo quando il Padre rivolse loro il suo
pensiero. Il mondo degli eoni era disposto su tre livelli: il primo glorificava il Padre, il secondo il primo ed il
terzo il secondo. In questa pienezza (Pleroma) regnava la concordia e l'armonia. Tuttavia, la terza
generazione non volle rispettare questa struttura piramidale e l'ultimo degli eoni, il Logos, cadde al di fuori
del Pleroma. Questo portò alla creazione di due ordini di esseri, gli ilici e, in seguito al suo pentimento, gli
psichici. Viene successivamente descritta la creazione del Salvatore e del Demiurgo ad opera del Logos.
La seconda parte racconta la creazione dell'uomo prodotto dal Logos che gli fornisce la parte psichica e dal
Demiurgo per la parte spirituale. La terza ed ultima parte si concentra sull'aspetto soteriologico.
L'apparizione del Salvatore dividerà gli uomini in tre classi. I pneumatici o spirituali riconosceranno
immediatamente il Salvatore e saranno salvati, gli ilici o materiali invece lo rifiuteranno. La classe di mezzo,
gli psichici, esiteranno e solo gradualmente si avvicineranno alla salvezza.
TRATTATO VALENTINIANO
[...] entrano [...] l'abbondanza [...] coloro che [...] parlerò del mistero a coloro che sono miei discepoli e a
coloro che lo diventeranno. D'altronde costoro hanno conosciuto il Padre, vale a dire la Radice del Tutto,
l'ineffabile che dimora nella Monade. Dimora solitario nel silenzio e il silenzio è tranquillità dal momento
che, dopo tutto, lui era una Monade e nessuno era prima di lui. Egli dimora nella Diade e nella coppia, la sua
coppia è Silenzio. Possedeva Il Tutto che dimorava in lui. E per quanto riguarda l'intenzione e la
perseveranza, l'amore e stabilità, essi sono ancora ingenerati.

Dio generò il Figlio, mente del Tutto, il quale proviene dalla radice del Tutto, da cui deriva anche il pensiero
del Padre, dal momento che il Figlio era nella sua mente. Per conto del Tutto ricevette un pensiero estraneo
dal momento che non c'era nulla prima di lui. Da quel luogo è lui che ha spostato [...] una sgorgante sorgente.
Ora questa è la Radice del Tutto e la Monade senza nessuno prima di lui. La seconda sorgente esiste nel
silenzio e parla con lui solo. E il Quarto di conseguenza è colui che si è limitato nel Quarto: mentre dimorava
nel trecento sessantesimo lui prima si generò, nel Secondo rivelò la sua volontà e nel Quarto si diffuse.

Mentre queste cose sono dovute alla Radice del Tutto, entriamo da parte nostra nella sua rivelazione, nella
sua bontà, nella sua discendenza e nel Tutto, vale a dire il Figlio, il Padre del Tutto e la mente dello Spirito.
Era in possesso di costui prima [...]. Lui è una sorgente. Lui è colui che appare nel silenzio, lui è la mente del
Tutto che dimora secondariamente nella Vita. Lui è la proiezione del Tutto e l'ipostasi stessa del Padre, vale a
dire il suo pensiero e la sua discendenza.

Quando egli volle, il Primo Padre rivelò se stesso in lui. Poiché, dopo tutto, a causa sua la rivelazione è a
disposizione del Tutto, da parte mia chiamo il Tutto "il desiderio del Tutto". E ha preso un tale pensiero per
quanto riguarda il Tutto - da parte mia lo chiamo Monogenito. Ora, Dio ha portato Verità, colui che glorifica
la radice del Tutto. Così è colui che ha rivelato se stesso nella Monogenito e in lui ha rivelato l'Ineffabile [...]
la Verità. Lo videro dimorare nella Monade, nella Diade e nella Tetrade. Per primo ha generato Monogenito e
Limite. E Limite è il separatore del Tutto e la conferma del Tutto, poiché loro sono [...] i cento [...]. Egli è la
mente [...] il Figlio. Egli è completamente ineffabile al Tutto, è la conferma e l'ipostasi del Tutto, il velo
silenzioso, il vero sommo sacerdote, colui che ha l'autorità di entrare i Santi dei Santi, rivelando la gloria
degli eoni e generando abbondanza alla fragranza. L'Oriente [...] che è in lui. Lui è colui che ha rivelato se
stesso come primordiale santuario e scrigno del Tutto. Lui comprendeva il Tutto, lui che è superiore al Tutto.
Questi dal canto loro mandarono Cristo avanti per stabilire la Verità così come loro furono stabiliti prima
della sua discesa. E dicono a suo riguardo [...]. Lui non è manifesto, ma invisibile a coloro che rimangono
senza Limite. E lui possiede quattro poteri: separare, confermare, provvedere alla forma e produrre la
sostanza. Sicuramente noi da soli dovremmo discernere le loro presenze, il tempo e i luoghi che le
somiglianze hanno confermato perché loro hanno [...] da questi luoghi [...] l'amore [...] è emanato [...] l'intero
Pleroma [...]. La persistenza dura sempre, e [...] anche [...] il tempo [...] più [...] cioè la prova del suo grande
amore.

Allora come mai colui che separa, conferma, produce la sostanza e provvede alla forma come altri hanno
detto? Dicono che Limite ha due poteri,di separare e confermare, dal momento che separa Profondità dagli
eoni, così da [...]. Questi, dunque [...] di Profondità [...]. Per [...] è la forma [...] il Padre di Verità [...] dice che
Cristo [...] lo Spirito [...] Monogenito [...] ha [...].

E' per noi cosa grande e necessarie ricercare le scritture che proclamano i concetti. A riguardo gli antichi
dicono, "furono proclamati da Dio". Cerchiamo di conoscere la sua imperscrutabile ricchezza! Egli voleva
[...] servitù. Non è diventato [...] della loro vita [...]. Loro guardano con fermezza il loro libro della
conoscenza e considerano l'aspetto l'uno dell'altro.

Questa Tetrade proiettò la Tetrade che è quella costituita da Verbo, Vita, Uomo e Chiesa. Ora, L'Uno Increato
proiettò Verbo e Vita. Verbo è per la gloria dell'Ineffabile mentre Vita è per la gloria di Silenzio, l'uomo è per
la sua stessa gloria, mentre Chiesa è per la gloria di Verità. Questa dunque è la Tetrade generata secondo la
somiglianza dell'Increato. E la Tetrade è generata [...] la Decade da Verbo e Vita, la Dodecade da Uomo e
Chiesa divenne Triplice Decade. Inoltre, è colui che proviene dalla Triplice Decade che porta i frutti dalla
Triplice Decade. Entrano insieme ma ne escono singolarmente, fuggendo dagli eoni e dagli incontenibili. E
gli incontenibili, dopo averlo guardato, hanno reso gloria a Mente dal momento che lui è un incontenibile che
esiste nel Pleroma. Ma la Decade di Verbo e Vita generò decadi così da dar diventare il Pleroma un centinaio
di decadi, e la Dodecade di Uomo e Chiesa generò e creò la Triplice Decade così da dar diventare il
trecentosessanta il Pleroma dell'anno. E l'anno del Signore [...] perfetto [...] perfetto [...] secondo [...] Limite
[...] Limite e [...] la grandezza che [...] la bontà [...] lui. Vita [...] soffre [...] dal volto [...] in presenza del
Pleroma [...] che ha voluto [...]. E ha voluto lasciare il Trentesimo - era una sizigia di Uomo e Chiesa, cioè
Sophia - per superare la Triplice Decade e portare il Pleroma [...] suo [...] ma [...] e lei [...] il Tutto [...] ma
[...] che [...] il Tutto [...] Ha fatto [...] i pensieri e [...] il Pleroma attraverso il Verbo [...] la sua carne. Questi
dunque sono gli eoni che sono come loro. Dopo che il Verbo entrò, così come ho detto prima, anche colui
che è venuto per stare con gli Incontenibili ha generato [...] prima che loro [...] via [...] nasconderlo da [...]
sizigia e [...] il movimento e [...] proiettare il Cristo [...] e i semi [...] della croce affinché [...] i segni della
ferita del chiodo [...] perfezione [...]. Dal momento che è una forma perfetta che dovrebbe salire al Pleroma,
non voleva affatto acconsentire alla sofferenza, ma è stato trattenuto[...] lui da Limite, cioè dalla sizigia, dal
momento che la sua correzione non avverrà attraverso nessuno tranne suo Figlio, di cui lui solo è la pienezza
della divinità. Ha voluto nella sua forma corporea abbandonare i poteri ed è disceso. Di tali passioni ha
sofferto Sophia dopo che suo figlio ascese per lei, perché sapeva che abitava in un [...] nell'unità e nel
restauro. Loro furono fermati [...] i fratelli [...] questi. Un [...] non [...]. Io divenni [...]. Chi infatti sono? La
[...] da una parte, la fermò [...], dall'altra parte [...] con [...] lei. Questi inoltre sono coloro che mi guardavano,
coloro che [...], coloro che hanno considerato [...] la morte. Furono fermati [...] lei e si pentì e ha pregato il
Padre della verità, dicendo "Concesso che ho rinunciato al mio consorte. Perciò sono proprio al di là della
conferma. Mi merito le passioni di cui soffro. Ero solita abitare nel Pleroma mettendo avanti gli eoni e
portando il frutto con il mio consorte". E sapeva che cosa era e che cosa era diventata.

Così entrambi soffrirono, dissero che lei rideva dal momento che rimase da sola e imitava gli Incontenibili,
mentre lui dice che rideva dal momento che si isolò dal suo consorte [...]. Invero Gesù e Sophia rivelarono la
creatura. Dal momento che, dopo tutto, i semi di Sophia sono incompleti e senza forma, Gesù escogitò una
creatura di questo tipo e la creò dai semi, mentre Sophia lavorava con lui. Dal momento che loro sono semi e
sono senza forma, lui discese e generò quel Pleroma di eoni che sono in quel luogo, dato che anche gli
Increati di questi eoni sono il modello del Pleroma e del Padre incontenibile. L'Increato generò il modello
dell'increato, perché è dall'increato che il Padre genera nella forma. Ma la creatura è un'ombra delle cose
preesistenti. Inoltre, Gesù creò la creatura e lavorò dalle passioni che circondano i semi. E li separò l'uno
dall'altro e ha introdotto le passioni migliori nello spirito e quelle peggiori nella carne.

Ora, prima fra tutte queste passioni [...] né [...] lui, dal momento che, dopo tutto, Pronoia causò la correzione
per proiettare le ombre e le immagini di coloro che esistono fin da principio, di coloro che sono e di coloro
che saranno. Questa dunque è la dispensazione di credere in Gesù per il bene di colui che ha inscritto il Tutto
con le somiglianze, le immagini e le ombre.

In seguito Gesù generò ulteriormente, lui generò per il Tutto quelli del Pleroma e della sizigia, vale a dire gli
angeli. Allo stesso tempo, con l'accorso del Pleroma, la sua consorte proiettò gli angeli, dal momento che egli
rispetta la volontà del Padre. Questo è il volere del Padre: non permettere che qualcosa accada nel Pleroma a
parte una sizigia. Ancora, il volere del Padre è: sempre produrre e portare i frutti. Che lei dovesse soffrire
non era dunque il volere del Padre, perché lei dimora in se stessa da sola senza il suo consorte. Cerchiamo di
[...] un altro [...] il secondo [...] il figlio di n altro [...] è la Tetrade del mondo. E la Tetrade ha posto i frutti
come se il Pleroma del mondo fosse un periodo di sette giorni. Ed entrarono immagini, somiglianze, angeli
ed arcangeli, divinità e ministri.

Quando tutte queste cose furono portate a passare da Pronoia [...] di Gesù che [...] i semi [...] della
Monogenito [...]. Infatti sono spirituali e carnali, celesti e terrene. Ha fatto loro un luogo di questo tipo e una
scuola di questo tipo per la dottrina e per la forma.

Inoltre il Demiurgo iniziò a creare l'uomo da un lato secondo la sua immagine, dall'altro secondo la
somiglianza di coloro che esistono fin dal principio. Fu questa sorta di dimora che lei ha usato per i semi,
vale a dire [...] separata [...] Dio. Quando loro [...] per conto dell'uomo, dato che in effetti il Diavolo è uno di
questi esseri divini. Si tolse e afferrò l'intera piazza delle porte ed espulse la sua stessa radice nel corpo e
nelle carcasse della carne, perché è avvolto dall'uomo di Dio. E Adamo lo seminò. Perciò acquisì dei figli
che si arrabbiarono l'uno con l'altro. E Caino uccise suo fratello Abele, perché il Demiurgo soffiò in loro il
suo spirito. E vi ebbe luogo la battaglia con l'apostasia degli angeli e degli uomini, quelli della destra e quelli
della sinistra, quelli in cielo con quelli sulla terra, gli spiriti con il carnale, il Diavolo contro Dio. Pertanto gli
angeli bramavano le figlie degli uomini e scesero nella carne in modo che Dio avrebbe causato il diluvio. E
quasi si rammaricò di aver creato il mondo [...] il consorte, Sophia, suo figlio, gli angeli e i semi. Ma la
sizigia è il completo Uno, e Sophia e Gesù e gli angeli e i semi sono immagini del Pleroma. Inoltre il
Demiurgo gettò un'ombra sulla sizigia e il Pleroma e Gesù e Sophia e gli angeli e i semi. L'Uno completo
glorifica Sophia, l'immagine glorifica Verità. E la gloria dei semi e di Gesù sono quelli di Silenzio e
Monogenito. E gli angeli sono i semi dei maschi e quelli seminali delle femmine sono tutto il Pleroma.
Inoltre, ogni volta che Sophia riceve la sua consorte e Gesù riceve il Cristo, i semi e gli angeli, allora il
Pleroma riceverà Sophia con gioia, e il Tutto verrà ad essere unità e riconciliazione. Da questo gli eoni sono
stati aumentati, perché sapevano che dovrebbero cambiare, loro sono senza cambiamento.

SULL'UNZIONE

[...] Secondo [...] il tipo di [...] lo vede. E' il momento propizio per te di mandare il tuo figlio Gesù Cristo ad
ungerci così che possiamo calpestare i serpenti e le teste degli scorpioni e tutti i poteri del Demonio, dal
momento che lui è un pastore del seme. Attraverso di lui abbiamo conosciuto te. E ti glorifichiamo: sia
gloria a te, il Padre nel Figlio, il Padre nel Figlio, il Padre nella Santa Chiesa e nei santi angeli! Da ora e per
sempre lui risiede nella perpetuità degli eoni, per sempre fino agli irrintracciabili eoni degli eoni. Amen.

SUL BATTESIMO [A]

Questa è la pienezza della sintesi della conoscenza la cui sintesi è stata a noi rivelata dal nostro Signore Gesù
Cristo, l'Unigenito. Questi sono gli elementi sicuri e necessari affinché noi possiamo camminare in loro. Ma
essi sono coloro del primo Battesimo [...il primo] Battesimo è il perdono dei peccati [...] detto [...] voi al [...]
vostri peccati e [...] è un modello del [...] del Cristo che è pari al [...dentro] lui. Per il [...] di Gesù [...].
Inoltre, il primo Battesimo è il perdono dei peccati. Siamo portati da quelli della destra, cioè nell'imperituro
Giordano. Ma quel posto si trova nel mondo. Siamo stati mandati fuori dal mondo nell'eone. Secondo
l'interpretazione di Giovanni è l'eone, mentre l'interpretazione di ciò che è la progressione verso l'alto, cioè il
nostro esodo dal mondo nell'eone.

SUL BATTESIMO [B]

[...dal] mondo nel Giordano e dalla cecità del mondo nella visione di Dio, dal carnale nello spirituale, dal
fisico nell'angelico, dal creato nel Pleroma, dal mondo nell'eone, dalle servitù alla figliolanza, dalle
complicazioni nel reciproco, dal deserto nel nostro villaggio, dal freddo nel caldo, da [...] nel [...] e noi [...]
nel [...così] siamo stati portati dai corpi seminali in corpi dalla forma perfetta. Invero sono entrato a titolo di
esempio nel retaggio per il quale il Cristo ci ha salvato nella comunione del suo Spirito. E ha generato noi
che siamo in lui e d'ora in poi le anime diventeranno spiriti perfetti. Ora le cose che ci ha concesso dal primo
Battesimo [...invisibile...che] è il suo, dal momento che [...parla] [riguardo...].

SULL'EUCARESTIA (A)

Ti ringraziamo e celebriamo l'eucarestia, o Padre, ricordando per il bene di tuo Figlio Gesù Cristo che loro
vengono avanti [...] invisibile [...] tuo [Figlio...] suo [amore...] alla [conoscenza...] stanno facendo la tua
volontà attraverso il nome di Gesù Cristo e faranno la tua volontà ora e sempre. Loro sono completi in ogni
dono spirituale ed ogni purezza. Sia gloria a te attraverso tuo Figlio e la tua discendenza Gesù Cristo ora e
sempre. Amen.

SULL'EUCARESTIA (B)

[...] nel [...] la parola di [...il] santo è [...] cibo e [bevanda...] Figlio [...] dal momento che tu [...] cibo del [...]
a noi il [...] nella [vita...] lui [non si vanta...] che è [...] la Chiesa [...] tu sei puro [...] tu sei il Signore. Ogni
volta che morirai puramente, sarai puro così da averlo [...] chiunque lo guiderà al cibo e alla bevanda. Gloria
a te per sempre. Amen.
APPROFONDIMENTO

Il trattato Valentiniano si presenta come un documento ermetico rivolto ad una stretta élite, come si può
facilmente evincere dall'incipit " ...parlerò del mistero a coloro che sono miei discepoli e a coloro che lo
diventeranno". E' un testo molto criptico, oscuro, iniziatico, di difficile comprensione, utilizzato
probabilmente per istruire i catecumeni. Si divide in due parti, la prima dedicata alla creazione, la seconda
alla redenzione.

Protagonisti
Il Padre - chiamato anche Radice del Tutto e L'Ineffabile Uno - è preesistente, vive solitario nel silenzio e
nella tranquillità. Lui possiede il Tutto che dimora in lui.
Il Figlio - la Mente del Tutto - proviene dalla Radice del Tutto, è la vera ipostasi del Padre.
Monogenito e Limite - sizigia generata dal Figlio.
Sophia - la protagonista - entra in scena dopo aver già trasgredito il Pleroma. L'autore racconta le sue
sofferenze, il suo pentimento, l'invocazione al Padre, i dolori della sua coscienza. Avendo concepito per
conto suo, i suoi semi sono "incompleti e senza forma". Il Figlio,per porre rimedio al suo errore, crea delle
forme sulle quali sono modellate delle immagini del mondo inferiore. L'eone Pronoia proietta l'immagine di
queste forme nella creazione. Viene così creato il mondo e l'umanità, nella quale vivono i semi di Sophia.

Il trattato in questione presenta alcune differenze con la classica interpretazione dei valentiniani, questo a
dimostrazione del fatto che all'interno delle stesse scuole esistevano diverse linee di pensiero sull'argomento.
La prima differenza riguarda il Padre, che quì è considerato come una monade mentre in altri testi è una
diade con la sua sizigia (Silenzio).
Anche il mito di Sophia viene interpretato secondo una nuova luce. L'opinione comune era quella che avesse
procreato da sola a causa della sua brama nei confronti del Padre, mentre in questo testo sembra aver voluto
imitare il Padre, agendo però in maniera sconsiderata.

In coda ci sono delle appendici di carattere prettamente liturgico dal testo lacunoso che appaiono essere degli
estratti di preghiere più lunghe, ma che comunque risultano essere avulse dal testo.
INTERPRETAZIONE DELLA GNOSI
(mancano 13 linee) ...sono giunti a credere per mezzo di segni, miracoli e invenzioni. La somiglianza che è
venuta in essere attraverso di loro lo seguì, ma mediante biasimi e umiliazioni prima che ricevessero la
comprensione di una visione sono fuggiti senza aver sentito che Cristo era stato crocifisso. Ma la nostra
generazione fugge dal momento che non crede ancora che il Cristo è vivo. Affinché la nostra fede possa
essere santa e pura, che non si basa concretamente su se stessa ma si mantiene radicata in lui, non dite "Da
dove viene la pazienza per misurare la fede?" essendo ciascuno di noi persuaso dalle cose in cui crede. E se
ne dubitassimo, allora non saremmo in grado di esserne persuasi. Ma è grande cosa per un uomo che ha fede,
perché non si trova nell'incredulità che esiste nel mondo.

Ora, il mondo è il luogo della miscredenza e il luogo della morte. E la morte esiste come... (mancano 14
linee) somiglianze e loro non crederanno. Una santa cosa è la fede per vedere la somiglianza. L'opposto è la
miscredenza nella somiglianza. Le cose che lui concederà loro li sosterrà. E' impossibile per loro raggiungere
l'immortalità [...] diventerà [...] allentare [...] coloro che sono stati mandati [...]. Colui che è in difficoltà non
crederà. Non è in grado di condurre una grande Chiesa, dal momento che essa è riunita in una piccola
adunanza.

Lui divenne un'emanazione del segno. Dicono anche che la somiglianza è stata compresa grazie al suo segno.
La struttura comprende mediante la somiglianza, ma Dio comprende tramite i suoi membri. Li conosceva
prima che fossero generati, e loro lo conosceranno. E colui che generò ognuno dal primo dimorerà in loro.
Regnerà su di loro. E' necessario che ognuno... (mancano 25 linee) il Salvatore si tolse, dal momento che è
giusto. Invero, carnale e non ignorante è la parola che lo ha preso come consorte. Ed è lui che esiste come
immagine, dal momento che anche lui esiste, così come colei che ci ha generato. Egli fece sapere che lei è il
Grembo. Questa è la sua meraviglia che ci fa trascendere la pazienza. Ma la meraviglia è questa: lui ama
colui che è stato il primo a permettere ad una vergine [...]. E' giusto [...] sua [...] fino alla morte [...] desiderio
di praticare... (mancano 23 linee). Pertanto lei si arrese a lui nel suo cammino. E' stato il primo a fissare il
nostro occhio su questa vergine che è attaccata alla croce che si trova in questi luoghi. E vediamo che è la sua
acqua che l'autorità suprema concesse a colui in cui c'è un segno. Questa è l'acqua dell'immortalità che i
grandi poteri gli concederanno quando lui discenderà nella somiglianza del di lei giovane figlio. Non si è
fermata sul suo conto. Lei [...] il [...] divenne [...] nel [...] parola che appare a [...]. Lui non... /mancano 13
linee) nel [...] attraverso [...] provengono da quei luoghi. Qualcuno cadde nel percorso. Altri caddero sulle
rocce. Eppure altri ancora ha seminato sulle spine. Ad altri ancora diede da bere [...] e l'ombra. Ammira [...]
lui [...]. Questa è l'eterna realtà prima che le anime vengano fuori da coloro che sono stati uccisi.

Ma era inseguito in quel luogo dal segno prodotto dal Salvatore. E fu crocifisso e morì - non la sua stessa
morte, perché non meritava affatto di morire a causa della Chiesa dei mortali. E fu inchiodato così che
potessero tenerlo nella Chiesa. Rispose a lei con umiliazioni, dal momento che in questo modo aveva
sopportato la sofferenza che aveva sofferto. Gesù è per noi una somiglianza a causa di... (mancano 14 linee)
questo [...] l'intera struttura e [...] la grande amarezza del mondo [...] noi con il [...] da ladri [...] gli schiavi
[...] giù a Gerico [...] loro ricevettero [...]. Per [...] giù a coloro che aspetteranno mentre l'intero difetto li
trattiene fino alla realtà finale che è la loro parte, da quando ci ha portati giù, avendoci legato in reti di carne.
Dal momento che il corpo è una dimora temporanea che i sovrani e le autorità hanno come abitazione,
l'uomo che si trova all'interno, dopo essere stato imprigionato durante la fabbricazione, cadde nella
sofferenza. E dopo averlo costretto a servirli, lo costrinsero a servire le energie. Separarono la Chiesa così da
ereditare... (mancano 9 linee) potere a [...] e [...] e [...] avendo toccato [...] prima [...] è la bellezza che [...]
voleva [...] ed essere con [...] combattendo l'uno con l'altro [...] come altri [...] vergine [...] distruggere [...]
ferita [...] ma lei [...] si paragona a [...] lei dal momento che avevano colpito [...] imperituro. Questo [...] che
lui rimane [...] vergine [...]. Il [...] la sua bellezza [...] fedeltà [...] e quindi [...] lei. Si affrettò [...] e non ha
sopportato [...] loro disprezzano. Poiché quando la Madre aveva... (mancano 5 linee) la Madre [...] il suo
nemico [...] l'insegnamento [...] della forza [...] natura [...] osservare una fanciulla [...] lui è incapace [...]
primo [...] l'opposto [...]. Ma come ha lui [...] fanciulla [...] lui non era capace [...] lui divenne [...] lo uccise
[...] vivo [...] ha contato su di lei [...] meglio della vita [...] dal momento che lui sa che se [...] il mondo
creasse lui [...] lui allevarlo [...] su da [...] sulle regioni [...] quelle che loro comandano [...]. Ma [...] lo
emetteva [...] lui risiede in lui [...] il Padre del Tutto [...] essere più a lei [...] lui. Egli... (mancano 8 linee)
come [...] dentro [...] lui ha loro [...] loro [...] ognuno sarà degno [...] prendono lui e [...] il maestro dovrebbe
nascondersi come se fosse un dio che abbraccia le sue opere e le distrugge. Ha parlato anche con la Chiesa e
si è fatto suo maestro di immortalità, e ha distrutto l'arrogante insegnante insegnandole a morire.

E questo maestro creò una scuola vivente, perché quel maestro ha un'altra scuola: mentre ci insegna le
scritture morte, lui, dall'altra parte, ci stava facendo togliere dagli eccessi del mondo; ci è stata insegnata la
nostra morte attraverso di loro.

Ora, questo è il suo insegnamento: non avete un padre sulla terra. Vostro Padre, che si trova in cielo, è Uno.
Siete la luce del mondo. Sono i miei fratelli e i miei compagni che fanno la volontà del Padre. A che serve
guadagnarvi il mondo e dimenticarvi dell'anima? Quando eravamo nell'oscurità, chiamavamo molti "padre",
dal momento che non conoscevamo il nostro vero Padre. Questa è il più grande di tutti i peccati... (mancano
8 linee) piacere. Noi siamo come [...] lui a [...] anima [...] uomini che [...] la dimora.

Che cosa è ora la fede stabilita dal Signore che lo liberò dalla grande ignoranze e dall'occhio ignorante? Gli
ricordò le cose buone di suo Padre e della sua razza. Gli disse, "Adesso il mondo non è vostro, non potete
stimare come vantaggiosa la forma che si trova in esso; piuttosto come svantaggiosa e come una punizione".
Ricevete adesso l'insegnamento di colui che è stato rimproverato - un vantaggio e un guadagno per l'anima -
e ricevete la sua forma. E' la forma che esiste nella presenza del Padre, la parola e l'altezza, che vi
permettono di conoscerlo prima di essere portati fuori strada mentre vi trovate nella carne della condanna.

Allo stesso modo sono diventato molto piccolo, così che attraverso la mia umiltà io possa portarvi fino alla
grande altezza da dove siete caduti. Siete stati portati in questa fossa. Se ora credete in me, sono io che vi
porterò al di sopra, attraverso questa forma che vedete. Sono io che vi porterò sulle mie spalle. Entrate dalla
costola da cui siete venuti e nascondetevi dalle bestie. Il peso che ora sostenete non è il vostro. Ovunque lei
vada... (mancano 14 linee) dalla sua gloria [...] dal primo. Essendo tu parte del genere femminile, il sonno
portò fatica e il sabato, che è il mondo. Essendo con il Padre, il sonno portò il sabato e l'esodo dal mondo
delle bestie. Quindi, colui che si è perso viene equiparato all'astuto, e quello proviene dalle bestie che
vennero fuori. Gli hanno messo addosso l'abito della condanna, perché la femmina non aveva altro abito per
vestire il suo seme tranne quello che portò il sabato. Non esiste alcuna bestia nell'eone. Il Padre non osserva
il sabato, ma agisce sul Figlio, e attraverso il Figlio continuò a fornire se stesso con gli eoni. Il Padre ha
elementi razionali viventi da cui indossa le mie membra come abiti. L'uomo... (mancano 11 linee) questo è il
nome. Il [...] ha emesso se stesso e ha emesso quello rimproverato. Colui che fu rimproverato cambiò il suo
nome e, insieme a quello che sarebbe come il rimprovero, apparve come carne. L'umiliato non ha
attrezzatura. Non ha bisogno della gloria che non è sua; ha la sua gloria con il nome, che è il Figlio. Ora è
vento perché noi potessimo diventare gloriosi attraverso colui che si è umiliato che dimora nei luoghi
dell'umiliazione. E attraverso colui che è stato rimproverato riceviamo il perdono dei peccati. E attraverso
colui che è stato rimproverato e colui che è stato redento noi riceviamo la grazia.

Ma chi è che ha redento colui che è stato rimproverato? E' l'emanazione del nome. Così come la carne ha
bisogno di un nome, così anche è carne un eone che Saggezza ha emesso. Ha ricevuto la maestà che sta
discendendo, così che l'eone possa entrare in colui che è stato rimproverato, cosicché noi potessimo sfuggire
alla disgrazia della carcassa ed essere rigenerati nella carne e nel sangue di... (mancano 8 linee) destino. Lui
[...] e gli eoni [...] accettarono il Figlio sebbene fosse un completo mistero [...] ognuna delle sue membra [...]
grazia. Quando gridò, fu separato dalla Chiesa come delle parti di oscurità dalla Madre, mentre i suoi piedi
gli fornirono delle tracce, e queste hanno bruciato il sentiero dell'ascesa al Padre.

Ma in che modo e maniera lei è diventata la loro Testa? Bene, lei fece in modo che il luogo di dimora
generasse la luce a coloro che risiedono dentro di lui, così che loro potessero vedere la Chiesa che ascende.
La Testa si alzò dall'abisso: era piegata sulla Croce e guardava in giù verso il Tartaro così che quelli al di
sotto potessero guardare sopra. Pertanto, ad esempio, quando qualcuno guarda qualcuno, allora la faccia di
colui che guardava giù guarda su: così pure una volta che la Testa guardò dall'alto le sue membra, le nostre
membra andarono in alto, dove c'era la Testa. E la croce subiva i chiodi delle membra e solamente loro
potevano essere in grado...(mancano 7 linee) avere [...] perché erano come [...] schiavo. Il compimento è
così: colui che lei ha indicato sarà completato da colui che ha indicato. E i semi che rimangono fino a quando
il Tutto è separato e prende forma.

E così il decreto sarà compiuto, perché proprio come la donna che viene onorata fino alla morte ha il
vantaggio del tempo, così anche genererà. E questa prole riceverà il corpo designatogli, e diventerà perfetta.
Ha una natura generosa, dal momento che il Figlio di Dio dimora in lui. E ogni volta che acquisisce il Tutto,
ogni cosa che possiede si dissolverà nel fuoco perché ha grandemente disprezzato e indignato il Padre.

Inoltre, quando il Figlio maggiore è stato mandato dopo i fratelli minori, diffuse in ogni direzione l'editto del
Padre e lo proclamò, opponendosi al Tutto. E rimosse il vecchio vincolo del debito, quello della condanna. E
questo era l'editto: coloro che si sono resi schiavi sono stati condannati in Adamo. Loro sono stati portati
dalla morte, hanno ricevuto il perdono per i loro peccati, sono stati redenti da... (mancano 9 linee) dal
momento che noi siamo degni [...] e [...] ma io dico [...] e questi [...]. Per [...] è degno a [...] Dio. E il Padre
[...] il Cristo si è allontanato da tutti questi, dal momento che ama i suoi membri con tutto il suo cuore. Uno
che è geloso mette i suoi membri uno contro l'altro. Se non è geloso, non sarà allontanato dagli altri membri
e dal bene che lui vede.

Avendo un fratello che ci apprezza allo stesso suo modo, ognuno glorifica colui che ci dà la grazia. Inoltre, è
opportuno che ciascuno di noi goda del dono che ha ricevuto da Dio, e che non siamo gelosi, dal momento
che sappiamo che chi è geloso è un ostacolo nel suo percorso, dato che distrugge solo se stesso ed è
ignorante di Dio. Egli dovrebbe gioire ed essere felice e partecipare alla grazia e alla bontà. Qualcuno ha il
dono della profezia? Condividetelo senza esitazione. Non avvicinatevi a vostro fratello con gelosia né...
(mancano 8 linee) scelto come loro [...] vuoto mentre fuggono [...] caduto dal loro [...] sono ignoranti che [...]
in questo modo hanno [...] loro in [...] in modo che possano riflettere per forza sulle cose a cui volete che
pensino quando pensano a voi. Ora, anche vostro fratello possiede la sua grazia: non sminuite voi stessi, ma
gioite e rendete grazie spiritualmente, e pregate per costui, così che voi possiate condividere la grazia che
risiede dentro di lui. Non consideratelo estraneo, piuttosto, (consideratelo) come uno che vi appartiene, che
ciascuno dei vostri compagni ha ricevuto. Amando la Testa che li possiede, possdete anche colui da cui
queste effusioni di doni esistono tra i vostri fratelli.

Ma c'è qualcuno che sta facendo progressi nella Parola? Non siate ostacolati da questo, non dite "Perché lui
parla mentre io no?" perché quello che dice è anche vostro, e ciò che discerne la Parola e ciò di cui parla è lo
stesso potere. La Parola (mancano 13 linee) occhio o una mano solamente, sebbene siano un singolo corpo.
Coloro che appartengono a noi servono tutti la Testa. E ognuna delle membra lo considera un membro. Non
possono diventare interamente un piede o interamente un occhio o interamente una mano, dato che queste
membra non vivranno da sole; anzi, sono morte. Sappiamo che sono state messe a morte. Allora, perché
amate le membra che sono ancora morte, invece di quelle che vivono? Come fate a sapere che qualcuno è
ignorante dei fratelli? Voi siete ignoranti quando li odiate e siete gelosi di loro, dal momento che voi non
riceverete la grazia che dimora in loro, essendo avverso a riconciliarvi alla generosità della Testa. Dovreste
rendere grazie per i nostri membri e chiedere che anche voi possiate ricevere la grazia che è stata data a loro.
Perché la Parola è ricca, generosa e gentile. Elargisce doni ai suoi uomini senza gelosia, secondo... (mancano
11 linee) apparì in ognuno dei membri [...] egli stesso [...] dal momento che non combattono affatto tra di
loro a causa delle loro differenze. Piuttosto, collaborando, lavoreranno l'uno insieme all'altro, e se uno di loro
soffre, soffriranno con lui, e quando uno è salvato, sono salvati insieme.

Inoltre, se aspettassero l'esodo dall'armonia terrena, verrebbero all'eone. Se sono in grado di condividere la
vera armonia, quanto di più (lo sono) coloro che derivano dalla singola armonia? Dovrebbero essere
riconciliati tra loro. Non accusate la vostra Testa perché non vi ha designato come un occhio, ma piuttosto
come un dito. E non siate gelosi di quello che è stato messo nella classe di un occhio o di una mano o di un
piede, ma siate grati di non esistere fuori dal Corpo. Al contrario, voi avete la stessa Testa per conto della
quale esiste l'occhio così come la mano, il piede ed il resto delle parti. Perché disprezzate colui che è stato
designato come [...] desiderava [...] hai calunniato [...] non abbraccia [...] corpo non mescolato [...] scelto [...]
sciogliere [...] dell'eone [...] discesa [...] tuttavia ci ha strappato dagli eoni che esistono in quel posto. Alcuni
esistono nella Chiesa visibile - coloro che esistono nella Chiesa degli uomini - e all'unanimità proclamano tra
loro il Pleroma del loro eone. E alcuni esistono per la morte nella Chiesa per conto della quale vanno, lei per
la quale loro sono la morte, mentre altri sono per la vita. Perciò sono amanti della vita abbondante. E ognuno
degli altri sopporta dalla sua stessa radice. Egli presenta frutti che sono come lui, dal momento che le radici
sono tra loro connesse ed i loro frutti non sono divisibili, il meglio per ognuno. Li possiedono, esistendo per
loro e per gli altri. Diventiamo dunque come le radici, dato che siamo uguali [...] che l'eone [...] coloro che
non sono nostri [...] sopra il [...] lo afferrano [...] dal momento che [...] la tua anima. Lui vorrà [...] vi diamo a
lui. Se lo purificate, risiede in me. Se lo racchiudete, appartiene al Diavolo. Anche se uccidete le sue forze
che sono attive, sarà con te. Perché se l'anima è morta, è stato anche decretato dai sovrani e dalle autorità.
A cosa pensate ora come spirito? O perché perseguitano uomini di questo tipo fino alla morte? Non sono
soddisfatti di essere con l'anima e cercarla? Ogni luogo è a loro precluso dagli uomini di Dio fintanto che
esistono nella carne. E quando non possono vederli, dal momento che loro - gli uomini di Dio - vivono nello
spirito, strappano ciò che appare, come se così potessero trovarli. Ma quale è il profitto per loro? Sono pazzi
da legare! Sradicano ciò che li circonda! Scavano la terra! [...] lui [...] nascosto [...] esiste [...] purificare [...]
tuttavia [...] dopo Dio [...] ci afferra [...] ma noi camminiamo [...]. Se i peccati sono numerosi, quanto più ora
è la gelosia della Chiesa del Salvatore. Ognuno era capace di entrambi i tipi di trasgressione, cioè quella di
un adepto e quella di una persona ordinaria. E' ancora una singola abilità che essi possiedono. E per quanto ci
riguarda, siamo adepti della Parola. Se pecchiamo contro di essa, pecchiamo più dei Gentili. Ma se
sormontiamo ogni peccato, riceveremo la corona della vittoria, anche se la nostra Testa è stata glorificata dal
Padre.

APPROFONDIMENTO

In questa omelia , il tema principale sono i doni spirituali intorno ai quali divergono i membri della comunità
animati da gelosia e odio reciproco. Alcuni membri rifiutano di condividere i loro doni spirituali; altri
invidiano chi invece li ha ricevuti e sono considerati ignoranti. In generale, regna un'atmosfera cupa di
risentimento. Parafrasando Paolo (Lettera ai Romani 12:4-8 e Prima lettera ai Corinzi 12: 12-31), l'autore
riprende l'immagine di Cristi visto come testa il cui corpo è rappresentato dalla Chiesa, così da ricordare ai
fedeli che tutti condividono la stessa testa e lo stesso corpo. Nonostante la diversità dei doni, tutti
condividono la stessa grazia. L'immagine di Cristo-Chiesa intesa come organismo spirituale viene
amplificata con la metafora dell'albero, le cui radici sono indispensabili ai frutti: "Diventiamo dunque come
le radici, dato che siamo uguali". Il testo si conclude con l'esortazione a prevaricare il peccato, ricevendo così
la corona della vittoria.

Questo sermone è senz'alcun dubbio di matrice valentiniana, numerosi sono infatti i richiami ad altri testi
presenti nei codici ed attribuiti alle scuole di Valentino.
Il concetto del rapporto tra fede e pazienza/persuasione espresso nel primo iniziale paragrafo viene
enunciato allo stesso modo nel Trattato sulla Resurrezione.
La metafora del "segno" (paragrafo 3) si trova nel Vangelo della Verità e nel Trattato Tripartito.
Il corpo dell'uomo inteso come luogo di dimora per regnanti ed autorità (Spiriti malvagi, paragrafo 3) si trova
nella lettera di Valentino, "Visione di Dio".
L'immagine del Salvatore come maestro di una scuola vivente (Paragrafo 5) si trova anche nel Vangelo della
Verità, così come il discorso sul Sabato del successivo paragrafo 8.
La preoccupazione di evitare la gelosia è espressa sia nel Vangelo della Verità sia nel Trattato sulla
Resurrezione.
Infine "Chiesa" inteso come nome di un eone è proprio della concezione gnostica di Valentino
ESEGESI SULL'ANIMA
I saggi di un tempo hanno dato all'anima un nome femminile. Invero è femminile anche nella sua natura.
Possiede addirittura il suo grembo. Quando era sola con il Padre, era una vergine in forma androgina.
Quando discese nel corpo ed entrò in questa vita, cadde in mano ai ladri. Uomini dissoluti se la passarono
l'uno con l'altro, alcuni ne abusarono, altri la sedussero con regali. L'hanno violata, strappandole la verginità.
Divenne nel corpo una prostituta e si diede a tutti, vedendo in chiunque stringesse un marito. Dopo essersi
lasciata prendere da adulteri libidinosi ed infedeli, sospirò profondamente e si pentì. Ma anche quando voltò
le spalle agli adulteri, incappò in altri uomini, che la costrinsero a vivere con loro, a condividere i loro letti,
come se fossero i suoi padroni. Poi, Per vergogna, non osò più lasciarli, mentre loro la ingannavano,
fingendo di essere fedeli, veri mariti, come se la rispettassero. Dopo tutto questo se ne andarono,
abbandonandola. Divenne una povera vedova solitaria, indifesa. Nella sua afflizione non aveva cibo. Da loro
non aveva raccolto altro che impurità quando si accoppiavano con lei. La prole avuta dagli adulteri è muta,
cieca e malaticcia. Sono disturbati. Ma quando suo Padre, che è in alto, posò lo sguardo su di lei e la vide
sospirare, soffrire nella disgrazia e pentirsi della sua prostituzione, allora lei cominciò a chiedergli aiuto con
tutto il cuore, dicendo "Salvami, Padre mio, ti riferirò il motivo per cui ho lasciato la mia casa e sono fuggita
dalle stanze delle donne. Ristabiliscimi in te stesso. Quando la vide in questo stato, la ritenne degna della sua
misericordia. Aveva molte sofferenze per aver abbandonato la sua casa.

Per quanto riguarda la prostituzione dell'anima, lo Spirito Santo profetizza in diversi luoghi. Il profeta
Geremia disse: "Se un uomo divorzia da sua moglie, e lei lo lascia e prende un altro uomo, potrò mai tornare
da lui? Una donna del genere non si è forse completamente disonorata?". "Ti sei prostituita con molti pastori
e sei tornata a me - disse il Signore - alza gli occhi e guarda dove sei andata a prostituirti. Non eri seduta per
le strade a profanare la terra con il tuo prostituirti e i tuoi vizi? E hai preso molti pastori appostandoti lungo
la strada. Eri svergognata con tutti. Non ti sei rivolta a me come a un compagno, un padre o un autore della
tua verginità".E' stato scritto nel libro del profeta Osea: "Vieni, presentati davanti alla legge con tua madre,
perché lei non sarò mia moglie né io suo marito. Toglierò la sua prostituzione dalla mia presenza e il suo
adulterio dal suo seno. La spoglierò, nuda come il giorno in cui è nata, e desolata come una terra senz'acqua.
La renderò senza figli e desiderosa di bambini. Non mostrerò alcuna pietà ai suoi figli, perché sono i figli
della prostituzione, la loro madre, prostituendosi , li ha svergognati". Lei ha detto, "Sarò per i miei amanti
una prostituta. Mi hanno dato il pane, acqua, indumenti, biancheria, vino, olio e tutto quello che mi serviva".
"Guarda, li farò tacere in modo che non possa rincorrere i suoi amanti adulteri. Quando li cercherà e non li
troverà, dirà, "Tornerò da mio marito, perché allora ero più felice di adesso". Ancora in Ezechiele è stato
scritto, "Accadde che dopo molte depravazioni, il Signore disse, "Ti sei costruita un postribolo e ti sei fatta
un bellissimo posto per le strade. Hai costruito bordelli in ogni vicolo e hai sprecato la tua bellezza, hai
allargato le gambe in ogni vicolo e moltiplicato i tuoi atti di prostituzione. Eri una prostituta per i figli
dell'Egitto, quelli che sono i tuoi vicini, uomini grandi nella carne". Ma che cosa significa "i figli dell'Egitto,
uomini grandi nella carne", se non il dominio della carne e del regno percepibile e degli eventi della terra da
cui l'anima è qui contaminata, ricevendo da loro pane, vino, olio, vestiti e le altre sciocchezze esteriori che
circondano il corpo - le cose di cui lei pensa di aver bisogno? Ma riguardo alla prostituzione, gli Apostoli
comandavano, "Proteggiti e purificati contro di essa, non solamente dalla prostituzione del corpo, ma
specialmente da quella dell'anima. Ecco perché i messaggeri scrivono alle chiese di Dio, che una tale
prostituzione non può continuare qui. Eppure la lotta più grande è la prostituzione dell'anima. Da essa deriva
la prostituzione del corpo. Così Paolo, scrivendo ai Corinzi, disse, " Ho scritto nella mia lettera "Non
frequentate prostitute", intendendo non le prostitute del mondo o gli avidi o i ladri o gli adoratori di idoli, dal
momento che allora dovreste lasciare il mondo". Qui parla spiritualmente: "La nostra battaglia non è contro
la carne ed il sangue - così disse - ma contro i dominatori di questa oscurità e gli spiriti del male".

Finché l'anima continua a correre ovunque, giacendo con chiunque incontri e insudiciandosi, subirà la sua
meritata punizione. Ma quando percepisce i guai in cui si trova, piange davanti al Padre e si pente, allora il
Padre avrà pietà di lei e farà rivoltare il suo grembo dall'esterno verso l'interno e lei recupererà il suo vero
carattere. Non è così per una donna. Il grembo del corpo si trova dentro il corpo come gli altri organi interni,
ma il grembo dell'anima è rivolto verso l'esterno come i genitali maschili, che sono esterni. Quindi, quando
il ventre dell'anima, per volere del Padre, si volge verso l'interno, (l'anima) viene battezzata e ripulita
immediatamente dalla corruzione che le era imposta, proprio come gli indumenti sporchi vengono messi a
bagno in acqua e mescolati fino a quando la sporcizia non viene rimossa e sono puliti. Quindi la
purificazione dell'anima consiste nel recuperare della sua precedente natura per diventare come era. Questo è
il suo battesimo.

Poi inizierà ad infuriarsi come una donna in travaglio, contorcendosi ed urlando nell'ora del parto. Ma data
che è una femmina, è impotente da sola a fecondare un figlio. Così il Padre le ha mandato dal cielo il suo
uomo, suo fratello, il primogenito. Lo sposo è disceso alla sposa. Lei ha rinunciato alla sua precedente
prostituzione e si è ripulita dalla corruzione degli adulteri ed era rinata per essere una sposa. Si è purificata
nella camera nuziale. L'ha riempita di profuma e si è seduta lì ad aspettare il vero sposo. Non va più in giro
per il mercato, accoppiandosi con chiunque lei desideri, ma lo aspetta dicendo, "Quando verrà?". E lo
temeva, non sapendo che aspetto avesse. Non se lo ricorda più, perché è caduta dalla casa di suo padre molto
tempo fa. Lo ha sognato, per volere del Padre, come una donna innamorata del proprio uomo.

Poi, per volontà del Padre, lo sposo è disceso a lei nella camera nuziale, che era stata preparata. E ha
decorato la camera. Questo matrimonio non è di tipo carnale, in cui coloro che fanno l'amore si saziano nel
loro unirsi. E' come se fosse un peso, si lasciano alle spalle il fastidio del desiderio fisico. Girano i loro volti
l'uno dall'altro. In questo matrimonio, una volta che si uniscono, diventano una vita unica. Come ha detto il
profeta riguardo il primo uomo e la prima donna, "diventeranno una singola carne". Originariamente erano
uniti l'uno all'altro quando erano con il Padre, prima che la donna conducesse sulla cattiva strada l'uomo, che
è suo fratello. Questo matrimonio li riporta di nuovo insieme, e l'anima si unisce al suo vero amore e al suo
vero maestro, come ci dicono le Scritture: "Il padrone della donna è suo marito".
Poi, gradualmente, lo riconobbe e fu di nuovo felice, piangendo davanti a lui mentre ricordava la vergogna
della sua precedente vedovanza. Lei si adornò a dovere, per far sì che lui fosse contento di stare con lei.
E il profeta disse nei Salmi, "Ascolta figlia mia, guardami e porgi l'orecchio, e dimentica la tua gente e la
casa di tuo padre, perché il re ha voluto la tua bellezza, e lui è il tuo signore".
La fa voltare dalla sua gente e dalla moltitudine dei suoi adulteri con cui si era mescolata, per dedicarsi ora al
suo re, il suo vero signore, e per dimenticare la casa del padre terreno con cui le cose andavano male, e
ricordare suo Padre nel cielo. Così fu detto ad Abramo: "Lascia il tuo paese e i tuoi parenti e la casa di tuo
padre".

Quando l'anima si è adornata ancora nella sua bellezza, lei ha goduto del suo amato. Anche lui la amava. E
quando fecero l'amore, lei ricevette da lui il seme che è lo spirito vivificante. Da lui ebbe buoni figli e li
allevò. Questo matrimonio è reso perfetto dalla volontà del Padre. Ora, è giusto che l'anima sia rigenerata e
che sia come era prima. L'anima si è agitata. La sua natura divina e il suo ringiovanimento sono venuti da
suo Padre per farla tornare dove era prima. Questa è la resurrezione dai morti. Questo è il riscatto dalla
prigionia. Questa è l'ascesa al cielo. Questa è l'ascesa al Padre. Come disse il profeta, "Loda il Signore, o
anima mia e tutto quello che è in me, loda il suo santo nome. O anima mia, loda Dio, che ha perdonato tutti i
tuoi peccati, che ha guarito tutte le tue malattie, che ha riscattato la tua vita dalla morte, che ti ha coronato di
misericordia, che soddisfa il tuo desiderio di cose buone. La tua giovinezza si rinnoverà come quella
dell'aquila". Quando sarà di nuovo giovane ascenderà, lodando il Padre ed il fratello che l'hanno salvata.
Attraverso la rinascita l'anima sarà salvata. E la salvezza non sarà a causa di frasi di rito o di abilità
professionali o da libri eruditi. Piuttosto, verrà dalla grazia e dal dono del Dio misericordioso. Questa è la via
celeste. Così grida il Salvatore, "Nessuno può venire a meno che mio Padre non lo attiri e lo porti a me. Io
stesso lo resusciterò nell'ultimo giorno".

Quindi è giusto pregare il Padre e invocarlo con l'anima - non esternamente con le labbra ma con lo spirito,
che è dentro e viene dal profondo - sospirando, pentendoci per la vita che abbiamo condotto, confessando i
peccati, riconoscendo l'inganno in cui ci trovavamo nella nostra superficialità, percependo il vuoto fervore,
piangendo per come abbiamo vissuto nelle tenebre e nelle maree, piangendo per quello che eravamo così che
lui potesse compatirci, odiando noi stessi per quello che ancora siamo. Disse il Salvatore, "Benedetti siano
coloro che piangono, perché saranno compatiti. Benedetti siano gli affamati, perché saranno saziati". E disse,
"Chi non odia la propria anima, non può seguirmi". L'inizio della salvezza è il pentimento. Si dice che prima
di Gesù venne Giovanni, predicando il battesimo del pentimento. E il pentimento avviene nel dolore e
nell'angoscia. Il Padre è buono e ama l'umanità, e ascolta l'anima che lo chiama e le manda la luce della
salvezza. Attraverso lo spirito del profeta dice, "Dici ai figli della mia gente "Se i vostri peccati si estendono
dalla terra al cielo, se diventano rossi come lo scarlatto e più neri di un sacco, e se ritornerete a me con tutta
la vostra anima e mi chiamerete Padre, mi prenderò cura di voi come di un popolo santo". Di nuovo altrove,
"Così il Signore, il Santo di Israele dice, "Se ritorni e sospiri, allora sarai salvato e saprai dove eri quando ti
sei fidato di ciò che è superficiale". E ancora, "Gerusalemme piangeva copiosamente, dicendo "Pietà di me!".
Avrà pietà al suono del vostro lamento. E quando ha visto, si è preso cura di voi. E il Signore vi darà il pane
dell'afflizione e l'acqua dell'oppressione. D'ora in poi coloro che ingannano non si avvicineranno a voi. Il
vostro occhio individuerà coloro che vorrebbero ingannarvi".

Quindi è giusto pregare Dio notte e giorno, tendendo le nostre mani verso di lui come fanno le persone che
navigano in mezzo al mare. Pregano Dio con tutto il cuore e senza ipocrisia. Coloro che pregano
ipocritamente ingannano solo se stessi. Sì, è per sapere chi è degno di salvezza che Dio esamina il nostro io
interiore e il fondo del nostro cuore. Chiunque ami ancora il luogo dell'inganno non è degno di salvezza.
Così scrive il poeta,"Odisseo sedeva sull'isola piangendo ed addolorandosi e voltando il viso dalle parole di
Calipso e dai suoi trucchi, mentre desiderava vedere il suo villaggio e il fumo che ne usciva. Se non avesse
ricevuto aiuto dal cielo, non sarebbe potuto tornare al suo villaggio". Ancora Elena dice, "Il mio cuore si è
allontanato da me. Voglio tornare a casa mia". Lei sospirò, dicendo, "Afrodite mi ha ingannato e mi ha
portato fuori dal mio villaggio. La mia unica figlia ho abbandonato, così come il mio buono, intelligente ed
affascinante marito". Quando l'anima lascia il suo perfetto marito a causa del tradimento di Afrodite, che qui
esiste nell'atto del concepimento, allora l'anima subirà un danno. Ma se sospira e si pente, sarà restituita alla
sua casa.

Israele non sarebbe stato sicuramente visitato da Dio e portato fuori dalla terra d'Egitto e dalla casa di
schiavitù se non avesse sospirato a Dio e non avesse pianto per le sue opprimenti fatiche. Anche in questo
caso è scritto nei Salmi, "Ero profondamente turbato nel mio gemito. Bagnerò il mio letto e la mia coperta
ogni notte con le mie lacrime. Sono diventato vecchio in mezzo a tutti i miei nemici. Allontanatevi da me,
voi tutti che lavorate senza legge, perché guardate, il Signore ha udito il grido del mio pianto e la mia
preghiera". Se ci pentiamo, veramente Dio ci ascolterà, lui che soffre da lungo tempo e che è
abbondantemente misericordioso, al quale sarà gloria nei secoli dei secoli. Amen.

APPROFONDIMENTO
L'esegesi sull'Anima è un breve racconto incentrato sul mito gnostico dell'anima, dalla sua caduta nel mondo
al suo ritorno in cielo. L'anima, la cui natura è femminile, era in una forma androgina e verginale quando era
con il Padre, ma quando cadde nel mondo, incarnandosi, cadde in mano a uomini senza scrupoli che
abusarono di lei, schiavizzandola. Da loro generò una prole "muta, cieca e malaticcia". Lei si pentì e chiese
aiuto al Padre, il quale purificò il suo grembo e le invio come sposo il suo Primogenito. Il loro amore, puro,
spirituale ed eterno, generò figli buoni e meravigliosi.
Il mito di Sophia viene presentato sotto forma di novella, a differenza di altri trattati in cui viene analizzato
in maniera molto più complessa e filosofica. Molto forte è l'influsso ellenistico, in cui l'amore, soggetto vero
e proprio, trionfa dopo una lunga sofferenza; ma anche l'influenza della letteratura ebraica è dominante nella
caratterizzazione della protagonista, una prostituta, così come altre donne peccatrici della tradizione giudaica
(Rahab, Tamar...).
LETTERA A FLORA
Mia cara sorella Flora, la legge che è stata istituita per mezzo di Mosè non è stata compresa da molte
persone, che non hanno una conoscenza precisa né di colui che l'ha istituita né dei suoi comandamenti. Penso
che questo ti sarà perfettamente chiaro quando avrai appreso le opinioni contraddittorie a riguardo.
Secondo alcuni si tratta di una legislazione data da Dio Padre; altri, prendendo la strada opposta, sostengono
ostinatamente che è stata istituita dal suo opposto, il Diavolo che provoca distruzione, così come gli
attribuiscono la creazione del mondo, dicendo che egli è il Padre ed il creatore dell'universo. Entrambi sono
completamente in errore; si confutano a vicenda e nessuno dei due ha raggiunto la verità sulla questione.
E' evidente che la legge non è stata istituita da Dio Padre perfetto, perché è secondaria, essendo imperfetta e
bisognosa di essere completata da un altro, dato che contiene comandamenti estranei alla natura e al pensiero
di tale Dio.
D'altra parte, non si può imputare la legge all'ingiustizia del contrario, Dio, perché si oppone all'ingiustizia.
Queste persone non comprendono ciò che è stato detto dal Salvatore. "Una casa o una città divisa contro se
stessa non può reggere", dichiarò il nostro Salvatore. Inoltre, l'apostolo dice che la creazione del mondo è
dovuta a lui, perché "Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto". Così egli toglie in
anticipo la saggezza infondata dei falsi accusatori, e mostra che la creazione non è dovuta ad un Dio che
corrompe ma a colui che è giusto e odia il male. Solo gli uomini poco intelligenti hanno questa idea, uomini
che non riconoscono la provvidenza del Creatore e hanno accecato non solo l'occhio dell'anima ma anche
quello del corpo.
Da quanto detto, è evidente che a queste persone manca del tutto la verità; ognuno dei due gruppi l'ha
sperimentata, il primo perché non conosce il Dio della giustizia, il secondo perché non conosce il Padre di
tutti, che da solo è stato rivelato da colui che è venuto da solo. Questo ci ricorda che siamo stati considerati
degni della conoscenza di entrambi, per fornirti una spiegazione accurata della natura della legge e del
legislatore da cui è stata istituita. Trarremo le prove di ciò che diciamo dalle parole del Salvatore, che da solo
può condurci senza errore alla comprensione della realtà.
Innanzitutto, devi sapere che l'intera legge contenuta nel Pentateuco di Mosè non è stata istituita da un solo
legislatore - voglio dire, non da Dio solo, alcuni comandamenti sono di Mosè e altri sono stati dati da altri
uomini. Le parole del Salvatore ci insegnano questa triplice divisione. La prima parte deve essere attribuita a
Dio solo, e alla sua legislazione; la seconda a Mosè - non nel senso che Dio legifera attraverso di lui, ma nel
senso che Mosè ha dato qualche legislazione sotto l'influenza delle sue stesse idee; e la terza agli anziani del
popolo, che sembrano aver istituito alcuni comandamenti propri all'inizio. Ora imparerai come la verità di
questa teoria sia provata dalle parole del Salvatore.
In qualche discussione cono coloro che argomentano con il Salvatore a proposito del divorzio, che era
permesso dalla legge, lui disse, "A causa della durezza dei vostri cuori, Mosè ha permesso ad un uomo di
divorziare da sua moglie; da principio non era così; perché Dio ha fatto questo matrimonio, e ciò che il
Signore ha unito, l'uomo non deve separare". In questo modo egli mostra che esiste una legge di Dio, che
vieta il divorzio di una moglie dal marito, e un'altra legge, quella di Mosè, che permette la rottura di questo
giogo a causa della durezza del cuore. Infatti, Mosè stabilisce una legge contraria a quella di Dio; perché
aderire è contrario a non aderire.
Ma se esaminiamo l'intenzione di Mosè nel dare questa legislazione, si vedrà che non l'ha data
arbitrariamente o di sua iniziativa, ma per la necessità a causa della debolezza di coloro per i quali la
legislazione è stata data. Non potendo mantenere l'intenzione di Dio, secondo la quale non era lecito per loro
rifiutare le loro mogli, con le quali alcuni di loro non volevano vivere, e quindi correvano il pericolo di
volgersi ad una maggiore ingiustizia e quindi alla distruzione, Mosè voleva rimuovere la causa del disprezzo,
che li poneva nel rischio della distruzione. Perciò, a causa delle circostanze critiche, scegliendo un male
minore al posto di uno più grande, egli istituì, di sua iniziativa, una seconda legge, quella del divorzio, in
modo che, se non potessero osservare la prima, potessero conservarla e non rivolgersi ad azioni ingiuste e
malvagie, attraverso le quali la completa distruzione sarebbe per loro il risultato. Questa era la sua intenzione
quando ha dato una legislazione contraria a quella di Dio. Perciò è indiscutibile che qui la legge di Mosè è
diversa da quella di Dio, anche se abbiamo dimostrato il fatto da un solo esempio.
Il Salvatore chiarisce anche il fatto che ci sono alcune tradizioni degli anziani intrecciate nella legge. Egli
dice:" Disse Dio - onora tuo padre e tua madre, che possa stare bene con te, ma voi, dice rivolgendosi agli
anziani, avete dichiarato come un dono a Dio, quello con cui avete annullato la legge di Dio attraverso la
tradizione dei vostri anziani". Lo proclamò anche Isaia, dicendo:"Questo popolo mi onora con le sue labbra,
ma i loro cuori sono lontani da me, insegnando precetti che sono i comandamenti degli uomini".
E' ovvio quindi che tuttala legge è divisa in tre parti; in essa troviamo la legislazione di Mosè, degli anziani e
di Dio stesso. Questa divisione dell'intera legge, così come è stata fatta da noi, ha portato alla luce ciò che in
essa è vero.
Questa parte, la legge di Dio stessa, è a sua volta divisa in tre parti: la legislazione pura non mescolata al
male, che propriamente si chiama legge, che il Salvatore "non è venuto a distruggere ma a completare",
perché ciò che egli completava non gli era estraneo ma aveva bisogno di essere completato, perché non
possedeva la perfezione; poi la legislazione si intrecciava con l'inferiorità e l'ingiustizia, che il Salvatore
distrusse perché estranea alla sua natura; infine, la legislazione allegorica e simbolica, immagine di ciò che è
spirituale e trascendente, che il Salvatore trasferì dal sensibile e fenomenico allo spirituale e all'invisibile.
La legge di Dio, pura e non mescolata con l'inferiorità, è il Decalogo, quei dieci detti incisi su due tavole, che
proibiscono le cose da non fare ed ingiungono le cose da fare. Questi contengono una legislazione pura ma
imperfetta e richiedono il completamento da parte del Salvatore.
C'è anche la legge intrecciata con l'ingiustizia, stabilita per la vendetta e la ricompensa delle ferite precedenti,
che ordina che ad un occhio sia strappato un occhio, un dente per un dente, e che un omicidio sia vendicato
da un assassino. La persona che è seconda ad essere ingiusta non è meno ingiusta della prima; cambia
semplicemente l'ordine degli eventi mentre compie la stessa azione. Certo, questo comandamento era giusto
e lo è ancora, a causa della debolezza di coloro per i quali la legislazione è stata fatta in modo che non
trasgrediscano la legge pura. Ma è estraneo alla natura e alla bontà del Padre di tutti. Non c'è dubbio che
fosse appropriato alle circostanze, o addirittura necessario; perché chi non vuole che un omicidio venga
commesso, dicendo "Tu non dovrai uccidere" e poi ordinerà che un omicidio sia ripagato da un altro
omicidio, ha dato una seconda legge che ingiunge due omicidi, sebbene ne abbia proibito uno. Questo fatto
dimostra che egli è stato inconsapevolmente vittima della necessità.
Per questo, quando è venuto suo figlio, ha distrutto questa parte della legge, ammettendo che veniva da Dio.
Egli considera questa parte della legge come nella vecchia religione, non solo in altri passaggi ma anche
dove diceva, "Dio disse - colui che maledice il padre o la madre morirà sicuramente",
Infine, c'è la parte allegorica (esemplare), ordinata ad immagine delle questioni spirituali e trascendenti,
intendo la parte che riguarda le offerte, la circoncisione, il sabato, il digiuno, la Pasqua, il pane azzimo e altre
questioni simili.
Poiché tutte queste cose sono immagini e simboli, quando la verità si è manifestata sono state tradotte in un
altro significato. Nel loro aspetto fenomenale e nella loro applicazione letterale sono stati distrutti, ma nel
loro significato spirituale sono stati restaurati; i nomi sono rimasti gli stessi ma il contenuto è stato cambiato.
Così il Salvatore ci ha comandato di fare offerte non di animali irrazionali o dell'incenso di questo genere
mondano, ma di lode e glorificazione spirituale e di ringraziamento e di condivisione e di benevolenza con i
nostri vicini. Voleva che fossimo circoncisi, non per quanto riguarda il prepuzio fisico ma per quanto
riguarda il cuore spirituale; che rispettassimo il sabato, perché desiderava che fossimo oziosi nei confronti
delle opere del male; che digiunassimo, non nel digiuno fisico ma in quello spirituale, in cui c'è astinenza da
tutto ciò che è malvagio.
Tra noi si osserva anche il digiuno esterno, poiché può essere vantaggioso per l'anima se fatto in modo
ragionevole, non per imitare gli altri o per abitudine o a causa di un giorno speciale designato a questo scopo.
Si osserva anche perché chi non è ancora in grado di mantenere il vero digiuno possa averne un ricordo dal
digiuno esterno. Analogamente, l'apostolo Paolo mostra che la Pasqua ed il pane azzimo sono immagini
quando dice, "Cristo, la nostra Pasqua, è stato sacrificato, perché tu sia pane azzimo, senza lievito (per lievito
qui intende il male), ma che sia una nuova pasta".
Così la stessa legge di Dio è ovviamente divisa in tre parti. La prima è stata completata dal Salvatore,
secondo il comandamento "Non uccidere, non commettere adulterio, non giurare il falso" sono inclusi nel
divieto di rabbia, desiderio e giuramento. La seconda parte è stata interamente distrutta, perché "occhio per
occhio, dente per dente" intrecciato con l'ingiustizia, è stato distrutto dal Salvatore attraverso il suo opposto.
Gli opposti si annullano, "perché io vi dico: non resistete al maligno, ma se qualcuno vi colpisce, porgetegli
l'altra guancia".
Infine, c'è la parte tradotta e cambiata dal letterale allo spirituale, questa legislazione simbolica che è una
immagine delle cose trascendenti. Perché le immagini e i simboli che rappresentano altre cose erano buoni
finché non è venuta la Verità; ma poiché la Verità è venuta, dobbiamo compiere le azioni della Verità, non
quelle dell'immagine.
I discepoli del Salvatore e dell'Apostolo Paolo hanno dimostrato che questa teoria è vera, parlando della
parte che riguarda le immagini, come abbiamo già detto, nel menzionare "la Pasqua per noi" e "il pane
azzimo"; perché la legge si intreccia con l'ingiustizia quando dice che "la legge dei comandamenti è stata
distrutta"; e di questo non si mischia a nulla di inferiore quando dice che "la legge è santa, e il
comandamento è santo e giusto e buono". Credo di averti mostrato a sufficienza, come è possibile riuscirci in
breve, l'aggiunta della legislazione umana nella legge e la triplice divisione della legge stessa di Dio.
Ci rimane da dire chi è questo Dio che ha ordinato la legge; ma credo che anche questo ti sia stato mostrato
in ciò che abbiamo già detto, se lo hai ascoltato attentamente.
Perché se la legge non è stata istituita dal Dio perfetto in persona, come ti ho già insegnato, né dal diavolo,
una dichiarazione che non è possibile fare, il legislatore deve essere un altro di questi due. Infatti, egli è il
Demiurgo, il creatore di questo universo e di tutto ciò che è in esso; e poiché egli è essenzialmente diverso da
questi due e si trova in mezzo a loro, gli è stato dato giustamente il nome di "intermedio".
E se il Dio perfetto è buono per natura, infatti lo è, perché il nostro Salvatore ha dichiarato che esiste un solo
Dio buono, il Padre suo che egli ha manifestato; e se quello che è la natura opposta è malvagio ed iniquo,
caratterizzato dall'ingiustizia; allora quello che si trova tra i due non è né buono né malvagio o ingiusto, ma
può essere propriamente chiamato giusto, poiché è l'arbitro della giustizia che è sua.
Da un lato, questo Dio sarà inferiore al Dio perfetto ed inferiore alla sua giustizia, poiché è generato e non è
ingenerato - "C'è un solo Padre ingenerato, dal quale sono tutte le cose", poiché tutte le cose dipendono da lui
a modo loro. Dall'altra parte egli sarà più grande e più potente dell'avversario, per natura, poiché possiede la
sostanza di entrambi. La sostanza de''avversario è la corruzione e le tenebre, perché è materiale e complesso,
mentre la sostanza dell'ingenerato Padre di tutte le cose è l'incorruttibilità e la luce esistente, semplice ed
omogenea. La sostanza di quest'ultimo produsse un doppio potere, mentre il Salvatore è un'immagine del più
grande.
Ed ora, non lasciare che questo ti turbi per il presente nel tuo desiderio di imparare come da un unico primo
principio del tutto, semplice, e da noi riconosciuto e da noi creduto, ingenerato, incorruttibile e buono, sono
state costituite queste nature di corruzione e di mezzo, che sono sostanze diverse, sebbene sia caratteristico
del bene generare e produrre cose che sono come se stesse e hanno la stessa sostanza.
Infatti, se Dio permette, conoscerai più tardi la loro origine e la loro generazione, quando sarai giudicata
degna della tradizione apostolica che anche noi abbiamo ricevuto per successione, Anche noi siamo in grado
di dimostrare tutti i nostri punti di vista con l'insegnamento del Salvatore.
Nel farti queste brevi dichiarazioni, mia sorella Flora, non mi sono stancato; e mentre ho trattato l'argomento
con brevità, ne ho anche discusso in modo sufficiente. Questi punti ti saranno di gran beneficio in futuro, se,
come il terreno fertile e buono, avrai ricevuto semi fertili e continuerai a mostrare i loro frutti.

APPROFONDIMENTO

La lettera a Flora ci è stata tramandata da Epifanio di Salamina, che nel suo Panarion, monumentale opera in
cui descrive e confuta circa 80 tipi di eresie, fra cui lo gnosticismo, ne riporta il testo completo. Tolomeo,
discepolo di Valentino e suo successore alla guida della scuola italiana, indirizza a Flora - probabilmente una
donna cristiana non ancora pienamente iniziata alla dottrina gnostica - una epistola in cui spiega nel dettaglio
le sue idee su come l'Antico ed il Nuovo Testamento dovessero essere valutati. Secondo lui, le scritture che
vengono da Dio nel Nuovo Testamento sono profondamente più autoritarie di quelle del Vecchio Testamento,
essendo quest'ultimo troppo contaminato dall'influenza umana.
Tolomeo spiega a Flora che la legge dell'Antico Testamento si divide in tre parti: esiste la pura legge di Dio,
espressa nei dieci comandamenti, le aggiunte fatte da Mosè per diminuire la quantità di peccato che il suo
popolo poteva commettere e quelle fatte dagli anziani.
La vera legge è invece quella che Gesù Cristo avrebbe ricevuto da Dio e consegnato all'umanità nel Nuovo
Testamento. Ed anche la legge di Dio può essere divisa in tre gruppi gerarchici basati sull'opposizione dello
spirito e della carne.
Il primo gruppo è la legislazione pura, quella che si realizza attraverso Gesù Cristo.
Il secondo gruppo contiene la legislazione che si occupava dei rapporti interumani e che fu abolita perché
"incongrua con la sua [di Cristo] natura".
Il terzo gruppo era costituito da precetti puramente simbolici, che Gesù ha trasferito dal regno della
percezione dei sensi e dell'apparenza a quello spirituale.
Tolomeo conclude riprendendo il concetto gnostico platonico che il Dio dell'Antico Testamento non è lo
stesso del Nuovo, bensì è un Demiurgo, sorta di intermediario tra Dio ed il suo avversario, "né buono né
malvagio o ingiusto, ma può essere propriamente chiamato giusto, poiché è l'arbitro della giustizia che è
sua". Il Demiurgo è dunque il Dio dell'antico Testamento, mentre Dio Padre è il Dio del Nuovo.

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