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multinazionali del tabacco citando le fonti
scientifiche.
In quegli anni, la reazione dei medici a queste
pubblicità fu molto tenue, anche se l’industria del
tabacco parlava per conto della medicina per
promuovere il consumo del tabacco “Abbi cura
della tua salute, fuma Chesterfield”.
Addirittura una pubblicità del 1937 affermava che
alcuni medici sostenevano che le sigarette Philip
Morris curavano l’irritazione alla gola.
Solo nel 1954, negli Stati Uniti, il marketing decise
di non fare più apparire i medici in pubblicità, anzi,
visto che stavano nascendo dei forti dubbi sulla
salubrità del fumo, lanciarono, con la promessa
pubblicitaria di ridurre il catrame e i mali del fumo,
le sigarette con il filtro.
Nel frattempo, cominciarono a morire in sequenza i
testimonial della pubblicità alle sigarette, a partire
da Humphrey Bogart (cancro all’esofago), che in tutti
i suoi film figurava con la sigaretta in bocca.
Morirono anche uno dietro l’altro, i quattro “cowboy”
machi della pubblicità Marlboro (i famosi “Marlboro
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Man”), che vennero via via uccisi proprio dal
prodotto che tanto pubblicizzavano.
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Questi i dati. Negli anni 2000, il 27% della
popolazione mondiale fumava.
Oggi, la quota di fumatori si è ridotta al 20%.
Sembrerebbe un successo, ma in realtà non lo è,
perché nello stesso periodo la popolazione è
cresciuta e il numero di fumatori si è stabilizzato a
quota 1 miliardo e 100 milioni.
Il reclutamento di nuovi fumatori è incessante e
molto spesso sono proprio le abitudini dei genitori a
influenzare il comportamento dei figli. Un giovane, ci
dicono le ricerche ed il buonsenso, è molto più
propenso a fumare se in famiglia si fuma.
Ogni anno muoiono 7 milioni di fumatori a causa del
tabacco (e questi un po’ se la sono cercata). Il
problema consiste nel fatto che il 15% di questi
morti sono fumatori passivi (e questi non se la sono
cercata).
L’industria propone adesso le sigarette
elettroniche che permettono anche ai più giovani,
anzi giovanissimi, di entrare in contatto con il fumo
in una maniera più “cool”.
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Il passato determina il presente (ed il futuro), per
questo motivo dobbiamo porre attenzione
all’origine degli avvenimenti.
Gli slogan e le immagini proposte in questo breve
articolo riguardano proprio la falsa
comunicazione che ha dato origine
alla diffusione del vizio del fumo nel mondo, con
tutti i problemi che comporta dei costi per i sistemi
sanitari nazionali.
La manipolazione dell’opinione pubblica attraverso
le pubblicità ingannevoli risulta oggi evidente e forse
lo sarebbe stato anche allora, se fosse stato vietato
alle multinazionali del tabacco di fare lobbing e
pressione sui governi.
Guardando all’attualità, dobbiamo constatare che
la comunicazione che dovrebbe disincentivare il
fumo non ha evidentemente prodotto alcun
risultato, anzi, come abbiamo già scritto, giovani e
donne nonostante venti anni di pubblicità
antitabacco sono diventati assidui fumatori.
Se poi guardiamo al mercato globale, vediamo che
sono le popolazioni culturalmente più fragili ad
essereesposte alla pubblicità delle sigarette (in Italia
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per fortuna è sempre stata vietata, anche se
attraverso il product placement nei film la
promozione ha funzionato egregiamente) e ad
essere intrappolate nel vizio del fumo.
Se gli investimenti in pubblicità e le forti limitazioni a
fumare negli ambienti pubblici non hanno ottenuto i
risultati sperati significa che si devono percorrere
altre strade.
Puntiamo allora a delle intense azioni
di demarketing e i risultati non tarderanno a
venire.
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