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Roberto Tedone

Turismo in Liguria:
problema vero o
soluzione impossibile?

Gennaio 2011

Webbizzazione articolo per Scribd a cura di Linda Finardi


Turismo in Liguria: problema vero
o soluzione impossibile ?
Troppo spesso sentiamo litanie o ci piangiamo addosso
per la manifesta incapacità ligure nel sviluppare il
turismo nella nostra regione … Ma siamo proprio sicuri di
volerlo davvero ?

Contenuti
1. Accoglienza ligure: motivo di mugugno
• Torta di riso o calcio nel sedere?
2. Turismo ligure e catena del valore
• Progettare e realizzare una struttura ricettiva e
il suo contesto dal prato verde
3. Turismo di massa versus turismo d’èlite
4. L’alternativa dell’ICT

Note sull’Autore
Fonte immagine copertina: http://www.liguriaplanet.it/it/
Tag: inquieti, inquietudine, turismo in Liguria, torta di riso
finita, accoglienza in Liguria, cultura ligure, catena del
valore, ICT.

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1. Accoglienza in Liguria: motivo di mugugno

Quante volte ci poniamo il problema che il business e


le sue premesse abbiamo una ragion d’essere ed uno
sviluppo sostenibile?
Probabilmente solo quando i relativi effetti ci
riguardano da vicino. E dimentichiamo quasi sempre che il
livello di benessere indotto da un’attività economica è
direttamente proporzionale al bilancio quantitativo e
qualitativo che genera.
In particolare a dolersene sono i “tentati turisti” della
nostra regione, che non perdono occasione – pubblica o
privata che sia – per lagnarsi e recriminare sulla pessima
attitudine all’accoglienza dei liguri in generale.

http://www.youtube.com/watch?v=P6q0lsh4FnQ
Turismo in Liguria 5 - al ristorante Colorado Cafè 2007

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Torta di riso o calcio nel sedere?

Un classico:
In trattoria, due avventori foresti al cameriere:
‘Cosa proponete in menu oggi ?’
‘Torta di riso o un calcio nel sedere’ risponde il cameriere con
pesante cocina locale.
Indispettiti, ribattono i turisti ‘E allora torta di riso per due,
naturalmente’ …
‘Cucina, ce n’è ancora torta di riso ?’
‘Finitaaa !!!’“
Ecco, se vogliamo – in grande sintesi ma in modo assai
efficace – abbiamo così sintetizzato la naturale propensione
ligure al servizio turistico erogato. E giù quindi sarcasmo,
pesante ironia e altezzoso sussiego nel denigrare – come se
ce ne fosse bisogno! – la nostra propensione a vanificare ogni
sforzo affinché la Liguria possa trarre dal turismo oltre-
appennino un valido e continuativo mantenimento, nonché
un contributo fondamentale alla nostra arcaica economia.

2. Turismo ligure e catena del valore

E allora cosa si può migliorare – o meglio,


radicalmente modificare – in tal senso per armonizzare
dimensione del business potenziale ed attitudine locale al
suo sostentamento?
Sicuramente molto (forse …), ma decisamente non
abbastanza … !
Per spiegarmi meglio, ritengo le analogie che seguono
comunque di grande sintesi.

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È’ la stessa differenza che intercorre tra un’auto alla
quale sono stati applicati criteri e dispositivi di sicurezza
passiva rispetto ad un auto che invece è stata progettata dal
prato verde pensando, tra gli altri parametri da coordinare
ed ottimizzare, alla sicurezza dei suoi occupanti. La prima
soddisferà certamente le più severe normative
internazionali, ma la seconda avrà la salvaguardia dei
passeggeri cablata nel suo DNA, sarà quindi intrinsecamente
sicura.

Fonte immagine: http://www.gla.ac.uk

Mi direte, ma cosa c’entra questo paragone


tecnologico? Pensateci invece: induce un concetto - scontato
se si vuole - tuttavia ricco di una verità oggettiva che ci
avvicina ancora di più al tema centrale di questa analisi con
un’altra analogia.

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E’ molto meglio disegnare ex-novo i processi
operativi che rispondano in origine ad un approccio
strategico ed ai vantaggi competitivi di una moderna
catena del valore - per es. di un consorzio regionale
alberghiero di successo - piuttosto che forzarne il
rinnovamento attraverso una riprogettazione degli stessi.
Nel primo caso il consorzio si svilupperà intorno alle
sue caratteristiche di base già strutturate per reggere una
rapida evoluzione sia dell’offerta turistica che del suo front-
office (parametri di indubbio successo), mentre nel secondo,
pur rivedendo i processi in modo radicale adottando
raffinate tecniche organizzative e nuove infrastrutture, la
struttura ricettiva tradizionale dovrà pur sempre
confrontarsi con la sua natura classica ed i pesanti vincoli
relativi in termini di risorse, approccio al mercato e modello
gestionale.
Quindi, in sostanza, mentre investimenti, fusioni,
partecipazioni, network ed altre forme associative avranno
come principale problema rimettere al centro il turista-
Cliente, emergeranno probabilmente altri paesi o regioni –
altrettanto in grado di produrre una qualificata offerta
turistico-ricettiva - che al centro, lo avranno messo da
subito!

Progettare e realizzare una struttura ricettiva e il suo


contesto dal prato verde
Ed eccoci allora a toccare l’argomento che ci riguarda
in questo contesto:
non potrà essere sempre oggettivamente possibile
progettare e realizzare una struttura ricettiva e il suo
contesto dal prato verde al fine di prevedere e pianificare

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alla base i giusti criteri di qualità del servizio e, perché no,
della vita in vacanza.
E quando parlo di prato verde, non intendo solo la
necessità di sostituire vecchie strutture alberghiere
fatiscenti e/o ristrutturare pesantemente quelle storiche ma
ormai decadute, mi riferisco anche e soprattutto ai gestori
che dovranno obbligatoriamente – pena il fallimento di ogni
progetto in merito! – essere arruolati a fronte di severi test
attitudinali …
Tuttavia qualora ci dovessimo eventualmente riuscire,
potremmo garantire finalmente la sinergia e l’ergonomia tra
la nostra natura privilegiata, il clima unico e l’estetica
ambientale con l’opportuna salvaguardia di tutte le
essenziali caratteristiche al contorno che il turista foresto
pretende e sui quali non transige: gentilezza, confort,
servizi aggiuntivi e – perché no ? - safety e security, al fine
di coniugare per il Cliente il massimo sforzo ed efficienza
residenziale - pur anche solo temporale - con la sua miglior
fidelizzazione possibile.

3. Turismo di massa versus turismo d’èlite

Bei discorsi – direte – già sentiti ma ripetutamente


falliti … E allora? Forse che ci sta sfuggendo o non vogliamo
percepire il vero problema? Non sia mai che il nostro
buonismo ipocrita e banale ci nasconda una diversa
percezione del fenomeno …
Proviamo a vederla da questa parte: c’è turismo e
turismo, perbacco!
Dove sta scritto che la vacanza debba essere iper
agevolata ? Perché mai il turismo deve essere ‘facile’ e
aperto a tutti, costi quel che costi?

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Non ci riusciamo, non ci siamo mai riusciti a renderlo
così, perché siamo nativamente diversi e non possiamo
modificarci a tal punto! Con un liberatorio spunto d’orgoglio
locale, lasciamo pure alla Costa Azzurra l’emulazione
chiassosa e pedissequa della cagnara ‘all’americana’, del
sovraffollamento, degli squallidi edifici moderni e degli
agghiaccianti mega-posteggi sotterranei: loro hanno lo
spazio e il cattivo gusto per farli, che si tengano quindi lo
scempio della costa e il casino permanente, se lo ritengono
opportuno.

http://www.youtube.com/watch?v=PorgAMOeVms&feature=related
Turismo in Liguria 7 - Colorado Cafè 2007

La nostra natura riservata e selettiva non è così, anzi:


ci piacciono – e quindi li accettiamo, sempre con qualche
remora, ma li accettiamo - solo i turisti che vogliano
faticare e conquistarsi la bellezza unica del paesaggio e dei
borghi per merito e non per agevolazioni!

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Il godere delle nostre meraviglie è per pochi, solo per
quelli umili e determinati che non hanno pretese, non si
aspettano inchini ma hanno piacere nel cercare di capire e
sciogliere la nostra ancestrale ritrosia nella salvaguardia
dell’incanto di casa nostra: popolo ligure, avventuriero,
commerciante, spavaldo ed intraprendente all’estero e per
mare, ma riservato ed introverso nel suo lembo di terra.
Terra rubata alle onde e ai monti, poca e avara, ma riposo e
culla da sempre per chi ha avuto la fortuna di nascervi e
soprattutto di tornarci di tanto in tanto dopo lungo navigare.
Che sia questo il senso corretto di lettura del
fenomeno?

5. L’alternativa dell’ICT

Ma perché proprio di Turismo dovremmo vivere e


prosperare?
Cogliamo invece la nostra propensione
all’esplorazione, all’innovazione e alla ricerca costante
del meglio possibile per individuare un nuovo filone
davvero vincente: l’alta tecnologia, magari green,
software, poco inquinante ma remunerativa: una ‘Silicon
Valley’ nella piana di Albenga, a fianco dei carciofi e dietro
agli ulivi!
Quale migliore soluzione per richiamare in patria i
nostri lavoratori - novelli emigranti intellettuali - costretti
ad andarsene per esprimere il proprio talento. Ecco sì,
questo lo sappiamo fare: produrre intelligenza senza
distruggere il nostro spazio. Anzi, renderlo sempre più
vivibile ed accogliente per noi e per i pochi che sapranno
conquistarlo nel modo giusto.

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DLR lightweight robot with four-fingered hand – Fonte DLR

In fondo anch’io mi sono laureato in Fisica studiando –


estate ed inverno – al mare: quale aula o biblioteca
migliore!

Roberto Tedone, ricopre la carica di Consigliere


Delegato di REVOS Italia, società specializzata nello
sviluppo di soluzioni di CRM, Telemarketing,
Teleselling e della azienda di consulenza ICT NextUP
(società partecipata al 51% da IFM Infomaster), dopo
esperienze come Responsabile Commerciale e
Account Manager in GSI e SESAM e come progettista,
sistemista e marketeer alla SEIAF (IBM-ELSAG). Nato
a Genova nel 1957, coniugato con tre figli, si è
laureato in fisica presso l’università di Genova nel
1982.
www.key4biz.it/Who_is_who/2003/10/Tedone_Roberto.html

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