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Turismo in Liguria:
problema vero o
soluzione impossibile?
Gennaio 2011
Contenuti
1. Accoglienza ligure: motivo di mugugno
• Torta di riso o calcio nel sedere?
2. Turismo ligure e catena del valore
• Progettare e realizzare una struttura ricettiva e
il suo contesto dal prato verde
3. Turismo di massa versus turismo d’èlite
4. L’alternativa dell’ICT
Note sull’Autore
Fonte immagine copertina: http://www.liguriaplanet.it/it/
Tag: inquieti, inquietudine, turismo in Liguria, torta di riso
finita, accoglienza in Liguria, cultura ligure, catena del
valore, ICT.
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1. Accoglienza in Liguria: motivo di mugugno
http://www.youtube.com/watch?v=P6q0lsh4FnQ
Turismo in Liguria 5 - al ristorante Colorado Cafè 2007
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Torta di riso o calcio nel sedere?
Un classico:
In trattoria, due avventori foresti al cameriere:
‘Cosa proponete in menu oggi ?’
‘Torta di riso o un calcio nel sedere’ risponde il cameriere con
pesante cocina locale.
Indispettiti, ribattono i turisti ‘E allora torta di riso per due,
naturalmente’ …
‘Cucina, ce n’è ancora torta di riso ?’
‘Finitaaa !!!’“
Ecco, se vogliamo – in grande sintesi ma in modo assai
efficace – abbiamo così sintetizzato la naturale propensione
ligure al servizio turistico erogato. E giù quindi sarcasmo,
pesante ironia e altezzoso sussiego nel denigrare – come se
ce ne fosse bisogno! – la nostra propensione a vanificare ogni
sforzo affinché la Liguria possa trarre dal turismo oltre-
appennino un valido e continuativo mantenimento, nonché
un contributo fondamentale alla nostra arcaica economia.
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È’ la stessa differenza che intercorre tra un’auto alla
quale sono stati applicati criteri e dispositivi di sicurezza
passiva rispetto ad un auto che invece è stata progettata dal
prato verde pensando, tra gli altri parametri da coordinare
ed ottimizzare, alla sicurezza dei suoi occupanti. La prima
soddisferà certamente le più severe normative
internazionali, ma la seconda avrà la salvaguardia dei
passeggeri cablata nel suo DNA, sarà quindi intrinsecamente
sicura.
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E’ molto meglio disegnare ex-novo i processi
operativi che rispondano in origine ad un approccio
strategico ed ai vantaggi competitivi di una moderna
catena del valore - per es. di un consorzio regionale
alberghiero di successo - piuttosto che forzarne il
rinnovamento attraverso una riprogettazione degli stessi.
Nel primo caso il consorzio si svilupperà intorno alle
sue caratteristiche di base già strutturate per reggere una
rapida evoluzione sia dell’offerta turistica che del suo front-
office (parametri di indubbio successo), mentre nel secondo,
pur rivedendo i processi in modo radicale adottando
raffinate tecniche organizzative e nuove infrastrutture, la
struttura ricettiva tradizionale dovrà pur sempre
confrontarsi con la sua natura classica ed i pesanti vincoli
relativi in termini di risorse, approccio al mercato e modello
gestionale.
Quindi, in sostanza, mentre investimenti, fusioni,
partecipazioni, network ed altre forme associative avranno
come principale problema rimettere al centro il turista-
Cliente, emergeranno probabilmente altri paesi o regioni –
altrettanto in grado di produrre una qualificata offerta
turistico-ricettiva - che al centro, lo avranno messo da
subito!
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alla base i giusti criteri di qualità del servizio e, perché no,
della vita in vacanza.
E quando parlo di prato verde, non intendo solo la
necessità di sostituire vecchie strutture alberghiere
fatiscenti e/o ristrutturare pesantemente quelle storiche ma
ormai decadute, mi riferisco anche e soprattutto ai gestori
che dovranno obbligatoriamente – pena il fallimento di ogni
progetto in merito! – essere arruolati a fronte di severi test
attitudinali …
Tuttavia qualora ci dovessimo eventualmente riuscire,
potremmo garantire finalmente la sinergia e l’ergonomia tra
la nostra natura privilegiata, il clima unico e l’estetica
ambientale con l’opportuna salvaguardia di tutte le
essenziali caratteristiche al contorno che il turista foresto
pretende e sui quali non transige: gentilezza, confort,
servizi aggiuntivi e – perché no ? - safety e security, al fine
di coniugare per il Cliente il massimo sforzo ed efficienza
residenziale - pur anche solo temporale - con la sua miglior
fidelizzazione possibile.
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Non ci riusciamo, non ci siamo mai riusciti a renderlo
così, perché siamo nativamente diversi e non possiamo
modificarci a tal punto! Con un liberatorio spunto d’orgoglio
locale, lasciamo pure alla Costa Azzurra l’emulazione
chiassosa e pedissequa della cagnara ‘all’americana’, del
sovraffollamento, degli squallidi edifici moderni e degli
agghiaccianti mega-posteggi sotterranei: loro hanno lo
spazio e il cattivo gusto per farli, che si tengano quindi lo
scempio della costa e il casino permanente, se lo ritengono
opportuno.
http://www.youtube.com/watch?v=PorgAMOeVms&feature=related
Turismo in Liguria 7 - Colorado Cafè 2007
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Il godere delle nostre meraviglie è per pochi, solo per
quelli umili e determinati che non hanno pretese, non si
aspettano inchini ma hanno piacere nel cercare di capire e
sciogliere la nostra ancestrale ritrosia nella salvaguardia
dell’incanto di casa nostra: popolo ligure, avventuriero,
commerciante, spavaldo ed intraprendente all’estero e per
mare, ma riservato ed introverso nel suo lembo di terra.
Terra rubata alle onde e ai monti, poca e avara, ma riposo e
culla da sempre per chi ha avuto la fortuna di nascervi e
soprattutto di tornarci di tanto in tanto dopo lungo navigare.
Che sia questo il senso corretto di lettura del
fenomeno?
5. L’alternativa dell’ICT
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DLR lightweight robot with four-fingered hand – Fonte DLR
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