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COMNICATO STAMPA

04 maggio 2017

OUR PLACE IN SPACE:


UNA MOSTRA-EVENTO TRA SCIENZA E ARTE PER CHIAVENNA

Il fascino dell’arte e la magia dello spazio, astronomi e artisti insieme per dare risposte alle
domande che ogni singolo abitante del pianeta Terra si pone e che si riassumono in una sola: qual è
il nostro posto nella vastità dell’Universo? Our Place in Space, la mostra, unica nel suo genere, che
aprirà a Chiavenna sabato 13 maggio 2017, e che rimarrà allestita fino al 20 agosto, dipana il
legame tra scienza e arte attraverso le immagini del telescopio Hubble e le opere di undici artisti che
hanno dato vita ciascuno alla loro personale interpretazione. Un viaggio nell’Universo lontano
carico di suggestioni. Chiavenna, dopo Venezia e prima di Monaco di Baviera, di Vienna, degli Stati
Uniti e dell’Australia, ospita una mostra-evento, risultato di un progetto di Cooperazione
Internazionale tra Esa, l’Agenzia Spaziale Europea, e Nasa, l’Ente Spaziale degli Stati Uniti. La
mostra, che a Venezia è stata visitata da quasi trentamila persone, risultando una delle preferite dal
pubblico italiano nel 2017, è curata da Antonella Nota di Esa e dalla chiavennasca Anna Caterina
Bellati, presidente di Bellati Editore.

Per Chiavenna e l’intera provincia di Sondrio si tratta di un evento che non ha eguali con tutto ciò
che è stato organizzato in passato, una mostra dal richiamo internazionale che, così come avvenuto
per la sua prima veneziana, catturerà l’interesse di migliaia di visitatori. Fortemente voluta dagli
enti pubblici che la sostengono, il Comune di Chiavenna, la Comunità Montana della Valchiavenna
in primis, e la Provincia, in collaborazione con il Consorzio per la promozione turistica della
Valchiavenna, quale straordinaria opportunità di conoscenza per i residenti e di richiamo per i turisti
e gli appassionati, Our Place in Space apre gli orizzonti e inquadra nuove prospettive per una città e
una valle pregne di cultura e di arte, non solo e molto di più di un quadro naturalistico di
straordinaria bellezza. «Questa è una mostra di tutti e per tutti - sottolinea il sindaco di Chiavenna
Luca Della Bitta - che brilla di luce propria e che valorizza gli edifici storici in cui si svolge e
l’intera città, ponendo l’attenzione su tutto ciò che di bello e di prezioso abbiamo a Chiavenna. Si
tratta di un evento di alto calibro, sia scientifico sia artistico, che richiamerà l’attenzione di un
pubblico eterogeneo, appassionati d’arte e di scienza, studenti, persone curiose. Tutti troveranno
molti motivi d’interesse, ne sono certo. Mi auguro che siano i valchiavennaschi, per primi, a
cogliere questa opportunità». «Riteniamo che questa mostra possa contribuire a raggiungere due
obiettivi - spiega il presidente della Comunità Montana della Valchiavenna Flavio Oregioni -:
offrire un evento di grande prestigio ai valchiavennaschi e a tutta la provincia di Sondrio, elevando
la proposta culturale locale, richiamare l’attenzione sulla città e sulla valle, aumentandone notorietà
e reputazione. Andiamo oltre la stagione dello sci, oltre la natura e l’enogastronomia, che ben ci
caratterizzano, per affermare l’unicità di una valle ricca di arte e di cultura. Questa mostra la farà
conoscere a un pubblico più selezionato di appassionati e farà scoprire, a chi già la apprezza, il suo
lato nascosto».

Tutta la città sarà coinvolta nell’evento, grazie al coordinamento del Consorzio per la promozione
turistica della Valchiavenna, che ha predisposto speciali iniziative che si susseguiranno per
l’intera durata dell’esposizione. La città sarà pavesata a festa per quattro mesi con gonfaloni e
frecce calpestabili posti sui palazzi e lungo le vie, per accompagnare i visitatori nell’ex convento.
Gli operatori della città saranno i primi promotori della mostra e la divulgheranno attraverso
apposite vetrofanie. È previsto il coinvolgimento di tutte le scuole della provincia, mentre la
proposta della mostra sarà inserita nei pacchetti della via Spluga e della Via Bregaglia.

Our Place in Space offre l’opportunità di ammirare alcune fra le più celebri immagini scattate da
Hubble, da quelle del nostro vicinato cosmico, le Facce di Marte, la Grande Macchia Rossa di
Giove, le intense Aurore di Saturno, alle vastissime Galassie, affascinanti Nebulose e particolari
fenomeni astronomici. Insieme a questa esibizione scientifica dell’Universo, la mostra propone le
opere di alcuni noti artisti italiani che hanno realizzato dipinti, sculture e installazioni site specific,
ispirandosi alle meraviglie che gli occhi di Hubble hanno rivelato. Una fusione armonica tra
Scienza e Arte che regala una visione diversificata dello spazio intorno a noi. E proprio
dall’integrazione fra le diverse prospettive offerte da astronomi e artisti giunge l’invito alla
riflessione sul posto occupato dall’umanità nel grande schema dell’Universo. A partire dal suo
lancio, nel 1990, il Telescopio Spaziale Hubble ha fornito un contributo decisivo nel cercare le
risposte alle domande che ci poniamo: da dove veniamo? qual è il nostro posto nell’universo? siamo
soli nello spazio? Hubble, orbitando attorno alla Terra da oltre ventisei anni ogni novanta minuti,
non ha solo compiuto innumerevoli scoperte astronomiche ma ha anche avvicinato l’astronomia al
grande pubblico accendendo l’immaginazione e producendo un forte impatto su cultura, arte e
società.

La mostra sarà ospitata nell’ex Convento dei Cappuccini e in piazza Bertacchi dal 13 maggio al 20
agosto 2017 e potrà essere visitata tutti i giorni, con la sola eccezione del lunedì, dalle 10.30 alle
12.30 e dalle 16 alle 19. L’ingresso è gratuito. L’inaugurazione si terrà sabato 13 maggio, alle ore
17.30 nell’ex convento.
COMITATO SCIENTIFICO

Antonella Nota, Chair ESA/STScl


Anna Caterina Bellati, Bellati Editore
Ken Carpenter, NASA HST
Lars Lindberg Christensen, ESO
Carol Christian, STScl
Roger Davies, University of Oxford, UK
Mathias Jäger, ESA/Hubble
Hussein Jirdeh, STScl

ARTISTI

Antonio Abbatepaolo
Marco Bolognesi
Paola Giordano
Ettore Greco
Mario Paschetta
Alessandro Spadari
Marialuisa Tadei
Sara Teresano
Mario Vespasiani
Dania Zanotto
Ω Alberto Salvetti

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