turchini edizioni
centro di musica antica pietà de’ turchini
7 melanie traversier
I Napoleonidi al servizio della musica napoletana
25 pierluigi ciapparelli
Alle origini del sistema teatrale preunitario nel Regno di Napoli:
progetti e realizzazioni tra il decennio francese e la Restaurazione
51 paologiovanni maione
Propaganda pubblica e repertori privati della corte muratiana
69 lucio tufano
Costruire la regalità. Feste teatrali e cerimonie con musica a Napoli
tra Giuseppe e Gioacchino (1806-1815)
Rosa Cafiero
1
théodore lassabathie, Histoire du Conservatoire Impérial de musique et de décla-
mation, Paria, Michel Lévy Fréres, 1860, p. 3. constant pierre, Le Conservatoire na-
tional de musique et de déclamation. Documents historiques et administratifs recuillis
ou reconstitués, Paris, Imprimérie Nationale, 1900. sylvie mamy, L’importation des
solfèges italiens en France à la fin du XVIII siècle, in maria teresa muraro (a cura di),
L’opera tra Venezia e Parigi, Firenze, Olschki, 1988, pp. 67-89; philippe lescat, L’en-
seignement du chant italien en France de la fin de l’Ancien Régime à la Restauration:
323
324
6
gessele, The Conservatoire de Musique and national music education, p. 206; rena-
te groth, Die französische Kompositionslehre des 19. Jahrhunderts, Wiesbaden, Franz
Steiner, 1983 (Beihefte zum Archiv für Musikwissenschaft, 22); fra i membri della com-
missione l’unico a schierarsi a favore delle teorie di Rameau era stato Jean-Baptiste
Rey, che nel 1807 aveva stampato presso Naderman una Exposition élémentaire de
l’harmonie.
7
charles-simon catel, Traite d’harmonie par Catel, membre du Conservatoire de
Musique, adopté par le Conservatoire pour servir à l’étude dans cet etablissement, Pa-
325
326
cio alla figura di Nicola Sala e al suo «nuovo Codice della Composizione
musicale», le Regole del contrappunto pratico12 (1794), che Choron ha
restaurato «col mezzo d’importanti migliorazioni».
Il celebre Sala, uno dei più dotti Allievi dell’insigne Leo, avea consacrato il
corso di una vita lunga e laboriosa alla formazione di un corso metodico di
modelli sopra tutte le parti della composizione. Negli ultimi anni della sua
vita, questo travaglio prezioso fu, a premure de’ primi Maestri di Cappella
d’Italia, e principalmente dell’illustre M. Paesiello, pubblicata a spese del
Governo di Napoli, che la fece eseguire con un’estrema magnificenza. Già
l’Europa accoglieva con applauso unanime questo nuovo Codice della Com-
posizione musicale, allorché un avvenimento infelice venne ad involarla alle
universali ricerche. In mezzo ai disordini che sconvolsero l’Italia nel 1799,
la città di Napoli soffrì un saccheggio generale: i rami dell’opera di Sala, che
esistevano nella stamperia reale furono involati e dispersi, ed il frutto di tan-
ti travagli, ed ingenti spese, parve in un sol momento distrutto ed annientito
senza risorsa.
In tali circostanze, l’editore à creduto fare cosa utile e gloriosa, il volgere tut-
te le sue cure alla restaurazione di questo sublime monumento. Al momento
però di realizzare questa intrapresa, à voluto renderla utile in tutte la sua
estensione, di cui fosse suscettibile, col mezzo d’importanti migliorazioni.
Senza dunque, fare minimo cangiamento all’opera del Sala, senza confon-
dere in modo alcuno il suo lavoro colle addizioni, che gli sono sembrate
Pietà di Napoli – Opera classica; impressa a spese del Governo Francese per servire
d’istruzione agli allievi dei Maestri delle Cattedrali – Tradotta dall’italiano, aumentata
di un gran numero di precetti ed esempj in ogni genere, estratti dai migliori Autori, e
specialmente da tutti quelli che compongono i trattati di Contropunto e della Fuga del
P. Martini da Alessandro Choron – Proposta per associazione). Ringrazio Lucio Tufano
per la segnalazione di questo annuncio tipografico.
12
rosa cafiero, Un viaggio musicale nella scuola napoletana: note sulla fortuna delle
«Regole del contrappunto pratico» di Nicola Sala (Napoli, 1794), in cecilia de carli -
francesco tedeschi (a cura di), Il presente si fa storia. Scritti di storia dell’arte in onore
di Luciano Caramel, Milano, Vita & Pensiero, 2008, pp. 733-756; ead., La trattatisti-
ca musicale, in francesco cotticelli - paologiovanni maione (a cura di), Storia della
musica e dello spettacolo a Napoli. Il Settecento, Napoli, Turchini Edizioni, 2009, pp.
593-656 (trad. tedesca Traktate über Musik, in francesco cotticelli - paologiovanni
maione (hrsg. von), Musik und Theater in Neapel im 18. Jahrhundert, Kassel, Bären-
reiter 2010, pp. 641-708); gaetano stella, Le «Regole del contrappunto pratico» di
Nicola Sala. Una testimonianza sulla didattica della fuga nel Settecento napoletano,
«Rivista di analisi e teoria musicale», XV/1 (2010), pp. 116-138.
327
13
«Giornale enciclopedico di Napoli», II (1807), gennaio, pp. 92-93.
14
michel sarrette, Observations sur l’état de la musique en France (lues à l’Assemblée
générale des membres du Conservatoire le 5 ventôse an X), Paris, Didot, an. X, p. 37; cfr.
emmanuel hondré, Les méthodes officielles du Conservatoire, in id. (sous la direction
de), Le Conservatoire de Paris. Regards sur une institution et son histoire, Paris, Associa-
tion du bureau des étudiants du CNSMDP, 1995, pp. 73-107: 81.
15
Archivio del Real Conservatorio di Santa Maria di Loreto, Dispaccio reale, 21 set-
tembre 1791, f. 1v (Dispaccio del Segretario di Stato per gli Affari Ecclesiastici Carlo de
Marco al Marchese Baldassarre Cito, Presidente del Sacro Regio Consiglio e delegato
del Conservatorio). francesco florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi Conser-
vatorii, II, Napoli, Morano, 1882, p. 256; nel libretto dell’Alessandro nell’Indie andato
in scena al San Carlo il 12 gennaio 1792 Piccinni è detto «ispettore dei tre Conservatori
della Città e pensionario di S. M. cristianissima» (claudio sartori, I libretti italia-
ni a stampa dalle origini al 1800, Cuneo, Bertola & Locatelli, 1990, I, scheda 844).
Sull’attività didattica di Piccinni, attivo al Sant’Onofrio nel 1767, cfr. florimo, La
scuola musicale, II, p. 281, dinko fabris, Maestri e allievi italiani di Piccinni, in clara
gelao - michèle saJous d’oria (a cura di), Il tempo di Niccolò Piccinni. Percorsi di un
musicista del Settecento, con la collaborazione di Dinko Fabris, Pierfranco Moliterni,
Renato Ruotolo, Bari, Mario Adda Editore, 2000, pp. 9-22. Su Baldassarre Cito cfr.
erasmo ricca, La nobiltà del regno delle Due Sicilie, Parte I, vol. IV, Napoli, Stamperia
di Agostino de Pascale, 1869, pp. 564-565.
16
La citazione è desunta da una supplica di Fedele Fenaroli al re Ferdinando IV del 16
settembre 1802 (ASN Ministero dell’Interno, II inventario, fascio 5182, d’ora in avanti
328
Un mese dopo il suo arrivo a Parigi [23 dicembre 1798], il governo avea
disegnato di creare per lui una sesta piazza d’ispettore al Conservatorio a
titolo di Riconoscenza Nazionale, disegno che rimase senza effetto. Appena
ristabilitosi dalla malattia, fece dimandare al Primo Console che avesse at-
tuato quel disegno. Il generale Bonaparte lo accolse con benevolenza e con
interesse, gli dimandò una marcia per la guardia consolare onde avere un
pretesto a dargli una gratificazione, e nel mese di aprile 1800 gli mandò la
nomina d’ispettore al Conservatorio; ma questo favore arrivò troppo tardi,
perché il povero Piccinni veniva attaccato da una malattia biliosa che più di
una volta avea messo la sua vita a pericolo18.
Min. Int. II/5182), trascritta integralmente più avanti (cfr. infra, nota 21); l’anziano
musicista chiede di subentrare a Piccinni nell’incarico rimasto vacante, ma la richiesta
non viene accolta. Su Fenaroli e Piccinni presso la Nobile Accademia di Musica dei
Cavalieri rimandiamo a lucio tufano, Fenaroli e la Nobile Accademia di Musica dei
Cavalieri, in gianfranco miscia (a cura di), Fedele Fenaroli. Il didatta e il compositore,
Lucca, LIM, 2011, pp. 143-169.
17
nino cortese, Una lettera inedita di Niccolò Piccinni, «Fanfulla della Domenica»,
XXXIX/32 (16 dicembre 1917), p. 2 (la lettera pubblicata da Cortese, datata 15 set-
tembre 1794, è indirizzata dal musicista a William Hamilton, ambasciatore inglese, con
la richiesta – probabilmente inascoltata – di intercedere presso il re). Cfr. pierre-louis
ginguené, Notice sur la vie et sur les ouvrages de Nicolas Piccinni, Paris, Chez la Ve
Panckoucke, An IX [1801], pp. 94-96, 102-104. Su Piccinni a Parigi si veda il saggio
di michele calella, Un italiano a Parigi: contributo alla biografia di Niccolò Piccinni,
«Rivista Italiana di Musicologia», XXX/1 (1995), pp. 3-50.
18
francesco florimo, Cenno storico sulla scuola musicale di Napoli, I, Napoli, Roc-
co, 1869, p. 308 (id., La scuola musicale, II, 1882, pp. 257-258).
329
vato con real carta del 25 giugno 180219), con il preciso intento di colti-
vare lo spirito di emulazione e il confronto fra gli allievi. Nel settembre
1802 Fedele Fenaroli, da quarant’anni maestro di contrappunto nel con-
servatorio di S. Maria di Loreto, settantaduenne, chiede al re Ferdinando
IV che gli venga assegnata la carica che era stata di Piccinni; Fenaroli si
trova nella difficile condizione di dover continuare a impartire le lezioni
ai «figliuoli» del conservatorio non nell’istituto bensì nella propria casa
e senza soldo, poiché l’anno precedente è stato giubilato, ma non ha più
percepito quanto gli spettava (ovvero cinque ducati al mese). Una chiosa
manoscritta sul foglio di guardia della supplica registra che il re ha de-
cretato di reintegrare la «provvisione» di dieci ducati al mese all’anziano
musicista, obbligandolo a proseguire nel suo incarico20:
S. R. M.
Signore,
Fedele Fenaroli supplicando espone al vostro Real Trono, come sin dall’an-
no 1762 fu dal Presidente Romano eletto, e destinato Maestro di contro-
punto nel Real Conservatorio di S.a Maria di Loreto coll’onorario di ducati
dieci al mese, ed allora vi erano cento ottantasei figliuoli, venticinque Con-
vittori, e gli altri tutti Alunni, ed il Conservatorio aveva la rendita di annui
ducati novemila, oltre il guadagno, che si ritraeva dalle musiche, Paranze,
ed Esequie. Il supplicante non mancò sin dal principio d’impegnarsi con
tutto lo zelo, e fervore in vantaggio di d.o Conservatorio, ed è noto, e risa-
puto da tutti, che avendo trovato, che si sonava, e si componeva senza una
certa regola, ed ordine, fu nell’obbligo di stampare a proprie spese un libro
delle regole musicali tanto per il sonare numerico, che per il contropunto;
e questo nuovo metodo sperimentatosi vantaggioso, e profiguo venne gene-
19
ASN, Min. Int. II/5182.
20
Lo stesso giorno (16 settembre 1802) Francesco Seratti, grazie «al nome che con la
di lui abilità si è acquistato in questo Regno, e presso le altre Nazioni; ed alla assiduità,
e disinteresse con cui si è sempre prestato alla istruzione de’ Giovani, vuole che sia il
med.o [Fenaroli] immediatamente reintegrato alla provvisione che godeva […] di D.ti
dieci al mese, e gli siano pagati tutti gli attrassi coll’incarico di continuare il suo servigio
in quel miglior modo che la su età, e la sua salute gli potranno permettere» (Conserva-
torio San Pietro a Majella, Archivio storico, Raccolta Florimo, Miscellanea di autografi
vari 19-9, c. 18r). Ringrazio Tommasina Boccia per avermi aiutata a identificare questo
e altri documenti relativi al collegio di San Sebastiano.
330
ralmente adattato in questa Capitale, non solo, ma benanche nelle più culte
Città de’ luoghi esteri: Oltre a ciò la sua Casa era sempre aperta per ognuno,
che bramava d’istruirsi nella Musica, né mai è stato diretto dal principio
d’interesse, ma dal solo piacere di giovare al pubblico, ed ai suoi simili:
Cosicché per le tante occupazioni, e fatiche accresciute dalla lontananza del
luogo, ne riportò due mortali malattie, che lo resero inabile al lungo camino,
e strapazzo, per cui dal Presidente [1v] Cito, e dal Governo gli fu accordato
di andare, e ritornare dal Conservatorio con una portantina, ed a spese del
medesimo. Finalmente la M. V. ben sa quanti celebri, e rinomati Professori
uscirono dalla di lui scuola, i quali per tutta l’Europa sono stati, e sono di
gloria, ed onore alla Padria, ed al supplicante. Eppure, o Sire, dopo aver
consumata la propria vita per il lunghissimo spazio di anni quarantuno in
vantaggio di detto Conservatorio, e del Pubblico, nell’anno scorso è stato
giubilato a ragione di ducati cinque al mese, ma coll’obbligo di dar lezione
ai figliuoli nella propria casa, e da d.o tempo sin oggi, neppure ha potuto ri-
scuotere i ducati cinque, non ostante, che avesse continuato, e continuasse a
prestare la di lui opera; cosicché mancatogli l’onorario di d.o Conservatorio,
come anche per effetto delle passate vicende quello del Real Monistero della
Solitaria, e gli approvecci delle musiche delle altre Chiese, trovasi ridotto a
vivere colla rendita delli pochi comodi, e robbe, che aveva.
E perché, o Signore, non è giusto, che un onesto galantuomo invece di esse-
re nella di lui vecchiaja soccorso, e rimunerato delle tante accorate fatiche
prestate in vantaggio del Pubblico, rimanga piuttosto con una manifesta
ingratitudine avvilito, e depresso.
Perciò ricorre all’innata giustizia della M. V., ed implora dalla Vostra Real
Clemenza, o la Sopraintendenza, e direzione di tutti i Conservatorj, giacché
una tal carica è vacata per la seguita morte del Maestro Piccinni, o di ordi-
nare almeno, che dal sopradetto Conservatorio di Loreto gli si continuasse a
somministrare il solito onorario, e gli si pagassero immediatamente tutti gli
attrassi a ragione delli soliti ducati dieci al mese, tanto più, che in oggi vien
soccorso dal Vostro Regal Erario, altrimenti ai vede nella dura necessità di
abbandonare questa Capitale, dove non riuscendogli di più vivere col solito
decoro, sarà sempre il meglio di ridursi a menare il resto de’ suoi giorni nella
propria Padria, ed il tutto l’avrò a grazia Ut Deus.
Fedele Fenaroli supplica, come sopra21.
21
ASN, Min. Int. II/5182, 16 settembre 1802. Soltanto la firma è autografa, come
testimonia il notaio Pietro dal Poggio. Queste, in sintesi, le vicende di Fenaroli all’in-
domani dell’unificazione del collegio; con decreto del 25 novembre 1806 è incaricato
con Tritto e Paisiello del ramo scientifico musicale; l’11 febbraio 1807 viene inviato a
Lanciano (dove rimane quattro mesi) sotto la vigilanza della Polizia e «dismettuto dal
331
suo servizio»; il 27 maggio 1807 chiede di rimanere a Lanciano per tre mesi a partire
da giugno. Il 9 settembre 1807 riceve la grazia da Murat, ritorna a Napoli e viene no-
minato socio dell’Accademia di Belle Arti.
22
Cfr. rosa cafiero, Conservatories and the Neapolitan School: a European model at
the end of the eighteenth century?, in Music Education in Europe, pp. 15-29; ead., La
formazione del musicista nel xviii secolo: il “modello” dei Conservatori napoletani,
in gaetano stella (a cura di) Composizione e improvvisazione nella scuola napoletana
del Settecento, «Rivista di analisi e teoria musicale», XV (2010), pp. 5-25.
23
Due voci biografiche vengono dedicate al marchese Pietro Cuffari, musicista dilet-
tante, allievo di Fedele Fenaroli, e a Michele Mirelli da carlantonio de rosa, marche-
se di villarosa (Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli, Napoli, Dalla
Stamperia Reale, 1840, pp. 65-66, 118-119).
24
ASN, Min. Int. II/5182 (2 marzo 1804).
25
In realtà alla Pietà dei Turchini risultano attivati sia l’insegnamento del fagotto (as-
segnato dal 1790 a Vincenzo Conte), sia quello del clarinetto (affidato nel 1800 a
Ferdinando Sedelmajer); ASN, Min. Int. II/5181, incartamento 559 (Stato dimostrativo
de’ Maestri di Musica dei Conservatorj della Pietà de’ Turchini, di S. Onofrio, e Loreto,
specificando l’età di ognuno La di loro Professione, l’Epoca in cui sono entrati a servi-
re, ed averi rispettivi annuali).
332
26
Il Piano di Paisiello (ASN, ivi) è pubblicato in rosa cafiero, Istruzione musicale a
Napoli fra decennio francese e restaurazione borbonica: il Collegio di musica delle don-
zelle (1807-1832), in rosa cafiero - marina marino (a cura di), Francesco Florimo e
l’Ottocento musicale, Reggio Calabria, Jason, 1999, pp. 753-826: 782-784.
27
Piano anonimo per un generale istituto di musica inviato al re per approvazione
(ASN Min. Int. II/5182, cc. 15r-18r); a c. 15r si leggono, di altra mano, la data «13
giugno 1803» e la chiosa «Sospeso per ora».
28
«Per stabilirsi un generale istituto di Musica proporzionato a questa Nazione vi
abbisogna un Luogo atto, e capace all’effettuazione del Piano, e l’autore crederebbe
opportuno a ciò uno de’ più gran conventi soppressi, unendo in esso i Giovani che son
ora ne’ due Conservatorii, e farsene un solo corpo con l’unione delle loro rendite» (ivi,
c. 15v).
29
«L’abito che oggi si usa dai Conservatoristi, e che chiamasi tabanella crede l’autore
che dovrebbe cambiarsi, giacché quella è ora in dispregio» (ivi, c. 16v).
30
Ivi, c. 18r.
31
Ivi, c. 16r.
32
Ivi, cc. 16v-17r.
333
fondo pensione33. Il modello ricalca quello del Monte de’ sussidj per il
ceto dei musici del 179534.
Entrambe le proposte vengono ufficialmente accantonate perché la
loro attuazione, spiegano i due delegati, richiederebbe costi inaccettabili
per la corte; ma in realtà alcuni suggerimenti vengono accolti nel proget-
to del 22 marzo 180435.
Ancora una voce si leva in questo momento di riorganizzazione, quel-
la di Giacomo Tritto, «primo Maestro del Conservatorio della Pietà de’
Torchini», che in una Memoria autografa, inclusa fra le carte di Cuffari
e di Mirelli, sottopone la propria candidatura a «Maestro Direttore»:
[…] avendo preinteso che S. M. (D. G.) con R.l Dispaccio abbia ordinato
che li due conservatorj di musica, cioè di S. M. della Pietà de’ Torchini, e di
S. M.a di Loreto si ponghino in un sistema degno della gloria di S. M., e che
vi debba essere un Maestro Direttore, il supplicante ha umiliato supplica
per ottenere una tal carica credendosi meritevole, sì perché da molti anni si
ritrova primo Maestro in quello della Pietà de’ Torchini, come ancora, che in
febraro dell’anno scorso in controversia, che da altri si pretese la Direttoria
sudetta, S. M. si benignò ordinare l’informo alla R.l Camera di S. Chiara,
questa informando compartì al supplicante in preferenza di ogn’altro quella
giustizia, che gl’apparteneva, come da consulta fatta dal Regio Presidente D.
Pietro Jannucci36, che dalla detta R.l Camera di S. Chiara37.
33
«Fissarsi finalm:te che chiunque del Ceto, erogando a beneficio dell’Istituto una som-
ma a vitalizio corrispond.e alla sua età, potesse in ogni tempo richiudervisi per termina-
re tranquillam.e i suoi Giorni» (ibidem).
34
Cfr. le Regole da osservarsi dall’intiero ceto dei professori di musica per l’erezione
del Monte de’ Sussidj, Napoli, Vincenzo Flauto, 1795, discusse in rosa cafiero, “Se i
maestri di cappella son compresi fra gli artigiani”: Saverio Mattei e una “querelle” sulla
condizione sociale del musicista alla fine del xviii secolo, in giuseppe ferraro - france-
scantonio pollice (a cura di), Civiltà musicale calabrese nel Settecento, Lamezia Terme,
A.M.A. Calabria, 1994, pp. 29-69: 45-69. Cfr. lucio tufano, Il mestiere del musicista:
formazione, mercato, consapevolezza, immagine, in cotticelli - maione (a cura di), Sto-
ria della musica e dello spettacolo a Napoli. Il Settecento, II, pp. 733-771: 762-764.
35
Il progetto è trascritto integralmente nell’Appendice, documento 1.
36
Su Pietro Jannucci cfr. Notiziario ragionato del Sacro Regio Consiglio e della Real
Camera di Santa Chiara, Napoli, 31 Marzo 1801, p. 156.
37
Piano anonimo per un generale istituto di musica, c. 19r; la Memoria è riprodotta in
Appendice, documento 3. Il ductus della grafia di Tritto sembra coevo del ductus della
firma apposta sull’autografo della Messa Breve a’ quattro voci, Pastorale | […] 1804
(I-Nc Rari 2.5.25/2).
334
38
Progetto d’istituzione di una Real Deputazione della Musica inviato dai governatori
Pietro Cuffari e Michele Mirelli a Francesco Seratti, consigliere e segretario di stato,
9 ottobre 1804 (ASN Min. Int. II/5182, cc. 4r-5v: 5r). Cfr. Appendice, documento 2.
39
Ibidem. In prima applicazione del progetto, la patente sarebbe inviata senza esame a
coloro che già esercitavano la professione musicale.
40
ASN, Min. Int. II/5182 (29 maggio 1805). Per rintracciare i documenti dei Poveri di
Gesù Cristo, si legge in un appunto dell’incartamento, occorre consultare le carte della
Real Camera di S. Chiara.
335
41
ASN, Min. Int. II/5181 (26 agosto 1806). Cfr. il piano proposto da Paisiello il 23
giugno 1802 (ASN, Min. Int. II/5181, fasc. 568, cc. 2r-4v, pubblicato in cafiero, Istru-
zione musicale a Napoli, pp. 782-784.
42
ASN, Min. Int. II/5181 (7 novembre 1806).
43
Decreto del 26 novembre 1806; rosa cafiero, La didattica del partimento a Napoli
fra Settecento e Ottocento: note sulla fortuna delle “Regole” di Carlo Cotumacci, in
maria caraci vela - rosa cafiero - angela romagnoli (a cura di), Gli affetti conve-
nienti all’idee, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1993, pp. 549-579; lucio tufano,
Aspetti della professionalità musicale (1785-1815), in anna maria rao (a cura di),
Cultura e lavoro intellettuale: istituzioni, saperi e professioni nel Decennio francese,
Atti del primo Seminario di studi Decennio francese Napoli 26-27 gennaio 2007 Castel
Nuovo, Napoli, Giannini, 2009, pp. 277-296: 277-282; tommasina boccia, Non solo
note: il riordinamento dell’archivio del Real Conservatorio di Santa Maria di Loreto,
in paologiovanni maione - marta columbro (a cura di), Domenico Cimarosa: un ‘na-
poletano’ in Europa, II: Le fonti, Lucca, LIM, 2004, pp. 643-63: 644n.
44
ASN, Decreti originali 6; il 30 giugno 1807 (ASN, Decreti originali 7, n. 1170, c.
312r ) il conservatorio di musica era stato dichiarato «conservatorio regale».
45
Il 9 settembre 1807 Fenaroli, ricevuta la grazia da Murat, era ritornato a Napoli da
Lanciano.
46
Marco Santucci (1762-1843) era stato allievo di Fenaroli e di Valente al conservato-
rio di S. Maria di Loreto fino al febbraio 1790. In una lettera inviata al rettore Liborio
Buonocore il 17 febbraio apprendiamo che il musicista era fuggito dal conservatorio
(«Non tutte le verità si possono dire; ma specialmente quelle, le quali sono state, da
Chi può, proibite. Le asserzioni de’ miei Interessi sono state tutte vere; ma lo scopo, a
cui eran queste dirette, aveva dell’equivoco; onde alla meglio ho evitato la Bugia. Mi
perdonerà, mentre imulmente Le chiedo scusa del mio silenzio, e della mia scappata.
[…] La prego di ossequiare in mio Nome i Sig.ri Maestri D. Fedele Fenaroli, e D. Saverio
336
giorni del 1807 gli allievi di Loreto erano stati trasferiti nella sede della
Pietà dei Turchini; il 16 febbraio 1808 alcuni degli allievi erano stati
trasferiti in una nuova sede, il monastero soppresso delle Monache di S.
Sebastiano; il 15 marzo Perrino era stato nominato rettore del conserva-
torio; il 6 ottobre era stato fissato il regolamento47 interno dell’istituto;
entro il mese di dicembre devono essere trasferiti tutti gli allievi in S.
Sebastiano; il 16 dicembre Rosalia Prota verrà nominata direttrice del
collegio di musica delle donzelle48; il 20 dicembre verrà abolito l’organo
direttivo e Marcello Perrino verrà nominato responsabile del solo ramo
economico.
Ad aver accelerato un processo ineludibile avevano concorso alcune
divergenze su questioni di natura teorica49 sorte fra i tre responsabili
Valente […]». Santucci raccomanda al rettore di non permettere che vengano realizzate
copie delle sue musiche ancora depositate presso il conservatorio e acclude un elen-
co di composizioni perché gli vengano restituite (Conservatorio San Pietro a Majella,
Archivio storico, Raccolta Florimo, Miscellanea di autografi vari 19-9, cc. 188-189).
Nel marzo 1813 Murat approva la nomina del «Sig. Ab.te Santucci» come docente del
collegio (ASN, Ministero della Pubblica Istruzione 81, d’ora in avanti P. I. 81).
47
Stabilimenti per l’interno regolamento del Real Conservatorio di Musica di S. Seba-
stiano, Napoli, Angelo Trani, 1809. Cfr. Jean Joseph guyon de bonnefond, Rapporto
generale sul Real Collegio di Musica (ASN, Min. Int. II/4840 fasc. I), c. 22v; il Rapporto
è parzialmente pubblicato in rosa cafiero, Il Collegio di musica di Napoli nel 1812: un
bilancio, in friedrich lippmann (hrsg. von), Studien zur italienischen Musikgeschichte
XV, II, («Analecta musicologica», 30 (1998)), pp. 631-659. Cfr. antonio caroccia,
L’istruzione musicale nei conservatori dell’Ottocento tra regolamenti e riforme degli
studi. I modelli di Milano e Napoli, in licia sirch - maria grazia sità - marina vac-
carini, L’insegnamento dei conservatorî, la composizione e la vita musicale nell’Europa
dell’Ottocento, Atti del Convegno Internazionale di Studi, Milano, Conservatorio di
Musica “Giuseppe Verdi” (28-30 novembre 2008), Lucca, LIM, 2012, pp. 207-327.
48
Cfr. cafiero, Istruzione musicale a Napoli, pp. 753-826. tufano, Il mestiere del
musicista, p. 751. carla conti, Nobilissime allieve della musica a Napoli tra Sette e
Ottocento, Napoli, Guida, 2003, pp. 55-65.
49
Una disputa sorta nel 1808 tra Fedele Fenaroli e Giuseppe Cervelli è stata illustrata e
commentata da chi scrive nel saggio Metodi, progetti e riforme dell’insegnamento della
“scienza armonica” nel real collegio di musica di Napoli nei primi decenni dell’Otto-
cento, «Studi musicali», XXVIII (1999), pp. 425-481; a tale saggio si rimanda per ap-
profondimenti. In una lettera del 9 settembre 1808 (ASN, Min. Int. II/2163) Paisiello
ricorda come la candidatura di Cervelli fosse stata caldeggiata per meriti ‘politici’ di
quest’ultimo, che venne preferito a Zingarelli e a Tarchi (allievo di Nicola Sala e, come
Francesco Bianchi, del leista Pasquale Cafaro), proposti dallo stesso Paisiello fra i maestri
dell’antica scuola degni di perpetuarne la memoria nel collegio: cfr. florimo, La scuola
337
musicale di Napoli, III, 1882, p. 45; anche se Zingarelli giunge in veste ufficiale al colle-
gio in veste di direttore il 18 febbraio 1813, numerosi sono i riferimenti al musicista in
seno al collegio napoletano, in particolare per esprimere pareri su testi teorici, fra i quali
proprio la Grammatica filarmonica di Cervelli e il Trattato di canto di Marcello Perrino,
stampato nel 1810. A Tarchi erano stati dedicati nel 1804 i Principes d’accompagnement
des Ecoles d’Italie Extraits des meilleur Auteurs: Leo, Durante, Fenaroli, Sala, Azopardi,
Sabbatini, le père Martini, et autres [...], Paris, Imbault di Alexandre-Étienne Choron e
Vincenzo Fiocchi. Kandler lega il nome di Zingarelli e le modalità della sua nomina a
direttore del collegio alla volontà di Napoleone in persona («Die musikalische Direction
führt Nicolo Zingarelli, welcher im Januar 1813 auf Befehl Bonaparte’s Rom verlassen
musste, um dieses Amt zu übernehmen» (franz sales kandler, Ueber den gegenẅrtigen
Kulturstand des königlichen Musikcollegiums in Neapel mit einem vorangehenden Rück-
blicke auf die verblichene Conservatorien dieser Hauptstadt, «Allgemeine musikalische
Zeitung», XXIII/50 (1821), coll. 833-842: 841).
50
ASN, Min. Int. II/5098, relazione del 15 novembre 1810 di Giuseppe Zurlo al re
Gioacchino Murat, c. 3r: «Quella che un tempo era emulazione tra più Conservatorj,
da che si son ridotti in uno, è divenuta [...] Gelosia, e spirito di partito. Il Re Giuseppe
avea provveduto al progresso dell’arte con istabilire una direzione musicale, composta di
tre conosciuti Maestri, cioè il Cav.r Paesiello, Finaroli, e Tritta. I primi due erano di un
partito, il terzo di un altro. Questo produsse dissenzioni continue, e la Maestà Vostra sul
rapporto di Monsignor di Taranto soppresse la direzione suddetta». Nel mese di febbraio
il collegio ospita centoventi alunni, dei quali centodue a piazza franca; i pensionisti pa-
gano una retta di sei ducati al mese; le rendite del collegio ammontano a diecimila ducati
mensili, cui il governo aggiunge diciottomila ducati al mese (ASN, Min. Int. II/2312).
51
La tradizione didattica in cui s’inscrive l’insegnamento di Zingarelli, discendente della
linea durantiana, per esempio, viene costantemente contrapposta a quella di Raimondi,
erede dell’orientamento leista; Florimo condisce più d’una biografia con le sue narrazioni
di tradimenti o apostasie dall’uno all’altro filone; cfr., per tutte, quella di Giuseppe Curci
(florimo, Cenno storico sulla scuola musicale di Napoli, II, pp. 902-915).
52
Sulla querelle Perrino-Zingarelli cfr. anche tobia r. toscano, Per una storia del Tea-
338
tro di San Carlo dalla rivoluzione del 1799 alla caduta di Murat, in id., Il rimpianto del
primato perduto. Studi sul teatro a Napoli durante il decennio francese (1806-1815),
Roma, Bulzoni, 1988, pp. 9-113: 65-68.
53
Nel 1810 Carlo Fiorillo è incluso nell’organico del real collegio in qualità di «coar-
chivario delle carte musicali» (cfr. cafiero, Il Real Collegio di Musica, p. 633 nota 5).
54
Nello Stato degl’Impiegati del Real Conservatorio di Musica del 27 settembre 1808
(ASN Min. Int. II/2163) vengono confermati i nomi e gli incarichi descritti da Fenaroli;
Giuseppe Gargano (maestro di contropunto).
55
Giuseppe Elia (maestro di cembalo, e organo) di Atina, Provincia di Terra di Lavoro
(Conservatorio San Pietro a Majella, Archivio storico, Raccolta Florimo, Miscellanea
di autografi vari 19-9, c. 194r).
56
Giovanni Furno (maestro di cembalo, e organo). Cfr. cafiero, La didattica del par-
timento, pp. 558-559.
57
Giuseppe Cervelli (maestro di contropunto).
58
Luigi Mosca (maestro di canto).
59
Giovanni Salino (maestro di canto).
60
Giovanni Anzani (di Roma) non è registrato nello Stato degl’Impiegati 1807; è in-
cluso nell’Almanacco Reale dell’Anno 1810 (Napoli, Stamperia del Corriere, 1810,
p. 392), nel quale manca il nominativo di Fenaroli. Presta giuramento di fedeltà al so-
vrano Gioacchino Napoleone secondo il decreto del 3 luglio 1809 in qualità di maestro
di canto il 14 agosto 1809 davanti a Nicola Pellegrini, Giudice di Pace del Distretto di
S. Ferdinando (Conservatorio San Pietro a Majella, Archivio storico, Raccolta Florimo,
Miscellanea di autografi vari 19-9, c. 195r).
339
con trenta docati al mese. Poi tré maestri di violino61, due di violongella62,
due d’oboè63, uno di tromba64, uno di fagotto65, ed uno di clarinetto66. Cin-
que Maestri di lingua latina67, uno di lingua toscana68, uno di lingua france-
se69, uno d’Istoria, uno di Poesia70, uno di caratteri, uno di aritmetica71, ed
uno di ballo72.
I figlioli ora vestono con uniforme a color blò, mangiano bene, e dormono
meglio. I pietatisti sono contrarj aj Loretani, e vi è un continuo contrasto, i
miei scolari più avanzati se sono usciti p‹er› disperazione.
Le regole non si osservano, e profitto non si fà affatto. Io l’anno passato
p‹er› essermi opposto al molte cose, è p‹er› esser stato zelante mi calunnia-
rono presso il Governo e fui esiliato, stieti tré mesi e mezzo in Apruzzo, e
poi fui richiamato, e rimesso nell’impiego. Ma vedendo che tuttavia si và
da male in peggio, al nuovo Rè ò cercato la mia giubilazione stante la mia
avanzata età e con la vista molto indebbolita. Il Rè à firmato il memoriale,
e lo à rimesso al Ministro dell’Interno, il q‹ua›le è Monsignor Capecelatro
Arcivescovo di Taranto, il Ministro non solo mi à voluto giubilare, ma mi
à obbligato a sequitare l’impiego di Maestro, e sopra il soldo mensuale mi
à levato venti docati, perché p‹er› i bisogni dello Stato la Corte non può
adossarsi un tanto peso p‹er› la Musica.
Sono stati licenziati tutti j Maestri di Musica, e di Lettere.
Per la musica sono restato io e Tritto p‹er› il contropunto, Elia p‹er› il sona-
re, ed Anzani p‹er› il canto. Il povero Valente73, il q‹ua›le è ridotto in miserie
61
Francesco Mercier, Domenico Carabella (di Manfredonia in Provincia di Capitana-
ta; presta anch’egli giuramento di fedeltà a Murat in qualità di professore di violino e
maestro del real conservatorio il 14 agosto 1809, ivi, c. 193r), Gaetano Guida.
62
Antonio Guida, Carlo Loveri (violongello, e controbasso).
63
Giuseppe Gravina (maestro di oboe).
64
Giuseppe Ercolani.
65
Vincenzo Conti.
66
Ferdinando Sedelmajer.
67
Raffaele Cerbone, Domenico Romano, Nicola Della Ratta.
68
Salvatore Porpora, Stefano Masi.
69
Nello Stato degl’Impiegati 1807 non è incluso il maestro di lingua francese; l’Alma-
nacco Reale dell’Anno 1810 (Napoli, Stamperia del Corriere, 1810, p. 392) registra A.
Deslouis.
70
Francesco Doria (maestro di poesia, e d’istoria); nel 1810 insegnerà anche metafisica
(cfr. Almanacco Reale dell’Anno 1810, Napoli, Stamperia del Corriere, 1810, pp. 392-3).
71
Domenico Minichini, Carlo Gigli (maestri di carattere e aritmetica).
72
Cosimo dell’Ara (maestro di ballo).
73
Saverio Valente (maestro di contropunto); nell’Almanacco Reale dell’Anno 1810
(Napoli, Stamperia del Corriere, 1810, p. 392) è registrato come maestro di canto.
340
ancora fuori; ma quel ch’è peggio, che tutti avanzano quattro, e cinque me-
sate, sono stati licenziati, ma sinora non si parla dell’attrasso, e tutti faremo
un Natale asciutto.
Io però tirerò avanti sino dopo Pasqua / se dio mi darà vita /, e priancorche
non mi vogliono dar nulla di giubilazione ò risoluto ritirarmi in mia casa, ed
andare à morire in braccio a j miei.
Ecco il guiderdone di tante mie fatighe, e nel Cons‹ervatori›o, e nella mia
casa, che ò fatto scuola a tutti senza prendere un soldo.
Pazienza, tanto a dio piace. Questa mia lettera vi affliggerà, ma perdonate-
mi, questo è uno sfogo che fò da un che amo, e che son sicuro essere da Lui
amato.
Ora il Cons‹ervatori›o della Pietà passa al Monistero di S. Sebastiano delle
Monache soppresse, luogo grande, di buon’aria, pieno di giardini, e sinco-
me quasi tutti ragazzi74 sono possono molto bene divertirsi senza sortir dal
Luogo75.
Nel giugno 1807 i maestri del collegio vengono pagati dal Banco dei Poveri; i docu-
menti archivistici registrano i seguenti nominativi: Giuseppe Gravina, Vincenzo Conti,
Giuseppe Ercolani, Giovanni Salino, Giuseppe Prota, Gaetano Guida, Saverio Valente,
Giovanni Furno, Carlo Loveri, Antonio Guida, Domenico Carabella, Ferdinando Se-
delmajer, Francesco Mercier, Giuseppe Elia, Luigi Mosca, Giuseppe Gargano, Agostino
De Maria, Giuseppe Cervelli, Giacomo Tritto, Cosimo Dell’Ara (ASN Min. Int. 2a
Appendice 2192, 34r-55v).
74
I convittori presenti in collegio secondo il già citato Stato degl’Impiegati sono cento-
ventinove, così «occupati»: quindici «contropuntisti compositori», quattordici cemba-
listi, dieci cantanti, ventiquattro violinisti, sei violoncellisti, tre oboisti, sette clarinetti-
sti, tre cornisti da caccia, un fagottista, tre contrabbassisti, quarantatré «apprendisti».
Da una lettera di Perrino (2 ottobre 1807) apprendiamo che centotredici uniformi de-
stinate agli allievi del collegio sono state commissionate al sarto Montefusco e sono
costate D. 1235.24 (ASN, Min. Int. II/5098).
75
La lettera, conservata presso l’Accademia Filarmonica di Bologna, è pubblicata in
rosa cafiero, “La musica è di nuova specie, si compone senza regole”: Fedele Fenaroli
e la tradizione didattica napoletana fra Settecento e Ottocento, in miscia, Fedele Fena-
roli, pp. 171-207: 182-183.
341
[…] q‹ua›nti sono i Maestri addetti così alle istruzioni scientifiche, che alle
vocali, ed istrumentali, altrettanti sono i metodi diversi, che si serbano da
ognuno. Ciò non rendendo mai sicura la scienza, né costante, ed uniforme
la pratica esecuzione, forma l’ostacolo maggiore alla facilità delle composi-
zioni, ed alla esattezza dell’esecuzioni.
Per tanto ritrovandosi in Francia pubblicati, dietro l’esame de’ più va-
lenti Professori di Musica, i metodi certi, e costanti, relativi non meno alle
teorie musicali, che alla pratica maniera di apprendersi a suonare ciascuno
strumento, sarebbe perciò della massima utilità di d.to Conservatorio, che
V. E. [il Ministro dell’Interno] si compiacesse commetterne i corrispondenti
esemplari, continenti l’intera raccolta degl’indicati metodi p‹er› esser quindi
osservati uniformemente da’ respettivi Maestri76.
76
ASN, Min. Int. II/5099.
77
Piano di un Collegio Filarmonico (Napoli, Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele
III”, Sezione manoscritti e rari XIV.G.25/1, c. 3v); cfr. cafiero, La didattica del parti-
mento, pp. 555-556.
78
ASN, Min. Int. II/5098, relazione del 23 marzo 1812.
342
altri quelli pel canto. Questi metodi furono composti, per lo insegnamento
del Conservatorio di Parigi e la raccolta fu ordinata da quella vastissima
mente del primo Napoleone79.
79
florimo, La scuola musicale, II, p. 65. In guido gasperini - franca gallo, Catalogo
delle opere musicali del conservatorio di Musica San Pietro a Majella, Parma, Fre-
sching 1934, rist. anast. Bologna, Forni 1969, pp. 45, 54-58 le cifre impresse sui dodici
volumi vengono invece interpretate come iniziali di Joseph Bonaparte. Cfr. vincenzo
trombetta, L’editoria a Napoli nel decennio francese. Produzione libraria e stampa
periodica tra Stato e imprenditoria privata (1806-1815), Milano, FrancoAngeli, 2011,
p. 26. I volumi vengono donati da Napoleone anche al Conservatorio di Milano; cfr.
davide daolmi, Uncovering the origins of the Milan Conservatory: the French model
as a pretext and the fortunes of Italian opera, in fend - noiray, Musical Education
in Europe, pp. 103-124: 121 (id., Alle origini del Conservatorio di Milano. L’alibi
del modello francese e le sorti dell’opera italiana, pp. 1-20: 18 «Metodi che tuttavia
in quasi duecento anni sembra non siano mai stati aperti (tuttora fanno bella mostra
di sé nell’ufficio dell’attuale direttore della Biblioteca)» <http://www.examenapium.it/
STUDI/conservatorio.pdf>.
80
giuseppe sigismondo, Apoteosi della musica, ms. Berlin, Saatsbibliothek, II, pp. 86-
91. Un riferimento all’elenco è in cafiero, Metodi, progetti e riforme, p. 434.
81
louis adam, Méthode de Piano du Conservatoire […], Paris, An xiii [1804].
82
pierre baillot, Méthode de Violon par MM. Baillot, Rode et Kreutzer membres du
Conservatoire de Musique […], Paris, s. a. [permessi 13 germinal IX, 5 ventoso X].
343
À Paris An X fogl.83.
4. Principes Elémentaires de Musique Arretés par les Membres du Conser-
vatoire pour servir à l’Etude dans cet Etablissement Suivis de Solfèges par
le Cit.en Agus, Catel, Cherubini, Gossec, Langlé, Lesueur, Méhul, et Rigel.
Premiere Partie84.
À Paris An VIII
5. Méthode de Chant du Conservatoire de Musique contenant les principes
du Chant, des Exercises pour la voix des Solfèges tirés des meilleurs ouvrages
anciens, et modenes, et des Airs dans tous les mouvemens, et les différens
Caractères. À Paris An XII fogl.85.
6. Traité d’Harmonie par Catel Membre du Conservatoire. À Paris An IX
fogl.86.
7. Méthode de premier et de second Cor Par H. Domnich Membre du
Conservatoire Impérial de Musique.
À Paris fogl.87.
8. Méthode pour le Cor suivie de Duo, et de Trio pour cet Instrument par
Frédéric Duvernoy, Membre du Conservatoire de Musique.
À Paris fogl.88.
9. Nouvelle Méthode de Basson par Ozj Membre du Conservatoire de Mu-
sique adoptée par le Conservatoire.
À Paris An XI fogl.89.
83
Solfèges pour servir à l’étude dans le Conservatoire de musique Par les Citoyens
Agus, Catel, Chérubini, Gossec, Langlé, Le Sueur, Martinj, Méhul et Rey. Seconde
partie, Paris, An X [1801-1802]. cynthia m. gessele, ‘Base d’harmonie’: A Scene from
Eighteenth-Century French Music Theory, «Journal of the Royal Musical Associa-
tion», CXIX/1 (1994), pp. 60-90: 89.
84
Principes Élementaires de Musique Arrêtés par les Membres du Conservatoire, pour
servir à l’Étude dans cet établissement Suivis de Solfèges par les C.ens Agus, Catel, Chéru-
bini, Gossec, Langlé, Lesueur, Méhul, et Rigel, Première partie, Paris, An VIII [1800].
85
Méthode de Chant du Conservatoire de Musique contenant Les Principes du Chant,
des Exercises pour la Voix, des Solfèges tirés des meilleurs Ouvrages Anciens et Mo-
dernes et des Airs dans tous les mouvemens et les Différens Caractères […], Paris, An
XII [1803].
86
charles-simon catel, Traité d’harmonie par Catel membre du Conservatoire de
musique adopté par le Conservatoire pour servir à l’étude dans cet établissement, Paris,
An X [1801].
87
henri domnich, Méthode De Premier et de Second Cor, Paris, s. a. [1807].
88
frédéric duvernoy, Méthode pour le Cor Suivie de Duo et de Trio pour cet Instrument
par Frédéric Duvernoy Membre du Conservatoire de Musique Gravée par. M.me Le Roi,
Paris, [1802]. Cfr. hondré, Les méthodes officielles du Conservatoire, pp. 73-107: 81.
89
étienne ozi, Nouvelle Méthode de Basson par Ozi membre du Conservatoire de
344
La R.l Commissione del nostro R.l Conservatorio nel ricevere un tal dono
dallo Stabilimento Musicale di Parigi, non so in quai termini gliene avessero
reso i ringraziamenti; solo rammento, che fui chiamato per conservare, ed
inventariare in Archivio i summenzionati Libri, come degni; ma nel tempo
stesso fui interrogato se vi era in Archivio qualche opera rara da farne un
egual compenso al Musical Liceo di Parigi, ed inviarglielo coi più cordati
ringraziamenti pel prezioso dono dai Maestri del medesimo ricevuto. A tal
richiesta io risposi, che non trovava cosa in Archivio da inviare in compenso
al R.l Liceo Parigino, perché i due Messi Parigini Crajzer, ed Isouard che ave-
ano visitato il nostro Archivio ad oggetto di scerne il migliore, e ciò che ad
essi loro mancava per corredane il loro nascente archivio, non vi aveano la-
sciata cosa che potesse completarlo, e per conseguenza non eravi sicuramen-
Musique Adoptée par le Conservatoire pour servir à l’Étude dans cet Etablissement
[…], Paris, An XI [1803].
90
antoine hugot - Johann georg Wunderlich, Méthode de Flûte du Conservatoire
[…], Paris, s. a. [1804].
91
xavier le fevre, Méthode de Clarinette par X. Le Fevre Membre du Conservatore
de Musique et Prem.re Clarinette de l’Opéra Adoptée par le Conservatoire […], Paris,
An XI [1802].
92
Méthode de Violoncelle et de Basse d’Accompagnement Redigée par MM.rs Baillot,
Levasseur, Catel et Baudiot. Adoptée par le Conservatoire Impérial de Musique pour
servir à l’Etude dans cet Etablissement, Paris, An XIII [1804].
345
93
Mottetto Sacro | Del Sig.r Paolo Cimarosa | Fatto nel Real Conservatorio di Napoli,
e sotto la direzione | del Sig.r | D: Giacomo Tritto Maestro del sudetto Conservatorio |
In agosto dell’Anno 1809 (I-Nc 1.3.15, digitalizzato www.internetculturale.it)
94
Cantico | Benedictus Domi.nus Deus Israel | Sia Gloria al Dio che in Israel s’adora
| Parafrasi Del Sig.r Loreto Mattei | Musica a 4 Cori di Marco Santucci | Eseguita in
Napoli nella Chiesa | Dei RR. PP. di S. Francesco di Paola a Palazzo | Nel di’ 20 Ott.bre
1789 (I-Nc 19.3.5, digitalizzato www.internetculturale.it).
95
Il Regno del Messia | Dominus = Regnavit | Salmo 96. | Tradotto da Saverio Mattei
| Musica | Del Sig.r D. Giuseppe Farinelli | Alunno | Del Real Conservatorio della Pietà
dei Torchini | 1795 (I-Nc 19.3.5, digitalizzato www.internetculturale.it); incluso nell’
Indice, p. 8.
96
L’uomo | contento quando è in grazia | di Dio | Cantata | tratta dal Salmo XCIX
tradotto da Save|rio Mattei | Musica di Ercole Paganini | Alunno del R.e Conservat.o
della Pietà de’ Torchini | 1795 (I-Nc 21.5.19 e copia 1.3.23, digitalizzati www.inter-
netculturale.it); ivi, p. 20.
97
Messa alla Palestina | a quattro | voci | tutta ricercata | per | La Domenica Laetare
346
347
padre Martini (con una digressione su Salvatore Rispoli), in enrico careri - pier paolo
de martino (a cura di), Napoli musicalissima, Studi in onore del 70° compleanno di
Renato Di Benedetto, Lucca, LIM, 2005, pp. 91-118.
101
florimo, Cenno Storico, I, 1869, pp. 156n; «Nel dispaccio in data de’ sei maggio
[1795] si dice: «Con soddisfazione restò la Maestà Sua informata della riuscita della
musica composta de’ tre primi alunni maestri del Conservatorio (Farinelli, Ciuffolotti,
Paganini), sulle parole de’ Salmi, ch’ella tanto celebremente ha tradotto in poesia, e che
non avendo ancora S. M. risoluto nella di lei casa col concorso di nobiltà e ministri
esteri, con applauso tale che l’indomani gli additati tre maestri furono scritturati da im-
presarii per teatro … e che darà gli ulteriori suoi ordini sulle precedenti rappresentanze
relativamente al permesso di eseguirsi simili musiche in detto Conservatorio» (Nota
dello stesso Mattei)». Farinelli debutta al Teatro Nuovo proprio nel 1795 con L’uomo
indolente (commedia per musica di G. Palomba, terza opera della stagione; sartori, I
libretti italiani, v, 1992, scheda 24278).
102
Cfr. salvatore di giacomo, Il Conservatorio di S. Maria della Pietà dei Turchini,
Palermo, Sandron, 1924, pp. 284-285; mélanie traversier, «Transformer la plèbe en
peuple». Théâtre et musique à Naples en 1799, de la proclamation de la République na-
politaine à la Première Restauration, «Annales historiques de la Révolution française»,
335 (janvier-mars 2004), pp. 37-70: 60 <ahrf.revues.org/1323> Zingarelli, Cimarosa e
Paisiello sono inclusi nella classe Letteratura e arti dell’Istituto nazionale della Repub-
blica napoletana; cfr. anna maria rao, L’Istituto nazionale della Repubblica napo-
letana, «Mélanges de l’Ecole Française de Rome Italie et Méditerranée», 108 (1996),
pp. 765-98: 767n.
103
Cfr. salvatore di giacomo, Il Conservatorio di Sant’Onofrio a Capuana e quello di
S. M. della Pietà dei Turchini, Palermo, Sandron, 1924, pp. 322-3.
104
Anche se all’attuale stato delle ricerche non è dato sapere se tali composizioni ab-
biano avuto un certo impatto nella formazione degli allievi napoletani, segnaliamo
che una Messa di Requiem di Santucci (I-Nc, 21.6.14) reca l’annotazione «Per uso di
Saverio Mercadante». Su Santucci cfr. supra nota 46.
105
giovanni paolo schulthesius, Sulla musica da Chiesa. Memoria, in Atti dell’Acca-
demia Italiana di Scienze, Lettere, ed Arti, tomo I, parte II, Livorno, Presso Tommaso
Masi e Comp.°, 1810, pp. 337-371: 353-354. Cfr. giuseppe baini, Memorie storico-
critiche della vita e delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina […], Roma, Società
Tipografica, 1828, I, p. 316 e Juste-adrien-lenoir de lafage, Essais de Diphthéro-
graphie musicale, Paris, Legouix, 1864, pp. 24, 113-116.
348
106
Sul mottetto napoletano nel Settecento rimandiamo a marina marino, A proposito
di alcuni mottetti di Cimarosa, in paologiovanni maione - marta columbro (a cura
di), Domenico Cimarosa, un napoletano in Europa, Lucca, LIM, 2004, pp. 501-516;
ead., La musica sacra nel Settecento, pp. 845-848; claudio bacciagaluppi, Dignitas
laudes resonemus di Pergolesi e il ‘mottettone’ napoletano nel primo Settecento, «Studi
musicali», XXXVIII (2009), pp. 329-360; alberto mammarella, I mottetti di Fedele
Fenaroli dell’archivio della Cattedrale di Lanciano, in Fedele Fenaroli, pp. 249-292;
lucio tufano, «Ma qual necessità ci è di cantar questi mottettacci infelici?». Giuseppe
Giordani e il mottetto tardo-settecentesco tra prassi e censure, in ugo gironacci -
francesco paolo russo (a cura di), La figura e l’opera di Giuseppe Giordani, Lucca,
LIM, 2013, pp. 323-359.
107
cafiero, Istruzione musicale, p. 763n.
108
Cfr. carlo gervasoni, Nuova teoria di musica ricavata dall’odierna pratica, Parma,
Blanchon, 1812, I, pp. 278-280; florimo, Cenno storico, I, pp. 580-583.
349
modo «dans les différentes villes d’Italie à faire copier et mettre en état
toute la musique» richiesta per l’istituto109.
Due sono le missioni di Kreutzer in Italia fino a oggi documentate110:
la prima risale al 1796-1797 (Roma e Napoli), la seconda al 1801-1802
(Milano, Napoli, Firenze). L’eco della seconda missione riverbera in un
trafiletto stampato sul «Journal des arts, des sciences, et de littérature» il
30 gennaio 1802 (10 pluvioso anno 3):
Le cit. Kreutzer, célèbre violon, qui avait été chargé par le ministre de
l’Intérieur d’aller acquérrir à Naples des partitions de musique, est de re-
tour depuis quelques jours. Sa mission a èté fructueuese, et l’on jouira dans
quelque tems au Conservatoire de musique de ces précieuses acquisitions111.
Appena giunta a Parigi la notizia di tal’opera, che stando in quella R:l Me-
tropoli per erigersi un nuovo Musicale Liceo, ove fossero ascritti i più va-
lenti Maestri dell’arte in ogni genere, sì Compositori, che Esecutori, così
gl’Incaricati a tal uopo pensando seriamente a fare acquisti di originali Ita-
liani non solo, ma di tutte le più culte Europee Nazioni, incaricarono due
eccellenti Professori, cioè M:r Krayzer [sic] eccellente suonator di violino, e
109
Oeuvres complètes de Napoléon, II, Stuttgart et Tubingue, J. G. Cotta, 1822,
pp. 70-71.
110
Cfr. richard macnutt, Early acquisitions for the Paris Conservatoire Library: Ro-
dolphe Kreutzer’s role in obtaining material from Italy, 1796-1802, in david hunter
(edited by), Music Publishing & Collecting. Essays in Honor of Donald W. Krum-
mel, Urbana, Champaign, Graduate School of Library, 1994, pp. 167-188. Nel 1802
Kreutzer e Isouard (insieme a Cherubini, Méhul, Rode e Boïeldieu) danno vita al Maga-
sin de musique, vera e propria società per azioni; cfr. bruce r. schueneman - maría de
Jesús ayala-schueneman, The composers’ House: Le magasin de musique de Cherubi-
ni, Méhul, R. Kreutzer, Rode, Nicolo Isouard, et Boïeldieu, «Fontes Artis Musicae», LI
(2004), pp. 53-73. Ricevo da Tommasina Boccia la notizia che la presenza di Kreutzer
all’archivio della Pietà dei Turchini è documentabile anche nel 1797; i dati saranno
resi noti in uno studio di prossima pubblicazione (tommasina boccia - rosa cafiero
- marina marino, «Progressi notabili a vantaggio della musica». Saverio Mattei e la
creazione della biblioteca del Conservatorio di S. Maria della Pietà dei Turchini, in
corso di stampa nel volume di atti della giornata di studi Saverio Mattei. Tradizione e
invenzione, Fisciano, 16 dicembre 2014).
111
«Journal des arts, des sciences, et de littérature», III (1802) n. 182, 30 gennaio
1802, p. 191.
350
’l Sig:r Nicolò Isouard Maltese Maestro, che avea studiato anche in Napoli
sotto il fu nostro Maestro Niccolò Sala pe ’l Contropunto, e ’l nostro fu Pie-
tro Guglielmi per le Composizioni Teatrali, perché ambedue si portassero in
Napoli ad osservare il nostro novello archivio, per acquistare il più raro, e ’l
più virtuoso della nostra Raccolta, ed acquistarlo per completare il nascente
Archivio Francese. Muniti dunque delle più alte Raccomandazioni alla no-
stra R:l Corte, immediatamente furono dalla Medesima spediti gli ordini al
Ministro Acton, perché i medesimi fossero in tutto compiaciuti in quanto
essi avrebbero desiderato.
Giunti i Reali Ordini al Delegato allora del nostro R:l Conservatorio Cons.r
Mattei112, che ben tosto m’incaricò dell’occorrente onde presentatisi nella
Pietà, ed introdotti da Me nel già ordinato Archivio, gli esibij l’Indice già
stampato del medesimo113, e gl’incaricati cominciarono a scegliere, e farsi
cavare dalle scanzie quanto ad essi loro piaceva, osservando tutto, e metten-
do tutto da parte quanto le gradiva per averne le copie.
E poiché le Carte, e specialmente gli Originali, veniva proibito estrarsi
dall’archivio, si dispose che avrebbero essi [Krayzer], ed Issuar mandati i
copisti incaricati a tal’uopo, per scrivere giornalmente quanto loro occorre-
va, e così si dispose. Vennero giornalmente per circa due mesi continui dieci
copisti incaricati, ai quali io giornalmente consegnava le carte la mattina, e
rinchiudeva l’Archivio la sera, e così furono essi dell’intutto soddisfatti, e
112
Un accenno a questa visita è anche nella biografia di Saverio Mattei scritta da Do-
menico Martuscelli e pubblicata nel quarto volume della monumentale raccolta di bio-
grafie (1813-1825) degli uomini illustri del regno di Napoli (Biografia degli uomini il-
lustri del Regno di Napoli ornata de’ loro rispettivi ritratti compilata da diversi letterati
nazionali [...], IV, Napoli, Nicola Gervasi, 1817: «Cosicché con questi auspici cominciò
l’Archivio Filarmonico di Napoli a rendersi tanto famoso, che l’Instituto Musicale di
Parigi spedì i due celebri professori di musica Craizer, ed Issouard, i quali per mezzo del
Cavaliere Acton impetrarono da S. M. di visitar l’Archivio, e farsi le copie di quanto lor
bisognava. Quindi per più di un mese dodici abili copisti vennero in Archivio ad estrar
le copie delle carte più rare. L’Instituto di Parigi appreggiò talmente questo dono, che in
compenso mandò al nostro Archivio tredici volumi in foglio di vari metodi per Forte-
piano, Violino, Fagotto, Flauto, Corni ec.»). La descrizione di Sigismondo richiede
qualche puntualizzazione: all’epoca della prima visita (1797) l’indice non era stato an-
cora stampato (ma doveva certamente già essere disponibile in veste manoscritta); all’e-
poca della seconda visita (che verosimilmente risale alla fine del 1801 o ai primissimi
giorni del 1802) l’indice era disponibile in versione a stampa; in entrambi i casi Mattei
(scomparso nel 1795) non avrebbe potuto essere testimone della missione francese. Da
verificare anche l’effettivo ruolo svolto da John Francis Edward Acton (1736-1811).
113
Indice di tutti i libri, e spartiti di musica che conservansi nell’archivio del Real Con-
servatorio della Pietà de’ Torchini, Napoli, [Con licenza de’ Superiori] 1801.
351
debbo dire per onor del vero, ch’essi vollero assolutamente fare al Conser-
vatorio, ed a me una gratificazione.
Dovrei dire al presente quali furono le carte da essi scelte; ma solo mi tro-
vo l’elenco fattomi allora delle opere Teatrali, avendo smarrito quello delle
composizioni da studio, e da chiesa, le quali presso a poco mi ricordo, che
furono tra le altre la massima parte quelle di Jommelli fatte così pel Con-
servatorio di Venezia, che per la Basilica di S. Pietro in Roma, altre del Por-
pora, alcune altre del nostro Durante. Quelle Teatrali furono il Ricimero, la
Semiramide, il Trionfo di Camilla, e la felicità dell’Anfriso del fu Pietro Gu-
glielmi114: Alessandro nell’Indie, Ezio, Creso, e ’l Vologeso del Sacchini115: Il
credulo deluso, L’Arabo cortese, Il fanatico in berlina, La disfatta di Dario,
Le Spose Tulipane di Paesiello116. I Nemici generosi, L’Eroe Cinese, l’Oreste
di Cimarosa117. Il Telemaco e Paride ed Elena del Gluk [sic]118. La clemenza
di Tito, la Nitteti di Anfossi119. Il Medonte, e Alessandro e Timoteo del Sar-
ti120. L’Artaserse di Misslivecek121 [sic] e Tre libri di cantate di Scarlatti ed
infinite altre cantate di autori del Secolo XVII, che lungo sarebbe e noioso
il noverarle122.
114
Indice, p. 11; le partiture di Guglielmi provengono dalla donazione della regina
Maria Carolina.
115
Ivi, p. 15; le partiture di Sacchini provengono dalla donazione della regina Maria
Carolina.
116
Ivi, p. 9.
117
Ivi, p. 5.
118
Ivi, p. 10.
119
Ivi, p. 2.
120
Ivi, p. 26.
121
Ivi, p. 18.
122
sigismondo, Apoteosi della musica, II, pp. 79-86.
123
di giacomo, Il Conservatorio di Sant’Onofrio, p. 104.
352
124
Jean-françois le sueur, Lettre en réponse à Guillard sur l’Opèra de la Mort d’Adam,
dont le tour de mise arrive pour la troisième fois au Théâtre des Arts, et sur plusieurs
points d’utilité relatifs aux arts et aux lettres, Paris, Baudouin, Brumaire An X [1801].
125
Recueil de pièces, p. 16. L’autore della Lettre à M. Paisiello sarebbe da identificare
con Jean-Baptiste-Aimé Joseph Janson (1742-1803). L’opuscolo Lettre à Paisiello par
les amateurs de la musique dramatique, 1802 è conservato alla Bibliothèque Nationale
di Parigi (Vp 3169); cfr. Jean mongrédien, Catalogue thématique de l’œuvre complète
du compositeur Jean-François Le Sueur (1760-1837), New York, Pendragon Press,
1980, p. 426.
126
charles-pierre ducancel, Mémoire pour J.-F. Lesueur, l’un des inspecteurs de l’en-
seignement, au Conservatoire de musique, au conseiller d ‘État chargé de la direction
et de la surveillance de l ‘Instruction publique, En réponse à la partie d ‘un prétendu
Recueil de Pièces, imprimé soi-disant au nom du Conservatoire, et aux calomnies diri-
gées contre le citoyen Lesueur par le citoyen Sarrette, Directeur de cet établissement, et
autres, ses adhérens; Contenant en outre quelques vues d’améliorations et d’affermisse-
ment dont le Conservatoire parait susceptible Par le citoyen C.-P. Ducancel Défenseur
officieux et Ami de Lesueur, Paris, De l’Imprimerie de Goujon Fils, Vendémiaire An
XI [1802].
127
Recueil de pièces à opposer à divers libelles dirigés contre le Conservatoire de musique,
Paris, De l’Imprimerie de P. Didot aîné au Louvre, 1802. Alle pp. 29-40 sono stampate le
Observations sur l’état de la Musique en France di Sarrette. La vicenda è sintetizzata da
fétis nella voce dedicata a Le Sueur nella Biographie universelle des musiciens, VI, Paris,
Fournier, 1840, pp. 121-127. Cfr. Jean mongrédien, Jean-François Le Sueur, Contribu-
tion à l’étude d’un demi-siècle de musique française (1780-1830), Berne, Lang, 1980; id.,
Catalogue thématique de l’œuvre complète du compositeur Jean-François Le Sueur.
353
Ce petit ouvrage est plein de sel et contient des réflexions très-sages, sous
l’evelope aimable d’un style original. Nous nous bornerons à transcrire le
passage suivant, parce qu’il renferme des vues utiles, et qui méritent de fixer
l’attention du Gouvernement: «Une corporation unique en musique, est
infiniment préjudiciable aux progrès et aux seccés de cet art aimable: la
démonstration a, sur ce sujet, la rapidité de la pensée.
Un Conservatoire, en effet, lorsqu’il est seul et souverain, finit par arriver à
une très-dangereuse domination: il forme une ligue formidable de compo-
siteurs et d’exécutans qui adoptent pour devise: Nul n’aura de génie, hors
nous et nos amis. Ces réflexions ont été faites avec fruit: il paroit aujourd’hui
que l’opinion publique est prononcé en faveur de la dissémination des écoles
premières de musique, qui doivent lier l’institution musicale à l’éducation
sociale en France. Les soixante cethédrales nous formeront des Legros, des
Rousseau, etc. L’Opéra, plus rapproché de l’autorité, et dégagé de la bureau-
cratie qui l’énerva, sera la vraie et dernière école ou l’art de la scène sera en-
seigné: ce théâtre reprendra tout son éclat, et les abstractions, les systèmes,
s’évanouiront comme la fumée»129.
128
«Le Censeur du théâtre ou Réflexions impartiales sur les productions dramatiques»,
n. 15, 8 maggio 1802, pp. 59-60: 59: viallart [Jean vialard], Première représentation
de Sémiramis; paroles arrangées par Desriaux, musique de Catel («[…] l’auteur de la
musique nous a prouvé qu’il avoit fait un traité d’harmonie: il a mis ses principes en
action. Quel bruit! On diroit qu’il s’est efforcé de surpasser ses rivaux dans le genre
tapageur»). Cfr. maurice tourneux, Bibliographie de l’histoire de Paris pendant la
Révolution française, III, Paris, Imprimérie nouvelle, 1900, p. 687 (n. 18120).
129
«Le Censeur du théâtre ou Réflexions impartiales sur les productions dramatiques»,
n. 15, 8 maggio 1802, p. 60: La Fantasmagorie des Menus.
354
130
Per le rappresentazioni de La Frascatana (1806) cfr. Jean mongrédien, Le Théâtre-
Italien de Paris (1801-1831). Chronologie et documents, avec la collaboration de ma-
rie-hélène coudroy-saghai, Lyon, Symétrie, 2008, I (Introduction, tables et index), p.
102; per una dettagliata e documentata cronologia degli allestimenti di produzioni di
Paisiello durante il soggiorno parigino del musicista cfr. ivi, II (1801-1808).
131
«Journal des arts, des sciences, et de littérature», III/205 (25 maggio 1802), pp. 306-
307; gli spostamenti del musicista erano stati annunciati alla fine di gennaio («Journal
des arts, des sciences, et de littérature», III/182 (30 gennaio 1802), p. 191): «Des lettres
de Naples annoncent que le savant compositeur Paësiello a obtenu de sa cour un congé
pour se rendre à Paris. On assure qu’il est mandé par le Gouvernement français». Nel
355
numero del 5 maggio (n. 201, p. 215) si legge «Que le célèbre compositeur Paësiello
est à Paris, et loge chez l’ambassadeur de Naples» (Marzio Mastrilli, marchese – poi
duca – del Gallo; cfr. Jean-baptiste-honoré-raymond capefigue, L’Europa durante il
consolato e l’impero di Napoleone, versione con note ed illustrazioni storiche di Gaeta-
no Barbieri, I, Napoli, Gaetano Nobile, 1841, p. 660; L’Europe pendant le consulat et
l’Europe de Napoléon, 1839). Cfr. andrea della corte, Settecento italiano. Paisiello,
con una tavola tematica. L’estetica musicale di P. Metastasio, Torino, Fratelli Bocca,
1922, pp. 217-218 (lettera di Paisiello, 1 maggio 1802).
132
«Mercure de France», 3 aprile 1803, 9 aprile 1803.
133
Cfr. Johann friedrich reichardt, Vertraute Briefe aus Paris geschrieben in den Jah-
ren 1802 und 1803, III, Hamburg, Hoffmann, 1804, pp. 255-256, 275-277. Sempre
nel 1803 prende corpo un progetto – non portato a compimento – di musicare Les fêtes
lacédémoniennes su testo di Sarrette (cfr. michael f. robinson, Giovanni Paisiello. A
Thematic Catalogue of his Works, with the assistance of Ulrike Hofmann, I, Stuyvesant
NY, Pendragon Press, 1991, p. 562).
134
«Journal des arts, des sciences, et de littérature», V/295 (23 agosto 1803), pp. 308-
309. Per un panorama degli allestimenti teatrali parigini durante la permanenza di
Paisiello rimandiamo a nicole Wild - david charlton, Théâtre de l’Opéra-Comique
Paris. Répertoire 1762-1972, Liège, Mardaga, 2005 e a Jean mongrédien, Le Théâtre-
Italien de Paris (1801-1831).
135
«Journal des arts, des sciences, et de littérature», V, n. 291, p. 216.
356
136
Jean-Baptiste Rey (1734-1810) era stato fra i musicisti attivi all’epoca della fonda-
zione del conservatoire (aveva avuto la cattedra di armonia dal 1799); la sua posizione
filoramista, in opposizione a quella di Sarrette aveva segnato la sua uscita di scena
dell’istituto nel 1802. Cfr. david charlton, A maître d’orchestre… conducts: New and
Old Evidence on French Practice, «Early Music», 21 (1993), pp. 340-353: 347-350.
137
Cfr. Jean-françois le sueur, Lettre en réponse à Guillard sur l’Opèra de la Mort d’A-
dam, dont le tour de mise arrive pour la troisième fois au Théâtre des Arts, et sur plusieurs
points d’utilité relatifs aux arts et aux lettres, Paris, Baudouin, Brumaire An X [1801],
pp. 64-6. Nicolas-François Guillard (1752-1814) è l’autore de La mort d’Adam. Jean-
françois le sueur, Projet d’un plan général de l’instruction musicale en France, 1801.
357
Tout y est sublime, tout y est original, tout y est dans la nature.
Sublime, parce que vous avez su maîtriser toutes vos idées, et les conduire
avec cet empire que l’art exige.
Original, parce que vous n’avez imité personne.
Dans la nature, parce que vous avez eu l’art de faire chanter comme on parle
en prose; c’est à dire, en donnant à votre chant cette progression de voix que
l’on donne en parlant en prose: simplicité antique qui fut peu connue de nos
anciens auteurs, si ce n’est d’Adolphe Hasse, dit le Saxon, de Logroscino,
Piccini, etc.
Tel est l’art de la musique; à mon avis, c’est l’imitation de la nature.
Les personnes qui ont rendu une justice éclatante au mérite de votre Ou-
vrage, ne sont pas toutes capables de la connaître, et d’en pouvoir juger;
car si elles l’eussent connu, elles n’eussent pas établi un parallèle de votre
manière avec celle de Gluck, Mozart, etc., desquels votre style particulier et
naturel est aussi éloigné que nous le sommes, vous et moi, des antipodes.
On est assez souvent en usage de vouloir rendre ses assertions authentique,
d’après l’autorité de certains auteurs qui ont traité de l’art musical, et dont
plusieurs n’ont jamais été capables de composer un menuetto.
E viva! M. Lesueur, je me félicite grandement avec vous, parce que voilà 30
ans que je n’au entendu de musique dans le genre de la vôtre, excepté, je
vous le répète, celle de Hasse, Logroscino et Piccini.
La mélodie ne m’a jamais entrainé, l’harmonie ne m’a jamais étonné, lorsque
ces qualités ne sont pas réunis à la nature.
paesiello138.
138
«Journal des arts, des sciences, et de littérature», VI, n. 361, 24 luglio 1804, pp. 159-
67: 164-165.
139
robinson, Giovanni Paisiello. A Thematic Catalogue, II, The Non-Dramatic Works,
Stuyvesant NY, Pendragon Press, 1991, pp. 135-138. Fra le urgenze che richiamano
Paisiello a Napoli, la necessità di non perdere gli emolumenti presso la Cappella Reale
di Palazzo; cfr. michael f. robinson, Giovanni Paisiello e la Cappella Reale di Napoli,
in lorenzo bianconi - renato bossa (a cura di), Musica e cultura a Napoli dal XV al
XIX secolo, Firenze, Olschki, 1983, pp. 267-280.
140
Paisiello, vincolato a inviare a Parigi ogni anno una messa per il compleanno dell’im-
peratore, continuerà a mantenere rapporti epistolari con Le Sueur; cfr. mongrédien,
Jean-François Le Sueur, II, pp. 814-815, 826-827. Una copia di una messa di Le Sueur,
oggi conservata a Milano nella biblioteca del conservatorio di musica “Giuseppe Ver-
di” (Noseda H 160), era stata inviata in dono dall’autore a Paisiello; cfr. id., Catalogue
358
359
144
giacomo tritto, Partimenti e Regole generali per conoscere qual numerica dar si
deve a vari movimenti del Basso Dedicata A Sua Maestà Ferdinando I [...], Milano,
Artaria, 1821; cfr. florimo, La scuola musicale di Napoli, III, pp. 50-52.
145
giacomo tritto, Scuola di Contrappunto ossia Teorica musicale Dedicata a Sua
Maestà Ferdinando I [...], Milano, Artaria, 1823. La dedica al re Ferdinando I è datata
8 gennaio 1816.
146
Partimenti del signor Maestro Don Nicolò Zingarelli Cavaliere dell’Ordine di Fran-
cesco I delle due Sicilie dal medesimo dedicati Al suo caro Amico e Discepolo di con-
trappunto il signor Francesco Pollini Socio Onorario dell’I. R. Conservatorio di Musica
di Milano, Milano, Presso Gio. Ricordi Contrada degli Omenoni N.° 1720, nn. edd.
6823 [marzo 1834] e 6824 [marzo 1835] (per la datazione cfr. agostina zecca laterza
(a cura di), Catalogo numerico Ricordi 1857 con date e indici, Roma, Nuovo Istituto
Editoriale Italiano, 1984, p. 232). Cfr. robert gJerdingen, Partimenti written to impart
a Knowledge of Counterpoint and Composition, in Partimento and Continuo Playing
in Theory and Practice, ed. by Dirk Moelants, Leuven, Leuven University Press, 2010,
pp. 43-70: 51-54 (2. Selected Partimenti of Niccolò Zingarelli); giorgio sanguinetti,
The Art of Partimento. History, Theory, and Practice, New York, Oxford University
Press, 2012, pp. 308-309 e passim.
147
Il 10 settembre 1808 la commissione amministrativa del collegio (Marcello Perrino,
Francesco Saverio De Rogati, Leonardo Marinelli) aveva proposto l’istituzione di una
calcografia musicale con caratteri provenienti da Parigi (ASN, Min. Int. II/2163). Il 31
dicembre Giulio Visconti sottopone una supplica per essere nominato direttore della
«stamperia musicale che si dovrà stabilire nel Collegio di musica» (ibidem). Sull’atti-
vità di De Rogati al collegio di musica cfr. lucio tufano, Francesco Saverio De Rogati
(1745-1827) poeta per musica, «Annali dell’Istituto Italiano per gli studi storici», XIV
(1997), pp. 345-393: 347-348.
148
ASN, P. I. 84; ASN, Min. Int. II/583 fasc. 3. Cfr. rosa cafiero - anna tedesco, Li-
pomi, Vincenzo, in bianca maria antolini (a cura di), Dizionario degli editori musicali
italiani 1750-1930, Pisa, Edizioni ETS, 2000, pp. 197-198.
360
149
bonnefond, Rapporto generale sul Real Collegio di Musica, cc. 19v-20r; stilato fra
settembre e ottobre 1812, il Rapporto generale sintetizza con dovizia di particolari lo sta-
361
to del collegio alla vigilia della nomina di Zingarelli a direttore unico e mette bene in luce
i caratteri della gestione francese; cfr. cafiero, Il Real Collegio di Musica, pp. 631-659.
Nel marzo 1810 era stata creata una commissione speciale per ogni provincia del Regno
incaricata di ispezionare tutti gli istituti di pubblica istruzione; Bonnefond era stato mes-
so a capo di tale commissione (ASN, Min. Int. I/42; cfr. tiziana iannello, Il Collegio dei
Cinesi durante il decennio francese (1806-15), in michele fatica - francesco d’arelli (a
cura di), La missione cattolica in Cina tra i secoli XVIII-XIX. Matteo Ripa e il Collegio
dei Cinesi, Napoli, Istituto Universitario Orientale, 1999, pp. 267-283: 278.
150
Lettera del 6 agosto 1808, ASN, Min. Int. II/2163.
151
perrino, Lettera, pp. 55-56. Mentre a Napoli infuriavano le polemiche sulle scuole,
un certo numero di manoscritti napoletani giungevano a Parigi per essere venduti al
conservatoire: è il caso della collezione durantiana di Gaspare Selvaggi: cfr. «Allgemei-
ne musikalische Zeitung», XIV, n. 27, 1 luglio 1812, coll. 448-449; Jean-baptiste We-
ckerlin, Bibliothèque du Conservatoire National de musique et de déclamation, Paris,
Firmin-Didot et C.ie, 1885, p. xi.
152
kandler, Ueber den gegenẅrtigen Kulturstand, col. 858 («Warum liegen die vor-
trefflichen Schulen, welche der Exkönig Joachim eigens vom Pariser Conservatoire
kommen liess, im Staube des Archives, um dort zu modern? Warum hält sie keiner der
Professoren der Mühe Werth, um sie durchlesen, und den Zöglingen vorzutragen?»).
153
Cfr. leopold m. kantner, „Aurea Luce“. Musik an St. Peter in Rom (1790-1850),
Wien, Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, 1979, pp. 77-87.
362
ministri della Consulta straordinaria per gli Stati Romani, volta a creare
a Roma un conservatorio di musica e una Cappella Imperiale, con l’o-
biettivo di fare della città la «première École de l’Empire pour la musique
italienne»154.
La posizione del musicista nei confronti di Napoleone è nota: quando
gli fu chiesto di dirigere a San Pietro nel 1811 il Te Deum per il neonato
re di Roma, egli si rifiutò di eseguire gli ordini155. Venne imprigionato
nelle carceri del Santo Uffizio, poi nella fortezza di Civitavecchia156, dove
ricevé l’ordine di recarsi a Parigi (dove rimase fino al febbraio 1812):
154
Dal rapporto di de Gérando allegato al decreto istitutivo del 10 dicembre 1810
(Archivio di stato di Roma, Consulta straordinaria per gli Stati Romani, reg. 19, cc. 97-
102) in bianca maria antolini, Musica e teatro musicale a Roma negli anni della do-
minazione francese (1809-1814), «Rivista Italiana di Musicologia», XXXVIII (2003),
pp. 283-380: 293. Il decreto non ebbe alcun seguito; cfr. anche guido salvetti, La
scuola di una capitale europea, in guido salvetti (a cura di), Milano e il suo Conserva-
torio 1808-2002, Milano, Skira, 2003, pp. 29-71: 29n. louis-pierre-édouard bignon,
Histoire de France sous Napoléon: deuxième époque, depuis la paix de Tilsitt, en 1807,
jusqu’en 1812, Tome 9, Paris, Firmin Didot/Leipzig, Brockhaus et Avenarius, 1838, p.
383: «En établissant une école de musique, on lui donne pour directeur Zingarelli».
155
salvatore di giacomo, Il fiero Zingarelli, «Musica d’oggi», V (1923), pp. 177-179.
156
kantner, „Aurea Luce“, p. 51.
157
Con queste parole Zingarelli racconta sinteticamente l’episodio nella «brevissima
biografia» inviata l’8 ottobre 1829 a Monsignor Carlo Emmanuele Muzzarelli pubbli-
cata da Raffaele Liberatore nel Necrologio (raffaele liberatore, Necrologio. Niccolò
Zingarelli, «Annali civili del Regno delle Due Sicilie», XIII (1837), pp. 134-152: 152).
158
kantner, „Aurea Luce“, pp. 41, 124-125; cfr. anche antolini, Musica e teatro mu-
sicale, pp. 293-299. La liaison con Grétry, che ospita Zingarelli in casa sua, al Boule-
363
vard des Italiens, è interessante per immaginare una rete di frequentazioni del musicista
nella capitale francese.
159
Zingarelli, personaggio-simbolo d’italianità e punto di riferimento, è incluso fra i
Compositeurs et Artistes correspondants étrangers del conservatoire parigino a partire
dal 1805 insieme a Haydn (Vienna), Paisiello (Napoli), Salieri (Vienna), Winter (Mo-
naco di Baviera), Crescentini (Parigi; nel 1809 incluso fra i Professeurs honoraires).
lassabathie, Histoire du Conservatoire, pp. 341-423, 355 (Personnel du Conservatoire
de 1795 à 1859). Cfr. campos rémy, La storia del Conservatorio di Parigi: bilancio e
direzioni di ricerca, in sirch-sità-vaccarini, L’insegnamento dei conservatorî, pp. 457-
467. Antonio Salieri divenne primo direttore del Conservatorio Imperiale Austriaco,
inaugurato a Vienna nel 1817. Cfr. karl ferdinand pohl, Die Gesellschaft der Musik-
freunde des österreichisches Kaiserstadts und ihr Conservatorium, Wien, Braumüller,
1871; lynne heller, Das Konservatorium für Musik in Wien zwischen bürgerlichade-
ligem M̈zenatentum und staatlicher Förderung, in Music Education in Europe, pp.
205-228; otto biba, The Conservatory of the Gesellschaft der Musikfreunde in Wien.
Significant Characteristics drawn from the History of its Teaching Activities (1817-
1908), in sirch-sità-vaccarini, L’insegnamento dei conservatorî, pp. 171-180: 173.
160
Il corsivo è nostro; l’indicazione del mese viene eliminata nella sezione pubblicata
nuovamente nel già citato necrologio del 1837 (castil-blaze, Zingarelli, p. 299).
364
161
Il corsivo è nostro; i giorni da otto diventano dieci nella nuova versione (ibidem).
162
La seconda versione è più corretta: «On l’execute, le 12 janvier 1812, à la chapelle»
(ibidem).
163
Louis Nourrit (1780-1833), tenore, padre di Adolphe.
164
Caroline Branchu (1780-1850), soprano. Cfr. Correspondance de Napoléon Ier,
Tome 12, Paris, Plon et Dumaine, 1863, p. 402. giuliano castellani, Ferdinando Paer:
biografia, opere e documenti degli anni parigini, pp. 28, 353n, 355.
165
Ignaz Ladurner (1766-1839).
166
Gabriel-Joseph Grenié (1757-1837); lo strumento venne esposto a Parigi il 23 giu-
gno 1810. Cfr. constant pierre, Les facteurs d’instruments de musique, les luthiers et
la facture instrumentale. Précis historique, Paris, Sagot, 1893, pp. 233-234 e françois-
Joseph fétis, Biographie universelle des musiciens, IV, Paris, Firmin Didot Frères Fils et
C.ie, 1869, p. 100.
365
167
castil-blaze, Chapelle-Musique des Rois de France, Paris, Chez Poulin, Librairie-
Editeur Place de la Bourse, 1832, pp. 204-209. La sezione dedicata al Te Deum venne
stampata anche nella «Revue musicale» VI (1832), pp. 210-212 e nella «France lit-
téraire», IV (1837), pp. 153-7 e in traduzione italiana (Zingarelli ed il Te Deum) venne
pubblicata – anonima – nel periodico «L’Eco. Giornale di Scienze, Lettere, Arti, Mode
e Teatri», V (1832), n. 100, pp. 397-398. Cfr. anche Jacques-gabriel prod’homme-
frederick h. martens, Napoleon, Music and Musicians, «The Musical Quarterly», VII
(1921), pp. 579-605: 598 e Jean mongrédien, La musique du sacre de Napoléon Ier,
«Revue de musicologie», LIII (1967), pp. 137-174.
366
168
cafiero, Il Real Collegio di musica di Napoli nel 1812, p. 632.
169
Ricordiamo che nel febbraio 1813 Paisiello, primo maestro della real cappella, per
rendere omaggio al neodirettore, aveva commissionato a Parigi la copia di «una Mes-
sa del Maestro Zingarelli scritta per la Cappella Imperiale» (cfr. ASN, Intendenza di
Casa Reale, Gran Ciambellano, fascio 158, cit. in rosa cafiero - marina marino, La
musica della Real Camera e Cappella Palatina di Napoli fra Restaurazione e Unità d’I-
talia. I. Documenti per un inventario (1817-1833), «Studi musicali», XIX (1990), pp.
133-182:150n). Partition | Messe | Pour la Chapelle Impériale | dal Signor Zingarelli
(c. 1r: «Copie demandée pour M.r Paisiello par M.r Lesueur | Directeur de la musique
de la chapelle faite par Lefèbvre | Bibliothécaire en chef de la copie de la chapelle de sa
Majesté | L’Empereur et Roi»): I-Nc Casa Reale 76.1.6(1-61). Cfr. Jean mongrédien,
Jean-François Le Sueur, Contribution à l’étude d’un demi-siècle de musique française
(1780-1830), Berne, Lang, 1980, II, pp. 814, 826-827 (lettera di Le Sueur a Lefèbvre,
30 ottobre 1812).
170
marcello perrino, Lettera [...] ad un suo amico sul proposito di una disputa rela-
tiva alla musica, Napoli, Trani, 1814, p. 13.
367
171
Ivi, pp. 28, 35-36: la differenza fra insegnamento ‘meccanico’ e interpretazione
‘filosofica’ per comunicare «le sublimi verità della Scienza» è fra le imputazioni dell’er-
rata trasmissione del sapere musicale.
172
Ivi, p. 56.
173
Ivi, p. 58. Il Trattato di Perrino era stato tradotto in francese da Auguste-Louis
Blondeau; cfr. auguste-louis blondeau, Voyage d’un musicien en Italie (1809-1812)
précédé des Observations sur les théâtres italiens, restitués annotés et présentés par
Joël-Marie Fauquet, Liège, Mardaga 1993.
174
françois-Joseph fétis, Biographie universelle des musiciens et bibliographie généra-
le de la musique, VIII, Paris, Didot, 18652, pp. 518-521: 519-520) s. v. Zingarelli.
Meno caustica la versione del 1830: «Comme directeur du collège royal de musique,
Zingarelli ne mérite pas les mêmes éloges que comme compositeur» (françois-Joseph
fétis, Curiosités historiques de la musique, complément nécessaire de La musique mise
è la portée de tout le monde, Paris, Janet et Cotelle, 1830, p. 47).
175
Just-adrien-lenoir de lafage, Notice sur Jacques Tritto, Vincent Bellini et Nicolas
Zingarelli, III. Nicolas Zingarelli, in Miscellanées musicales, Paris, Comptoir des Im-
primeurs Unis, 1844, pp. 222-251: 227. La fonte sono le Haydine di Giuseppe Carpani
(Le Haydine ovvero Lettere su la vita e le opere del celebre maestro Giuseppe Haydn,
Milano, Candido Buccinelli, 1812). Si veda anche la prima edizione Notice sur Zin-
368
369
177
blondeau, Voyage d’un musicien, pp. 73-74.
178
liberatore, Necrologio. Niccolò Zingarelli, p. 147. Un necrologio di Zingarelli fir-
mato da castil-blaze [françois-henri-Joseph blaze] venne stampato nella «Revue de
Paris», 1837, pp. 297-300.
370
179
perrino, Lettera, pp. 11-12.
180
ASN, Decreti originali 533, c. 313r: «Da ora innanzi resta espressamente vietato di
ammettersi nel Nostro Real Conservatorio di Musica, sotto qualunque pretesto, gl’In-
dividui chiamati Eunuchi».
181
Cfr. paologiovanni maione, Organizzazione e repertorio musicale della corte nel
decennio francese a Napoli (1806-1815), «Fonti musicali italiane» XI (2006), pp. 119-
173: 128.
182
ASN, Min. Int. II/5098: «a Nicola Manfroce D. 264, All’alunno Soprano Villani
264, All’alunno Soprano Finelli 264, Agli alunni Mastricelli 2112». Il 22 agosto 1813
Villani percepisce una gratifica di £ 6.60 per essere stato «a canzone nella Messa» a
grand’orchestra eseguita nella chiesa del Gesù Nuovo per festeggiare l’onomastico di
Murat con l’intervento di tutti gli allievi delle case di pubblica istruzione (ASN, P. I. 81).
371
183
Ecuba, tragedia per musica in tre atti su libretto di Giovanni Schmidt, era andata in
scena al San Carlo il 13 dicembre 1812. Manfroce muore il 9 luglio 1813. Cfr. giovan-
ni carli ballola, Presenze e influssi dell’opera francese nella civiltà melodrammatica
della Napoli murattiana, in bianconi - bossa, Musica e cultura a Napoli, pp. 307-315
e marina mayrhofer, Drammaturgie della rivoluzione, in rao, Napoli 1799, pp. 565-
595: 583-589.
184
Di Giuseppe Ciccimarra (1790-1836) si dirà più avanti alla nota 201.
185
Cfr. infra, nota 202.
186
bonnefond, Rapporto generale sul Real Collegio di Musica, cc. 24r-v. Sulla pratica
del mutuo insegnamento negli antichi conservatori rimandiamo a emanuele imbimbo,
Obseroations sur l’enseignement mutuel appliqué à la musique, et sur quelques abus
introduites dans cet art; precedées d’une notice sur les Conseroatoires de Naples, Paris,
Didot, 1821. Cfr. rosa cafiero, Un divulgatore di teorie armoniche della scuola napo-
372
letana a Parigi: Emanuele Imbimbo (1756-1839), in francesco paolo russo (a cura di),
Francesco Salfi librettista. Studi e testi, Vibo Valentia, Monteleone, 2001, pp. 191-225.
187
bonnefond, Rapporto generale sul Real Collegio di Musica, cc. 31v-32r.
188
ASN, Min. Int. II/5098; cfr. cafiero, Istruzione musicale a Napoli, p. 768.
373
189
ASN Min. Int. I/874, 29 gennaio 1813 (pervenuta alla segreteria di stato il 13 aprile
1813).
190
Cfr. paologiovanni maione - francesca seller, «Saranno destinati a far conoscere
il loro valore»: gli alunni “napoletani” e le scene cittadine, in sirch-sità-vaccarini,
L’insegnamento dei conservatorî, pp. 329-363: 356.
191
ASN, Min. Int. I/930: lettera di Paisiello a Miot (5 agosto 1807).
374
conoscere il loro valore in quella maniera che dallo stesso sig. Paisiel-
lo sarà stabilita»192. Non mancano inviti alla cautela nel sottoporre i
giovani apprendisti a prove forse troppo impegnative: poiché gli alunni
sono «di numero ristretto» e non possono «soli eseguire sinfonie e altro
ne’ Luoghi aperti della Città, sarebbe improprio di esporgli a farsi poco
onore»193.
Un’eco dei concerti degli allievi risuona nella descrizione di Auguste-
Louis Blondeau, che parla di frequenti esecuzioni nella cappella annessa
al collegio, dove il pubblico è ammesso, e afferma che, oltre a produzioni
di non ben identificati «bons maîtres», vengono eseguite composizioni
dei giovani musicisti:
192
Ivi, 12 agosto 1807.
193
Ivi, 6 agosto 1807. Il 30 giugno 1807 risultano numerosi pagamenti a copisti per
approntare partiture da utilizzare al collegio; segnaliamo, fra l’altro, la copiatura di
«Sinfonie di Haydn» (ASN Min. Int. 2a Appendice 2192, 30v). Cfr. cesare corsi,
Un’«armonia competente». L’orchestra dei Reali Teatri di Napoli nell’Ottocento, «Stu-
di verdiani», XVI (2002), pp. 21-96: 38. La partitura della Messa di requiem in re
minore KV626 conservata in I-Nc (Mozart Rari 5.1.15) era stata acquistata da Giusep-
pe Sigismondo il 18 maggio 1807 dal copista Filippo Zupo, il cui nome compare nei
pagamenti del collegio di musica e della Real Camera e Cappella. Su Zupo cfr. zecca
laterza, Manuscript Music published in Naples, p. 154.
194
blondeau, Voyage d’un musicien en Italie (1809-1812), p. 345. Sull’impulso dato
ai concerti pubblici al collegio cfr. corsi, Un’«armonia competente», p. 38; cafiero,
Il Collegio di musica di Napoli nel 1812, p. 650; ead., Metodi, progetti e riforme.
Per qualche esempio di concerto cfr. lucio tufano, Costruire la regalità. Feste teatrali
e cerimonie con musica a Napoli tra Giuseppe e Gioacchino (1806-1815) in questo
stesso volume, pp. 69-154.
195
Nel Notamento degli Allievi del Real Collegio di Musica addetti alla composizione e
375
all’esecuzione dell’Orchestra firmato da Perrino, 14 ottobre 1812 (ASN Teatri 53, pub-
blicato in cafiero, Il Collegio di musica di Napoli nel 1812, p. 638n), Pietro Maroncelli
da Forlì è incluso fra i «maestri di cappella meno provetti». Su Maroncelli e Donizetti
a Bologna cfr. William ashbrook, Donizetti and his Operas, Cambridge, Cambridge
University Press, 1982, pp. 12-13; id., Donizetti. I. La vita, Torino, EdT, 1986, pp. 9-10.
196
Nicola Manfroce era entrato nel conservatorio della Pietà dei Turchini come convit-
tore il 20 luglio 1805 (Archivio del Real Conservatorio di Santa Maria della Pieta dei
Turchini, Rollo de’ Figlioli Convittori, 1791-1806, f. 171v).
197
Nel Notamento degli Allievi 1812 Mercadante è registrato come violinista (cafiero,
Il Collegio di musica di Napoli nel 1812, p. 638n; mariateresa dellaborra, I quaderni
di studio di Saverio Mercadante «primo allievo del R. Conservatorio di musica» di
Napoli, in sirch-sità-vaccarini, L’insegnamento dei conservatorî, pp. 521-544: 521).
198
Nel Notamento degli Allievi 1812 Lablache è registrato come violinista; florimo,
La scuola musicale di Napoli, IV, 1881, p. 407; cafiero, Il Collegio di musica di Napoli
nel 1812, pp. 651-652. La richiesta di ammissione a piazza franca al conservatorio della
Pietà dei Turchini era stata inoltrata l’8 aprile 1803 dalla madre (ANS Min. Int. II/5182).
199
Sulla colonne d’harmonie («sporadico intervento di musica strumentale di gruppo»)
nel rituale massonico cfr. alberto basso, L’invenzione della gioia. Musica e massoneria
nell’età dei Lumi, Milano, Garzanti, 1994, p. 14. mirtide gavelli, Piero Maroncelli:
l’uomo, il musicista, il patriota, Forlì, CartaCanta, 2010, p. 24.
376
legio, senza che venisse mail quel giorno, dove poi solennemente, e con tutta
pompa dovessi essere presentato in Loggia. Nell’atto in cui fui confortato
ad essere di questa Società, mi fu detto, che la medesima tendeva al perfezio-
namento morale della mente, e del cuore, mi furono quindi inculcate molte
massime di etica, ed insegnati i segni delle parole, e di tocco che distingueva-
no, e facevano riconoscere ogni massone.
Questa operazione fu fatta da un Delegato di una Loggia Massonica, che cre-
do fosse quella di S. Giuseppe, in presenza di sette miei compagni di Collegio,
già stati ricevuti in tempo anteriore. Non avevo veduto prima di quel tempo
quel delegato, né lo vidi più mai, onde non ne so il suo nome. I compagni di
Collegio erano questi: Megale200, Ciccimarra201, Padula202, Trimarchi203, Man-
froge [sic]204, Orlandini205, De Lorenzi206, tutti napoletani, e de’ quali non so
il nome. I segni di tocco furono tre colpi dati col pollice destro sulla prima
200
Antonio Megale da Casalnuovo, maestro di cappella compositore.
201
Giuseppe Ciccimarra da Altamura, tenore. florimo, La scuola musicale di Napoli,
III, 1882, pp. 338, 473. Debuttò, nell’estate del 1816 al teatro del Fondo in Leonora
ossia L’amore coniugale di Ferdinando Paër nel ruolo di Pizarro. Si impose come uno
dei migliori tenori della sua generazione; il 4 dicembre 1816 al Fondo interpretò Jago
nell’Otello di Rossini. Cfr. marina marino, Musica e spettacolo nel «Diario napoleta-
no» di Carlo de Nicola (1798-1825), «Fonti musicali italiane», XIV (2009), pp. 105-
120: 120; sergio ragni, Isabella Colbran Isabella Rossini, Varese, Zecchini, 2012, 2
voll., ad indicem.
202
Carlo Padula da Matera, tenore.
203
Giuseppe Trimarchi da Reggio, maestro di cappella compositore, è attivo nel 1824
e nel 1826 come maestro per il coro dell’orchestra dei Reali Teatri di Napoli (cfr. corsi,
Un’«armonia competente», p. 59).
204
Nicola Manfroce da Palmi, cembalista.
205
Antonio Orlandini da Castrignano, tenore.
206
Giovanni de Lorenzo è primo violino direttore dell’orchestra del Real Collegio di
musica nel 1811 (ASN, P. I. 81), ruolo confermato nel Notamento degli Allievi 1812
(su un totale di diciotto violinisti). La sua presenza in veste di direttore dell’orchestra
del collegio è documentata in un articolo del «Corriere di Napoli» (n. 504, 8 settembre
1810, p. 3): «Dimani, 9 del corrente [settembre], nella chiesa di S. Sebastiano del real
Conservatorio di musica, sarà celebrata la festività della nascita della Vergine e verrano
eseguiti dagli allievi ed allieve i seguenti pezzi di musica strumentale e vocale: nella
mattina alle ore 10 di Francia la sinfonia della Proserpina del signor cavaliere Paisiello,
mottetto a due cori dell’alunno primo maestro signor Agostino Fontana, sinfonia con-
certante del signor Cannabich, messa del detto alunno primo maestro; nell’elevazione
sinfonia dell’alunno compositore signor Luigi Birago; nel vespro alle ore 5 di Francia
sinfonia del signor Mozart; Dixit e Salve regina del medesimo maestro Fontana. Di-
rettore dell’orchestra l’alunno primo violino signor Gio. de Lorenzo». Devo a Lucio
Tufano, che ringrazio, la segnalazione di questa notizia.
377
207
La testimonianza di Pietro Maroncelli (1795-1846) emerge nell’interrogatorio della
polizia asburgica del 7 ottobre 1820; cfr. alessandro luzio, Il processo Pellico-Maron-
celli secondo gli atti officiali segreti, Milano, Tipografia Editrice L. F. Cogliati, 1903,
pp. 355-357. bianca marcolongo, La massoneria nel secolo XVIII, «Studi storici»,
XIX, fasc. III-IV, nuova serie vol. I (1910), pp. 407-477: 460. In uno Stato degli alunni
usciti dal Real Collegio di Musica, e rimasti debitori per causa delle loro rispettive Men-
suali Pensioni del 1818 (ASN, P. I. 82) risulta che per Pietro «Marroncelli» è cessata la
pensione presso il collegio il 31 dicembre 1813. Cfr. angeline h. lograsso, Piero Ma-
roncelli, Roma, Edizioni dell’Ateneo, 1958, pp. 7-9. Sull’affiliazione di Fedele Fenaroli
alla massoneria cfr. Del pensiero massonico in Italia, La civiltà cattolica, serie XIV, vol.
X (1891), pp. 414-425: 415. Su Giuseppe Zurlo Gran Maestro dell’ordine cfr. zeffiro
ciuffoletti, La “massoneria napoleonica” in Italia, in rosanna cioffi (a cura di), Due
francesi a Napoli, Atti del convegno internazionale di apertura delle celebrazioni del
Bicentenario del Decennio francese (1806-1815), Napoli, Giannini, 2008, pp. 69-80:
78. Sull’adesione di Niccolò Piccinni alla Loggia parigina Les Neufs Soeurs cfr. basso,
L’invenzione della gioia, p. 190. Su Piccinni e Mattei cfr. anna lisa sannino, Costruire
la controrivoluzione. L’associazionismo politico-culturale antidemocratico in Puglia e
Basilicata alla fine del Settecento, in angelo massafra (a cura di), Patrioti e insorgenti
378
Non tema V. E.211 con questi saggi e necessarj regolamenti mancherà mai il
Collegio di buoni allievi: le ripeto con sicurezza, che le comunità ben regola-
te sono immortali, e, mancando un soggetto, ne subentra un altro migliore.
Recida presto i rami inutili, ed infruttuosi.
[2r] Bandisca senza pietà i discoli e gli empj, capaci d’ammorbar il resto,
e tutto riuscirà secondo le provvide e benefiche cure del nostro amabil.mo
Sovrano, a gloria di V. E. che tanto s’adopera a vantaggio di cotesto sì bello
in provincia: il 1799 in terra di Bari e Basilicata, Bari, Edipuglia, 2002, pp. 487-527:
497-498.
208
lograsso, Piero Maroncelli, pp. 8-9; oliverotto fabretti, Per una compiuta bio-
grafia Maroncelliana. I primi anni, «La Romagna. Rivista di storia e di lettere», XI,
fasc. 2, serie V (febbr. 1914), pp. 66-84: 71-74.
209
atto vannucci, I martiri della libertà italiana dal 1794 al 1848. Memorie raccolte
da Atto Vannucci, Livorno, Poligrafia Italiana, 1849, I, pp. 296-298: 297. Su alcune
posizioni politiche di Zingarelli e sulle considerazioni relative rimandiamo a france-
sco costabile, Nicolò Zingarelli, «Poliorama pittoresco», I (1836), pp. 357-359, a di
giacomo, Il fiero Zingarelli e a lorenzo mattei, Metastasio con il berretto frigio. Sui
Veri amici repubblicani di Niccolò Zingarelli (Torino 1799), «Fonti Musicali Italiane»,
VIII (2003), pp. 31-52: 38.
210
Angeline Lograsso (Piero Maroncelli) consiglia di leggere sempre con estrema cau-
tela le testimonianze di Maroncelli.
211
Giuseppe Zurlo, ministro dell’interno.
379
stabilimento, al decoro della nostra bella Italia, al vero vantaggio de’ giova-
ni, ed al desiderio di tutta le Città, che sospira di veder rivivere i Jommelli,
i Trajetta, i Piccinni, i Vacchiai, i Guglielmi, i Cimarosa, non meno che Fa-
rinelli, Cafarelli, Aprile, e Millico, e tanti altri famosi in tutti i rami della
bell’arte musicale212.
212
ASN Min. Int. I/874; cfr. supra, nota 189.
213
Cfr. cafiero, Metodi, progetti e riforme.
214
Sul conservatorio di Milano rimandiamo, oltre che ai già citati lavori di Davide
Daolmi, ai documentatissimi volumi Milano e il suo Conservatorio 1808-2002 e L’in-
segnamento dei conservatorî.
215
Cfr. piero mioli, Le nozze di Liceo e Accademia. Cronache, eventi e angustie del
primo “Conservatorio” in Bologna, in sirch-sità-vaccarini, L’insegnamento dei con-
servatorî, pp. 389-407.
216
Cfr. francesco passadore, Le scuole di musica a Venezia nella prima metà dell’Ot-
tocento, ivi, pp. 365-387.
217
Fra i docenti ingaggiati da Johann Simon Mayr alle Lezioni caritatevoli figura Fran-
cesco Salari (1751-1828), bergamasco, formatosi al Sant’Onofrio con Carlo Cotumac-
ci, Joseph Doll e Niccolò Piccinni e a Milano con Fioroni; cfr. francesco bellotto
- fabrizio capitanio, I due Mayr: considerazioni in margine allo studio delle carte delle
Lezioni Caritatevoli, in francesco bellotto (a cura di), Giovanni Simone Mayr. L’o-
pera teatrale e la musica sacra. Atti del Convegno Internazionale di Studio 1995, Ber-
gamo, Comune di Bergamo, 1997, pp. 97-119: 112n e fabris, Maestri e allievi italiani
di Piccinni, pp. 15-16.
380
S. R M.
381
mezzo di questa R.l Seg.ria di Stato, a Casa R.le le loro proposizioni. Palazzo
16 Dicembre 1803. = Francesco Seratti = Marchese D. Pietro Cufari”.
Noi per corrispondere alle benefiche mire della M. V. non abbiamo manca-
to d’impiegare tutti i possibili mezzi, per quanto le nostre deboli forze han
permesso, onde rimanere pienamente informati di tutti gli oggetti, che po-
tessero avere relazione alli nominati R.li Conservatorj, e non si è trascurato
di prendere sul momento le convenienti misure su varj punti, che abbiamo
giudicate opportune al vantaggio de’ med.i, siccome da diverse rimostranze
da noi umiliate al R.l Trono può V. M. rilevare. A potere intanto conseguire
quel nobile fine, che V. M. si ha proposto, essendo necessario un sistema
permanente, e durevole, crediamo nostro indispensabil dovere di venire al
particolare dettaglio su di quanto in d.o R.l Comando ci viene prescritto, che
può ridursi a due punti, a quello cioè dell’Economia dei d.i R.li Conservatorj,
ed alle Scuole di Musica nei med.i, con devenire a quelli regolamenti, che
cogliendo gli abusi attuali possano meglio alli stessi convenire.
Prima di qual dettaglio siamo a rassegnare a V. M. di avere maturamente
esaminati i due Piani, che si è compiaciuto rimetterci, cioè quello di D. Gio-
vanni Paisiello, e l’altro anonimo; ma proponendo sì l’uno, che l’altro non
lieve aumento di assegnamento per eseguirsi le proposizioni in essi conte-
nute, non sono in conto alcuno adattabili alla Sovrana Mente della M. V.,
che ha dichiarato doversi limitare a fare il miglior uso possibile degli attuali
assegnamenti, che godono i Conservatorj.
Economia
Sotto di questo nome s’intende così l’amministrazione dei beni, e rendite dei
Reali Conservatorj, quanto ciò, che riguarda l’interno regolamento di essi.
In quanto alla prima, cioè all’Amministrazione, dopo le più minute ricerche,
ed esami, siamo costretti confessare a V. M. di non averla ritrovata secondo
quella regolarità, che si conviene; poiché non solo niuno buon ordine abbia-
mo rinvenuto nella Scrittura, ma dippiù esiggendosi promiscuamente le ren-
dite dai rispettivi Rettori, dal Razionale, e dall’Esattore, nasce quindi nelle
partite d’introito non poca confusione, e disordine. La [26r] maniera poi,
con cui si regola l’esito, è soggetta ad altrettanta irregolarità, poiché, tranne
poche partite fisse, e determinate, tutto il resto della spesa si fa con semplice
nota sottoscritta dal Rettore, sotto la di cui firma da uno dei Gov.ri s’interpo-
ne il decreto del pagamento. Né questo è solamente la norma dell’introito, e
dell’esito; niun registro abbiamo rilevato di conti, non esistendo né bilancio
di conto mensile, né bilancio di conto annuale: ma solo alla rinfusa si sono
comprese in un libro le note di tutto l’anno, forse riunite in un volume dopo
la richiesta fatta da noi dei conti annuali di rendite, e pesi.
382
383
Nella fine poi di ogni anno debba formarsi il bilancio generale di quanto si è
introitato, ed esitato in tutto il corso dell’anno: il qual bilancio sarà discusso
nelle debite forme.
Questo bilancio annuale dovrà passarsi nelli rispettivi Archivj de’ due Con-
servatorj, i quali si devono ristabilire nel di loro buon ordine, essendo in una
totale decadenza. Questa è senza dubbio una irregolarità: Crediamo perciò
di necessità indispensabile, che ciascuno dei Conservatorj debba rimettere in
ordine, e sistema il suo particolare Achivio, nel quale conservare si debbono
tutte le scritture attinenti ad ognuno di essi, ed il quale, per non moltiplicare
la nuova spesa di Archivario, potrà essere sotto la custodia, e responsabilità
del Rettore.
Si baderà finalmente, che niun ramo d’Introito soffra la menoma diminu-
zione, o discapito per colpa, o dolo di chiunque ne dirigga, o maneggi l’am-
ministrazione, che anzi dovrà per ogni via proccurarsene l’aumento, rima-
nendo ciascuno responsabile per quella parte, che gli appartiene. Sarà perciò
considerata come punibile qualunque parzialità, [27r] o favore su tutto ciò,
che riguarda l’interesse del luogo: a qual oggetto per quei rami, che non
ammettono formalità legali, si userà la massima vigilanza, e gli affitti dei
territorj debbano farsi colle dovute sollennità delle subaste con intervento
del Delegato.
L’altra parte dell’Economia, che riguarda l’interno regolamento, può aggirar-
si tanto circa all’Educazione morale, quanto alla sussistenza dei Convittori.
In rapporto alla prima, dovendo seriamente badarsi, che questi non sola-
mente riescano abili Professori, ma anche uomini onesti, e dabbene, si chia-
meranno alla più scripolosa osservanza tutte le regole, ed istituzioni, che
esistono per tale oggetto, senza trascurarsi alcuni di quelli stabilimenti, che
riguardano i doveri della Religione, e della disciplina principalmente s’invi-
gilerà, che venga esattamente osservato l’orario destinato per le rispettive
occupazioni nelle ore prefisse. Questo sarà un carico particolare del Rettore,
il quale in occasione di provvidenze superiori in materia di costumi, sarà
tenuto formarne relazione p‹er› devenirsi all’espediente opportuno.
In rapporto alla sussistenza de’ Convittori, ella è relativa al numero degli
alunni, e riguarda il di lor vitto, ed il di loro vestiario. Il numero degli alunni,
che goderanno in d‹ett›i. Conservatorj le piazze franche, o sia di beneficio
senza alcun pagamento dovrà essere in proporzione delle attuali rendite dei
Conservatorj stessi dedotti i pesi; e dopo maturo calcolo avendo rilevato,
che la spesa annuale di un Convittore ascende a circa docati sessanta, può
benignarsi V. M. ordinare, che tante piazze franche vi siano in ciascun Con-
servatorio, quante nella rendita purificata di ciascuno siano capienti in ra-
gion della somma enunciata.
384
218
Corrispondenti all’incirca a 500 grammi.
219
Un rotolo corrisponde a 890 grammi.
385
particolare sistema delle Scuole [28r] nei Reali Conservatorj, veniamo a ras-
segnare a V. M. essere inutile annojarla colle minute particolarità di detta-
glio, poiché nascendo tutto il profitto dei Giovani dalla perfetta osservanza
della esecuzione, basterà invigilare, che nel sistema delle Scuole i Maestri da
un canto, ed i Giovani dall’altro adempiano con esattezza al di loro dovere;
e che alla frequenza, e metodo delle Lezioni sia accoppiata l’assiduità dello
studio Camerale.
Per procurare pertanto il possibile miglioramento delle Scuole sud.e giudi-
chiamo non solo di utilità, ma di necessità ancora l’esecuzione de’ seguenti
articoli.
Che alle lezioni attuali degli Istrumenti si debbano aggiungere quelle del
Clarinetto, e del Fagotto, delli quali mancano i Reali Conservatorj220, e di
cui l’uso è pressoché indispensabile in qualunque moderna composizione.
Che mancando il Conservatorio di S. Maria di Loreto di un Archivio di
musica, e trovandosi questo stabilito in quello di S. Maria della Pietà, sia
questo tenuto di somministrare al primo quelle carte, di cui avrà bisogno o
per lo Studio de’ Giovani, o per altro utile uso, con ricevuta del Rettore, che
invigilerà per la puntuale restituzione finito il bisogno.
Che gli alunni da riceversi a piazza franca nei Reali Conservatorj oltre l’età,
e condizioni già dette di sopra, debbano essere iniziati nei primi rudimenti
della musica, e dimostrino la disposizione necessaria per la felice riuscita in
tal Professione. A qual oggetto saranno essi esaminati dalli Maestri di Cap-
pella del Luogo, che ne farà relazione prima di essere ammessi.
Che in ogni sei mesi vi sia un esame generale per osservarsi il profitto de’
Giovani. Qualora dopo due esami continui, cioè dopo lo spazio di un anno
si vedrà, che l’alunno non dà veruna prova, o speranza di riuscita, sarà li-
cenziato: ed al contrario si daranno dei premj proporzionati a coloro, che si
saranno nel profitto distinti.
E siccome i premj appunto, l’emulazione, e la lode sono le molle, che agisco-
no energicamente sullo sviluppo dei talenti, e ne producono [28v] mirabil-
mente la riuscita, crediamo perciò della massima utilità le ulteriori seguenti
disposizioni.
Che nell’interno di ciascuno dei Conservatorj debba formarsi un Teatro fis-
so, e permanente, nel quale si debbano rappresentare dagli Individui del
Luogo composizioni Teatrali dei Giovani stessi. Gioverebbe tale istituzione
ai Compositori, alle voci, ed all’Istrumenti, che acquistando l’aria del Tea-
220
A giudicare da uno Stato dimostrativo de’ Maestri di Musica dei Conservatorj della
Pietà de’ Turchini, di S. Onofrio, e Loreto databile al 1804 (Min. Int. 5181/559) un ma-
estro di clarinetto (Ferdinando Sedelmajer) e un maestro di fagotto (Vincenzo Conte)
sono registrati alla Pietà, ma non a S. Onofrio-Loreto.
386
221
Un riferimento ai servizi musicali in onore di S. Irene nel 1784 è nel documentatis-
simo saggio a più mani giulia di dato - teresa mautone - maria melchionne - car-
melina petrarca, Notizie dallo Spirito Santo: la vita musicale a Napoli nelle carte ban-
carie, in Cimarosa: un ‘napoletano’ in Europa, II, pp. 665-1197: 1098: «I governatori
del Real Conservatorio di S. Onofrio a Capuana (Domenico Antonio Santi) duc. 2 a
D. Michele Nasci Maestro di Violino del nostro Conservatorio, dite sono per tant’in
ogni anno se li danno per sua ricognizione per le fatiche che ha fatto per le musiche di
S. Irene, e per la composizione della Frotta del Sedile».
387
Gli orfani però di Padre, e Madre vi saranno ammessi gratis; gli orfani di
un sol Genitore pagheranno un solo carlino, e gratis altresì vi saranno am-
messi i figli dei Professori, che sono usciti dal rispettivo Conservatorio, e
dei Maestri del Luogo. Tutto vi sarà regolato con metodo, e vigilanza, e
si prenderanno le necessarie misure p‹er› evitare qualunque comunicazione
fra gli Alunni del Conservatorio con i figliuoli della pubblica Scuola. Un
tale stabilimento gioverebbe infinitamente al pubblico, ed al Conservatorio
stesso, e sarebbe un mezzo da potere con faciltà avere degli ottimi alunni,
poiché quelli della pubblica Scuola, che daran prova di particolar riuscita
nella Profession della Musica, sarebbero in concorrenza degli altri preferiti
alle Piazze de’ Conservatorj stessi.
Qualora all’alto Intendimento della M. V. diversamente non sembri, noi ci
lusinghiamo, che questi mezzi possano convenire al miglioramento da V.
M. inculcato; e che le proposizioni umiliate corrispondano alla Commissio-
ne, della quale si è benignata onorarci; nell’atto, che augurando alla Sacra
Vostra Real Persona, ed a tutta l’Augusta Famiglia ogni possibile felicità, ci
rassegniamo umilmente al Real Trono.
Di V. S. R. M.
Napoli il dì 22. Marzo 1804.
S. E. Sig. Priore D. Fran.o
Seratti Cons.re, e Seg.rio di Stato
Di S. M. |DG|
Napoli
Umilissimi, e Fedelissimi vassalli
Il Marchese Cuffari
Cav.r Fr. Michele Mirelli
Eccellentiss.mo Sig.re
388
389
Di V. E.
Napoli 9. Ottobre 1804.
Umilis.mi Dev.mi ed Oblig.mi Sud.i Veri
Il Marchese Cuffari
Cav.r Fr. Michele Mirelli
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