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4 Editoriale
di Enrico Malucelli
5 Progetti e Istituzioni
Mississippi Jazz, un fiume di note. Progetto
interscolastico sulla storia della musica
jazz dagli albori agli anni Quaranta
di Enrico Malucelli
16 Manualistica
L’arrangiatore completo. breve rassegna
della manualistica di arrangiamento per
orchestra jazz
di Corrado Guarino
JamSession
Semestrale di pedagogia e
didattica afroamericana.
N.II, 2, gennaio-giugno 2005
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Direttore responsabile:
Vincenzo Caporaletti
Direttore:
Enrico Malucelli
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Impaginazione grafica:
Gabriele H. Marcelli
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http://www.sidma.it
Contatti:
jamsession@sidma.it
________________
SIdMA
In attesa di autorizzazione del Tribunale di Prato.
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Editoriale
4
Progetti e Istituzioni
Mississippi Jazz, un fiume
di note.
Progetto interscolastico
sulla storia della musica
jazz dagli albori agli anni
Quaranta
di Enrico Malucelli
5
JamSession
Rivista di pedagogia e didattica della musica afroamericana
interessa le grandi città simbolo del jazz; uno privilegiati della scuola italiana, ovvero le aree
specchio d’acqua che riflette e riverbera un filosofico-umanistiche e matematico-scientifiche. È
mondo di note, una sorta di trait d’union, di questa la sfida conoscitiva o, meglio, il patto
cerniera tra foce e sorgente, o viceversa, fittamente formativo nel quale la musica ritrova i propri
correlate con il mondo afro e con quello epistemi, sostanzia quelli delle altre aree
americano. divenendo sapere inter e trans-disciplinare. Quello
Il fulcro progettuale è la città cosmopolita di che segue è un modello didattico di progettazione
New Orleans, crogiolo e crocevia di stili estetici e consapevole per parlare di musica afroamericana,
antropologici, che si connota per la propria di jazz nelle scuole, a docenti e discenti. Un
peculiarità endogena e per il fatto di aver esempio operativo, perché gia realizzato, di come
contribuito dalla metà degli anni Dieci alla la musica si ponga quale didascalico filo rosso,
diaspora di tutto quel mondo musicale e socio- agente e cogente, che interseca i vari linguaggi
culturale della musica improvvisata e sincopata disciplinari in quello più globale della cultura che,
che si è riversato nei territori americani. Da qui si pur composto dalle singole specificità, le supera a
è partiti per una lettura composita della musica favore dell’unicità del sapere.
jazz in cui la trasversalità assume diversi sensi e Una breve nota. All’interno di alcune voci del
linee di approccio didattico, oltre che palinsesto sono stati inseriti, successivamente
propriamente musicale. L’introduzione della rispetto ai tempi di realizzazione, dei commenti
tematica del jazz in ambito scolastico, in un per meglio spiegare le singole parti e per una
contesto in cui gli stessi studenti non hanno maggiore pertinenza espressiva.
conoscenze pregresse di questo genere musicale,
può avvenire in modo diretto, entrando in media
res, oppure si può arrivare al jazz attraverso altri IL PROGETTO
saperi o ambiti epistemologici coniugando il
concetto didattico dell’interdisciplinarietà. In Premessa
realtà è come fare l’analisi di un testo poetico, La musica si è sempre connotata come
letterario. Si può scegliere di partire dalla lettura linguaggio fortemente aggregante tra i giovani.
testuale per ricondurla all’opera da cui è tratta Ricondurre l’esperienza musicale al mondo della
mettendola in relazione con la poetica dell’autore, scuola,, non solo come evento artistico ma come
oppure iniziare dal periodo in cui il testo è stato fatto antropologico e socio-culturale, anche nelle
scritto per arrivare, dopo l’analisi dei contesti sue implicazioni informatiche e multimediali,
storico-filosofico, socio-culturale e artistico, alle costituisce l’elemento fondante e strutturante di
sincronie e diacronie dell’opera. Esistono scuole questo progetto. Studenti e docenti sono coinvolti
di pensiero di alto prestigio su queste tecniche in un dialogo continuo finalizzato all’interazione
analitiche, ma l’esperienza mi suggerisce che tra l’attività didattica e le continue sollecitazioni
entrambe le soluzioni trovano, se veicolate da che derivano dall’evolversi delle complesse
progetti pensati con coesione e coerenza, punti di dinamiche socio-educative. Queste istanze trovano
forza e di successo con l’attività didattica e con la il loro alveo naturale nella cultura dell’autonomia
programmazione del consiglio di classe. scolastica in cui le sinergie tra istituti scolastici
Oggi, proprio per il rinnovato modo di porsi favoriscono la specificità didattica e la
di fronte ai contenuti o ai grandi grappoli tematici conseguente articolazione degli orizzonti cognitivi
di studio all’interno dei quali, sempre più curricolari ed extra curricolari. La scelta del
insistentemente, si parla - anziché di programma - percorso musicale è stata determinata, nella logica
di piani di studio, la didattica allargata alle aree della continuità orientativa del modulo,
linguistiche più che alle singole discipline offre un dall’insegnamento dell’educazione musicale,
humus di grande opportunità progettuale. E materia curricolare nella scuola media, e dalla
proprio la musica, la cultura e l’educazione possibilità di approcciare e di articolare le relative
musicale, in questi rinnovati contesti devono conoscenze negli ambiti disciplinari propri della
assolvere e svolgere la funzione di supportare e di scuola superiore. Il progetto è stato pensato,
specificare, quali privilegiati descrittori didattici, altresì, con l’ambizioso intento di rendere tutti
tutti i saperi di quelli che un tempo erano territori partecipi di un circuito di conoscenze, di culture,
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Progetti e Istituzioni
Contenuti
Finalità
In questo segmento i contenuti, ovvero gli
• Coinvolgere gli studenti nel discorso musicale argomenti, i temi da sviluppare o a cui fare
• Favorire la cooperazione interscolastica riferimento rivestono un ruolo fondante e
• Educare all’interculturalità fondamentale per la riuscita del progetto. È il
• Stimolare i processi di insegnamento e di fulcro su cui poggia tutto l’apparato progettuale
apprendimento che dà il senso della consistenza formativa,
• Sviluppare la multimedialità applicata didattica, epistemologica e i sensi dell’applicabilità
• Specificare l’azione didattica dal knowledge del discorso musicale a tutto tondo, proprio con
provider alla knowledge integration quella cognizione cui si faceva riferimento
precedentemente. Il ventaglio delle proposte
contenutistiche è evidente, così come la
Obiettivi generali potenzialità applicativa agli ambiti disciplinari.
• Educare alla varietà e alla complessità delle Tutte le discipline sono coinvolte, ragione per cui
forme espressive ogni docente ri-trova punti di aggancio con il
• Favorire gli approcci interdisciplinari e progetto. Gli argomenti seguenti sono stati
trasversali dei saperi suggeriti dal coordinatore del progetto ai singoli
• Educare alla conoscenza dei codici culturali docenti del consiglio di classe con copie
fotostatiche, videocassette, pubblicazioni e saggi di
• Favorire la fruizione globale della
riferimento. L’obiettivo era duplice: da una parte
comunicazione
creare e/o suggerire occasioni di
• Diffondere la musica come fattore educativo
approfondimento, dall’altra evitare facili luoghi
• Stimolare la capacità di organizzare comuni o una superficialità di metodo che avrebbe
autonomamente le conoscenze acquisite
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JamSession
Rivista di pedagogia e didattica della musica afroamericana
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Progetti e Istituzioni
E.M.
I
Louis Moreau Gottschalk
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Il Laboratorio della didattica
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JamSession
Rivista di pedagogia e didattica della musica afroamericana
D. QUESTIONI DI STORIA
1. Arte e progresso.
E’ affrontato il falso problema del
progresso nell’arte facendo riferimento
agli studi di Ernest Gombrich traslati
nell’ambito della
musica classica europea e del jazz.
2. Modelli di narrazione di storia
dell’arte.
Sono illustrati i problemi della
narrazione storica diacronica e sincronica,
rifacendosi alla posizione di
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Esperienze sul campo
B
Bill Evans
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JamSession
Rivista di pedagogia e didattica della musica afroamericana
Bill Evans… Tutti riconosciamo in lui il genio composta (II –V-I) che, in quanto moto “naturale”,
della musica jazz, ma pochi conoscevano l’uomo, non avrebbe alcuna alternativa a sè stessa. In
con le sue certezze ma anche con le sue ansie, i pochi minuti ho la netta percezione di aver
suoi timori, le sue frustrazioni. Quali erano, impiegato anni di studio per conseguire il diploma
dunque, le luci e le ombre di una personalità in composizione e di essere arrivato alla tragica
tanto complessa, sotto certi aspetti non ancora conclusione della consapevolezza di quanto poco
completamente svelata, eppure tanto affascinante? in realtà conoscessi la musica (salvo che per
Tenterò di descriverne i tratti salienti per quanto l’aspetto teorico classico).
mi sarà consentito dal ricordo di tanti brevi Il “capire” la musica, infatti, trascende ogni
frammenti di contatti settimanali, piccoli tasselli di aspetto meramente tecnico, sebbene importante,
un mosaico purtroppo incompleto, ma che ma avvicina di più alla parte creativa dell’arte, alla
assumono oggi, almeno per me, una valenza unica comprensione dell’amalgama dei suoni:
e straordinaria. l’importanza e l’influenza assoluta che la fisica,
Il mio primo incontro col grande artista cioè la natura stessa dei suoni, ha sui suoni
avviene a New York, appunto, in un piccolo medesimi e sulla loro compatibilità (anche a limiti
monolocale della 48° strada. Al mio imbarazzato estremi) nell’ambito del sistema tonale. E quale
entusiasmo, all’emozione di trovarmi di fronte ad forma di espressione più del jazz può aiutarci a
un mito che avevo sempre seguito alla radio o soddisfare questa esigenza?
ascoltato nei dischi, a questo mio stato d’animo di Nei mesi che seguirono, quell’uomo
comprensibile agitazione si contrappone subito un straordinario mi aprì orizzonti per me inesplorati,
Bill Evans dalla calma disarmante, serafica: i mi trasformò (nei limiti del mio potere di
convenevoli del primo approccio ridotti al apprendimento) in un musicista che ora riusciva a
minimo, direi inesistenti, nessuna domanda sulle pensare, a ragionare, a creare in un linguaggio
mie passate esperienze musicali, sui miei studi, su personale, ad esprimere finalmente un proprio
ciò che volevo apprendere o approfondire. Nulla stile. Mi diede, in definitiva, una parte di sè stesso,
di tutto questo, nessuna cordialità di facciata, non senza riserve e con una generosità che ha
un sorriso. dell’incredibile. Non parole ma esempi, tanti
Eppure non mi sento deluso né, tanto meno, semplici straordinari esempi, e poi eloquenti
offeso da questo comportamento diverso dalle mie espressioni del volto, ammiccamenti, iterazioni
aspettative. Credo, al contrario, di capire il enfatiche dell’esempio per meglio sottolineare
personaggio: essenzialmente schivo, che si pone l’accordo, lo stilema, la cadenza.
verso gli altri in modo naturale, diretto, senza i Un lavoro fine, svolto in maniera razionale,
contorni o le ipocrisie di maniera cui noi, bene metodica, esaustiva, con i vari argomenti che, con
integrati in questa società, siamo avvezzi. Non il loro susseguirsi settimana dopo settimana,
avrei mai creduto potesse esistere un tale esempio restavano comunque uno in relazione all’altro,
di anticonformismo e che, in definitiva, mi mai nessuno avulso dal contesto in trattazione,
riuscisse così facile e gradevole accettare. come una lunga catena le cui maglie erano
Mi dice di sedermi al piano e suonare ognuna parte integrante e sostanziale del tutto. E
qualcosa. Io suono Laura, o meglio cerco di lentamente, ma inesorabilmente la mia mente
abbozzare la ballad tentando inutilmente di recepiva, memorizzava e cresceva. Il tutto
fermare il tremore che mi ha preso le mani. Lui integrato da una aggiuntiva lezione di umiltà e di
ascolta, inespressivo, poi fa cenno di spostarmi, si umanità che ritengo, ancora oggi, unica ed
siede al piano e suona Laura armonizzandola in irripetibile. Un giorno in cui mi lamentavo di non
modo differente. Non la termina, si sofferma sul riuscire ad eseguire fluidamente un sistema
tema, ripetendolo tre volte. Mi risuona lentamente standard, da quelli usati da tutti i jazzisti nelle fasi
gli accordi e, senza proferire parola, mi fa capire la di collegamento, di sutura all’interno
logica giustificativa delle armonie sostituite. Con il dell’esposizione tematica, Bill mi disse: «E’
cuore che batte all’impazzata mi rendo conto di successo spesso anche a me e ho sempre reagito al
aver appena appreso una regola che mi consente problema ripetendo a me stesso che sarebbe
di collegare, in un modo assolutamente non comunque arrivato il giorno in cui quella difficoltà
previsto dall’armonia classica, la cadenza sarebbe stata superata». Ma l’episodio che ricordo
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Esperienze sul campo
con un’emozione mai sopita dai tanti anni ormai rabbia impotente per aver assistito, seppure al
trascorsi è il seguente. margine, alla beatificazione e alla dannazione di
Il grande Bill mi chiese un giorno se un mito.
conoscessi Waltz for Debby e, alla mia risposta Un’ultima nota di cronaca: il compenso orario
negativa, mi fece omaggio di un fascicolo di sue da me pagato per un’ora (abbondante) di lezione
musiche contenente anche quella composizione ammontava a 15 dollari dell’epoca, meno di 5
affinché la potessi preparare per la lezione euro odierni.
successiva. La settimana seguente eseguii Waltz Bill Evans… Genio per antonomasia, unico ed
for Debby in modo desueto rispetto all’aspettativa inconfondibile, irripetibile e indimenticabile,
jazzistica: la suonai in stile romantico, fatto di rimarrai nel cuore di tutti coloro che hanno
rallentamenti ed accelerazioni e con alcune apprezzato ed amato la tua arte. Nel mio hai un
armonie modificate. Al termine dell’esecuzione posto particolare, intimo e pieno di gratitudine,
Bill mi chiese perchè mai l’avessi suonata così. per essere esistito.
Risposi che per me quella melodia era talmente
dolce e raffinata che l’eseguirla in un altro modo
mi sarebbe sembrato irriverente e riduttivo. E.S.
Aggiunsi anche, non senza una certa dose di
preoccupazione, che ero molto dispiaciuto se
avevo in qualche modo offeso la sua dignità di
compositore. Per la prima (e forse unica) volta il
grande artista abbozzò un mezzo sorriso e mi
disse: «La tua interpretazione mi è piaciuta molto,
l’ho trovata suggestiva ed originale, ma ho
soprattutto ho apprezzato il tuo coraggio nel
mantenere la tua personalità, il tuo stile e le tue
convinzioni, senza condizionamenti né timori
riverenziali di sorta». Questo era Bill Evans,
l’uomo che certamente valeva almeno quanto
l’artista. Per la cronaca, ancora oggi mi piace
suonare Waltz for Debby nella stessa identica,
rispettosa maniera, come si addice ad un ostinato,
ma sincero e inguaribile romantico!
Bill Evans… Sono fortemente convinto che
non era completamente conscio della sua NOTA
grandezza ed il suo comportamento nel sociale
Elio Salvioli incontra Bill Evans nel modo più
conferma questa mia tesi. Nè si comprende semplice che si possa immaginare. La nave da
perchè, anch’egli come tanti altri, cercasse un crociera su cui suonava Salvioli, dopo aver
aiuto, un’ulteriore spinta emotiva, una carica vitale compiuto il solito viaggio nel mar dei Caraibi,
suppletiva, idee nuove, nell’inferno della droga. ogni sabato attraccava a New York.. In una di
queste pause, Salvioli entrò in un megastore di
Non ne aveva assolutamente bisogno! strumenti musicali e dopo aver strimpellato sui
Bill Evans… Lo rividi per l’ultima volta a pianoforti e aver scartabellato qualche disco,
Milano nel 73, di passaggio per una tournée chiese al commesso chi potesse dargli lezioni di
europea, sempre più schivo e chiuso in se stesso. pianoforte jazz. La risposta fu immediata: Bill
Quando mi avvicinai per salutarlo con il calore e Evans. Salvioli pensò si trattasse di uno di quei
magnifici casi di omonimia, ma la replica fu
l’ammirata deferenza di sempre, mi sembrò di immediata: Bill Evans, proprio quel Bill Evans.
leggere nei suoi occhi la tristezza infinita di chi è Detto, fatto. Ogni sabato, per sei mesi, Salvioli
pienamente consapevole di essere ormai l’ombra bussava alla porta del grande pianista.
di se stesso, di chi deve dipendere ormai
completamente da una dose per portare a termine
il proprio spettacolo. Mi si strinse il cuore e
ancora oggi, come allora, provo una sensazione di
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Manualistica
L’Arrangiatore completo.
Breve rassegna della
manualistica di
arrangiamento per
orchestra jazz
di Corrado Guarino
A Chieti in Jazz, il seminario organizzato dalla SIdMA, i compositori e arrangiatori verificano i propri lavori
con un’orchestra residente, che poi li suona in concerto. Nella foto di Barbara Tucci, Roberto Spadoni
dirige la SIdMA Jazz Orchestra durante le prove di un pezzo dell’allievo Duccio Bertini (a destra).
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Manualistica
per un’orchestra jazz che preveda solisti gradualità. Decisamente orientato al jazz, espone
improvvisatori: sono evidentemente attività uno dopo l’altro i principali problemi della scrittura
musicali che implicano per buona parte per big band, proponendo le soluzioni tecniche più
competenze differenti. in uso ma anche quelle meno ovvie, cercando di
coprire un arco stilistico che va più o meno dal
I manuali attualmente in commercio
periodo swing a Gil Evans. I capitoli centrali, che
rispecchiano questa ambiguità e sono
espongono la grande varietà di combinazioni
naturalmente condizionati dalle esperienze
possibili nell’uso delle due sezioni, ottoni e sax,
professionali dei rispettivi autori. Ciò che in
sono veramente ben fatti: ne consiglio a tutti lo
genere si può trovare negli scaffali dei negozi
studio approfondito. Utile, ancorché un po’
specializzati si può dividere a occhio e croce in
sbrigativo, anche il capitolo dedicato al background
tre categorie:
per un solista. Il volume è inoltre corredato da un
a. I manuali orientati cd che contiene la realizzazione di quasi tutti gli
prevalentemente ai problemi della esempi citati nel testo.
strumentazione.
Difetti: 1) E’ pressoché assente un’analisi della
b. Quelli che propongono voicings scrittura per la sezione ritmica e delle possibili
e impasti orchestrali, grooves ritmici interazioni di essa con le sezioni di fiati. 2)
ecc., cioè prevalentemente formule L’esistenza di strumenti diversi dai tradizionali sax-
sperimentate che servano da esempio, trombe-tromboni non è granché considerata: di
in genere nello stile “musica d’uso”. sfuggita si accenna a flauti e clarinetti; corni e tuba
c. Quelli di orientamento più (piuttosto importanti se si vuole citare Gil Evans)
jazzistico, che in genere insistono sui sono praticamente assenti, come pure gli archi. 3) Il
voicings e tengono conto in qualche problema della forma è trattato poco e in modo
modo del problema scrittura- piuttosto convenzionale.
improvvisazione. Tutto sommato un ottimo sussidio, con
Avendo come obiettivo la big band jazz, è l’avvertenza che è dedicato al livello medio-alto
chiaro che un bravo arrangiatore deve degli studi; dà infatti per scontata la conoscenza
raggiungere un alto livello di competenza in tutti oltre che dell’armonia anche dei voicings jazzistici,
e tre questi ambiti (oltre che ovviamente una della tecnica dei block chords e delle caratteristiche
solida preparazione armonico-compositiva di individuali degli strumenti, argomenti riassunti in
base). Sarà quindi costretto a consultare non un modo un po’ troppo schematico in un capitolo
unico manuale ma testi differenti, che potranno introduttivo intitolato “Basic Information”. Questa
completarsi a vicenda. scelta rende difficile l’approccio per l’allievo
“medio” (specie se non è un pianista), che dovrà
Non sono in grado di dare un quadro prima completare la sua preparazione di base su
completo dei sussidi esistenti attualmente in altri testi.
commercio; farò quindi una breve presentazione
di quattro testi che, tra quelli che mi sono
capitati per le mani, ritengo siano i meglio 2. Utile a questo proposito può essere
organizzati e nell’insieme forniscano risposte alla il volumetto di Giancarlo Gazzani, Workbook
maggior parte dei problemi cui un allievo in – composizione e arrangiamento per jazz
genere si trova di fronte. orchestra.
A prima vista potrebbe sembrare un doppione
1. Dick Lowell & Ken Pullig, più sintetico del testo di Lowell e Pullig; ne
Arranging for Large Jazz Ensemble. consiglio invece lo studio, almeno per due motivi.
Innanzitutto è scritto in italiano e questo per
Testo di recente pubblicazione (2003), edito qualcuno può essere un vantaggio non da poco.
a cura del celebre Berklee College of Music di Inoltre, sebbene gli argomenti trattati siano più o
Boston. Si tratta di un vero manuale concepito meno gli stessi, il testo di Gazzani, a differenza di
con un lodevole sforzo di completezza e quello della Berklee, dedica molto più spazio alle
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JamSession
Rivista di pedagogia e didattica della musica afroamericana
conoscenze di base: uso delle “tensions”, USA e negli ultimi decenni impostosi anche in
voicings di ogni specie, tecnica dei block chords Europa). Tutti i problemi sono spiegati con parole
e altre nozioni fondamentali sono gli argomenti concise e chiare, in uno stile colloquiale, qua e là
trattati per circa due terzi dell’intero testo. autobiografico, che forse è un po’ carente quanto a
metodo, ma rende la lettura più che gradevole.
Difetti: è un opera concepita più come una
Quasi tutti gli esempi sono registrati nel cd accluso.
sintesi veloce che come un vero manuale, consta
di sole 62 pagine e non ha pretese di Difetti: 1) Nonostante nella trattazione il
completezza. In effetti chi nel proprio studio si linguaggio jazzistico sia predominante, non c’è
affidasse solo a questo sussidio rimarrebbe con alcun accenno al problema scrittura-
le idee poco chiare su una quantità di argomenti improvvisazione. 2) Anche qui la questione della
importanti, per fare qualche esempio: le varie forma è piuttosto trascurata, al di là di qualche
textures orchestrali, il gioco delle sezioni, ecc. sparpagliato e convenzionale suggerimento nel
capitolo IX (“Scrivere un arrangiamento”). 3) La
A tutt’oggi rimane comunque, che io sappia,
traduzione non sempre è scorrevole e a volte non
l’unico tentativo del genere fatto da un autore
del tutto corretta.
italiano.
Si tratta della traduzione italiana di uno fra i Questo libro non è un manuale ma una raccolta
migliori manuali scritti da celebri arrangiatori di partiture per big band accuratamente
americani. Forse l’aggettivo “completo” è un analizzate. Si tratta di un complemento a mio
tantino esagerato ma è probabilmente il testo parere importantissimo ai testi sopra considerati.
che contiene la massima quantità di informazioni Sono riportate integralmente otto partiture di
utili concentrate in un solo volume tra quelli arrangiatori celebri: due di Sammy Nestico, tre di
attualmente disponibili. Diciamo subito che Thad Jones e tre di Bob Brookmeyer. Per ogni
manca il riferimento a una serie problemi che brano c’è un’introduzione che ne analizza alcuni
costituiscono almeno la metà del lavoro di un aspetti essenziali (forma, voicings, armonia, ecc.),
arrangiatore: l’autore non tratta se non seguita da un analisi accurata fatta direttamente
assolutamente di sfuggita le questioni di sulla partitura, di cui molti passi sono riportati in
carattere armonico-compositivo, voicings, riduzione pianistica. E’ accluso un cd con la
scrittura a blocchi, ecc. Per contro analizza realizzazione dei brani da parte di una big band
approfonditamente e con dovizia di esempi i universitaria americana.
problemi della strumentazione e delle varie
Su questo libro, con allegato lp in vinile, ho
textures orchestrali. Le caratteristiche e le
personalmente imparato parecchio, in un’epoca in
possibilità espressive degli strumenti sono
cui non era facile procurarsi altro materiale. Si tratta
sviscerate in una quantità di combinazioni
di un sussidio efficacissimo per uno studio che
possibili, che comprendono tutte le famiglie
voglia andare oltre l’esercizio scolastico.
strumentali, inclusi archi, percussioni latine,
arpa, fisarmonica e strumenti elettronici. Per la mia esperienza, l’insieme di questi
quattro testi può chiarire quasi tutti i problemi
Nei numerosissimi esempi, tratti credo tutti
connessi alla scrittura per orchestra jazz; per un
dalla sterminata e variegata produzione
allievo dotato di un minimo di talento forse anche
dell’autore, il riferimento stilistico prevalente è
senza la guida costante di un insegnante. Esistono
la big band mainstream, ma non mancano
poi, per chi volesse andare avanti e approfondire
esempi scritti per gli organici tipici della musica
stili particolari, vari studi analitici su arrangiamenti
“commerciale” (in particolare nell’uso degli
storici. Ne cito due di recente pubblicazione: Fred
archi), per combos di varia composizione, per le Sturm, Changes over Time: The Evolution Of
voci sia soliste che in sezione, e c’è perfino un Jazz Arranging, studio comparato di quattro brani
capitolo dedicato alla simphonyc band arrangiati da autori diversi, da Jelly-Roll Morton a
(l’organico della banda “da concerto”, nato negli
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Manualistica
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