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Il tradimento di Archie

Leggendo il libro di Fabio Volo, mi verrebbe di farmi coinvolgere nella stile di vita
anni 80, fatto di impiegati rampanti, di cibo globale, di rapporti complessi, di attacchi
di panico, di anoressia ecc..ecc. pensando a questo mi è tornato in mente quando
facendo il militare nel 76/77 vidi all’altra domenica i primi punk, e le prime
avvisaglie dei paninari e degli yuppy. C’era tutto un movimento e un utopia che era
alle porte. Di botto il free jazz e il jazz politicizzato finì, Archie Sheep si mise a
suonare Ellington, la libertà e la ribellione si trasformò in omologazione e
conformismo, l’unica forma di libertà diventò scegliersi una delle varie forme di
snobismo. Quando vengo a contatto con lo stile di vita che di è diffuso dagli anni 80,
apparentemente libera fatta di aperitivi, karaoke e happy hours, ne vengo attratto, e
mi sento inferiore e come dice Volo con “ le pezze al culo”, ma dentro di me c’è una
vocina che mi dice di rifiutare quel mondo e quello stile di vita eccentrico e
superficiale, perché privo di valori umani veri. Anche se nel libro di Volo ci sono dei
momenti e delle emozioni belle, per quanto mi riguarda vanno indirizzati verso un
contesto meno stereotipato e egocentrico. Quel periodo rappresenta per me la
rinuncia e la paura di essere felici, è la stessa cosa che mi capita con le donne, quando
ti buttano addosso tutte le loro insicurezze e paure, quando anche farsi una sana
scopata e scambiarsi amore e tenerezza, diventa un “affare di stato”, o un film
drammatico.
Forse sarebbe meglio per me rileggersi un po’ dei testi che mi hanno formato in
quegli anni come Kerouack, Baldwin e Malcom x, per ritrovare stimoli e convinzioni.

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