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- INGIUSTIZIA
- ABBANDONO
- RIFIUTO
- TRADIMENTO
- UMILIAZIONE
- INGIUSTIZIA: siamo persone estremamente attente ai dettagli. Se c’è qualcosa di diverso da ciò che
si è detto diventiamo irascibili
Le persone con la Ferita da Ingiustizia sono impegnate a fare e pensare mille cose e a
volte svolgono più attività diverse contemporaneamente. La loro serenità diminuisce perché
la loro mente è troppo carica di pensieri e il carico di lavoro che si prefiggono supera le loro
possibilità concrete di svolgerlo nei tempi previsti.
- ABBANDONO: tendiamo a stare in compagnia, fare subito amicizia e a fare estremo casino nel
gruppo. A farci notare
Le persone che hanno la Ferita da Abbandono diminuiscono la propria serenità perché le
attività quotidiane dipendono dal proprio umore e da quello di chi hanno intorno. Possono
ritrovarsi preoccupati senza sapere perché. Questa preoccupazione a volte la sentono
perfino a livello fisico sotto forma di disagi imprecisati
- RIFIUTO: Al contrario dell’abbandono tendiamo a farci notare il meno possibile
Quando la Ferita è Rifiuto, le persone sono meno serene perché non sentono uno scopo
in ciò che fanno e a volte le attività sembrano avere poco senso. Hanno bisogno di trovare
un posto alle loro motivazioni all'interno della situazione concreta in cui si trovano e allora
riescono a immergersi in ciò che fanno.
- TRADIMENTO: ci mostriamo estremamente sicuri e convinti delle nostre cose. Facciamo vedere di
sapere
Se la Ferita è da Tradimento, la persona avvia progetti ambiziosi e intraprendenti, ma a
volte si accorge strada facendo di aver sovrastimato i mezzi a propria disposizione. Si
rende conto che forse avrebbe dovuto suddividere l'obiettivo in passi più piccoli e la
serenità è influenzata dal timore di non farcela come previsto.
- UMILIAZIONE: non siamo molto interessati al nostro aspetto
Quando la Ferita è Umiliazione, la serenità è turbata dalle preoccupazioni. La persona
trova molti motivi per essere preoccupata, che siano temi di lavoro, familiari, personali o
perfino di amici e conoscenti. Le vengono in mente tutte le possibili conseguenze di una
situazione, anche le più improbabili.
“Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non
vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati
guariti” (1 Pietro 2, 24-25).
Le sue piaghe sono questo, non solo un castigo fisico, ma anche un carico
spirituale di portata inimmaginabile, estremamente doloroso e che nessun altro
se non Gesù poteva alleviare, perché “nessun uomo, fosse pure il più santo, era
in grado di prendere su di sé i peccati di tutti gli uomini e di offrirsi in sacrificio
per tutti” (Catechismo, n. 616).
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-PIEDI SANGUINANTI : LA DUREZZA DEL CAMMINO DELLA NOSTRA VITA
- IL COSTATO TRAFITTO: TUTTI QUEI DOLORI CHE NON CI LASCIANO IN PACE E LA PAURA DI AVER FALLITO
- LA SCHIENA FLAGELLATA: L’ACCOGLIENZA SULLE PROPRIE SPALLE DI TUTTI I DOLORI DEL MONDO
Gesù viene ad accogliere il dolore di tanti che si caricano di storie di vita che li
hanno segnati per sempre. Famiglie spezzate, malattie incurabili, esperienze
traumatiche che lasciano piaghe profonde, che non riescono a guarire e per le
quali non c’è altra opzione che mettere una croce, che spesso ci provoca più
dolore. Sappiamo che Gesù mostra la propria schiena per ricevere quella croce.
La prende su di sé, allevia il nostro peso.