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Dopo il Neorealismo

I
ntorno agli anni Sessanta del Novecento, appaiono nel nostro Paese
i segni di una profonda trasformazione socio-culturale. Si sviluppano
infatti le industrie, aumenta il benessere economico, si diffondono i
mass media, in particolare della televisione, che determinano nuove
problematiche e nuove forme letterarie impegnate a confrontarsi
con la realtà sociale del momento. Fra gli autori che in questo periodo si
mostrano come testimoni critici dei nuovi tempi ricordiamo: Paolo
Volponi, Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Domenico Rea e Goffredo
Parise. Loro, infatti, affrontano nelle loro opere i principali temi sociali
come la nuova condizione di lavoro nelle fabbriche moderne, la
speculazione edilizia, l’isolamento degli immigrati, la crisi della famiglia o
la condizione femminile.
Allo stesso tempo, altri autori quali: Alberto Moravia, Carlo Cassola,
Giorgio Bassani, Giovanni Arpino, Ennio Flaiano, Natalia Ginzburg, Elsa
Morante, si dedicano ai problemi dell’individuo e della psicologia
individuale.
Per quanto riguarda la poesia, la produzione di quegli anni è rappresentata
dai poeti della cosiddetta Neoavanguardia. Questo movimento era
caratterizzato dal rifiuto delle espressioni tradizionali e dalla ricerca di
nuovi linguaggi poetici. Uno dei più grandi rappresentanti di questo
movimento è stato Edoardo Sanguineti.
Italo Calvino
Italo Calvino nacque a Santiago de Las Vegas (Cuba)
da genitori italiani. La sua famiglia tornò in Italia nel
1925 e si stabilì a Sanremo, città che i suoi genitori,
esperti botanici, contribuirono a far divenire la
«città dei fiori». Lui visse in questo paese, che gli fu
tanto caro, la sua giovinezza. La sua formazione fu
diversa da quella che all’epoca veniva imposta dai
regimi fascisti. Egli fu avvito al libero pensiero e alla
tolleranza più aperta. Durante l’adolescenza si
oppose al fascismo e negli anni della guerra prese
parte alla Resistenza Partigiana. Egli si è laureato in lettere nel 1947 e,
trasferitosi a Torino, ha iniziato a collaborare con «l’Unità». In seguito egli
è stato assunto dalla casa editrice Einaudi, dove ha lavorato prima come
venditore di libri a rate, poi come redattore e infine come direttore
dell’ufficio stampa. Quest’esperienza ha fatto sì che crescesse la sua
formazione letteraria. Durante gli anni della Guerra Fredda egli ha militato
nel Partito comunista, dal quale si allontanò nel 1956. Nel 1967, dopo
essersi sposato, egli si è trasferito a Parigi. Egli ha proseguito la sua attività
di scrittore, saggista e redattore. Ha continuato a collaborare con i
quotidiani «Corriere della Sera», «La Repubblica». Italo Calvino è morto a
Siena nel 1985.
Tra le sue opere ricordiamo “Il sentiero dei nidi di ragno”, “Il visconte
dimezzato”, “Fiabe italiane”, “Il barone rampante”, “I Racconti”,
“Marcovaldo”, “Il cavaliere inesistente”, “Le Cosmiche” e “Se una notte
d’Inverno un viaggiatore".

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