Sei sulla pagina 1di 45

Giovanni Liotta

Agli insetti
piacciono le opere d'arte
Degrado, difesa e conservazione
Agli insetti Piacciono le opere d'arte, specialmente se sono costituite
da materiale organico, come legno, carta, tessuti, pelli. Piacciono
tanto che le cercano ovunque si trovino e, trovatele, vi si insediano,
le apprezzano, se le mangiano, le gustano e le fanno gustare alla
loro prole. Sono insetti i Più diversi, che hanno forme diverse, che
appartengono a gruppi familiari diversi, ma che di fronte a
un'opera d'arte, sia che si tratti di un quadro o di una pala pittorica,
di un soffitto ligneo intagliato o decorato, di un tetto millenario o di
un antico manoscritto, non resistono alla tentazione di mangiarsela.
'ìtllora sono monelli questi insetti!", sentenzia uno dei miei sei nipoti
(tutti al disotto dei sei anni). No, non sono "monelli" - rispondo -per-
ché, anche se ci procurano qualche guaio, ove questi insetti non ci fos-
sero, al posto delle foreste vedremmo solo rami secchi, anzi questi
rami secchi non li vedremmo neppure, perché non ci saremmo nem-
meno noi. La nostra esistenza la dobbiamo in gran parte a questi
insetti distruttori che, assieme a tanti altri organismi come funghi e
batteri, svolgono in questo mondo un ruolo importantissimo: quello
di riciclare la sostanza organica delle piante e degli animali morti e
di metterla a disposizione di altre piante che, proprio grazie a questa
sostanza organica riciclata, si sviluppano e ci danno ossigeno per
respirare e prodotti per vivere.
Palermo, 3 settembre 2007
Seguo da tempo, con ammirazione e curiosità scie ntifica, il lavoro di Giovanni Liotta e d ei
suoi collaboratori nell'ambito della salvaguardia d el patrimonio cultu rale del nostro Pae-
se. I numerosi successi ottenuti nel recupero prima, nella protezione poi, di opere d 'arte
insigni, lo pongo no tra i protagonisti di più alto livello del dibattito scientifico ed applica-
tivo sulle mod alità di intervento e di protezione d ei beni culturali. Ho già più volte pub-
blicamente manifestato a Giovanni Liotta, e sono lieto di poterlo ribadire in occasione
d ella pubblicazione di questo volume, il mio apprezzamento e la gratitudine d ell'Ate neo
per aver contribuito in modo am mirevole a d are della nostra Università una immagine
operosa, no n soltanto scientificamente valida, ma capace di applicare i risultati
dell'indagine scientifica a situazioni concrete, intervenendo in un campo che vede il
nostro Paese impegnato in una complessa attività di conservazione, vastissima per la rile-
vanza degli oggetti e per la loro numerosità.
L'essere un a d elle nazioni che posseggono il patrimonio cultura le d i maggior rilievo
d ell'intero pianeta carica infatti la nostra collettività scientifica di gra ndi responsabilità: i
supporti d elle opere d'arte, legno, carta, tessuti , pelli, gesso ... "piacciono" ad una varietà
d i agenti biotici che, al verificarsi delle opportune condizioni ambien tali, vi si insediano
provocando ne il progressivo, talvolta irreparabile, degrado. Il messaggio che Giova nni
Liotta manda con questo importa nte testo è coerente con la mod e rnità de ll'approccio
terapeutico conte mporaneo: no n solo intervenire fa rmacologicame nte o chirurgicamen-
te quando la patologia si è già manifestata, ma sop rattutto creare condizioni per ostaco-
larne l'insorgenza. Una visione moderna della qu ale, nell'ambito d ei beni culturali, Gio-
vanni Liotta è uno dei più convinti portatori da d ecenni e che la parte più avve rtita delle
amministrazioni d ello Stato ha fatta sua. L'università costituisce l'a mbie nte ideale per
dare concretezza a questa strategia conservativa: ricercatori di scien ze e tecnologie dei
materiali , di scienze chimiche, fisiche, di fisica tecnica, esperti di metod ologie analitiche,
trovano spazio, accanto agli entomologi, per la d efinizione di strategie difensive adeguate
alle diverse tipologie di ma nufatti, ai loro materiali, a i luoghi ed alle specifiche situazioni
di contesto. U no sforzo multidisciplinare che ved e, anche nella nostra Università, già atti-
vo un importante laboratorio di ricerche su qu esti temi. Giovanni Liotta dà con questo
testo un importante contributo alla diffusione della conoscenza delle diverse varietà di
agenti biotici d i degrado dei mate riali che costituiscono i beni culturali, ed alla diffusione
d ella cultura de lla protezio ne e d ell'intervento preventivo tra i tanti soggetti , singoli ed
istituzionali, p rivati e pubblici, che posseggono, custodiscono, conservano, spesso senza
avere la consapevolezza della grande responsabilità che grava su lle loro spalle, parti
importanti del nostro immenso patrimonio.
Giuseppe Silvestn
Rettore dell'Università degli Studi di Palenno
Ho conosciuto il Professore Liotta nel 1989, nel periodo in cui fui incaricata del
recupero della Biblioteca Lucchesiana di Agrigento.
La Biblioteca versava in uno stato precario quasi pari a quello descritto da Luigi
Pirandello, luogo, dunque, in cui la memoria dei fasti passati e la dignità dei docu-
menti contenuti sembravano aver lasciato il passo ad ogni oblio.
Fu allora che l'incontro professionale funse da prototipo per gli interventi di bonifica
del patrimonio librario e delle preziose scaffalature in cui spesso esso è contenuto.
Si svelò dunque a noi giovani bibliotecari un mondo fatto di prelievi, verifiche, con-
trolli, monitoraggi con strumenti e metodi oggi, forse, usuali e routinari, allora
indubbiamente all'avanguardia con un forte piglio sperimentale. Il Professore pub-
blicava i "Quaderni di Lavoro", risultato dell'intervento capillare effettuato nei loca-
li della Biblioteca, al fine di accertare lo stato fitosanitario delle strutture lignee
della Sala di lettura.
Altre positive avventure quali quelle riguardanti il Ritratto d'Ignoto, Palazzo Steri,
il Coro ligneo di S. Martino delle Scale, hanno visto la compresenza della Soprin-
tendenza e del Dipartimento di Scienze Entomologiche, Fitopatologiche, Micro-
biologiche agrarie, Zootecniche (S.En.Fi.Mi.Zo.) e quindi del Prof. Giovanni Liotta.
Oggi come allora, condivido il modus operandi di Giovanni Liotta e soprattutto il pre-
supposto che lo guida, ossia che per una vera e incisiva salvaguardia e conservazio-
ne dei Beni Culturali è indispensabile effettuare un intervento preventivo e curati-
vo, che presuppone la conoscenza delle caratteristiche biologiche ed entomologi-
che di tutte quelle specie di insetti che attaccano varie tipologie di beni.
Proprio in questa fase preliminare, il contributo di un Entomologo di spicco non
può che essere considerato basilare e propedeutico ai fini di un reale intervento di
restauro.
Esprimo la più ampia gratitudine e la più profonda stima all'autore, non soltanto a
nome mio personale, ma anche, ne sono certa, di tutti i colleghi impegnati nel setto-
re dei Beni Culturali, grata per il prezioso contributo che il suo insegnamento ha
dato alle generazioni da lui preparate.
Adele Mormino
Soprintendente dei Beni Culturali
e A mbientali di Palermo
=

Mi è molto gradito presentare questo libro del prof. Giovanni Liotta, che, con rara semplici-
tà di linguaggio di tipo illuminista-anglosassone, racchiude i risultati ottenuti nel corso di
una vita di ricerche. Mi sento infatti forse la prima responsabile della sua chiamata iniziale in
Lombardia e quindi della irradiazione del "metodo Liotta" nella lotta contro l'invisibile e anti-
co nemico degli arredi e dei manufatti lignei diffusi nel patrimonio artistico lombardo.
Questo metodo si inserisce nel medesimo binario che guida la filosofia fondamentale della
tutela del patrimonio artistico: cioè stabilire le condizioni migliori per una perfetta conser-
vazIOne.
Il prof. Liotta fu chiamato da me per il restauro, da eseguirsi con finanziamenti statali, del
coro ligneo dell'Abbazia di Morimondo, gioiello di arte lignaria, firmato e datato da France-
sco Giramo nel 1522, espressione della diffusione della cultura architettonica bramantesca
anche nell'arte lignea. Si tratta di un luogo tipico cistercense, circondato dai campi e dalle
acque, isolato nelle bruma e nella nebbia. A causa di una serie di interventi e mano missioni
realizzati a partire dal 1950 nella parte inferiore del coro con legno dolce e non adatto,
l'insieme degli stalli aveva subito un terribile attacco degli insetti xilofagi, ormai diventato un
fatto cronico.
Di questa straordinaria esperienza di lavoro, ricordo soprattutto il modo di lavorare dello
scienziato Liotta: egli si trasforma in un'emanazione ciceroniana e affronta il grande nemico
come un condottiero dell'antichità classica, costruendo contro di lui una strategia sottile
attenta a tutti i particolari, nel pieno rispetto del corso della natura. Lavorare col professor
Liotta è prima di tutto una meticolosa esperienza di rilevazioni da eseguirsi direttamente sul
campo, ma tutto ciò non riesce a rendere la sua ampiezza di vedute, perché in realtà Liotta è
un profondo umanista, ricco di reminiscenze classiche che derivano da un ampio spettro di
letture, tanto da usare con grande agilità e naturalezza il linguaggio di Vitruvio e Vasari.
A partire da questa mia prima esperienza di lavoro, la Soprintendenza di Milano ha iniziato
ad affrontare quasi a tappeto in tutto il territorio il difficile restauro delle opere lignee con la
sicurezza di poter ogni volta raggiungere l'obiettivo di una buona riuscita, sviluppando pro-
getti esemplari. E' avvenuto così che questa ripresa dei restauri nel settore ligneo, della quale
va dato merito al prof. Liotta e al suo metodo, ha prodotto, a pioggia, una serie di espressio-
ni positive non solo nel campo delle scienze, ma anche negli studi di carattere storico: ricer-
che nel campo del restauro, proliferazione di posti di lavoro, nascita e sviluppo di tante ditte
di restauro, progredire di attività di ricerca e indagini parallele, e un incredibile proliferare
di tesi nel settore degli studi storico-artistici dell'arte lignea.

Sandrina Bandera
Direttore della Soprintendenw per il Patrimonio
storico artistico ed etnoantropologico di Milano
Fi g. I - I fori circolari che si tro\'ano slii manllEltti ligne i sono il segno più ev idente dell 'avve nuto attacco da parte di inseui xiloEI-
gi 1lC"1 su pporto li g ll (:o. (1"0 I f'lgint A IIIII/mi% di A /llolle/lo da A1essiuo. (;o//aio Rf'gio/laLnJe//o .)"iri!ltI . PolemlO) .
-

Fig. 2 - l fori sono le lerminazioni di gallerie la cui lunghezza d i sviluppo, negli insetti più freq uenti (Anobidi), è di cm 10- 15.
(Pannelli di scuola bramantesca della Basilica di S. Maria delle Grazie, Milano).

1. Premessa

I Beni culturali possono avere come supporto tante


materie sia di natura organica (ad es. il legno, la car-
ta, i tessuti) , che di natura inorganica (ad es. la pie-
tra, i metalli). Tra le materie di natura organica, il
legno (e i suoi derivati, come la carta) è il più rap-
presentato nei Beni culturali, sotto forma di struttu-
re (tetti, soffitti, manufatti mobili), di accessori (cor-
Fig. 3 - l vuoti nel legno, consegue nti alla presenza d elle ga l-
nici, rosoni, scaffali) o di supporto di opere d'arte lerie, possono provocare il distacco de lla pellicola pilLOrica
(pale, pannelli , statue dipinte). sovrastante, con gravi conseguen ze di stabilità e conservazio-
Il legno, infatti, contraria mente alla convinzione ne. (Particolare della precedente) .

corrente , mostra una grande resistenza alla degra-


dazione intrinseca; il solo fattore tempo, cioè, non ghi, insetti), con conseguenti seri problemi estetico-
gioca un ruolo importante ai fini d elle modificazio- artistici, funziona li e di conse rvazione, specialmente
ni delle caratteristiche del materiale. Solo agenti nell'a mbito dei Beni cuLturali (jigg. da 1 a 6) .
esterni ne possono operare la degradazione e, tra I.:insediamento e lo sviluppo d egli agenti biotici è
questi, principalmente gli agenti biotici (batteri, fun- forte mente influenzato dalle condizio ni a mbientali.

15
cie più com uni non supera la cin quantina, di cui
oltre metà a ppartengono a i Coleotteri.
Ogn i specie presenta delle peculiari ca ratteristiche
bi ologiche ed etologiche, la cui co nosce nza è indi-
spensab il e per trovare le misure di difesa preventi-
va e curativa più id onee alla sa lvaguard ia e all a con-
se rvazione d ei Beni cul turali .
Ne l prese nte lavoro d a re m o un o sg uard o rapido
a ll e specie più com un e me nte ri sco nt.rate, met-
te nd o in ev id e n za le ca ratteristi ch e pr in cipa li che
p otra nn o risulta re ut.ili a ll a va lutazion e dei danni
e a ll 'eve ntuale pre di sposizione d ei mezz i e meto-
di p e r il risanam e n l.O , la sa lvagu ard ia e la co nse r-
Fig. 4 - Cii atlacc hi sulle statue posso no provoca re de i vuoti vaz io ne.
all'interno, per via delle galleri e praticate da lle lar ve. Nella
LeSla di questa SlallleLla sono stali conlaLi circa 60 fori: f~lCcndo
corrispondere ad ogni l'o ro un a galleri a di 10-1!l cm, si ca lco la
che la leSla è altraversala da (-) a 9 metri di galle ri e. (Semùw rio
Vesrovif", Ag rigellto).

I batteri e i funghi per potere attivarsi nella distru-


zione del legno hanno bisogno generalm e nte di tro-
va rsi in ambiente molto umido, mentre gli in setti
posso no larlo in tutte le co ndi zio ni ambi entali ; per-
ciò sono da considera re più te mibili.
1ànte so no le specie di insetti interessate alle opere
d'a rte; quel le più frequ enti in I t".Iia appartengono a
pochi ordini , Coleotte ri , Isotteri , Lepidolleri, Im e- Fig. G - Moltissimi m anufatt i mobili subiscono l'a ttacco da
parte d c i Coleotter i Anobidi. A differen za d ei legll i dipillli , i
notteri e Tisanuri e a poche tàmiglie sparse tra i
danni qui no n sono ge neralme nle g ra vi.
detti ord ini. Complessivame nte il numero d ell e spe-

Fig. 5 - Le in fest.azioni cn 1.0 111 a t iehe so no pi li freq uc nt i negli a m bicnti li ili id i e poco a reat.i. (Statllll !/g llm Ilei forali di d('I)(/sito dI'Ifa (;alh'-
ria d'A rtf M odema, Roma ).
-
2. Coleotteri

2.1. Famiglia Anobiidae.


Vi appa rten gon o molte specie ch e comun emente
vengono chia mate "tarli del legno". Le specie più
frequen teme nte riscontrabili sui Beni culturali
sono: Anobium punclalum (DeGeer), Nicobium casla-
neUln O livi e r, OLigo1llerus jJliLinoides Woll aston e
Xestobium rufoviLLosum (DeGeer).
I Coleotte ri Anobidi sono piccoli insetti di co lore Fig. 8 - Nelle testate annegate nelle murature gli attacch i pos-
sono in teressare lUlLa la sezione. (7l'slala (!t,Ila catellll di ilI/a
brunastro che, allo stadio di ad ulto, non superano cajJriala deLDuomo di Cefa,ù.).
in genere i 7 mm di lun g hezza. Questi insetti, quan-
do sono giovani , cioè larve, praticano dell e gallerie mente degradato, perché sv uotato per la presen za
nel legno che inte ressano genera lm ente lo strato delle ga ll erie. 1n questo caso, il legno perde la sua
consiste n za, per cui basta una leggera press ione
per fare staccare lo strato estern o, con danni grav i
soprattutto se il legno costituisce supporto di un a
pellicola pittorica di pregio.
Le ga llerie generalm ente ven gono tenute sgombre
d al rosume, che vie ne espulso d a lle larve all'esterno

Fig. 7 - Gli attacchi alle strutture dei teni e dei soffitti general-
mente sono confinati alle zone superficiali. (Pul/lone di una
capriata del DlIomo di Cefalù.).

superficiale fino a non più di 3-4 cm di profondità


ljig. 7). Ne l caso in cui attaccano le testate delle
travi o altre strutture ifigg. 8, 9 e 10), le galle rie pos-
sono interessare tutta la sezione della struttura
lignea fino a distruggerla totalmente.
Quando le larve sono prossime a trasformarsi in
pupa, per dare o ri gi n e a ll 'insetto ad ulto , si sposta-
no in vicinanza della super fi cie, lasciando intatta
solo un'esile pellicola; il nuovo adulto perfora tale
pellicola ed esce all 'esterno, lasciando di etro di sé
un foro di forma circola re di 1-3 mm di diametro.
Fig. 9 - Porla principale de l Du o mo di Mon rea le con attacchi
Il foro, pertanto, a ltro no n è che la parte terminale di Anob idi ne lle parti basse dei battenti , do ve si verificano
della ga lleria larva le che può avere una lungh ezza notevoli escursioni termiche, e consegue nte conde nsa, per
via dei pannelli di bron zo esterni e per le radiazioni solari
di sviluppo di 10- 15 cm.
pome ridiane.
Se i fori sono numerosi il legno sottostante è forte-

17
Anobium punctatum (DeGeer)
Noto col nome comune di tarlo dei mobili, l'insetto
adu lto misura da 2,5 a 5 mm di lun gh ezza ed è di
colo re bruno rossastro coperto da una fitta peluria
giallastra (fig. 13).

Fig. 10 - Particolare de lla precedente mostra nte le num e rose


galle rie che inte ressa no gran parte dello spessore d e l legno .
Fig. 13
attraverso picco li for i praticati in supe rficie, for- Insetto adulto d i
Anobiulll punctaLu1ll
mando sulle superfici orizzontali sottostanti d ei
(DeGeer): è il più
cumu li di qu esto materiale polverulelllo che stan- comune insetto dei
no ad indicare che l'infestazione è in atto (fig. II) . I legni in opera, sia
strutturali , che
Coleotteri Anobid i attaccano sia i manufatti mobili orna me ntali e di
(statue, arredi, cornici , pale, ecc.), sia le strutture supporto d ei Beni
culturali.
(soffitti, tetti , cori , altari ). In ambiente umido le infe -
stazioni spesso sono accompagnate da infezion i fun -
La larva, bianca, tran ne i pezz i boccali che so no
gine che ca usano la malattia del legno nota come
bruni, è rivestita di fini setole drizzate ed ha la
Carie bruna o Carie a cubetti (fig. 12).
parte terminale dell'addome rigonfia.
Il tarlo dei mobili è principalm e nte diffuso
ne ll 'E uropa e nell'Ame ri ca d e l No rd .
L'adulto compa re in genere tra la fine di maggio e i
primi di g iug no fuoriuscendo da un foro circolare
di diame tro d a 1,5 a 2 mm.
La femmina, dopo esse rsi accopp iata, depone
uno-due uova per volta, per un tota le d i 15-40, su
supe rfi ci ru gose, ne lle a n frattuos ità, sull e super fi ci
Fig. Il - I cumuli d i ros urneche si fò rma no su lle supe rfici SO l -
tostanti a i fori sono l'ind ice p iù immediato che l'infestazio ne di testa scabre o, mo lto co mun e me nte, nei vecchi
è in atto. (CerloJa di Pavia, Museo). fori di sfarfallamento. Ev ita di d eporre le uova su
superfici lisce.
Dopo circa due settimane si ha la sc hiu sura delle
uova e le larve ch e ne nascono comi ncia no a prati-
care le gallerie fin o a che non si trasfo.-mano in pu-
pa. Da questa, dopo a ltre du e settim ane si ha l'a-
dulto che ri comin cia il cicl o.
Il ciclo completo si svolge no rm almente in un
a nn o. Negli ambie n ti riscaldati si possono avere
fig. 12 - In fezioni fun gine responsabili d ella malattia del
legno conosci uta come Carie bruna o Carie a cubetti d el legno. a nche due generazioni in un anno.
Spesso le infezio ni fungine acco mpagnano le inf.estazio ni da Attacca indifferentemente tutti i manufatti li gnei,
inseLti , specialmente in a mbiente umido. (Sala CapitoLare, Certo-
sa di Garegmmo in l'v' ilan o). sia strutturali che orname ntali o di supporto, di
cui è il più frequ e nte ne mico (figg. da J4 a 25).
Fig. 14 - Testa di un bassorilie vo li g neo con di stacco d ella pel- Fig. 17 - Figure a tempera su travi del X I V secolo co n fori d i
licola superficiale a ca usa d e i vuoti sottosla nti causali da lla An,obiuff/ jJUnc1allul/.. (S'affilio !igneo della S(//a di'i Raral/i, Polfl uo Sle-
galleri e di Anobiu11l1Junctalum . (Carotli S.lvlar/inodelle Scale, PII ). l'i, Palermo).

Fig. 18 - Panicola re della precedente.


fig. 15 - Fori di sfa rfa lla m e n to e galle rie d i Anobium jJUncla-
lum con di stacco parziale del leg no attaccalO. (M atrice di Cam-
marala, AC ).

Fig. 16 - Testa di tra ve, che era a nnegata ne lla muratura, g ra - Fig. 19 - Gli a ttacc hi di Coleotte ri Anobidi su legno decoraLO
ve me nte attaccata d a Anobiu11l punclatmn. (Casa Rossa. di Parco re ndo no difficile il resta uro. (Formella 'ignea di A. l' C. D Ollali,
d'Orleans, Palermo) . Museo Civico di Lodi).

19
Fig. 23 - Fori di sfar(a llame n LO di Anobiwll lnl12ctatu11/. in cOlTi-
spo nde nza d ella bocca di presa d'a ria di u na canna (Organo slo-
ricoAr/caliaLo Bossi U,"l)(uzi, S. Chiara in B01g0 Canale, Bergamo).

Fig. 20 - Formella con nume rosi fo ri di Anobuim jJltnClalu.m.


(Fonncllaligncadi A. e G. Donali, Museo Civico di Lodi).

Fig. 24 - Analoghi fori di sfarfaLiame nto in canne d i u n altro


Organo a n t ico.(Olganodi Scuola. Serassi, Chiesa di S. Lino, Lurano, BG).

Fig. 2 1 - Particolare della p reced e nte.

Fig. 22 - Le galle rie nelle canne lignee degli O rga ni a ntichi Fig. 25 - Più gravi possono essere le consegue nze se le galle-
possono p rovocare conseguen ze sulla qualità del suono. (Can- rie enLOmatiche si trova no all'in terno d ella sezio ne delle pare-
1ude/l'OrgmlO storico Adeodalo Bossi Urbani, delJosilaieper le operaz.ionidi li lig nee delle canne. (Organo di SCllola. Serassi, Chiesa di S. Lino,
resta.uro, Chiesa di S. Chiara in Borgo Canale, BG). Lurano, BG).
Oligomerus ptililloides Wollaston
L'ad ul to (figg. 26 e 27), di co lore bruno, misura da
5 a 6 mm d i lun ghezza; è di fo rma a llun gata, cilin-
drica. Attacca prevalenteme nte legn i di latiroglie
co me noce, faggio, rovere, ecc.
Genera lm e nte compie il ciclo in un a nno.

Fi g. 28 - I manufatti lign ci stuccati e dorati (statue , rosoni ,


Fig. 26 orn am enti) non ri ve lano f ~lc ill1l c nte le eventua li inrcs taz ioni
InscLLO adul LO e nto m at iehe. (Biblioln"a Cenlm/f' della Regiouf' Siciliallfl , '''ofl'rlllo).
di Oligomerus
jJti/inoirles
Wo llasto n, che
aUacca
generalmente legni
p regiati di
latifoglie.

Fig. 29 - Lo stesso pezzo di rosone dell a fi gura precede nt.e.


visto dall a parte no n dorata pe r eviden ziare i fori d i Oligouw-
rus JJliLinoides . (Bib/iolt!ra Cmlral,'ch'lIa Regiol/f' Sirilialw, Palall/o).

Fig. 27 - Ad ul to d i Oligolllerus ptili"oides Wollasto n ad ali aper-


le. Le ali posteriori , molto più arnpie di quelle ante rio ri , con-
sentono all 'i nsetto di pOle rs i spostare agevo lm e nte e dillon-
dere le inleslazioni .

Co me per gli altl-i Anobidi , le inrestazioni attive


sono rivelate dal rosume che, fuoriu scendo d ai fori ,
si ammucchia su lle superfici sottosta nti (fig. 11 ).
Anche se me no diffuso di altre specie di An obidi,
può esse re a nnovera to tra gli insetti più te mibili
per il legno lavo rato. Le sue infestazio ni non si re n-
dono spesso molto evidenti, specialme nte se i legni Fig. 30 - Ladd ove si ha il distacco dello stucco l'i nsetto ha la
possibilità di fu oriuscire e rivel,ne l'avve nu ta infestl1zio ne. (Bi-
prese ntano una stuccatura estern a (figg. 28, 29,
blioteca Centra/e della Regio ne Siciliana, Palermo).
30,3 1, 32e33) .

21
-
Nicobium castaneum (Olivier)
Il Nicobiu1I! casta11.ewn (O li vier) è noto col nom e
com u ne di tarlo delle biblioteche (fig. 34) .
L'ad ulto , d i colore bruno scuro, misura eia 4 a 6
mm di lunghezza.

Fig. 3 1 - Un giro di petal i di un rosone del SOni llO a cassello ni


della Biblioteca CCl1lrale d e lla Regio n e Sicilian a. I n lill a
me tà, segata tan ge n zia lmenLe, si notan o le numerose galle-
ri e di O. ptilinoid", .
Fig. 34
Inse LLO adulLo di
Nicobiu11I casta t1 e llUl
(O li vier), nol.O co me
tarlo delle biblioteche.
Assieme ad AnobiuJIl
pUnClalltUl. è l'inseuo
che più
freq uente mente si
trova sui Ben i c ulturali .

Attacca ge neralm e nte legn i teneri, i cosiddetti


leg ni bianchi. Le sue infestazio ni sono facilmente
rico noscibili dal pupario (l 'in volucro che co ntiene
l'insetto allo stael io di pupa), che è ricoperto dagli
Fig. 32 - Particola re della preced e nte , per fare notare c h e la
escreme nti d ella larva (fig. 35) .
larva mat ura che si sposta a lla perife ri a d e l pezzo attaccaLO
per anelars i ad impupare , tro va to il gesso del lo stucco, devia
il suo percorso ve rso la pa n e di legno non stuccat.o per co n·
sentire all'adulto ch e si for merà di pote re fuo ri usc ire agevol-
me nte. (Biblioteca [nllmlt' di'l'a Hf'giolll: Siciliana, Poh'n/lo).

Fig. 35 - Le infesLazion i di NicobùulI. caslaneum si ri conosco no


fac ilme n t.e, perché il pupario (l'in vo lucro c h e co ntie ne
Fig. 33 - Pigna d el roso n e sezio na ta in du e pani p e r fare Il ota- ,'inseuo a llo stadio di pupa) è ricopeno dagli escrementi
re la reale co nsiste n za dell'inleslazio ne. d e lla lar va.

22
-

Fig. 36 - Le tra vi attaccate da N icobiu1I1 caslaneu1II presenta no le


gallerie che in superficie parlano i pupari apeni per
l'avvenuta fuoriuscita d ell'a dulto. (ATehivio Storico del Comune di
l'alemw).

Fig. 39 - I pu nti più colpiti sono le testate de lle trav i, special-


mente se si trovano a conlaLLO con la mura lUra. (Slml/lire dI'tifi
copertura della navata ceulra/cdel/a Chiesa Madre di S. Ll'olll', Assoro, EN).

Fig. 37 - Le numerose galle rie praticate da NicobiulII castane-


U11l fan no ridurre no tevolmente la ca paci tà de lle travi col pi-
le. (A rchiuio Stonco del Comuuc di Palermo).

Fig. 40 - Il legno attraversaLO da m o lte gallerie d iven la spu-


gnoso e privo di ca paci là meccan ica. (Strulllm' di,ila rapatllra
della na vata cen/mle della Chiesa Madre di S. LeonI', Asso ro, EN).

E' frequentissimo sui legni di abete. Preferisce


leg ni umidi e attaccati da fun ghi . J danni posso no
esse re grav i specialm e nte su i leg ni dei te lli e dei
so ffitti (jìgg. 36, 37,38,39 e 40).
La bio logia è simile a que lla di Anobiwn punclalum
(DeGeer).
Fig. 38 - Gli attacchi nei punti del icati de lle connession i ren- Si trova comunemente nelle biblioteche, dove
dono instabili le strutture d e i manufatti. (Cantorie, Duomo di attacca la carte, i dorsi d e i libri e spesso a nche le
Enna ).
scaffalature li gnee.

23
9

Xestobium rufovillosum (DeGeer) to, che non esce subito dal legno, ma passa l'inverno
È noto con il nom e comune di Orologio della morte o nella camera pupale per uscire nella primavera suc-
di Gmnde tarlo. cessiva, praticando fori circolari larghi 2-3 mm di
Questo Anobide è presente principalmente in Euro- diametro.
pa, ma può trovarsi anche in altri continenti come La durata del periodo larvale è variabile da due a
nell'Africa del Nord e nell'America Settentrionale. tre-quattro anni e talvolta anche di più.
Il nome comune di Orologio della morte, deriva dal Il Gmnde Tarlo attacca principalmente legni di quer-
rumore ritmato caratteristico che l'adulto fa sentire cia, castagno, faggio, ma non disdegna anche
durante il periodo di riproduzione, sbattendo a l'olmo, il noce, il salice, il pioppo, l'ontano.
intervalli regolari la testa contro le pareti delle gal- L'umidità e la presenza di funghi saprofiti agevola-
lerie. Tale rumore, che è da interpretare come un no l'insediamento e lo sviluppo di questo Anobide.
richiamo sessuale, ha stimolato la fantasia popolare I danni possono essere molto gravi, principalmente
e alimentato ta nte legge nde. in alcune zone dell'Europa (I nghilte rra).
L'adulto è il più grande lado del legno , misurando da
5 a 7 mm di lunghezza. E' di colore bruno-rossastro, 2.2. Famiglia Bostrichidae, Lyctinae
con superficie dorsale chiazzata da ciuffi irregolari I Lictidi sono Coleotteri appiattiti e allungati di pic-
di peli corti e di colore giallo oro. Il primo segmento cole dimensioni (3-5 mm di lunghezza) che attacca-
del torace è più largo d ella base delle elitre e con un no i legni di specie nel cui alburno sia contenuto
solco media no stretto e poco profondo !fig. 41). una percentuale di amido non infe riore al 3%; pre-
valentemente si insediano su legno di quercia, ma si
trovano comunemente anche su acero, pioppo,
Fig. 41 castagno, noce, ciliegio, robinia, ecc..
Insetto adulto di La femmina depone le uova dentro i vasi legnosi;
Xeslobium 1ufov illosum
pertanto, cerca i legni che abbiano il diametro dei
(DcGecr),
chiamalO Orologio deUft vasi maggiore di quello del proprio ovopositore.
morte, per un rumore I Lictidi costituiscono un serio problema in alcune
ritmato caratter'istico che
provoca durante il periodo
zone dell'Europa centro-settentrionale per i vari
di riproduzione sbattendo a danni che possono provocare alle strutture che ridu-
intervalli regolari la testa cono in finissima polvere.
conlro le pareli d e lle
gallerie. É il meno Attaccano anche i manufatti mobili, principalmente
fì-equente sui i supporti dei dipinti.
Beni culturali.

Lyctus brunneus (Stephens)


L'adulto compare in primavera, si accoppia subito L'adulto misura da 3 a 5 mm di lunghezza ljìgg. 42 e
dopo e comincia a deporre le uova, piccole, ovoidi, 43). E' di colore bruno-scuro con le ali anteriori (eli-
biancastre e a superficie molto liscia, in vicinanza tre) più chiare e spesso rossastre.
dei fori di sfarfallamento o dentro di questi. Ogni Di origine tropicale è oggi cosmopolita. La femmi-
femmina può d eporre da 40 a 200 uova. na, dopo essersi accoppiata, depone le uova, di pre-
La larva che ne nasce comincia a praticare gallerie ferenza nei vasi dell'alburno, in ragione di 4-6 per
soprattutto nella zona primaverile degli anelli. vaso e per un numero complessivo di 50-70.
Quando la larva diventa matura si sposta in prossi- L'adulto ha una sopravvivenza di uno-due mesi.
mità della superficie esterna e si trasforma in pupa. Il ciclo biologico si completa nei nostri climi in 1-2
Questa, dopo alcune settimane, si trasforma in adul- anni, in dipendenza dell'anda mento climatico.

24
Fig. 42
Inse tto adulto di Lyctus
brunneus (Stephens).
Attacca solo legni di
lati foglie che a bbiano
i vasi sufficientemente
ampi per accogliere
l'uovo che la femmina vi
deposita col suo
ovopositore. Fig. 45 - Traverso d ella pedana della Sala Capitolare, dal lato
prossimo alla parete, umida per umidità di risalita. (Certosa di
Caregnano in Milano) .

2_3 - Famiglia Curculionidae


Noti con il nome comune di Punteruoli, gli insetti di
questa famiglia sono caratterizzati dall'avere il
capo allungato (rostro), alla fine del quale si trova
l'apparato boccale con mandibole piccole ma
potenti come le lame di una cesoia. Sono di dimen-
sioni variabili. Le larve sono prive di zampe (apo-
de). Quelli che interessano i Beni culturali sono da
2 a 4 mm di lunghezza, di colore dal bruno al nero.
Presentano varie generazioni in un anno. Si spo-
Fig. 43 - Particolare del primo segmento del torace. stano poco, dato che non sono capaci di volare, e
quindi si accumulano nella zona infestata.
Sia le larve che gli adulti hanno le stesse abitudini
alimentari, e pertanto si trovano assieme ad attac-
care libri e legni strutturali che presentino un alto
tenore di umidità. Le gallerie larvali si intersecano
continuamente e il legno viene ridotto a una massa
spugnosa. Le specie più frequenti rientrano tutte
nella sottofamiglia Cossoninae e sono: H exarthrum
capitulum (Wollaston), Pselactus spadix (Herbst) e
Amaurorhinus bewickianus (Wollaston).
Fig. 44 - Insetto adulto di H exarthrurn capitululIl Wollaston,
uno dei Coleotte ri Curculionidi più comuni nei manufatti
mobili che si trovino in ambie nte umido. Hexarthrum capitulum (Wollaston)
L'insetto adulto misura mm 3-3,2 di lunghezza ed
Attacca tutte le latifoglie a legno tenero e con vasi è di colore marrone tranne le zampe e le antenne
grossi; in particolare è stato trovato sui legni indige- che sono rossastre. Il rostro è leggermente più
ni come quercia, acero, robinia, noce e frassino e su lungo del resto della testa (fig. 44).
legni provenienti dall'Africa come obece, limba, Compie diverse generazioni in un anno. La durata
ilomba, framirè, acajou, aningrè, kondroti, kotò, della vita degli adulti è di vari mesi, per cui si verifi-
fromager, nutenye, sipo, ekoune, abura. ca l'accavallamento delle generazioni.

25
Sia gli adulti che le larve attaccano vari legni in
opera che si trovino in ambienti molto umidi; fre-
quentemente si trovano nella parte basale delle
strutture dei cori lignei, nelle basi delle predelle, nei
listelli annegati nei pavimenti, nelle testate di travi
di muri umidi (jigg. 45, 46, 47 e 48).
Le erosioni ini zialme nte decorrono lun go il legno
di produzione primaverile, successivamente hanno
un andamento in tutte le direzioni. Il legno si pre-
senta spugnoso e con abbondante rosume polveru-
lento che non si lega mai alle gallerie: se si soffia
Fig. 46 - Particola re della preced e nte per mettere in evide n-
za le ga llerie di Hexarthrum cafJillllum. (Certosa di Garegnano in
sulla parte attaccata il rosume vola via, lasciando il
Milano). materiale eroso perfettamente pulito.

Pselactus spadix (Herbst)


L'insetto adulto misura mm 3,2-4 di lunghezza ed è
di colore dal bruno al nero. Il rostro è molto più
lungo del resto della testa (jig. 49). Si riscontra fre-
quentemente sulle strutture portanti e specialmen-
te nelle testate ann egate nei muri umidi (jig. 50).
Spesso è associato alla Carie bruna del legno . Le testa-
te possono essere totalmente distrutte. Ha una bio-
logia simile alla specie precedente.

Amaurorhinus bewickianus (Wollaston)


Fig. 47 - Elemento della pedana degli arredi lignei della Sagre- L'insetto adulto (jig. 51) misura mm 2-2,8 di lun-
sLia Bramantesca con segni di attacco d el Coleottero Curculio-
ghezza ed è di colore bruno-scuro o nerastro, tran-
nide H exo.rlhrum capuulum. (Basilica di S. Maria de/k Grazie, Milano).
ne le zampe e le antenne che sono rossastre.
Vive in luoghi molto umidi e attacca prevalente-
mente carta in parte ammuffita e le testate di travi
annegate in murature umide. La femmina depone
diverse decine di uova. Il ciclo, da uovo ad ad ulto, si
completa (nel periodo primaverile-estivo) in circa
due mesi. Compie diverse generazioni in un anno
e, siccome la vita dell'adulto è lunga alcuni mesi, con-
vivono e operano contemporaneamente larve e
adulti di tre generazioni. L'entità della popolazione
può perciò esse re elevata e così anche l'entità del
danno che, nel caso dei libri, consiste in numerose
gallerie che possono interessare tutto lo spessore
Fig.48 Particolare della preced e nte, visto da altra faccia, con del volume attaccato e, nel caso delle testate delle
le numerosissime gallerie che interessano tutta la sezione
de1l1elemento ligneo. (BasilicadiS. Maria delle Grazie, Milano).
travi, nella distruzione totale della parte annegata
(jigg. 52, 53, 54 e 55) .
Fig. 52 - Volume antico molto danneggiato da Amaurorhinus bewi-
ckianus. (Farw Donazioni Ik/Jn Bihliot;;ca Cen1rok Ik/Jn Regione Sicìlwna).

Fig. 49 - Insetto adulto di Pselaclus spadix (He rbst), il Curcu-


lionide meno frequente sui manufatti lignei .

Fig. 53 - Le gallerie praticate da Amaurorhinus bewickianus


interessano prevale nte me nte il dorso, spesso incollato con
farinace i, e il taglio inferiore, poggiato sullo scaffale. Possono
interessare anche tutto lo spessore del volume. (Fondo Donazio-
ni della Biblioteca Centrale della Regione Siciliana).

Fig. 54 - Base dello stipite sinistro di un portone ligneo a due


ante, distrutto quasi totalmente dal Coleottero Curculioni-
de Amaurorhinus bewickianus. (Portone principale del Palauo Reale,
Fig. 50 - Trave con la testata distrutta dall'azione di Pselaclus Palermo).
spadìx. L'attacco è stato agevolato dall'umidità del muro con-
seguente al dife ttoso rapido smalti mento delle acque piova-
ne. La testa del chiodo stava sulla superficie superiore della
tfave. (Navata destra del Duomo di Monreale, PA ).

Fig. 55 - Le gallerie praticate da Alllaurorhinus bewickianus


hanno reso la base d ello stipite spugnosa impedendole di svol-
Fig. 5 1 - Insetto adulto del Coleottero Curculionide Amau-
gere la sua funzione. (Portone p1incipale del Palazzo Reale, Palemw).
rorlzinus bewickianus (WollasLon).

27
2.4 - Famiglia Cerambycidae
Vi apparte ngono insetti di grossa mole (2-3 ce nti-
metri di lungh ezza). Le la rve mature possono rag-
giungere una lunghezza di cm 7 x 1 di dia metro.
Le gallerie vengo no scava te in tutto lo spessore
della sezione d el legno strutturale; pe rtanto, una
sola larva che si insediasse su un a tra ve e facesse la
galleria in co rrisponde nza di un pia no trasversa le
potrebbe determinarne il crollo. I Ce ra mbicidi,
noti col nome di capricorni o longicorni, attaccano il Fig. 57 - Particolare del primo segmento del torace e delle
ante nne.
legno che non abbia superato gli 80-1 00 a nni da l
taglio. Ciò sta ad indicare che le strutture che
Hylotrupes bajulus Linnaeus
abbiano più di un secolo di vita non posso no esse re
Noto co me il Capricorno delle case, l'adulto ha una
attaccate. La manifestazione d ella prese nza d ei
lunghezza variabile d a 17 a 25 mm; ha un colore
Cerambicidi (attuale o passata) è data d a lla massa
a nch'esso variabile d al bruno ne ro al bruno gialla-
fa rinosa giallastra costituita d al rosum e che occlu-
stro ifigg. 56 e 57) .
de le gallerie e dai fori di sfa rfilll amen to che sono
La testa è rotondeggiante e porta antenn e più corte
ovali e molto più gra ndi di que lli degli Anobidi (po-
d ella lunghezza del corpo.
tendo raggiun gere diame tri 0 ,5 x l cm).
La femmina compare d a metà giugno a fin e agosto
La durata del ciclo biologico dei Cerambicidi che
e, dopo essersi accoppiata, a volte, prima d i fu oriu-
attaccano il legno in opera è generalmente lunga:
scire dal legno in cui si è sviluppata la larva, d epone
mediamente 3 anni , ma può arrivare anche a 15-1 7
le uova de ntro le fessure del legno, anche a una pro-
anni. La maggior parte del ciclo è occupata d alla
fondità di due ce ntimetri, agevolata d a un ovo posi-
larva che può fare una galleria la cui lunghezza di
tore che può estrofl ette rsi per una lunghezza pari a
sviluppo può essere supe riore a 50 cm. Se si consi-
tutto il suo corpo. Le uova vengono d eposte a grup-
dera il diametro d ella galle ria, si comprende il gran-
pi raggiati di 40-50, oppure l'uno accanto all'altro,
de pericolo che questi insetti rappresen ta no per le
in vicinanza di superfici rugose.
strutture lignee. L'adulto, fu oriuscendo d al legno
Complessivamente ogni femmin a ne può d eporre
attaccato, muore dopo qualche settimana. Le specie
alcune ce ntinaia.
più note sono Hylotrupes hajulus Linnaeus e Trichofe-
Per l'ovideposizione la femmina sceglie quasi esclu-
rus holosenceus (Rossi) (= Hesperophanes cinereus Vil-
sivamente legno di Conifere, principalmen te abeti e
lers). La prima specie, chia mata comunemente
pini : a ustriaco, silvestre e in special mod o illa ricio.
Capricorno delle case, attacca prevalenteme nte legno
Le larve neonate cominciano a praticare delle galle-
di conifere (pino, abete); la seconda prevalente-
rie in tutte le direzioni , che vanno riempiendo die-
mente legno di latifoglie (quercia, castagno).
tro di sè con i residui d ella digestione, costituiti d a
polvere compatta e finissima.
Fig. 56
Insetto adullO d i
Raggiun ta la maturi tà le larve si scavano un a nic-
Hylotmpes bajllius chia in vicinan za d e lla supe rficie es te rna d el
Linnaeus, noLO come
legno; pra ticano un fo ro ova le di largh ezza 0,4-
Capricorno delle case.
Attacca prevale ntemente 0,5 xO ,5-0,7 mm , che r ichiud o no subito co n rosu-
legno di Conifere che me e sa liva , e si tras fo rmano in pupa . Dopo un a
abbia un'età (d al taglio)
infe riore a 80 anni. quindicin a di g io rni sfarfa ll a l'adulto che può
riman e re nella camera pupale a nche pe r dive rsi
mesi. La fuoriuscita d e ll 'adulto avviene attrave r- .~
: .
-'
. ..,
so il foro pratica to d a lla larva. '.

Il ciclo comp leto ha una durata variabile, in dipen-


'l'
denza dell'andamento della temperatura, da l a 7-8
ann i, con punte fino a 17 anni. Condizioni ottimali
per lo sviluppo sono l'alta pel"centu ale di umidità e
la tem peratura relativamente elevata di 17-18 ac.
L'insetto, per la digestio ne della cellulosa e di altre
sostanze d el legno, non sfrutta l'azione di microrga-
nismi simbi ontici intestinali. Secern e un enzima cel-
lulosolitico, la cellulasi, e dige risce circa il 20% d ella
cellulosa e d elle emicellulose de/legno secco di Coni - Fig. 60 - I lori di , farfalla mento sono preparati dalle larve
fere e di altre piante attaccate. mature e poi otturati con ros um e impasta to con sali va, prima
di tras fo rmarsi in pupa. L'adu lLO neo formatos i f~l pression e
l danni d el Capricorno possono essere molto grav i su quesla esile barrie ra e fuori esce. (Cate na di I.IIUI mjniala della
(figg. 58, 59, 60, 61 e 62), soprattu tto pe rché è diffi- Calledmle di Nicosia, E N).

cile accorgersi pe r tempo della presen za delle larve ,


anche se queste e rodendo il legno, fanno dei rumo-
ri caratteristici, ma difficilmente locali zzabili.

Fig. 58 " Le galle ri e ve ngono praticate dalle la rve di Hylotrn-


pes bajulus a nche a lrin te rn o d ella sezio ne de lle travi. La dura- Fig. 6 1 - II num e ro de i fori è indice dell'inte nsità dell'attacco.
(CateuII di ulIa capriata ddla Calledraledi Nicosia, EN).
ta media de lla vila d ella la r va è d i 3-5 a nni , ma può a rri va re
fino a 16- 17 ann i. (PuuLon.e di una capriata delta navata cen/m!p,
DUOli/odi Cef alù, PIl ).

Fig. 59 - Le galle ri e di HylotrujJes bajulus sono rico nosc ibili ,


sia per la forma ova le, sia per la massa di rosumc gialla stro Fig. 62 - Il risultato d egli attacchi cerambicidici è la notevole
che le rie mpie. (Pl/.lIlone di una ca priata della navata centra/l', ridu zio ne della capacità meccanica delle tra vi. (Calma di ulla
DUOli/odi Cefalù, PA lo capriata della Calledrale di Nicosia, EN).

29
Fi g. 63
Inseuo ad ulto
cl i Tricholrrus
holosf'r;rf'/fs (R()ssi).
Attacca Fig. 64 - Le larve di 'hichoferus 1/Olost'rireus scavano gallerie
preva lente m ent e che si lII ante ngono generalmen te ne lle zO lle superficiali
legno di latifòglie che de lle st l' lI tI.lI re attaccate. (Istituto Celll m/n/e! !?l'Slflll /"O, ROII/o ).
abbia, come per
H ylolrujJ/'s ba}/IIIIS,
un'età infe ri ore a
80 ann i.

Le stru tture attaccate, riducono fo r te mente la loro


resistenza. Le segna laz ioni di d anni da pa rte d el
Co./117corno sono cresce mi in l ta lia, an che se no n rag-
giungono gli alti ss imi li velli di alcune regio ni e uro-
pee (Ge rmania e Gran Bretagna).
Gli attacc hi da quest.o Ceram bicide so no maggiori Fig. 65 - Basta fa re lilla pressio ne sulla pell ico la supe rficiale
della trave co lpi ta per notare che al d i so LL O si Tro va una m assa
nei primi 80 ann i di vita del legno ; successiva mente d i roslImc polver ll lcllIo. (I sl ilula Cpt/lm/I' dI'/ H p.\lal/ro, H01llo).
gli attacchi si ridu co no gradu alm ente.

Trichoferlls holosericells (Rossi)


L'insetto adulto è lun go da 12 a 25 mm ed è d i colo-
re brun o, co pen o a chiazze da una pe luria gri gia-
stra e con antenne lun ghe circa qu anto il co r po nel
maschio e più co rte nella femmina Ijig. 63).
Gli adulti compaiono da maggio ad agosto. Ha nno
abitudini crepuscolari .
Dopo l'accoppiamento, le fe mmine depongono le
uova di prefe renza nelle fess ure e nelle a nfrattu osi-
tà del legno. Fig. 66 - Il numero d i lar vc per trave può essere cos pi cuo per
cui gl'an parte de lla sezio ne si tra sfc) l"llla in polve re, (lslilulo
Complessiva mente ogni le mmina può d eporre un
C't' /Ifraltdd H/'.\Ia Il 1"0, HOII/a) .
centinaio d i uova ; le larve che nascono, d opo 2-3 set-
tim ane, scava no gall erie p er un period o va ri abile
da I a 3 anni . Si trasformano quindi in pupa e poi in
ad ulto. Il ciclo di sviluppo dura, perta nto, da I a 3
anni in dipend enza dell a te mperatura e d ell 'umi-
d ità relativa.
L'in setto è dilfuso prin cipalme nte in tutta l'E uropa
ce ntrale e me ri d ionale.
A d ifferenza de ll'/-/ylotrupes bajulus, qu esto attacca
qu asi escl usiva me nte legni di lati foglie nell 'ordin e:
ce r ro, robinia, laggio, pi o ppo, noce e castag no .
Gli attacchi sui legni in o pera possono essere gravis- Fig, 67 - 11 ri sul tato d ell'attacco d i Trichofems holoser;Cflls è gene-

simi ljìgg. 64, 65, 66 e 67), specialme nte su legni gio- ralmenLe la grande r idu zione della sezione uti le d ella (,"ave e
q ui ndi del la sua ponanza. (lIli/ulo Ceu/ralt' dd H p.\ /ol/ro, NOli/a).
vani adoperati per i restauri d i vecchie strutture.
Fig.68 Le libre rie vetrate agevolano lo svi luppo di Lepis1Ilasacc!zaT;na. (Museo jHlIndralisca, Cefalù , PA ).

3. Tisanuri la testa e le zampe e si a rresta appare ntemente non


mostra ndo alcu n in teresse per lei. Dopo q uesto con-
3.1. Famiglia Lepismatidae tallo finale , la femmina si pone sopra il mucc hi etto
I Lepismatidi sono insetti privi di ali e di rorma d i spe rma e lo mette a l sicuro nelle sue strutture
allungata che portano sul corpo d elle sq ua mette di riprod uttive.
colore argenteo, per cui sono chiamati com un emen- I danni consistono nell 'erosione praticata sulla super-
te pesciolini d'wgento. Le forme giovanili sono molto ficie di cana o stoffa, che può essere ta nto profonda
simili agli adu lti, pur subendo un notevole nume ro da provocare delle perlorazioni. Il degrado, special-
di mute. 11 capo porta delle an ten ne lunghe e filifor- mente su manoscritti decorati, spesso è irreparabile.
mi e un ap parato boccale masticatore. L'addome,
neLla parte term inale, porta tre lunghe appendici fili- Lepisma saccharina Linnaeus
form i. Attaccano vario mate riale orga nico tra cui car- L'insetto è il più co mune pesciolino d'argento che si
ta, lana, seta, cotone, zucchero, pelli, ecc. riscontra nelle case, nelle biblioteche (jìgg. 68 e 69),
Gli ad ulti vivono dive rsi a nni , comp ie ndo varie nei mu sei e negli archivi e la cu i diffu sione viene age-
generazio ni in un anno, in dipe ndenza delle co ndi- volata dal trasporto di cartoni , libri, ca rta e altre
zioni d i temperatura e umidità. Genera lmente non sostanze carboidrate.
abba ndonano mai i mate riali attaccati, ma vi si
ri producono in continu az ione. Sono presen ti i due
sessi e la fe mmina per potere d eporre uova fe rtili Fig. 69
deve essere fecondata, ma l'accoppia mento non Lepisma saccha rirta
avviene: si verifica una danw dell'amore in cui il Linnae us o jJesciolùw
d'aTgenlo è un insetto
maschio si avvicin a continua mente alla fe mmina toc- dell'ordin e T isa nuri
candola con le antenne, co n le append ici boccali e le e d e lla f'\I11i g lia
zampe. Q uando ha fatto un giro attorno alla co m- dei Lep islnaLidi .
É frequ e nle soprattutto
pagna, curva l'addome e depone un mucchietto di
nelle bibl ioleche.
sperma a circa l cm dava nti a lei; le tocca d i nuovo

31
Fig. 73 - Particolare della precedente. Le erosioni in certi
punti arrivano a perforare lo spessore della cana (Museo Man-
dralisca, Cefalù, PAio

I .-_ - ,-
Fig. 70 - La presenza di L episma saccharina è rivelata dalla pre-
senza di escre menti granulari che si riscontrano sui ripiani
delle librerie. (Museo Mandm lism, Cefalù, PA ).

.. "
,
\

Fig. 74 - Erosioni di Lepisma saccharina su un'altra stampa.


(M useo M mulmlisCf1, Cefalù, PA ).

Misura, a crescita ultimata, 10-15 mm di lunghezza,


ha il capo con occhi piccoli e distinti , antenne filifor-
mi lunghe quanto la lunghezza del corpo. 1 seg-
Fig. 71 - Forma degli escrementi di LejJisma saccharina (Museo
menti del torace sono di larghezza pressoché ugua-
Mandralisca, Cefalù, PA i o
le tra loro, mentre i segmenti dell'addome sono di
diametro decrescente; il penultimo segmento porta
posteriormente e lateralmente due appendici fili-
formi e articolate, l'ultimo si prolunga In
un'appendice, anch'essa articolata, della stessa lun-
ghezza delle altre due.
Attacca prevalentemente il materiale ricco di protei-
ne, amidi e zuccheri: farina di cereali, alimenti con-
servati. È uno dei nemici principali delle bibliote-
che, degli archivi e dei musei (fìgg. 70, 71, 72, 73, 74
e 75). Provoca erosioni sui libri, specialmente in vici-
nanza dei dorsi dove si trova della colla, sulle stam-
pe esposte o conservate, sui documenti manoscritti,
sui tessuti (vestiti d'epoca, tappeti, arazzi), sui mate-
Fig. 72 - Erosioni di Lepismasaccharina ai margini di una stam-
riali organici (pelli, animali imbalsamati), sulle colle-
pa. (Museo Mandralisca, Cefalù, PA i o
zioni botaniche, ecc.

32
'. .
A ,.
DIVISIO : f n.
"

68
'1' E R Z A ••
» ,..... -1"
D~I V I S I O N E .

ptlr "''' <fì d.fil..I'S" . 7!


..... T. IV. Del/. f"ti... ~+
. ART. V. Dt' PrJ~~i . 89
A'T. VI. Plil. pali,-?,I'. 9'
C A PI T O L O V•
.Appli'....;Olll delle l/~;oni dolce mi ca-
p,-..1. prm d",'" 97
ART. I. sbarto del N""ieo . 10+
JART. II . Dell" m.tnitra d,. rQr/~'fi'41si in
tllmpagn4 rjl/a . l !. 7
t' ART. 111.' !>tUa ",aniera di forllficare o..
gni nH4 di paslllKg: allgusti . ' 13 (
ART. IV. Ddl" maniera 4i j òrrificart le
' 4' (' . le GIurie t t:,
ART. V . Delle piccole ci:tà. e villaggi
, f orli{itati .
A,aT. VI. Delle ;mbolc.,e, t di alcuni
~ Jtrtttagemm; di: guerra. Co"chiluio-
II< dell' .ptra • IlS
; l N E• •

Fig. 75 - Erosioni dello stesso Lepismatide sulla pagina di un volume antico. (M useo Ma 1ldmlisca, C~ralù, PA ).

Ha abitudini crepuscolari e notturne, Frequenta Thermobia domestica (Packard)


posti freschi e umidi. Vive 2-3 anni e si riproduce (= Lepismodes inquilinus Newm.)
più volte durante la vita. La femmina depone 1-3 A completo accrescimento misura circa lO mm di
uova per giorno, per diversi giorni e anche per lunghezza. È leggermente più grossa di L. sacchari-
diverse settimane. Le uova, di colore giallo-ocra, na e viene distinta grazie alla screziatura scura sulla
vengono deposte generalmente a gruppi in piccole superficie dorsale del corpo. Le appendici antenna-
fessure. La larva che ne nasce è priva di squame e di li sono p iù lunghe del corpo. Le appendici laterali
pigmenti, povera di setole e poco mobile. Prima di dell'addome sono di lunghezza quasi uguale al cor-
arrivare allo stadio di adulto, compie un numero di po, mentre quella centrale è più lunga.
mute variabile a seconda della temperatura e Attacca prevalente mente i libri, i quadri, i tessuti di
dell'umidità dell'ambiente in cui si trova. Può com- lana, di seta e di cotone. Attacca anche gli erbari e gli
piere 10-30 mute o anche più. Tra una muta e la suc- alimenti di origine vegetale disseccati.
cessiva, può entrare in dia pausa per un periodo Come indica il nome, questo tisanuro vive di prefe-
anche molto lungo, di 1-2 mesi. Dopo la seconda renza nei luoghi molto caldi, in vicinanza di termo-
muta, sul corpo dell'insetto compaiono le squame sifoni e di caldaie o in ambienti riscaldati e con un
caratteristiche. Dopo la settima-ottava muta, l'inset- alto tenore di umidità.
to diventa maturo sessualmente. Anche dopo essere Frequenta, perciò, le case di abitazione. Si trova
diventato adulto, compie ancora delle mute. anche nei musei botanici, negli erbari e nei magaz-
Lo sviluppo dell'insetto è favorito dalla temperatu- zini di tessuti e generi alimentari.
ra (22-32°C) e dall'alta percentuale di umidità rela- La femmina depone durante la sua vita una cin-
tiva (superiore al 75%). La durata di una generazio- quantina di uova. Le larve che ne nascono compio-
ne è molto variabile da 3-4 mesi a 2-3 anni, in di- no 13-14 mute, prima di diventare adulte e deporre
pendenza dell'andamento della temperatura e In le prime uova. L'insetto compirà ancora altre 30-40
dipendenza della durata dei periodi di diapausa. mute prima di morire.

33
4. Imenotteri

4.1. Famiglia Formicidae


Tra gli Im enotteri xilo fa gi ricordiamo Cremastoga-
ster scuteLlaris Oli v., nota come formica testa rossa, che
attacca le testate delle travi dei soffitti e d ei tetti , sca- Fig. 78 - Nidi pedotrofici scavati in un capitello in gesso. (Ca-
stello della Zisa, Palermo).
vando delle gallerie che sv uota no gran parte della
sezione del legno, riduce ndone la funzionalità e to scava nel gesso, in continu azione, una seconda e
creando proble mi di stabilità. talvolta anche un a terza cella, una accanto all'altra.
Riveste la parete interna di ogni cella con terriccio
4.2. FamigliaAPidae impastato con saliva. [n ciascuna deposita del miele
Tra gli insetti di questa famiglia si trovano alcune denso e, appena è quasi piena, depone all'interno
specie che danneggiano i Beni culturali lapidei e tra un uovo. Successivamente chiude la cella con una
queste una specie, AnthopllOra criniPes Smith, che malta di granuli di te rra e di sabbia. La larva che
può costruire i nidi nel gesso. nascerà si nutrirà del miele fino a di ve ntare insetto
adulto alla fin e dell'a utunno o all'inizio d ell'inverno.
Anthophora criniPes Smith L'ad ulto già formato non uscirà all'esterno e passerà
Gli ad ulti sono molto simili alle api, anche se un l'inverno dentro la nicchia, pe r fuoriuscire nella pri-
poco più grosse (figg. 76 e 77). La fe mmina è lunga mavera successiva. L'insetto perciò compie una sola
circa 2 cm, è di colore ma rrone-chiaro con peluria generaz io ne In un anno.
di colore ocraceo; il maschio un poco meno lungo Normalmente l'insetto vie ne richiamato dagli escre-
della fem mina, porta nell'ultimo a rticolo d elle menti lasciati nel posto de lla nidificazione, pertanto
zampe mediane un ciuffo di peli ca ratte ristico. il posto infestato una prima volta può mantenere
Gli adulti compaiono in primavera e la femmina , l'infestazio ne per parecchi anni. In questo caso, ove
dopo essere stata fecondata, va alla ricerca di un lo strato di gesso fosse stato in gran parte consuma-
luogo dove scavare i nidi cosiddetti pedotrofici, ge ne- to per lo scavo di numerosi nidi pedotrofici, la femmi-
ralmente costitui to da muri o da fi'egi murari e stuc- na può procedere alla "costru zione" di altri nidi con
chi in gesso (figg. 78 e 79). Qui ini zia a scavare una terriccio e saliva.
cella partendo d a una depressione d ella superficie Il danno è costituito d al distacco parziale o totale del
gessosa. La cella, di forma ovale e con la parete fregio o d ello stucco in gesso.
interna perfettamente li scia, misura circa 1,2-1 ,5
mm di lun ghezza e 0,8-0,9 mm di larghezza. Di soli-

Fig. 76
Adu lto femmina di
A nlllOphom e>i niPes
Smith, un Ime nottero
Apide che scava i nidi
pedotrofici ne l gesso.

Fig. 79· Particola re della precedente, per mellere in eviden·


za i vuoti prodotti dai caratteristici nidi che sono di forma
ovale e che le femmine. dopo avere tap pezzato le pareti con
Fig. 77 uno strato di rosume impastato con sali va, riempiono di
Adu lto maschio di miele prima di deporvi l'uovo che , grazie a tale miele, si svi-
A nlhophom C1inipes. lu pperà fin o ad adu lto. (Castello della lisa, PalemlO).

o •
5. Lepidotteri

5.1. Famiglia Tineidae


Tineola bisseliella (Hummel)
È una piccola fa rfalla (fig. 80) co n ali a nteriori di
colore giallo-ocra e posteriori grigiastre, le cui la rve
hanno l'abi tudine di costru irsi un fodero sericeo di
colore biancastro, entro cui stanno riparate e nel
quale, a matu rità, si trasformeranno in crisalide.
Le larve attacca no manu fatti organici di varia natu -
ra: vestiti, tappeti, a razzi, pellicce, collezioni botani-
che, ecc. I dan ni, a volte possono essere rileva nti
(fig.81).

Fig. 80 - I nsetLO ad ul LO del Lepido tlero T ine ide Tineola bisse-


liella (H um mel), nOla come "limlla della lana. o ta.r1lla dei tessuti.

Fig. 8 1 - Dan ni provocati su tessuto dal Lepidouero T ineide 7ìneola bisseliella (Hummel ). (Museo diocesano, Milano).

35
-
6. Isotteri o Termiti 6. l. Famiglia Kalotermitidae
Le colonie di questa famiglia di Isotteri sono forma-
Le termiti sono insetti ad organizzazione sociale sud- te da un numero piccolo di individui, generalmente
divisa in caste: re e regine (reali), soldati e operai. 1-2 migliaia. Mancano della casta degli operai. Le
Sono riuniti in nidi costituiti da una o più colonie funzioni di questi ultimi vengono assolte dalle
intercomunicanti tra loro. forme giovanili dei reali e dei soldati che vengono
Ognuna delle caste svolge compiti diversi: i reali chiamatifalsi operai o pseudoergati.
sono preposti alla riproduzione, i soldati alla difesa I Kalotermitidi vengono annoverati tra le "termiti da
e gli operai al procacciamento del cibo, alla cura legno secco" in quanto possono insediarsi sul legno
degli immaturi, alla costruzione del nido e dei cam- anche asciutto.
minamenti. Nidificano di solito in vicinanza delle zone in cui si
Fino ad alcuni decenni addietro si pensava che in alimentano (sui tronchi e radici deperiti o su manu-
Italia le termiti fossero relegate alle regioni meri- fatti lignei).
dionali. In queste regioni, infatti, si riscontravano i Le larve (chiamate, solo in Italia, neanidi) nate dalle
danni tipici sulle strutture lignee delle coperture uova deposte dalla regina, si evolvono per un perio-
degli edifici di una certa età, oltre che nei tronchi do di circa un anno per dare individui delle diverse
delle vecchie piante. Negli ultimi anni , invece, caste in un rapporto numerico tra loro pressoché
attacchi termitici sono stati riscontrati un po' in costante.
tutte le regioni, in Campania, nel Lazio, in Emilia- I reali , sessualmente maturi, che sono forniti di ali, a
Romagna, in Toscana, nel Veneto, in Lombardia, partire dalla primavera e per tutta l'estate, abban-
in Liguria, in Friuli, anche se con minore frequen- donano in massa il nido (sciarnatura) attraverso dei
za a mano a mano che si sale dal sud al nord. fori che praticano sulla superficie delle piante o dei
Le térmiti, generalmente si trovano in ambienti tro- manufatti lignei attaccati, per andare a fondare un
picali e subtropicali. Solo alcune specie si sono adat- nuovo nido, che generalmente è costituito da una
tate alla zone temperate e di esse solo poche sono sola colonia.
presenti in ambiente urbano. I nuovi reali, usciti dal nido compiono il cosiddetto
In natura svolgono un ruolo ecologico fondamen- volo prenuziale. Discesi a terra, si staccano le ali e,
tale nel distruggere i vegetali morti o vecchi e nel maschio e femmina si appaiano fuori terra. Ogni
fare ritornare nel suolo la sostanza organica. I n coppia cerca il luogo idoneo per fondare il nido; qui
ambiente antropizzato, generalmente svolgono, avviene l'accoppiamento e la femmina inizia la depo-
anche se in misura minore, lo stesso ruolo, cioè sizione delle uova.
attaccano radici e tronchi di piante deperite o morte In un primo tempo i reali si nutrono direttamente
o legni vari sparsi nel suolo. del legno, successivamente, quando sono presenti i
Solo in minima parte, e solo se si verificano le condi- falsi operai o pseudoergati, cessano di nutrirsi da soli e
zioni favorevoli alloro sviluppo, possono passare ad vengono nutriti da questi che rigurgitano l'alimento
attaccare il legno in opera. nella loro apertura boccale (trofallassi).
Le specie presenti in Italia, fino a pochi anni addie- La localizzazione puntuale e l'avversione alla luce
tro erano due: Kalotermesjlavicollis (Fabricius) (Isop- rendono difficile la diagnosi dell'attacco. I danni
tera Kalotermitidae) e Reticulitermes lucifugus (Rossi) possono essere molto gravi, fino al crollo improvvi-
(Isoptera Rhinotermitidae). so della struttura attaccata (travi, soffitti, ecc.).
Dal 1997 è presente anche la specie Cryptotermes bre-
vis (Walker) (Isoptera Kalotermitidae) (Tremblay e Kalotennes flavicollis (Fabricius)
Priore, 1997) e non è da escludere che altre specie Questa specie !jìgg. 82, 83, 84, 85, 86 e 87), nota con
possano essere importate, possibilmente assieme a il nome comune di "termite dal collo giallo", si trova
legname infestato. principalmente nell'Italia meridionale e nelle Isole.
Fig. 82 Regina di K,i/olermes J7avicollis (Fabricius) ( Isalle ro
della fam iglia Ka)oLermiLidac) , pri va tasi de lle a li dopo il volo
prenuziale.
--_ ...... _- Fig. 85 - fàlsi 0IJerai () jJseudoergali: so n o le form e immature
d e i rea li che asso lvono i compiti d egli operai, <.:asta che man-
ca in ques ta specie e ne lle specie d e lla stessa famiglia de i Ka lo-
termitidi .


Fig. 83 - Reg ina di Kalotermes.flavicollis che ha d e posto le uova


dopo essersi acco ppiata.

Fig. Rh - ! )selldoetgalo () falso operaio di Ka/oler/llfS jlavicollis .

Fig. 84 - Forma delle uova d i Kalolennes J7avicollis . Fig. 87 - Soldato di Kalolennesflavirollis tra tanti jJseUdongali.

37
L'insetto alato o 1l!ale, lungo mm 10-1 2 con le ali e La scia11lalura in massa avviene generalme nte a par-
mm 6-8 senza ali, è di colore bruno-nerastro co n la tire d al mese di aprile e prosegue a gruppi di lieve
parte dorsale del primo segmento del torace di colo- entità fino a sette mbre. Nei Beni culturali il nido
re giallo (da cui il nome com une) e le terminazioni viene fondato nelle testate dell e travi ann egate nella
delle zam pe e delle antenne di colore beige chiaro. muratura o negli stipiti delle porte e d elle finestre
Le ali sono lunghe una volta e mezza ri spetto alla !jìgg. 88, 89, 90, 91, 92, 93 e 94).
lunghezza del corpo. Le antenne sono formate da
16- 18 articoli. Le forme giovan i sono di colore bian-
castro con la testa di colore beige. Il soldato, lungo
5-8 mm , è di colore grigiastro con il capo e il primo
segmento toracico giallo-ocra e le mandibole bru -
no-scure; il capo è rettangolare e lungo quan to
metà del corpo; le mandibole sono d entate interna-
mente, acute all'ap ice e lun ghe quanto la metà d ella
lunghezza del ca po.

I Fig. 90 - Gli infissi esterni sono la sede privilegiata pe r ,'in-


sediame nto de lle te rmiti della specie Kaloll!r1lles jlavicollis.
Altra fin estra con segni di attacco da pane di qu esta specie.
(Palm.w Reale, Palermo).

,.

- ---
IO!
L..-----~

Fig. 88 - Finestra con lo stipite appa re nteme nte sa no (Palazzo


Reale, Palenno).

Fig. 9 1 - Pa rticolare della precedente, per evidenzia re le galle-


rie te rmi tiche che han no SV UQtaLO la base dello sup il.e.(Palm.w
Reale, Palermo}.

Fig. 89 - Particolare dclla precedente, dopo avere tolto lo stra -


lo d i ve rnice per evide nziare le ga lle rie di KaloJermes flavicol- Fig. 92 - Porta inLerna, appa re nlemenle in discre Le condi zio-
lis o(Palazz.o Heflle, PaJf,I'1IIO). ni fi LOsan iLarie. (Emeroteca del Palazzo Rea"!, Pale'rmo).

38
-

Fig. 95 - Trave attaccata da Kalolermes flavicoLlis ne lla zona a


Fig, 93 - La stessa della precedente, dopo avere tolto lo strato contalLO con la muratura. (Archivio storico del Comune di Palenno).
di vern ice, con gallerie ed escrementi di Kalolermes flavicollis .
(Emeroteca del Palazzo Reale, Palermo).

Fig, 94 - Particolare dei granu li escrementizi di Kalolennes jla- Fig. 96 - Particolare della precedente, per mostrare come le
vicollis che, essendo asc iutti, non si attacca no alle pareti delle term iti della specie Kalolermes flavicollis , dei cerchi a nnuali
gallerie e carlono verso il basso accumulandosi sulla supe rfi- del legno, erodono preferibilmente la parte di produzione
cie piana sollostante. (Emeroteca del Palazzo Reale, Palermo). primave rile, lasciando intatta quella di produzione autu nna-
le. (Archivio storico del C011lunedi Palenno).

Le gallerie praticate da K. flavicollis generalmente


decorrono lun go il legno di produzione primaveri-
le così che la sezione di una qualsiasi struttura lignea
appare svuotata nella parte più soffice dei cerchi
annuali, mentre restano integri i residui più co m-
patti dei cerch i (figg, 95 e 96) ,
Tali gallerie sono riconoscibili perché sono general-
mente sgombre di rosume; gli escrementi, a form a
di barilotti a sezione esagonale (fig, 97), che sono
asciutti e staccati l'uno dall'altro, si depositano per
gravità nel punto più basso della galleria (ad es., nei
telai delle porte si depositano a livello del pavimen-
to); solo qua e là si trovano grum i di escreme nti
fi g. 97 - Tipici escrementi di Kalolermes flavicollis: hanno una
attaccati alle pareti delle gallerie o per chiudere fes- sezione di forma esagonale.
sure e impedire la penetrazione della luce.

39
Cryptotermes brevis (Walker) come in tutta la fam iglia Kalotermitidae, gli operai e
Questa specie, originaria dell e Indie occidentali , si le funzioni di qu esti ul timi vengono assolte dai falsi
sta diffondendo in tutlO il mondo per la su a capacità olJemi o pseudoe1"gati. Questi ultimi sono di colore
di adattarsi a vivere nelle cond izioni a mbientali più beige unifo rme (fig. 100). Il soldato !fig. 101), di
diverse. In Eu ropa è stata segnalata varie volte, ma colore tra il beige e il grigio, è lun go 4-5 mm ; il capo,
si è trallalO quasi semp re di introduzioni con mate- di colore brun o-scuro , costitui sce circa un terzo del
riale infestalO proveniente da paesi in cui è presen- corpo illle ro , è, come in tutte le specie d el genere
te, non seguite da accl imatazio ne. In Italia è stata Clyptotermes, "fragmotico" (cioè adatto a t.appa re le
segnalata nel 1997 da Tremblay e Priore in alcuni ga llerie a scopo difensivo) e porta un'area fi-ontale
ed ifici della città d i Napoli dove è stato accertato che concava con espa nsion i latera li rugose che arrivano
era presente già da alcuni anni, dimostrando di fin o alla sua som mità; le mandibole so no robuste e
essersi insediata probabilmente in torma stabile. subegu ali tra loro.
Recentemente è stata segnalata in Sicilia (Liotta e
Matran ga, 1999) in alcu ne abitazion i di Palerm o,
dove era presente da alm eno un quinquennio, e in
Liguria (Rain eri et al., 200 l ).
È una delle termiti più pericolose pe r le struttu re e
gli arred i lignei.
L'insello alato (Imle) misura, con le ali , 10-11 mm di
lun ghezza, è d i colore brunastro con le antenne e i
pezzi boccali più chiari e ali col margine anteriore
leggermente brunastro !figg. 98 e 99). Mancano, Fig. 100 - Falso operaio opseur/offrgato di CJ)'plol f'rllles brevi:; .

Fig. 98 -Reale d i Cryp/otel"/lles brevis (Walker).


Fig. 101 - Solda to d i C'-yjJlotennes bmvis con il tipico capo Fug-
lIIolico , cioè adatto a chiudere i rori .
-------------------------------- .- --

Le sciamatu re si verifica no a partire dalla primavera


e fino a tutta l'estate. I n questa occasione pratica no
d ei fori in superficie di sezione circolare e di diame-
tro di circa 2 mm , che ve ngono subito tappati con
del rosume pe r imped ire la pe netrazione d el la luce
e l'ingresso di eventuali nemici naturali. Questi fori
otturati sono un indice d ella presenza d ell 'attacco ter-
mitico. La fondazion e del nido viene realizzata su
Fig. 99 - Reale di Cliptolennes brevis de"laLO.
oggetti di legno totalmente asciutti !figg. 102, 103,
104, 105 e 106) e anche senza alcun contatto con

,<1.(\
Fig. 102 - La colonia di Cryplolenlles brevil può essere lannata
da pochissimi individui e localizzata nei punti più disparati.

Fig. 105 - Piede di un armadietto, visto di fronte, attaccato da


(1)'ptoler1lleS brevis .

Fig. 103 - Particolare della cornice precedente, per mostrare


come la superficie della parte esterna è in parte avvallata per
la presenza delle sottostanti gallerie di questo Kalo te rmitide.

B
J

Fig. 106 - Lo stesso piede, visto dal retro, per evidenziare i


vuoti provoca ti da qu esta termite.

Fig. 104 - Zoccoletto ligneo di un'abitazione privata con segni


di (ori e galle ri e nella faccia a contatto con il muro.

pareti o pavimento, come pomoli di bastone e lam-


padari lignei. Generalmente, nel primo anno, nel
nido si trovano solo i reali fondatori della colonia e i
pseudoergati (in numero di 3-4); negli anni successivi
la colonia aumenta di numero, non superando mai
le 300 unità, e compaiono i soldati.
Le gallerie sono molto ampie e sempre sgombre di
qualsiasi traccia di escrementi che sono a barilotto a
sezione esagonale, come in K. flavicollis, ma , a diffe- Fig. 107 - Escr ementi di Cryplolenlles brevil con le facce ester-
renza di quest'ultima, sono con le facce leggermen- ne incavate.
te incavate (fìg. 107).

41
6.2 . FarnigliaRhinotennitidae
Le colonie di questa famiglia sono form ate da un
numero grandissimo di individui (diverse centinaia
di migliaia). Le specie che vi appartengono so no
annoverate tra le lermili sotterranee, cioè che nidifica-
no in terreni umidi e attacca no, per cibarse ne, legni
molto umidi , sia che si trovino nel suolo, sia che si Fig. 109 - Reali sciamanti, in attesa di compie re il volo prenuziale.
trovino a notevole distanza da questo fin o a oltre 30
metri (come nelle strutture d ei tetti delle cattedrali).
Dal nido, il legno in opera viene raggiunto attraver-
so cavità esistenti nei muri o attraverso tunnel a per-
fetta tenuta di luce che gli operai costruiscono,
anche su lle superfici a vista, con un impasto di sal i-
va, terriccio ed escrementi (i cosiddetti camminamen-
ti). Le colon ie di R . lucifugus sono costituite dai reali
veri, dai reali di complemento, d agli operai, dai sol-
dati e dagli immaturi (neanidi e ninfe).

Reticulitennes lucifugus (Rossi)


È comune in tutta l'area del Mediterraneo. L'insetto
alato (reale) di R. lucifugus, lungo mm 10-1 2 con le Fig. 110 - Operaio di Reticulilennes lucifugus che si pre mura di
ali e mm 6 senza ali , è unifo rmemente nerastro e ha otlurare il foro da cui sono usciti i reali scia ma nti.

il primo segmento del torace più stretto d el capo. Il


soldato, lungo 4-5 mm , è di colore paglierino-
grigiastro; ha il capo subrettangolare, lungo, assie-
me alle lun ghe mandibole, quanto metà del corpo e
la parte dorsale del protorace ha la forma di trape-
zio rovesciato. Il primo segmento del torace è più
stretto del capo. L'operaio è simile al soldato, ma ha
il capo tondeggiante con mandibole brevi e robuste
(jigg. 108, J09, 11 O, 11 J, 112).

Fig. l Il - In ambiente urbano normalme nte R eticulitermes


lucifugus per scia mare costruisce de lle galle rie esterne a l
Fig. 108 - Reali di Reliculilermes lucifugus (Rossi) che stanno manufatto: pratica in queste de i fori circola ri e fuoriesce.
sciamand o. (SfJjJrinleruJenzndei BBCCAA di via Siracusa, Palenllo).

42
Fig.112
Particolare Fig. 1 15 - Soldato di R eticulilermes lucifugus tra tanti operai.
de lle gallerie
artifi ciali es terne co n i
fo ri per la fuoriuscita
dei reali scia manti .

Fig. 116 - Soldato di Reliculilennes luciJllglls.

La maggioranza della popolazione termitica è for-


Fig. 11 3 - Operai di R eliculilermes lucifugus. Sono sempre in atti- mata d agli operai (figg. l13 e 11 4) ; i soldati (figg: //5
vità e fanno un via-vai co ntinuo tra il nido e la zona di !)(1scoLo. e 11 6) sono pochi e i reali pochissimi , tranne nel
periodo di aprile-maggio, quando sono presenti
molti alati prossimi a sciamare. Il numero dei com-
ponenti la colonia è elevatissimo: può raggiun gere
fino a 700.000-1.000.000 di individui. Pare che in
Italia gli individui sciamanti non riescano a fondare
nuove colonie e che queste si formino per pTOPaggi-
ne dalle colonie vicine.
Dato il grande numero dei componenti d ella colo-
nia e la straordinaria voracità degli operai, si verifi-
cano continue conquiste di zone lignee da infestare.
Per questi spostamenti R. lucifugus costruisce galle-
rie non solo sulle superfici di supporti vari (m uri ,
pietre, metalli, legno, ecc.) che si trovano tra la sede
Fig. 11 4 - Pa rticolare di un operaio di Reticulitermes lucifugus.
della colonia e il legno di nuova co nquista, ma anche

43
gallerie pendule. Tali gallerie, che sono sempre a
prova di luce e costruite con terriccio, rosume e sali-
va, possono collegare direttamente una struttura
lignea con quella sottostante distante anche 80 cm.
Le gallerie, del diametro di pochi millimetri e spesso
perfettamente perpendicolari, non solo possono
procedere dall'alto verso il basso (come stalattiti) lfig.
J J 7 e JJ8), ma anche dal basso verso l'alto (come sta-
lagmiti) e sono chiamate "cannelli" o "camini".

Fig. 118 - Per passare da una tra ve a strutture lignee sotto-


stanti (ad es. dalla trave di un solaio alle centine di lilla volta
sotto stante) costruiscono delle gallerie pendule, d ettecannel-
li, che possono essere lunghi anche cm 80. (Sala Preghiete,
Palazzo dei Normanni, Palermo) .

Le gallerie, a differenza di quelle dei Kalotermitidi,


sono sempre tappezzate da escrementi che, essendo
ricchi di umidità, si raggrumano e si attaccano nel
Fig. 117 - Reticulitermes lucifugus, per passare da un punto punto in cui vengono rilasciati. Questi escrementi
all'altro della trave cosLruisce delle gallerie artificiali, dette vengono impastati con terriccio e saliva a formare
camminamenti. (Sala Preghiere, Palaz.zo dei Normanni, Palermo).
delle cellette in cui si annidano gli operai e che occu-

Fig. 11 9 - Sala d'ingresso d el Gymnasium de ll'Orto Botanico di Palermo

44
pano lo spazio prima occupato dal legno o dalla
carta attaccati, costituendo il cosiddetto legno (o car-
ta) di sostituzione.
È la specie più dannosa tra le termiti presenti in Italia.
I danni più gravi sono quelli arrecati al legno delle
strutture dei tetti e d ei soffitti. Gravi d anni possono
riscontrarsi anche sugli arredi lignei, nelle bibliote-
che e negli archivi (figg. 11 9, 120, 121, 122, 123,
124,125,126,127,128, 12g e 130).

Fig. 122 - Una delle colon ie di Reticuliterrnes lucifugus trovate


sia sul mobile del Gymnasium che nei vari armadi e ne lle colle-
zioni dell'Erbario. (Gymnasiumdell'Orto Botanico di Palermo).

Fig. 120 - Particolare della precedente, per focalizzare la


zona attaccata da Reticulitennes lucifugus.

Fig. 123 - Porta a ttaccata da Reticulitermes lucifugus. (Porta del


Salone principale della Palazzina alla Cinese).

Fig. 121 - Ulteriore ingrandimento della precedente, per evi-


de nziare il grave degrado subito dalla base della colonna Fig. 124 - Particolare della precedente. Si ved ono le gallerie
lignea. lermitiche.

45
Fi g. 128
Altra [fa ve
g rave m e nte
compl"omessa
da ll'attacco
termitico.
(Can torie,
Dl/omo di Enna ).
Fig. 125 - Volu m i prelevati da UIlO scafla le d elle Biblio teca
del Circolo Giuridi co di Pa le nn o.

Fig. 126 - Gli stessi vo lumi visti da lla pane in cui poggiavano Fig. 129 - Le tfa vi attaCCale d a lle tcrm iti sono que lle m esse in
sullo scaffale ligneo e sul mo nta nte. Al posto d ello spesso re o pe ra successivamente a ll'impia nto o ri gi nario. La tra ve ce n-
dei vol um i eroso da gli o pe ra i di Reticulilermes lucifugus. si tro- tra le, orig inaria, è ese nte da a ttacco te rmiti co . (Cantorie, Du omo
va llo le celle costru ile co n gli esc re m enti per accoglie re la di Enna).
numerosa po polazione di questa specie .

Fig. 12 7 - Travc sv uotata dall'azione delle te rmiti . (Ca ntorie, Fig. 130 - Particolare di un a Lrave atLaccaLa. Le fa cce esterne
Duomo di Enna). laterali sono ap pare nte me nLe sa ne. (Cantorie, Duolllodi Enna).

Ah
7. Misure di difesa

7.1. Mezzi e metodi di sanificazione


Fig. 133 - L'uso degli insetticidi non sernpre raggiunge il siLO
Volendo contrastare l'atli vità degli insetti xilofagi dove sono collocate le la r ve. Tale uso è dove roso pe r lullO il
sui Beni cultura li , il pe nsiero va subito agli insettici- legno di nuova introdu zio ne pe r il resta uro d i un ma nllf~Hlo.
(S. Michele, Isnello, PA).
di, nella convin zio ne che essi possano dare un sicu-
ro ausi lio in qu esto ambito. Nella realtà le cose sta n-
no un po' diversa mente , per le motivazioni che ver-
ranno esposte nei paragrafi che seguono. Inta nto
diciamo che non sempre gli insetticidi ve ngo no ado-
perati in segui to a un a atte nta valutazione de l fi to fa-
go presente e d el mezzo più idoneo p er contrastar-
ne l'attività Ijìgg. / 31 e 132). Va aggiunto ch e in certe
situazioni l'uso d egli in setticidi è necessario, ma la
valutazione di questa necessità d eve essere fa tta sol-
Fig. 134 - La d istribu zio ne di un inseu icida liquido, sempre
su l legname nuovo, può essere e fl e tluala meccanicame nle pe r
r id urre i costi dell'o pe razione. (S. Miche/I!, Isnello, PAlo

Fig. 13 1 . Vascheu e cun della naftalina collocate nel sO l LOl elLO


nel tentativo, senza successo, di uccide re gli adulLi de l Coleot-
tero Cerambicicle '/ ì-idwferu..s holosericeu5, che e ra no sfarfa llali Fig. 135 - L'immersione d i tavolame nuovo in vasc he a ppro n-
numerosi ne l mese di gi ugno. (Istituto Centrale del Restauro, Isti- tate a l mome nto d el lratta me nto è ulla p ratica che sortisce vali-
tulo S. Mie/udii, Hml/a.). di risultati (S. Maria delle Grotte, oggi St:de della Hibliot(!Ca Centrale
----------------- della Regione Siciliana, Palermo).

Fig. 132 - I mezzi chi mici contro gli insetti xilofagi possono Fig. 136 - La durala d e ll'imm e rsio ne p uò esse re stabilita in
dare r isultati se ve ngo no ad ope rati te nendo conto clelia spe- base a lla specie leg nosa d a tra ttare. Ge ne ralme nte no n supe-
cie responsabile dei da nni e cle lia sua biocLOlogia. (Istituto Cen- ra i 5-6 minuti seco ndi .( S. Maria. delle CrollI!, oggi sede della.
lrale del Restauro, lslituto S. Michele, Roma). Biblioteca Centrale della Regione Siciliana, Palermo).

47
tanto da chi ne ha la co mpetenza. Q uest'ulti mo
dovrà a nche ind ica re la dose e la mod ali tà della
distribuzione del fo rm ulato.
Gli insetticid i liqu id i genera lmente possono essere
distribuiti a spruzzo (figg. 133 e 134), a penn ello e,
per i legni di n uova imroduzione in un ma nu fillto
ligneo in restauro, per immersione (figg.135 e 136).
In casi particolari, possono essere iniettati all'i n-
terno del legno (ad es., nelle strutture d ei soffi tti,
Fig. 138 - Al cuni decenni add ietro per la d isin festaz ione dei
dei solai e dei tetti). In tem pi passati (fig. 137) qu esta
li bri O di piccoli oggetti di legno si adoperavano dci gas toss ici
(bro muro di metile, ossido di etilene). Oggi le norm e non lo
consentono. (BibLioteca Lucchesiana, Agrigento).

Fig. 137 - U na volta, pe r consentire la penetrazione dell iqui-


do insetticida all'inte rno d i Ulla sezione di l f ave, si usava f~l re
dei fo ri sulla supe rficie superiore d e lla t ra ve per la co ll ocazio- Fig. 139 - Appa recchialura per l'immissio ne del gas nel loca-
ne di un piccolo im buto in c ui si ve rsava d e/ liq uido inscuici- le. (Biblioleca L1Icchesiana. A/J11genlo).
da, che veniva lentamente assor bi LO dal legno. L'operazio ne
ven iva ripetuta pe r 2-3 vo lte pe r ogni foro. Oggi analoga ope-
razione vie ne efleltuata con u n siste ma di tu bic in i co ll egati,
da una parte, a un compressore e, dall'altra, annega li in delle
gall e rie, di circa 111m 2 di d iame tro, pratica te a d istanza varia -
bile da 40 a 70 ce n timeu-j nella l.rave in fes tata.

operaZIone ve nI va fatta 111 modo di scutibile e


approssimato, oggi viene effettuata con un sistema
di tubicini collegati da una parte a un co mpressore
e dall'altra an negati in delle gallerie, di circa mm 2
di diametro, praticate a distanza variabile da 40 a 70
centimetri nella tra ve in festata. La pressione eserci- Fig. 140 - Appa recch ialu ra per lo smallim elllo d el gas dopo il
tratLamenLO. (Biblioteca Lucchesiana, Agrigento).
tata dal co mpressore permette al p rodotto liq uido
di penetrare e d iffond ersi all 'interno della sezione insetticidi gassosi veni va no adoperati molti p rod otti
del legno. Ovviamente, solo imprese attrezzate allo chimici (bromuro di metile, ossido d i etilene, ecc.)
scopo possono svolge re questa attività. (figg. da 138 a 148). Oggi tali p rod otti non trovano
Gli insetticid i allo stato gassoso vengono distri buiti pi ù impiego pe r dive rse limi tazio ni sia tecn iche che
in ambiente co nfin ato e, talvolta, sottoposto preve n- normative; si tende a sostituirli con gas molto meno
tivamente al "vuoto", cioè sottoposto a una notevole tossici, ma altrettanto efficaci, come l'anid ride car-
depressione. Fin o a qualche te mpo addietro come bo nica e l'azoto. Un piccolo inco nveniente viene

48
Fig. 141 - Smonlaggio di un SOffilLO a cassetton i per la su ccessi-
va disinfesta zione in camera blindala . (Cattedrale di Agrigenlo ).

Fig. 144 - Camera co n materiale ligneo pe r la disinfestazione


"sottovuoto" (Calieliraie lii Ag rigento) .

Fig. 142 - Smo11laggio d i altre parti del so llino . (Caliedmie di


Agrigento ).

Fig. 145 - Ca mera m obile per la disinfesta zione "so tLOVlIOLO"


(Calledmle di Agrigento) .

7.1.1. Gli insetticidi per potere agire devono avere


la possibilità di raggiun gere il posto in cui si trovano
gli insetti : questo non sempre si verilica. Inratti , la
Fig. 14 3 - -n ·asporLo del materiale smontaLO alla "camera
sotto vuoto" (Caliedm./e di Agrigento). localizzazio ne delle larve , che sono quelle che pro-
voca no il maggiore danno, è la più varia in dipen-
dato dal tempo necessario per la disinfestazione, denza della specie a cui appa rte ngono. Spesso si tro-
che è di alm eno tre settima ne, e dalla temperatura, vano in fondo a una ga lleria tortuosa , protetta da
che non può essere inferiore a 22°C. diversi ce rchi annuali di accrescimento della pianta
In ogn i caso, bisogna tenere presente ch e la "gassijì- da cui il legno provie ne. Anche se la ga lle ria fosse
cazione" (come viene chiam ata) mira solo a e limin a- superficiale e perfetta mente lin eare (cosa impossi-
re le infestazioni in atto: d opo un solo secondo che il bile nella realtà) l'insetticida, gene ralmente veicola-
materiale disinlestato viene uscito dalla "bolla", riac- to co n un liquido, non ra ggiun gerebbe l'obiettivo
quista la suscettibilità ad essere reinfestato. I gas ado- per via di una bolla che nella ga lleria impedirebbe
perati, infatti , non lasciano alcun residuo. qualsiasi accesso; anche se l'insetticida viene dato

49
allo stato gassoso, incontrerebbe le stesse difficoltà
da parte dell'aria che rie mpie la galle ria, a meno che
non sia possibile creare precede ntemente il "vuo-
to", ma quest'ultima possibili tà non è realizzabile se
non per oggetti relativamente piccoli.
7,1.2. Gli insetticidi non sempre sono compatibili
con il materiale ch e supporta il Bene culturale. Se,
per esempio. ci si trova di fronte a opere pittoriche
o a libri o a tessuti, questi potrebbero subire danno,
non tanto dalla sostan za attiva, quanto dai suoi vei-
colanti o coadiuvanti, co me i solventi, gli emulsio-
nanti, i disperdenti e i tensioattivi.
7.1.3. In alcuni casi la lotta chimica co n i prodotti
Fig. 146 - ScafTalawra te mporanea per la collocazio ne dei
trad izionali è controprod ucente: come nel caso
libri da disi nfestare in bolla. (ATcivescovatodi Mom-eale, PA lo
delle termiti della specie Reliculilennes lucifugus (che
hanno nidi costituiti fino a I milione di individui) in
cu i il trattamento contro una colon ia insediata su
una trave può dare subito la sensazione di avere
ottenuto un valido risultato: sulla trave le termiti
non ci sono più, magari sono morti 200.000 indivi-
d ui, ma il resto d ella popolazione si è spostato verso
altre travi dello stesso tetto.
7.1.4. Gli insetti contro cui si vuole intraprendere la
lotta apparte ngono, come visto, a va ri ord ini, a varie
Famiglie e a tante specie. Di conseguenza diversi
sono i cicli biologici, di versi i comportamenti , diver-
Fig. 147- La scaffalatu ra viene co perta dalla bolla di plastica a se le preferenze alime ntari e le esigenze climatiche.
perfeLLa tenuta diaria. (Arcive5covalo di Monreale, PA ). Non ci si trova, cioè, di fì-onte al "tarlo del legno",
come se si trattasse di un a sola specie, ma a tante
e ntità biologiche di cu i bisogna tenere conto
nell'approntare le misure di d ifesa.
7.1.5. Le specie botaniche da cui provengono le
ope re lignee, le età dei legn i, le modalità di esecu-
zione delle opere, la localizzazione e le condizioni
termo-igrometriche sono le più diverse. Di tutte
queste variabili non si può non tenere conto nelle
operazioni di sanifìcazione. Se ne deduce che i
mezzi e i metodi di risanamento d evono essere adat-
tati alla singola opera da diFende re e no n possono
Fig. 148 - Attraverso dei tubicini muniti di valvola vie ne sot-
tratta l'aria e immesso il gas (a nidride carbonica O azoto). La
essere in nessun modo mutu ati con situazioni appa-
chiusura du rerà alme no tre settima ne, dura nte le qua li si re ntemente simili. Solo dopo un attento esame
fara nno dei controlli e, se necessario, sarà immesso nuovo gas
delle peculiari caratteristiche di quel singolo Bene,
per mantene rne costante la perce ntuale.
si potrà programmare, di concerto con altre com-

50

tidae, in Italia il genere Reticulilermes, è possibile fa re
uso di regolatori di crescita (tra cui Hexaflumuron)
che interferiscono sullo sviluppo preimaginale degli
insetti bloccando ne la muta. Distribuiti da personale
specializzato in una formulazione ad atta all'alimen-
tazione d elle te rmiti , qu esti prodotti vengono con-
sumati dagli operai che li trasportano in seno alla
colonia e, grazie allo scambio costan te di nutrime n-
to tra gli individ ui (trofallassi), li diffo ndono a tutta la
colonia. Gli individui così intossicati muoiono dopo
qualche settimana, nel corso d ella mu ta. A poco a
Fig. 149 - Secchio p rivo d i fo ndo infossato nella zona in cui si poco la popolazione d elle termiti decresce produ-
ritie ne si trovino de lle colo nie d i Reti.culitermes lucifugus. (Museo
Archeologico, Siracusa). cendo l'eliminazione p rogressiva d ella colonia in te-
ra (jìgg. da 149 a 154).
7.1.6. Microonde - In questi ultimi tem pi si parla
della possibile utilizzazione delle microonde per la
disinfestazione d i manu fatti lignei attaccati d a insetti
xilofagi. Si parte d alla considerazione che le micro-
onde d etermina no l'a umen to d ella temperatura
d elle parti trattate. Tale aume nto è maggiore ne i
punti in cui è maggiore l'umid ità. Le larve degli
insetti che si trovano nel legno sono costituite per
circa il 98% di acqua, rispetto al legno che ha
un'umidità del 12% circa. Se ne deduce che un trat-
tamento con microonde per qualch e minuto deter-
Fig. 150 - Legno fresato e bagnato per richia mare e accogliere
mina nelle larve un aumento di tem peratura di 54-
le Lermi Li della specie Reliculitennes Lucifugus. 56 °C necessari per ucciderle, mentre nel legno
l'aume nto è quasi im percettibile. Fin qui il ragiona-
petenze che so no interessate, quello che meglio si mento non fa una grinza. Sen nonché, bisogna con-
adatta a quella singola situazione.
Tenuto p rese nte quanto fino ra d etto, qualche ope-
razione di disinfestazione può effettuarsi a prescin-
dere da un p reventivo esame. Alcu ne di queste ope-
razioni sono: a) il trattamento preventivo di tutto il
materiale ligneo di nuova introduzio ne in un monu-
mento o manu fa tto da restau rare; h) il trattamento,
in ambiente confinato (bolle a perfetta tenu ta, con-
tenitori approntati sul posto con fogli di plastica sal-
data) in atmosfera modificata, cioè con azoto o ani-
dride carbonica, CO" di materiale librario o di
oggetti facilme nte confinabili; le operazioni d evono
essere eseguite da personale specializzato; c) per Fig. 15 1 - Sul legno bagnato si po ne un o scatolo d i plastica con
de lla cellulosa arrotolala. (Museo Archeologico, Siracusa).
quanto riguarda le termiti della famiglia Rhinotermi-

51
-
siderare che le microo nde non sono unidirezionali e
che possono deviare il loro percorso di Iì'onte a osta-
coli d i varia natura, che nel legno possono essere
costitui ti dai nod i, dai cerchi di accrescime nto
annuali, dalle piccole lessul'azioni , d ai chiodi , ecc.
Pertanto, queste dev iazioni , d a un can to possono sal-
vaguarda re il ne mico da co mbattere, d all'altro pos-
sono fare concentra re le microonde sullo stesso p un-
to, anche molto piccolo e qui determin are u n
aumento della tem peratura spropositato. Nello stes-
so manufàtto ligneo si possono riscontrare difTeren - Fig. 154 - Q uando le termi ti si sono insediale, si toglie la cel-

ze di d iverse centi na ia di gradi: ad esempio, d i fron- lulosa no n lratLa ta e si sostjlU isce con la ce llulosa tratta ta con
regolatori d i crescita (come HexafZwnumn.).
te a una temperatura media d i 30 °C risco ntrata a l-
l'interno d i una trave trattata, si riscontrano delle 7.2. Metodiche di salvaguardia e conservazione
"lenticchie" carboni zzate o quasi, pe rché la tem pe- Le metodiche di salvaguardia e conservazione
ratura in quel piccolo punto ha superato i 300 °C. fa nn o riferimento a tu tti gli accorgimen ti che ren-
Motivi di p rud enza consiglierebbero d i riflettere da no l'ambiente inidoneo a ospi tare e fa re sviluppa-
sull'uso di questi mezzi sui Be ni culturali. re gli age nti biotici di d egrado, quindi principal-
me nte funghi e insetti. Q uesti accorgimenti , se bene
orientati , possono d are molto p iù affid amento
rispetto all'uso d ei mezzi chi mici e per un tempo di
gran lunga supe riore.
Nelle pagine che segu ono si potranno osservare
alcune di tali metod iche che so no state ad eguate
alle peculiarità dei sin goli ma nu fatti.
Q ui di seguito, a titolo orientativo, se ne citano alcune:
a) isola mento delle testate delle tI'avi dalle murature
e costruzione di apposite nicchie d i alloggiamento,
Fig. 152 - Le ter mi ti si so n in sedi ate nel leg no fr esa Lo. possibilmente co n pa reti in matto ni pressati per un
più facile assorbimen to e cessione d ell'umidità, di
larghezza supe rio re alla sezio ne della tra ve;
b) ae razione d elle strutture e dei sotto tetti ;
c) controllo dell'umid ità d i risalita nelle pareti ed eli-
minazioni d elle infiltrazio ni di acq ua piova na;
d ) riduzione al minimo delle escursioni termiche
per impedire la condensa;
e) creazione di compa rti di aerazione al di sotto e nel
retro degli arredi lignei fi ssi (stalli d i col'i, armadi);
f) isolamento dei libri e d ei documenti d al contatto
diretto con scaftàli metallici per impedire che la con-
d ensa occulta si accumuli nel taglio basso d ei volumi;
Fig. 153 - Particolare con term iti della specie Reliculilermes
lucifugll.s . g) controllo periodico d elle situazioni sanitarie d ei
Beni culturali.

View publication stats

Potrebbero piacerti anche