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Agli insetti
piacciono le opere d'arte
Degrado, difesa e conservazione
Agli insetti Piacciono le opere d'arte, specialmente se sono costituite
da materiale organico, come legno, carta, tessuti, pelli. Piacciono
tanto che le cercano ovunque si trovino e, trovatele, vi si insediano,
le apprezzano, se le mangiano, le gustano e le fanno gustare alla
loro prole. Sono insetti i Più diversi, che hanno forme diverse, che
appartengono a gruppi familiari diversi, ma che di fronte a
un'opera d'arte, sia che si tratti di un quadro o di una pala pittorica,
di un soffitto ligneo intagliato o decorato, di un tetto millenario o di
un antico manoscritto, non resistono alla tentazione di mangiarsela.
'ìtllora sono monelli questi insetti!", sentenzia uno dei miei sei nipoti
(tutti al disotto dei sei anni). No, non sono "monelli" - rispondo -per-
ché, anche se ci procurano qualche guaio, ove questi insetti non ci fos-
sero, al posto delle foreste vedremmo solo rami secchi, anzi questi
rami secchi non li vedremmo neppure, perché non ci saremmo nem-
meno noi. La nostra esistenza la dobbiamo in gran parte a questi
insetti distruttori che, assieme a tanti altri organismi come funghi e
batteri, svolgono in questo mondo un ruolo importantissimo: quello
di riciclare la sostanza organica delle piante e degli animali morti e
di metterla a disposizione di altre piante che, proprio grazie a questa
sostanza organica riciclata, si sviluppano e ci danno ossigeno per
respirare e prodotti per vivere.
Palermo, 3 settembre 2007
Seguo da tempo, con ammirazione e curiosità scie ntifica, il lavoro di Giovanni Liotta e d ei
suoi collaboratori nell'ambito della salvaguardia d el patrimonio cultu rale del nostro Pae-
se. I numerosi successi ottenuti nel recupero prima, nella protezione poi, di opere d 'arte
insigni, lo pongo no tra i protagonisti di più alto livello del dibattito scientifico ed applica-
tivo sulle mod alità di intervento e di protezione d ei beni culturali. Ho già più volte pub-
blicamente manifestato a Giovanni Liotta, e sono lieto di poterlo ribadire in occasione
d ella pubblicazione di questo volume, il mio apprezzamento e la gratitudine d ell'Ate neo
per aver contribuito in modo am mirevole a d are della nostra Università una immagine
operosa, no n soltanto scientificamente valida, ma capace di applicare i risultati
dell'indagine scientifica a situazioni concrete, intervenendo in un campo che vede il
nostro Paese impegnato in una complessa attività di conservazione, vastissima per la rile-
vanza degli oggetti e per la loro numerosità.
L'essere un a d elle nazioni che posseggono il patrimonio cultura le d i maggior rilievo
d ell'intero pianeta carica infatti la nostra collettività scientifica di gra ndi responsabilità: i
supporti d elle opere d'arte, legno, carta, tessuti , pelli, gesso ... "piacciono" ad una varietà
d i agenti biotici che, al verificarsi delle opportune condizioni ambien tali, vi si insediano
provocando ne il progressivo, talvolta irreparabile, degrado. Il messaggio che Giova nni
Liotta manda con questo importa nte testo è coerente con la mod e rnità de ll'approccio
terapeutico conte mporaneo: no n solo intervenire fa rmacologicame nte o chirurgicamen-
te quando la patologia si è già manifestata, ma sop rattutto creare condizioni per ostaco-
larne l'insorgenza. Una visione moderna della qu ale, nell'ambito d ei beni culturali, Gio-
vanni Liotta è uno dei più convinti portatori da d ecenni e che la parte più avve rtita delle
amministrazioni d ello Stato ha fatta sua. L'università costituisce l'a mbie nte ideale per
dare concretezza a questa strategia conservativa: ricercatori di scien ze e tecnologie dei
materiali , di scienze chimiche, fisiche, di fisica tecnica, esperti di metod ologie analitiche,
trovano spazio, accanto agli entomologi, per la d efinizione di strategie difensive adeguate
alle diverse tipologie di ma nufatti, ai loro materiali, a i luoghi ed alle specifiche situazioni
di contesto. U no sforzo multidisciplinare che ved e, anche nella nostra Università, già atti-
vo un importante laboratorio di ricerche su qu esti temi. Giovanni Liotta dà con questo
testo un importante contributo alla diffusione della conoscenza delle diverse varietà di
agenti biotici d i degrado dei mate riali che costituiscono i beni culturali, ed alla diffusione
d ella cultura de lla protezio ne e d ell'intervento preventivo tra i tanti soggetti , singoli ed
istituzionali, p rivati e pubblici, che posseggono, custodiscono, conservano, spesso senza
avere la consapevolezza della grande responsabilità che grava su lle loro spalle, parti
importanti del nostro immenso patrimonio.
Giuseppe Silvestn
Rettore dell'Università degli Studi di Palenno
Ho conosciuto il Professore Liotta nel 1989, nel periodo in cui fui incaricata del
recupero della Biblioteca Lucchesiana di Agrigento.
La Biblioteca versava in uno stato precario quasi pari a quello descritto da Luigi
Pirandello, luogo, dunque, in cui la memoria dei fasti passati e la dignità dei docu-
menti contenuti sembravano aver lasciato il passo ad ogni oblio.
Fu allora che l'incontro professionale funse da prototipo per gli interventi di bonifica
del patrimonio librario e delle preziose scaffalature in cui spesso esso è contenuto.
Si svelò dunque a noi giovani bibliotecari un mondo fatto di prelievi, verifiche, con-
trolli, monitoraggi con strumenti e metodi oggi, forse, usuali e routinari, allora
indubbiamente all'avanguardia con un forte piglio sperimentale. Il Professore pub-
blicava i "Quaderni di Lavoro", risultato dell'intervento capillare effettuato nei loca-
li della Biblioteca, al fine di accertare lo stato fitosanitario delle strutture lignee
della Sala di lettura.
Altre positive avventure quali quelle riguardanti il Ritratto d'Ignoto, Palazzo Steri,
il Coro ligneo di S. Martino delle Scale, hanno visto la compresenza della Soprin-
tendenza e del Dipartimento di Scienze Entomologiche, Fitopatologiche, Micro-
biologiche agrarie, Zootecniche (S.En.Fi.Mi.Zo.) e quindi del Prof. Giovanni Liotta.
Oggi come allora, condivido il modus operandi di Giovanni Liotta e soprattutto il pre-
supposto che lo guida, ossia che per una vera e incisiva salvaguardia e conservazio-
ne dei Beni Culturali è indispensabile effettuare un intervento preventivo e curati-
vo, che presuppone la conoscenza delle caratteristiche biologiche ed entomologi-
che di tutte quelle specie di insetti che attaccano varie tipologie di beni.
Proprio in questa fase preliminare, il contributo di un Entomologo di spicco non
può che essere considerato basilare e propedeutico ai fini di un reale intervento di
restauro.
Esprimo la più ampia gratitudine e la più profonda stima all'autore, non soltanto a
nome mio personale, ma anche, ne sono certa, di tutti i colleghi impegnati nel setto-
re dei Beni Culturali, grata per il prezioso contributo che il suo insegnamento ha
dato alle generazioni da lui preparate.
Adele Mormino
Soprintendente dei Beni Culturali
e A mbientali di Palermo
=
Mi è molto gradito presentare questo libro del prof. Giovanni Liotta, che, con rara semplici-
tà di linguaggio di tipo illuminista-anglosassone, racchiude i risultati ottenuti nel corso di
una vita di ricerche. Mi sento infatti forse la prima responsabile della sua chiamata iniziale in
Lombardia e quindi della irradiazione del "metodo Liotta" nella lotta contro l'invisibile e anti-
co nemico degli arredi e dei manufatti lignei diffusi nel patrimonio artistico lombardo.
Questo metodo si inserisce nel medesimo binario che guida la filosofia fondamentale della
tutela del patrimonio artistico: cioè stabilire le condizioni migliori per una perfetta conser-
vazIOne.
Il prof. Liotta fu chiamato da me per il restauro, da eseguirsi con finanziamenti statali, del
coro ligneo dell'Abbazia di Morimondo, gioiello di arte lignaria, firmato e datato da France-
sco Giramo nel 1522, espressione della diffusione della cultura architettonica bramantesca
anche nell'arte lignea. Si tratta di un luogo tipico cistercense, circondato dai campi e dalle
acque, isolato nelle bruma e nella nebbia. A causa di una serie di interventi e mano missioni
realizzati a partire dal 1950 nella parte inferiore del coro con legno dolce e non adatto,
l'insieme degli stalli aveva subito un terribile attacco degli insetti xilofagi, ormai diventato un
fatto cronico.
Di questa straordinaria esperienza di lavoro, ricordo soprattutto il modo di lavorare dello
scienziato Liotta: egli si trasforma in un'emanazione ciceroniana e affronta il grande nemico
come un condottiero dell'antichità classica, costruendo contro di lui una strategia sottile
attenta a tutti i particolari, nel pieno rispetto del corso della natura. Lavorare col professor
Liotta è prima di tutto una meticolosa esperienza di rilevazioni da eseguirsi direttamente sul
campo, ma tutto ciò non riesce a rendere la sua ampiezza di vedute, perché in realtà Liotta è
un profondo umanista, ricco di reminiscenze classiche che derivano da un ampio spettro di
letture, tanto da usare con grande agilità e naturalezza il linguaggio di Vitruvio e Vasari.
A partire da questa mia prima esperienza di lavoro, la Soprintendenza di Milano ha iniziato
ad affrontare quasi a tappeto in tutto il territorio il difficile restauro delle opere lignee con la
sicurezza di poter ogni volta raggiungere l'obiettivo di una buona riuscita, sviluppando pro-
getti esemplari. E' avvenuto così che questa ripresa dei restauri nel settore ligneo, della quale
va dato merito al prof. Liotta e al suo metodo, ha prodotto, a pioggia, una serie di espressio-
ni positive non solo nel campo delle scienze, ma anche negli studi di carattere storico: ricer-
che nel campo del restauro, proliferazione di posti di lavoro, nascita e sviluppo di tante ditte
di restauro, progredire di attività di ricerca e indagini parallele, e un incredibile proliferare
di tesi nel settore degli studi storico-artistici dell'arte lignea.
Sandrina Bandera
Direttore della Soprintendenw per il Patrimonio
storico artistico ed etnoantropologico di Milano
Fi g. I - I fori circolari che si tro\'ano slii manllEltti ligne i sono il segno più ev idente dell 'avve nuto attacco da parte di inseui xiloEI-
gi 1lC"1 su pporto li g ll (:o. (1"0 I f'lgint A IIIII/mi% di A /llolle/lo da A1essiuo. (;o//aio Rf'gio/laLnJe//o .)"iri!ltI . PolemlO) .
-
Fig. 2 - l fori sono le lerminazioni di gallerie la cui lunghezza d i sviluppo, negli insetti più freq uenti (Anobidi), è di cm 10- 15.
(Pannelli di scuola bramantesca della Basilica di S. Maria delle Grazie, Milano).
1. Premessa
15
cie più com uni non supera la cin quantina, di cui
oltre metà a ppartengono a i Coleotteri.
Ogn i specie presenta delle peculiari ca ratteristiche
bi ologiche ed etologiche, la cui co nosce nza è indi-
spensab il e per trovare le misure di difesa preventi-
va e curativa più id onee alla sa lvaguard ia e all a con-
se rvazione d ei Beni cul turali .
Ne l prese nte lavoro d a re m o un o sg uard o rapido
a ll e specie più com un e me nte ri sco nt.rate, met-
te nd o in ev id e n za le ca ratteristi ch e pr in cipa li che
p otra nn o risulta re ut.ili a ll a va lutazion e dei danni
e a ll 'eve ntuale pre di sposizione d ei mezz i e meto-
di p e r il risanam e n l.O , la sa lvagu ard ia e la co nse r-
Fig. 4 - Cii atlacc hi sulle statue posso no provoca re de i vuoti vaz io ne.
all'interno, per via delle galleri e praticate da lle lar ve. Nella
LeSla di questa SlallleLla sono stali conlaLi circa 60 fori: f~lCcndo
corrispondere ad ogni l'o ro un a galleri a di 10-1!l cm, si ca lco la
che la leSla è altraversala da (-) a 9 metri di galle ri e. (Semùw rio
Vesrovif", Ag rigellto).
Fig. 5 - Le in fest.azioni cn 1.0 111 a t iehe so no pi li freq uc nt i negli a m bicnti li ili id i e poco a reat.i. (Statllll !/g llm Ilei forali di d('I)(/sito dI'Ifa (;alh'-
ria d'A rtf M odema, Roma ).
-
2. Coleotteri
Fig. 7 - Gli attacchi alle strutture dei teni e dei soffitti general-
mente sono confinati alle zone superficiali. (Pul/lone di una
capriata del DlIomo di Cefalù.).
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Anobium punctatum (DeGeer)
Noto col nome comune di tarlo dei mobili, l'insetto
adu lto misura da 2,5 a 5 mm di lun gh ezza ed è di
colo re bruno rossastro coperto da una fitta peluria
giallastra (fig. 13).
Fig. 16 - Testa di tra ve, che era a nnegata ne lla muratura, g ra - Fig. 19 - Gli a ttacc hi di Coleotte ri Anobidi su legno decoraLO
ve me nte attaccata d a Anobiu11l punclatmn. (Casa Rossa. di Parco re ndo no difficile il resta uro. (Formella 'ignea di A. l' C. D Ollali,
d'Orleans, Palermo) . Museo Civico di Lodi).
19
Fig. 23 - Fori di sfar(a llame n LO di Anobiwll lnl12ctatu11/. in cOlTi-
spo nde nza d ella bocca di presa d'a ria di u na canna (Organo slo-
ricoAr/caliaLo Bossi U,"l)(uzi, S. Chiara in B01g0 Canale, Bergamo).
Fig. 22 - Le galle rie nelle canne lignee degli O rga ni a ntichi Fig. 25 - Più gravi possono essere le consegue nze se le galle-
possono p rovocare conseguen ze sulla qualità del suono. (Can- rie enLOmatiche si trova no all'in terno d ella sezio ne delle pare-
1ude/l'OrgmlO storico Adeodalo Bossi Urbani, delJosilaieper le operaz.ionidi li lig nee delle canne. (Organo di SCllola. Serassi, Chiesa di S. Lino,
resta.uro, Chiesa di S. Chiara in Borgo Canale, BG). Lurano, BG).
Oligomerus ptililloides Wollaston
L'ad ul to (figg. 26 e 27), di co lore bruno, misura da
5 a 6 mm d i lun ghezza; è di fo rma a llun gata, cilin-
drica. Attacca prevalenteme nte legn i di latiroglie
co me noce, faggio, rovere, ecc.
Genera lm e nte compie il ciclo in un a nno.
21
-
Nicobium castaneum (Olivier)
Il Nicobiu1I! casta11.ewn (O li vier) è noto col nom e
com u ne di tarlo delle biblioteche (fig. 34) .
L'ad ulto , d i colore bruno scuro, misura eia 4 a 6
mm di lunghezza.
22
-
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Xestobium rufovillosum (DeGeer) to, che non esce subito dal legno, ma passa l'inverno
È noto con il nom e comune di Orologio della morte o nella camera pupale per uscire nella primavera suc-
di Gmnde tarlo. cessiva, praticando fori circolari larghi 2-3 mm di
Questo Anobide è presente principalmente in Euro- diametro.
pa, ma può trovarsi anche in altri continenti come La durata del periodo larvale è variabile da due a
nell'Africa del Nord e nell'America Settentrionale. tre-quattro anni e talvolta anche di più.
Il nome comune di Orologio della morte, deriva dal Il Gmnde Tarlo attacca principalmente legni di quer-
rumore ritmato caratteristico che l'adulto fa sentire cia, castagno, faggio, ma non disdegna anche
durante il periodo di riproduzione, sbattendo a l'olmo, il noce, il salice, il pioppo, l'ontano.
intervalli regolari la testa contro le pareti delle gal- L'umidità e la presenza di funghi saprofiti agevola-
lerie. Tale rumore, che è da interpretare come un no l'insediamento e lo sviluppo di questo Anobide.
richiamo sessuale, ha stimolato la fantasia popolare I danni possono essere molto gravi, principalmente
e alimentato ta nte legge nde. in alcune zone dell'Europa (I nghilte rra).
L'adulto è il più grande lado del legno , misurando da
5 a 7 mm di lunghezza. E' di colore bruno-rossastro, 2.2. Famiglia Bostrichidae, Lyctinae
con superficie dorsale chiazzata da ciuffi irregolari I Lictidi sono Coleotteri appiattiti e allungati di pic-
di peli corti e di colore giallo oro. Il primo segmento cole dimensioni (3-5 mm di lunghezza) che attacca-
del torace è più largo d ella base delle elitre e con un no i legni di specie nel cui alburno sia contenuto
solco media no stretto e poco profondo !fig. 41). una percentuale di amido non infe riore al 3%; pre-
valentemente si insediano su legno di quercia, ma si
trovano comunemente anche su acero, pioppo,
Fig. 41 castagno, noce, ciliegio, robinia, ecc..
Insetto adulto di La femmina depone le uova dentro i vasi legnosi;
Xeslobium 1ufov illosum
pertanto, cerca i legni che abbiano il diametro dei
(DcGecr),
chiamalO Orologio deUft vasi maggiore di quello del proprio ovopositore.
morte, per un rumore I Lictidi costituiscono un serio problema in alcune
ritmato caratter'istico che
provoca durante il periodo
zone dell'Europa centro-settentrionale per i vari
di riproduzione sbattendo a danni che possono provocare alle strutture che ridu-
intervalli regolari la testa cono in finissima polvere.
conlro le pareli d e lle
gallerie. É il meno Attaccano anche i manufatti mobili, principalmente
fì-equente sui i supporti dei dipinti.
Beni culturali.
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Fig. 42
Inse tto adulto di Lyctus
brunneus (Stephens).
Attacca solo legni di
lati foglie che a bbiano
i vasi sufficientemente
ampi per accogliere
l'uovo che la femmina vi
deposita col suo
ovopositore. Fig. 45 - Traverso d ella pedana della Sala Capitolare, dal lato
prossimo alla parete, umida per umidità di risalita. (Certosa di
Caregnano in Milano) .
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Sia gli adulti che le larve attaccano vari legni in
opera che si trovino in ambienti molto umidi; fre-
quentemente si trovano nella parte basale delle
strutture dei cori lignei, nelle basi delle predelle, nei
listelli annegati nei pavimenti, nelle testate di travi
di muri umidi (jigg. 45, 46, 47 e 48).
Le erosioni ini zialme nte decorrono lun go il legno
di produzione primaverile, successivamente hanno
un andamento in tutte le direzioni. Il legno si pre-
senta spugnoso e con abbondante rosume polveru-
lento che non si lega mai alle gallerie: se si soffia
Fig. 46 - Particola re della preced e nte per mettere in evide n-
za le ga llerie di Hexarthrum cafJillllum. (Certosa di Garegnano in
sulla parte attaccata il rosume vola via, lasciando il
Milano). materiale eroso perfettamente pulito.
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2.4 - Famiglia Cerambycidae
Vi apparte ngono insetti di grossa mole (2-3 ce nti-
metri di lungh ezza). Le la rve mature possono rag-
giungere una lunghezza di cm 7 x 1 di dia metro.
Le gallerie vengo no scava te in tutto lo spessore
della sezione d el legno strutturale; pe rtanto, una
sola larva che si insediasse su un a tra ve e facesse la
galleria in co rrisponde nza di un pia no trasversa le
potrebbe determinarne il crollo. I Ce ra mbicidi,
noti col nome di capricorni o longicorni, attaccano il Fig. 57 - Particolare del primo segmento del torace e delle
ante nne.
legno che non abbia superato gli 80-1 00 a nni da l
taglio. Ciò sta ad indicare che le strutture che
Hylotrupes bajulus Linnaeus
abbiano più di un secolo di vita non posso no esse re
Noto co me il Capricorno delle case, l'adulto ha una
attaccate. La manifestazione d ella prese nza d ei
lunghezza variabile d a 17 a 25 mm; ha un colore
Cerambicidi (attuale o passata) è data d a lla massa
a nch'esso variabile d al bruno ne ro al bruno gialla-
fa rinosa giallastra costituita d al rosum e che occlu-
stro ifigg. 56 e 57) .
de le gallerie e dai fori di sfa rfilll amen to che sono
La testa è rotondeggiante e porta antenn e più corte
ovali e molto più gra ndi di que lli degli Anobidi (po-
d ella lunghezza del corpo.
tendo raggiun gere diame tri 0 ,5 x l cm).
La femmina compare d a metà giugno a fin e agosto
La durata del ciclo biologico dei Cerambicidi che
e, dopo essersi accoppiata, a volte, prima d i fu oriu-
attaccano il legno in opera è generalmente lunga:
scire dal legno in cui si è sviluppata la larva, d epone
mediamente 3 anni , ma può arrivare anche a 15-1 7
le uova de ntro le fessure del legno, anche a una pro-
anni. La maggior parte del ciclo è occupata d alla
fondità di due ce ntimetri, agevolata d a un ovo posi-
larva che può fare una galleria la cui lunghezza di
tore che può estrofl ette rsi per una lunghezza pari a
sviluppo può essere supe riore a 50 cm. Se si consi-
tutto il suo corpo. Le uova vengono d eposte a grup-
dera il diametro d ella galle ria, si comprende il gran-
pi raggiati di 40-50, oppure l'uno accanto all'altro,
de pericolo che questi insetti rappresen ta no per le
in vicinanza di superfici rugose.
strutture lignee. L'adulto, fu oriuscendo d al legno
Complessivamente ogni femmin a ne può d eporre
attaccato, muore dopo qualche settimana. Le specie
alcune ce ntinaia.
più note sono Hylotrupes hajulus Linnaeus e Trichofe-
Per l'ovideposizione la femmina sceglie quasi esclu-
rus holosenceus (Rossi) (= Hesperophanes cinereus Vil-
sivamente legno di Conifere, principalmen te abeti e
lers). La prima specie, chia mata comunemente
pini : a ustriaco, silvestre e in special mod o illa ricio.
Capricorno delle case, attacca prevalenteme nte legno
Le larve neonate cominciano a praticare delle galle-
di conifere (pino, abete); la seconda prevalente-
rie in tutte le direzioni , che vanno riempiendo die-
mente legno di latifoglie (quercia, castagno).
tro di sè con i residui d ella digestione, costituiti d a
polvere compatta e finissima.
Fig. 56
Insetto adullO d i
Raggiun ta la maturi tà le larve si scavano un a nic-
Hylotmpes bajllius chia in vicinan za d e lla supe rficie es te rna d el
Linnaeus, noLO come
legno; pra ticano un fo ro ova le di largh ezza 0,4-
Capricorno delle case.
Attacca prevale ntemente 0,5 xO ,5-0,7 mm , che r ichiud o no subito co n rosu-
legno di Conifere che me e sa liva , e si tras fo rmano in pupa . Dopo un a
abbia un'età (d al taglio)
infe riore a 80 anni. quindicin a di g io rni sfarfa ll a l'adulto che può
riman e re nella camera pupale a nche pe r dive rsi
mesi. La fuoriuscita d e ll 'adulto avviene attrave r- .~
: .
-'
. ..,
so il foro pratica to d a lla larva. '.
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Fi g. 63
Inseuo ad ulto
cl i Tricholrrus
holosf'r;rf'/fs (R()ssi).
Attacca Fig. 64 - Le larve di 'hichoferus 1/Olost'rireus scavano gallerie
preva lente m ent e che si lII ante ngono generalmen te ne lle zO lle superficiali
legno di latifòglie che de lle st l' lI tI.lI re attaccate. (Istituto Celll m/n/e! !?l'Slflll /"O, ROII/o ).
abbia, come per
H ylolrujJ/'s ba}/IIIIS,
un'età infe ri ore a
80 ann i.
simi ljìgg. 64, 65, 66 e 67), specialme nte su legni gio- ralmenLe la grande r idu zione della sezione uti le d ella (,"ave e
q ui ndi del la sua ponanza. (lIli/ulo Ceu/ralt' dd H p.\ /ol/ro, NOli/a).
vani adoperati per i restauri d i vecchie strutture.
Fig.68 Le libre rie vetrate agevolano lo svi luppo di Lepis1Ilasacc!zaT;na. (Museo jHlIndralisca, Cefalù , PA ).
31
Fig. 73 - Particolare della precedente. Le erosioni in certi
punti arrivano a perforare lo spessore della cana (Museo Man-
dralisca, Cefalù, PAio
I .-_ - ,-
Fig. 70 - La presenza di L episma saccharina è rivelata dalla pre-
senza di escre menti granulari che si riscontrano sui ripiani
delle librerie. (Museo Mandm lism, Cefalù, PA ).
.. "
,
\
32
'. .
A ,.
DIVISIO : f n.
"
68
'1' E R Z A ••
» ,..... -1"
D~I V I S I O N E .
Fig. 75 - Erosioni dello stesso Lepismatide sulla pagina di un volume antico. (M useo Ma 1ldmlisca, C~ralù, PA ).
33
4. Imenotteri
Fig. 76
Adu lto femmina di
A nlllOphom e>i niPes
Smith, un Ime nottero
Apide che scava i nidi
pedotrofici ne l gesso.
o •
5. Lepidotteri
Fig. 8 1 - Dan ni provocati su tessuto dal Lepidouero T ineide 7ìneola bisseliella (Hummel ). (Museo diocesano, Milano).
35
-
6. Isotteri o Termiti 6. l. Famiglia Kalotermitidae
Le colonie di questa famiglia di Isotteri sono forma-
Le termiti sono insetti ad organizzazione sociale sud- te da un numero piccolo di individui, generalmente
divisa in caste: re e regine (reali), soldati e operai. 1-2 migliaia. Mancano della casta degli operai. Le
Sono riuniti in nidi costituiti da una o più colonie funzioni di questi ultimi vengono assolte dalle
intercomunicanti tra loro. forme giovanili dei reali e dei soldati che vengono
Ognuna delle caste svolge compiti diversi: i reali chiamatifalsi operai o pseudoergati.
sono preposti alla riproduzione, i soldati alla difesa I Kalotermitidi vengono annoverati tra le "termiti da
e gli operai al procacciamento del cibo, alla cura legno secco" in quanto possono insediarsi sul legno
degli immaturi, alla costruzione del nido e dei cam- anche asciutto.
minamenti. Nidificano di solito in vicinanza delle zone in cui si
Fino ad alcuni decenni addietro si pensava che in alimentano (sui tronchi e radici deperiti o su manu-
Italia le termiti fossero relegate alle regioni meri- fatti lignei).
dionali. In queste regioni, infatti, si riscontravano i Le larve (chiamate, solo in Italia, neanidi) nate dalle
danni tipici sulle strutture lignee delle coperture uova deposte dalla regina, si evolvono per un perio-
degli edifici di una certa età, oltre che nei tronchi do di circa un anno per dare individui delle diverse
delle vecchie piante. Negli ultimi anni , invece, caste in un rapporto numerico tra loro pressoché
attacchi termitici sono stati riscontrati un po' in costante.
tutte le regioni, in Campania, nel Lazio, in Emilia- I reali , sessualmente maturi, che sono forniti di ali, a
Romagna, in Toscana, nel Veneto, in Lombardia, partire dalla primavera e per tutta l'estate, abban-
in Liguria, in Friuli, anche se con minore frequen- donano in massa il nido (sciarnatura) attraverso dei
za a mano a mano che si sale dal sud al nord. fori che praticano sulla superficie delle piante o dei
Le térmiti, generalmente si trovano in ambienti tro- manufatti lignei attaccati, per andare a fondare un
picali e subtropicali. Solo alcune specie si sono adat- nuovo nido, che generalmente è costituito da una
tate alla zone temperate e di esse solo poche sono sola colonia.
presenti in ambiente urbano. I nuovi reali, usciti dal nido compiono il cosiddetto
In natura svolgono un ruolo ecologico fondamen- volo prenuziale. Discesi a terra, si staccano le ali e,
tale nel distruggere i vegetali morti o vecchi e nel maschio e femmina si appaiano fuori terra. Ogni
fare ritornare nel suolo la sostanza organica. I n coppia cerca il luogo idoneo per fondare il nido; qui
ambiente antropizzato, generalmente svolgono, avviene l'accoppiamento e la femmina inizia la depo-
anche se in misura minore, lo stesso ruolo, cioè sizione delle uova.
attaccano radici e tronchi di piante deperite o morte In un primo tempo i reali si nutrono direttamente
o legni vari sparsi nel suolo. del legno, successivamente, quando sono presenti i
Solo in minima parte, e solo se si verificano le condi- falsi operai o pseudoergati, cessano di nutrirsi da soli e
zioni favorevoli alloro sviluppo, possono passare ad vengono nutriti da questi che rigurgitano l'alimento
attaccare il legno in opera. nella loro apertura boccale (trofallassi).
Le specie presenti in Italia, fino a pochi anni addie- La localizzazione puntuale e l'avversione alla luce
tro erano due: Kalotermesjlavicollis (Fabricius) (Isop- rendono difficile la diagnosi dell'attacco. I danni
tera Kalotermitidae) e Reticulitermes lucifugus (Rossi) possono essere molto gravi, fino al crollo improvvi-
(Isoptera Rhinotermitidae). so della struttura attaccata (travi, soffitti, ecc.).
Dal 1997 è presente anche la specie Cryptotermes bre-
vis (Walker) (Isoptera Kalotermitidae) (Tremblay e Kalotennes flavicollis (Fabricius)
Priore, 1997) e non è da escludere che altre specie Questa specie !jìgg. 82, 83, 84, 85, 86 e 87), nota con
possano essere importate, possibilmente assieme a il nome comune di "termite dal collo giallo", si trova
legname infestato. principalmente nell'Italia meridionale e nelle Isole.
Fig. 82 Regina di K,i/olermes J7avicollis (Fabricius) ( Isalle ro
della fam iglia Ka)oLermiLidac) , pri va tasi de lle a li dopo il volo
prenuziale.
--_ ...... _- Fig. 85 - fàlsi 0IJerai () jJseudoergali: so n o le form e immature
d e i rea li che asso lvono i compiti d egli operai, <.:asta che man-
ca in ques ta specie e ne lle specie d e lla stessa famiglia de i Ka lo-
termitidi .
•
•
Fig. 84 - Forma delle uova d i Kalolennes J7avicollis . Fig. 87 - Soldato di Kalolennesflavirollis tra tanti jJseUdongali.
37
L'insetto alato o 1l!ale, lungo mm 10-1 2 con le ali e La scia11lalura in massa avviene generalme nte a par-
mm 6-8 senza ali, è di colore bruno-nerastro co n la tire d al mese di aprile e prosegue a gruppi di lieve
parte dorsale del primo segmento del torace di colo- entità fino a sette mbre. Nei Beni culturali il nido
re giallo (da cui il nome com une) e le terminazioni viene fondato nelle testate dell e travi ann egate nella
delle zam pe e delle antenne di colore beige chiaro. muratura o negli stipiti delle porte e d elle finestre
Le ali sono lunghe una volta e mezza ri spetto alla !jìgg. 88, 89, 90, 91, 92, 93 e 94).
lunghezza del corpo. Le antenne sono formate da
16- 18 articoli. Le forme giovan i sono di colore bian-
castro con la testa di colore beige. Il soldato, lungo
5-8 mm , è di colore grigiastro con il capo e il primo
segmento toracico giallo-ocra e le mandibole bru -
no-scure; il capo è rettangolare e lungo quan to
metà del corpo; le mandibole sono d entate interna-
mente, acute all'ap ice e lun ghe quanto la metà d ella
lunghezza del ca po.
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38
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Fig, 94 - Particolare dei granu li escrementizi di Kalolennes jla- Fig. 96 - Particolare della precedente, per mostrare come le
vicollis che, essendo asc iutti, non si attacca no alle pareti delle term iti della specie Kalolermes flavicollis , dei cerchi a nnuali
gallerie e carlono verso il basso accumulandosi sulla supe rfi- del legno, erodono preferibilmente la parte di produzione
cie piana sollostante. (Emeroteca del Palazzo Reale, Palermo). primave rile, lasciando intatta quella di produzione autu nna-
le. (Archivio storico del C011lunedi Palenno).
39
Cryptotermes brevis (Walker) come in tutta la fam iglia Kalotermitidae, gli operai e
Questa specie, originaria dell e Indie occidentali , si le funzioni di qu esti ul timi vengono assolte dai falsi
sta diffondendo in tutlO il mondo per la su a capacità olJemi o pseudoe1"gati. Questi ultimi sono di colore
di adattarsi a vivere nelle cond izioni a mbientali più beige unifo rme (fig. 100). Il soldato !fig. 101), di
diverse. In Eu ropa è stata segnalata varie volte, ma colore tra il beige e il grigio, è lun go 4-5 mm ; il capo,
si è trallalO quasi semp re di introduzioni con mate- di colore brun o-scuro , costitui sce circa un terzo del
riale infestalO proveniente da paesi in cui è presen- corpo illle ro , è, come in tutte le specie d el genere
te, non seguite da accl imatazio ne. In Italia è stata Clyptotermes, "fragmotico" (cioè adatto a t.appa re le
segnalata nel 1997 da Tremblay e Priore in alcuni ga llerie a scopo difensivo) e porta un'area fi-ontale
ed ifici della città d i Napoli dove è stato accertato che concava con espa nsion i latera li rugose che arrivano
era presente già da alcuni anni, dimostrando di fin o alla sua som mità; le mandibole so no robuste e
essersi insediata probabilmente in torma stabile. subegu ali tra loro.
Recentemente è stata segnalata in Sicilia (Liotta e
Matran ga, 1999) in alcu ne abitazion i di Palerm o,
dove era presente da alm eno un quinquennio, e in
Liguria (Rain eri et al., 200 l ).
È una delle termiti più pericolose pe r le struttu re e
gli arred i lignei.
L'insello alato (Imle) misura, con le ali , 10-11 mm di
lun ghezza, è d i colore brunastro con le antenne e i
pezzi boccali più chiari e ali col margine anteriore
leggermente brunastro !figg. 98 e 99). Mancano, Fig. 100 - Falso operaio opseur/offrgato di CJ)'plol f'rllles brevi:; .
,<1.(\
Fig. 102 - La colonia di Cryplolenlles brevil può essere lannata
da pochissimi individui e localizzata nei punti più disparati.
B
J
41
6.2 . FarnigliaRhinotennitidae
Le colonie di questa famiglia sono form ate da un
numero grandissimo di individui (diverse centinaia
di migliaia). Le specie che vi appartengono so no
annoverate tra le lermili sotterranee, cioè che nidifica-
no in terreni umidi e attacca no, per cibarse ne, legni
molto umidi , sia che si trovino nel suolo, sia che si Fig. 109 - Reali sciamanti, in attesa di compie re il volo prenuziale.
trovino a notevole distanza da questo fin o a oltre 30
metri (come nelle strutture d ei tetti delle cattedrali).
Dal nido, il legno in opera viene raggiunto attraver-
so cavità esistenti nei muri o attraverso tunnel a per-
fetta tenuta di luce che gli operai costruiscono,
anche su lle superfici a vista, con un impasto di sal i-
va, terriccio ed escrementi (i cosiddetti camminamen-
ti). Le colon ie di R . lucifugus sono costituite dai reali
veri, dai reali di complemento, d agli operai, dai sol-
dati e dagli immaturi (neanidi e ninfe).
42
Fig.112
Particolare Fig. 1 15 - Soldato di R eticulilermes lucifugus tra tanti operai.
de lle gallerie
artifi ciali es terne co n i
fo ri per la fuoriuscita
dei reali scia manti .
43
gallerie pendule. Tali gallerie, che sono sempre a
prova di luce e costruite con terriccio, rosume e sali-
va, possono collegare direttamente una struttura
lignea con quella sottostante distante anche 80 cm.
Le gallerie, del diametro di pochi millimetri e spesso
perfettamente perpendicolari, non solo possono
procedere dall'alto verso il basso (come stalattiti) lfig.
J J 7 e JJ8), ma anche dal basso verso l'alto (come sta-
lagmiti) e sono chiamate "cannelli" o "camini".
44
pano lo spazio prima occupato dal legno o dalla
carta attaccati, costituendo il cosiddetto legno (o car-
ta) di sostituzione.
È la specie più dannosa tra le termiti presenti in Italia.
I danni più gravi sono quelli arrecati al legno delle
strutture dei tetti e d ei soffitti. Gravi d anni possono
riscontrarsi anche sugli arredi lignei, nelle bibliote-
che e negli archivi (figg. 11 9, 120, 121, 122, 123,
124,125,126,127,128, 12g e 130).
45
Fi g. 128
Altra [fa ve
g rave m e nte
compl"omessa
da ll'attacco
termitico.
(Can torie,
Dl/omo di Enna ).
Fig. 125 - Volu m i prelevati da UIlO scafla le d elle Biblio teca
del Circolo Giuridi co di Pa le nn o.
Fig. 126 - Gli stessi vo lumi visti da lla pane in cui poggiavano Fig. 129 - Le tfa vi attaCCale d a lle tcrm iti sono que lle m esse in
sullo scaffale ligneo e sul mo nta nte. Al posto d ello spesso re o pe ra successivamente a ll'impia nto o ri gi nario. La tra ve ce n-
dei vol um i eroso da gli o pe ra i di Reticulilermes lucifugus. si tro- tra le, orig inaria, è ese nte da a ttacco te rmiti co . (Cantorie, Du omo
va llo le celle costru ile co n gli esc re m enti per accoglie re la di Enna).
numerosa po polazione di questa specie .
Fig. 12 7 - Travc sv uotata dall'azione delle te rmiti . (Ca ntorie, Fig. 130 - Particolare di un a Lrave atLaccaLa. Le fa cce esterne
Duomo di Enna). laterali sono ap pare nte me nLe sa ne. (Cantorie, Duolllodi Enna).
Ah
7. Misure di difesa
Fig. 132 - I mezzi chi mici contro gli insetti xilofagi possono Fig. 136 - La durala d e ll'imm e rsio ne p uò esse re stabilita in
dare r isultati se ve ngo no ad ope rati te nendo conto clelia spe- base a lla specie leg nosa d a tra ttare. Ge ne ralme nte no n supe-
cie responsabile dei da nni e cle lia sua biocLOlogia. (Istituto Cen- ra i 5-6 minuti seco ndi .( S. Maria. delle CrollI!, oggi sede della.
lrale del Restauro, lslituto S. Michele, Roma). Biblioteca Centrale della Regione Siciliana, Palermo).
47
tanto da chi ne ha la co mpetenza. Q uest'ulti mo
dovrà a nche ind ica re la dose e la mod ali tà della
distribuzione del fo rm ulato.
Gli insetticid i liqu id i genera lmente possono essere
distribuiti a spruzzo (figg. 133 e 134), a penn ello e,
per i legni di n uova imroduzione in un ma nu fillto
ligneo in restauro, per immersione (figg.135 e 136).
In casi particolari, possono essere iniettati all'i n-
terno del legno (ad es., nelle strutture d ei soffi tti,
Fig. 138 - Al cuni decenni add ietro per la d isin festaz ione dei
dei solai e dei tetti). In tem pi passati (fig. 137) qu esta
li bri O di piccoli oggetti di legno si adoperavano dci gas toss ici
(bro muro di metile, ossido di etilene). Oggi le norm e non lo
consentono. (BibLioteca Lucchesiana, Agrigento).
48
Fig. 141 - Smonlaggio di un SOffilLO a cassetton i per la su ccessi-
va disinfesta zione in camera blindala . (Cattedrale di Agrigenlo ).
49
allo stato gassoso, incontrerebbe le stesse difficoltà
da parte dell'aria che rie mpie la galle ria, a meno che
non sia possibile creare precede ntemente il "vuo-
to", ma quest'ultima possibili tà non è realizzabile se
non per oggetti relativamente piccoli.
7,1.2. Gli insetticidi non sempre sono compatibili
con il materiale ch e supporta il Bene culturale. Se,
per esempio. ci si trova di fronte a opere pittoriche
o a libri o a tessuti, questi potrebbero subire danno,
non tanto dalla sostan za attiva, quanto dai suoi vei-
colanti o coadiuvanti, co me i solventi, gli emulsio-
nanti, i disperdenti e i tensioattivi.
7.1.3. In alcuni casi la lotta chimica co n i prodotti
Fig. 146 - ScafTalawra te mporanea per la collocazio ne dei
trad izionali è controprod ucente: come nel caso
libri da disi nfestare in bolla. (ATcivescovatodi Mom-eale, PA lo
delle termiti della specie Reliculilennes lucifugus (che
hanno nidi costituiti fino a I milione di individui) in
cu i il trattamento contro una colon ia insediata su
una trave può dare subito la sensazione di avere
ottenuto un valido risultato: sulla trave le termiti
non ci sono più, magari sono morti 200.000 indivi-
d ui, ma il resto d ella popolazione si è spostato verso
altre travi dello stesso tetto.
7.1.4. Gli insetti contro cui si vuole intraprendere la
lotta apparte ngono, come visto, a va ri ord ini, a varie
Famiglie e a tante specie. Di conseguenza diversi
sono i cicli biologici, di versi i comportamenti , diver-
Fig. 147- La scaffalatu ra viene co perta dalla bolla di plastica a se le preferenze alime ntari e le esigenze climatiche.
perfeLLa tenuta diaria. (Arcive5covalo di Monreale, PA ). Non ci si trova, cioè, di fì-onte al "tarlo del legno",
come se si trattasse di un a sola specie, ma a tante
e ntità biologiche di cu i bisogna tenere conto
nell'approntare le misure di d ifesa.
7.1.5. Le specie botaniche da cui provengono le
ope re lignee, le età dei legn i, le modalità di esecu-
zione delle opere, la localizzazione e le condizioni
termo-igrometriche sono le più diverse. Di tutte
queste variabili non si può non tenere conto nelle
operazioni di sanifìcazione. Se ne deduce che i
mezzi e i metodi di risanamento d evono essere adat-
tati alla singola opera da diFende re e no n possono
Fig. 148 - Attraverso dei tubicini muniti di valvola vie ne sot-
tratta l'aria e immesso il gas (a nidride carbonica O azoto). La
essere in nessun modo mutu ati con situazioni appa-
chiusura du rerà alme no tre settima ne, dura nte le qua li si re ntemente simili. Solo dopo un attento esame
fara nno dei controlli e, se necessario, sarà immesso nuovo gas
delle peculiari caratteristiche di quel singolo Bene,
per mantene rne costante la perce ntuale.
si potrà programmare, di concerto con altre com-
50
•
tidae, in Italia il genere Reticulilermes, è possibile fa re
uso di regolatori di crescita (tra cui Hexaflumuron)
che interferiscono sullo sviluppo preimaginale degli
insetti bloccando ne la muta. Distribuiti da personale
specializzato in una formulazione ad atta all'alimen-
tazione d elle te rmiti , qu esti prodotti vengono con-
sumati dagli operai che li trasportano in seno alla
colonia e, grazie allo scambio costan te di nutrime n-
to tra gli individ ui (trofallassi), li diffo ndono a tutta la
colonia. Gli individui così intossicati muoiono dopo
qualche settimana, nel corso d ella mu ta. A poco a
Fig. 149 - Secchio p rivo d i fo ndo infossato nella zona in cui si poco la popolazione d elle termiti decresce produ-
ritie ne si trovino de lle colo nie d i Reti.culitermes lucifugus. (Museo
Archeologico, Siracusa). cendo l'eliminazione p rogressiva d ella colonia in te-
ra (jìgg. da 149 a 154).
7.1.6. Microonde - In questi ultimi tem pi si parla
della possibile utilizzazione delle microonde per la
disinfestazione d i manu fatti lignei attaccati d a insetti
xilofagi. Si parte d alla considerazione che le micro-
onde d etermina no l'a umen to d ella temperatura
d elle parti trattate. Tale aume nto è maggiore ne i
punti in cui è maggiore l'umid ità. Le larve degli
insetti che si trovano nel legno sono costituite per
circa il 98% di acqua, rispetto al legno che ha
un'umidità del 12% circa. Se ne deduce che un trat-
tamento con microonde per qualch e minuto deter-
Fig. 150 - Legno fresato e bagnato per richia mare e accogliere
mina nelle larve un aumento di tem peratura di 54-
le Lermi Li della specie Reliculitennes Lucifugus. 56 °C necessari per ucciderle, mentre nel legno
l'aume nto è quasi im percettibile. Fin qui il ragiona-
petenze che so no interessate, quello che meglio si mento non fa una grinza. Sen nonché, bisogna con-
adatta a quella singola situazione.
Tenuto p rese nte quanto fino ra d etto, qualche ope-
razione di disinfestazione può effettuarsi a prescin-
dere da un p reventivo esame. Alcu ne di queste ope-
razioni sono: a) il trattamento preventivo di tutto il
materiale ligneo di nuova introduzio ne in un monu-
mento o manu fa tto da restau rare; h) il trattamento,
in ambiente confinato (bolle a perfetta tenu ta, con-
tenitori approntati sul posto con fogli di plastica sal-
data) in atmosfera modificata, cioè con azoto o ani-
dride carbonica, CO" di materiale librario o di
oggetti facilme nte confinabili; le operazioni d evono
essere eseguite da personale specializzato; c) per Fig. 15 1 - Sul legno bagnato si po ne un o scatolo d i plastica con
de lla cellulosa arrotolala. (Museo Archeologico, Siracusa).
quanto riguarda le termiti della famiglia Rhinotermi-
51
-
siderare che le microo nde non sono unidirezionali e
che possono deviare il loro percorso di Iì'onte a osta-
coli d i varia natura, che nel legno possono essere
costitui ti dai nod i, dai cerchi di accrescime nto
annuali, dalle piccole lessul'azioni , d ai chiodi , ecc.
Pertanto, queste dev iazioni , d a un can to possono sal-
vaguarda re il ne mico da co mbattere, d all'altro pos-
sono fare concentra re le microonde sullo stesso p un-
to, anche molto piccolo e qui determin are u n
aumento della tem peratura spropositato. Nello stes-
so manufàtto ligneo si possono riscontrare difTeren - Fig. 154 - Q uando le termi ti si sono insediale, si toglie la cel-
ze di d iverse centi na ia di gradi: ad esempio, d i fron- lulosa no n lratLa ta e si sostjlU isce con la ce llulosa tratta ta con
regolatori d i crescita (come HexafZwnumn.).
te a una temperatura media d i 30 °C risco ntrata a l-
l'interno d i una trave trattata, si riscontrano delle 7.2. Metodiche di salvaguardia e conservazione
"lenticchie" carboni zzate o quasi, pe rché la tem pe- Le metodiche di salvaguardia e conservazione
ratura in quel piccolo punto ha superato i 300 °C. fa nn o riferimento a tu tti gli accorgimen ti che ren-
Motivi di p rud enza consiglierebbero d i riflettere da no l'ambiente inidoneo a ospi tare e fa re sviluppa-
sull'uso di questi mezzi sui Be ni culturali. re gli age nti biotici di d egrado, quindi principal-
me nte funghi e insetti. Q uesti accorgimenti , se bene
orientati , possono d are molto p iù affid amento
rispetto all'uso d ei mezzi chi mici e per un tempo di
gran lunga supe riore.
Nelle pagine che segu ono si potranno osservare
alcune di tali metod iche che so no state ad eguate
alle peculiarità dei sin goli ma nu fatti.
Q ui di seguito, a titolo orientativo, se ne citano alcune:
a) isola mento delle testate delle tI'avi dalle murature
e costruzione di apposite nicchie d i alloggiamento,
Fig. 152 - Le ter mi ti si so n in sedi ate nel leg no fr esa Lo. possibilmente co n pa reti in matto ni pressati per un
più facile assorbimen to e cessione d ell'umidità, di
larghezza supe rio re alla sezio ne della tra ve;
b) ae razione d elle strutture e dei sotto tetti ;
c) controllo dell'umid ità d i risalita nelle pareti ed eli-
minazioni d elle infiltrazio ni di acq ua piova na;
d ) riduzione al minimo delle escursioni termiche
per impedire la condensa;
e) creazione di compa rti di aerazione al di sotto e nel
retro degli arredi lignei fi ssi (stalli d i col'i, armadi);
f) isolamento dei libri e d ei documenti d al contatto
diretto con scaftàli metallici per impedire che la con-
d ensa occulta si accumuli nel taglio basso d ei volumi;
Fig. 153 - Particolare con term iti della specie Reliculilermes
lucifugll.s . g) controllo periodico d elle situazioni sanitarie d ei
Beni culturali.