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Lo stile di vita del formatore – Testi scelti

«Gran parte dell’efficacia formativa dipende dalla personalità matura e


forte dei formatori» GIOVANNI PAOLO II, Esort. Ap. Post-sin. Pastores
dabo vobis, n. 66.

«Tale formazione [sacerdotale] ha un carattere eminentemente


comunitario sin dalla sua origine; la vocazione al presbiterato, infatti, è
un dono che Dio fa alla Chiesa e al mondo, una via per santificarsi e
santificare gli altri che non va percorsa in maniera individualistica, ma
sempre avendo come riferimento una porzione concreta del Popolo di
Dio. Tale vocazione viene scoperta e accolta all’interno di una comunità,
si forma in Seminario, nel contesto di una comunità educante che
comprende varie componenti del Popolo di Dio, per portare il
seminarista, con l’ordinazione, a far parte della “famiglia” del
presbiterio, al servizio di una comunità concreta. Anche rispetto ai
sacerdoti formatori, la presente Ratio Fundamentalis intende
sottolineare che, in vista dell’efficacia del loro operato, essi devono
considerarsi e agire come una vera comunità formativa, che condivide
un’unica responsabilità, nel rispetto delle competenze e dell’incarico
affidato a ciascuno.» CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Ratio Fundamentalis
Institutionis Sacerdotalis: Il dono della vocazione presbiterale,
Introduzione.

«L’idea di fondo è che i Seminari possano formare discepoli missionari


“innamorati” del Maestro, pastori “con l’odore delle pecore”, che vivano
in mezzo a esse per servirle e portare loro la misericordia di Dio. Per
questo è necessario che ogni sacerdote si senta sempre un discepolo in
cammino, bisognoso costantemente di una formazione integrale, intesa
come continua configurazione a Cristo» CONGREGAZIONE PER IL CLERO,
Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis: Il dono della vocazione
presbiterale, Introduzione.

«È necessario che i colloqui con i formatori siano regolari e frequenti; in


questo modo, nella docilità all’azione dello Spirito, il seminarista potrà
progressivamente configurarsi a Cristo. Questo accompagnamento deve
integrare tutti gli aspetti della persona umana, educando all’ascolto, al
dialogo, al vero significato dell’obbedienza e alla libertà interiore. È
compito di ogni formatore, ciascuno agendo al livello che gli compete,
aiutare il seminarista a diventare consapevole della sua condizione, dei
talenti ricevuti, e anche delle proprie fragilità, rendendosi sempre più
disponibile all’azione della grazia» CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Ratio
Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis: Il dono della vocazione
presbiterale, n. 46.

«Elemento necessario nel processo dell’accompagnamento è la fiducia


reciproca. Nel piano formativo si devono ricercare e delineare le
modalità concrete con cui tale fiducia può essere promossa e
salvaguardata. Occorre innanzitutto cercare e predisporre tutte quelle
condizioni che possono in qualche modo creare un sereno clima di
affidamento e di reciproca confidenza: vicinanza fraterna, empatia,
comprensione, capacità di ascolto e di condivisione e, soprattutto,
coerente testimonianza di vita» CONGREGAZIONE PER IL CLERO , Ratio
Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis: Il dono della vocazione
presbiterale, n. 47.

«Il formatore è chiamato a custodire nella riservatezza la vita dei


seminaristi. Un retto accompagnamento, equilibrato e rispettoso della
libertà e della coscienza altrui, che li aiuti nella loro crescita umana e
spirituale, richiede che ciascun formatore sia dotato di capacità e di
risorse umane, spirituali, pastorali e professionali. Occorrono, inoltre, a
coloro che sono preposti alla formazione, una preparazione specifica e
una generosa dedizione per questo importante compito. Sono necessari
formatori che sappiano garantire una presenza a tempo pieno, e che
siano anzitutto testimoni di come si ama e si serve il popolo di Dio,
spendendosi senza riserve per la Chiesa» CONGREGAZIONE PER IL CLERO,
Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis: Il dono della vocazione
presbiterale, n. 49.

«Quotidianamente la formazione si compie attraverso le relazioni


interpersonali, i momenti di condivisione e di confronto, che concorrono
alla crescita di “quell’humus umano”, in cui concretamente matura una
vocazione» CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Ratio Fundamentalis
Institutionis Sacerdotalis: Il dono della vocazione presbiterale, n. 50.

«Nella Chiesa, che è “la casa e la scuola della comunione” e che “trae la
sua unità dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, il
presbitero è chiamato a essere “l’uomo della comunione”. Per questo, in
Seminario i legami che si stabiliscono tra formatori e seminaristi, e tra
gli stessi seminaristi, devono essere improntati alla paternità e alla
fraternità. Di fatto, la fraternità si costruisce tramite una crescita
spirituale, che richiede impegno costante a superare le diverse forme di
individualismo. Una relazione fraterna “non può essere solo una cosa
lasciata al caso, alle circostanze favorevoli”, ma, piuttosto, una scelta
consapevole e una sfida permanente» CONGREGAZIONE PER IL CLERO,
Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis: Il dono della vocazione
presbiterale, n. 52.

«La comunità dei formatori è costituita da presbiteri scelti e ben


preparati, incaricati di collaborare alla delicata missione della
formazione sacerdotale. È necessario che vi siano formatori destinati
esclusivamente a questo compito, affinché possano dedicarsi
interamente a esso; pertanto, occorre che abitino nel Seminario. La
comunità dei formatori si incontra con regolarità insieme al Rettore per
pregare, progettare la vita del Seminario e verificare periodicamente la
crescita del seminarista.
Il gruppo dei formatori non costituisce solamente una necessità
istituzionale, ma è, innanzitutto, una vera e propria comunità educante,
che offre una testimonianza coerente ed eloquente dei valori propri del
ministero sacerdotale. Edificati e incoraggiati da una tale testimonianza,
i seminaristi accoglieranno con docilità e convinzione le proposte
formative loro rivolte» CONGREGAZIONE PER IL CLERO , Ratio
Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis: Il dono della vocazione
presbiterale, n. 132.

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