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«Per quanto si estende la speculazione, di tanto si estende anche la felicità, e in quelli in cui si trova

maggiore speculazione vi è anche maggiore felicità, e ciò non per accidente, ma in virtù della
contemplazione, perché essa ha valore per se stessa. Di conseguenza la felicità sarà una forma di
contemplazione. Ma il contemplativo avrà bisogno anche della prosperità esteriore, dal momento che
è un uomo. La natura umana, infatti, non è di per sé sufficiente per esercitare la contemplazione, ma
occorre che il corpo sia in buona salute e che riceva cibo e ogni altra cura». 8

«D’altra parte anche le tre massime precedenti si fondavano esclusivamente sulla mia intenzione di
continuare a istruirmi, poiché, avendo Dio donato a ognuno di noi qualche lume per distinguere il
vero dal falso, credevo di non dovermi contentare, neppure per un solo istante, delle opinioni altrui,
ma di dovermi proporre di impiegare il mio giudizio ad esaminarle a tempo debito; e non avrei saputo
liberarmi da ogni scrupolo se, nel seguirle, non avessi sperato di non perdere alcuna occasione per
trovarne delle migliori, nel caso che ve ne fossero. Né infine avrei saputo limitare i miei desideri né
ritenermi soddisfatto, se non avessi seguito un cammino, grazie al quale, ritenendomi sicuro
dell’acquisto di tutte le conoscenze di cui fossi capace, pensavo di esserlo, con lo stesso mezzo, anche
di tutti i veri beni che fossero in mio potere. Poiché infatti la nostra volontà non è portata di per se
stessa né a seguire né a fuggire cosa alcuna, se non in quanto il nostro intelletto gliela rappresenta
come buona o come cattiva, è sufficiente giudicare bene per agire bene, e giudicare il meglio possibile
per fare anche del nostro meglio, vale a dire per acquistare tutte le virtù e, insieme a queste, tutti gli
altri beni che è possibile conseguire; e quando si è certi che così è, non si può fare a meno di essere
soddisfatti».

«Nella finalità finita, anche il fine realizzato è qualcosa di frazionato in sé, come lo era il termine
medio e il fine iniziale. Si è realizzata perciò soltanto una forma che è posta esteriormente al materiale
preesistente (esta parte es el instrumento, el instrumento no preexiste, lo que preexiste es la
naturaleza), la quale, a causa del contenuto limitato del fine, è parimenti una determinazione
contingente. Il fine raggiunto è perciò soltanto un oggetto che è anche, a sua volta, un mezzo o
materiale per altri fini, e così via all’infinito (el producto, que es fin, se cienvierte en medio para el
segvico de otroa fines, y esto en sentido absoluto; la caracterítica dle instrumento no es solo ser
sintesis estre naturaleza y espíritu ni ser solo contingente, también abriri un proceso infinito de medios
y de fines)». (Hegel: 2.1.1...pag 95: mediante el acto la persona puede perfeccionarse y comunicar
perfección; la reducción de la libertad humana a la espontaneidad del espíritu conduce a una
concepción abstracta de la libertad. La identificación del hacer con el pensamiento hace que éste
último se transforme en actividad espontánea del espíritu, concebida según el esquema de la
producción: es verdadero lo que es producto del pensamiento, y es falso lo que no lo es. El
pensamiento no debe respetar los fines a una supuesta realidad independiente, porque esa no
existe. Autonomía de la técnica. Si bien no podía intuir el desarrollo de la técnica actual, Hegel ha
intuido claramente que el instrumento, gracias a la lógica misma de una técnica privada de
dimensión ética se convertiría en algo independiente de la finalidad de los hombres.

«Il mezzo di lavoro è una cosa o un complesso di cose che il lavoratore inserisce tra sé e l’oggetto del
lavoro (estos son los medios de trabajho, estó es el instrumento), che gli servono da veicolo della
propria attività su quell’oggetto. L’operaio utilizza le proprietà meccaniche, fisiche, chimiche elle
cose, per farle operare come mezzi, per esercitare il suo potere su altre cose (va más allá de Hegel,
quirree decier que las mismsas coasa se convierten en instrumento), conformemente al suo scopo.
Immediatamente – astrazione fatta dall’afferrare mezzi di sussistenza già bell’e pronti, per esempio:
frutta, per la quale gli servono come mezzi di lavoro i soli organi del suo corpo — il lavoratore non
si impadronisce dell’oggetto del lavoro (el objeto pertenece a todos los hombres), ma del mezzo di
lavoro (los instrumentos, los usa para producir objetos de lavoro que puedan servir a los otros). Così
lo stesso elemento naturale diventa organo della sua attività: un organo che egli aggiunge agli organi
del proprio corpo, prolungando la propria statura naturale, nonostante la Bibbia. La terra è non solo
la sua dispensa originaria, ma anche il suo arsenale originario di mezzi di lavoro». (Marx, el trabajo
es algo puramante natural e histórico, y la historia no es otra cosa que la elaboración de la natura,
la cual es acogida por el hombre en sus formas históricas. La esencia del trabajo se puede perder
dando lugar a algunas formas alienadas, como la del capitalismo industrial, basada sobre la
producción. La productividad, como fuerza del trabajo, hace que el trabajo, si bien constituye al
trabajador, no le pertenece en cuanto individuo. Con el trabajo el hombre reproduce, sobre todo,
su misma vida, produciendo los medios de subsistencia que le son necesarios. Cuando el trabajo
tiene otros objetivos el hombre se aliena, es decir, no reconoce su humanidad en el trabajo. La
alienación se convierte todavía en algo más profundo cuando las cosas producidas vienen
transformadas en valores de intercambio. No solo se convierte en objeto de valores intercambiables
las cosas, también el mismo trabajador, ésta es la verdadera alienación, la degradación de los
hombres. El primado de la naturaleza viene remplazado por el del mercado. El dinero se convierte
de medio en fin

«La téchne è un modo dell’alethey’ein (verbo que significa desvelar). Essa disvela ciò che non si
produce da se stesso e che ancora non sta davanti a noi, e che perciò può apparire e ri-uscire ora in
un modo ora in un altro. […] L’elemento decisivo della téchne non sta perciò nel fare e nel
maneggiare, nella messa in opera di mezzi, (todo lo anterior no es la finalidad d ela técnica, así la
entendió la modernidad, aquí hay una señal de entender la técnica de una forma diversa) ma nel
disvelamento menzionato. In quanto disvelamento [Entbergen], quindi, e non in quanto fabbricazione
[Verfertigen], la téchne è un pro-durre [Her-vor-bringen]».

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