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Si dice abitualmente che la filosofia nasce nella Grecia 600 a. C. Aristotele presenta nella sua Metafisica un
elenco dei filosofi anteriori a lui e delle loro idee, ma se puó dire che nasce ne le isole grece, cioè nelle Isole
Joniche., abitualmente si dice che nasce nei secoli VI a. C. quando il sapere è purificato dagli elementi
mitologici, viene sistematizzato e riceve una sua metodologia d’indagine e che per sua volta da luogo alla
nascita delle scienze particolari. I primi filosofi erano anche scienziati.
FEDE E RAGIONE
Con la ragione e le sue operazioni l’uomo coglie la realtà che lo circonda e il suo significato in modo più
immediato e autonomo, nonostante la sua grandezza, la ragione è limitata e non basta per arrivare alla
conoscenza di tutto ciò che si deve o si può sapere. Tuttavia ogni operazione della ragione umana esige la fede.
Insieme costituiscono “due ordini di conoscenza” della verità, da un lato chiaramente distinti tra di loro,
dall’altro inseparabili. Agostino dice che credere è pensare con assenso e osserva che ogni atto di fede richiede
uno sforzo della ragione che lo precede ed un altro che lo segue. C’è Anselmo che parla della “fides quaerens
intellectum”. Quando questo viene negato la fede viene concepita come irrazionale (superstizione) mentre la
ragione viene ridotta ad una concezione positivista del mondo.
FILOSOFIA E SCIENZA
La filosofia precede le scienze nel senso che le da un fondamento in quanto chiarisce e fonda i principi e
concetti propri di ogni scienza. Le scienze a loro volta arrichiscono la filosofia in quanto le offrono dei dati che
la filosofia da sola non potrebbe afferrare e che le servono par amplificare la sua visione della realtà. La visione
proprio opposta è quella di Cartesio secondo il quale tutte le scienze devono subordinare alla filosofia che
avrebbe un’autorità quasi despotica su di loro. La visione più adeguata è invece quella classica di Aristotele, che
pure attribuisce alla filosofia un autorità sulle scienze particolari, che però intende come autorità politica, non
despotica. La Filosofia della scienza è Il esempio chiaro che si è voluto fare anche un analisi filosofica della
scienza, della sua natura, il suo oggetto e il suo campo di attività.
Proprietà accidentali
Secondo l’essenza Esterni all’essenza Contrari all’essenza
Normalmente esistono, “sempre Sono possibili, non necessari Contrari alla sua tendenza
o almeno per lo più” specifica
NOZIONE DI ANALOGIA
Un concetto analogo vuol dire che si predica di diversi oggetti con un significato in parte uguale e in parte
diverso. L’analogia ci serve molto a comprendere realtà ancora non conosciute attraverso la loro
corrispondenza parziale con altre realtà già familiari a noi, quando le applichiamo concetti già conosciuti sa
anche con un intonazione nuova del loro significato. Abbiamo bisogno dell’analogia proprio perché siamo
limitati intellettualmente e dobbiamo procedere ragionando.
La sostanza come sostrato. È il sostratto degli accidenti e permane mentre questi ultimi mutano, essa è una
base che riceve gli accidenti, i qualli sono nella sostanza, sono qualcosa che apartiene alla sotanza. (Subs-stare).
La sostanza come sussistente: la sostanza è “ciò che sussiste”, pero non nel senso di permanezza. Sussistere-
essere in se, avere l'essere come qualcosa di proprio che non dipende direttamente da un altra realtà.
La teoria ilemorfica e il suo significato metafisico a partire dall'analisi del cambiamento sostanziale.
La sostanza sussiste come sintesi di due principi essenziali, l'uno dei quali sostiene l'altro. La materia prima è
soggetto della forma sostanziale, la quale determina la materia ad essere in un modo determinato. La materia
prima non è soggetto sussistente, e come tale manca di essenza o di “contenuto essenziale”, inoltre
possedendo una forma sostanziale. Materia prima e forma sostanziale sono due pricipi complementari che
costituiscono congiuntamente la sostanza o la essenza di ogni corpo. Ciascuno di essi nonè una sostanza o un
ente, ma forma una sostanza completa solo in quanto è unito all'altro. questa unità si può chiamare ilemorfica.
La materia prima
È il soggetto primo dell'ente corporeo, principio dal quale l'ente viene generato. La materia prima è potenza
pura, non è qualcosa che abbia potenza, ma è potenza in se stessa. La materia prima non potra essere mai
immaginata come un materiale. Soggetto primo (non c'è nulla al di sotto di esso), non esiste altro soggetto
precdente a partire dal quale la materia potrebbe essere fatta. La materia non è solo un principio dell'ente in
trasformazione ma è intrinseca all'ente generato. Non è “qualcosa che abbia potenza, ma è potenza in sè
stessa. La materia prima non può esistire da sola, ma solo sotto una forma sostanziale; non ha un'essistenza
fisica ma esiste soltanto come principio metafisico.
La forma sostanziale
È il principio intrinseco dell'ente corporeo per il quale questo ha un determinato modo di essere sontanziale. È
il principio intrinseco dell'ente corporeo (le cose son sono machine, che esiste una unità intrinseca, una unità
che guida la azione, che fa che esistano dei principi spontanei che mantengono e reucperano la struttura
originaria. La forma determina il modo di essere sostanziale; la struttura è una realtà osservabile, sperimentale,
invece la forma sostanziale è una nozione di tipo metafisico, non osservabile. Non è corretto definire la forma
uguale all'esenza poichè l'essenza comprende anche la materia. La forma non è la materia ma non esiste senza
di essa (la forma è il principio specificante e determinativo dell'essere delle cose sostanziali; la forma determina
l'essere ma non si identifica con l'essere in quanto tale; ogni cosa ha un essere: l'essere delle cose dipende
dalla loro forma sostanziale)
La forma: (determina l'essere; da l'essere; determina le caracteristiche accidentali della sostanza; è l'atto primo
della sostanza corporea).
Unità e gradazione della forma sostanziale
La forma sostanziale deve essere unità, non può essere che una; nel mondo esistono forme sostanziali che
posiedono vari livelli di perfezione (gradazione); ogni forma sostanziale è indivisibile anche se tra le varie forme
sostanziali esiste una gradualita; la forma è conoscibile, è il principio de intelligibilità, è la forma sostanziale che
ci permette di conoscere l'ente. Conoscere significa sempre conoscere ciò che la cosa è, la forma e ciò che da il
modo di essere: conoscere è conoscere la forma sostanziale; conoscere è avere in me il modo di essere di
quella realtà. Conoscere una realta non significa però cogliere pinamente la sua forma sostanziale.
Principio di individuazione
In senso propio soltanto la sostanza è; la materia (potenza), è essenzialmente ordinata alla forma (atto); la
materia di ogni corpo è proporzionata alla ricezione e al possesso della sua forma; materi e forma sono una
unita profonda; la materia condiziona o limita la forma (individualita); la forma dei corpi supera la materia ma
dipende da essa; concetto ni natura collegato con la forma sostanziale e principio di movimento.
La Natura
È il primo principio intrinseco della attività dei corpi; è la essenza in quanto principio di operazione.
Natura: i corpi sono estesi, dotati di grandezza, possono dividersi, aumentare o diminuire, cambiare luogo. La
radice di queste proprietà è il fatto che il corpo ha parti, si trovano l'una fuori dell'altra, e che sono riunite
secondo un certo ordine. Aristotele la definisce considerando la divisibilità: è quantum ciò che può dividirsi in
parti intrinseche. Ciascuna delle quali è separabile. La quantità è il primo accidente dell'ente corporeo, derivato
dalla sua materia.
La quantità è un accidente realmente distinto della sostanza, ciò che esiste sono i corpi, ma ogni corpo
possiede una certa queantita, la quale accompagna necssariamente la sostanza materiale e la determina in un
modo intrinseco. Le posizioni meccaniciste riducono la realtà alla materia e a volte allla sua pretensione, ma
questa sostanzializzazione è prender un'astrazione come reale. Per ogni sostanza fisica, esiste una determinata
quantità di materia necessaria perche possa darsi la corrispondente forma sostanziale, ma possono arrivare a
provocarlo se raggiungono una considerevole rilevanza. La quantità è il primo accidente della sostanza
corporea, le altre proprietà determinano la sostanza attraverso la quantità. Alcuni accidenti ineriscono alla
sostanza attraverso altri. Secondo tale ordine di natura, la sostanza corporea è determinata immediatamente
dalla quantità. Le caracteristihe che sono conseguenze della quantità (figura, divisibilità, misurabilità) non si
riferiscono ad un modo di essere specifico, ma si presentano in ogni sostanza materiale. La quantità inerisce
alle sostanza in quanto sono materiali, esprime la disposizione fondamentale della materia. Le sostanze
spirituali non hanno nè quantità nè estensione nè le proprietà derivanti. La quantità è qualcosa di reale, non
riducibile ad un semplice prodotto della mente umana, non si tratta di un ente sussistente, ma in quanto
inerente alle sostanze corporee essa è reale. L'estensione non è il posto dove sono collocati i corpi, ma la
dimenisonalità stessa della sostanza corporea.
Caracteristiche: Divisibilità (da un ente corporeo derivano più enti. È questo e il modo infimo di generazione e
corruzione delle sostanze. Ogni ente materiale è divisibili, giachè possiede un'estensione, pertanto, delle parti
quantitative potenziali. Non sarebbe nemmeno filosoficamente impossible l'essistenza di unità minime di
materia fisicamente indivisbile. è pero impossibile un ente quantitativamente indivisibile, cioè senza parti,
poiche un tale ente sarebbe inesteso e, pertanto, non sarebbe materiale. Di conseguenza ogni ente materiale è
indefinitamente divisibile. Ma ciò non significa che i corpi siano constituiti da infinite parti. Il processo di
divisione non potrà che raggiunggere un numero finito di parti. Una cosa è la divisibiltà indefinita, altro è la
divisione attuale che certamente è impossibile); misurabilità (misurare siginifica conoscere la quantità di
qualcosa paragonandola con altre quantità. La misura è possible perchè la quantità ammette un più e un meno.
Le unità di misura sono convenzionali, ma si basano su un fondamento reale: l'unità indivia dell'ente
quantitativo. Ciò che non è quantitativo o che non si considera sotto l'aspetto quantitativo non può essere
misurato, ma solo descritto o paragonato. La misurazione termina al numero, che è come una parte della
quantità considerata in astratto: “numero astratto o numerante”. Se viene predicato delle cose numerabili, dà
origine al “numero concretto”. Individualità (individuo è ciò che si distingue da altri enti ed è in se stesso
indiviso. Individuo si contrappone a universale che può essere posseduto da più enti. Le perfezione va le a dire
le forme degli enti materiali si possono realizzare in più individui differenti. Nella realtà queste perfezioni
esitono individualizzate. La radice ultima dell'individualità negli enti materiali è la quantità dimensiva. La
materia signata quantitate è il principio di individuazione).
Altre proprietà: Delimitazione (gli enti estesi sono finiti nell'estensione, hanno un limite, che non è rigido nè
esatto, attraverso questo limite entrano in contatto con altri corpi). Figurabilità (le diverse forme che i contorni
dei corpi possono assumere, sopratutto fra i solidi, danno luogo alle loro figure); carattere additivo (le
dimensioni ammetono essenzialmente un più e un meno); ordine spaziale (essere dentro, in, fra, intorno, etc;
distanza tra due parti dell'essere esteso); Dimensioni (gli enti materiali hanno un carattere tridimensionale,
quanto si toglie per astrazione delle dimensioni, dal volume, sorge la superficie, dalla superficie, la linea, dalla
linea si ottiene il punto); proprietà fisiche (massa, impenetrabilità, tangibilità, densità, durezza).