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I diritti umani in Italia
Un rapporto appena pubblicato (2017-2018) da Amnesty International
Più una donna studia, più dovrà prepararsi a ingoiare bocconi amari durante la vita
lavorativa: gli uomini laureati guadagnano mediamente il 35,3% in più delle donne. Il
dato porta ancora con sé la presenza dei "vecchi" laureati, che erano misura
decisamente maggiore uomini e questo apre alla speranza che il livello retributivo
delle donne possa salire, restringendo così il gap con gli uomini, solo nei prossimi anni,
quando raggiungeranno con maggior frequenza quei ruoli che ora sono
prevalentemente ricoperti da uomini.
Art. 16
La famiglia è il nucleo naturale
e fondamentale della società e
ha diritto ad essere protetta
dalla società e dallo Stato.
Lavoro e famiglia
Sono state 27.000 le domande di dimissioni presentate dalle donne per motivi legati alla
nascita di un figlio (ossia il 78% del totale). Un altro dato è allarmante: è netta la prevalenza di
dimissioni nelle fasce di età comprese tra i 26 e i 35 anni e tra i 36 e i 45 anni, con una brusca
frenata delle possibilità di far carriera.L’uscita dal mercato del lavoro diventa spesso definitiva.
Come mai?
Troppo alto è considerato il sacrificio in termini economici e troppo bassa l’assistenza a
supporto delle famiglie. Basti pensare che in Italia la spesa sociale destinata alle famiglie è
l’1,5% del Pil (secondo il Centro studi ImpresaLavoro). Da segnalare anche l’incremento delle
dimissioni riferite ai lavoratori padri (+34% rispetto al 2015), fenomeno che pur essendo nei
valori assoluti decisamente più limitato (7.560 casi), dimostra che la conciliazione è tutto
fuorché una questione «femminile».
Il 20 novembre 1989 l’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite
all’unanimità approvava solennemente
il testo della Convenzione
Internazionale sui Diritti
dell’infanzia dando vita al più
avanzato e completo atto giuridico
internazionale in materia.
Nel mondo i bambini e gli
adolescenti costretti a
lavorare sono 168 milioni
Il lavoro minorile è presente anche in Italia e riguarda
almeno 340.000 minori sotto i 16 anni, di cui
28mila coinvolti in attività molto pericolose per la
loro sicurezza, salute e ai limiti dello sfruttamento come
ricordano i dati dell’indagine “Game Over” realizzata da
Save the Children.
DISPERSIONE SCOLASTICA. Si inizia a lavorare molto presto, prima degli 11 anni (0,3%), ma è col crescere dell'età che
aumenta l'incidenza del fenomeno (3% dei minori 11-13enni), per raggiungere il picco di quasi due su 10 (18,4%) tra i 14 e
15 anni, età di passaggio dalla scuola media a quella superiore, nella quale si materializza in Italia uno dei tassi di
abbandono più elevati d'Europa (18,2% contro una media Ue a 27 del 15%).
E la cerchia familiare è l'ambito nel quale si svolge la maggior parte delle attività: per il 41% dei ragazzi si tratta infatti di un
lavoro nelle mini o micro imprese di famiglia: uno su tre si dedica ai lavori domestici per più ore al giorno, anche in conflitto
con l'orario scolastico, più di uno su 10 lavora presso attività condotte da parenti o amici.
L’IMMIGRAZIONE
Spostarsi è un diritto !
Art. 14
Ogni individuo ha il diritto di
cercare e di godere in altri paesi
asilo dalle persecuzioni.
LEGGIAMO QUESTO TESTO
“Molti sono gli esempi mostrano come gli immigrati operino una sistematica occupazione
dei posti di lavoro soppiantando in questi impieghi desiderabili gli americani coi loro metodi da
clan” (L’immigrazione italiana e irlandese”, American Protective Association, Usa 1896)”
“Gli immigranti che vengono dalle province al di sotto del 45° parallelo sono, con poche eccezioni, dei malfattori.”
(Lettera di un lettore, E. C. W., al San Francisco Cronicle, Usa 1904)”
“Noi protestiamo contro l’ingresso nel nostro paese di persone i cui costumi e stili di vita
abbassano i nostri standard di vita e il cui carattere, che appartiene a un ordine di intelligenza inferiore,
rende impossibile conservare gli ideali più alti della moralità e della civiltà americana.” (North American Revue,
Usa, 1922)
Cos’è uno stereotipo?
“Stretto come una acciuga in scatola; un caldo asfissiante; intorno a me Keta, Goni,
Beni, Ilir, i miei amici, e poi tutti gli altri. Eravamo almeno in ottomila su quella nave
merci sgangherata partita da Durazzo la sera del 12 agosto 1991. Non dimenticherò
mai quel viaggio, quelle 5 ore immobili ad aspettare che la nave partisse, quelle 18
ore in mezzo al mare. Nessuno che fiatava. Niente da mangiare e da bere, se non i
panini avvolti nella carta argentata che ci tiravano gli elicotteri della Finanza quando
già si intravedeva Bari. Per tutto il tempo che sono stato in Italia, prima di essere
rispedito in Albania, sono sempre stato in costume. Cinque giorni in tutto, tre allo
stadio Delle Vittorie e due sulla banchina del porto. Mai una coperta, mai un panino
ricevuto da una persona, solo pacchetti gettati dagli elicotteri. Ci trattavano come
bestie. A volte ci ripenso, ora che, tra virgolette, sono famoso, che poi è una parola
che non mi piace. Non ho mai cercato di diventarlo. Il mio obiettivo è sempre stato
migliorare nel mio lavoro, la danza”.
“L’ISTRUZIONE È L’ARMA PIÙ
POTENTE PER CAMBIARE IL MONDO”
Art. 26
Art. 25