per competenze
Presentazione
Impresa ardua parlare di competenze: un tema trattato da
tempo, ovunque si parli di scuola “innovativa”, da differenti
punti di vista, con “competenze” differenti. A volte con con-
sapevolezza, altre con superficialità, tanto che all’insegnante
che sta in classe e che non frequenta i salotti buoni della
didattica viene difficile districarsi tra tanti strumenti ed ap-
procci, sapendo distinguere il grano dal loglio. Libri di testo
con “competenze” ben in evidenza in copertina, spesso ag-
giunto in tipografia senza cambiamenti significativi all’in-
terno; normali esercizi scolastici (ottimi per gli scopi per cui
erano stati creati) e trasformati in attività per le competenze
cambiando solo il titolo. Come essere credibili e autorevoli in
questo scenario? Noi ci mettiamo le nostre esperienze.
Francesca è una maestra con trent’anni di insegnamento
e che fa una didattica del reale e per compiti autentici da
prima che si iniziasse a parlare di competenze (il compito
autentico è una strategia per l’apprendimento significati-
vo); Giovanni è un formatore che si occupa di competenze
da tempo, nella formazione professionale (anni ’80), nel se-
condo ciclo dal tempo degli Assi Culturali e nel primo ciclo
con un’accelerazione da quando, con la circolare del 2015, le
competenze sono entrate nell’agenda di ogni Istituto com-
prensivo. Assieme abbiamo pubblicato materiali didattici per
le competenze e scritto articoli divulgativi e assieme condur-
remo questa rubrica portando la nostra esperienza viva di
insegnante e con gli insegnanti.
I contenuti che saranno trattati faranno riferimento a queste
nostre esperienze: dubbi e problemi che ci sono stati presen-
tati, compiti autentici realizzati e strumenti di valutazione
utilizzati. Ma anche le domande che ci sono state poste e che
anche voi lettori ci farete e le nostre risposte. La nostra vuol
essere una rubrica pratica, che parte da pratiche reali ma che
non disdegna qualche incursione concettuale.
Pillole di
o,
Giovanni Marconat
Francesc a Mu sc o
psicologo e formatore,
competenze
insegnante di scuola Primaria
La rubrica sulle competenze continua con la con- e neppure come l’applicazione di un sapere teori-
sueta forma della conversazione tra insegnanti co nella pratica, ma come un processo dinamico
e formatori: le domande alle quali rispondiamo di mobilizzazione di risorse in funzione di una
sono state poste durante i vari corsi fatti e rap- loro messa in opera in un preciso contesto. Agire
presentano visioni e preoccupazioni reali. Ci pare con competenza implica l’attivazione di un pro-
questo un modo vivo per trattare la tematica. Nel cesso combinatorio di risorse. La “competenza”, in
numero di questo mese affrontiamo ancora alcu- questa prospettiva e in ultima analisi, altro non è
ne questioni di carattere generale, dalla definizio- che l’insieme dei processi cognitivi che rendono
ne di “competenza” ai criteri per autovalutare (em- possibile la mobilizzazione delle risorse, la loro
piricamente) in quale misura si stia facendo per selezione e combinazione per conseguire un ben
davvero una didattica orientata alle competenze, definito risultato in un contesto definito. Da que-
dal fornire alcune argomentazioni sull’utilità di sta definizione emerge che la didattica per lo svi-
questo tipo di didattica alle ragioni per cui non è luppo delle competenze deve essere finalizzata a
mai troppo presto per iniziare a lavorare in classe sviluppare quei processi cognitivi e gli studenti,
per favorire lo sviluppo di competenze e delle ri- attraverso la formazione, devono poterli sviluppa-
sorse che ne rappresentano gli ingredienti. re e utilizzare per realizzare una prestazione in
un contesto dato e allo standard atteso.
Quale può essere una definizione La competenza può essere anche vista come l’in-
precisa di “competenza”? Se ne sono sieme di risorse che consentono alle persone di far
sentite tante… fronte a problemi complessi, di svolgere attività
Una definizione di competenza che sia “precisa” è impegnative.
difficile da dare, perché una definizione operativa Secondo me sarebbe necessario fare un chiarimen-
(questo aspetto la rende “precisa”) può essere solo to semantico: parliamo di “competenze” o di “com-
data con riferimento al contesto in cui la si usa petenza”? Le competenze sono le dimensioni uffi-
e per gli scopi per cui la si usa. Guy Le Boterf ha ciali per le quali lavoriamo al fine della certificazio-
dato questa definizione, che a mio avviso è la più ne al termine della scuola Primaria. La competenza
utile tra quelle che si trovano in letteratura: “La è, invece, la caratteristica personale che consente
persona che sa agire con competenza è quella che a una persona di essere efficace nell’affrontare le
è in grado di mobilizzare, selezionare e combinare differenti sfide che la vita gli propone. “Le compe-
risorse in modo pertinente per gestire una situa- tenze” rappresentano un sottoinsieme della “com-
zione professionale”. Da questa definizione emer- petenza” di una persona e questa considerazione
ge che la competenza non va intesa come la som- ha importanti implicazioni sul significato e sulla
ma di saperi (conoscenza, abilità, atteggiamenti) pratica della didattica per “le competenze”. (GM)
Scopo: valorizzare l’unicità e la Fasi operative: 3. Ogni alunno, aiutato dai familia-
singolarità dell’identità culturale 1. L’insegnante guida la discussione ri, registra su qualsiasi supporto
di ogni studente (raccomanda- sul momento della buonanotte, (smartphone, tablet…) i dialoghi
to in contesti con diversi alunni sulle paure dell’addormentarsi, sul- della buonanotte.
stranieri). le diverse tradizioni familiari che 4. Con il supporto della scheda e
Prodotto atteso: creazione di un hanno il potere di tranquillizzare; dei dialoghi registrati ogni alun-
ebook “multietnico” che raccol- durante la conversazione annota i no scrive il racconto della “sua”
ga le abitudini e i riti collegati al punti comuni e le differenze. buonanotte.
momento della buonanotte di cia- 2. I bambini a gruppi, creano una 5. Presentazione e commento col-
scun alunno. scheda che preveda la scansione lettivo dei testi e dei dialoghi.
Competenze attivate: temporale delle azioni dal mo- 6. Al termine del lavoro l’insegnante
Comunicazione in madrelingua; mento della cena fino alla buona- raccoglie i materiali in un ebook
competenza digitale; imparare a notte sulla quale ogni alunno pos- per mantenere memoria, per condi-
imparare; competenze sociali e civi- sa annotare quali canzoni, storie o videre con le famiglie, per permet-
che; consapevolezza ed espressione parole vengono dette in famiglia e tere agli alunni di cogliere come,
culturale. hanno il potere di rassicurare. seppure con lingue diverse, ogni
Spazi: le attività prevedono la rac- bambino ha bisogno di essere ac-
colta di informazioni da svolgere colto e rassicurato.
in collaborazione con le famiglie;
la presentazione del lavoro indivi-
duale e la costruzione dell’ebook
avvengono in aula.
Tempi: 4 settimane.
Fasi operative:
1. L’insegnante guida la discussione su alcune pratiche ti emersi dalla conversazione e per ciascuno si eviden-
diffuse di disimpegno morale come la dislocazione ziano le possibili conseguenze.
della responsabilità (“mi ha detto lui di farlo…”), 5. Gli alunni ricercano e analizzano alcune immagini che
la diffusione della responsabilità (“non è colpa mia, possano suggerire atteggiamenti di disimpegno morale.
c’era anche lui…”), l’attribuzione di colpa alla vitti- 6. L’insegnante guida la classe a decodificare gli elemen-
ma (“lui mi ha provocato”), la deumanizzazione della ti di un poster di pubblicità progresso, soffermandosi
vittima (“lui è un maiale…”), … e sulle esperienze sull’efficacia dello slogan.
che i bambini hanno riguardo a questo tema. 7. Divisi a gruppi, i bambini progettano dei poster (an-
2. Ogni alunno è invitato a scrivere un testo personale che utilizzando le immagini trovate precedentemente)
ricercando nel proprio vissuto un episodio di disim- che possano esortare alla responsabilità delle proprie
pegno morale. azioni ed elaborano slogan.
3. Gli elaborati vengono presentati alla classe e discus- 8. Per rendere la comunicazione più ampia si possono
si con i compagni per individuare i comportamenti creare versioni dei poster in inglese.
scorretti e quali alternative sarebbero state possibili 9. Una volta realizzati i prodotti, gli alunni presentano
nelle situazioni presentate. i loro lavori ai compagni delle altre classi e i poster
4. Collettivamente si registrano i diversi comportamen- vengono appesi negli spazi comuni della scuola.
Pillole di Competenze
Spesso si discute la contrapposizione tra la didattica
disciplinare e quella orientata alle competenze, come se
si escludessero a vicenda. Questa è una delle tante idee
erronee che si sono costruite in tema di competenze.
La nostra scuola persegue sia obiettivi di apprendimento
disciplinare sia l’acquisizione di competenze, i primi Giovanni Marconato,
essendo il fondamento ineliminabile per la seconda. Francesca Musco
La vera questione riguarda il rapporto tra discipline psicologo e formatore,
e competenze. insegnante di scuola primaria
Cosa cambia nel rapporto docente- • non favorire l’espressione di un pensiero omolo-
discente, passando da una didattica gato e conformistico ma incoraggiare il pensiero
tradizionale a una per competenze? divergente e critico;
La didattica tradizionale è variegata e potrebbe • non promuovere la competizione ma la collabo-
comprendere alcuni elementi della didattica per razione;
competenze. Ciò premesso, in una buona didattica Evidenzio il “per quanto possibile” perché i com-
(non solo quando essa è finalizzata alle competen- portamenti auspicati rappresentano delle mete da
ze) si dovrebbe, per quanto possibile: conseguire più che punti di partenza. Questi com-
• non dare istruzioni ma formulare ipotesi, asse- portamenti dovrebbero essere allenati graduando
gnare obiettivi da raggiungere o problemi da risol- la complessità del compito, l’impegno richiesto e
vere; il supporto e il controllo da parte dell’insegnante.
• non sostituirsi all’alunno quando si trova in dif- (GM)
ficoltà ma offrire adeguato supporto;
• non lavorare in contesti simulati ma autentici, Ogni insegnante sente fortemente il dovere di gui-
reali, attuali; dare i propri alunni verso il conseguimento di tut-
• non premiare la riproduzione di contenuti ma la ti gli obiettivi disciplinari previsti e si impegna a
loro produzione; sollecitare l’attenzione dei ragazzi su quanto sta
• non sanzionare l’errore ma utilizzarlo come ri- proponendo in variati modi (con l’utilizzo di uno
sorsa per l’apprendimento; sfondo integratore, la creazione di quiz interattivi,
Fasi operative:
1. L’insegnante mostra agli alunni diverse opere d’arte che abbiano come
soggetto gli alberi ed esorta ogni alunno a scegliere quello che è più rap-
presentativo per ciascuno.
2. Ogni alunno riproduce l’opera d’arte, la descrive e argomenta la sua scelta.
3. L’insegnante chiede di osservare per qualche giorno gli alberi presenti nei
contesti frequentati dagli alunni (il giardino della scuola, i viali della città
o del paese, il parco pubblico, la piazza...) e di scegliere e fotografare un
albero che abbia, ai loro occhi, qualcosa di speciale e del quale intendono
prendersi cura.
4. Ogni alunno prepara una carta di identità dell’albero scelto: che tipo di
pianta è, quali sono le sue caratteristiche, in quali condizioni si trova,
dove si trova, perché ha colpito il loro interesse; poi scelgono un nome
per il proprio albero.
5. Divisi in gruppi, i ragazzi preparano un semplice documento di “adozione”
dell’albero nel quale indicano in quali termini si impegnano a prendersi
cura della pianta (solo osservare i cambiamenti stagionali? Controllare che
non vi siano rifiuti intorno al tronco? Controllare le precipitazioni meteo-
rologiche? ...).
6. I documenti vengono discussi per trovare una formulazione comune e ogni
alunno sottoscrive il proprio contratto di adozione che viene verificato
periodicamente.
7. Con l’aiuto dell'insegnante, ogni albero viene geolocalizzato su una mappa
Google con un segnaposto, sul quale viene indicato il nome della pianta
e del tutore.
8. Il lavoro può proseguire in diversi modi da concordare con gli alunni ac-
cogliendo ulteriori proposte: ricerca scientifica sulle caratteristiche speci-
fiche della specie, rielaborazione artistica dell’albero, descrizione matema-
tica (da 1 tronco, quanti rami?), descrizione soggettiva del punto di vista
della pianta, ricerca sull’età della pianta e sui cambiamenti ambientali che
sono avvenuti intorno a essa nel corso della sua vita...
9. Gli elaborati prodotti vengono di volta in volta digitalizzati, raccolti su
un cloud (ad esempio Google Drive) e collegati ai geotag presenti sulla
mappa. (FM)
Pillole di Competenze
Secondo un sentire piuttosto diffuso, lavorare nella
prospettiva delle competenze implicherebbe il superamento
della didattica disciplinare. In realtà, la cosiddetta
“scuola delle competenze” ha le sue basi
concettuali e strumentali proprio
nella didattica disciplinare
(anche se non si identifica con
essa). Una buona competenza
richiede una solida
padronanza delle conoscenze
disciplinari; richiede,
più precisamente,
l'apprendimento
significativo delle
discipline.
La rubrica di questo
mese è focalizzata
su questo rapporto,
quello tra discipline
e competenze. Una
tematica sentita come
problematica da parte
degli insegnanti,
forse per i numerosi
fraintendimenti che si sono
Giovanni Marconato, sviluppati da quando
Francesc a Mu sc o la competenza è diventata
oggetto di attenzione didattica.
psicologo e formatore,
insegnante di scuola primaria
Non crede che tutta l’enfasi che si tenza rappresenta una forma elevata di padro-
pone sulle competenze finisca con nanza della conoscenza. Rifacendomi ai concetti
l’offuscare la valenza intrinseca dell’architettura della cognizione umana proposta
della conoscenza? Il sapere continua da David Jonassen, si può affermare che come esito
ad avere un ruolo nella formazione dell’apprendimento, a un livello base troviamo la
degli studenti? memorizzazione o “apprendimento meccanico”
Conoscenza e competenza non sono antitetiche o (fatto di conoscenza dichiarativa e procedurale), al
sostitutive. Ho sempre sostenuto che senza cono- livello successivo abbiamo la comprensione o “ap-
scenza non c’è competenza (la conoscenza, infatti, prendimento significativo” (fatto di conoscenza
è una delle risorse necessarie a mettere in azione strutturale e situazionale) e al livello più alto la
le competenze), ma mi spingo oltre. La compe- competenza o “apprendimento situato” (dato da
Tabella 1
Chiarezza Comunica l’idea principale in modo strutturato, con chiarezza ed efficacia e fornisce
4
nell’esposizione supporti o notizie aggiuntive con dettagli ricchi ed utili.
delle idee
Comunica l’idea principale con chiarezza e fornisce supporti o notizie integrative che
3
contengono alcuni dettagli.
2 Comunica informazioni importanti ma non relative al tema.
1 Comunica le informazioni come pezzi isolati e in forma casuale.
Efficacia della Presenta le informazioni in uno stile e con un tono efficace che fa aumentare il livello di
4
comunicazione interesse, di conoscenza e di comprensione della tematica da parte dei destinatari.
con destinatari
Presenta le informazioni in uno stile e con un tono coerente con il livello di interesse, di
differenti 3
conoscenza e di comprensione dei destinatari.
Presenta le informazioni in uno stile e con un tono poco adatto al livello di interesse o di
2
conoscenza della tematica dei destinatari.
Presenta le informazioni in uno stile e con un tono per niente adatto al livello di interesse
1
e di conoscenza della tematica da parte dei destinatari.
Efficacia e 4 Usa più metodi di comunicazione che sono molto creativi e innovativi.
varietà di
3 Usa due differenti metodi di comunicazione che sono applicati in modo standardizzato.
modi della
comunicazione Fa il tentativo di utilizzare due metodi di comunicazione ma non ne sa sfruttare le
2
caratteristiche.
Usa un solo metodo di comunicazione dove ne sarebbe necessario più di uno. Non sa
1
applicare le regole di questo metodo.
Efficacia nella 4 Rende evidente lo scopo della comunicazione in modo chiaro e molto creativo.
comunicazione
3 Rende evidente lo scopo della comunicazione in modo semplice e standardizzato.
di uno scopo
Fa un tentativo di rendere evidente lo scopo della comunicazione ma compie significativi
2
errori e omissioni.
1 Non fa nessuno sforzo per mettere in evidenza lo scopo centrale della comunicazione.
Ho provato più volte a costruire e la loro descrizione nei livelli. Anche per una mi-
rubric per la valutazione delle cro-prestazione è possibile costruire una rubric,
prestazioni degli studenti ma ho ma il lavoro necessario per la sua creazione po-
trovato l’attività parecchio laboriosa trebbe essere consistente.
e il risultato poco soddisfacente. La seconda criticità riguarda l’identificazione
Come mi posso regolare? dei criteri, degli elementi, cioè, che conferiscono
Innanzitutto bisognerebbe aver chiaro un con- qualità alla prestazione da valutare perché non
cetto: una rubric è una buona rubric quando è semplice identificare quelli più significativi per
aiuta chi la usa a osservare e valutare una pre- la valutazione. A questo si può ovviare lavorando
stazione con facilità, quando gli indica in modo con il metodo del brainstorming: inizialmente si
preciso che cosa deve osservare e rilevare per valu- identificano numerosi criteri e poi si valutano e si
tare, che cosa deve poter osservare nel comporta- selezionano quelli maggiormente rilevanti. Se si
mento dell’alunno per collocarne la prestazione in decide di costruire una rubric con, ad esempio, tre
uno dei quattro livelli della valutazione ufficiale. criteri, non è una buona regola utilizzare i primi
La prima criticità che si incontra nella costruzione tre che vengono in mente. Il tempo dedicato al
di una rubric è: che cosa valutare? Abituati a valu- brainstorming contribuirà certamente al migliora-
tare conoscenze e abilità disciplinari, la tendenza mento della qualità del prodotto finale.
è quella di valutare attività di limitata estensione Un’altra questione, sempre legata ai criteri di va-
oppure un processo cognitivo, che per sua natura lutazione, che potrebbe condizionare in negativo
non è osservabile. Il suggerimento è di iniziare a lo sviluppo dei descrittori (cioè il “che cosa devo
costruire una rubric avendo come oggetto delle poter osservare per valutare”) riguarda proprio il
prestazioni di una certa complessità, perché que- contenuto di questi descrittori. La tendenza è di
sto facilita l’identificazione dei criteri da utilizzare identificare il criterio di valutazione, descriverlo
Tabella 2
Conoscenza degli Dimostra una Dimostra di Dimostra di Dimostra di
argomenti conoscenza conoscere in conoscere conoscere una parte
approfondita degli modo abbastanza sufficientemente gli degli argomenti
argomenti completo gli argomenti
argomenti
Scrittura del testo Produce testi corretti Produce testi Produce testi Produce testi non
nell’ortografia, nel abbastanza corretti sufficientemente sufficientemente
contenuto, nella nell’ortografia, nel corretti corretti
coerenza testuale. contenuto, nella nell’ortografia, nel nell’ortografia, nel
coerenza testuale. contenuto, nella contenuto, nella
coerenza testuale. coerenza testuale
Tabella 1
TRAGUARDO A B C D
L’alunno partecipa L’alunno partecipa L’alunno partecipa L’alunno L’alunno, solo
a scambi a discussioni con a conversazioni partecipa alle se guidato e
comunicativi compagni e insegnanti con compagni e conversazioni sollecitato,
(conversazione, formulando domande, insegnanti, mostrando di solo se partecipa
discussione dando risposte e comprendere l’argomento interessato e a scambi
di classe o di fornendo spiegazioni ed dei discorsi affrontati in supportato dalle comunicativi
gruppo) con esempi. classe e di coglierne le domande-stimolo con compagni e
compagni e Rispetta sempre tempi e informazioni principali. dell’insegnante. insegnanti.
insegnanti turni di parola. Rispetta il turno di parola. Si impegna a Va stimolato
rispettando Interviene con pertinenza Formula domande chiare rispettare il turno a rispettare i
il turno e e coerenza e apporta un di spiegazione e di di parola. nessi logici e
formulando significativo contributo approfondimento. Formula cronologici.
messaggi chiari personale. Utilizza un lessico occasionalmente Usa un lessico
e pertinenti, in Utilizza sempre un lessico appropriato alla messaggi chiari. ristretto,
un registro il appropriato in base alla situazione comunicativa, Utilizza un lessico esplicitando
più possibile situazione comunicativa, dimostrando di semplice ed solo alcune
adeguato alla dimostrando di aver avviarsi all’uso di una essenziale. informazioni, non
situazione. acquisito un primo nucleo terminologia specifica. sempre quelle
(Italiano) di terminologia specifica. indispensabili.
Fasi operative:
1. L’insegnante propone alla classe una riflessione sui cambiamenti affron-
tati durante l’intero ciclo scolastico passato, in particolare su che cosa i
bambini ricordano dell’ingresso alla scuola primaria, in quale modo han-
no imparato ad adattarsi ai ritmi e all’organizzazione scolastica, quali
sono state le difficoltà incontrate…
2. G li alunni, individualmente, descrivono la propria esperienza scolastica.
3. Ogni alunno presenta il proprio elaborato alla classe e vengono individu-
ati i problemi riscontrati e le soluzioni adottate.
4. A gruppi, si realizzano brevi storie illustrate adatte ai bambini della scuola
dell’infanzia, che riguardano le situazioni identificate nella fase precedente.
5. Le storie illustrate vengono raccolte in un libretto che contiene anche
alcune pagine bianche; poi il libro viene fotocopiato per poterne donare
una copia a ogni alunno della scuola dell’infanzia in arrivo alla primaria.
6. Gli alunni di quinta contattano la scuola dell’infanzia e fissano una data
di incontro.
7. I ragazzi si recano alla scuola dell’infanzia dove intervistano gli inse-
gnanti per conoscere l’organizzazione della giornata scolastica, le atti-
vità che svolgono, le routine, e incontrano gli alunni per conoscere le
aspettative che hanno nei confronti della scuola primaria.
8. Gli alunni leggono i testi che hanno elaborato al grande gruppo e rispon-
dono alle eventuali domande dei più piccoli.
9. Ogni alunno di quinta regala una copia del libro a un bambino della
scuola dell’infanzia e lo aiuta. Supervisiona inoltre la realizzazione di un
suo autoritratto, del momento preferito durante la giornata scolastica, di
un’esperienza significativa svolta e di come immagina la scuola primaria.
10. Durante queste attività alla scuola d’infanzia, l’insegnante di quinta può
presentarsi ai suoi prossimi alunni, conoscerli, vederli al lavoro e può
chiedere loro di continuare a disegnare sul libretto durante l’estate e
portarlo con loro il primo giorno di scuola primaria.
11. Prima di lasciare la scuola dell’infanzia, i ragazzi raccolgono la documen-
tazione ed eventuali materiali riguardo il modo in cui viene gestita lì la
routine (calendario, appello...).
12. A completamento del percorso, gli alunni di quinta possono realizzare un
cartellone che rappresenta la giornata scolastica alla scuola dell’infanzia
e uno che rappresenta la giornata scolastica alla scuola primaria e lascia-
re gli elaborati in eredità alla scuola che accoglierà i prossimi scolari.