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civilt� del bacino del Mediterraneo, ha vissuto i principali eventi storici del
mondo occidentale.
L'Italia ha ereditato culture antiche come quelle dei Nuragici, degli Etruschi o
dei Latini, � stata luogo di colonie di origine greca e cartaginese, di
insediamenti Celti e culla di alcuni fenomeni che hanno segnato la cultura
occidentale quali l'Impero romano e il papato dopo essere stata in parte sotto la
dominazione di Goti, Longobardi, Arabi, Bizantini e Normanni.
Indice
1 Preistoria e Protostoria
1.1 Ondate migratorie
1.2 Genti italiche
2 Storia antica
2.1 Fenici e Cartaginesi
2.2 Civilt� grecaNel 1901, come a molte altre potenze straniere, fu garantito
all'Italia una concessione commerciale nell'area della citt� di Tientsin in Cina.
La concessione italiana, di 46 ettari, fu una delle minori concessioni concesse
dall'Impero cinese alle potenze europee e, alla fine della prima guerra mondiale,
si espanse inglobando la concessione austriaca nella stessa citt�. I termini di
tale concessione vennero ridiscussi, e infine la stessa concessione venne di fatto
sospesa, a seguito di un accordo tra la Repubblica Sociale Italiana e il governo
filo-giapponese della Repubblica di Nanchino (che inglob� la concessione) nel 1943.
Tra l'aprile e l'agosto del 1912, durante la fase conclusiva della guerra in Libia
contro l'Impero ottomano, l'Italia decise di occupare dodici isole dell'Egeo
sottoposte al dominio turco: il cosiddetto Dodecaneso. A seguito del Trattato di
Losanna (1912), l'Italia pot� mantenere l'occupazione militare del Dodecaneso fino
a quando l'esercito turco non avesse abbandonato completamente l'area libica.
Questo processo avvenne lentamente, anche perch� alcuni ufficiali ottomani decisero
di collaborare con la resistenza libica, per cui l'occupazione del Dodecaneso venne
mantenuta nei fatti fino al 21 agosto 1915, giorno in cui l'Italia, entrata nella
prima guerra mondiale assieme le forze dell'Intesa, riprese le ostilit� contro
l'Impero Ottomano.
Una delle richieste italiane durante il Trattato di Versailles dopo la prima guerra
mondiale fu quella di annettere la Somalia Francese e il Somaliland in cambio della
rinuncia alla partecipazione nella ripartizione delle colonie tedesche tra le forze
dell'Intesa. Il tentativo non ebbe seguito. Fu l'ultima manovra dello Stato
liberale, prima del fascismo, relativa alla penetrazione nel Corno d'Africa.
Anche in virt� di ci�, l'Italia, nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento fu
interessata dal fenomeno dell'emigrazione. Il fenomeno ha riguardato dapprima il
Settentrione (Piemonte, Veneto e Friuli in particolare) e, dopo il 1880, anche il
Mezzogiorno. In particolare, dai porti del Mar Mediterraneo partirono molte navi
con migliaia di italiani diretti nelle Americhe in cerca di un futuro migliore.
1915-1918
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: radioso
maggio.
Lo Stato italiano decise di entrare in guerra il 24 maggio 1915. Il comando
dell'esercito venne affidato al generale Luigi Cadorna, che aveva come obiettivo il
raggiungimento di Vienna passando per Lubiana[56]. All'alba del 24 maggio il Regio
Esercito spar� il primo colpo di cannone contro le postazioni austro-ungariche
asserragliate a Cervignano del Friuli che, poche ore pi� tardi, divenne la prima
citt� conquistata. All'alba dello stesso giorno la flotta austro-ungarica bombard�
la stazione ferroviaria di Manfredonia; alle 23:56, bombard� Ancona. Lo stesso 24
maggio cadde il primo soldato italiano, Riccardo di Giusto. Il fronte aperto
dall'Italia ebbe come teatro le Alpi, dallo Stelvio al mare Adriatico. Lo sforzo
principale per sfondare il fronte fu concentrato nella regione delle valli Isonzo,
in direzione di Lubiana. Dopo un'iniziale avanzata italiana, gli austro-ungarici
ricevettero l'ordine di trincerarsi e resistere. Si arriv� cos� a una guerra di
posizione simile a quella che si stava svolgendo sul fronte occidentale. La guerra
continu� con pochi risultati e molte perdite nel corso del 1915, 1916, 1917.
Armando Diaz
La rottura del fronte di Caporetto provoc� il crollo delle postazioni italiane
lungo l'Isonzo, con la ritirata delle armate schierate dall'Adriatico fino alla
Valsugana, in Trentino, mentre gli austriaci avanzarono per 150 km in direzione
sud-ovest raggiungendo Udine in soli quattro giorni. La disfatta port� alla
destituzione di Capello, ritenuto il principale responsabile della sconfitta, e di
Cadorna, quest'ultimo sostituito dal maresciallo Armando Diaz nel ruolo di capo di
stato maggiore; ma fu anche la cagione di un elevato malcontento nelle truppe, che
port� a frequenti disordini, molti dei quali terminati con sommarie fucilazioni.
Gli austro-ungarici fermarono gli attacchi in attesa della primavera del 1918,
preparando un'offensiva che li avrebbe dovuti portare a penetrare nella pianura
veneta. Tale offensiva arriv� il 15 giugno: l'esercito dell'Impero attacc� con 66
divisioni nella battaglia del solstizio (15-23 giugno 1918), che vide gli italiani
resistere all'assalto.
Gli austro-ungarici persero le loro speranze, visto che il paese era ormai a un
passo dal tracollo, assillato dall'impossibilit� di continuare a sostenere lo
sforzo bellico sul piano economico e su quello sociale, data l'incapacit� dello
Stato di farsi garante dell'integrit� dello Stato multinazionale asburgico. Con i
popoli dell'impero asburgico sull'orlo della rivoluzione, l'Italia anticip� di un
anno l'offensiva prevista per il 1919 per impegnare le riserve austro-ungariche ed
impedire loro la prosecuzione dell'offensiva sul fronte francese. Da Vittorio
Veneto, il 23 ottobre part� l'offensiva. Gli italiani avanzarono rapidamente in
Veneto, Friuli e Cadore e il 29 ottobre l'Austria-Ungheria si arrese. Il 3
novembre, a Villa Giusti, presso Padova l'esercito dell'Impero firm� l'armistizio.
L'Italia nel 1924, con le province di Fiume, di Pola e di Zara
Esito
L'Italia complet� la sua riunificazione nazionale acquisendo il Trentino-Alto Adige
(Trento e Bolzano) e la Venezia Giulia (Gorizia, Trieste, Istria, Fiume, Zara).
Queste regioni avevano fatto parte, fino ad allora, della Cisleitania nell'ambito
dell'Impero Austro-Ungarico (ad eccezione della citt� di Fiume, incorporata nel
Regno d'Italia nel 1924 e posta in Transleitania). Inoltre al Regno d'Italia furono
assegnate alcune compensazioni territoriali in Africa, come l'Oltregiuba in
Somalia. Ma il prezzo fu altissimo: 651.010 soldati, 589.000 civili per un totale
di 1.240.000 morti su di una popolazione di soli 36 milioni, con la pi� alta
mortalit� nella fascia di et� compresa tra 20 e 24 anni.[58][59][60]
Il ventennio fascista
Nascita del fascismo e marcia su Roma
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: storia
dell'Italia fascista, vittoria mutilata, rivoluzione italiana e movimenti
rivoluzionari nell'Italia del primo Novecento.
Dopo la prima guerra mondiale la situazione interna italiana era precaria: le casse
statali erano quasi vuote anche perch� la lira durante il conflitto aveva perso
buona parte del suo valore, a fronte di un costo della vita aumentato di almeno il
450%. Scarseggiavano le materie prime e le industrie faticavano a convertire la
produzione bellica in produzione di pace e ad assorbire l'abbondanza di manodopera
accresciuta dai soldati di ritorno dal fronte. Inoltre, il paese, con la sua
economia basata sull'agricoltura, perse una grossa fetta della sua forza-lavoro
causando la rovina di moltissime famiglie. Per questi motivi nessun ceto sociale
era soddisfatto, e soprattutto tra i benestanti si insinu� il timore di una
possibile rivoluzione comunista, sull'esempio russo. L'estrema fragilit� socio-
economica port� spesso a disordini, che il pi� delle volte venivano stroncati con
metodi sbrigativi e sanguinari dalle forze armate. Inoltre il trattato di
Versailles (1919) non aveva portato a nessun vantaggio importante all'Italia:
infatti il patto (memorandum) di Londra, che prevedeva l'annessione all'Italia
della Dalmazia, non venne rispettato. In base al principio di autodeterminazione
dei popoli, propugnato dal presidente statunitense Woodrow Wilson, la Dalmazia
venne annessa al neocostituito Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni, con
l'eccezione di Zara (a maggioranza italiana) e dell'isola di Lagosta, che con altre
tre isole vennero annesse all'Italia.
Tra gli strati sociali pi� scontenti e pi� soggetti alle suggestioni ed alla
propaganda nazionalista che, a seguito del Trattato di Pace, si infiamm� ed
aliment� il mito della vittoria mutilata, emersero le organizzazioni di reduci ed
in particolare quelle che raccoglievano gli ex-arditi (truppe scelte d'assalto),
presso le quali, al malcontento generalizzato, si aggiungeva il risentimento
causato dal non aver ottenuto un adeguato riconoscimento per i sacrifici, il
coraggio e lo sprezzo del pericolo dimostrati in anni di duri combattimenti al
fronte. Tale era il contesto nel quale il 23 marzo 1919 Benito Mussolini fond� a
Milano il primo fascio di combattimento, un nuovo movimento che espresse la volont�
di �trasformare, se sar� inevitabile anche con metodi rivoluzionari, la vita
italiana�, autodefinendosi partito dell'ordine e riuscendo cos� a guadagnarsi la
fiducia dei ceti pi� ricchi e conservatori, contrari a ogni agitazione e alle
rivendicazioni sindacali che caratterizzarono il cosiddetto biennio rosso. Il
momento pareva propizio per Mussolini, ed un forte contingente di 50.000 squadristi
venne radunato nell'alto Lazio e mosse contro la Capitale, il 26 ottobre 1922.
Mentre l'Esercito si preparava a fronteggiare il colpo di mano fascista (con
Badoglio principale sostenitore della linea dura) il re Vittorio Emanuele III si
rifiut� di firmare il decreto di stato d'emergenza, costringendo alle dimissioni il
presidente del consiglio Luigi Facta ed il suo governo. Le camicie nere marciarono
sulla Capitale il 28 ottobre, senza incontrare alcuna resistenza. Il 30 ottobre,
dopo la marcia su Roma, il re incaric� Mussolini di formare il nuovo governo.
La scheda colorata da inserire nell'urna per votare "si" al fascismo nelle elezioni
del 1934
Una volta eletto Presidente del Consiglio, Mussolini decise di rafforzare il
proprio potere. In vista delle elezioni del 6 aprile 1924 Mussolini fece approvare
una nuova legge elettorale (cosiddetta Legge Acerbo) che avrebbe dato i due terzi
dei seggi alla lista che avesse raccolto il 25% dei voti. Il listone guidato da
Mussolini ottenne il 64,9% dei voti. Il 30 maggio 1924 il deputato socialista
Giacomo Matteotti prese la parola alla Camera contestando i risultati delle
elezioni. Il 10 giugno 1924 Matteotti venne rapito e ucciso. Il 3 gennaio 1925 alla
Camera Mussolini recit� il famoso discorso in cui si assunse ogni responsabilit�
per i fatti avvenuti:
Con questo discorso Mussolini si era dichiarato dittatore. Nel biennio 1925-1926
vennero emanati una serie di provvedimenti liberticidi: furono sciolti tutti i
partiti e le associazioni sindacali non fasciste, venne soppressa ogni libert� di
stampa, di riunione o di parola, venne ripristinata la pena di morte e venne creato
un Tribunale speciale con amplissimi poteri, in grado di mandare al confino con un
semplice provvedimento amministrativo le persone sgradite al regime.
Politica interna
Il fascismo in politica interna tent� di contrastare la svalutazione della lira con
misure quali la messa in commercio di pane con meno farina, l'aggiunta di alcool
alla benzina, l'aumento delle ore di lavoro da 8 a 9 senza variazioni di salario,
l'istituzione della tassa sul celibato, la riduzione dei prezzi dei giornali, dei
biglietti e dei francobolli ecc. L'11 febbraio 1929 furono firmati i Patti
Lateranensi, che stabilirono il mutuo riconoscimento tra il Regno d'Italia e lo
Stato della Citt� del Vaticano. Con la ratifica del concordato la religione
cattolica divenne la religione di Stato in Italia, fu istituito l'insegnamento
della religione cattolica nelle scuole e fu riconosciuta la sovranit� e
l'indipendenza della Santa Sede. Il fascismo tent� inoltre di rendere "pura" la
lingua italiana italianizzando i prestiti linguistici[61] e i toponimi stranieri in
Valle d'Aosta e in Trentino-Alto Adige. Inoltre viene imposto l'uso del voi al
posto del lei, considerato straniero.
Il numero di italiani morti a causa della guerra fu molto elevato: sono stimati tra
415000 (di cui 330000 militari e 85000 civili)[65] e 443000 morti[66], stimando che
la popolazione italiana all'inizio del conflitto fosse di 43.800.000 persone si
arriva a conteggiare circa una vittima ogni 100 italiani. Dalla fine della guerra
fino agli anni cinquanta avvenne anche l'esodo istriano durante il quale circa gran
parte della popolazione di lingua italiana (in quantit� stimata tra un minimo
200.000 e un massimo 350.000 persone,[67]) abbandon� i territori istriani e
dalmati, occupati dalla Jugoslavia, rifugiandosi come profughi in Italia.
L'Italia repubblicana (1946-presente)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Storia
dell'Italia repubblicana e Secondo dopoguerra.
Prima pagina del quotidiano il Corriere della Sera, edizione dell'11 giugno 1946,
che dichiarava la vittoria del voto repubblicano a seguito dei risultati del
referendum istituzionale del 2 e 3 giugno
Gli anni costituenti (1946-1948)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Nascita della
Repubblica Italiana.
Dopo la fine della guerra in Italia l'elevatissimo scontento popolare, soprattutto
nell'Italia settentrionale, nei confronti della monarchia fece s� che il referendum
istituzionale del 2 giugno 1946 sancisse la fine della monarchia e la nascita della
Repubblica Italiana; per la prima volta in Italia, anche le donne ebbero il diritto
al voto. In contemporanea vennero eletti i delegati all'Assemblea Costituente della
Repubblica Italiana, che avrebbero discusso e approvato la nuova Costituzione della
Repubblica Italiana, entrata in vigore il 1� gennaio 1948. Il 10 febbraio 1947 il
governo De Gasperi firm� per l'Italia il nuovo trattato di pace con le potenze
vincitrici della seconda guerra mondiale riconoscendo l'indipendenza delle colonie
e dell'Albania e cedendo territori a Grecia, Albania, Jugoslavia e Francia.
Presidente del Consiglio fu invece nei primi anni Alcide De Gasperi, per volere del
quale l'Italia entr� a far parte della sfera di influenza atlantica, filoamericana
e anticomunista, contrapposta al blocco sovietico. Questa collocazione accender�
una competizione politica tra i due maggiori partiti, la DC e il PCI. Quest'ultimo
tuttavia rimarr� sempre all'opposizione per via dei legami ideologici e finanziari
col regime totalitario dell'Unione Sovietica,[68] legami che avrebbero provocato,
nel caso di una sua entrata al governo, una rottura dell'alleanza internazionale
con gli Stati Uniti e degli accordi di Yalta. Un tale assetto politico priv�
l'Italia di una logica dell'alternanza fino alla caduta del muro di Berlino,
generando un'anomalia rispetto alle altre democrazie occidentali dove i partiti
comunisti godevano di una forza e un consenso assai minori che in Italia.[69][70]
Anche grazie agli aiuti economici provenienti dagli USA tramite il Piano Marshall,
l'Italia inizi� la ricostruzione materiale di case e industrie danneggiate durante
il conflitto cominciando a riprendersi economicamente, dando vita a un fenomeno
definito il "miracolo economico": il Prodotto interno lordo crebbe del 6.3%, un
record nella storia del paese, mentre il reddito pro capite pass� da 350.000 a
571.000 lire; tra il 1958 e il 1959 gli investimenti lordi crebbero del 10% e tra
il 1961 e il 1962 l'incremento fu del 13%. Questi numeri ridussero sensibilmente il
divario storico con Paesi europei sviluppati come Inghilterra, Germania e Francia.
L'Italia primeggiava soprattutto in due grandi settori ad alta tecnologia, quali la
microelettronica e la chimica grazie a gruppi industriali come la Olivetti e la
Montecatini, ma anche nella farmaceutica, nel nucleare, nell'aeronautica, nelle
telecomunicazioni e nel settore petrolifero, grazie alla scoperta di petrolio e gas
metano in Pianura padana compiuta dall'ENI (Ente Nazionale Idrocarburi), creato nel
1953 dall'imprenditore Enrico Mattei, il quale negozi� rilevanti concessioni
petrolifere in Medio Oriente e un importante accordo commerciale con l'Unione
Sovietica, rompendo quindi l'oligopolio delle cosiddette "Sette sorelle".[71][72]
Organizzazioni internazionali
Membro NATO dal: 4 aprile 1949
Membro ONU dal: 14 dicembre 1955
Membro UE dal: 1� gennaio 1958
La crescita del reddito pro capite produsse l'aumento dei consumi individuali che
registrarono una crescita media di cinque punti percentuali l'anno. La domanda di
beni durevoli (automobili, elettrodomestici, ecc.) raggiunse una crescita annua
pari al 10.4%. L'industria registr� una crescita pari all'84% tra il 1953 e il
1961. L'elevata disponibilit� di manodopera era dovuta ad un forte flusso di
migrazione dalle campagne alle citt� e dal sud verso il nord. Questo notevole
sviluppo fu possibile anche grazie all'intervento dello Stato nell'economia che
intervenne con politiche economiche di stampo keynesiano soprattutto attraverso
l'aumento della spesa pubblica e la creazione di societ� a partecipazione statale.
Infine, contribu� alla crescita dell'Italia un fattore esterno, cio�, la creazione
del Mercato Europeo Comune (MEC), preceduta dalla creazione, nel 1951, della
Comunit� europea del carbone e dell'acciaio e la creazione della CEE nel 1957, a
cui l'Italia ader� immediatamente. Con la creazione del MEC vi fu l'apertura delle
frontiere europee ai commerci, col conseguente aumento delle esportazioni e degli
scambi commerciali europei.
Aldo Moro e Amintore Fanfani, definiti i due "cavalli di razza" della Democrazia
cristiana
Dal 1963 la DC, guidata da Fanfani, non fu pi� in grado di governare da sola ed
apr� all'entrata dei socialisti al governo, formando un centrosinistra retto da un
pentapartito. Il 1968 vide l'Italia trasformarsi radicalmente sul piano sociale,
sia per le migliorate condizioni di vita dovute al boom economico degli anni
precedenti, sia per le contestazioni di nuovi movimenti, soprattutto giovanili e
operai, che portarono profonde modifiche al costume, alla mentalit� generale, alla
scuola, ma che a differenza delle altre liberaldemocrazie occidentali furono
egemonizzati dall'ideologia comunista. La crescita del conflitto sociale aveva
portato intanto al cosiddetto "Autunno caldo" del tardo 1969, quando i movimenti
studenteschi sessantottini si saldarono con le sollevazioni e le proteste del mondo
operaio: il movimento ottenne vari successi come le 40 ore lavorative, una
regolamentazione degli straordinari, la revisione del sistema pensionistico, il
diritto di assemblea; nel 1970 verr� infine approvato lo statuto dei lavoratori.
[74][75][76]
Interno della Banca dell'Agricoltura a piazza Fontana dopo l'esplosione della bomba
(12 dicembre 1969)
Il 12 dicembre 1969 l'esplosione di una bomba all'interno della Banca Nazionale
dell'Agricoltura in Piazza Fontana a Milano provoc� diciassette vittime e un
centinaio di feriti. La strage di Piazza Fontana inaugur� la cosiddetta "strategia
della tensione", termine con il quale la pubblicistica ha indicato un oscuro piano
di attentati mirati a seminare il terrore tra la popolazione per preparare il
terreno a un colpo di stato di estrema destra, nel quale si ipotizz� fossero
coinvolti elementi dei servizi segreti e delle forze armate legati a gruppi
neofascisti:[77] infatti in tale strategia si inquadrano anche la strage di Peteano
(31 maggio 1972, tre morti e due feriti), l'attentato alla questura di Milano (17
marzo 1973, quattro morti e cinquantadue feriti), quello al treno Italicus tra
Firenze e Bologna (dodici morti e quarantotto feriti) nel 1974 e, nello stesso
anno, la strage di piazza della Loggia a Brescia (otto morti e centodue feriti)
durante una manifestazione sindacale, tutti attribuiti a gruppi di estrema
destra[78].
Negli anni settanta alcuni dei numerosi movimenti politici, sorti negli anni
precedenti, si estremizzarono e degenerarono nel terrorismo rosso (le Brigate
Rosse), accompagnato da quello nero (i gruppi neofascisti come i NAR)
caratterizzando quelli che furono chiamati gli anni di piombo. L'indebolimento
progressivo della coalizione di governo port� al progetto di un compromesso storico
tra DC e PCI, che tuttavia fall� proprio per il rapimento e l'uccisione, ad opera
delle Brigate Rosse, del nuovo segretario della DC Aldo Moro.
Istantanea scattata poco dopo la strage di Capaci, dove morirono Giovanni Falcone,
Francesca Morvillo e la loro scorta
Altri eventi che segnarono la storia politica degli anni settanta-ottanta furono i
delitti del Mostro di Firenze, l'Attentato a Giovanni Paolo II, la strage di Ustica
fino alla Strage di Capaci e alla Strage di via d'Amelio dei primi anni 90'. Tra i
disastri naturali, industriali e colposi che segnarono questo periodo si ricordano
la Frana di Agrigento del 1966, il Disastro del Vajont, il Disastro di Seveso, il
Disastro di Marcinelle, la Tragedia di Superga, il Naufragio dell'Andrea Doria, il
Disastro di Molare, il disastro di Capoterra, il Disastro della motonave Elisabetta
Montanari, il Disastro della Val di Stava, l'Alluvione di Firenze del 4 novembre
1966, l'Alluvione della Valtellina del luglio 1987 e l'Alluvione del Piemonte del
1994, i terremoti del Belice, del Friuli e quello dell'Irpinia, il Disastro della
funivia di Cavalese, la Strage dell'Heysel, l'Incidente di Vermicino, la sparizione
di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, il Disastro di Cernobyl, il Disastro del
Moby Prince, il Disastro della petroliera Haven.
Nel 1992 le indagini di Mani pulite sul fenomeno dilagante della corruzione
attraverso tangenti (lo scandalo venne chiamato Tangentopoli), portarono al
coinvolgimento e all'arresto di numerosi esponenti nazionali e locali di tutto il
pentapartito ed a un conseguente rapido declino delle tradizionali forze politiche.
Contemporaneamente al disfacimento del vecchio sistema politico, il 23 maggio 1992,
negli stessi giorni in cui le Camere erano riunite per eleggere il nuovo Presidente
della Repubblica, avvenne la strage di Capaci (23 maggio 1992), in cui rimasero
uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti di
scorta, a cui segu� di due mesi la strage di via d'Amelio (19 luglio), che uccise
il collega Paolo Borsellino insieme a cinque agenti di scorta; nell'estate 1993
altri attentati dinamitardi in via Fauro a Roma (ventiquattro feriti), in via dei
Georgofili a Firenze (cinque morti e quarantotto feriti), in via Palestro a Milano
(cinque morti e dodici feriti) e alle chiese romane di San Giovanni in Laterano e
San Giorgio in Velabro (ventidue feriti) furono la feroce risposta di Cosa Nostra
agli arresti e ai processi che la stavano indebolendo[82] (vedi
2.3 Roma (753 a.C.-476 d.C.)
2.3.1 Et� regia (753-509 a.C.)
2.3.2 Et� repubblicana (509-27 a.C.)
2.3.2.1 La conquista dell'Italia peninsulare
2.3.2.2 Le guerre puniche e i conflitti in Oriente
2.3.2.3 Conseguenze delle conquiste
2.3.2.4 Le rivendicazioni di italici e schiavi: la guerra sociale e le guerre
servili
2.3.2.5 La crisi della Repubblica: da Mario ad Augusto
2.3.3 Et� imperiale (27 a.C.-476 d.C.)
2.3.3.1 L'Italia sotto Augusto: le undici regioni augustee
2.3.3.2 Dinastia Giulio-Claudia (14-68)
2.3.3.3 Dinastia dei Flavi (69-96)
2.3.3.4 Dinastia degli Antonini: gli imperatori adottivi (96-192)
2.3.3.5 Dinastia dei Severi (193-235)
2.3.3.6 L'anarchia militare (235-284)
2.3.3.7 Tardo impero (284-395)
2.3.3.8 L'Impero romano d'Occidente (395-476)
3 L'Alto Medioevo
3.1 Odoacre, Goti e Bizantini (476-568)
3.2 I Longobardi, il Ducato romano e i Bizantini (568-774)
3.3 L'Italia divisa tra Carolingi, Bizantini e Arabi (774-1002)
3.4 Nascita delle Repubbliche Marinare
4 Il Basso Medioevo (1000-1492)
4.1 La Chiesa riformata, la lotta per le investiture, la prima crociata (1000-
1100)
4.2 I Normanni e il Regno di Sicilia
4.3 I comuni (1100-1250)
4.3.1 L'economia dei comuni italiani
4.3.2 La rinascita culturale nei Comuni
4.4 L'affermazione delle signorie nel nord Italia (1259-1328)
4.5 Il declino del Papato e dell'Impero (1302-1414)
4.6 Il meridione tra Angioini e Aragonesi (1250-1442)
4.7 Le lotte tra gli Stati italiani (1412-1454)
4.8 La pace di Lodi e la politica dell'equilibrio (1454-1492)
4.9 Il Rinascimento italiano
5 La sottomissione degli Stati italiani fra XVI e XIX secolo
5.1 La discesa di Carlo VIII in Italia
5.2 Carlo V e Francesco I
5.3 La dominazione spagnola
5.3.1 Condizioni dell'Italia nel Seicento
5.3.2 La rivolta di Masaniello
5.3.3 La guerra di successione spagnola
5.4 La dominazione austriaca degli Asburgo
5.4.1 La guerra della Quadruplice Alleanza
5.4.2 La guerra di successione polacca
5.4.3 La guerra di successione austriaca
5.4.4 Condizioni dell'Italia nel Settecento
5.5 L'Italia sotto il dominio napoleonico
5.6 La Restaurazione (1815-1848)
5.7 Il Regno borbonico delle due Sicilie
5.8 Il Regno di Sardegna
5.9 I Savoia
5.10 I moti carbonari
5.11 Risorgimento
5.11.1 Prima guerra d'indipendenza
5.11.2 Seconda guerra d'indipendenza
5.11.3 Spedizione dei Mille e nascita del regno d'Italia
5.11.4 Terza guerra di indipendenza
6 Storia d'Italia dall'unit� a oggi
6.1 L'Italia liberale (1861-1914)
6.1.1 La Destra storica
6.1.2 La Sinistra storica
6.1.3 L'epoca giolittiana
6.2 L'avventura coloniale
6.2.1 Il Corno d'Africa
6.2.2 Altre colonie acquisite nel primo ventennio del novecento
6.2.3 Dalla Sirte al Ciad
6.3 La questione meridionale e l'emigrazione italiana
6.4 L'Italia nella prima guerra mondiale (1915-1918)
6.4.1 L'iniziale neutralit�
6.4.2 1915-1918
6.4.3 Esito
6.5 Il ventennio fascista
6.5.1 Nascita del fascismo e marcia su Roma
6.5.2 Il fascismo diventa dittatura
6.5.3 Politica interna
6.5.4 La politica estera e l'Impero
6.6 L'Italia nella seconda guerra mondiale
6.6.1 Alleata con la Germania (1940-1943)
6.6.2 La caduta del fascismo, la Repubblica di Sal� e la resistenza (1943-1945)
6.6.3 Epilogo del conflitto e costo della guerra
6.7 L'Italia repubblicana (1946-presente)
6.7.1 Gli anni costituenti (1946-1948)
6.7.2 La prima repubblica (1948-1994)
6.7.3 La seconda repubblica (1994-presente)
7 Note
8 Bibliografia
8.1 In italiano
8.2 In francese
8.3 In tedesco
8.4 In spagnolo
9 Voci correlate
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Preistoria e Protostoria
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Italia
preistorica e protostorica, Neolitico in Italia e siti archeologici dell'Italia
preistorica e protostorica.
Uno studio condotto nel novembre 2011 su quelli che si pensa fossero denti da latte
di Homo Neanderthalensis, ritrovati nel 1964 nel sito della Grotta del Cavallo
(Puglia), indica che sono i pi� antichi resti umani mai scoperti in Europa,
risalenti a 45 000 anni fa.
Basilicata: Matera � una delle pi� antiche citt� del mondo ancora abitate, con sue
case primitive e le sue grotte scavate nella roccia risalenti al Paleolitico, X
millennio a.C.
La prima migrazione indo-europea � di circa la met� del III millennio a.C. e forma
la cultura di Remedello che si diffonde nella pianura Padana, come dimostrano
diversi cimeli e tombe dell'et� del rame scoperte alla fine del XIX secolo a
Remedello in Lombardia.
Una seconda ondata di immigrazione � della fine del III millennio a.C., e dar� vita
alla Cultura del vaso campaniforme, nota per la sua produzione di bronzo, nella
pianura del Po, in Toscana e sui lati della Sardegna e della Sicilia.
Trentino-Alto Adige: �tzi � la mummia la pi� antica del mondo, ritrovata nel sud
delle Alpi insieme a strumenti molto sofisticati per quel tempo (IV millennio a.C.)
A circa met� del II millennio a.C., una terza ondata migratoria arriva, associata
alla civilt� appenninica e alla cultura Terramare che prende il nome dal nero del
suolo (terremare) che formano tumuli, risultato della costruzione di antichi
villaggi scomparsi. Sono stati operai molto abili che lavoravano il bronzo in
stampi di pietra e argilla. Sviluppano rapidamente una metallurgia originale
(pugnali, spade, rasoi, fibule bronzee) e costruiscono dighe per proteggersi dalle
inondazioni. Sono stati anche agronomi, coltivando fagioli, vite, ulivo, grano e
lino. Di stanza nella pianura padana ma con un'estensione eccezionale grazie ai
traffici commerciali del bronzo con il sud. Un'altra civilt� si sviluppa
congiuntamente nell'appennino, producendo ceramiche notevoli per le loro
decorazioni.
citt� megalitiche di Luni sul Mignone nella regione del Lazio risalente all'et� del
Bronzo (III millennio a.C.) e abitato fino al Medioevo
La civilt� appenninica � una societ� di guerrieri e pastori semi-nomadi che
praticano delle scorrerie ad agricoltori e allevatori di citt� pi� a nord della
pianura Padana. Vivono in capanne o grotte, inumano i loro morti in tombe in forma
di dolmen, lavorano il bronzo e fabbricano a mano la ceramica in fondo nero
decorato con motivi a denti di sega. Si trovano vestigia di questa civilt�
dall'Emilia alla Puglia. I popoli della civilt� appenninica diventeranno Liguri.
Alla fine del II millennio a.C., una quarta ondata forma la cultura proto-
Villanova, legata alla cultura dei campi di urne, nonch� al lavoro del ferro.
Praticavano la cremazione e seppellivano le ceneri dei loro morti in urne di
ceramica a forma di cono. Questa civilt� si trovava nel centro-nord della penisola.
Pi� a sud, in Campania, questa sepoltura era prassi generale: le sepolture con il
metodo dell'incenerimento proto-villanoviano sono stati identificati a Capua,
"princely tombe" di Pontecagnano Faiano vicino Salerno (scoperte conservato nel
Museo dell'Agro Picentino) e Sala Consilina. I Proto-Villanova diventeranno gli
Etruschi. Queste societ� molto avanzate daranno vita alle citt�-stato che diventano
i primi regni della penisola.
Genti italiche
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: popoli
dell'Italia antica.
Cartina con i maggiori centri etruschi ed "espansione" della civilt� etrusca nel
corso dei secoli
Le informazioni sulle genti abitanti la Penisola in epoca preromana sono, in taluni
casi, incomplete e soggette a revisione continua. Popolazioni di ceppo indoeuropeo,
trasferitesi in Italia dall'Europa Orientale e Centrale in varie ondate migratorie
(Veneti, Osco-umbri, Latini ), si sovrapposero ad etnie pre-indoeuropee gi�
presenti nell'attuale territorio italiano, o assorbendole, oppure stabilendo una
forma di convivenza pacifica con esse. Presumibilmente, queste migrazioni ebbero
inizio in et� del bronzo medio (e cio� attorno alla met� del II millennio a.C.) e
si protrassero fino al IV secolo a.C. con la discesa dei Celti nella pianura
padana.
La Sardegna era abitata, fin dal II millennio a.C., dai nuragici, forse
identificabili con il popolo del mare dei Shardana. Alcune di queste popolazioni,
stanziate nell'Italia meridionale e nelle isole, si troveranno a convivere,
dall'VIII fino al III secolo a.C., con le colonie greche e fenicie (puniche)
successivamente assorbite dallo Stato romano.
Storia antica
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: siti
archeologici dell'Italia antica.
Fenici e Cartaginesi
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: espansione
cartaginese in Italia, storia della Sardegna fenicio-punica, storia della Sicilia
fenicia e trattati Roma-Cartagine.
Dislocazione di alcuni insediamenti Cartaginesi e Greci nel 580 a.C.
I primi stanziamenti fenici in Italia sono datati attorno all'VIII secolo a.C.
quando, dopo un'iniziale fase di precolonizzazione del Mediterraneo occidentale e
di fondazione di citt� come Utica e Cartagine, si insediarono sulle coste della
Sardegna e nella Sicilia occidentale. Nacquero Mozia (da cui pi� tardi Lilibeo),
Palermo, Solunto in Sicilia e Sulci, Nora, Tharros, Bithia, Kalaris in Sardegna[5].
Solo con l'arrivo dei Punici, a met� del VI secolo a.C., con la spedizione del
semileggendario Malco, inizi� il tentativo di conquista vera e propria delle isole
maggiori. Cartagine, a tre secoli dalla fondazione, era diventata potenza egemone
dell'Africa settentrionale fermando in Libia la colonizzazione greca vincendo
Cirene. In Sicilia invece la colonizzazione greca aveva relegato la presenza punica
nell'estrema punta occidentale dell'isola. I Cartaginesi allora, spinti da
interessi di carattere demografico e economico, tentarono di conquistare l'intera
Sicilia, cacciando da essa i Greci. Ci� avrebbe consentito il totale controllo dei
due passaggi dal Mediterraneo Orientale a quello Occidentale. Le guerre greco-
puniche (550 a.C.-275 a.C.) non portarono a grandi risultati, allargando a fasi
alterne la sfera di influenza cartaginese o greca in Sicilia senza che nessuno dei
due popoli riuscisse a prevalere nettamente sull'altro.
Lo scontro tra le due civilt� si concluse con lo scoppio della prima guerra punica
che tolse ai Cartaginesi le aree siciliane e pose una pesante ipoteca su Siracusa,
unico regno siceliota importante. Cartagine riusc� comunque a bloccare quasi
completamente l'espansione greca nel Mediterraneo occidentale. In Sardegna invece i
Cartaginesi conquistarono la parte meridionale dell'isola, pur incontrando maggiori
difficolt� a causa della resistenza opposta dalle popolazioni autoctone. Nel corso
del tempo i Cartaginesi chiusero le coste dell'isola in un vero e proprio cerchio
di fortezze e colonie[8]. La conquista della Sardegna permise il controllo della
produzione mineraria e agricola in relazione alle necessit� puniche e non solo
autoctone. L'agricoltura sarda si basava principalmente sulla produzione di grano
tanto che gi� nel 480 a.C. Amilcare, impegnato nella battaglia di Imera, fece
venire dalla Sardegna i rifornimenti di grano per le sue truppe, che si trovavano
in Sicilia. Lo pseudo-aristotelico De mirabilibus auscultationibus riporta che
Cartagine proibiva la coltivazione di piante da frutto per incentivare la
monocultura del grano[9]. Anche l'artigianato sardo sub� profonde influenze
puniche.
Cartagine entr� anche nella storia d'Italia peninsulare alleandosi con gli Etruschi
per combattere i pirati greci di Alalia, in Corsica. Le Lamine di Pyrgi
testimoniano quanto fosse sentito l'influsso cartaginese sulle coste toscane e
laziali. Nel 509 a.C., infine, la neonata Repubblica romana e i cartaginesi
siglarono il primo dei Trattati Roma-Cartagine, che segn� l'inizio di relazioni
diplomatiche stabili fra le due citt�. Successivamente vennero conclusi altri
trattati, in cui vennero concesse ulteriori concessioni all'Urbe fino alla caduta
definitiva di Cartagine.
Tetradracma di Siracusa
SNGANS 259.jpg
Testa di Aretusa Auriga alla guida di una quadriga
Argento ca. 415-405 a.C.
Civilt� greca
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Magna Grecia
e Sicilia greca.
Colonie greche (in rosso) e fenicie (in giallo) in Italia nel IV secolo a.C.
Tra l'VIII ed il VII secolo a.C., coloni provenienti dalla Grecia iniziarono a
stabilirsi sulle coste dell'Italia meridionale e in Sicilia. Le prime colonie ad
essere costituite furono quelle ioniche e peloponnesiache: gli Eubei fondarono
Cuma, Reggio Calabria, Napoli, Naxos e Messina, i Corinzi Siracusa (i cui abitanti
a loro volta fonderanno Ank�n, l'odierna Ancona, e Adr�a, l'odierna Adria), i
Megaresi Leontinoi, gli Spartani Taranto, mentre coloni provenienti dall'Acaia
furono all'origine della nascita di Sibari e di Crotone. Altre importanti colonie
furono Metaponto, fondata anch'essa da coloni Achei, Heraclea e Locri Epizefiri.
Con la colonizzazione greca i popoli italici entrarono in contatto con una civilt�
raffinata, caratterizzata da espressioni artistiche e culturali elevate che diedero
origine nel Sud Italia e in Sicilia alla fioritura di filosofi, letterati, artisti
e scienziati sia di origine greca (Pitagora) che autoctona (Teocrito, Parmenide,
Archimede, ecc.). I Greci furono anche portatori di istituzioni politiche
sconosciute all'epoca che prefiguravano forme di democrazia diretta. Tra le
principali citt� greche in Italia vi fu Siracusa che, fra il V ed il IV secolo
a.C., conobbe un notevole sviluppo demografico ed economico.
Anche citt� come Reggio Calabria o Napoli raggiunsero una notevole importanza
politica ed economica[10]: la prima sotto il governo di Anassila e la seconda
grazie al rapporto privilegiato con l'Atene di Pericle[11]. I contrasti fra le
colonie greche e le popolazioni autoctone furono frequenti, nonostante i Greci
cercassero di instaurare rapporti pacifici favorendo, in molti casi, un loro lento
assorbimento. La ricchezza e lo splendore delle colonie furono tali da far
identificare l'Italia meridionale peninsulare dagli storici romani con
l'appellativo di Magna Grecia. Nel III secolo a.C. tutte le colonie italiote della
Magna Grecia e quelle siciliane furono assorbite nello Stato romano. Per molte di
esse inizi� un fatale declino.
La scultura rappresenta la Lupa capitolina che allatta i gemelli Romolo e Remo che
furono aggiunti, probabilmente da Antonio del Pollaiolo, nel tardo XV secolo
Roma (753 a.C.-476 d.C.)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: storia romana
e Italia (epoca romana).
Secondo la tradizione, la citt� di Roma fu fondata il 21 aprile del 753 a.C. da
Romolo sul colle palatino. In realt�, gi� in precedenza erano sorti villaggi in
quella posizione, fondamentale per la via di commercio del sale, ma solo alla met�
dell'VIII secolo a.C. questi si unirono in una sola citt�. La zona era dotata,
inoltre, di un buon potenziale agricolo, e la presenza dell'isola Tiberina rendeva
facile l'attraversamento del vicino fiume Tevere.
Ai primi quattro re, di origine latina, fecero seguito altri tre di origine
etrusca: verso la fine del VII secolo a.C., infatti, gli Etruschi, all'apogeo della
loro potenza, estesero la loro influenza anche su Roma, che stava divenendo sempre
pi� grande e la cui importanza a livello economico iniziava a farsi considerevole.
Era dunque fondamentale per gli Etruschi assicurarsi il controllo su una zona che
assicurava il passaggio delle rotte commerciali; comunque non si ebbe mai un reale
controllo militare etrusco su Roma. Il primo re etrusco, Tarquinio Prisco, combatt�
contro i popoli confinanti, ordin� la realizzazione di numerose opere pubbliche,
tra cui il Circo Massimo, la Cloaca Massima e il tempio di Giove Capitolino sul
Campidoglio e apport�, infine, anche alcuni cambiamenti in campo culturale. Il suo
successore, Servio Tullio, fu, secondo la leggenda, l'ideatore dell'ordinamento
centuriato, sostituendolo alla precedente ripartizione della popolazione e combatt�
anch'egli contro alcune delle principali citt� etrusche e latine limitrofe a Roma.
Ultimo monarca a governare Roma fu Tarquinio il Superbo, espulso dall'Urbe nel 510
a.C., secondo la leggenda con l'accusa di aver violentato la giovane Lucrezia; il
patriziato romano, comunque, non era pi� disposto a sottostare al potere
centralizzato del re, ma desiderava acquisire un'influenza, in campo politico, pari
a quella che gi� rivestiva negli altri ambiti della vita civile.
Roma si trov� subito a lottare contro le popolazioni latine delle zone limitrofe,
sconfiggendole nel 499 a.C. (o, secondo altre fonti, nel 496 a.C.) nella battaglia
del Lago Regillo, e federandole a s� nella Lega Latina mediante la firma del foedus
Cassianum, nel 493 a.C.[13] Combatt� poi contro gli Equi e i Volsci, e, una volta
sconfitti, si scontr� con la citt� etrusca di Veio, espugnata da Marco Furio
Camillo nel 396 a.C.
I primi anni di vita della Repubblica romana furono notevolmente travagliati anche
nell'ambito della politica interna, in quanto le gravi disuguaglianze sociali che
avevano portato alla caduta del regno non erano state cancellate. I plebei
avviarono cos� una serie di proteste contro la classe dominante dei patrizi: nel
494 a.C., infine, si ritirarono in secessione sul Monte Sacro (Secessio plebis). La
situazione si risolse con l'istituzione della magistratura del tribunato della
plebe e con il riconoscimento del valore legale delle assemblee popolari.
Importanti acquisizioni furono anche la redazione, nel 450 a.C. da parte dei
decemviri, delle leggi delle XII tavole, che garantivano una maggiore equit� in
ambito giudiziario, e l'approvazione della lex Canuleia, nel 445 a.C. Nel 386 a.C.
l'esercito romano fu sconfitto dai Galli guidati da Brenno, che sottoposero l'Urbe
ad un rovinoso saccheggio. Vent'anni dopo, nel 367 a.C., furono promulgate le leges
Liciniae Sextiae, che ampliarono ulteriormente i diritti della plebe.
A tentare una riforma che ponesse un rimedio alla crisi furono per primi i fratelli
Gracchi, ovvero Tiberio e Gaio Sempronio Gracco, il cui progetto di riforma
prevedeva la limitazione dell'occupazione delle terre dello Stato a 125 ettari e la
riassegnazione delle terre eccedenti ai contadini in rovina, oltre alla limitazione
delle terre che le famiglie nobili potevano possedere a non pi� di 1000 ettari; i
terreni confiscati furono distribuiti in modo che ogni famiglia della plebe
contadina avesse 30 iugeri (7,5 ettari). Un tale piano di riforma trov� per�
l'opposizione dei ceti aristocratici, i cui interessi furono duramente colpiti, che
impedirono l'attuazione della riforma assassinando i due fratelli.
L'anfiteatro Flavio, simbolo di Roma e del potere imperiale ancora ai nostri giorni
Dinastia Giulio-Claudia (14-68)
La prima dinastia fu quella Giulio-Claudia, che fu al potere dal 14 al 68; nel
corso di mezzo secolo si succedettero Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone. I primi
anni del regno di Tiberio furono pacifici e relativamente tranquilli. Egli
consolid� il potere di Roma e assicur� la ricchezza e la prosperit� dello Stato
romano. Dopo la morte di Germanico e di Druso, i suoi eredi, l'imperatore, convinto
di aver perso i favori del popolo e di essere circondato da cospiratori, si ritir�
nella propria villa di Capri (26), lasciando il potere nelle mani del comandante
della guardia pretoriana, Seiano, che avvi� le persecuzioni contro coloro accusati
di tradimento. Alla sua morte (37) il trono venne affidato a Gaio (soprannominato
Caligola, per la sua abitudine di portare particolari sandali chiamati caligae), il
figlio di Germanico. Caligola inizi� il regno ponendo fine alle persecuzioni e
bruciando gli archivi dello zio.
Tuttavia cadde presto malato: gli storici successivi riportano una serie di suoi
atti insensati che avrebbero avuto luogo a partire dalla fine del 37. Nel 41,
Caligola cadde vittima di una congiura ordita dal comandante dei pretoriani Cassio
Cherea. L'unico membro rimasto della famiglia imperiale era un altro nipote di
Tiberio, Claudio. Questi, pur essendo considerato dalla famiglia stupido, fu invece
capace di amministrare con responsabile capacit�: riorganizz� la burocrazia e
conquist� la Britannia. Sul fronte familiare, Claudio ebbe meno successo: la moglie
Messalina fu messa a morte per adulterio; successivamente spos� la nipote
Agrippina, che probabilmente lo uccise nel 54. La morte di Claudio spian� la strada
al figlio di Agrippina, Nerone. Questi inizialmente affid� il governo alla madre e
ai suoi tutori, in particolare a Seneca. Tuttavia, maturando, il suo desiderio di
potere aument�: fece giustiziare la madre ed i tutori e regn� da despota.
L'incapacit� di Nerone di gestire le numerose ribellioni scoppiate nell'Impero
durante il suo principato e la sua sostanziale incompetenza divennero rapidamente
evidenti e nel 68 Nerone si suicid�.
Quanto all'Italia, il suo posto nell'impero, nel secondo secolo, cominci� a perdere
la sua preponderanza, a causa della romanizzazione delle province, e in parte
dell'integrazione delle loro �lite in seno agli ordini equestri e senatoriali. Il
secondo secolo vide l'impero governato da imperatori provenienti dalle province e
discendenti da antichi coloni italici: Traiano, Adriano e Marco Aurelio originari
della Spagna, Antonino Pio della Gallia Narbonense. Fin dai primi anni del secolo,
Traiano cerc� di regolamentare la presenza dei senatori in Italia, obbligandoli a
possedere un terzo delle loro terre in Italia; secondo Plinio il Giovane (VI, 19)
certi senatori provinciali abitavano in Italia difatti come se fossero in vacanza,
senza curarsi della penisola. La misura ebbe solamente un effetto limitato, di
rialzare momentaneamente i prezzi delle propriet�, che stavano decadendo, e fu
reiterata da Marco Aurelio ma in un'inferiore misura, un quarto delle terre.
I quattro tetrarchi
Nel corso del V secolo, a partire dal 406, Vandali, Alani, Svevi, Burgundi e
Visigoti (spinti dalla migrazione verso occidente degli Unni) sfondarono il limes
dell'Impero e dilagarono nelle province galliche e ispaniche, costringendo i Romani
a riconoscerli come foederati (cio� alleati dell'Impero che, in cambio del loro
sostegno bellico, ottenevano il permesso di stanziarsi in alcune province), che,
tuttavia, si svincolarono man mano dall'autorit� centrale, andando a costituire dei
veri e propri regni romano-barbarici, solo nominalmente facenti parte dell'Impero.
Neanche l'Italia era al sicuro dai Barbari: il sacco di Roma del 410 ad opera dei
Visigoti di Alarico I venne vista dai contemporanei come il segno imminente della
fine del mondo. Discordie interne peggiorarono la situazione: il comes d'Africa
Bonifacio, nominato nemico pubblico da Galla Placidia, per difendersi invit� i
Vandali in Africa, che nel giro di un decennio la strapparono all'Impero (429-439),
con il sostegno dei Mauri e della setta eretica dei Donatisti. I Vandali
costruirono una flotta e in breve tempo occuparono la Sicilia, la Sardegna, la
Corsica e le Isole Baleari, riuscendo anche nell'impresa di saccheggiare Roma
(455).
In breve, a parte una parte della Gallia e la Dalmazia, l'Impero si era ridotto
alla penisola italica. Tuttavia anche l� l'influenza dei barbari si fece sentire e
min� la gi� traballante autorit� degli Imperatori: nell'ultimo ventennio di vita
dell'Impero esso era governato da imperatori fantoccio manovrati da dietro le
quinte da generali di origini germaniche (Ricimero (461-472), Gundobaldo (472-474),
Flavio Oreste (475-476)), ormai i veri padroni di Roma. L'ultimo di questi
generali, Oreste, dopo aver costretto alla fuga l'imperatore Giulio Nepote, che si
rifugi� in Dalmazia, dove continu� a regnare fino al 480, pose sul trono il figlio
Romolo Augusto. Un anno dopo tuttavia il rifiuto da parte di Oreste di cedere alle
truppe mercenarie barbariche un terzo dell'Italia caus� la rivolta di queste
ultime, che, capeggiate da Odoacre, deposero l'ultimo imperatore Romolo Augusto,
causando la caduta formale dell'Impero. Infatti Odoacre decise di non nominarsi
Imperatore romano, ma semplicemente Re d'Italia.
L'Alto Medioevo
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Italia
medievale.
Odoacre, Goti e Bizantini (476-568)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Regno
ostrogoto e guerra gotica (535-553).
Impero bizantino
Deposto Romolo Augusto, Odoacre govern� l'Italia per 17 anni come rex gentium � una
formula del tutto nuova � teoricamente alle dipendenze di Zenone, imperatore
d'Oriente. Si serv� del personale amministrativo romano, lasciando libert� di culto
ai cristiani e combatt� con successo i Vandali strappando loro la Sicilia. Ma nel
489 Zenone allontan� gli Ostrogoti dal basso Danubio inviandoli in Italia affinch�
rovesciassero Odoacre e conquistassero l'Italia. Dopo cinque anni di guerra, il re
goto Teodorico riusc� ad uccidere Odoacre e a impadronirsi del trono. Teodorico,
che aveva vissuto a lungo a Bisanzio, garant� pace e prosperit� all'Italia,
affidando le magistrature civili ai Romani e l'esercito ai Goti; l'autorit� dei
magistrati romani era per� limitata da funzionari goti detti comites. Nonostante
fosse ariano, si mostr� tollerante con i Cattolici, anche se negli ultimi anni di
regno reag� alla decisione dell'Imperatore Giustino di bandire dall'Impero
l'arianesimo lanciando una serie di persecuzioni che ebbero tra le sue vittime il
filosofo Severino Boezio, condannato a morte. Gli succedette Atalarico (526-534).
I primi due re, Alboino (?-572) e Clefi (572-574) morirono assassinati. Seguirono
dieci anni di anarchia, con il regno longobardo senza un re e frammentato in 35
ducati indipendenti fra loro.[26] Tent� di approfittarne l'Imperatore bizantino
Maurizio, alleato con i Franchi.[27] I Longobardi tuttavia, vista la minaccia dei
Franchi, decisero di porre fine all'anarchia eleggendo re Autari (584-590), che
riusc� a respingere le incursioni franche. I successori di Autari, Agilulfo (590-
616) e Rotari (636-652), espansero ulteriormente il regno strappando ai Bizantini
l'Emilia, la Liguria e il Veneto interno. In breve dovettero cercare anch'essi una
forma di dominio pi� organizzata: arrivarono le leggi scritte (Editto di Rotari,
643), dei funzionari regi con compiti di giustizia e supervisione (gastaldi), e,
nel 603, l'inizio della conversione al cattolicesimo per opera della regina
Teodolinda dopo che un primo tentativo di conversione per opera del papa Gregorio
Magno non aveva avuto successo.
Nel frattempo i papi entrarono in contrasto con Bisanzio per la questione del
monotelismo, una formula teologica compromissoria ideata dagli Imperatori per
accontentare sia i cattolici che i monofisiti. Con un editto del 648 (Typos)
Costante II impose il monotelismo e fece deportare il papa Martino I in quanto
questi non l'accettava.[28] Nel 680, per opera dell'Imperatore Costantino IV, il
monotelismo venne condannato come eresia e i rapporti tra pontefici e imperatori
migliorarono. Nel 726, tuttavia, inizi� l'iconoclastia, la lotta alle immagini, da
parte dell'imperatore Leone III[29]. Di fronte all'opposizione del papa, Leone
ordin� il suo assassinio ma il crimine fall� per l'opposizione delle truppe fedeli
al Papa che si rivoltarono. Intanto il re longobardo Liutprando (713-744),
approfittando dei dissensi tra Bisanzio e la Chiesa Romana, fece nuove conquiste
che furono aumentate dal suo successore Astolfo (749-756) che allontan� i Bizantini
da Ravenna (751) e si accinse ad unificare l'Italia conquistando il Lazio.[30] Ma
papa Stefano II (752-757) chiam� in suo soccorso il re dei Franchi Pipino il Breve,
che sconfisse Astolfo e don� le terre di Ravenna (l'esarcato) al papa. Nacque cos�
lo Stato della Chiesa[31] e il potere temporale dei Papi, che venne legittimato
tramite la falsa Donazione di Costantino. Nel 771 papa Stefano III invoc�
l'intervento del nuovo re dei Franchi, Carlo Magno, contro Desiderio. La guerra tra
Franchi e Longobardi si concluse nel 774 con la vittoria di Carlo, che assunse il
titolo di Rex Francorum et Langobardorum ("Re dei Franchi e dei Longobardi") e
unific� la Langobardia Maior al suo Regno dei Franchi.
Un momento di maggior solidit� del Regnum si ebbe con il governo di Ugo di Provenza
(926-946), il quale, per risolvere il problema della successione, associ� subito al
trono suo figlio Lotario II. Questi per� scomparve gi� nel 950, per cui gli
successe il marchese d'Ivrea Berengario II, che, temendo intrighi, fece perseguire
la vedova di Lotario II, Adelaide. Ella allora si rivolse all'imperatore tedesco
Ottone I, chiedendogli di intervenire contro l'"usurpatore" Berengario. Ottone
colse il pretesto e scese in Italia, dove sconfisse Berengario, entr� nella
capitale Pavia, spos� Adelaide e si cinse della corona italiana nel 951, legandola
a quella di Germania. Ottone I ristabil� la supremazia sul Papa, la cui elezione
per essere valida doveva ricevere la ratifica imperiale, e tent� di strappare
l'Italia meridionale ai Bizantini, riuscendo solo ad ottenere un matrimonio tra suo
figlio e la principessa bizantina Teofano. Il successore Ottone II non riusc� a
controllare l'elezione papale e per� di malaria dopo aver subito una sconfitta
contro gli Arabi in Calabria. Gli succedette Ottone III che, per restaurare
l'Impero, pose la sede imperiale a Roma ma, a causa dell'opposizione della nobilt�
romana, fu da essa scacciato. Per� nel 1002.
Il potere dei Normanni nell'Italia meridionale ebbe termine tra il 1194 (morte di
Tancredi di Lecce) e il 1198, quando Enrico VI di Svevia, Imperatore del Sacro
Romano Impero (morto nel 1197), in virt� del suo matrimonio con Costanza
d'Altavilla (morta nel 1198), un� alla corona imperiale quella di re di Sicilia. Il
regno sub� una svolta accentratrice sotto la direzione di Federico II (1211-1250),
il quale fu scomunicato tre volte, partecip� alla sesta crociata (da lui stessa
indetta e a lungo rimandata), conquist� Gerusalemme senza spargimenti di sangue ma
attraverso trattative con il sultano d'Egitto al-Malik al-Kamil, e infine tent�
nuovamente di estendere la sua egemonia sui comuni dell'Italia del nord, in una
lunga guerra senza successo. In questo periodo si affacciano nel panorama religioso
varie eresie, che infine vengono controllate dall'istituzione del tribunale
dell'Inquisizione.
Nello stesso tempo in Sardegna nascono e muoiono regni, comuni e signorie, ciascuno
con una differente storia e cultura, ma tutti ben inseriti nel contesto
internazionale del Medioevo, con regnanti che parteciparono alle crociate, che
presero parte alla lotta tra impero e papato e che furono fautori del monachesimo.
I comuni (1100-1250)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: comune
medievale, battaglia di Legnano, Regno di Sicilia e storia della Sardegna
giudicale.
A causa dell'assenza del potere imperiale, gi� a met� dell'XI secolo le famiglie
pi� potenti delle citt� italiane del nord e del centro estromisero i conti e i
vescovi dall'esercizio del potere. Esse si riunivano in associazioni - communes -
che governavano su ogni aspetto della vita pubblica cittadina usurpando prerogative
dell'Imperatore. Il potere esecutivo era detenuto da magistrati detti consoli,
scelti tra l'aristocrazia, il ceto pi� preminente. Ad essi si affiancavano delle
assemblee ("consigli"). Per porre fine alle continue lotte interne, fu per�
necessario introdurre una nuova carica esecutiva, il podest�, scelto tra i
forestieri affinch� fosse un arbitro imparziale. Da ricordare fra queste citt� le
repubbliche marinare, dedite ai commerci: Amalfi, Genova, Pisa, Venezia (le pi�
note) e Ragusa, Gaeta, Ancona, Noli.
(Konrad Burdach, Dal Medioevo alla Riforma, tratto dalla Grande Antologia
Filosofica, Marzorati, Milano, 1964, vol. VI, pp. 213-214.)
Sul piano culturale, sullo sfondo della rivalit� tra Guelfi e Ghibellini, si era
andato sempre pi� ridestando un sentimento nazionale di avversione alle ingerenze
tedesche, animato dal ricordo dell'antica grandezza di Roma, e sostenuto dal fatto
che i Comuni, la cui vita civile ruotava attorno all'edificio della Cattedrale,
trovavano nell'identit� spirituale rappresentata dalla Chiesa, idealmente erede
delle istituzioni romane, un senso di comune appartenenza.[36]
In quegli anni si svilupp� a Firenze una nuova corrente culturale: il Dolce stil
novo, che rappresentava per certi versi la continuazione e l'evoluzione del vecchio
Amor cortese dei romanzi cavallereschi. I principali esponenti di tale corrente
furono Guido Cavalcanti, Guido Guinizzelli, e soprattutto Dante Alighieri che
rivoluzion� in modo profondo la letteratura italiana con opere come la Vita Nova e
la Divina Commedia, universalmente riconosciuta come uno dei capolavori letterari
di ogni tempo e ancora oggi studiata approfonditamente nelle scuole italiane. Da
ricordare anche il contributo del fiorentino Giovanni Boccaccio, autore del
Decameron, uno dei capolavori della letteratura italiana. In questa opera racconta
di alcuni giovani che per fuggire alla peste si rifugiano nelle campagne vicino
Firenze, e delle cento storie, molto spesso a carattere faceto, da raccontare per
passare il tempo. Anche il Decameron, al pari delle altre sopra indicate, contribu�
alla nascita di un volgare italiano, o pi� propriamente, di un dialetto fiorentino
che sarebbe poi diventato la base dell'attuale lingua italiana. Forte � anche la
fioritura dell'arte, con artisti come Giotto, Duccio di Buoninsegna, Simone
Martini, Arnolfo di Cambio e Jacopo della Quercia. Anche qui Firenze (affiancata
comunque dalle altre citt� toscane) si dimostra un centro culturale attivo oltre
che un centro politico importante.
Le pi� importanti furono quelle dei Medici, Gonzaga e Sforza. Ma anche quelle dei
Della Torre, Visconti, Montefeltro, Estensi, Della Scala e Malatesta ebbero, in
momenti diversi, notevole importanza.
Inizialmente le Signorie non erano istituzioni legittime ma si presentarono come
"cripto-Signorie", cio� delle "Signorie nascoste", in quanto si aggiunsero alle
istituzioni comunali senza mostrarsi apertamente e senza mostrare cambiata
l'istituzione vigente. Con questa Signoria ancora in ombra (ma gi� forte) salirono
al potere molti avventurieri, ma soprattutto famiglie di antica nobilt� feudale,
che, dopo aver governato per una o due generazioni, decisero di legittimare il loro
potere e di renderlo ereditario. Cos� ottennero nel XIV secolo il titolo di vicario
imperiale e tra il XIV e il XV secolo i titoli di duca e marchese. L'assegnazione
di questi titoli � indice della stabilizzazione dei poteri signorili e della
debolezza crescente degli Imperatori tedeschi, che gi� dalla seconda met� del XIV
secolo non riuscivano a controllare le regioni settentrionali, rendendo cos�
possibile l'affermazione delle Signorie, che successivamente si evolsero in
Principati con dinastie ereditarie; ci� avvenne quando i Signori, riconoscendo
l'imperatore e pagando una quantit� di denaro, vennero legittimati e riconosciuti
come autorit� da sudditi e principi.
Enrico VII di Lussemburgo tent� dopo la sua ascesa al soglio imperiale nel 1308 di
restaurare l'antico potere imperiale in Italia trovando per� la fiera opposizione
del libero comune di Firenze, di papa Clemente V e di Roberto d'Angi�. La sua
discesa in Italia con la conseguente incoronazione come Imperatore del Sacro Romano
Impero (titolo vacante dalla morte di Federico II, durante il cosiddetto grande
interregno) rimarr� quindi un gesto puramente simbolico. Nel 1313 muore mentre si
trova ancora in territorio italiano deludendo cos� coloro che avevano sperato in
una unificazione del suolo italiano sotto la sua bandiera. Anche il Papato, l'altra
grande istituzione medioevale, attraversa un periodo di crisi.
Alfonso I di Napoli
Il meridione tra Angioini e Aragonesi (1250-1442)
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Regno di
Napoli, Regno di Sicilia e Regno di Sardegna.
Il papa, approfittando della morte di Federico II, cerc� di insediare al trono del
Regno di Sicilia Carlo I d'Angi�, fratello del re di Francia. Carlo trov� per�
l'opposizione di Manfredi, figlio di Federico II, che inizialmente ottenne una
serie di successi, tanto che il partito ghibellino si afferm� in molti comuni
italiani, primo tra tutti Firenze: le milizie guelfe della citt� furono sconfitte a
Montaperti (1260) dai Senesi, Ghibellini, aiutati dalle truppe dello stesso
Manfredi. Costui fu tuttavia sconfitto pesantemente a Benevento da Carlo d'Angi�
provocando un improvviso crollo del partito ghibellino in tutta Italia.
Il dominio sui mari fu invece l'obiettivo che contrappose gli interessi delle
antiche repubbliche marinare: estromessa Amalfi gi� nel XII secolo, lo scontro
prosegu� tra Pisa, Genova e Venezia. Genovesi e Pisani combatterono ripetutamente
per il controllo del Tirreno, e nel 1406 Pisa fu conquistata da Firenze, perdendo
definitivamente la propria autonomia politica. Agli inizi del secolo la contesa era
dunque ridotta a un duello fra Genovesi e Veneziani. Per tutto il Quattrocento
perdur� uno Stato di conflittualit� tra le due repubbliche senza battaglie
decisive. La potenza di Genova and� affievolendosi nel corso del secolo e Venezia
si afferm� come padrona dei mari, raggiungendo il culmine della propria ascesa agli
inizi del XVI secolo. Con la caduta dell'Impero bizantino (avvenuta nel 1453),
l'altro grande rivale di Venezia, la Serenissima pot� interessarsi ad una politica
di espansione territoriale sulla terraferma che prese avvio proprio agli inizi del
XV secolo.
Le iniziative militari veneziane entrarono in conflitto con gli interessi del
ducato di Milano, impegnato a sua volta in una politica espansionistica guidata
della famiglia Visconti. Nello scontro si inser� anche la repubblica di Firenze,
minacciata dall'aggressivit� viscontea e alleatasi con i Veneziani. La Serenissima
riport� una vittoria decisiva nella battaglia di Maclodio del 1427, assumendo una
posizione egemone che allarm� i Fiorentini, i quali preferirono rompere l'alleanza
e schierarsi dalla parte di Milano. La guerra si protrasse con operazioni di minore
portata fino alla pace di Lodi del 1454.
Il Rinascimento italiano
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Italia
rinascimentale.
Il Rinascimento italiano � la fioritura di quella civilt� culturale ed artistica
che, nata a Firenze e da l� diffondendosi in tutta Europa dalla met� del XIV secolo
a tutto il XVI secolo, mira a riscoprire la cultura classica antica, per un verso
depurandola da alcune forme della religiosit� medioevale, per un altro integrandola
nello stesso contesto cristiano del Medioevo, sulla scia della rinascita spirituale
che si era avuta nel Duecento con le figure di Gioacchino da Fiore e Francesco
d'Assisi.[41]
I principali centri dell'Umanesimo-Rinascimento sono Firenze, Ferrara con gli
Estensi, Napoli,[42] Roma, Milano, Padova, e Urbino: a Firenze sotto l'egida di
Lorenzo il Magnifico, nella citt� partenopea alla corte aragonese di Alfonso I, a
Roma con il colto Enea Silvio Piccolomini, Pio II il papa umanista, e Leone X, a
Padova con la prestigiosa Universit�, a Milano con Ludovico il Moro, a Mantova con
i Gonzaga e ad Urbino nella raffinata corte di Federico da Montefeltro.
Politicamente l'Umanesimo in Italia si accompagna alla trasformazione dei Comuni in
Signorie essendo l'espressione della borghesia che ha consolidato il suo patrimonio
e aspira al potere politico. Gli sviluppi dell'Umanesimo rientrano nella formazione
delle monarchie nazionali in Europa.
Il 22 febbraio 1495 Carlo VIII entr� a Napoli, sostenuto da buona parte dei baroni
del regno che si erano schierati dalla sua parte contro Ferdinando II d'Aragona. Ma
la conquista non pot� essere consolidata, vista l'avversione che la sua impresa
aveva suscitato anche da parte di coloro che inizialmente l'avevano favorita:
Milano, Venezia e il papa costituirono una lega antifrancese, alla quale diedero il
proprio appoggio anche l'imperatore Massimiliano e la Spagna dei Re Cattolici.
Anche se la lega non riusc� a ottenere una vittoria decisiva, con la Battaglia di
Fornovo (luglio 1495) riusc� a costringere il sovrano a riparare in Francia. Le
ostilit� ripresero nel 1499 con la discesa in Italia di Luigi XII, successore di
Carlo. Il nuovo sovrano conquist� il Ducato di Milano in forza dei diritti
ereditati dalla nonna Valentina Visconti e nel 1501 i francesi occuparono Napoli,
ma furono sconfitti dai rivali spagnoli nella Battaglia del Garigliano (1503). Fra
il 1499 e il 1503 Cesare Borgia, figlio del papa Alessandro VI, conquist� un
dominio a cavallo fra le Marche e la Romagna, grazie anche all'appoggio della
Francia e a una politica violenta e spregiudicata. La morte del pontefice
nell'agosto del 1503 travolse anche il fragile regno del figlio, che mor� sotto le
mura di Viana, in Navarra, nel 1507, combattendo a difesa del cognato Giovanni III
d'Albret. Nel marzo del 1508, con la battaglia di Rusecco, la Serenissima sottrasse
a Massimiliano I le citt� di Gorizia, Trieste e Fiume. Il nuovo Papa, Giulio II,
temendo l'espansione della Serenissima, nel dicembre dello stesso anno, a Cambrai,
stipul� un accordo segreto contro la Repubblica di Venezia, con la Francia, la
Spagna, il Sacro Romano Impero, il Ducato di Ferrara, il Ducato di Savoia e il
Marchesato di Mantova. Questo accordo prese il nome di Lega di Cambrai dalla citt�
stessa.
Francesco I di Valois
L'allarme per la crescente potenza degli Asburgo port� alla costituzione della Lega
di Cognac, promossa dal papa Clemente VII e siglata dal sovrano francese insieme
alle repubbliche di Venezia e Firenze. Un'alleanza fragile che non fu in grado di
evitare il terribile sacco di Roma del maggio 1527 ad opera dei Lanzichenecchi,
soldati imperiali di origine prevalentemente tedesca e fede luterana. Tale episodio
suscit� orrore e costernazione in tutto il mondo cattolico e costrinse il papa,
asserragliato in Castel Sant'Angelo, alla pace con l'imperatore, dal quale ottenne
la restaurazione dei Medici a Firenze, dove si era costituita una repubblica (1527-
1530). Il 5 agosto 1529 venne stipulata la pace di Cambrai, con la quale la Francia
rinunciava alle mire sull'Italia mentre la Spagna vedeva riconosciuto il possesso
di Napoli e Milano.
L'equilibrio fu nuovamente infranto nel 1542, con l'inizio di una nuova fase di
conflitti franco-spagnoli in territorio italiano. Gli scontri ebbero esiti alterni,
sanciti da deboli trattati di pace (come la pace di Cr�py del 1544) e continuarono
anche dopo la morte di Francesco I e l'ascesa al trono del suo successore Enrico II
nel 1547. Ma lo scenario internazionale mut� di colpo nel 1556, quando Carlo V
abdic� dopo aver diviso i suoi possedimenti fra il figlio Filippo II e il fratello
Ferdinando I. Furono proprio Enrico e Filippo a stipulare nel 1559 la pace di
Cateau-Cambr�sis, che mise fine definitivamente allo scontro tra Francia e Spagna
per l'egemonia europea e sanc�, dopo un sessantennio di guerre continue, quella
fine della libert� italiana avviata dalla spedizione di Carlo VIII nel 1494. La
Spagna consolid� la propria posizione di dominio in Italia, destinata a durare fino
al 1714, anno della conclusione della guerra di successione spagnola e dell'avvento
dell'Austria come potenza egemone sulla penisola.
La dominazione spagnola
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: predominio
spagnolo in Italia.
Il declino culturale dell'Italia non marci� di pari passo con quello politico,
economico e sociale. � questo un fenomeno riscontrabile in molti paesi, Spagna
compresa. Se nel Cinquecento il Rinascimento italiano produsse i suoi frutti pi�
maturi e si impose all'Europa del tempo, l'arte ed il pensiero barocchi, elaborati
a Roma a cavallo fra Cinquecento e Seicento avranno una forza di attrazione ed una
proiezione internazionale non certo inferiori. � comunque un dato di fatto che
ancora per tutta la prima met� del Seicento ed oltre, l'Italia continu� ad essere
un paese vivo, capace di elaborare un pensiero filosofico (Giordano Bruno, Tommaso
Campanella, Paolo Sarpi) e scientifico (Galileo Galilei, Evangelista Torricelli) di
altissimo profilo, una pittura sublime (Caravaggio), un'architettura unica in
Europa (Gianlorenzo Bernini, Borromini, Baldassare Longhena, Pietro da Cortona) ed
una musica, sia strumentale (Arcangelo Corelli, Girolamo Frescobaldi, Giacomo
Carissimi) che operistica (Claudio Monteverdi, Francesco Cavalli) che fece scuola.
A questo proposito ricordiamo che il melodramma � una tipica creazione dell'et�
barocca.
Nel 1701 a Napoli avvenne una nuova insurrezione contro gli spagnoli: la congiura
di Macchia ad opera dei nobili. Anche a causa di una scarsa partecipazione dei ceti
umili, la rivolta fall�. Il dominio spagnolo su Napoli continu� fino al 1707, anno
in cui la guerra di successione spagnola pose fine al viceregno iberico
sostituendogli quello austriaco.
Con il Trattato di Aquisgrana (1748), che decret� la fine del conflitto, l'Italia
sub� un riassetto tale da trasformarla in un insieme di stati dall'equilibrio
stabile per lungo tempo. L'Austria aveva ripreso il possesso del milanese e
ristabilito la propria influenza sul Ducato di Modena. Il Regno di Sardegna si era
espanso verso la valle padana e si era riappropriato di Nizza e della Savoia. La
Spagna era stata tacitata mediante la cessione del Ducato di Parma e Piacenza a
Felipe di Borbone, mentre il fratello di questi rimaneva nel pieno possesso dei
regni di Napoli e della Sicilia, per nulla rimessi in discussione. L'Italia si
avviava, quindi, ad un lungo periodo di stabilit� che sar� scosso soltanto sul
finire del secolo a seguito del coinvolgimento della penisola nei fatti legati alla
rivoluzione francese e all'epopea bonapartista.
Napoleone
A ottobre del 1797 venne firmato il Trattato di Campoformio con il quale la
Repubblica di Venezia fu annessa allo Stato austriaco. Il trattato riconobbe anche
l'esistenza della Repubblica Cisalpina, la quale comprendeva Lombardia, Emilia-
Romagna oltre a piccole parti di Toscana e Veneto, mentre il Piemonte venne annesso
alla Francia provocando qualche moto di ribellione. Nel 1802 venne poi denominata
Repubblica Italiana, con Napoleone Bonaparte, gi� Primo Console della Francia, in
qualit� di Presidente.
Nel 1809, Bonaparte occup� Roma, in seguito a contrasti con il papa, che l'aveva
scomunicato, e per mantenere in efficienza il proprio Stato[45], relegandolo prima
a Savona e poi in Francia. Nella campagna di Russia, che Napoleone intraprese nel
1812, fu determinante l'appoggio degli abitanti della penisola italiana, ma questa
si risolse con una sconfitta e molti italiani trovarono la morte. Dopo la
fallimentare campagna di Russia gli altri stati europei si riorganizzarono,
coalizzandosi tra loro e sconfiggendo Bonaparte a Lipsia. I suoi stessi alleati,
primo tra tutti Murat, lo abbandonarono alleandosi con l'Austria.[46] Ormai
abbandonato dagli alleati e sconfitto a Parigi il 6 aprile 1814 Napoleone fu
costretto ad abdicare e venne mandato in esilio all'Isola d'Elba. Sfuggito alla
sorveglianza riusc� a ritornare in Francia e a riprendere il potere. Guadagn�
nuovamente l'appoggio di Murat, il quale tent� di esortare, senza successo, gli
italiani a combattere con il Proclama di Rimini. Sconfitto Bonaparte, anche Murat
venne vinto e ucciso. I regni creati in Italia scomparvero ed inizi� quindi il
periodo storico della Restaurazione.
La Restaurazione (1815-1848)
Con la Restaurazione ritorn� sul trono gran parte dei sovrani precedenti al periodo
napoleonico. Il Regno di Sardegna che durante l'invasione napoleonica era rientrato
nei confini insulari, riottenne tutti gli Stati di terraferma e in pi� si ingrand�
con l'annessione della Repubblica di Genova, mentre Lombardia, Veneto, Istria e
Dalmazia andarono all'Austria. Si ricostituirono i ducati di Parma e Modena, lo
Stato della Chiesa, mentre il Regno di Napoli torn� ai Borbone.
Prima della Rivoluzione Francese del 1789 e delle successive campagne napoleoniche,
la dinastia dei Borbone regnava negli stessi territori, ma questi risultavano
divisi nel Regno di Napoli e nel Regno di Sicilia (ad eccezione dell'isola di Malta
che era concessa in feudo al Sovrano Militare Ordine di Malta).
Il Regno di Sardegna
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Regno di
Sardegna e Regno di Arborea.
Risorgimento
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Risorgimento.
Monumento a Carlo Cattaneo, protagonista delle Cinque Giornate di Milano
Prima guerra d'indipendenza
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Prima guerra
d'indipendenza italiana.
Dopo le guerre napoleoniche, spinte nazionali e nazionalistiche appoggiate dai
Savoia, che videro in queste l'opportunit� di allargare il proprio Regno di
Sardegna, portarono ad una serie di guerre di indipendenza contro l'Impero
austriaco. Nel 1848 si verificarono varie insurrezioni nei domini sottoposti agli
austriaci, in particolare a Venezia e Milano (famose appunto le cinque giornate di
Milano, che si conclusero il 22 marzo con la vittoria della popolazione locale e
l'abbandono da parte del maresciallo austriaco Josef Radetzky della citt�). Visti i
successi ottenuti dalle due citt� Carlo Alberto di Savoia decise, con l'appoggio
bellico di altri stati italiani (Stato della Chiesa, il Granducato di Toscana e il
Regno delle Due Sicilie), di entrare in azione il 23 marzo dando inizio alla prima
guerra di indipendenza italiana.
L'inizio del conflitto fu favorevole agli stati italici, con varie vittorie, a
Pastrengo, la Battaglia di Santa Lucia a Verona, poi Peschiera e Goito. Il ritiro
dalla guerra del papa, che temeva una reazione religiosa austriaca che avrebbe
potuto provocare uno scisma, e di Ferdinando II di Borbone decret� per�
l'insuccesso della guerra, che si risolse con un nulla di fatto: gli austriaci
recuperarono le citt� perse (l'ultima a cadere fu Venezia nell'agosto 1849) e il 4
agosto Carlo Alberto firm� l'armistizio; fu quindi costretto ad abdicare in favore
del figlio Vittorio Emanuele II.
La battaglia di Custoza
Per conquistare Veneto e Friuli nel 1866 il Regno d'Italia dichiar� guerra
all'Austria alleandosi con la Prussia e dando cos� inizio alla terza guerra di
indipendenza. Le sconfitte per� furono molte, le pi� famose a Custoza e Lissa. Gli
unici successi vennero ottenuti da Garibaldi in Trentino. La vittoria prussiana,
per�, fu d'aiuto all'Italia, che ricevette dalla Francia (che, a sua volta, aveva
ottenuto dalla Prussia grazie alla vittoria di quest'ultima sull'Austria a Sadowa)
il Veneto e il Friuli.
Mancava ancora Roma e per due volte Giuseppe Garibaldi ne tent� la conquista con i
suoi volontari: nel 1862 e nel 1867, venendo fermato nel primo caso dalle truppe
italiane, nel secondo dall'esercito francese, che anche nel 1862 aveva costretto
l'esercito regio a intervenire. La caduta del secondo impero francese, conseguenza
della vittoria prussiana nella guerra franco-prussiana, tolse al papato la
protezione di Napoleone III, detronizzato, e permise alle forze italiane di
espugnare Roma il 20 settembre 1870 in seguito alla Breccia di Porta Pia. Ci�
determin� tuttavia una profonda frattura tra Stato italiano e Chiesa, formalmente
sanatasi poi con i Patti Lateranensi del 1929.
Il neonato Stato, una monarchia costituzionale, si ritrov�, fin dai primi tempi, a
tentare di risolvere problemi di standardizzazione delle leggi, di mancanza di
risorse a causa delle casse statali vuote per le spese belliche, di creazione di
una moneta unica per tutta la penisola e pi� in generale problemi di gestione per
tutte le terre improvvisamente acquisite. A questi problemi, se ne aggiungevano
altri, come ad esempio l'analfabetismo, affrontato con l'estensione della Legge
Casati, e la povert� diffusa, nonch� la mancanza di infrastrutture. La questione
che tenne banco nei primi anni della riunificazione d'Italia fu la questione
meridionale ed il brigantaggio delle regioni meridionali (soprattutto tra il 1861 e
il 1865). Ulteriore elemento di fragilit� era costituito dall'ostilit� della Chiesa
cattolica e del clero nei confronti del nuovo Stato, ostilit� che si sarebbe
rafforzata dopo il 1870 e la presa di Roma (questione romana).
La Destra storica
Giovanni Giolitti
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Destra
storica.
La Destra storica, composta principalmente dall'alta borghesia e dai proprietari
terrieri, form� il nuovo governo, che ebbe come primi obiettivi il completamento
dell'unificazione nazionale, la costruzione del nuovo Stato e il risanamento
finanziario mediante nuove tasse che produssero scontento popolare e accentuarono
il brigantaggio, represso con la forza. In politica estera, la Destra storica
mantenne la tradizionale alleanza con la Francia, anche se le due nazioni si
scontrarono in diverse questioni, prime fra tutte: l'annessione del Veneto e la
presa di Roma. Nel 1876 il governo, guidato da Marco Minghetti venne esautorato per
la prima volta non per autorit� regia, bens� dal Parlamento (rivoluzione
parlamentare). Ebbe cos� inizio l'epoca della Sinistra storica, guidata da Agostino
Depretis. Finiva un'epoca: solo pochi anni dopo, Vittorio Emanuele II mor�, e sul
trono gli successe Umberto I.
La Sinistra storica
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Sinistra
storica.
Agostino Depretis
La Sinistra abbandon� l'obiettivo del pareggio di bilancio e avvi� delle politiche
di democratizzazione e ammodernamento del paese, investendo nell'istruzione
pubblica e allargando il suffragio, e avviando una politica protezionistica di
investimenti in infrastrutture e sviluppo dell'industria nazionale coll'intervento
diretto dello Stato nell'economia. Per ci� che concerne la politica estera Depretis
abbandon� l'alleanza con la Francia, a causa della conquista da parte dello Stato
d'oltralpe della Tunisia. L'Italia entr� quindi nella Triplice Alleanza, alleandosi
con la Germania e l'Impero Austro-Ungarico. Favor� lo sviluppo del colonialismo
italiano, innanzitutto con l'occupazione di Massaua in Eritrea.
L'epoca giolittiana
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Et�
giolittiana.
Come neo-presidente del Consiglio si trov� a dover affrontare, prima di tutto,
l'ondata di diffuso malcontento che la politica Crispina aveva provocato con
l'aumento dei prezzi. Ed � con questo primo confronto con le parti sociali che si
evidenzi� la ventata di novit� che Giolitti port� nel panorama politico a cavallo
tra il XIX ed il XX secolo. Non pi� repressione autoritaria, bens� accettazione
delle proteste e quindi degli scioperi, purch� non violenti n� politici, con lo
scopo (riuscito) di portare i socialisti nell'arco parlamentare.
L'avventura coloniale
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: colonialismo
italiano.
Quando gli egiziani si ritirarono dal Corno d'Africa nel 1884, i diplomatici
italiani strinsero un accordo con la Gran Bretagna per l'occupazione del porto di
Massaua che assieme ad Assab form� i cosiddetti possedimenti italiani nel mar
Rosso. Dal 1890 assunsero la denominazione ufficiale di Colonia Eritrea.
L'interesse per la fondazione di colonie italiane continu� anche durante i governi
di Francesco Crispi. La citt� di Massaua divent� il punto di partenza per un
progetto che sarebbe dovuto sfociare nel controllo del Corno d'Africa.