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Carlo Amerio Umberto Alasia

corso di
Progettazione Costruzioni Impianti
1B
SECONDA EDIZIONE

per il secondo biennio degli Istituti Tecnici Indirizzo Costruzioni Ambiente Territorio

Aggiornamenti e ulteriori materiali


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SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE - TORINO


07426
Coordinamento editoriale: Anna Maria Battaglini
Progetto editoriale e redazione: Claudia Marchis
Coordinamento tecnico: Michele Pomponio
Progetto grafico e impaginazione: Essegi s.n.c. - Torino
Disegni: Alda Cauda Alasia, Raffaella Perona, Maurizio Pugno, Elisabetta Riccomagno, Essegi s.n.c. - Torino
Coordinamento Multimediale: Nicola Prinetti
Redazione Multimediale: Francesca Gatto
Copertina: Piergiuseppe Anselmo
Immagine in copertina: Boeri Studio, Bosco verticale, Progetto Porta Nuova, 2009-2014, Milano

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Prima edizione: 2015


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III

Indice

Esercizi svolti, 28
INTRODUZIONE, 1
1.2.6 Scomposizione di forze, 29
1 La progettazione strutturale: contenuti e finalità, 2 Scomposizione di una forza F in due componenti F1 ed F2 con linee
2 Il Sistema Internazionale di Unità SI, 4 di azione parallele a due rette date m ed n, 29 – Scomposizione di
un sistema di forze in due forze Fm, con linea di azione passante per
Esercizi svolti, 5 un punto fisso M, ed Fn avente per linea di azione una retta data n,
Esercizi, 6 29 – Scomposizione di un sistema di forze parallele in due forze
aventi per linee di azione le rette m ed n parallele alle forze date, 30
Scomposizione di una forza F in tre componenti F1, F2, F3 con
Unità 1 VETTORI E FORZE, 7 rette di azione date m, n, p che si incontrano a due a due

1.1 Le azioni sulle costruzioni e i vettori, 8 Esercizi svolti, 30


1.1.1 Categorie delle strutture, 8
Esercizi, 33 Esercizi
1.1.2 Tipologia dei carichi agenti, 8
1.1.3 Carichi variabili, concentrati, ripartiti, 9 Sintesi, 36 Autovalutazione
Carichi variabili, 9 – Carichi concentrati e ripartiti, 10
1.1.4 Rappresentazione di carichi ripartiti, 10
1.1.5 Carichi dovuti ad agenti atmosferici e al sisma, 11
Neve, 11 – Vento, 11 – Sisma, 12 Unità 2 GEOMETRIA DELLE MASSE
1.1.6 Grandezze scalari e grandezze vettoriali, 12 E MOMENTO STATICO, 37
1.1.7 Vettori, 13
: 2.1 Il momento del 1° ordine, 38
Proiezione di un vettore U: su una retta (o su un piano), 13
2.1.1 I contenuti della geometria delle masse, 38
Rappresentazione cartesiana di un vettore 2.1.2 Momenti di 1° ordine, 39
1.1.8 Composizione di vettori: somma e differenza, 13 2.1.3 Momenti di 1° ordine di un sistema di forze parallele, 40
Prodotto vettoriale (o prodotto esterno), 14
Momento di 1° ordine di un sistema di forze parallele:
:
Momento di un vettore U dimostrazione
Momento di 1° ordine di un sistema di forze comunque
Esercizi svolti, 15 Esercizi svolti disposte nel piano

Esercizi, 16 Esercizi svolti, 41


1.2 Operazioni con le forze, 17 2.1.4 Teorema di Varignon, 42
1.2.1 I vettori-forza e le forze, 17 Teorema di Varignon: dimostrazione
I vettori-forza, 17 – Concetto di forza e sistemi di forze, 17 –
I parametri di una forza, 18 – Operazioni sulle forze, 19 Momento di 1° ordine (o statico) di superfici piane, 43
1.2.2 Composizione di forze, 19 Esercizio svolto
Esercizi svolti, 43
Risultante di un sistema di forze aventi la medesima linea di
azione, 19 – Risultante di due forze concorrenti in un punto, 20 2.1.5 Coppia di forze e sue caratteristiche, 47
– Risultante di tre o più forze complanari concorrenti in un punto 0, 2.1.6 Momento di trasporto, 48
20 – Risultante di tre o più forze complanari comunque disposte Esercizi svolti, 48 Esercizio svolto
nel piano, 20
Esercizi, 50 Esercizi
Teorema di Culmann

Esercizi svolti, 21 Esercizi svolti


2.2 Il baricentro, 53
2.2.1 Definizione e proprietà del baricentro, 53
1.2.3 Poligono funicolare passante per tre punti dati A, B e C, 24
2.2.2 Baricentro di un sistema di vettori paralleli, 53
Esercizio svolto, 24
Esercizi svolti, 54
1.2.4 Poligono di successive risultanti, 25
2.2.3 Baricentro di sistemi discontinui e continui, 56
Esercizio svolto, 26 Baricentro di masse puntiformi, 56 – Baricentro di sistemi conti-
1.2.5 Le forze parallele, 27 nui, 56 – Baricentro di segmenti e linee, 56
Risultante di un sistema di forze parallele concordi (di uguale
Baricentro di un arco di circonferenza: dimostrazione
verso), 27 – Risultante di un sistema di forze parallele discordi
(con versi opposti), 27 – Risultante di due forze parallele, 27 Baricentro di una spezzata e-978-88-05-25627-3
IV Indice

Esercizio svolto, 57 Esercizio svolto 3.2 Momento d’inerzia di superfici piane e modulo
di resistenza, 80
2.2.4 Baricentro di figure geometriche regolari, 58
3.2.1 Momenti di inerzia assiali di superfici piane regolari, 80
Baricentro di un triangolo, 58 – Baricentro di un quadrato, di un
Rettangolo, 80 – Quadrato, 81 – Triangolo, 81 – Cerchio, 82
rettangolo, di un rombo e di un parallelogramma, 58 – Baricentro
di un quadrilatero irregolare, 58 – Baricentro di un trapezio, 59 – Momento d’inerzia assiale: parallelogramma
Baricentro di cerchio, corona circolare, superfici poligonali rego- Triangolo: momento d’inerzia rispetto all’asse y0 coincidente con
lari e superficie ellittica, 59 – Baricentro di un segmento una mediana
parabolico, 59 – Baricentro di un semisegmento parabolico, 60 Esercizi svolti, 82 Esercizi svolti

Baricentro di un quadrilatero irregolare: altri procedimenti grafici 3.2.2 Modulo di resistenza, 87


Baricentro di un trapezio: dimostrazione Rettangolo, 87 – Quadrato, 87 – Triangolo, 87 – Cerchio, 88
Baricentro di un settore circolare Modulo di resistenza: parallelogramma

Esercizio svolto, 60 Esercizi svolti, 88


2.2.5 Baricentro di figure geometriche piane qualsiasi, 61 Esercizi, 89 Esercizi

Esercizi svolti, 62 Esercizio svolto 3.3 Ellisse centrale d’inerzia e nocciolo centrale d’inerzia, 91
3.3.1 Ellisse centrale d’inerzia, 91
Esercizi, 66 Esercizi
3.3.2 Applicazioni dell’ellisse centrale d’inerzia, 93
Sintesi, 68 Autovalutazione
Applicazioni dell’ellisse centrale d’inerzia: dimostrazioni

3.3.3 Ellisse centrale d’inerzia di superfici piane, 93


3.3.4 Nocciolo centrale d’inerzia, 94
Unità 3 GEOMETRIA DELLE MASSE 3.3.5 Determinazione dell’ellisse e del nocciolo centrale d’inerzia
E MOMENTO D’INERZIA, 69 di alcune sezioni, 95
Rettangolo, 95 – Quadrato, 96 – Cerchio, 96
3.1 Momenti d’inerzia, 70
Ellisse e nocciolo centrale d’inerzia: triangolo
3.1.1 Momenti d’inerzia e momento d’inerzia assiale, 70
Momento d’inerzia assiale di un sistema di masse concentrate, 70 – Esercizi svolti, 97 Esercizi svolti
Momento d’inerzia assiale di un sistema di masse concentrate:
Esercizi, 101 Esercizi
calcolo analitico, 71

Momento d’inerzia assiale di un sistema di masse concentrate: Sintesi, 103 Autovalutazione


procedimento grafico

3.1.2 Momento centrifugo, 71


3.1.3 Momento d’inerzia polare, 72 Unità 4 FORZE IN EQUILIBRIO
E VINCOLI, 105
Momento d’inerzia riferito ad assi con direzione variabile
4.1 Forze in equilibrio e forze equilibranti, 106
Esercizio svolto, 73
4.1.1 Equilibrio di un sistema di forze. Equazioni della statica, 106
3.1.4 Teorema di trasposizione (o di Huygens), 73 Equilibrio di un sistema di forze concorrenti in un punto, 107
Momento d’inerzia assiale, 73 4.1.2 Forze equilibranti, 108
Momento d’inerzia assiale: dimostrazione Esercizio svolto, 109 Esercizi svolti

Momento centrifugo e momento d’inerzia polare Esercizi, 110

Esercizi svolti, 73 Esercizi svolti 4.2 Vincoli e reazioni vincolari, 111


3.1.5 Asse e centro relativo di un sistema di masse, 74 4.2.1 Vincoli, gradi di libertà e reazioni vincolari, 111
4.2.2 Strutture labili, isostatiche e iperstatiche, 113
Esercizi svolti, 76
4.2.3 Calcolo dei vincoli e gradi di libertà, 114
3.1.6 Raggio d’inerzia, 77
Calcolo dei vincoli e gradi di libertà: esempi
Esercizio svolto, 78
4.2.4 La trave: calcolo delle reazioni vincolari, 117
Esercizi, 79 Trave a mensola (o a sbalzo), 119 – Trave appoggiata con carichi
Indice V

concentrati perpendicolari, 120 – Trave appoggiata con sbalzi 6.1.3 Calcolo dello sforzo normale N e convenzione sui segni, 161
alle estremità, carichi concentrati e ripartiti, 120 – Trave appog- 6.1.4 Calcolo dello sforzo di taglio V e convenzione sui segni, 162
giata con carico obliquo all’estremità della mensola, 121 – Por- 6.1.5 Calcolo del momento flettente M e convenzione sui segni, 162
tale zoppo con carichi ripartiti orizzontale e verticale, 122 6.1.6 Calcolo del momento torcente Mt, 164
Trave appoggiata con sbalzo a un estremo, carichi verticali e obliqui 6.1.7 Stati di sollecitazione nelle strutture, 164
Sollecitazioni semplici e composte, 165
Trave a mensola (o a sbalzo): procedimento grafico
Trave appoggiata con carichi concentrati perpendicolari: procedi- Esercizi, 166
mento grafico
6.2 Resistenza dei materiali, 167
Esercizi svolti, 123 Esercizi svolti 6.2.1 Le tensioni, 167
4.2.5 Le equazioni ausiliarie, 126 Carichi, sollecitazioni e tensioni interne, 167 – La sperimentazione,
167 – Elasticità dei corpi: diagramma tensioni-deformazioni, 168
Esercizi svolti, 128 Esercizio svolto
6.2.2 L’azione dei carichi, 170
Esercizi, 132 Esercizi Modulo di elasticità normale, 170 – Legge di Hooke, 170 – Prin-
Sintesi, 136 Autovalutazione cipio di sovrapposizione degli effetti, 170 – Principio di de Saint-
Venant, 171

Esercizio svolto

6.2.3 Il calcolo di progetto, di verifica e il collaudo, 171


Unità 5 TRAVATURE RETICOLARI, 137
Calcolo di progetto, 171 – Calcolo di verifica, 171 – Il collaudo, 171
5.1 Caratteristiche e basi di calcolo, 138 6.2.4. La valutazione della sicurezza, 172
5.1.1 Tipologie di travature reticolari, 138 Modelli di calcolo, 172
Travature deformabili, indeformabili e ad aste sovrabbondanti, Sintesi, 173 Autovalutazione
138

Tipi di travature reticolari: esempi


Travature indeformabili: dimostrazione Unità 7 STUDIO DELLE TRAVI INFLESSE
5.1.2 Ipotesi semplificative e metodi di calcolo, 141 ISOSTATICHE, 175
Esercizio svolto, 142 Esercizio svolto 7.1 Travi appoggiate agli estremi, 176
5.1.3 Metodo grafico dei poligoni di equilibrio ai nodi, 143 7.1.1 Il calcolo delle travi inflesse, 176
Diagrammi delle caratteristiche di sollecitazione, 177
Esercizio svolto 7.1.2 Trave con carico concentrato verticale, 177
7.1.3 Trave con carico concentrato verticale applicato
Metodo analitico di equilibrio ai nodi
in mezzeria, 179
5.1.4 Metodo dei diagrammi reciproci o cremoniani, 145 7.1.4 Trave con carico ripartito uniforme, 180
Esercizio svolto, 147 Esercizi svolti 7.1.5 Trave con carico concentrato obliquo, 182
5.1.5 Metodo di Ritter o delle sezioni, 148 7.1.6 Trave inclinata con carico ripartito, 183
7.1.7 Considerazioni sulle variazioni dei valori delle
Metodo di Culmann sollecitazioni, 184
Esercizio svolto, 150 Esercizi svolti 7.1.8 Trave con carico ripartito uniforme asimmetrico
e carichi concentrati, 185
5.1.6 Casi particolari, 151
Osservazioni progettuali, 151 Trave con più carichi concentrati
Trave con carico ripartito uniforme e carichi concentrati simmetrici
Esercizi, 152 Esercizi
Trave con carico ripartito triangolare simmetrico
Sintesi, 156 Autovalutazione
Trave con carico trapezoidale

Esercizi svolti

Unità 6 LE SOLLECITAZIONI, 157 7.1.9 Trave con un momento applicato in una sezione generica, 187
Esercizi, 188 Esercizi
6.1 Forze esterne e sollecitazioni interne, 158
6.1.1 Gli stati di sollecitazione, 158 7.2 Travi a mensola, 189
6.1.2 Le caratteristiche delle sollecitazioni interne, 159 7.2.1 Trave a mensola con carico ripartito uniforme, 189
VI Indice

7.2.2 Trave a mensola con carichi concentrati verticali, 190 8.2 Taglio semplice, 223
7.2.3 Trave a mensola con carico concentrato orizzontale 8.2.1 Generalità e analisi della deformazione, 223
e carico ripartito uniforme verticale, 191 Esercizio svolto
Esercizi svolti, 224
7.2.4 Trave a mensola con montante verticale solidale
a un traverso superiore orizzontale, 192 Esercizi, 226
8.3 Flessione semplice retta, 227
Esercizi svolti
8.3.1 Comportamento a flessione semplice retta, 227
Esercizi, 194 Analisi della deformazione, 228
8.3.2 Equilibrio tra forze esterne e tensioni interne, 229
7.3 Travi su due appoggi con sbalzo alle estremità, 195
Equilibrio tra forze esterne e tensioni interne: dimostrazione
7.3.1 Trave con sbalzo e carichi concentrati, 195
7.3.2 Trave con sbalzo e carico ripartito uniforme, 196 8.3.3 Diagramma delle tensioni e considerazioni sull’asse
neutro, 230
Considerazioni sulla situazione statica
Travi a mensola con sezione variabile
7.3.3 Trave con sbalzo sul quale grava un carico ripartito, 198 Sezioni dissimmetriche
Esercizio svolto
Esercizi svolti, 231 Esercizi svolti
Esercizi, 199 Esercizi, 236 Esercizi

7.4 Travi appoggiate con sbalzi alle estremità, 200 8.4 Flessione semplice deviata, 237
7.4.1 Trave con sbalzi alle estremità e carico uniforme, 200 8.4.1 Analisi della sollecitazione, 237
7.4.2 Trave con sbalzi alle estremità e carichi concentrati 8.4.2 Calcolo delle tensioni, diagrammi, posizione dell’asse
e ripartiti, 201 neutro, 238
7.4.3 Trave con sbalzi alle estremità sui quali gravano un carico Applicazione del principio di sovrapposizione degli effetti, 238 –
concentrato e un carico ripartito, 202 L’asse neutro, 239
Esercizio svolto, 204 Esercizi svolti Applicazione dell’ellisse centrale d’inerzia
Torsione semplice
Esercizi, 205 Esercizi
Esercizi svolti, 240 Esercizi svolti
7.5 Travi Gerber, 206
7.5.1 Caratteristiche della trave Gerber, 206 Esercizi, 243

7.5.2 Calcolo della trave Gerber, 207 Sintesi, 244 Autovalutazione

Esercizio svolto, 209 Esercizio svolto

Esercizi, 213 Unità 9 SOLLECITAZIONI COMPOSTE, 245


Sintesi, 214 Autovalutazione 9.1 Flessione semplice retta e taglio, 246
9.1.1 La situazione tensionale, 246

La situazione tensionale: dimostrazione


Unità 8 SOLLECITAZIONI SEMPLICI, 215 9.1.2 Tensioni tangenziali e di scorrimento: principio di
reciprocità, 247
8.1 Sforzo normale semplice, 216
Modulo di elasticità tangenziale G, 248
8.1.1 Generalità e analisi della deformazione, 216
9.1.3 Calcolo delle tensioni tangenziali, 248
Esercizi svolti, 217 Esercizio svolto La verifica delle sezioni, 248 – Sezione rettangolare, 249 –
Sezione a T, 249 – Sezione a doppio T, 250
8.1.2 La deformazione dovuta ai carichi, 220
Coefficiente di Poisson, 220 – Deformazioni e tensioni dipendenti Sezione circolare
da variazioni di temperatura, 220
Esercizi svolti, 250 Esercizi svolti
Travi prismatiche con peso proprio non trascurabile
Esercizi, 256 Esercizi
Esercizi svolti, 221 Esercizi svolti
9.2 Sforzo normale e flessione semplice retta, 258
Esercizi, 222 Esercizi 9.2.1 Generalità, 258
Indice VII

9.2.2 Le tensioni interne, 259 11.1.2 La deformazione per flessione, 300


9.2.3 Relazione fra il punto di applicazione del carico Linea elastica e sua curvatura, 300 – I parametri della deforma-
e l’asse neutro, 261 zione per flessione, 301
9.2.4 La presso-flessione nella sezione rettangolare, 262 Calcolo della curvatura: relazione analitica
Sezione circolare e sezione a corona circolare 11.1.3 Trave a sbalzo: calcolo della freccia elastica
e della rotazione, 302
Esercizi svolti, 264 Esercizi svolti Abbassamento, 302 – Rotazione, 303
9.2.5 La presso-flessione nei solidi non reagenti a trazione, 269
Abbassamento e rotazione
Esercizio svolto, 270 Esercizi svolti
11.1.4 Trave su due appoggi: calcolo delle rotazioni
Esercizi, 271 Esercizi e delle frecce, 303
Calcolo delle rotazioni: 1° teorema di Mohr, 303 – Calcolo delle
9.3 Sforzo normale e flessione semplice deviata, 273 frecce (o abbassamenti): 2° teorema di Mohr, 304 – La freccia
9.3.1 Generalità, 273 elastica nella sollecitazione di flessione deviata, 304
9.3.2 Asse neutro, calcolo delle tensioni e diagramma relativo, 274 11.1.5 La trave ausiliaria, 304

Esercizi svolti, 275 Esercizi svolti 11.2 Travi isostatiche: il calcolo della deformazione, 305
11.2.1 Travi a sbalzo, 305
Esercizi, 276 Esercizi Trave a sbalzo con un carico ripartito uniforme, 305 – Trave a
sbalzo con un carico concentrato all’estremo libero, 305 – Trave
9.4 Sforzo normale, flessione semplice retta e taglio, 277 a sbalzo soggetta a una coppia di momento M applicata all’e-
9.4.1 Sollecitazioni e tensioni, 277 stremo libero, 306
Compressione e taglio Esercizi svolti, 306 Esercizi svolti

Esercizi svolti, 278 Esercizio svolto 11.2.2 Travi appoggiate, 309


Trave appoggiata agli estremi soggetta a un carico ripartito uni-
Esercizi, 284 Esercizi forme, 309 – Trave appoggiata agli estremi soggetta a due coppie
MA ed MB applicate alle estremità, 309
Sintesi, 285 Autovalutazione
Travi appoggiate con vari schemi di carico: formule di calcolo
e dimostrazioni

Esercizi svolti, 310 Esercizi svolti


Unità 10 IL CARICO DI PUNTA, 287
Esercizi, 312 Esercizi
10.1 L’instabilità elastica, 288
10.1.1 Il concetto di instabilità elastica, 288 Sintesi, 314 Autovalutazione
10.1.2 Carico critico e carico ammissibile, 289
10.1.3 Lunghezza libera di inflessione l1, 289
10.1.4 Il carico di Eulero, 291
Tensione critica di Eulero e rapporto di snellezza, 291 Unità 12 TRAVI IPERSTATICHE, 317
Esercizi svolti, 292 Esercizio svolto 12.1 Travi iperstatiche a una campata, 318
10.1.5 Il metodo omega, 293 12.1.1 Il calcolo e la deformazione, 318
12.1.2 Trave appoggiata a un estremo e incastrata all’altro,
Esercizi svolti, 295 Esercizi svolti
gravata di un carico ripartito uniforme, 318
Esercizi, 297 12.1.3 Trave appoggiata a un estremo e incastrata all’altro,
gravata di un carico concentrato, 320
Sintesi, 298 Autovalutazione
Trave appoggiata a un estremo e incastrata all’altro, con carico
ripartito triangolare

Esercizi svolti, 323 Esercizi svolti


Unità 11 LE DEFORMAZIONI ELASTICHE, 299
12.1.4 Trave incastrata agli estremi, gravata di un carico ripartito
11.1 Deformazioni elastiche per sforzo normale e per uniforme, 326
flessione semplice, 300 12.1.5 Trave incastrata agli estremi, gravata di un carico concen-
11.1.1 Sollecitazioni, deformazioni e lavoro di deformazione, 300 trato, 329
VIII Indice

Trave incastrata agli estremi, gravata di un carico ripartito


con diagramma triangolare
Unità 14 LE AZIONI SULLE
COSTRUZIONI, 367
12.1.6 Criteri generali di calcolo nelle travi perfettamente
incastrate e con sbalzi, 330 14.1 Vincoli e carichi degli elementi strutturali, 368
14.1.1 Generalità, 368
Esercizi svolti, 331 Esercizi svolti
14.1.2 Le ipotesi di vincolo, 369
Esercizi, 334 Esercizi Criteri di assunzione dei carichi

12.2 Travi continue, 335 14.1.3 Analisi dei carichi, 372


12.2.1 Iperstaticità e osservazioni, 335 14.1.4 Ipotesi di calcolo, 373
12.2.2 Il procedimento di calcolo, 337 14.1.5 La normativa tecnica, 374
L’equazione dei tre momenti di Clapeyron, 337 La normativa tecnica europea, 374 – La normativa tecnica ita-
liana, 375
Equazione dei tre momenti: dimostrazione
14.2 Azioni sulle costruzioni, 376
12.2.3 Completamento del calcolo di una trave continua, 339
14.2.1 Carichi permanenti, 376
Calcolo degli sforzi di taglio all’inizio e al termine di ogni cam-
pata, 339 – Calcolo del momento flettente massimo in campata, Esercizi svolti, 378
339 – Calcolo delle sezioni Z dove si annulla il momento flet- 14.2.2 Carichi di esercizio, 386
tente, 339 – Calcolo delle reazioni vincolari, 340 – Calcolo
della freccia nella sezione di mezzeria di ogni campata, 340 Esercizi svolti, 387
14.2.3 Azioni della neve, 392
Linea elastica: tracciamento qualitativo e relazione
Carico della neve qs, 392
con il momento flettente
Esercizi svolti, 394
Esercizio svolto, 340 Esercizi svolti
14.2.4 Azioni del vento, 395
12.2.4 Travi continue con sbalzi e con incastri, 343 Pressione del vento, 395
Trave continua con sbalzi alle estremità, 343 – Trave continua
Esercizi svolti, 399 Esercizio svolto
con incastri alle estremità, 343
14.2.5 Azioni della temperatura, 405
L’equazione dei tre momenti applicata alle travi con una campata
14.2.6 Azioni dei terremoti, 406
Travi continue con luci uguali
Le norme tecniche, 406
Esercizi svolti, 344 Esercizi svolti Le caratteristiche dei terremoti

Esercizi, 349 Esercizi 14.2.7 Azioni eccezionali e di varia natura, 407


Incendio, 407 – Esplosioni, 408 – Urti, 408 – Coazioni impresse,
Sintesi, 352 Autovalutazione 409 – Ritiro, 409 – Fenomeni viscosi, 409 – Imperfezione dei
vincoli, 409 – Difetti di montaggio, 409
14.2.8 Aree di carico degli elementi strutturali, 410
Esercizi svolti, 413
Unità 13 DALLA TRAVE APPOGGIATA
Esercizi, 417 Esercizi
AL TELAIO, 355
Sintesi, 422 Autovalutazione
13.1 I canali statici delle forze, 356
13.1.1 Il rapporto forma-struttura, 356
13.1.2 La trave, 357
La trave appoggiata, 357 – La trave a mensola, 358 – La trave
con mensole alle estremità, 358 – La trave Gerber, 360 ESERCIZI PER LO SVILUPPO
13.1.3 I concetti di continuità statica e di rigidità, 360 DELLE COMPETENZE, 425
13.1.4 La continuità statica nelle strutture iperstatiche, 362
La trave incastrata agli estremi, 362 – La trave continua, 362
13.1.5 Le strutture a telaio, 364 Indice analitico, 446

Le strutture a telaio

Sintesi, 366
IL PERCORSO

◗ Le parti che
h costituiscono una costr
costruzione,
ruzione con particolare
p rticolare
riferimento alla sua struttura
◗ Significato dei termini agibilità e ddurabilità
urabilità
◗ Differenza fra il Sistema Tecnico di m
misura
isura e il Sistema Internazionale
2 Introduzione

1 La progettazione strutturale: contenuti e finalità


Con riferimento al Calcolo strutturale, verranno prese in Un edificio a due piani, per esempio con struttura in cemento
esame principalmente le costruzioni edilizie (case, uffici, armato, è costituito da più elementi strutturali, quali fondazioni,
scuole, fabbricati per l’industria ecc.), ossia quell’insieme di pilastri, travi e solai, che individuano i piani della costruzione, e
costruzioni che, con modi e metodi differenti, vengono anco- danno origine a una struttura complessa tridimensionale nella
rate al terreno, il quale costituisce pertanto uno dei compo- quale, piano per piano e partendo dall’alto, i carichi gravanti sui
nenti della costruzione e quindi è un materiale da costruzione. solai vengono da questi trasferiti sulle travi, da queste sui pilastri,
sino alle fondazioni che li trasmettono sul terreno.
Una costruzione edilizia è costituita essenzialmente di due
parti: le opere, che genericamente si possono considerare di La struttura ha il compito di sostenere i carichi, ossia as-
complemento e di finitura (murature, impianti, intonaci, solvere a una funzione statica.
rivestimenti ecc.), e l’organismo strutturale, che ha la fun-
zione di sopportare i pesi delle opere di completamento e di A un primo sommario esame potrebbe sembrare che la
finitura e i sovraccarichi (che in un edificio civile sono gli Scienza delle costruzioni si limiti a fornire i mezzi matema-
arredi, le persone che vi abitano o vi lavorano). tici per il dimensionamento degli elementi che costituiscono
una struttura in generale.
Le opere, oltre ad assolvere a determinate funzioni, devono solo In realtà il momento del calcolo è l’ultimo atto, sia pure estrema-
singolarmente presentare una resistenza ai carichi applicati; per mente importante, di un processo complesso e articolato che
esempio, una parete divisoria dovrà resistere a carichi orizzon- passa attraverso varie fasi che possono essere così sintetizzate:
tali di una certa intensità, un pavimento dovrà avere un certo ■ definizione delle finalità della costruzione, ossia com-
grado di resistenza in funzione dell’utilizzo dei locali. prensione approfondita degli usi per i quali la costruzione
L’organismo strutturale, che prende il nome di struttura por- dovrà essere adibita, in base ai quali verranno stabiliti i ca-
tante, ha la funzione di sopportare i carichi, trasmettendoli richi di esercizio e le misure di protezione della struttura nei
quindi ad altri elementi o al terreno e può essere realizzato con confronti del suo degrado dovuto alle condizioni dell’am-
materiali differenti (legno, acciaio, muratura, cemento ar- biente nel quale dovrà vivere;
mato).
■ scelta dei materiali da costruzione, ognuno dei quali pre-
Nella sua forma più semplice l’organismo strutturale può es-
senta specifiche caratteristiche tecnologiche, fisiche e mec-
sere formato da un solo componente che viene detto elemento
caniche che influenzano il loro comportamento nei
strutturale.
confronti delle azioni esterne;
Un insieme di più elementi strutturali fra loro razional- ■ progettazione della struttura, cioè ideazione e traduzione
mente connessi costituisce un sistema strutturale o sem- grafica del complesso di elementi che costituiscono la strut-
plicemente una struttura. tura singolarmente e nella sua totalità; ciò presuppone una
profonda conoscenza dei materiali e dei contenuti della
Il più semplice, e anche il più antico, sistema strutturale è il Scienza delle costruzioni;
trilite (dal greco “tre pietre”), che si ritrova in tutte le costru- ■ esame critico della struttura così come è stata ideata, che
zioni dell’antichità. È costituito da un elemento orizzontale, scaturisce da un raffronto fra le precedenti fasi e che risulta
detto architrave, che trasferisce i carichi gravanti su di esso a positivo solo quando si riscontrano in essa caratteri di linea-
due elementi verticali sui quali appoggia alle estremità, detti rità, di semplicità compositiva e un suo valore estetico;
piedritti, i quali a loro volta li scaricano sul terreno.
solai

▲ Trilite della Porta dei leoni a Micene (II millennio a.C.). ▲ Struttura in calcestruzzo armato di un edificio formato da più elementi strutturali.
1 La progettazione strutturale: contenuti e finalità 3

■ calcolo della struttura, con la determinazione delle solle- l’aggressività dell’ambiente nel quale dovrà permanere la
citazioni prodotte dai carichi e il dimensionamento sia dei struttura. Se verrà utilizzata all’aperto senza protezione di mu-
singoli elementi che la compongono sia nel suo insieme. rature o altro, oppure in presenza di acque salmastre, o ancora
se si tratta di una struttura industriale, dove si effettuano parti-
Alla base delle operazioni di progettazione di una struttura e
colari lavorazioni che producono fumi o vapori, sarà necessario
in quelle successive di esecuzione deve essere posto un prin-
prendere opportuni provvedimenti affinché non si verifichino
cipio fondamentale: la sicurezza.
fenomeni di degradazione e di corrosione, particolarmente ne-
La sicurezza di una struttura è fondamentale e consiste nel gativi nelle strutture in acciaio e in cemento armato.
garantire che la struttura progettata sia in grado di assol- In una costruzione la sicurezza, l’agibilità e la protezione nei
vere le funzioni per le quali è stata prevista, assicurando confronti dell’aggressività dell’ambiente hanno poi un risvolto
l’incolumità delle persone che usufruiscono della costru- molto importante a livello economico in quanto, se assicurate,
zione. garantiscono minori spese di manutenzione e ne prolungano la
vita, ossia ne permettono una maggiore durabilità.
Nelle normali condizioni di esercizio, la struttura è soggetta In questo processo progettuale deve essere sempre presente il
ai carichi e ai sovraccarichi previsti al momento del calcolo e principio che organismo strutturale e organismo architetto-
quindi deve essere in grado di sopportarli; la struttura deve nico sono due entità inscindibili; la struttura non deve essere
cioè rispondere a un principio di sicurezza. nascosta ma deve trasparire nell’opera finita, per cui è impos-
Tuttavia il materiale utilizzato per la realizzazione della strut- sibile pensare, e quindi progettare, seguendo binari separati,
tura, come qualsiasi materiale, possiede un’elasticità e per- ma deve esistere un’intima fusione fra organismo architetto-
tanto sotto l’azione dei carichi e sovraccarichi ogni elemento nico e strutturale.
strutturale, e quindi la struttura nel suo insieme, si deforma, e
l’entità delle deformazioni dipende sia dall’intensità dei cari-
chi sia dalle caratteristiche elastiche del materiale.

Affinché la costruzione risulti sempre perfettamente funzio-


nale, quindi agibile, è necessario che le deformazioni siano
contenute entro determinati limiti.

Infatti, deformazioni eccessive, anche se tali da non compro-


mettere la stabilità della struttura, oltre a creare una situazione
di disagio e di non sicurezza, possono influire negativamente
sulla funzionalità della struttura e delle opere di completa-
mento dell’edificio; a lungo andare possono determinare feno-
meni di fessurazione e cedimenti tali da compromettere
l’agibilità della struttura stessa.
Infine, vi è un altro aspetto da considerare, che interessa sia la
tecnologia dei materiali sia il calcolo strutturale e precisamente

▲ Intonaco ed elementi strutturali di materiali diversi che presentano segni di degrado dovuto
a fattori ambientali.
4 Introduzione

2 Il Sistema Internazionale di Unità SI


Ogni corpo (quindi ogni azione che agisce su un elemento Esiste quindi una differenza fra massa e peso di un corpo.
strutturale) con una data massa è soggetto alla forza di Questa differenza non viene considerata nel vecchio sistema
gravità, che imprime alla massa stessa un’accelerazione, di misura mks, che identifica la massa con il peso, assumendo
detta accelerazione di gravità g, e ne provoca un movi- come unità di misura per entrambi il kilogrammo.
mento per cui il corpo cade verso il basso; questo movi- Con l’adozione del Sistema Internazionale di Unità SI
mento viene percepito come forza-peso. viene riconosciuta la differenza fra la massa misurata in kilo-
grammi (kg) e il peso misurato in newton (N).
Mentre la massa m (o massa inerziale) di un corpo dipende
dalla resistenza che esso offre a una variazione del suo stato Il Sistema Internazionale SI ha sostituito il sistema mks (detto
di moto ed è data dal rapporto: anche sistema tecnico) che si presentava non coerente, in
F quanto necessitava di fattori di conversione per il passaggio
m = __ del valore di un’unità di misura da un sistema all’altro.
a
dove: F = forza che agisce sul corpo, La tabella 1 contiene i fattori di conversione dal sistema tec-
a = accelerazione impressa, nico al Sistema Internazionale SI, che sarà adottato nel testo
la forza-peso G (o semplicemente peso) del corpo è: come previsto dalla legge, per le grandezze di uso normale
nei calcoli statici.
G = m⋅g
e dipende dall’accelerazione di gravità (g) cui è soggetta la massa m.

Tabella 1 Fattori di conversione


Grandezze Sistema mks Sistema SI Equivalenza fra sistema mks e sistema SI
1. Sezioni di elementi strutturali m m
cm cm
mm mm
2. Carichi concentrati kg N 1 kg = 9,80665 N ≈ 10 N
t kN 1 N = 0,10197 kg ≈ 1 hg
1 kN = 1000 N = 101,9 kg ≈ 100 kg
1 t = 9,80665 kN = 9806,65 N ≈ 10 kN ≈ 10 000 N
3. Carichi distribuiti kg/m N/m 1 kg/m = 9,80665 N/m ≈ 10 N/m
t/m kN/m 1 t/m = 9,80665 kN/m ≈ 10 kN/m
kg/m2 N/m2 1 kg/m2 = 9,80665 kN/m2 ≈ 10 kN/m2
t/m2 kN/m2
4. Carichi per unità di volume (peso kg/m3 N/m3 1 kg/m3 = 9,80665 N/m3 =
volumico, prima definito peso t/m3 kN/m3 = 0,00980665 kN/m3 ≈ 10 N/m3 = ≈ 0,01 kN/m3
specifico) 1 t/m3 ≈ 10 kN/m3
5. Momento di 1° ordine di superficie cm3 cm3
piana (momento statico) mm3 mm3
6. Momento di una forza kg ⋅ m N⋅m 1 kg ⋅ m = 9,80665 N ⋅ m =
Momento flettente o torcente t⋅m N ⋅ cm = 0,00980665 kN ⋅ m ≈ 10 N ⋅ m
kN ⋅ m 1 t ⋅ m = 9,80665 kN ⋅ m ≈ 10 kN ⋅ m
kN ⋅ cm
7. Momento quadratico di superficie (o cm4 cm4
momento di 2° ordine di superficie mm4 mm4
piana). Generalmente detto, anche se
impropriamente, momento di inerzia
8. Modulo di resistenza cm3 cm3
mm3 mm3
9. Modulo di elasticità kg/cm2 N/cm2 1 kg/cm2 = 9,80665 N/cm2 ≈ 10 N/cm2
N/mm2
10. Sforzo normale e sforzo di taglio kg N
t kN
11. Tensione normale e tangenziale kg/cm2 N/cm2 1 Pa = 1 N/m2 unità troppo piccola
t/m2 N/mm2 per cui si usa il megapascal MPa
Pa (pascal) 1 MPa = 1 N/mm2 = 9,80665 kg/cm2 ≈ 10 kg/cm2
2 Il Sistema Internazionale di Unità SI 5

Nel settore strutturale delle costruzioni, se per alcuni mate- commettendo in tale modo un errore di quasi il 2%, trascura-
riali, quali il calcestruzzo armato e la muratura, che presen- bile nei confronti di altre inesattezze che vengono commesse
tano tensioni ammissibili piuttosto contenute, è consentito e e non eliminabili, per altri materiali, che presentano tensioni
ammesso dalla normativa porre in via semplificativa: ammissibili elevate, quale l’acciaio, tale arrotondamento non
è ammesso, per cui si deve considerate la conversione esatta,
1 kgf ≈ 10 N prima indicata.

ESERC
CI
IZI SVOLTI

ESERCIZI SVOLTI
a) Trasformare il carico concentrato P = 328 kg in N e in kN.
1 b) Trasformare il carico distribuito p = 3400 kg/m in N/cm e in kN/m.

a) Con riferimento al punto 2 della tabella 1, per trasformare i b) Con riferimento al punto 3 della tabella 1, essendo
kg in N bisogna moltiplicare per 9,81 ≈ 10, mentre per otte- 1 kg = 9,81 N ≈ 10 N e 1 m = 100 cm, per ottenere il valore
nere i kN è necessario dividere per 101,90 ≈ 100; si ha quindi: di p in N/cm si deve moltiplicare per 9,81 e dividere per 100,
328 kg × 9,81 = 3217,68 N ≈ 3280 N ossia:
3400 kg/m ⋅ 9,81
328 kg
______________ ≈ 333,54 N/cm
______ ≈ 3,22 kN ≈ 3,28 kN 100
101,90
Per la trasformazione in kN/m si deve solo dividere per
101,90 ≈ 100, e quindi:
3400 kg/m
_________ ≈ 33,37 kN/m ≈ 34 kN/m
101,90

Trasformare il momento M = 4200 kg m in N mm.


2
Moltiplicando per 9,81 ≈ 10 il valore di M si ottengono i N m e quindi ancora per 1000 si hanno i N mm:
4200 kg m × 9,81 ≈ 41 202 N m
41 202 N m × 1000 = 41 202 000 N mm ≈ 42 × 106 N mm

Trasformare il valore della tensione σ = 2600 kg/cm2 dell’acciaio in N/mm2.


3
Essendo 1 mm = 0,1 cm, e poiché l’unità di misura è al quadrato, si ha che:
1 mm2 = 0,01 cm2 = 1 cm2/100;
pertanto si ottiene:
2600 kg/cm2 × 9,81 ≈ 25 506 N/cm2
1
25 506 N/cm2 × ____ ≈ 255 N/mm2
100

Trasformare il momento M = 150 kNm in N mm.


4
Essendo 1 kN = 1000 N e 1 m = 1000 mm, il valore di M deve essere moltiplicato per 1 000 000 = 106 e quindi:
150 kN m × 1 000 000 = 150 000 000 N mm = 150 × 106 N mm
Ovviamente per l’operazione inversa da N mm a kN m si deve dividere per 1 000 000 = 10−6.
6 Introduzione

1 Trasformare il valore del carico q = 34 kN/m in kN/cm. [q = 0,34 kN/cm]

2 Trasformare il valore del momento M = 2800 kg m in kN m. [M = 28 kN m]

3 Trasformare il valore del carico q = 26 kN/m in N/cm. [q = 260 N/cm]

4 Trasformare il valore della tensione σ = 85 kg/cm2 in N/mm2. [σ = 8,50 N/mm2]

5 Trasformare il valore del carico P = 42 kN in N. [P = 42 000 N = 42 × 103 N]

6 Trasformare il valore del momento M = 32 kN m in N mm. [M = 32 000 000 N = 32 × 106 N]


IL PERCORSO

◗ Le azioni cui sono soggette le costtruzioni,


le loro caratteristiche e il loro com
mportamento
◗ Grandezze scalari e vettoriali
◗ Parametri che caratterizzano una forza f a
◗ Soluzione
S di problemi relativi alla composizione
co posizione e scomposizione
sco posizione
di forze, anche in presenza di partticolari vincoli
◗ Il concetto di equilibranti di un sisttema di forze
e il procedimento per determinarlee

eBOOK+
◗ Rappresentazione cartesiana di unn vettore
:
◗ Momento di un vettore U
◗ Teorema di Culmann
◗ Scomposizione di una forza F in trre componenti F1, F2, F3
con rette di azione date m
m,, n, p chhe si incontrano a due a due
◗ Esercizi svolti
lti
◗ Esercizi
◗ Autovalutazione

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

◗ Saper distinguere il diverso compoortamento delle strutture


con carichi concentrati o ripartiti
◗ Saper rappresentare un vettore neel piano cartesiano
◗ Saper scomporre analiticamente
l e graficamente un vettore
secondo due o tre direzioni
◗ Saper riconoscere gli effetti di unaa forza
◗ Saper effettuare con metodi graficici e analitici
l le l operazioni con
le forze
◗ Saper costruire il poligono di con
onnessione
nnessione o poligono funicolare
in varie situazioni
◗ Saper scomporre le forze
8 unità 1

1.1 Le azioni sulle costruzioni e i vettori


1.1.1 Categorie delle strutture
La struttura è quella parte, più o meno complessa, di una classificazione basata sulle caratteristiche degli elementi che
costruzione, alla quale è affidato il compito di sostenere i la compongono, e precisamente:
carichi che su di essa vengono a gravare, trasmettendoli sul a) strutture in muratura tradizionale, caratterizzate da una
tereno tramite le fondazioni. continuità degli elementi portanti verticali sui quali si scari-
cano, appunto in modo continuo, gli elementi orizzontali;
La struttura di una costruzione è soggetta ad azioni che sono:
b) strutture a scheletro indipendente (acciaio e cemento ar-
■ azioni dirette, rappresentate dai carichi permanenti (peso
mato), caratterizzate da una discontinuità degli elementi por-
proprio della struttura, murature, pavimenti, impianti ecc.)
tanti verticali, per cui gli elementi orizzontali si scaricano solo
e dai carichi accidentali (arredi, persone che utilizzano la
su alcuni punti materializzati dai pilastri;
costruzione, macchinari ecc.);
■ azioni indirette (o deformazioni impresse), rappresentate
c) strutture prefabbricate a pannelli portanti e a ossatura,
dalla precompressione (particolare tecnica migliorativa che rispettivamente ricalcano in buona parte le caratteristiche
delle caratteristiche di resistenza di un elemento strutturale delle due precedenti, però impiegano processi costruttivi di
consistente nell’applicare all’elemento uno sforzo di com- tipo industriale, raggiungendo livelli di maggiore economia e
pressione definito), da variazioni termiche, dal ritiro ecc.; razionalità nella costruzione.
■ azioni di carattere fisico-chimico dovute al gelo, all’umi- Progettare una costruzione significa affrontare e risol-
dità, ad agenti aggressivi e nocivi. vere tutti i problemi inerenti il suo equilibrio, sia di ogni
L’organismo di una struttura può essere realizzato con diffe- elemento costruttivo che la costituisce sia nel loro insieme,
renti materiali, ma ai fini statici interessa principalmente una nei confronti delle azioni esterne, o carichi, agenti su di
essa, e ciò in ogni momento della sua vita e in ogni condi-
zione di fruibilità prevista.

La fase progettuale però non si esaurisce nella progettazione


della struttura nel suo insieme, ma si deve attuare attraverso
la progettazione di ogni elemento costruttivo che la compone.

▲ Costruzione con struttura in muratura tradizionale. ▲ Edificio con strutture prefabbricate.

1.1.2 Tipologia dei carichi agenti


I carichi che agiscono sulle costruzioni sono essenzialmente Al momento del calcolo tali carichi non possono essere noti
di tre tipi: i carichi permanenti propri, i carichi permanenti essendo la struttura ancora da dimensionare; tuttavia devono
portati e i carichi variabili. essere sempre inizialmente considerati, assumendo per essi
valori presunti, ricavabili con l’ausilio di tabelle, riportate
I carichi permanenti propri (che verranno indicati con g1) sui manuali tecnici, in funzione di alcune caratteristiche ge-
sono rappresentati dai pesi propri degli elementi strutturali, ometriche degli elementi da calcolare e dei carichi su di essi
quali pilastri, muri portanti, solai, volte ecc. [figg. 1 e 2]. gravanti.
1.1 Le azioni sulle costruzioni e i vettori 9

I carichi permanenti portati (che verranno indicati con g2) le persone e gli arredi in una casa di abitazione, in una scuola
sono rappresentati dai pesi che gravano in modo continuo o in un ufficio, i libri e le persone in una biblioteca o in un
su una struttura, ma non fanno parte di essa, quali pavimen- archivio, la spinta dell’acqua o della terra contro un muro.
tazioni, sottofondi isolanti, murature perimetrali e interne, Questi carichi possono anche essere dovuti ad azioni esterne
rivestimenti interni ed esterni ecc., oppure un solaio o un che possono manifestarsi saltuariamente, quali il vento contro
tetto gravante su una trave oggetto di calcolo. le superfici esterne e interne di una costruzione, la neve sopra
il tetto di un fabbricato, il sisma.
I carichi variabili (o accidentali) o sovraccarichi (che ver- Tutti i carichi vengono misurati in newton (N) o kilonewton (kN).
ranno indicati con q) variano a seconda dell’utilizzo della A esempio per i vari elementi strutturali costituenti il solaio i
costruzione. carichi permanenti portati risultano:
■ nel calcolo del solaio [fig. 1]: il pavimento, il sottofondo,
I carichi variabili possono essere a esempio i pesi di macchi- l’intonaco a soffitto, i divisori interni;
nari o di prodotti immagazzinati in un fabbricato industriale,
■ nel calcolo delle travi secondarie [fig. 2]: il pavimento su
CARICO letto di malta, il sottofondo, l’intonaco a soffitto, i divisori
PERMANENTE pavimento
interni, la soletta;
PORTATO letto di malta
sottofondo ■ nel calcolo delle travi principali [fig. 2]: il pavimento, il sot-
intonaco tofondo, l’intonaco a soffitto, i divisori interni, la soletta, le
travi secondarie.

pavimento
letto di malta
sottofondo

CARICO PERMANENTE travi secondarie


PROPRIO travi principali
solaio
(peso proprio) ◗ Fig. 1 soletta ◗ Fig. 2

1.1.3 Carichi variabili, concentrati, ripartiti


◗ Carichi variabili rezione o entrambe mutano nel tempo, variando in modo
ritmico e improvviso; carichi di questo tipo sono ad esempio
In relazione al loro comportamento i carichi accidentali pos-
gli automezzi e i convogli ferroviari in movimento, la folla
sono essere:
compatta con passo cadenzato in transito su viadotti e ponti,
a) carichi variabili statici [fig. 3]: quando raggiungono gra- le macchine utensili in azione e così via.
dualmente il loro valore finale e lo mantengono nel tempo;
sono tali per esempio l’arredo e le persone in una casa di abi- Non essendo possibile quantificare l’effetto dinamico di un
tazione o in un ufficio, la merce depositata in un magazzino, carico, se ne tiene conto incrementando il carico statico che
gli autoveicoli ricoverati in una rimessa, la folla in un locale; lo produce moltiplicandolo per un coefficiente Φ minore di 1:
in genere si assume Φ = 0,4 ÷ 0,5; a esempio se un autocarro
b) carichi variabili dinamici [fig. 4]: quando intensità o di-

AUTOMEZZO FERMO AUTOMEZZO IN MOVIMENTO

120 kN 120 kN + 120 kN ⋅ Φ

◗ Fig. 3 ◗ Fig. 4
10 unità 1 Vettori e forze

fermo ha un peso statico di 120 kN [fig. 3], l’effetto dinamico una superficie, quale può essere quella di un solaio; dimensio-
che produce quando è in movimento vale 120 ⋅ Φ, per cui il ca- nalmente sono rispettivamente espressi da un peso/lunghezza
rico effettivo totale che si assume ai fini del calcolo risulta e da un peso/superficie (N/m e N/m2 oppure kN/m e kN/m2).
120 + 120 ⋅ Φ [fig. 4]. I carichi ripartiti possono gravare sull’intero sviluppo lineare
o di superficie dell’elemento strutturale (su tutta la trave o su
◗ Carichi concentrati e ripartiti tutto il solaio) oppure solo su una parte di esso; possono inol-
tre essere ripartiti in modo uniforme oppure no.
Considerando le modalità di applicazione, i carichi possono
essere:
a) concentrati: quando agiscono su un punto della strut-
tura, praticamente su una superficie molto limitata, come
possono essere le basi di appoggio di una macchina utensile
[fig. 5], l’appoggio di una trave secondaria su una principale,
l’autoveicolo fermo [fig. 6] ecc.
I carichi concentrati vengono rappresentati sullo schema sta-
tico della struttura con vettori-forza applicati nei punti ove
agiscono. ◗ Fig. 6
Dimensionalmente sono espressi da un peso (N o kN);
b) ripartiti o distribuiti: quando agiscono su un elemento
◗ Fig. 5
strutturale lineare, come ad esempio su una trave, oppure su

1.1.4 Rappresentazione di carichi ripartiti


I carichi ripartiti vengono rappresentati convenzionalmente Nella figura 7, il carico p gravante su un travetto del solaio di
sullo schema statico con un diagramma, il cui grafico fornisce una casa di abitazione si considera uniformemente ripartito
visivamente il modo di variare del carico, e la sua ordinata, e il carico totale vale:
letta nella scala-forze assunta, fornisce l’entità del carico nel
____ 
[kN]
punto considerato; il vettore che rappresenta il carico ripar- P=p⋅l ⋅ [m] = [kN] oppure [N]
tito totale gravante sulla struttura ha un’intensità data dall’a- [m]
rea del diagramma relativo e si considera passante per il
baricentro di quest’ultimo; dimensionalmente è espresso da ■ La trave della figura 8 è gravata di un carico ripartito con
un peso (N o kN). variazione lineare rappresentato dal peso P del muro su di
essa realizzato e il relativo diagramma risulterà triangolare
■ Se il carico è ripartito uniforme [fig. 7], ed è il caso ad
come il muro; l’area del diagramma corrisponde al peso P
esempio del carico considerato in un fabbricato di abitazione, del muro e quindi si ha:
o in una scuola o negli uffici, il diagramma è costituito da

_________
 m

un rettangolo, per cui l’ordinata è costante in ogni punto. N__ ⋅ [m]
pmax ⋅ l
P = ______ = [N] oppure [kN]
2 2
2⋅P
da cui: pmax = ____
l

trave

trave
pmax (kN/m)

pmax ⋅ l
P= (kN)
P=p⋅l 2
p (kN/m)

0
l

l ◗ Fig. 7 ◗ Fig. 8
1.1 Le azioni sulle costruzioni e i vettori 11

■ Nel caso della figura 9, la trave è gravata del peso del muro bite dall’elemento strutturale sotto carico. Come esempio si
di forma trapezia, di quello del tetto e della neve con altezza immagini di depositare 10 sacchi di cemento del peso di 500 N
costante, per cui quando il carico è ripartito con forma ciascuno su una tavola da ponteggio appoggiata alle estremità
trapezia il carico ha una variazione lineare e il relativo dia- su due cavalletti: i sacchi possono essere disposti uno accanto
gramma è un trapezio, la cui area, che rappresenta il carico all’altro in più strati [fig. 10], oppure uno sopra l’altro nel
totale P gravante sulla trave, vale: mezzo della tavola [fig. 11]. In entrambi i casi il carico totale è
di 5000 N e su ogni cavalletto viene trasmesso un peso di

____m ⋅ [m] = [N]


 
N
__
2500 N, ma è facile intuire che nella prima situazione di ca-
pmax + pmin
P = _________ ⋅l oppure [kN] rico le tensioni nella tavola e la sua deformazione risultano
2 2 notevolmente minori e differenti che non nella seconda.
◗ Fig. 9 In mancanza di specifici accertamenti, da effettuare o meno a
giudizio del progettista strutturale, i pesi volumici (o dell’u-
nità di volume) dei materiali da assumere per la determina-
zione dei carichi permanenti, i pesi dei vari elementi
costruttivi e i carichi di esercizio devono essere assunti in
conformità a quanto riportato sulle Norme tecniche. L’argo-
mento verrà analizzato in dettaglio (vedi paragrafo 14.2).

trave
Non sempre è possibile so-
stituire l’intero carico ripar- p ⋅ l = 5000 N
tito con la forza concentrata P (kN)
pmin (kN/m)

pmax (kN/m)

che rappresenta il carico ri-


partito totale. l
Per un certo tipo di strutture, l
definite iperstatiche, ciò non ◗ Fig. 10
è mai consentito; nel caso invece di strutture definite isostati-
che ciò è consentito solo ai fini della determinazione dei cari-
chi trasmessi, ad esempio da una trave sui pilastri che la
sostengono; non è lecito invece ai fini del calcolo dello stato P = 5000 N
di sollecitazione al quale è soggetto il materiale e delle defor-
mazioni che si manifestano nella trave, né tantomeno ove si
vogliano determinare qualità e quantità delle deformazioni su- ◗ Fig. 11 l

1.1.5 Carichi dovuti ad agenti atmosferici e al sisma


Le Norme tecniche forniscono, salvo verifica, le azioni prodotte costruzione, perpendicolarmente a essi; le pressioni si consi-
dagli agenti atmosferici e dal sisma, a livello qualitativo e quan- derano positive e si esercitano dall’esterno all’interno della
titativo, le cui caratteristiche vengono qui di seguito accennate. costruzione, mentre le depressioni si reputano negative e di-
L’argomento sarà trattato in dettaglio nel seguito (vedi para- rette dall’interno all’esterno [fig. 12].
grafo 14.2).

◗ Neve
Il carico della neve viene determinato in funzione dell’altitu-
parete sopravvento

dine, dell’appartenenza della regione a una delle zone in cui


parete sottovento
(depressione −)
(pressione +)

è stata divisa l’Italia, dell’inclinazione del tetto e del tipo di


materiale di copertura.
vento
◗ Vento
L’azione del vento si considera statica, con direzione orizzon-
tale, e determina pressioni e depressioni sugli elementi della ◗ Fig. 12
12 unità 1 Vettori e forze

◗ Sisma
Le costruzioni da realizzare in zone dichiarate sismiche, con stico, strutturale e impiantistico, considerando inoltre l’im-
grado di sismicità diverso, sono soggette a una specifica nor- portante aspetto della riparazione di edifici danneggiati dal
mativa che ne considera tutti gli aspetti, geologico, urbani- sisma e ancora recuperabili.

Normativa di riferimento
Per la determinazione dei pesi di materiali gravanti sugli elementi strutturali e dei carichi di esercizio, variabili in funzione della destinazione
d’uso della costruzione, vengono di norma utilizzati valori forniti dalla normativa tecnica, che rappresentano valori minimi per cui il progettista
può anche incrementarli qualora lo ritenga necessario. Alcune volte, come nel caso di strutture industriali, di ricoveri per automezzi, di fabbri-
cati o parti di costruzioni adibite a depositi, magazzini, biblioteche, archivi e altri ancora, la quantificazione del carico di esercizio deve essere
fatta di volta in volta, in quanto può variare in modo considerevole, anche con uguali destinazioni d’uso. Si pensi infatti, per esempio, a un
magazzino; si possono immagazzinare lastre di polistirolo oppure materiali metallici o prodotti cartacei: è in ogni caso un magazzino, ma il
peso che viene a gravare su ogni metro quadrato è ben differente. Analogamente, nel caso di una biblioteca o di un archivio.
La normativa attualmente in vigore è contenuta nel D.M. Infrastrutture 14 gennaio 2008 - Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni e
relative Istruzioni per l’applicazione delle N.T.C. (circolare C.S.LL.PP. 617) 2 febbraio 2009. Questa norma riporta i valori minimi da adot-
tare per carichi permanenti e per sovraccarichi di esercizio, per i pesi propri dei materiali, per il carico neve, per l’azione del vento, per le variazioni
termiche e le prescrizioni per le costruzioni in zone sismiche. Un maggior dettaglio della normativa in vigore è riportato nell’Unità 14.

1.1.6 Grandezze scalari e grandezze vettoriali


Si chiamano grandezze scalari (o semplicemente scalari) noti direzione, modulo e verso e viene detto vettore libero; è
alcune grandezze considerate in fisica e in meccanica com- geometricamente rappresentato da un segmento orientato.
pletamente definite da un numero, positivo o negativo, con o Quando, oltre alla direzione, al modulo e al verso, è necessa-
senza dimensione. Si dicono scalari in quanto possono es- rio considerare il suo punto di applicazione, il vettore viene
sere ordinate secondo una scala decrescente o crescente. detto vettore applicato.
Un vettore viene indicato con una lettera maiuscola corsiva
Sono, per esempio, grandezze scalari la temperatura, il lavoro, sopralineata con una freccia o con il neretto corsivo:
l’altitudine, la carica elettrica, il calore specifico e altre ancora. :
A, A
Sono dette grandezze vettoriali (o semplicemente vet- :
Un vettore indicato con − U è un vettore avente la stessa di-
tori), se il solo numero non è sufficiente a determinarle e :
rezione e lo stesso modulo del vettore U , ma verso contrario.
possono essere definite solo da più elementi, e precisa- :
La lunghezza di un vettore U non nullo, cioè il suo modulo,
mente [fig. 13]: viene indicata con:
■ una direzione;
:
■ un numero, detto modulo o intensità; ⏐U ⏐
■ un verso.
Si definisce versore un vettore con modulo unitario, cioè
La direzione è rappresentata da una retta comunque posizio- uguale a 1, e viene indicato con una lettera minuscola cor-
nata nel piano o nello spazio, che si può considerare come siva sopralineata con la freccia, per esempio :
v.
linea di azione del vettore.
Il modulo o intensità è rappresentato geometricamente dalla Il versore quindi individua soltanto la direzione e il verso.
lunghezza del segmento appartenente alla linea di azione; il Vengono definiti versori fondamentali i tre vettori unitari
modulo risulta definito quando il numero che lo rappresenta è che definiscono la direzione e il verso degli assi cartesiani
seguito dall’unità di misura relativa alla propria dimensione e ortogonali nello spazio e vengono così definiti:
:
quindi è una grandezza scalare. i = versore dell’asse x
Il verso è rappresentato da una freccia. :
j = versore dell’asse y
:
modulo k = versore dell’asse z

Un vettore non nullo viene detto parallelo o perpendico-


◗ Fig. 13 direzione verso
lare a una retta o a un piano quando il segmento che lo
rappresenta è rispettivamente parallelo o perpendicolare alla
Sono per esempio grandezze vettoriali la velocità, la forza,
retta o al piano. Due vettori si dicono uguali quando hanno
l’accelerazione ecc.
lo stesso modulo, la stessa direzione e il medesimo verso.
Un vettore risulta quindi perfettamente definito quando sono
1.1 Le azioni sulle costruzioni e i vettori 13

Approfondimenti
Rappresentazione cartesiana di un vettore
1.1.7 Vettori
: :
◗ Proiezione di un vettore U su una retta Note le componenti cartesiane del vettore U , l’angolo da que-
(o su un piano) sto formato con l’orizzontale in generale risulta:
:
: : U
Si consideri il vettore U con modulo⏐U ⏐e si voglia ottenere α = arctg ___
:
y

la sua proiezione normale su una retta a [fig. 14]. Ux


Il segno dell’arctg può essere positivo o negativo, e quindi si

hanno due angoli α che differiscono di 180° [fig. 16]; per sa-
U
B pere in quale quadrante è compreso l’angolo è necessario
: :
considerare il segno di Ux e di Uy;
:
α Uy
indicando con α l’angolo ottenuto da arctg ___
: , l’angolo α

◗ Fig. 14 A Ua C a Ux
formato dal vettore può essere ricavato dalla tabella 1.
Indicando con α l’angolo formato dalla direzione
:
del vettore
II I
con la retta a, la misura della proiezione Ua, cioè il modulo di ➝ y ➝
Uy = + Uy = +
quest’ultima, è data dal prodotto: ➝ ➝
: : Ux = − Ux = +
⏐Ua⏐=⏐U ⏐⋅ cos α

dove il termine cos α rappresenta il coseno direttore: formato ➝ U
Uy
dalla direzione del vettore con la retta a, mentre Ua è detta
:
α
componente normale di U secondo la retta a.
:
Considerando il vettore U appartenente al piano xy [fig. 15], le O ➝ x
Ux
componenti normali risultano:

−U
: :
⏐Ux⏐=⏐U ⏐⋅ cos αx III IV
[1] ➝ ➝
: : Uy = − Uy = −
⏐Uy⏐=⏐U ⏐⋅ cos αy ➝ ➝
Ux = − Ux = + ◗ Fig. 16
mentre graficamente si ottengono costruendo il parallelo- Tabella 1
:
gramma [fig. 15] avente per diagonale il vettore U . : :
Uy Ux Quadrante Angolo


+ + I α = α′
➝ U
Uy αy + − II α = 180° − α′
αx − − III α = 180° + α′

◗ Fig. 15 Ux − + IV α = 180° − α′

Approfondimenti
:
Momento di un vettore U
1.1.8 Composizione di vettori: somma e differenza
Comporre due o più vettori vuol dire effettuare la loro somma y ➝
o la loro differenza. Vx B
➝ ➝
: : Vy V β α x
Sommare due vettori U e V significa determinare la loro ➝
: A
risultante R che viene fornita graficamente dalla diago- Rs ➝y

U −R S
nale del parallelogramma avente per lati i segmenti che ➝ ➝x
−Uy C
rappresentano i due vettori [fig. 17a], o anche dal lato di RS

chiusura della poligonale 0-1-2 ottenuta disponendo i due Ux
vettori uno di seguito all’altro [fig. 17b].
a) ➝
Rs
Tenendo conto dei segni delle componenti cartesiane, analiti-
: ➝
camente le componenti del vettore somma R S risultano: U

: : : : : : V
R Sx = Ux + Vx R Sy = Uy + Vy ◗ Fig. 17 b)
14 unità 1 Vettori e forze

:
: :
Per eseguire la differenza fra i due vettori U e V , è suffi- ossia le componenti normali di R (Rx e Ry)si ottengono come
ciente sommare al primo il secondo cambiato di verso [fig. 18]. somma delle rispettive componenti normali degli n vettori
:
addendi e il modulo della risultante R risulta:
Analiticamente in modo:analogo si ottengono le componenti __________
: : :
del vettore differenza R D [fig. 19]: ⏐R ⏐= √⏐R x⏐2 +⏐R y⏐2
: : : : : :
R Dx = Ux − Vx R Dy = Uy − Vy

Risulta quindi evidente che la composizione dei vettori non si


◗ Prodotto vettoriale (o prodotto esterno)
: :
ottiene effettuando la somma algebrica dei rispettivi moduli. Dati due vettori U e V , il loro prodotto vettoriale si indica
: : : :

y
con il simbolo U ∧ V (e si legge U vettore V ) e risulta:
: : :

V
T =U∧V

−Vx O
➝ ➝ x ➝ Il risultato è ancora un vettore definito dalle seguenti caratte-
−Vy −V ➝ −V

β U −U y ristiche:
➝ ➝
RD RD ■ il modulo è dato dal prodotto:
: :
➝ ⏐U ⏐⋅⏐V ⏐⋅ sen α
U
essendo α l’angolo formato dai due vettori;
◗ Fig. 18 ■ la direzione è perpendicolare al piano individuato dai due
: :
vettori U e V ;
Si può dimostrare che:
■ il verso è tale che un osservatore posto lungo OC [fig. 20] con
:
■ modulo del vettore somma la testa in C debba far ruotare il primo vettore U in senso
:
__________________ antiorario per sovrapporlo al vettore V , compiendo una ro-
: : : : :
R S = √U 2 + V 2 + 2 ⋅ U ⋅ V ⋅ cos β [2] tazione antioraria compresa fra 0 e π.
: :
■ modulo del vettore differenza Se i due vettori U e V sono paralleli, il loro prodotto vetto-
:
___________________
: : : :
riale è nullo in quanto α = 0 e quindi sen α = 0.
R D = √ U 2 + V 2 − 2 ⋅ U ⋅ V ⋅ cos β [3] Il prodotto vettoriale presenta inoltre le seguenti caratteristiche:
a) non gode della proprietà associativa;
Tali relazioni sono valide per qualunque valore di β.
b) non gode della proprietà commutativa, ma il suo risultato
: : :
Considerando tre vettori complanari T , U , V [fig. 19], la loro cambia di segno invertendo l’ordine dei fattori, ossia:
: : : :
somma è rappresentata graficamente dalla risultante orientata
:
U ∧ V = − (V ∧ U )
R = 0-3 di chiusura della poligonale.
Analiticamente tale risultante è definita dalle sue componenti Infatti,
: :
tenendo presente quanto detto:
sul:verso, il prodotto
: :
cartesiane ⏐R x⏐ed⏐R y⏐, che sono date da: U ∧ V ha verso opposto al prodotto V ∧ U .
Il modulo del vettore risultante dal prodotto vettoriale di due
: :
: : : : : n : vettori U e V [fig. 20] è anche dato dalla somma dei prodotti
⏐R x⏐=⏐T x⏐+⏐Ux⏐+⏐Vx⏐ ⏐R x⏐= Σ ⏐Uii,x,x⏐
e quindi
i=1
[4] delle relative componenti normali, ossia:
: : : : : n : : : : : : :
⏐R y⏐=⏐T y⏐−⏐Uy⏐−⏐Vy⏐ ⏐R y⏐= Σ
i=1
⏐Uii,y,y⏐ ⏐U ∧ V ⏐= −⏐U y⏐⋅⏐V x⏐+⏐U x⏐⋅⏐V y⏐ [5]

y ➝ ➝
Tx 1 Ux
➝ B

U Uy

Vx ➝
2 T
➝ ➝ ➝ ➝ ➝
Ty T V Vy V
➝ ➝ ➝
3 U U∧V

R

Ry
➝ α
➝ V
O Rx O ➝
U
x

◗ Fig. 19 ◗ Fig. 20 A
1.1 Le azioni sulle costruzioni e i vettori 15

Esercizi svolti
ESERC
CI
IZI SVOLTI

ESERCIZI SVOLTI
: :
Calcolare graficamente e analiticamente le componenti cartesiane dei vettori U = 12 N e V = 8 N che formano con
1 l’orizzontale gli angoli α1 = 65° e α 2 = 335°, applicati rispettivamente nei punti A  (3, 1) e B  (2, − 4).
: y
Vettore U
: :
Ux = U ⋅ cos α1 = 12 × cos 65° ≈ + 5,07 N
: :
Uy = U ⋅ sen α1 = 12 × sen 65° ≈ + 10,88 N ➝

U
:
Uy
Vettore V
: :
V x = V ⋅ cos α 2 = 8 × cos 335° ≈ + 7,25 N
: : α1
V y = V ⋅ sen α2 = 8 × sen 335° ≈ − 3,38 N 1 ➝
A Ux
Graficamente i due vettori vengono scomposti secondo due
O 2 3 x
direzioni parallele agli assi cartesiani.

B α2 ➝
Vx
−4

➝ V
− Vy
1 cm = 3 N

: :
Dati i due vettori U = 12 N e V = 7 N che formano rispettivamente con l’orizzontale gli angoli α1 = 70° e α 2 = 15°,
2 : : :
determinare graficamente e analiticamente le componenti cartesiane e i moduli dei vettori somma R S = U + V e dif-
: : :
ferenza R D = U − V .

Procedimento grafico Analogamente si procede per il vettore differenza, ricordando


Per il punto O di intersezione dei due vettori vengono trac- che la differenza dei due vettori si ottiene sommando il primo,
: :
ciati gli assi cartesiani, assumendo l’asse x orizzontale; quindi cioè Ux, al secondo cambiato di verso, cioè − V x.
: : :
si procede alla scomposizione dei vettori secondo le direzioni R Dx = Ux − V x = + 4,10 − 6,76 = − 2,66 N
parallele agli assi. : : :
R Dy = Uy − V y = + 11,28 − 1,81 = + 9,47 N
Tramite la regola del parallelogramma costruito con i vettori
: : : _________ _________
U e V si ottiene il vettore somma RS. : : :
: : R D = √(R Dx )2 + (R Dy )2 = √2,662 + 9,472 ≈ 9,84 N
Si cambia quindi segno al vettore V che diventa − V e compo-
: :
nendolo con il vettore U si determina il vettore differenza RD.
y
Procedimento analitico ➝
Ux
Vengono :
dapprima
:
calcolate le componenti cartesiane dei
vettori U e V .
: :
Ux = U ⋅ cos α1 = 12 × cos 70° ≈ + 4,10 N
: :
Uy = U ⋅ sen α1 = 12 × sen 70° ≈ + 11,28 N
: : ➝ ➝ ➝
V x = V ⋅ cos α 2 = 7 × cos 15° ≈ + 6,76 N Uy U RS
: :
V y = V ⋅ sen α2 = 7 × sen 15° ≈ + 1,81 N ➝
RD
Le componenti cartesiane del vettore somma risultano:
: : :
R Sx = Ux + V x = 4,10 + 6,76 = + 10,86 N ➝ A
: : : α1 V ➝
R = Uy + V y = 11,28 + 1,81 = + 13,09 N
y
S

− Vx α2
Vy
O ➝ x

e il suo modulo vale: − Vy Vx
_________ ___________ −V

: : :
R S = √(R Sx)2 + (R Sy)2 = √10,862 + 13,092 ≈ + 17,01 N Av 1 cm = 2 N
16 unità 1 Vettori e forze

Carichi 5 Calcolare analiticamente e graficamente con:la costru-


: :
1 Su una trave con luce l = 4,00 m grava il carico distri- zione del parallelogramma i vettori somma R S = V + U
: : : :
buito uniforme totale P = 110 kN; determinare il carico e differenza RD = V − U dei vettori componenti V = 8 N
:
q su ogni metro. e U = 3 N, inclinati sull’orizzontale degli angoli
[ q = 27,50 kN/m] α1 = 120° e α 2 = 330°.
y
2 Calcolare il carico totale P relativo al carico distribuito

con diagramma triangolare di ordinata massima U α1
qmax = 30 kN/m. ➝
α 2O RS x

pmax

V

4,50
: :
[Q = 67,50 kN] [R S ≈ 5,61 N; R D ≈ 10,70 N]

3 Determinare il carico totale P relativo al carico distri- 6 Calcolare


:
il vettore somma dei due vettori consecutivi
:
buito con diagramma trapezoidale di ordinate estreme U = 4 N e V = 7 N che formano rispettivamente gli
qmax = 42 kN/m e qmin = 14 kN/m. angoli α1 = 335° e α 2 = 75° con l’orizzontale; determi-
nare inoltre l’angolo β‚ formato dal vettore somma con
l’orizzontale.
Q max
y
Q min

RS

3,80 α1 V
β

[Q = 106,40 kN] O
➝ α2 x
U

:
Vettori [R S ≈ 7,44 N; β ≈ 42°,98]
4 Calcolare
:
analiticamente
:
le
:
componenti cartesiane dei
vettori T = 4 N, U = 9 N, V = 7 N che formano con l’o- 7 Calcolare le componenti
:
cartesiane
:
del: vettore somma
rizzontale rispettivamente gli angoli α1 = 220°, α 2 = 90°, relativo ai vettori T = 5 N, U = 7 N, V = 3 N che for-
α3 = 27°. mano con l’orizzontale gli angoli α1 = 65°, α 2 = 20°,
α 3 = 120°, e l’angolo β che il vettore somma forma con
y
l’asse x.
y

U

V
VY

➝ ➝
V α2 RS α3
α3 ➝
α1 U
UY

O x

➝ α2
RS
➝y


T
TY

: :
[T x ≈ − 3,06 N; T y ≈ − 2,57 N; α1
: :
Ux = 0; Uy ≈ + 9 N; β
: :
V x ≈ + 6,24 N; V y ≈ + 3,18 N] O ➝
TX

UX
x

➝x ➝
RS −VX

: :
[R Sx = + 7,19 N; R Sy = + 9,52 N; β ≈ 52°,94]

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