In Bartok troviamo una commistione di elementi diatonici e cromatici.
E se i primi sono attinti dal
patrimonio folklorico, i secondi in genere si organizzano secondo una logica rigorosamente imperniate d'indole tonale. Si pu affermare che le semplici trascrizioni di melodie e danze contadine possono indviduare la chiave di volta del mondo bartokiano, dove si ordinano liberamente molteplici fattori musicali: quello melodico, costituito dal modalismo, includente per varie interpolaizoni cromatiche; quello della ''variazione'', per cui da una cellula tematica rpoliferano gli elemteni del discorso, che d origine anche all'elaborazione contrappuntistica nonch a procedimenti imitativi, quasi sempre a ''canone''. L'accordo bartokiano assume parecchi compit: timbrici, ritmico-percussivi, di sostegno. Ci diretta conseguenza di una libert nell'organizzazione dello spazio sonoro. Possiamo trovare quindi tetracordi, scale pentafoniche ed esafonice, modo di 8 suoni, scala ''custica'', moduli armonici tradizionali abbinati a ordini melodici modali. Tra gli intervalli pi tipici del ''melos'' bartokiano troviamo comunque la quarta giusta discendente, il tritono e la terza bimodale, ossia una terza oscillante tra l'intervallo maggiore e minore, sovrapposizione di settime diminuite, sovrapposizioni di triadi. Ll'esaurimento del totale cromatico altre volte ottenuto mediante con la simultaneit di 2 scale esatonali, che non la divisione per semitoni, oppure con il ciclo delle quinte. Il ciclo si biforca in 2 piani sonori paralleli che compiono 2 parabole opposte, dove troviamo il centro tonale come asse e la tangente la sua quinta diminuita, sulla quale sbocca il climax dell'intero brano che da quel punto defliuisceverso il centro tonale riproponendo