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Le Supplici sono seguite dagli Egizi e l'unica che non uccide il marito dopo la

prima notte di nozze Ipermnestra.

Danaidi--- viene celebrato l'eros in quanto legge di natura e violarlo ubris.

Pelasgo e Agamennone sono accomunati dal dubbio, dall'essere davanti ad


una scelta: rifiutare le Danaidi lasciando che loro si impicchino o accettarle
scatenando una guerra VS uccidere la figlia o suscitare la ribellione
dell'esercito.

"Non esiste nessuna soluzione che non sia dolorosa", angoscia della scelta
qualunque essa sia. Agamennone fa una scelta da guerriero, uccide sua figlia
ma con un eccesso (la fa imbavagliare e scannare come una capra) che
ricordato come esempio di ubris.

(Eteocle decide di combattere contro Polinice dicendo che cos vuole il dio ma
in realt lui che l'ha scelto).

AGAMENNONE- ETEOCLE- PELASGO (l'unico che agisce mosso dalla pietas)---


tutti e tre compiono scelte dolorose.

Ogni azione umana mossa dal LIBERO ARBITRIO--- Eteocle sceglie da solo di
combattere proprio contro Polinice.

Tre cori in cui la tragedia greca descrive il travaglio del libero arbitrio a
testimonianza che quando si capi si devono prendere decisioni difficili.

Il coro greco un tramite fra due attori o si rivolge alla platea. Nelle
"Supplici" invece il coro proprio il protagonista e le donne sono portatrici di
una verit dirompente, non sono commentatrici. Quindi dove presente il
coro greco? Nelle parole di Danao, personaggio "inutile", puramente di
raccordo (non interviene nemmeno nei due dibattiti pi importanti, con
Pelasgo e l'araldo ma dice solo ovviet).
Parallelamente con le "Supplici" possiamo parlare della "Turandot" di Puccini,
il pi violento rifiuto dell'eros dopo la tragedia di Eschilo appena nominata.

Si tratta di una regine esotica che non vuole sposarsi e per questo motivo
pone tre enigmi ai pretendenti ed uccide chi non li risolve--- REGINA
ASSASSINA.

"Turandot"--- Carlo Gozzi, autore di "favole teatrali" scrisse la "Turandot" (che


rivendica la libert di non sposarsi) a met del XVIII secolo.

Adami dalla Turandot di Gozzi musica quella di Puccini.

La "Turandot" di Gozzi molto pi sanguinaria di quella di Puccini (1925).

Un elemento in comune con le "Supplici" l'evocazione la parte sanguinaria


visibile nell'evocazione dell'antenata Io (ha subito uno stupro).

Nell'aria d'entrata Turandot non volendo essere sottomessa a nessun maschio


e rifiutando l'eros disprezza il matrimonio. Nonostante le premesse iniziali si
innamora di Calaf, un principe che risolve tutti e tre gli enigmi posti dalla
donna e che le dice che rinuncer alla vittoria se lei indoviner il suo nome.
Puccini non complet l'opera. Essa si incaglia nella parte dell'innamoramento:
come fa una vergine anonima a diventare una donna innamorata?

Anche Ipermnestra si trasforma come Turandot innamorandosi del marito e


non uccidendolo.

Il teatro antico va dal V sec. a. C. al I sec. d. C.

II sec. 476-1492---"millennio medievale";

1492-oggi--- teatro moderno

Plauto e Seneca sono i due grandi tramiti in cui rinasce il teatro.

1510, Ariosto: "Cassaria", prima commedia in volgare.


Machiavelli, di cui ricordiamo il capolavoro "La Mandragola" scrive la "Clizia"
sulla base della "Casina" di Plauto.

Prima fase--- rappresentate in latino;

Seconda fase--- tradotte in volgare;

Terza fase--- La Mandragola, produzioni;

Teatro elisabettiano, Spagna, Francia--- rinascita del teatro tra il 1500 e il


1600.

All'inizio Shakespeare ricalca esattamente la commedia plautina: "Tito


Andronico" (tragedia), "Commedy of errors" (commedia)--- "Menaechmi" di
Plauto.

Fenomeno di fine '800: IMITATIO.

Prima Seneca e Plauto e poi vengono editi tra fine '400 e inizio '500 i tre
tragici greci in quest'ordine: Euripide, Sofocle, Eschilo.

Legge del teatro non scritta: quando c' il grande teatro mancano gli edifici
teatrali.

Il teatro romano era aperto ma avevano creato il VELARIUM per riparare gli
spettatori dalla pioggia ma pi spesso dal sole.

STRUTTURA TRIPARTITA--- cavea- scaena- orchestra.


Il teatro di corte (teatro colto, diverso dal teatro della commedia dell'arte)---
andava in scena nei grandi palazzi affrescati dei signori, non a teatro.

"Olimpico" di Vicenza fatto dal Polladio--- primo edificio teatrale regolare


italiano del '500 (fine 1500).

Globe Teathre (1598-1599)--- completamente in legno, gli spettatori stavano


in piedi, la scena era su due file.

Teatro settecentesco--- palchi laterali, scena coperta, platea.

La musica ha preso il posto dello stasimo del teatro antico.

Antigone---442/0 a.C.

Sofocle era gi attivo da un decennio quando fu rappresentata.

Tragedie di Sofocle: ANTIGONE- AIACE- EDIPO RE- EDIPO A COLONO-


TRACHINIE-FILOTTETE-ELETTRA.

Sofocle esalta fortemente un protagonista centrale, sottoposto ad un "assedio


da parte di tutti". Nonostante questo il personaggio protagonista non cambia
idea, non cede.

Gli altri personaggi in Sofocle sono costruiti in moto "chiaroscurale" per


mettere in luce il/la protagonista.

Sofocle ebbe una vita lunga, ebbe successo, visse 90 anni, fu eletto stratega,
fu amico di Pericle ed Erodoto ed un chiaro connubio tra uomo di spettacolo
e uomo politico.
E' il primo tragico che, pi di tutti ha cantato la violenza del dolore e
dell'angoscia (parla di una violenza del dolore sia fisica sia psicologica).

Sofocle amato quando Euripide verr avversato. Strazio dell'esistenza


rappresentato da Sofocle.

PROLOGO

Esso in MEDIAS RES e dialogato da Antigone e Ismene.

Il teatro greco tutto al di fuori, Antigone dice alla sorella:"Ti ho condotta


fuori".

Sono presenti 10 negazioni in 9 versi, Antigone la ragazza che "dice di no".


(ATER vuol dire "senza", altra negazione).

All'inizio vi un incalzare di domande ansiose di Antigone.

Ismene rappresenta l'umanit comune, ignara di tutto, la ragazza non ha un


temperamento eroico ed incapace di azioni di ribellione.

Antigone rifiuta Ismene all'inizio e la rifiuter per tutta la tragedia;


un'EROINA ASSOLUTA.

Il prologo dell'Antigone carico di elementi di lutto. La protagonista assoluta,


Antigone, chiede a Ismene se si vuole ribellare con lei.

Ismene, emblema di un'umanit pi dolente, non ne ha il coraggio e cerca di


dissuadere la sorella.
Il dialogo incalzante.

PARODO

Entra poi il coro dei vecchi tebani, che esaltano la vittoria appena ottenuta.

Il prologo angoscioso, la parodo trionfale. L'attenzione dello spettatore


non pu concentrarsi sempre sullo stesso livello e Sofocle tiene conto della
necessit di variare la dinamica del testo per non annoiare lo spettatore.

I EPISODIO--- Dialogo fra Creonte e un messaggero (il coro freddo ma


remissivo);

I STASIMO--- "Molte cose sono terribili..." (Magnificenza dell'uomo);

II EPISODIO--- Creonte- Antigone;

III EPISODIO--- Creonte- Emone;

IV EPISODIO--- Creonte- Antigone;

V EPISODIO--- Creonte- Tiresia;

La protagonista femminile esce a met della tragedia (parallelamente accade


lo stesso per quanto riguarda la tragedia "Fedra" con il personaggio di
Ipollito). Creonte ha pi battute ma la vera protagonista Antigone.

Antigone un simbolo di ribellione che travalica i secoli.

Creonte, gonfio di un potere acquisito, emana il bando.

SECONDO EPISODIO

La guardia rientra e mentre lei parla con il sovrano Antigone rimane in


silenzio per tutto il tempo, con gli occhi a terra.

La fanciulla poi parler con un po' di ironia.

V.450--- La parola chiave di Antigone il "no".

Il suo un "silenzio-sfida", che si carica della motivazione per la quale ha


trasgredito il bando.

Antigone dice che le leggi sono state scritte da un provvisorio potere politico
e che lei vorrebbe obbedire alle sue di leggi.

Tutto questo spinge la giovane figlia di Edipo a tragredire la volont del re.

"LE LEGGI DI ADE SONO UGUALI PER ENTRAMBI I FRATELLI".

S.Weil "Grecia e istituzioni precristiane".

DIRITTI DEL SINGOLO VS SOPRAFFAZIONE DELLO STATO.

Jean Omdhuile--- mette in scena Creonte che ha le sue ragioni perch


rappresenta le leggi dello stato.

IRRITABILITA', ARROGANZA, MASCHILISMO, COLLERA, AUTORITARISMO sono


le principali caratteristiche del sovrano. Creonte aveva un potere appena
acquisito per questo sia tende ad essere pi autoritario sia eccede nella
durezza contro Antigone.

Egli ritiene che le sue leggi siano inviolabili e per questo il conflitto non
diventa pi tra leggi scritte e leggi non scritte.

Aristotele, nella "Politica" , parla di leggi scritte (KOINON---comune a tutti), e


leggi private (ISION) della propria coscienza. Egli cita Antigone e da questo
punto in avanti "Antigone" stato visto come uno scontro tra leggi scritte e
non scritte e non come Creonte che deve affermare la sua autorit per
consolidare il suo potere.

Diritto naturale vs diritto positivo (nel XVII secolo).

Creonte non difende la legge scritta ma se stesso, il suo potere.

Non c' mai un incontro tra Antigone ed Emone e questa una caratteristica
del teatro sofocleo (anche nelle "Trachinie", Eracle e Deianira non si
incontrano mai). Un probabile incontro avrebbe tolto ad Antigone
l'assolutezza che la contraddistingue e lei sarebbe stata meno sola, meno
assoluta.
Le tragedie che hanno il protagonista femminile hanno anche il coro
femminile. "Antigone" l'eccezione perch se avesse avuto un coro di
femmine sarebbe stata meno sola e meno isolata mentre Sofocle crea
personaggi unici, totali, soli e li costruisce strutturalmente cos.

Sofocle fa di Antigone una creatura di luce:" Sono nata per amare, non per
odiare" e tutta la tragedia deve essere finalizzata a questa idea di
personaggio.

Creonte, quando ordina di chiudere Antigone viva in una caverna, inaugura


l'istituzione della prigionia.

ANTIGONE

Prima parte---rovina progressiva di Antigone;

Seconda parte--- rovina progressiva di Creonte;

Cerniera--- parte centrale scontro padre-figlio (tra Emone e Creonte)----


problema dello scontro generazionale.

TERZO EPISODIO

Nella prima parte di questo scontro sembra che ci si auna sorta di incontro,
c' un avvio pacato perch entrambi i personaggi pensano che l'uno dia
ragione all'altro e viceversa. Poi vi lo scontro che vede il potere di Creonte
contro l'assedio argomentativo di Antigone, Ismene, Emone e Tiresia che per
non lo smuove.

Nel terzo episodio vi subito un discorso filato di Creonte e poi prende parola
Emone che riporta al padre come la citt compianga la fanciulla. Al verso 727
inizia la collera di Creonte mentre la motivazione tirannica e l'argomento "IO
SONO IL RE" evidente al verso 734.

Emone parla anche del lsottointeso orgoglio delle citt greche di essere
democratiche (nonostante ci sia uno che ponga le leggi).

Per tre volte Creonte fa la stessa accusa ad Emone: "SEI SCHIAVO DI UNA
DONNA". Queste non sono argomentazioni perch Creonte, non avendo
valide risposte alle domande del figlio, passa ad insultarlo.

Per tre volte Emone fa un discorso altissimo politico e lo accusa di andare


contro gli dei.

Da una parte abbiamo quindi l'opinione della citt riportata da Emone,


dall'altra l'insulto come risposta per evitare il dialogo.

Per tutta la tragedia Creonte e Antigone sono sotto assedio affinch cambino
idea (il re la cambia troppo tardi, la giovane figlia di Edipo preferisce morire
piuttosto che cambiarla);

Al verso 773 c' una sorta di istituzione di quello che noi chiamiamo CARCERE
che non esisteva nel mondo greco.

Antigone fondamentale per il STATIONEM DRAMA (BRECHT)---ogni stazione


pu "stare da sola" e non fondamentale per la comprensione degli altri
episodi.

La parte debole delle stazioni il quarto episodio (anche in Shakespeare)


dove Antigone si reca a morire e il coro non la consola.

QUINTO EPISODIO

Immediatamente dopo entra Tiresia che, nonostante insista molto, non


ottiene nulla da Creonte.

Tiresia non porta nuovi argomenti ma avanza timori o minacce. Nella tragedia
Creonte, il protagonista, mostra il suo essere VUOTO.

Ismene il personaggio indeciso ma che mostra un grande amore fraterno.

Emone invece si "lancia" in una grande difesa ad Antigone e non cita mai
per l'argomento erotico. Alla fine del terzo oepisodio vi la pi grande
celebrazione della bellezza e della forza di Eros (il possesso di Eros genera
follia). Questo canto ricorda la passione fra Antigone e Emone astraendola.
Nel teatro greco non c' MAI una dichiarazione d'amore (si dice "Eros mi
possiede" e non "io ti amo"--- il movente l'amore ma non viene chiamato
cos).

ESODO

Entra in scena un messaggero che davanti ad Euridice racconta gli ultimi


momenti di Antigone ed Emone. (Infatti dopo che uscito Tiresia e che il coro
ha ricordato al sovrano che mai l'indovino aveva profetizzato il falso, Creonte
si rende conto che solo e rapidissimamente muta la sua decisione,
decidendo di liberare Antigone con una sfumatura di autoritarismo).

V.112 "tous kazestosas nomous" sono le leggi che esistono gi, sono quelle di
Antigone e quelle NON SCRITTE. Per un attimo Creonte compone il dissidio
dicendo che teme che bisogna rispettare le leggi non scritte degli dei.

Il messaggero continua il racconto di quando Creonte va a seppellire Polinice


e poi si reca alla grotta di Antigone. L assiste ad uno spettacolo atroce:
Emone che vede che la fanciulla da lui amata si suicidata, si mette in
ginocchio, piange e l'abbraccia e si suicida (forse prima tenta di colpire il
padre con la spada ma Creonte riesce a sfuggire al colpo). Questa scena
evoca "Romeo e Giulietta" perch in entrambi i casi i due amanti giacciono
morti abbracciati.

Euridice, ascoltando la morte dei due, se ne va inorridita e nessuno la ferma.


Ad un certo punto non sentendo rumori provenienti dalla casa si scopre che la
donna si suicidata.

Nel mondo greco non esiste la coscienza e quindi non i pu parlare di leggi di
coscienza ma di conflitto fra due "mondi".

Ai tempi di Brecht Antigone stata bandiera contro il nazismo.

Per SIMONE wEIL antigone simbolo del Cristianesimo.

Negli anni '60 Antigone viene messa in scena come personaggio che si ribella
al sistema (prima del 1968).

Negli anni '90 diventa sinonimo dei diritti umani e nascono associazioni per i
diritti umani dei carcerati, degli emarginati politici, ecc...

BACCANTI (405 a.C.)--- anno della caduta di Atene nella Guerra del
Peloponneso e delle "Rane" di Aristofane.

Le "Baccanti" sono state soprannominate il "rompicapo" perch la tragedia


pi complessa e ambigua di Euripide.

PROLOGO

Viene raccontato del ritorno di Dioniso a Tebe e il passaggio dall'Asia Minore a


Tebe (Medea invece passa dall'Asia Minore a Corinto).

Dioniso, qui nel prologo, afferma che torna per vedere la tomba della madre
Semele (che ha generato Dioniso unendosi con Zeus anche se le due sorelle
del dio Bacco, Agave e Ino, non lo riconoscono come figlio del capo
dell'Olimpo).

Per il fatto che Dioniso non sia riconosciuto come dio e come figlio di Zeus
Bacco stesso vuole mettere in atto una vendetta.

PROLOGO

Vine evocato il viaggio, geografia extra-scenica.

Traduzione di Edoardo Sanguineti del 1968 (anno di protesta che parte dai
giovani e poi viene supportata dai lavoratori)--- il teatro genovese fu il primo
ad indicare la componente di ribellione con una rappresentazione delle
"Baccanti". Per la prima volta in teatro il coro era composto da una decina di
donne di colore e con questo si voleva affermare che forze orientali e del sud
venivano a premere contro la Grecia che rappresentava la societ.

Dioniso ha creato un secondo gruppo di Baccanti tebane, donne invasate dal


dio che lasciavano le loro case e si ritiravano sui monti per seguire il dio e il
nuovo culto.

In epoca tardo-medioevale i Cristiani crearono un CENTONE, un opera di


100/200 versi tutti tratti dalle "Baccanti" (in partoclar modo i primi versi in cui
Dioniso afferma di essere un dio) per formare un CHRISTUS PATIENS.

Un quesito fondamentale il seguente: CHI E' DIONISO?

1) Un dio che si manifesta agli uomini? Il Christus Patiens sembra affermare


CI.

2) Una seconda lettura riguarda il teatro e il tema del "Bastardo", qualcuno a


cui stato tolto il regno e torna perch vuole i suoi diritti (vedi Orestea,
Amleto, Re Giovanni).

3) Un'altra ipotesi molto ricorrente che sia tutto una truffa: Dioniso un
gran parlatore che con l'abilit verbale diventa re di un popolo.

4) Una probabilit (anche questa molto amata dai critici) quella del
COLLETTIVO FEMMINILE che se scatenato pu essere dirompente e non si
riesce a fermare.

La resistenza fa capo a Penteo, cugino di Dioniso e figlio di Agave. Penteo


contro un dio dall'aspetto femmineo che arriva in citt e sovverte le menti
delle donne. Il re prevale nella prima parte ma soccombe al dio ciarlatano
nella seconda.

BACCANTI

Prologo recitato dal dio Dioniso che un personaggio che devasta, si immette
in un ambito familiare, sociale, religioso, politico e sovverte ogni cosa.

A differenza di Ges (vedi versi delle Baccanti recuperati nella Christus


patiens) afferma di volere vendetta.

Cadmo ha molte figlie. Fra queste vi sono: Ino, Agave e Semele. Da Semele
nasce Dioniso dall'unione di Zeus. Ino e Agave invidiose affermano che
Dioniso non sia figlio di Zeus. Zeus uccide Semele e Ino e Agave e altre
donne di Tebe seguono Dioniso sui monti e iniziano i riti delle baccanti.

La PARODO pu essere rappresentata in vari modi (donne dell'Asia che hanno


seguito Dioniso dall'oriente). Il gruppo di donne pu entrare ordinatamente o
disordinatamente e cantano il culto di Dioniso.

In essa (e in altre parti della tragedia) viene ripetuta pi volte la parola


"beata" che richiamano le macarismoi cristiane, le beatitudini del Vangelo
(chiamate anche discorso sulla montagna).

PRIMO EPISODIO.

Entrano in scena Cadmo e Tiresia, entrambi conciati da baccanti. Essi sono


insieme e anche ridicoli per creare una scena comico-grottesca.
Sopraggiunge con un'entrata drammatica Penteo.

La visione che Penteo d del nuovo culto questa: "le nostre donne si
allontanano dalle case e sulle montagne si lasciano ai cani, alle danze, al vino
e al sesso libero". Il pretesto che sono menadi e devote ad Afrodite. Penteo
ha fatto catturare le Baccanti dell'Asia mentre ha intenzione di strappare a
questa corruzione che vede arrivare le donne del palazzo e riportarle dentro
in una condizione "normale".

Penteo descrive Bacco come un dio incantatore con i riccioli biondi e la


chioma profumata (versi andati direttamente nel Christus patiens).

Il sogno del re portare Dioniso dentro al suo tiaso. Egli annuncia di come
Semele abbia mentito sulle nozze con Zeus.

Penteo si accorge di Tiresia e del padre Cadmo i quali anche per


opportunismo tentano di far allontanare il sovrano dai suoi intenti.

Nel primo episodio c' il resoconto di un servo che narra di come Bacco si sia
lasciato prendere senza fare resistenza (Ges quando viene catturato).

Dioniso si finge un adepto al dio, un profeta. Egli proviene dalla Libia.


Vengono descritti i riti orgiastici sui monti che si svolgono soprattutto di
notte.

Penteo si rende conto che "quest'uomo di Bacco" arrogante ma allo stesso


tempo riconosce il fascino delle parole da lui espresse.

Secondo i Greci nel nome si porta il proprio destino quindi il nome "Penteo"
(PENZEUS in greco) ha la radice di dolore usata anche nel verbo PASCO che
significa soffrire (CHRISTUS PATIENS il Cristo che soffre) e invece il termine
"Dioniso" in quanto dio del teatro, anche se letteralmente il nome vuol dire
figlio di Zeus, ha una funzione che lo indica come il dio del fare, dell'agire.
Binomio FARE- SOFFRIRE.

Dopo lo stasimo, Dioniso indica una serie di miracoli con la voce e d


l'illusione che il palazzo crolli. Viene creata l'impressione del fuoco. Le donne
chiedono come Dioniso sia stata liberato, lui che ha incontrato l'uomo empio.
Il dio risponde che Penteo ebbe solo l'impressione di averlo incatenato perch
lui si liberato facilmente.

Questo dialogo lascia tutto in sospensione. (Queste cose sono successe


veramente?)

Tre sono gli incontri DIONISIO- PENTEO:

1) Nel secondo episodio vede prevalere Penteo;

2) I due sono alla pari ma Dioniso ha creato dei miracoli (ha fatto muovere il
palazzo e ha liberato se stesso e le baccanti);

3) Penteo, preso da una leggera follia impartitagli da Bacco e spinto dal dio
alla curiosit (Penteo ha un "lato oscuro": anche lui vorrebbe essere come
Dioniso e vedere le Baccanti) via via viene sedotto dall'idea di poter essere
guidato sui monti a vedere le donne.

Penteo, dopo che vede Dioniso libero stupefatto.

Il terzo episodio vede Dioniso che convince Penteo a vestirsi da donna, a


salire sui monti per vedere le Baccanti. Quando il re su un albero per
scorgere meglio le donne il dio d l'allarme e le Baccanti scambiando il
sovrano per un leone lo fanno a pezzi. Agave in un processione finale con la
testa del figlio nelle mani si vanta della sua "conquista" per poi rendersi conto
che ha in mano la testa del figlio. SPARAGMOS--- fare a pezzi un corpo
paragonabile (nel saggio di Ian Kott) all'EUCARESTIA nella nostra religione.

Due sono i discorsi dei messaggeri in tutta la tragedia:

Il primo, nel terzo episodio, subito dopo lo stupore di Penteo, narra di un


fulax che stato sui monti e ha visto le donne che erano in un mondo idillico
mentre allattavano i bambini e solamente quando venivano attaccate dalle
guardie di Penteo si trasformavano in furie, straziavano le carni si cibavano di
brandelli umani e si davano al sesso; il secondo invece riferisce la morte di
Penteo.

Entrano in crisi alcuni meccanismi fondamentali di vita civile e alcuni modelli


di razionalit elaborati via via nel V secolo.

Il dramma investe i due protagonisti, il gruppo di famiglia e la citt tutta.

Al centro sta un Dioniso insondabile, elusivo, dio di follia oppure fondatore di


nuove forme di conoscenza.

Dioniso e Penteo teatralmente sono speculari. I tre incontri via via li


avvicinano finch Dioniso assume i tratti autoritari e il linguaggio tagliente e
imperioso che Penteo ha nel monologo d'entrata.

Il fascino del personaggio di Penteo sta che la sua interezza si sgretola


proprio perch come tutti i grandi moralisti ha una debolezza segreta che il
voler fare anche lui quelle cose. Quando Dioniso se ne rende conto convince
Penteo a ci che impensabile: voler vedere le Baccanti e per vederle- cosa
impossibile- lo convince a travestirsi da donna e a seguirlo sui monti. Questo
per lui la fine.

Conflitto oriente- occidente parte con i "Persiani" (472 a.C.) e finisce con le
"Baccanti" (405 a.C.).

Il personaggio di Penteo vuole vedere lo THEAMA (=spettacolo---da essa


deriva theatrum) delle Baccanti. Per met del dramma appare come
l'incarnazione di un razionalismo angusto. "Baccanti" anche il dramma di un
singolo, convinto della propria purezza ideologica e nemico di ogni infezione
passionale. La sua una razionalit dogmatica (non accetta che altri
discutano con loro), cupa e riduttiva.

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