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Federico Cesi was highly criticai about the culture of his days. Analyzing some
spcifie issues in Cesi's work, the author discusses the nature of his view of
wisdom and highlights the decisive rle of poetical sensibility and prophetical
intuition.
Poeticae solum addicti nullo pacto sint, si vero aliquis ex ipsis innato ad eam
genio feratur, pangat licebit cum laude poemata, Epigrammata, sive alia eru
dita non inania Graeca potius, quam Latina; Latina quam Etrusca magis, vel
alia vulgi lingua quavis.1
Cos siTalelegge
un integrata
capoverso
dellaparticula
del Lynceographum
particulain
si trova
nella pi vasta
sezione del
l'opera nella quale Federico Cesi definisce i tratti fondamentali del
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LUIGI
GUERRINI
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LUIGI
GUERRINI
tema
nel
Del
naturai
desid
precocemente
forse
gi
come
il
Del
naturai
desid
Antenore,
1997,
p.
23.
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lo pi, non sia altrimente il sapere, ma il guadagno, gli honori, favori e commodit,
quali, mentre non possono ottenersi col procedere avanti con li studi al compimento
vero delle scienze, s'industriano gl'huommi, con lo storpiar le scienze, indrizzar li suoi
studi di maniera che arrivino a conquistar quelli in qualche parte; cos insiememente
abusano e la ragione e lo studio e h termini scientiali. Et perci dalla maggior parte de'
studiosi sono seguite quelle professioni che a ci sono pi atte, cio le leggi e la medi
cina, questa per le condotte pubbliche e private et il raccolto della quotidiana stipe a
casa per casa, quelle per i governi e gradi e ministeri presso i principi et awocationi e
procure, da raccogliere frutto non minore, Del naturai desiderio di sapere et institutione
de' Lincei per adempimento di esso. Discorso del Principe Federico Cesi Linceo, Principe di Santo
Angelo e Santo Polo, Marchese di Monticelli, Barone Romano, in Scienziati del Seicento, a cura
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LUIGI
GUERRINI
superfluo ed all'origine de
Soffermandosi, infatti, in
appena citato, sul carattere
accademie letterarie del suo
missione
umana,
l'acquis
Callimaco e di Marziale.
2 Questa [la Lince, ovvero il Linceo], coltivando particolarmente questi due gran
campi delle filosofiche e mathematiche dottrine et ornandosi delle filologiche e poeti
che eruditioni, haver appunto abbracciate le parti pi abandonate, pi bisognose e pi
atte a satiar il naturai appetito e darci la cognitione della natura, e professar quelle che
d'altri niente solamente per passaggio sogliono esser tocche, mentre le altre, per
fine molto diverso dallo stesso sapere che in queste schiettamente si pretende, hanno
pur qualche seguito, ivi, p. 53.
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della Porta.1
tologico sulla natura della monarchia papale. Il dato che ora inte
2 Rex Apum pater est, castusque et absque ulla venerei nexus aut plexus impun
tate Pater. Multos qui filios habeat, imo examina et exercitus fliorum; qui plurimum,
qui syncere amet, quem certatim omnes plurimum ament. Quid vero aliud patronus,
quam ipsis sanctus legibus, sanciensque Pater? Haec domimi, haec optima ad superio
ris mundi Imaginem, Principatus ratio est; ut filii magni Patris simus, et summo sem
per Nos patre gaudeamus, Urbani praesertim Urbano, in F. Cesi, Apiarium, Romae,
Ex Typographeio Iacobi Mascardi, 1625, par. 26 (il numero del paragrafo indica quello
dell'edizione critica attualmente in corso di stampa. Si avverte qui una volta per tutte
che i caratteri sono quelli presenti nel testo e selezionati dallo stesso Cesi).
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ceographum quanto nei capitoli del Del naturai desiderio di sapere. Tor
tis, Prosperitatis, longions Aevi, et plurium signa Bonorum. Ut tam multa certe, ta
praeclara, dum Apes exhibent optimarum Virtutum Argumenta; non possis eas non
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Scis platonicas, scis piNDARiCAS Apes; spectato nunc aemulas Socratis illius
nerandi Graecanicae sapientiae Patris, simas scilicet, compresso narium apic
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che offre all'uomo una via di salvezza dal dolore e dalla morte a cui
illis ad Luciani et Calcagnini tribunalia agitatis] quae barbaram Venerem Matrem agnoscere
debeant; quae et Deborae et Barbarae ab Hebraico Dabar, plurimo nitentes auro Barbaricatae;
quosvis Phrygiones pingente, adornante natura, provocare passini, ivi, par. 37.
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