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Giuseppe Civati
WITTENBERG, ADDIO:
BRUNO, LA PERENNIS SOPHIA
E LO STRANO CASO DEL MOSTRO LERNEO
La sapienza costruisce la sua casa,
la stoltezza con le proprie mani la distrugge.
Proverbi, 14,1.
Francesco
nellainteressante
sua introduzione
va di operaFiorentino
di scarso valore filosofico,
piuttosto per la alle opere latine di
biografia di Bruno che per la sua produzione di pensiero.1 Sappiamo da
tempo che non cos,2 e che anzi si possono individuare in essa temi fi
losofici espressi con grande lucidit e precisione, nonch alcuni elementi
di interesse assoluto per una migliore comprensione dell'opera bruniana
della fine degli anni Ottanta.
La trattazione del fin abusato motivo della prisca theologia ad esem
pio un elemento da leggere e valutare con attenzione. In Bruno il tema
molto frequentato, e possiamo trovarlo in numerose opere e declinazioni,
nelle diverse sfumature che esso assume nei Dialoghi italiani (in particolare
nello Spaccio)3 e nelle opere magiche.4 Celebre il passo del De l'infinito, nel
quale Elpino proclama: Sono amputate radici che germogliano, son cose
antique che rivegnono, son veritadi occolte che si scuoprono : un nuovo
lume che dopo lunga notte spunta all'orizonte et emisfero della nostra co
gnizione, et a poco a poco s'avicina al meridiano della nostra intelligenza.5
1 Si vedano le pagine introduttive (dedicate a Francesco De Sanctis) a bol ,, in par
ticolare p. 22.
2 Cfr. S. Ricci, Giordano Bruno nell'Europa del Cinquecento, Roma, Salerno, 2000 e M.
A. Granada, Cosmologia e polemica religiosa negli scrtti del ij88, in Giordano Bruno in Wit
tenberg iy86-ij88. Aristoteles, Raimundus Lullus, Astronomie, a cura di Th. Leinkauf, Pisa
Roma, Istituti editoriali e poligrafici internazionali, 2004, ripreso in lingua spagnola in
M. A. Granada, Giordano Bruno: universo infinito, union con Dios, peifeccin del hombre,
Barcellona, Herder, 2002, pp. 127-167.
3 Nello Spaccio, come noto, il tema ricco di suggestioni: cfr. ad esempio il dialogo
terzo, Spaccio, bdfi 636 sgg.
4 Si veda l'incipit del De magia naturali, bom 160. 5 Infinito, bdfi 423.
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554
GIUSEPPE
CIVATI
opinioni
et
effetti
diversi:
Lo schema dell'avvicendarsi di e
e delle tenebre poi al centro d
lo Spaccio e si riferisce alla risco
la metafisica.3
2005, p. 74. Per il motivo delle tre forme della sapienza e la polemica implicita con il
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il turno degli Indiani, tra i Gimnosofisti. Poi approd presso i Traci e nell
stesso tempo presso i Libici, rispettivamente con Orfeo e Atlante. In qui
to luogo, dice Bruno, la sapienza fu in Grecia, con Talete e gli altri saggi
per giungere poi sulle coste italiche, con Archita, Gorgia, Archimede, Em
pedocle e Lucrezio. E, infine, presso i Germani, ai suoi tempi.
Cum Jove et imperio, coelestique curiae imagine la sapienza e con
essa la verit hanno, appunto, secondo uno schema vicissitudinale richia
mato poco fa, seguito una particolare traiettoria nel corso della storia de
l'umanit. Notiamo en passant come essa possa apparire come una vera e
propria 'circolazione' che ricorda da lontano teorie storiografiche di gran
de successo nella nostra tradizione filosofica, che finirono con riguardar
proprio l'opera e la figura di Bruno. Si tratta di un percorso sinuoso, un
sorta di translatio imperii et veritatis, che collega potere e sapienza, con una
nale.1
troviamo in Bruno, sul corso dei fiumi: Essa [la legge] trabocca di sapienza come il
Pison e come il Tigri nei giorni delle primizie, effonde l'intelligenza come l'Eufrate e
come il Giordano nei giorni di raccolto. La metafora ripresa nell'Orario valedictoria,
in bol 1,124. Sul collegamento tra Legge e Sofia nello Spaccio e sul vincolo con la critica
di Lutero nel De libero arbitrio erasmiano si veda A. Ingegno, La sommersa nave della reli
gione. Studio sulla polemica anticristiana del Bruno, Napoli, Bibliopolis, 1985.
2 L'epoca dell'oblio e della stoltezza presente anche in Sapienza, 10,5 e, nel rapporto
tenebre-luce, in Sapienza, 17,1.
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anche come 'esodo' della sapienza e della verit, che corre parallelamen
a una descrizione della storia della sapienza come sapienza eterna, certo
occultata, ma comunque presente nella storia del pensiero. E, insieme alle
differenze, appare la comunanza di prospettive tra questa e quelli: ovvero,
1 Cfr. il terzo sonetto che conclude la proemiale epistola del De l'infinito: Quindi l'ali
sicure a l'aria porgo, n temo intoppo di cristall'o vetro; ma fendo i cieli, e a l'infinito
m'ergo, Infinito, bdfi 322.
211 libro della Sapienza sembra essere una ricca miniera di riferimenti per il testo bra
mano, in modo particolare la sezione dedicata alla sapienza nella storia della salvezza:
si veda, ad esempio, la missione della sapienza come strumento di libert e di salvezza,
in riferimento alle vicende dell'esodo e alla liberazione dalla schiavit (Sapienza, 10,15).
Il carattere di liberazione della sapienza quindi collegato alla libert del pensiero.
Come segnalato da Bruno, YOratio una 'lode della Sapienza' (Sophiae laudes, bol ,
3; Granada, La reivindicacin de la filosofia en Giordano Bruno, cit., p. 3 sgg.) influenzata
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uno schema che ancora una volta trascura la tradizione religiosa del cri
stianesimo (questa volta non condannandola, ma escludendola deliber
tamente dalla storia della sapienza) e in cui si fa segno, con grande forza
alla necessit di un cambiamento per l'epoca attuale, solo sostenuta - ne
discorso di addio alla comunit accademica di Wittenberg - da un maggio
re ottimismo. Anche qui la sophia associata al tema della luce, e alla sua
vittoria sulle tenebre, come gi in diversi luoghi dell'opera di Bruno. M
qui la luce, nell'elogio di Lutero e della Germania del tempo, finalmen
te accesa e visibile, a confermare che vi una possibilit, l'occasione pe
un ritorno di quella verit antica che si smarrita cos profondamente n
estende, infatti, il novero delle manifestazioni della verit, che hanno tro
vato casa tra le genti, in una grande alleanza di tradizioni e di scuole che
ha consentito all'umanit - e quindi pu consentirle ancora una volta - di
avvicinarsi al divino. Ci non toglie per che a manifestarsi sia proprio la
verit antica e vera gi celebrata nello Spaccio, e l'assenza della casa cristia
na , a maggior ragione in uno schema pi continuista, ancora pi eviden
te e dichiarata.
Si conferma anche qui che l'opera di Bruno presenta uno schema radica
le e rovesciato rispetto a quello ficiniano - cui si oppone in modo dichiara
to, rovesciando appunto le sue strutture portanti - avvicinandosi piuttosto
a uno schema la Pletone, in cui il tramonto del cristianesimo pu aprire
l'alba della verit, ma non solo: come voleva lo stesso Pletone, nelle pagi
ne introduttive delle Leggi, anche per Bruno necessario superare quella
coltre di dimenticanza e di oblio, di pedanteria e di falsa sapienza, ripren
dendo i fili spezzati della tradizione della verit e della genealogia della
sapienza: noi ci conformeremo a questi sapienti, senza cercare di intro
durre nulla di nuovo intorno a soggetti cos impegnativi e senza accogliere
nessuna innovazione moderna di qualche sofista,1 ovvero di coloro che
- diversamente dai sapienti, che si attengono scrupolosamente alla tradi
zione - pretendono di introdurvi dei cambiamenti, per apparire originali e
inseguire le loro foie di falsa gloria.2 Nessuna innovazione, dunque, nessun
'salto' nella tradizione, ma la ricerca della sapienza originaria e perduta.
L'impianto della prisca theologia in Bruno si basa sulla necessit di ripren
dere l'antica magia contro la falsa religio. quindi una lettura fortemente
orientata in senso eterodosso dei temi gi noti nella filosofia del Quattro
cento e una vera e propria riedizione della radicalit del Pletone. E il dise
gno bruniano, profondamente ispirato a un primato della filosofia (anche
nell'Oratio della sophia che si descrive la storia, come vedremo pi oltre)
e sempre a una sua totale autonomia, ha segno immediatamente politico,
tanto che nella sua ricostruzione storica verit e filosofia seguono percorsi
1 G. G. Pletone, Trait des Lois, a cura di R. Brague, Paris, Vrin 1982, p. 32 (la traduzi
one
nostra).
Ivi,
p.
34.
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Ci che sorprende per la verit trovare in Bruno uno schema cos con
tinuista, sul quale vale la pena di soffermarsi ancora. E evidentissima infatti
lemica religiosa negli scritti del 1588, cit., p. 100 sgg. 3 Ivi, p. 16.
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sapienza divina: anzi, anche in questo caso non si pu non rilevare come
1 Questa perennit fa riferimento a Proverbi, 8, 23: Dall'eternit sono stata costituita
dall'inizio, prima dei primordi della terra. Vi un unico precedente analogo in Bruno,
nell'individuazione delle tappe, questa volta, del fraintendimento della verit: si tratta
dello schema adottato da Bruno nella Cabala del cavallo pegaseo, in modo particolare nel
la prima parte del secondo dialogo, quando si ricorda - riprendendo il mito dello Spac
cio - come Onorio non beva l'acqua del Lete e possa sottrarsi alla vicissitudine, proprio
perch ne segue le mosse, e pu quindi descrivere le trasmigrazioni della propria anima
e con esse il piano pi profondo della vicissitudine stessa. Questo schema porta Onorio,
nella seconda parte del secondo dialogo della stessa opera, a descrivere la sua incar
nazione in Aristotele, in una vera e propria 'perennit' dell'asino che diviene or un
filosofo, or un poeta, or un pedante (Cabala, bdfi 723) pur conservando una sedia in
cielo, a cui riporta di volta in volta la memoria delle specie le quali nell'abitazion cor
porale avevo acquistato; e quelle medesime come in una biblioteca lasciavo l quando
accadeva ch'io dovesse ritornar a qualch'altra terrestre abitazione (ibidem). Aristotele
di quei ricordi, di quelle specie memorabili una figura eminente, cos come sar
invece puntualmente evitato nello schema dell'Oratio. Qui non c' dunque alcun at
tacco ad Aristotele: egli non viene affatto menzionato. Cos come il cristianesimo
menzionato soltanto quando si celebra la figura di Lutero e per un fugace e pungente
accenno all'abito talare di Cusano, a cui Bruno non sa rinunciare nemmeno questa
volta (Orat. valed., bol 1,117). Anche per questo motivo, l'esaltazione di Lutero , come
vedremo per altro tra poco, da rileggere con opportune lenti e senza precipitare verso
conclusioni troppo impegnative.
2 S. Ricci, Giordano Bruno nell'Europa del Cinquecento, cit., p. 406.
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50 GIUSEPPE CIVATI
no a un unico obiettivo.
ruolo, delle funzioni e dei compiti della filosofia (e anche della teologia
filosofica, nel senso della prot philosophia, come del tutto diversa e indi
pendente dalla religione ovvero dalla teologia civile) e con essi il richiamo
alla storia della sapienza e al suo percorso travagliato e difficile, che non
a caso interpretato da un esule filosofico, in procinto di riprendere il
proprio viaggio. Un esule che saluta i propri amici wittenberghesi donan
do loro, come noto, una xilografia raffigurante l'assedio di Nola da parte
di Annibale, accompagnandola con il celebre riferimento al Nihil sub sole
novum, per illustrare cos l'atmosfera di 'resistenza' e di pericolo che stava
vivendo.2
2 Cfr. S. Ricci, Giordano Bruno nell'Europa del Cinquecento, cit., pp. 404-405 e . .
Granada, Cosmologia e polemica religiosa negli scritti del 1588, cit., pp. 112-113.
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a meno di voler pensare - cosa che non crediamo - che Bruno volesse
prendere le distanze da una delle polemiche pi note e meglio riuscite
dei Dialoghi italiani.3 O, meglio, se la riprende, anche evidente come la
rovesci, conservando una chiave di lettura parodistica: la stessa immagine
nello Spaccio - l'opera nella quale Bruno ingaggia un vero e proprio corpo
a corpo, come stato scritto, con Lutero e con il suo De servo arbitrio4 - ser
viva alla condanna di Lutero e qui viene rievocata in suo favore. Quasi una
riproposizione interna al testo di Bruno che consente, crediamo, anche di
1 Si veda Orat. valed., bol , 22.
romana come una bestia trionfante alla cui espulsione ha dato inizio Lutero-Ercole,
esattamente come nello Spaccio Bruno aveva chiamato all'azione purificatrice del po
tere politico simbolizzato da Ercole e Perseo contro la Riforma. Si veda anche (ivi, pp.
114-117) per quanto riguarda il carattere schiettamente 'politico' dell'elogio bruniano
di Lutero nell'Orario e l'affinit di vedute tra Bruno e Spinoza nel Tractatus theologico
politicus. Su questo ultimo punto molto importante anche il recente lavoro di G. Sac
erdoti, Sacrificio e sovranit. Teologia e politica nell'Europa di Bruno e Shakespeare, Torino,
Einaudi, 2002.
4 M. Ciliberto, Giordano Bruno, angelo della luce, introd. a bdfi xxvi e cfr. A. Ingegno,
La sommersa nave della religione. Studio sulla polemica anticristiana del Bruno, cit., passim.
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indicare una punta di sottile ironia del suo elogio, ironia certo interna e
nascosta: non impossibile pensare che, insieme alla solennit dell'enco
mio di Bruno a Lutero chez lui, ci sia anche una sorta di ammiccamento,
proprio attraverso la metafora erculea, ad accompagnarlo. Un riferimento
interno che in qualche modo ridimensiona i toni enfatici, non pi filtrati
dall'ironia palese dello Spaccio.
Una prospettiva di rinnovata concordia,
SUL PIANO FILOSOFICO E POLITICO
chiamato.2
3 M. A. Granada, Cosmologia e polemica religiosa negli scritti del 1588, cit., p. 117. A
proposito dell'appello bramano - nella dedica a Rodolfo li - alla generalis philanthropia
e alla lex illa amoris, fondato su una citazione tacita del Sermone della montagna (Mat
teo 5,44; si veda bol , 3-4) cfr. ivi, p. 109 sgg.
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di addio.
scrivere.
Due elementi che, sul piano politico, richiamano ancora una volta la
necessit di uno status pi sereno e meno conflittuale, che ponga fine alle
prevaricazioni romane, in cui da l a poco Bruno sarebbe naufragato, e alle
divisioni nel seno di un'umanit divisa, da troppo tempo incapace di offrire
alla sapienza un podere presso il quale sostare.
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