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Il computer a scuola secondo Microsoft

di Eleonora Pantò
06 Apr 1998
Primo bilancio del programma Microsoft "Anytime Anywhere Learning" per mettere a
disposizione di studenti e docenti un computer portatile 24 ore al giorno per s
ette giorni la settimana.
"Immaginate una scuola in cui ogni studente disponga di un computer portatile e
lo usi al posto di carta e penna per imparare in qualsiasi luogo e in qualsiasi
momento..."
"Immaginate una scuola dove ogni insegnante disponga di un computer portatile e
comunichi con genitori e studenti tramite posta elettronica e collabori con altr
i insegnanti online... "
"Immaginate una scuola in cui genitori, associazioni e imprese diventino parteci
panti attivi all'educazione dei ragazzi e partner reali della scuola..."
Queste parole descrivono il programma Microsoft "Anytime Anywhere Learning": il
tono è quello che ci si può aspettare da una "vision".
Il progetto AAL ha coinvolto 53 scuole (elementari, medie e superiori) nell'anno
scolastico 1996/97: gli istituti, oltre ad essere diversi per tipo di studenti
(grandi città come New York e regioni rurali nell'Ohio), avevano esperienze molt
o diverse nell'uso dei computer.
Obbiettivo del programma è mettere a disposizione di studenti e docenti un compu
ter portatile 24 ore al giorno per sette giorni alla settimana; le scuole, per v
incoli di varia natura, hanno gestito la cosa in modo differente e non a tutti è
stata consentita la piena disponibilità delle macchine: tuttavia il 46% delle s
cuole che hanno partecipato è riuscita a fare in modo che tutti gli allievi di u
na classe potessero disporre di un portatile a tempo pieno.
L'uso dei laptop ha permesso agli studenti di seguire i propri stili e tempi di
apprendimento, ha favorito la collaborazione e trasformato il ruolo dei docenti.
Non c'è motivo di dubitare delle ricadute positive dell'uso dei portatili a scuo
la, sebbene i comunicati stampa di Microsoft abbiano dei toni a talvolta poco re
alistici: un ragazzino di New York City Harlem che non voleva saperne della scuo
la, con il computer a disposizione è diventato socievole e diligente, in una scu
ola privata di Cincinnati i ragazzi che facevano una ricerca sull'Africa, hanno
avuto una corrispondenza nientemeno che con il Presidente del Gabon.
Il merito del progetto AAL sta nel rovesciare il rapporto fra la scuola, il temp
o e lo spazio: nessuna separazione fra l'edificio scolastico e il resto del mond
o.
Quale deve essere oggi il rapporto fra la scuola e ciò che ne sta fuori e intorn
o è oggetto di riflessione: la scuola sembra essere il regno delle separazioni a
nche al suo interno, separazioni di discipline e di spazi.
Per una serie di ragioni che non starò qui a raccontare, qualche mese fa mi sono
ritrovata a pensare a quali criteri si sarebbero dovuti adottare nella progetta
zione di un edificio scolastico ex-novo: una strana esigenza per un'Italia senza
bambini, ma tant'è.
Sarebbero servite aule comunicanti fra loro? Con pareti mobili? Munite di lavand
ini? Cablate? In particolare come prevedere la collocazione di computer a scuola
? Assolutamente da scartare sembrava l'idea del "laboratorio d'informatica". Già
Seymour Papert nel suo "I bambini e il computer" aveva descritto questa situazi
one: "Quando nella scuola c'erano pochi computer, l'amministrazione era contenta
di lasciarli nelle classi di quegli insegnanti che dimostravano maggiore entusi
asmo e questi erano in genere persone che consideravano i computer un mezzo di c
ambiamento. Ma col crescere del loro numero, i computer sono diventati una speci
e di status symbol e a quel punto è intervenuta l'amministrazione. Dal punto di
vista di un amministratore, era più logico mettere insieme tutti i computer in u
n'unica stanza - battezzata impropriamente "laboratorio di informatica" - sotto
il controllo di un insegnante specializzato. A quel punto i bambini potevano fre
quentare il laboratorio e studiare informatica per un'ora alla settimana e, seco
ndo una logica ineluttabile, il passo seguente fu di introdurre un programma per
questa materia. Così, a poco a poco, le caratteristiche "sovversive" del comput
er vennero scalzate; invece di superare le barriere tra le materie, e di mettere
in discussione il concetto stesso di separazione, il computer finì col diventar
e una nuova materia".
Per avere qualche utile indicazione in merito ho fatto il mio primo sondaggio su
una lista di discussione americana. Le risposte alla domanda "Dove sono i PC a
scuola?" descrivono scuole munite di laboratori informatici, ma con una diffusa
tendenza a disporre di almeno uno o due PC per ogni classe: in qualche caso veng
ono utilizzati carrelli per portare i computer da una stanza all'altra.
Un gentile signore, insegnante da molti anni, mi ha raccontato la sua recente es
perienza relativa alla progettazione di una scuola elementare: il suo progetto p
revede attacchi di rete in ogni locale della scuola, compreso il teatro e la pal
estra, l'utilizzo di una rete video interna, due laboratori di informatica e per
alcune aule.... pareti mobili per lavorare in gruppi più numerosi.
Un altro iscritto alla lista ha risposto dichiarando con grande serietà di esser
e un venditore di computer e quindi di avere una visione particolare del problem
a: la sua scuola ideale prevede stazioni potenti e connesse in rete locale per i
docenti, laptop per ogni studente, collegamenti audio/video da e per la classe
(per eventuali compagni assenti), collegamenti wireless o almeno prese di rete i
n ogni classe, accesso ad Internet e posta elettronica anche da casa per ogni st
udente, almeno due stampanti ad infrarossi una a colori e una in bianco e nero p
er classe, eccetera eccetera.
La conversazione è proseguita poi per alcuni giorni con un ricercatore dell'Ohio
, molto stupito di parlare di scuole con una sconosciuta di Torino (lui però ave
va avuto un'auto Fiat): l'autore di "The Changing Classroom Paradigm" sostiene c
he il computer in classe è quello che effettivamente consente un apprendimento s
econdo tempi e modi personalizzati, favorisce la collaborazione e una corretta p
reparazione al mondo del lavoro.
La decisione di "dove" mettere i computer a scuola non è slegata dalle valutazio
ni del perché usarli.
Nelle aziende i PC (e prima i terminali) fino a pochi anni fa non stavano sulle
scrivanie, ma su altri tavoli, prima ancora in altre stanze: oggi i PC stanno an
che sui tavoli delle abitazioni private.
Forse fra qualche anno (non molti) dall'ufficio potremo accendere il riscaldamen
to in casa via Internet: i nostri nipoti andranno a scuola con il telefono-compu
ter al polso in aule attrezzate come quando eravamo bambini noi: banchi messi in
doppia fila di fronte ad una scrivania, con una lavagna alle spalle dell'insegn
ante.

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