Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Biennio di secondo livello per la formazione dei docenti nella classe di concorso
di Strumento Musicale (A77) a.a. 2010-2011
INDICE
INTRODUZIONE…....……………………..…………….……...…….….……....pag.3
2. I METODI DELL’OTTOCENTO…………...…………………….………...….pag.7
3. I METODI MODERNI………………………………….……………………..pag.24
CONCLUSIONI…………………………………………………………...……..pag.49
BIBLIOGRAFIA………………………………....……………………...……….pag.52
! $!
INTRODUZIONE
Con l’inizio del nuovo secolo vediamo definirsi la pratica musicale nella Scuola
Secondaria di I grado. Il 6 agosto 1999, il ministero della pubblica istruzione emana il
Decreto n.201 con l’intestazione: “Corsi ad indirizzo musicale nella scuola media –
Riconduzione e ordinamento – Istituzione classe di concorso di “strumento musicale”
nella scuola media”. Finalmente trova realizzazione la ormai consolidata
sperimentazione dell’insegnamento di strumento musicale nella scuola secondaria di I
grado dal lontano decreto del 1979. L’insegnamento di strumento musicale costituisce
l’integrazione interdisciplinare e l’arricchimento dell’insegnamento obbligatorio
dell’educazione musicale. Viene creata la classe di concorso numero 77/A e la
disciplina “Strumento musicale” entra a far parte dell’elenco delle materie curriculari
del triennio. Gli strumenti coinvolti sono dodici: flauto, oboe, clarinetto, saxofono,
fagotto, corno, tromba, chitarra, arpa, pianoforte, percussioni, violino, violoncello e
fisarmonica. Qui di seguito è riportato così come presente nel decreto, il punto 7
riguardante le indicazioni programmatiche:
CHITARRA
• padronanza del tocco appoggiato e libero della mano destra e relative capacità
di variarne gli aspetti dinamici e timbrici;
• esecuzione d'arpeggi di vari tipi anche con posizioni accordali di mano sinistra;
• utilizzo e controllo delle note simultanee con e senza il pollice;
• conoscenza ed uso degli accordi nelle tonalità più agevoli anche con
l'inserimento del barrèe;
• conoscenza ed utilizzo consapevole delle posizioni dalla prima in avanti;
• uso consapevole della diteggiatura di entrambe le mani;
• esplorazione ed utilizzo delle possibilità timbriche e dinamiche dello strumento
(pizzicati, glissandi, armonici, percussioni, suoni legati-staccati, ecc...).
•
Alla fine del triennio gli allievi dovranno saper eseguire con consapevolezza brani
solistici e d'insieme appartenenti a diversi generi, epoche, stili, di difficoltà tecnica
adeguata al percorso compiuto.”
Il livello minimo che l'allievo dovrà aver acquisito prevede la capacità di eseguire
brani solistici nelle tonalità più agevoli, almeno a due voci, anche con semplici cambi
di posizioni, contenenti le principali figurazioni ritmiche.” 8
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
8
Decreto Ministeriale 6 agosto 1999, n.201, Ministero della Pubblica Istruzione
! $%!
insegnanti delle altre materie e riesce ad instaurare un rapporto più confidenziale con i
ragazzi: nel corso dei consigli di classe saranno molto utili le considerazioni che gli
insegnati di strumento faranno sui ragazzi perché ne evidenzieranno ai colleghi aspetti
nascosti e profondi. Prima di iniziare le lezioni pomeridiane, è necessario stilare una
programmazione nella quale siano chiari gli obiettivi delle lezioni, in osservanza al
decreto del 1999, indicando i testi che si adopereranno, gli obiettivi generali che ci si
prefigge ed anche una programmazione sintetica dei tre anni:
“Premessa
La chitarra non è uno strumento di facile approccio per l’allievo cui è destinato
questo percorso di studi. Nella maggior parte dei casi vi sono difficoltà evidenti
nell’assumere in primis la corretta impostazione che risulti comoda ed efficace per i
movimenti che si andranno ad eseguire. Il particolare sforzo che compie l’allievo
nell’utilizzare entrambe le mani non si limita soltanto alla forza di pressione ma anche
alla coordinazione mentale di entrambe. Ulteriore sforzo deve essere compiuto nello
stabilire la corrispondenza suono – segno cioè portare il ragazzo, una volta preparato
per la lettura della notazione sul pentagramma, ad avere padronanza della posizione
delle note sulla tastiera.
Obiettivi Generali:
• Corretta impostazione strumentale con particolare attenzione alla posizione
della schiena e degli arti;
• Capacità di lettura autonoma e di esecuzione di semplici composizioni musicali
eseguibili nelle prime posizioni della tastiera;
• Capacità d’interpretazioni agogiche, timbriche e dinamiche;
• Uso ragionato di entrambe le mani;
• padronanza del tocco appoggiato e libero della mano destra e relative capacità
di variarne gli aspetti dinamici e timbrici;
• esecuzione d'arpeggi di vari tipi anche con posizioni accordali della mano
sinistra;
! $&!
I anno
! Presentazione dello strumento e suo funzionamento (parti della chitarra);
! Impostazione della mano destra e della mano sinistra. Illustrazione delle diverse
tecniche di produrre un suono (unghie, plettro, ecc..);
! Corde a vuoto (esercizi elementari di coordinazione) e qualità del suono;
! Scala Naturale e note naturali in prima posizione. Giochi d’insieme a carattere
improvvisativo;
! Lettura di piccoli brani melodici a carattere monodico e brani di musica
d’insieme;
! Esecuzione di melodie accompagnate da bassi con le corde a vuoto;
! Semplice musica d’insieme per duo o trio di chitarre.
II anno
! Applicazione sullo strumento delle basi della notazione;
! Studio dei 120 arpeggi di Giuliani, esercizi di coordinazione e scale nelle
tonalità più agevoli;
! Studi e preludi selezionati per affrontare le seguenti problematiche: arpeggi,
studio a posizioni, melodie accompagnate, scale e accordi;
! $'!
III anno
! Esercizi di tecnica e coordinazione;
! Conoscenza della tastiera almeno fino al VII tasto conseguita grazie alla pratica
strumentale di studi scelti dal repertorio ottocentesco e contemporaneo;
! Nozioni di analisi musicale di base e di storia della chitarra;;
! Studio di brani dal repertorio rinascimentale;
! Studio di brani tratti dal repertorio ottocentesco;
! Studio di brani tratti dal repertorio contemporaneo;
! Studio di brani tratti dal repertorio popolare-moderno;
! Cura dell’aspetto interpretativo;
! Musica d’insieme per duetti di chitarre o duetti con chitarra.”
Credo che gli aspetti che ho presentato fino ad ora siano condivisibili da qualsiasi
docente. Un discorso particolare va fatto per quel che riguarda i testi da utilizzare.
Quelli che sono stati scritti dopo l’inserimento della classe di strumento nelle scuole
medie sperimentali, divenute SMIM, non hanno nulla a che vedere con i metodi da me
citati nei capitoli precedenti. In questo contesto e per queste prime fasi della didattica
chitarristica non è opportuno utilizzare i metodi dell’Ottocento a causa della loro lacuna
più grande che è nella mancanza, nel percorso formativo in essi tracciato, di gradualità e
di passaggi intermedi: il salto dalla teoria musicale e dallo studio delle note sulla tastiera
sino ai brani di una certa complessità è enorme. In tutti i metodi dell’Ottocento non
viene trattata la fase in cui l’allievo prende una graduale confidenza con lo strumento.
Fortunatamente negli ultimi trent’anni i chitarristi si sono imposti di risolvere questo
problema e sono nati testi di grande successo editoriale.
Edited by Foxit PDF Editor
Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 - 2007
For Evaluation Only.
! %"!
... Un metodo di
recente uscita mi ha colpito molto per gli argomenti che tratta: è “Il mio primo libro di
chitarra” di Alessandro Petrosino. L’autore non lo presenta come un vero e proprio
metodo ma come un manuale rivolto ai principianti e agli alunni delle SMIM. Esso
tratta argomenti specifici come le parti della chitarra, la postura allo strumento e la
posizione delle mani, la teoria e il solfeggio, la tecnica chitarristica, la storia di
chitarristi famosi e l’importantissimo settore della musica d’insieme. Questo testo
propone, dopo una diecina di pagine teoriche sullo strumento, la postura e la scrittura,
esercizi sulle corde a vuoto e le note in prima posizione, gli arpeggi con corde a vuoto
ed elementi di tecnica sulle legature e le scale. In ordine progressivo affronta i vari
aspetti della tecnica che saranno utilizzati nell’esecuzione delle melodie e degli studi
proposti. Dedica una sezione apposita allo studio dei bassi della chitarra ed una sezione
dedicata agli studi esposti in ordine di difficoltà progressiva. Dedica anche una parte del
manuale alla musica d’insieme dove raccoglie arrangiamenti di brani per duo, quartetto
e sestetto. L’esperienza che l’autore ha maturato nel corso dei suoi anni da docente ha
portato a dedicare una sezione agli accordi in vista delle lezioni di musica d’insieme a
cui partecipano tutti gli strumenti di tutte le classi per suonare e socializzare. In quasi
! %#!
tutte le scuole è presente un’orchestra che gli insegnanti formano, peraltro creando
appositamente un repertorio da proporre ai saggi, e nella maggior parte dei casi alla
chitarra viene affidato il ruolo dell’accompagnamento musicale realizzato perlopiù con
accordi e arpeggi. Ritengo dunque fondamentale lo studio degli accordi e della ritmica
d’accompagnamento per due motivi: da un lato l’effettiva utilità nella pratica
chitarristica, dall’altro la soddisfazione per l’allievo che potrà utilizzare questo tipo di
insegnamenti anche per riprodurre le proprie canzoni preferite. Può risultare inefficace,
con alunni “difficili” o troppo poco interessati allo studio della chitarra in veste
solistica, proporre di studiare brani accademici ottocenteschi, meglio indirizzare lo
studio verso una tecnica più “spendibile” e di più rapida soddisfazione. Ritengo che non
vada in alcun modo sottovalutata la grande portata formativa ed educativa della musica
d’insieme e ritengo utile inserirvi anche la tecnica delle scale e degli arpeggi, specie
all’interno di un piccolo ensemble di chitarre. La differenza di approccio dei testi
moderni rispetto ai metodi dell’Ottocento è notevole. Nelle prossime pagine inserisco
alcuni esempi ...
! %%!
CONCLUSIONI
Nella mia esperienza personale ho scoperto che dopo aver conseguito il diploma di
strumento, malgrado le conoscenze acquisite, non ero ancora pronto a svolgere
un’attività didattica. Materie fondamentali quali la psicologia e la pedagogia non sono
presenti nel tradizionale corso di studi di conservatorio. L’argomento è cosa nota, i
programmi ministeriali non erano stati ancora aggiornati, ma fortunatamente è stato
scritto molto sull’insegnamento dello strumento ed è possibile documentarsi a dovere.
Nell’affrontare l’insegnamento della chitarra non possiamo non tenere conto del fatto
che lo strumento si presta ai più svariati generi musicali. Come non c’è un solo modo
di parlare allora non c’è un solo modo di suonare. Gli stili musicali sono diversificati
fra loro come sono diversificati i popoli: le persone, fortunatamente, sono tutte
differenti. Diversità di individui porta a diversità di apprendimento. La strada che
l’insegnante deve seguire non può non tenere conto della diversa natura di ogni
persona. Ci troveremo di fronte ad allievi dallo spiccato senso ritmico, ad allievi con
un orecchio musicale predisposto ma anche ad allievi poco portati alla pratica
musicale, vuoi per disinteresse vuoi per poco impegno. Per esperienza personale posso
affermare che l’insegnante, come il genitore, è in buona parte responsabile anch’egli
della crescita e della formazione del ragazzo. Tutti sono capaci di apprendere la
materia in relazione alle proprie capacità, è compito dell’insegnante capire quali sono
tali capacità e estrapolarle al massimo. Uno dei sistemi che adotto nel mio
insegnamento è un dialogo intenso con gli allievi sui temi più diversi, per entrare in
confidenza con loro e capirne gusti e modi di fare. Bisogna creare una comunicazione
a due sensi altrimenti non ci sarà possibilità di educazione. Nelle prime lezioni, infatti,
quando mi si presenta un allievo o una classe di allievi nuovi, cerco subito di
instaurare un rapporto di reciprocità fra me e loro per accrescere la fiducia degli allievi
nella nostra relazione e rendere quindi più efficace il mio insegnamento. Ritengo
importante inoltre non adottare strategie didattiche fisse e invariabili per tutti: il
metodo che adotto è quello di non usare un Metodo. Nelle prime lezioni bisogna
spiegare bene la postura e la corretta impostazione delle mani. Per questo aspetto mi
rifaccio all’insegnamento gilardiniano dell’impostazione, spiegando sempre le ragioni
delle mie proposte. Rendere evidente il perché di ogni principio è un’arma vincente, fa
! &*!
stimoli, crea socializzazione, dialogo, competizione e aiuta molto l’insegnante nel suo
lavoro. In queste occasioni si possono utilizzare degli arrangiamenti di ottimo effetto
anche semplicemente suddividendo le parti strumentali di un brano scelto. Distribuire
le parti di un pezzo a due o tre voci può essere il mezzo per far comprendere la
polifonia e per far eseguire musica più complessa o anche solo più gradevole. Il
docente deve essere come un sarto che cuce un vestito su misura. I ragazzi non
vogliono suonare musica distante dal loro tempo; capita spesso che essi richiedano di
imparare le colonne sonore tratte dai film o le nuove hit delle radio. In seguito a
richieste insistenti da parte di alcuni alunni, mi è capitato di arrangiare diversi brani
pop/rock da affiancare al normale programma del corso. Ho capito che la musica
d’insieme avvicina i ragazzi l’uno all’altro; tutti si aiutano, si confrontano e trovano
gratificazione nell’essere parte del gruppo e nel riuscire da subito a creare musica. Il
fare musica è la prima arma strategica per incentivare lo studio dello strumento.
Bisogna saper creare melodie inedite, trovarne di insolite e/o arrangiare brani e
melodie note anche assecondando i gusti dei ragazzi. Bisogna infine essere da subito
disposti a suonare con gli allievi, per incrementare il senso di reciproca collaborazione
nel lavoro collettivo, in modo da favorire una crescita sul piano della socialità oltre che
sul piano musicale, in sintonia con le più vaste finalità della scuola media.
! &#!
BIBLIOGRAFIA
Metodi Ottocento
- Carulli, F., Metodo complete op. 27 a (1810-11), reprint Spes, Firenze 1981
- Giuliani, M. Studio per la chitarra, Opera prima (1812), in The complete studies for
guitar, B.Jeffery, Tecla, London 2002
- Sor, F. Method for the Spanish guitar, Merrick, London 1832. Cfr. trad. it di
L.Kokkoliari, ed.Suvini Zerboni, Milano 1996-1997
- Aguado, D., Nuevo Método para Guitarra 1843, (Jeffery) reprint Chantarelle,
Heidelberg
Altri metodi di: G.Merchi, F.Molino, M.Carcassi, L.Legnani, J.K.Mertz
Metodi Novecento
- E.Pujol, Metodo Razionale (4 voll.). Basato sui principi della Scuola di Tarrega,
Ricordi
- A. Carlevaro, Serie didactica (quattro quaderni), Berry, Buenos Aires 1966-79
- C. Duncan, The Art of Classical Guitar Playing, USA, Summy-Birchard, 1980
- Gilardino A., La tecnica della chitarra – fondamenti meccanici, Berben, Ancona
1981
- Shearer, A. Learning the Classic Guitar, Mel Bay, Miami 1990
- Chiesa, R., Tecnica fondamentale della chitarra, voll. 3, S.Z., Milano
- Glise, A., Classical Guitar Pedagogy—A Handbook for Teachers University
textbook. Mel Bay Publications, 1997.
Altri metodi: M.Storti, B.Tonazzi, S.Tennant
Libri:
-E. Allorto/R. Chiesa/M. Dell’Ara/A. Gilardino, La chitarra, EDT, Torino 1990.
! &$!
Articoli da Il Fronimo:
-Antonio Borrelli, Appunti sulla didattica: la chitarra e i bambini, Fronimo n° 86
gennaio 1994
-Elio Galvagno, Il metodo Suzuki e la chitarra, Fronimo n° 87 aprile 1994
-Elio Galvagno, Il metodo Suzuki e la chitarra (II), Fronimo n° 88 luglio 1994
-Davide Donelli, Una chitarra, molte culture, Fronimo n° 89 gennaio 1994
-Alberto La Rocca, Didattica della chitarra: Riflessioni sull'avvio alla pratica
strumentale, Fronimo n° 90 gennaio 1995
-Claudio Lagomarsini, Il metodo Kodály e la chitarra, Fronimo n° 91 aprile 1995
Partiture da Guitart:
-Giorgio Signorile, Dolce Inverno per Ensemble di cinque chitarre, n° 60
ottobre/dicembre 2010.