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2a Domenica dopo Natale (05/01/2014)

Vangelo: Gv 1,1-18 (forma breve Gv 1,1-5.9-14)


Otto giorni dopo ancora Natale. La liturgia ripropone il prologo di Giovanni.
Continuare il Natale non un semplice ricordo di un importante evento. La nascita di Ges
interroga ancora, deve anzi continuare ad interrogarci. C' un'esigenza diffusa di rinascita;
tutti ne sentiamo il bisogno. Non possibile che le cose continuino come sono. Eppure
continuiamo a dire che impossibile cambiare le cose e ancor pi difficile trasformare il
cuore degli uomini. Il Vangelo del Natale ci dice che si pu rinascere. Apriamo il nuovo
anno con la prima pagina del Vangelo di Giovanni: "In principio era il Verbo". "In principio",
vuol dire "al fondamento", all'origine, alla sorgente della vita.
La Chiesa ci invita a porre all'inizio di questo anno la Parola evangelica. Questo
vuol dire rinascere: ripartire dal Vangelo. Se non c' il Vangelo a fondamento delle nostre
giornate, sar vano il nostro impegno perch saremo privi della luce che venuta nel
mondo. E dobbiamo crescere con il Vangelo, ascoltandolo giorno dopo giorno,
sfogliandolo pagina dopo pagina per ascoltarlo e metterlo in pratica. Cos diventiamo
contemporanei del Vangelo. Le domeniche ci aiuteranno in questo cammino assieme al
Signore. Lo seguiremo nell'Epifania, nel suo Battesimo, nella crescita a Nazareth, nella
sua missione per le citt e i villaggi della sua terra, nella sua passione, morte e
resurrezione. Da Natale in avanti il Verbo, la Parola evangelica, deve divenire carne della
nostra vita. Per mezzo di essa, infatti, Dio compie la sua opera, la sua storia di salvezza in
noi e nel mondo. La salvezza non una idea ineffabile: Dio si mostra con la
comprensibilit della parola. E non neppure nell'astratto: la parola di Dio si manifesta
nella carne, nella vita. Potremmo dire che la parola evangelica chiede di esser veduta,
deve divenire fatto, vita concreta. Non a caso i pastori esclamarono: "Andiamo fino a
Betlemme, vediamo questa parola che il Signore ci ha fatto conoscere" (Luca 2,15).
Quella parola, che era fin da principio, in quella notte divenne carne di un bambino.
Il vocabolo "carne", oltre ad indicare visibilit e concretezza, evoca la condizione di
fragilit dell'uomo, manifesta la sua debolezza. Questa la legge dell'incarnazione che
diviene la via anche della rinascita di ognuno di noi. Come si diventa figli di Dio?
L'evangelista scrive: "A quanti per l'hanno accolto ha dato il potere di divenire figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, n da volere di carne, n da
volere di uomo, ma da Dio sono stati generati". Si diventa figli di Dio accogliendo il
Vangelo. E si cresce manifestando, nella povert e nella modestia della propria vita, che le
pagine evangeliche divengono la carne del nostro vivere.
Mons. Vincenzo Paglia

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