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PONTIFICIA UNIVERSITA GREGORIANA

Anno Accademico 2008/2009 Secondo Semestre

Forum Internazionale Azione Cattolica (FIAC)


Azione Cattolica Italiana (ACI)
In collaborazione con Comunit di Vita Cristiana (CVX)
Con il Patrocinio del Pontificio Consiglio per i Laici (PCL)

Corso KP 0036 Uomini e donne che aiutano il Vangelo


Laici corresponsabili nella Chiesa
prof.ssa stella morra

24 aprile 2010

DallApostolicam Actuositatem
20. Da diversi decenni i laici sono andati consacrandosi sempre pi all'apostolato in molte nazioni e si
sono raccolti in forme varie di attivit e di associazioni che, in unione particolarmente stretta con la
gerarchia, si sono occupate e si occupano di fini propriamente apostolici. Tra queste o anche altre simili
del passato, sono soprattutto da ricordare quelle che, pur seguendo diversi metodi, hanno prodotto
abbondantissimi frutti nel regno di Cristo e, meritatamente raccomandate e promosse dai romani
Pontefici e da molti vescovi, hanno avuto da essi il nome di Azione cattolica e spessissimo sono state
descritte come collaborazione dei laici all'apostolato gerarchico.
Queste forme di apostolato, si chiamino esse Azione cattolica o con altro nome, esercitano oggi un
apostolato prezioso. Esse sono costituite dal concorso delle seguenti note caratteristiche prese tutte
insieme:
a) Fine immediato di tali organizzazioni il fine apostolico della Chiesa, cio l'evangelizzazione e
la santificazione degli uomini e la formazione cristiana della loro coscienza, in modo che riescano
ad impregnare dello spirito evangelico le varie comunit e i vari ambienti.
b) I laici, collaborando con la gerarchia secondo il modo loro proprio, portano la loro esperienza e
assumono la loro responsabilit nel dirigere tali organizzazioni, nel ponderare le circostanze in cui
si deve esercitare l'azione pastorale della Chiesa e nella elaborazione ed esecuzione del loro
programma di azione.
c) I laici agiscono uniti a guisa di corpo organico, affinch sia meglio espressa la comunit della
Chiesa e l'apostolato riesca pi efficace.
d) Questi laici, sia che si offrano spontaneamente, o siano invitati all'azione e alla cooperazione
diretta con l'apostolato gerarchico, agiscono sotto la superiore direzione della gerarchia
medesima, la quale pu sancire tale cooperazione anche per mezzo di un mandato esplicito.
Le organizzazioni in cui, a giudizio della gerarchia, si trovano tutte insieme queste note, si devono
ritenere Azione cattolica, anche se, per esigenze di luoghi e di popoli, prendono varie forme e nomi. Il
sacro Concilio raccomanda vivamente queste istituzioni, che certamente in molti paesi rispondono alle
necessit dell'apostolato della Chiesa; invita i sacerdoti e i laici che lavorano in esse a tradurre sempre
pi in atto le note sopra ricordate e a cooperare sempre fraternamente nella Chiesa con tutte le altre
forme di apostolato.

DallEvangelii Nuntiandi
73. Cos acquista tutta la sua importanza la presenza attiva dei laici nelle realt temporali. Non bisogna
tuttavia trascurare o dimenticare l'altra dimensione: i laici possono anche sentirsi chiamati o essere
chiamati a collaborare con i loro Pastori nel servizio della comunit ecclesiale, per la crescita e la vitalit
della medesima, esercitando ministeri diversissimi, secondo la grazia e i carismi che il Signore vorr loro
dispensare. Non senza provare nel Nostro intimo una grande gioia osserviamo una legione di Pastori, di
religiosi e di laici i quali, appassionati della loro missione evangelizzatrice, cercano modi sempre pi
adatti di annunziare efficacemente il Vangelo. Noi incoraggiamo l'apertura che, in questa linea e con
questa sollecitudine, la Chiesa sta oggi realizzando. Innanzitutto apertura alla riflessione, poi a ministeri
ecclesiastici capaci di ringiovanire e di rafforzare il suo dinamismo evangelizzatore. Certamente, accanto
ai ministeri ordinati, grazie ai quali alcuni sono annoverati tra i Pastori e si consacrano in maniera
particolare al servizio della comunit, la Chiesa riconosce il ruolo di ministeri non ordinati ma adatti ad
assicurare speciali servizi della Chiesa stessa.

Dal discorso del Santo Padre Paolo VI


ai partecipanti allAssemblea Nazionale dellAzione Cattolica Italiana
Luned, 25 aprile 1977
Su di un secondo punto vogliamo richiamare la vostra attenzione: la particolare rilevanza dellAzione
Cattolica che, in quanto collaborazione dei laici allapostolato gerarchico della Chiesa, ha un posto non
storicamente contingente, ma teologicamente motivato nella struttura ecclesiale. Dopo quanto ne ha

detto il Concilio (Cfr. Apostolicam Actuositatem, 20; Ad Gentes, 15) e quel che noi stessi avemmo
occasione di sottolineare nella nostra Esortazione Apostolica Evangelii Nuntiandi (Cfr. PAULI PP. VI
Evangelii Nuntiandi, 73) il ruolo specifico dellAzione Cattolica nel disegno costituzionale e nel programma
operativo della Chiesa non pu essere sottovalutato. Essa chiamata a realizzare una singolare forma
di ministerialit laicale, volta alla plantatio Ecclesiae e allo sviluppo della comunit cristiana in stretta
unione con i ministeri ordinati. Per meglio rispondere a questa sua funzione specifica essa dovr curare
con particolare impegno le strutture associative, mediante le quali non solo si esprime e si attua il
principio di obbedienza, che valore irrinunciabile, ma si rende possibile quella programmazione delle
attivit e degli interventi, che sola, in via normale, assicura una incidenza di rilievo sullambiente. Il
criterio associativo, del resto, se inteso rettamente e applicato con saggezza, non solo non soffoca, ma
stimola anzi la responsabile iniziativa dei singoli e la sagace percezione delle istanze emergenti dalle
situazioni concrete, ed offre anche gli strumenti validi per una risposta adeguata.

Dalla Christifideles Laici


Criteri di ecclesialit per le aggregazioni laicali
30. E' sempre nella prospettiva della comunione e della missione della Chiesa, e dunque non in contrasto
con la libert associativa, che si comprende la necessit di criteri chiari e precisi di discernimento e di
riconoscimento delle aggregazioni laicali, detti anche criteri di ecclesialit.
Come criteri fondamentali per il discernimento di ogni e qualsiasi aggregazione dei fedeli laici nella Chiesa
si possono considerare, in modo unitario, i seguenti:
-Il primato dato alla vocazione di ogni cristiano alla santit, manifestata nei frutti della grazia
che lo Spirito produce nei fedeli(109) come crescita verso la pienezza della vita cristiana e la
perfezione della carit(110). In tal senso ogni e qualsiasi aggregazione di fedeli laici chiamata
ad essere sempre pi strumento di santit nella Chiesa, favorendo e incoraggiando una pi
intima unit tra la vita pratica dei membri e la loro fede(111).
-La responsabilit di confessare la fede cattolica, accogliendo e proclamando la verit su Cristo,
sulla Chiesa e sull'uomo in obbedienza al Magistero della Chiesa, che autenticamente la
interpreta. Per questo ogni aggregazione di fedeli laici dev'essere luogo di annuncio e di proposta
della fede e di educazione ad essa nel suo integrale contenuto.
-La testimonianza di una comunione salda e convinta, in relazione filiale con il Papa, perpetuo e
visibile centro dell'unit della Chiesa universale(112), e con il Vescovo principio visibile e
fondamento dell'unit(113) della Chiesa particolare, e nella stima vicendevole fra tutte le forme
di apostolato nella Chiesa(114).
La comunione con il Papa e con il Vescovo chiamata ad esprimersi nella leale disponibilit ad
accogliere i loro insegnamenti dottrinali e orientamenti pastorali. La comunione ecclesiale esige,
inoltre, il riconoscimento della legittima pluralit delle forme aggregative dei fedeli laici nella
Chiesa e, nello stesso tempo, la disponibilit alla loro reciproca collaborazione.
- La conformit e la partecipazione al fine apostolico della Chiesa, ossia l'evangelizzazione e la
santificazione degli uomini e la formazione cristiana della loro coscienza, in modo che riescano a
permeare di spirito evangelico le varie comunit e i vari ambienti(115).
In questa prospettiva, da tutte le forme aggregative di fedeli laici, e da ciascuna di esse,
richiesto uno slancio missionario che le renda sempre pi soggetti di una nuova evangelizzazione.
- L'impegno di una presenza nella societ umana che, alla luce della dottrina sociale della Chiesa,
si ponga a servizio della dignit integrale dell'uomo.
In tal senso le aggregazioni dei fedeli laici devono diventare correnti vive di partecipazione e di
solidariet per costruire condizioni pi giuste e fraterne all'interno della societ.
I criteri fondamentali ora esposti trovano la loro verifica nei frutti concreti che accompagnano la vita e le
opere delle diverse forme associative quali: il gusto rinnovato per la preghiera, la contemplazione, la vita
liturgica e sacramentale; l'animazione per il fiorire di vocazioni al matrimonio cristiano, al sacerdozio
ministeriale, alla vita consacrata; la disponibilit a partecipare ai programmi e alle attivit della Chiesa a
livello sia locale sia nazionale o internazionale; l'impegno catechetico e la capacit pedagogica nel
formare i cristiani; l'impulso a una presenza cristiana nei diversi ambienti della vita sociale e la creazione
e animazione di opere caritative, culturali e spirituali; lo spirito di distacco e di povert evangelica per
una pi generosa carit verso tutti; la conversione alla vita cristiana o il ritorno alla comunione di
battezzati lontani.

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