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Tsipras: La scommessa di Syriza come

quella del Brasile di Lula


Teodoro Andreadis Synghellakis, greco ma quasi dalla nascita residente in Italia dove i suoi genitori
si erano rifugiati durante la dittatura, ha scritto un libro Alexis Tsipras. La mia sinistra che
contiene una assai interessante intervista con il leader di Siryza che qui si sofferma soprattutto sulla
natura del nuovo partito che la sinistra greca ha saputo darsi.
La prefazione al volume che sar nelle librerie da gioved 15 di Stefano Rodot e contiene
anche i giudizi di un certo numero di protagonisti della politica italiana. Ve ne diamo, in anteprima,
alcuni stralci.
Il rafforzamento della sinistra ancora un processo in divenire?
Dovremo sempre tenere a mente che abbiamo lobbligo di suscitare tra i nostri sostenitori una presa
di coscienza sempre pi democratica, radicale, progressista. Non possiamo permetterci il lusso di
ignorare il fatto che gran parte della societ greca, e anche una percentuale di nostri sostenitori,
abbiano assorbito idee conservatrici; che c stato un tipo di progresso il quale aveva come punto di
riferimento la conservazione.
Dobbiamo, inoltre, separare il significato che ha un governo della Sinistra, da un rischio di abuso di
potere da parte della Sinistra. Il potere una cosa pi complessa, che non viene esercitata solo da
chi governa. qualcosa che ha a che fare anche con le strutture sociali, con chi controlla i mezzi di
produzione. Noi rivendicheremo il governo del paese, cos da poter dare avvio da una posizione di
forza a quella grande battaglia ideologica e anche sociale che porter a cambiamenti e trasformazioni i quali daranno il potere alla maggioranza dei cittadini, sottraendolo alla minoranza.
Ma la gente deve comprendere bene che il fatto che Syriza andr al governo non significa automaticamente che il potere passer al popolo. Significa, invece, che inizier un processo di lotta, un
lungo cammino che porter anche a delle contrapposizioni un cammino non sempre lineare ma
che verr sicuramente caratterizzato dal continuo sforzo di Syriza per riuscire a convincere delle
forze ancora pi vaste, per accrescere la sua dinamica maggioritaria ed il consenso verso il suo programma, con lappoggio di forze sociali sempre pi ampie.
Tutto questo, per riuscire a compiere passi in avanti assolutamente necessari. Sto descrivendo un
cammino che in questo periodo, seguono molti partiti e governi di sinistra in America Latina, anche
se mi rendo conto che, in parte, si tratta di una realt che pu risultare estranea alla quotidianit
europea.
So bene che la grande domanda che provoca un interesse cosi forte nei nostri confronti, come tutto
ci potr diventare realt nel contesto della globalizzazione e allinterno dellUnione Europea, visto
che la Grecia non un giocatore solitario.
Si tratta di una realt che negli ultimi anni pone anche delle forti limitazioni, dal punto di
vista economico
Assolutamente. Ed per questo, tuttavia, che io credo che la conditio sine qua non perch Syriza
possa continuare a seguire un cammino fruttuoso, che riesca a conquistare, da una parte il consenso della maggioranza della societ greca e dallaltra, a garantirsi un appoggio maggioritario
anche in tutta Europa.

chiaro che la priorit, in questo momento, non il socialismo, ma proprio la fine dellausterit ()
Il fatto che gli elettori di Syriza provengano sia dallarea comunista che da quella del centro progressista una risorsa o un problema?
Credo che Syriza sia riuscito ad arrivare dal 4% al 27% perch abbiamo avuto la capacit politica di
individuare in modo molto veloce i cambiamenti politici e sociali che hanno provocato la crisi.
Intendo lo sbriciolamento, la distruzione dei soggetti sociali causata dalla politica dei memorandum.
Allo stesso tempo, abbiamo offerto una via di uscita politica a tutti i cittadini che avevano lesigenza
di potersi esprimere per fermare questo processo di distruzione. Ci siamo trovati, quindi, in modo
quasi violento, repentino, dal 4% al 27%, e questa violenza ci mette ancora alla prova, perch ci
costringe, comunque, a cambiare orientamento. Abbiamo avuto listinto di comprendere, esprimere
e rappresentare gli interessi dei gruppi sociali che erano rimasti senza alcuna rappresentanza politica, senza una casa, ma devo confessare che non avevamo la cultura propria di un partito che rivendica il potere.
Ceravamo schierati, ritrovati tutti a Sinistra anche io, ovviamente avevamo accettato e sostenuto
un modo di vita, che aveva a che fare, principalmente, con la resistenza, con la denuncia ed un
approccio teorico tendente ad una societ altra.
Non ceravamo confrontati, per, con il bisogno pratico di aggiungere ogni giorno un piccolo mattone per poter costruire questa societ di cui parlavamo, specie in un momento difficile come quello
che stiamo vivendo.
Se domani Syriza sar chiamata a governare, sar obbligata ad affrontare una situazione sociale,
una realt drammatica: la disoccupazione reale al 30%, una povert diffusa, una base produttiva praticamente distrutta. E si tratter fuor di dubbio di una scommessa enorme, anche questa di portata storica.
Si potrebbe dire che sar una scommessa simile a quella del Brasile di Lula, quando venne eletto
presidente.
Noi, intendo la Sinistra nel suo complesso, dobbiamo cercare (senza trovarci nella difficilissima posizione e nel ruolo del capro espiatorio), di riuscire a mantenere la coesione dei gruppi sociali,
allinterno di un progetto di ricostruzione produttiva, di democratizzazione e di uscita dalla crisi. Ed
unimpresa molto difficile.

Guardando tutto ci anche da fuori, si pu guardare in questo momento a Syriza quasi


come ad un caso unico, dal momento che non appartiene alla famiglia della socialdemocrazia, non si identifica nelle posizioni dei partiti tradizionalmente comunisti e sta cer-

cando di tracciare una strada nuova, creando un spazio nuovo tra queste due grandi famiglie. Si potrebbe parlare di un esperimento che cerca di riformare le posizioni della Sinistra, tenendo insieme, appunto, i suoi punti forti e il bisogno di modernit?
Possiamo dire che cosi, ma si tratta di un processo che iniziato da met degli anni Novanta,
quando in Grecia stata creata la Coalizione della Sinistra e del Progresso, Synaspisms. Parliamo
del periodo in cui, in Europa, una serie di partiti post comunisti dopo la caduta del Muro di Berlino
cercavano di apporre il loro tratto ideologico e politico, andando oltre i confini della socialdemocrazia e della strada seguita sino ad allora dai partiti di area comunista. in quel periodo che si
formato anche il Partito della Sinistra Europea che comprendeva e continua a comprendere anche
alcuni partiti comunisti. Sono dei partiti, tuttavia, che hanno compiuto una seria autocritica riguardo
al periodo stalinista ed hanno rinnovato il loro modo di interpretare ed elaborare la realt. Tra
i membri del Partito della Sinistra Europea, ovviamente, ci sono anche forze come Syriza, la coalizione in cui si trasformato Synaspisms.
Analizzando la cosa, qualcuno potrebbe dire che questo tratto ideologico riuscito a raggruppare
delle forze appartenenti a una Sinistra indebolita ed in disfacimento, che non riusciva a superare il
6 o 7%. Ora, per, Syriza sta rivendicando la guida della Grecia, il governo del paese. Io vedo come
una cosa estremamente positiva il fatto che il nostro sia un partito giovane ma con alle spalle, tuttavia, una lunga tradizione. Le sue radici affondano nel secolo passato, ma quello che abbiamo,
appunto, un partito giovane.
Altrettanto positivo il fatto che non appartenga al blocco di forze le quali continuano a seguire
lortodossia comunista, e che non faccia parte della famiglia socialdemocratica.
Stiamo parlando, ovviamente, di una socialdemocrazia che oggi parte integrante della crisi in atto
e che ha una grande responsabilit per lo stato in cui si venuta a trovare lEuropa.
una socialdemocrazia geneticamente modificata, che ha adottato quasi tutti i credo neoliberisti.
In questo senso, quindi, potremmo dire che tanto Syriza quanto gli altri partiti della nuova Sinistra
dellEuropa non portano sulle spalle il peso dei peccati originali di alcune forze che appartengono
alla nostra tradizione. Contemporaneamente, non sono neanche responsabili dei grandi delitti perpetrati dalla socialdemocrazia nel periodo che stiamo vivendo.
Siamo in grado, cio, di offrire una prospettiva pi ampia, di catalizzare ed unire forze ancora maggiori, rispetto a quelle raggruppate, tradizionalmente, dalle forze del blocco socialista.
A chi solito sottolineare che siamo un partito filoeuropeo il quale comprende la situazione che si
venuta a creare con la realt data della globalizzazione ma non apparteniamo a nessuna grande
famiglia politica dellEuropa, vorrei ricordare questo: nel 1981, anche il Partito Socialista del Pasok,
di Andreas Papandreou, si trovava esattamente nella nostra stessa situazione: non apparteneva, in
realt, n allInternazionale Socialista, n ai partiti socialdemocratici e neanche alla sinistra
socialista.
2015 IL NUOVO MANIFESTO SOCIET COOP. EDITRICE

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