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PAZIENTI OSPEDALIZZATI
RESIDENTI IN CASE DI CURE O ISTITUTI GERIATRICI
PAZIENTI ESTERNI IN ACCESSO A VISITE PRIVATE
RESIDENTI A CASA
++
A
N
E
M
I
A
+/-
Tabella 1_ Prevalenza dell' anemia nelle varie sottopopolazioni di soggetti anziani
29
QUALI SONO LE PRINCIPALI CAUSE
DI ANEMIA NELL'ANZIANO?
Le cause dell'anemia nelle persone anziane,
riportate in un recente studio del NHANES III,
possono essere raggruppate in tre grandi
gruppi: 1)anemia da carenza nutrizionale; 2)
anemia da infiammazione cronica; 3) anemia da
causa ignota. (Tabella 3)
La determinazione eziologica dell'anemia
nella popolazione anziana pu risultare
difficoltosa, con necessit di approfondimenti
diagnostici (es. aspirato midollare), per la
presenza di comorbidit richiedenti spesso
l'assunzione di svariati farmaci. In ogni caso, e
pi spesso che nei giovani, l' anemia
dell' anziano spesso multifattoriale;
malnutrizione, sanguinamenti con conseguente
PREVALENZA ANEMIA (%)
VARIABILI
UOMINI
DONNE
Valore albumina
< 3,5 g/dl
> 3,5 g/dl
61,5
13,9
48,8
11,2
Valore cr eatinina
> 1,5 mg/dl
< 1,5 mg/dl
27,3
12
29,9
11
Razza
nera
bianca
36,4
14,3
30,3
11,6
Istituzionalizzazione
si
no
26,4
14,5
19,8
12
Precedenti
ospedalizzazioni
si
no
21
13,5
19,4
11,1
Tabella 2_ Variabili che influenzano la prevalenza dell'anemia nella popolazione anziana
EZIOLOGIA
% ANEMIA
1.CARENZA NUTRIZIONALE: 34%
Folati e/o B12 14%
Ferro con o senza folati/B12 20%
2.MALATTIA CRONICA 32%
Malattia cronica renale 8%
Malattia cronica 20%
Malattia cronica renale + malattia cronica 4%
3.IDIOPATICA (da causa ignota) 34%
Sindrome mielodisplastica 9%
30
Tabella 4_Deficit di cobalamina nella popolazione anziana: definizione
oppure
Livelli di cobalamina sierica < 150 pmol/l
- e livelli di omocisteina sierica > 13 mol/L
-
o livelli di acido metilmalonico > 0,4 mol/L (in assenza di
insufficienza renale o deficit di vitamina B6 e folati)
ivelli di cobalamina sierica < 150 pmol/L in due separati rilievi
L
spesso non viene riconosciuto o indagato per le
manifestazioni cliniche piuttosto sfumate di
presentazione. La potenziale seriet delle
complicanze legate alla sua riduzione (in
par t i col ar e quel l e neur ol ogi che ed
ematologiche) rende per imprescindibile il
dosaggio di questo fattore nella persona anziana.
Studi epidemiologici hanno mostrato una
prevalenza del deficit di cobalamina pari al 12%
nella popolazione anziana residente in comunit
mentre questa percentuale si alza fino al 30-40%
nei pazienti anziani ospedalizzati o con
comorbidit associate.
Definizione
Il deficit di cobalamina si stabilisce in base alla
determinazione dei valori sierici di cobalamina e
di due suoi metaboliti, l'omocisteina e l'acido
metilmalonico. Livelli elevati di omocisteina
(iperomocisteinemia) possono anche essere
causati da un deficit di folati e vitamina B6 e
quindi prima di porre diagnosi di anemia da
carenza di vitamina B12 necessario dosare
questi due fattori. I valori cutoff dei livelli di
cobalamina sierica sono stati ottenuti
confrontando pazienti con complicanze note con
pazienti senza complicazioni, nelle varie fasce di
et. La definizione attualmente pi utilizzata di
deficit di cobalamina per i soggetti anziani
riportata nella Tabella 4.
(56,57)
Cobalamina: metabolismo e funzione
Il metabolismo della cobalamina
complesso e richiede molti passaggi ognuno dei
quali, se alterato, pu condurre ad una situazione
di carenza di tale vitamina (Figura 8).
L'organismo umano non in grado di
deficit marziale, patologie croniche, infezioni,
neoplasie, possono coesistere rendendo in tal
modo pi difficile il percorso diagnostico.
(54
1. ANEMIA DA CARENZA
NUTRIZIONALE
La valutazione dello stato nutrizionale del
paziente riveste un ruolo importante nella
definizione della causa di anemia dell'anziano e
troppo spesso il riconoscimento di una
situazione di malnutrizione viene sottostimato.
Lo stato nutrizionale di una persona viene
definito sulla base della determinazione di
alcuni parametri laboratoristici quali: albumina
sierica, transferrina, ferritina, percentuale
saturazione della transferrina, colesterolo,
colinesterasi, vitamina B12, acido folico, zinco,
conta assoluta dei linfociti.
In situazioni di comorbidit alcuni di questi
tests di laboratorio possono essere interpretati
non adeguatamente, come ad esempio il valore
della ferritina sierica in caso si concomitante
patologia infiammatoria. La malnutrizione, pi
spesso presente negli anziani ospedalizzati, pu
riflettere una situazione di solitudine,
depressione, inadeguata dentizione, perdita
dell'appettito e pu essere secondaria a malattie
sistemiche o deficit cognitivi. Una maggiore
attenzione allo stato nutrizionale del paziente
ed eventualmente agli interventi da applicare
per migliorarlo, dovrebbe essere rivolta gi dal
primo approccio all'anziano anemico.
(55)
DEFICIT DI VITAMINA B12
Il deficit di vitamina B12 o cobalamina si
verifica frequentemente nei soggetti anziani ma
31
1) La cobalamina (Cbl) introdotta con il cibo animale entra
nello stomaco legata a proteine (P) specifiche. 2) La pepsina e
l'acido cloridrico dello stomaco distaccano la proteina P e
rilasciano la cobalamina libera. La maggior parte della
cobalamina libera si lega alla proteina R che rilasciata dalle
cellule parietali dello stomaco e dalle ghiandole salivari. Il
fattore intrinseco (FI) anch'esso secreto nello stomaco ma il
suo legame con la cobalamina debole in presenza del fattore
salivare e gastrico R. 3) Nel duodeno gli enzimi pancreatici
degradano la proteina R favorendo il rilascio della
cobalamina. 4) La cobalamina lega il FI ed il complesso Cbl-
FI prosegue lungo il tenue fino all'ileo distale dove, sui
microvilli della mucosa ileale, sono localizzati i recettori del
FI. 5) Il legame con il recettore comporta l'endocitosi del
complesso con rilascio endocellulare della cobalamina e
riciclaggio del recettore. 6) La cobalamina si lega quindi a
proteine di trasporto specifiche note come transcobalamina I,
II e III (TCI, TCII, TCIII). La TCII, sebbene sia la meno
rappresentata tra le transcobalamine (10%), la pi
importante perch in grado di trasportare la cobalamina in
tutte le cellule dell'organismo. 6) La cobalamina attraverso il
sistema portale entra in circolo e trasportata in tutte le cellue.
7) All'interno di ogni cellule il complesso Cbl-TCII viene
endocitato e la Cbl viene liberata e convertita nelle due forme
coenzimatiche, metilcobalamina e adenosilcobalamina.
Figura_8 Fasi del metabolismo cobalamina
BOCCA R ghiandole salivari
Cbl
(1)
P
ESOFAGO
Cbl-P
STOMACO IF
P Cbl
R (2)
DUODENO Cbl-R
pancreas
(3)
R CbL IF
ILEO
CbL-IF recettore FI
( microvilli mucosa)
(4)(5)
SISTEMA PORTALE
Cbl-TCI, Cbl-TCII, Cbl-TCIII (6)
INTERNO CELLULE
adenosilcobalamina Cbl metilcobalamina
Membrana plasmatica
Cbl III
Recettore TCII
TCII
Cobalamina
Cbl III
lisosoma
Cbl III
Degradazione TC II
TCII TCII
Cbl II
Cbl I
Cbl I
Cbl II
Cbl III
reduttasi
Mitocondrio
reduttasi
Metilmalonil CoA Succinil CoA
AdoCbl
reduttasi
Metionina
Omocisteina
H4PteGlu
MeCbl
5-CH3H4PteGlu
Citoplasma
Metionina Sintetasi
La Cobalamina (Cbl), legata alla proteina di trasporto transcobalamina II (TCII), entra nella cellula attraverso un
meccanismo di endocitosi mediato dal recettore della transcobalamina II. Gli enzimi lisosomiali degradano la TCII,
liberando in tal modo la cobalamina. La Cobalamina III (Cbl III) rappresenta la forma pi ossidata di cobalamina, e la
cobalamina II (Cbl II) e la cobalamina I (Cbl I) costituiscono le forme ridotte. Nel mitocondrio la cobalamina
convertita in Adenosilcobalamina (AdoCbl), un enzima coinvolto nella conversione del metilmalonil-CoA (MM-CoA)
in succinil-CoA. Nel citoplasma la cobalamina funziona come un coenzima nelle reazioni catalizzate dalla metionina
sintetasi. (PteGlu=acido folico, MeCbl=metilcobalamina.
Figura 9.A_ Uptake cellulare della cobalamina e sua processazione
32
Figura 9. B_ Vie enzimatiche intracellulari che richiedono la cobalamina
Acido folico
Tetraidrofolato
5-Metil -tetraidrofolato
5,10 -Metilentetraidrofolato
NADPH
+
H
+
NADP
+
COBALAMINA I
Membrana plasmatica
Metionina
Omocisteina
Cistationina
Cisteina
Vitamina B6
Cause di deficit di vitamina B 12
Nella popolazione anziana il deficit di
cobalamina principalmente causato dal
malassorbimento della vitamina legata al cibo
(food-cobal ami n mal absorpt i on) e
dall'anemia perniciosa; i deficit alimentari
(dieta vegetariana), il malassorbimento
intestinale e le deficienze congenite di enzimi
coinvolti nel metabolismo della vitamina sono
sicuramente pi rari (Figura 10).
(59)
Food-cobalamin malabsorption(FCM)
La sindrome da malassorbimento del
complesso cibo-cobalamina (food-cobalamin
20%
5%
70%
4% 1%
Anemia perniciosa
Deficit alimentare
"Food-cobalamin
malabsorption"
Malassorbimento
intestinale
Deficienze congenite
enzimatiche
malabsorption), descritta per la prima volta nel
1995, caratterizzata dall'incapacit di
rilasciare la cobalamina legata alle proteine
animali del cibo (proteina P) o alle proteine di
trasporto intestinali (proteina R), soprattutto in
presenza di ipocloridria, con assorbimento
inalterato della cobalamina libera. Come molti
studi hanno mostrato, questa sindrome viene
definita sulla base di un documentato deficit di
cobalamina in presenza di un sufficiente
introito della vitamina con il cibo, di un test di
Schilling negativo (quest' ultimo, poco
utilizzato nella pratica clinica, viene
usualmente modificato nella sua applicazione)
e di fattori clinici predisponenti. (Tabella 5).
33
Figura_10 Cause di carenza di cobalamina nella popolazione anziana
CRITERI PER LA DEFINIZIONE FCM
Cobalamina sierica < 150 pmol/L
Test Shilling standard negativo (usando cianocobalamina libera marcata con
cobalto -58) o Test di Shilling modificato alterato (usando cobalamina rad ioattiva
legata alle proteine del cibo, es.uova, pesce)
Non deficit alimentare (introito con la dieta > 2g al giorno)
Non presenza di anticorpi anti-fattore intrinseco
CONDIZIONI CLINICHE ASSOCIATE
1. Patologie gastriche: gastrite atrofica, gastrite croni ca Helicobacter Pylori positiva,
gastrectomia parziale, bypass gastrico (negli obesi)
2. Insufficienza pancreatica esocrina
3. Iperproliferazione batterica, gastrica o intestinale, causata da: acloridria, infezione
HIV, sprue tropicale
4. Utilizzo prolungato di far maci: antiacidi (inibitori di pompa protonica o
antagonisti dei recettori H2) o biguanidi
5. Alcolismo
6. Idiopatica (correlata allet)
Tabella_5 Criteri di definizione della food-cobalamin malabsorption
La fisiopatologia della FCM determina una
deplezione molto lenta di cobalamina rispetto
ad altri stati morbosi dove vi una distruzione
del fattore intrinseco; questo verosimilmente
giustifica le manifestazioni cliniche ed
ematologiche pi lievi rispetto all'anemia
perniciosa.
(59,60)
Anemia perniciosa
L' anemi a perni ci osa una mal at t i a
autoimmune caratterizzata dalla distruzione
della mucosa gastrica (soprattutto a livello del
fondo) mediata da un processo citotossico
cellulo-mediato. Le secrezioni gastriche sono
meno acide, anche in presenza di valori di
gastrina aumentati, e contengono ridotti livelli
di fattore intrinseco. Nel plasma e nelle
secrezioni gastriche possibile identificare la
presenza di due tipi di autoanticorpi: quelli anti-
FI (specificit del 98% ma sensibilit del 50%)
e quelli anti-cellule parietali della mucosa
gastrica (sensibilit alta, > 90% ma specificit <
50%). Una moderata ipergastrinemia, dovuta
all'iperplasia delle cellule antrali G secondarie
all'ipocloridria, spesso associata all'anemia
perniciosa.
(61)
Deficit alimentare
La carenza alimentare di cobalamina molto
rara negl i i ndi vi dui sani dei paesi
industrializzati, compresa la popolazione
anziana (prevalenza < 5%). Pu riscontrarsi in
pazienti con una dieta rigidamente vegetariana
o in pazienti malnutriti, ospedalizzati o
ricoverati in istituti geriatrici. In ogni caso,
anche se presente, il deficit alimentare di
cobalamina non diventa sintomatico fino al
completo esaurimento delle riserve epatiche.
(62)
Malassorbimento
La gastrectomia totale o la resezione chirurgica
della porzione terminale dell'ileo potrebbero
cost i t ui r e del l e cause f r equent i di
malassorbimento di cobalamina nella persona
anziana ma sono diventate pi rare (< 5%)
principalmente per il decremento della
frequenza degli interventi chirurgici. La
gastrectomia totale comporta l'eliminazione
dell'unica sorgente di fattore intrinseco e
dell'acidit gastrica.
Altre cause di malassorbimento di cobalamina
includono patologie intestinali che comportano
un danno a livello della mucosa della porzione
la depressione, anche se non ne chiara la
correlazione. Spesso negli anziani il deficit di
B12 pu manifestrasi solo con complicazioni
neurologiche, in assenza di anemia, che possono
rimanere indeterminabili per molti anni
diventando irreversibili (e peggiorare con il
supplemento di acido folico!!!).
(58)
Processo diagnostico
Il processo di agnost i co ri vol t o al l a
determinazione del deficit di vitamina B12 si
avvale essenzialmente di approcci non invasivi;
solo occasionalmente, in presenza di valori di
cobalamina sierica equivoci e dopo aver eseguito
il dosaggio dell'omocisteina sierica e dell'acido
metilmalonico, l'esecuzione dell'aspirato
midollare risulta importante per formulare la
diagnosi corretta. In tutte le persone con et
superiore a 65 anni che sono malnutrite, o
ricoverate in ospedale o in insituti di cura o che
presentino delle manifestazioni neurologiche od
ematologiche tipiche da carenza di B12,
imprescindibile la misurazione del livello sierico
di cobalamina.(Figura 11).
(58)
terminale del tenue, sede elettiva di
assorbimento della vitamina B12, come la
malattia di Chron, la tubercolosi, alcuni
linfomi, l'amiloidosi, la malattia di Whipple, la
sclerodermia, la celiachia.
(63)
- Manifestazioni cliniche
Le manifestazioni cliniche principali correlate al
deficit di vitamina B12 sono elencate nella
Tabella 6. Esse variano da forme lievi e comuni,
come la macrocitosi e la neuropatia sensoriale, a
forme pi severe che includono l'anemia
emolitica e la degenerazione assonale. Le
manifestazioni cliniche tipiche sono la glossite
di Hunter, che causa una atrofia delle papille
linguali, e la sindrome neuroanemica.
Quest'ultima si caratterizza per la presenza di
anemia megaloblastica e progressiva sclerosi del
midollo spinale, che pu causare deficit sensitivi
e motori piramidali. Le conseguenze
neurologiche da deficit di cobalamina sembrano
essere pi frequenti nei pazienti che gi
presentano malattie neurologiche come la
demenza, la malattia di Alzheimer, il Parkinson,
SISTEMA
MANIFESTAZIONI
FREQUENZA
ematologiche
Macrocitosi;ipersegmentazione
neutrofili; indice reticolocitario
basso; magaloblastosi midollare
frequenti
Isolata trombocitopenia e
neutropenia; pancitopenia
rara
Anemia emolitica; microangiopatia
molto rara
neuropsichiatriche
Sclerosi combinata midollo spinale classica
Polineurapatia (in particolare
sensitiva); atassia; fenomeno
Babinskis
frequente
Sindrome cerebellare
rara
Alterazioni cognitive, depressione,
Parkinson
in corso di studio
digestive
Glossite Hunter; ittero; incremento
bilirubina (da eritropoiesi inefficace)
classica
Ulcere muco-cutanee ricorrenti
rara
34
Tabella_6 Manifestazioni cliniche principali da deficit di cobalamina
35
Deficit cobalamina: screening
tutti i pazienti anziani malnutriti
tutti i pazienti ricoverati in ospedale o case di cura
tutti i pazienti con manifestazioni neurologiche od emetologichetipiche da carenza di B12
Non altre indagini
NO
SI
Confermare la diagnosi di deficit cobalamina:
Dosaggio sierico cobalamina( omocisteina)
Cobalamina< 150pmol/L
Cobalamina> 150pmol/L
Non altre indagini
Presente un deficit alimentare?
NO SI
Trattamento E presente malassorbimento?
NO
Anemia perniciosa?
Determinazione anticorpi anti -FI
NO SI
Shilling test
Confermare diagnosi di
food-cobalamin malabsorption :
Test Shilling modificato
pos
neg
Trattamento
Trattamento
Sorveglianza
endoscopica
Possibili cause di malassorbimento :
Patologia porzione terminale intestino tenue
(malattia di Chron, Linfoma, Tubercolosi, Sclerodermia,
Amiloidosi , Celiachia, malattia Whipple)
Gastrectomia o resezione intestinale
Farmaci
Pancreatitecronica o pancreatectomia
SI
Trattamento
Figura_11 Algoritmo diagnostico per determinare il deficit di cobalamina
36
Via di somministrazione
Trattamento iniziale Mantenimento
Parenterale*
1000 g/die per 1 settimana
poi 1000 g/settimana per 1 mese
1000 g/mes e fino alla correzione
della causa del deficit; per tutta la
vita in caso di anemia perniciosa
Orale ^
1000 g/die per 1 mese
125-500 g/die in caso di deficit
alimentare o food-cobalamin
malabsorption;
1000 g/die in caso di anemia
perniciosa
Tabella 7_ Approcci terapeutici al deficit di cobalamina
Approccio terapeutico
Il trattamento classico del deficit di cobalamina
la somministrazione parenterale (usualmente
attraverso l'iniezione intramuscolare della
vitamina nella forma di cianocobalamina) o
orale.(Tabella 7) Di solito la crisi reticolocitaria
inizia dopo cinque giorni dall'inizio del
trattamento con un picco alla settima
giornata.
(58,64)
DEFICIT DI FOLATI
La forma metabolicamente attiva dell'acido
folico rappresentata dall'acido tetraidrofolico
che interviene in molteplici reazioni di
trasferimento di unit monocarboniose,
partecipando pertanto alla sintesi delle basi
puriniche. L'uomo non in grado di sintetizzare
i folati e dipende quindi dall'apporto
alimentare. Cibi ricchi di folati sono tutti i
vegetali, il fegato, la carne; occorre tuttavia
notare che la vitamina non legata a proteine
presenti nei vegetali viene distrutta dalla
cottura. Il fabbisogno giornaliero si aggira
intorno ai 100 mg mentre le riserve corporee
normalmente ammontano a 5-10 mg e vengono
consumate in caso di mancato assorbimento in
pochi mesi . L' assorbi ment o avvi ene
prevalentemente a livello del digiuno e dell'ileo
prossimale dove i folati poliglutammati
contenuti nei cibi vengono scissi nelle nelle
forme di monoglutammato.
Nella popolazione anziana il deficit di acido
folico si realizza principalmente in seguito a
*a prescindere dalla causa del deficit di cobalamina
^ nei casi di: carenza alimentare, food-cobalamin malabsorption, anemia perniciosa
carenze nutrizionali, malassorbimento e
riduzione delle scorte epatiche (legata
all'alcolismo e alla conseguente epatopatia
cronica). Spesso la carenza di folati si associa al
deficit di altre vitamine emoattive come la
vitamina B12, la riboflavina e la piridossina. Il
quadro clinico ed ematologico quello di
un'anemia megaloblastica, in genere meno
spiccata rispetto all'anemia perniciosa. Sono
presenti le turbe legate ai fenomeni di
disepitelizzazione del cavo orale, mentre
mancano le alterazioni neurologiche a meno
che non sia associato un deficit di B12.
Alcuni studi hanno messo in correlazione i
bassi livelli di acido folico, e il conseguente
incremento dell'omocisteina plasmatica, con un
declino progressivo delle funzioni cognitive
nella persona anziana. Sappiamo che il ruolo
(65)
dei folati nel metabolismo dell'omocisteina
risulta essere fondamentale; l'acido folico
richiesto per la conversione biochimica
dell'omocisteina in metionina (Figura 9B) e
l'aumento della concentrazione plasmatica di
omocisteina il primo segnale di carenza di
folati. E' stato ipotizzato che proprio
l'iperomocisteinemia, secondaria al deficit di
acido folico, possa determinare nelle persone
anziane delle alterazioni cerebrali con
aumentato rischio di sviluppare turbe della
sfera cognitiva, demenza e malattia di
Alzheimer; altri tesi sostengono che il deficit di
folati potrebbe indurre un danno cerebrale
indipendentemente dai livelli di omocisteina
37
plasmatica, attraverso meccanismi che
interferirebbero con la sintesi di importanti
neurotrasmettitori come la dopamina, la
serotonina, la noradrenalina. Ques'ultima
ipotesi giustificherebbe l'associazione tra bassi
livelli di acido folico e depressione, evidenziata
da alcuni autori soprattutto nelle donne. La
(66)
combinazione deficit di folati e deficit
cognitivo strettamente legata all'ambiente
familiare e sociale in cui vive il paziente
anziano.
Se l'invecchiamento costituisce di per s un
fattore di rischio per lo sviluppo di una carenza
di folati, la malnutrizione e la demenza
rappresentano due processi paralleli che si
aggravano l'uno con l'altro: gli anziani dementi
perdono progressivamente l'attenzione sui
propri bisogni primari, come l'alimentazione, e
lo stato nutrizionale inadeguato contribuisce al
peggi or ament o del l a demenza. La
somministrazione orale di acido folinico (5
mg/die per os fino a 10-15 mg/die in caso di
mal assor bi ment o) ed event ual ment e
l'integrazione della dieta con cibi ricchi di tale
sostanza dovrebbero essere attentamente
(67)
considerati nei soggetti anziani, soprattutto in
quelli inseriti in un contesto socio-economico
scadente.
DEFICIT MARZIALE
L'anemia da carenza marziale rappresenta la
seconda causa pi comune di anemia nella
popolazione anziana dopo quella da malattia
cronica. Usualmente si verifica in seguito ad
una perdita cronica di sangue dal tratto
gastroenterico secondaria alla presenza di
angiodisplasia, ulcera gastro-duodenale,
tumore del colon, diverticoli o all'assunzione
prolungata di farmaci anti-infiammatori non
steroidei (FANS). In alcuni casi l'inadeguato
apporto di ferro con la dieta (in soggetti
rigorosamente vegetariani o in casi di
malnutrizione) o il malassorbimento possono
contribuire all'insorgenza dell'anemia. Il deficit
i sol at o di assorbi ment o del ferro
estremamente raro; pazienti gastroresecati o
con estese resezioni digiunoileali possono
sviluppare uno stato carenziale come
conseguenza della riduzione della superficie
intestinale utile all'assorbimento del metallo.
Stati di ipocloridria possono ridurre la capacit
di assorbimento del ferro presente nei cibi come
altre condizioni, quali ptosi e ipotonia gastrica,
che alterano il chimismo gastrico.
La causa di gran lunga pi frequente di
carenza marziale nell'anziano rappresentata
comunque dalle perdite croniche che devono
essere attentamente indagate. La diagnosi di
anemia sideropenica dell'anziano deve pertanto
comportare una valutazione completa del tratto
gastroenterico come possibile fonte di
sanguinamento. Nel 20-40% dei pazienti la
perdita si localizza a livello del tratto superiore
ed secondaria alla presenza di ulcera peptica,
gastrite, ernia iatale, esofagite o carcinoma
gastrico. Il sanguinamento dal colon si verifica
nel 15-30% dei casi e frequentemente causato
da neoplasie del colon, polipi o angiodisplasia.
La fonte del sanguinamento pu rimanere
sconosciuta nel 10-40% dei casi.
(53,68)
La diagnosi si fonda sulle caratteristiche
cliniche corredate di alcune ricerche
fondamentali di laboratorio che rivestono una
notevole importanza nell'esatta determinazione
dello stato delle riserve di ferro dell'organismo e
del grado di alterazione dell'emopoiesi che ne
consegue. Il dosaggio della sideremia, della
transferrinemia, della capacit totale legante il
ferro (TIBC), della ferritinemia, il calcolo della
saturazione percentuale della transferrina,
unitamente all'analisi dell'emocromo e dei
principali indici eritrocitari, consentono di
riconoscere diverse fasi sequenziali nello
sviluppo dello stato di sideropenia che termina
nel quadro conclamato di anemia da carenza
marziale.(Tabella 8)
38
La determinazione del livello di ferritina
sierica (Tabella 9) il parametro pi efficace per
formulare la diagnosi di anemia sideropenica. Il
valore di ferritina sierica < 12 ng/ml
considerato diagnostico per carenza marziale
certa; un valore > 100 ng/ml ci permette
usualmente di escludere un deficit di ferro;
valori compresi tra 13 e 99 ng/ml rappresenta un
range di incerto significato in termini di riserve
marziali.
(54)
Recentemente il dosaggio del recettore sierico
della transferrina (sTfr) stato proposto come
sensi bi l e e al t er nat i vo f at t or e per
l' inquadramento del bilancio marziale
nell'anziano. Il sTfr iperespresso sulla
FERRITINA SIERICA
(g/L)
SENSIBILITA
(%)
SPECIFICITA
(%)
< 200 94 71
< 45 85 92
< 12 59 99
Tabella_9 Sensibilit e specificit del valore di ferritina sierica nella determinazione dell'anemia ferro carenziale
membrana cellulare dei proeritroblasti quando la
quantit di ferro che raggiunge la superficie delle
cellule diminuita (stato di carenza marziale) e
successivamente, dopo aver subito un processo
di proteolisi, viene rilasciato e liberato in circolo.
L'ammontare di sTfr inversamente
pr opor zi onal e al l e r i ser ve di f er r o
dell'organismo, pertanto elevati livelli (range
normale: 2,6-9,9 mg/L) sono predittivi di
carenza marziale. Il dosaggio di sTfr sierico
sembra rivestire un ruolo importante per la
diagnosi differenziale tra anemia sideropenica e
anemia da malattia cronica, proprio perch non si
modi f i ca i n pr esenza di uno st at o
infiammatorio.(Tabella 10)
Tabella_10 Test di laboratorio per la diagnosi differenziale tra anemia sideropenica e anemia da malattia cronica (ACD)
TESTS LABORATORIO
ANEMIA DA
MALATTIA CRONICA
(ACD)
ANEMIA
SIDEROPENICA
ACD
+
SIDEROPENIA
Sideremia
Capacit totale legante ferro
(TIBC)
normale o
% saturaz.transferrina
normale o
ferritina
normale o
recettori solubili transferrina
normali
diminuita; aumentata
NORMALE
(soggetto maschile)
CARENZA
MARZIALE
ANEMIA
SIDEROPENICA
Hb (g/dl)
15
normale
10
Hct (%)
40
normale
30
Eritrociti (milioni/l)
4,5
normale
4,2
Morfologia eritrociti
normale
normale
microcitosi
MCV (fl)
90
80-90
70
Sideremia (mg/dl)
80-150
ridotta
< 40
Transferrina totale (g/dl)
250-350
aumentata
400
Saturaz.transferrian (%)
20-50
ridotta
< 10%
Ferritinemia (ng/ml)
30-200
12-30
< 12
Ferro nei depositi
+
-
-
Tabella_8 Esempio delle principali caratteristiche ematologiche e biochimiche dello stato ferro-carenziale dell'organismo.
<
39
In particolare il livello sierico dei recettori
della transferrina espresso come rapporto tra
sTfr e log.della ferritina sierica (noto come
indice sTfr) costituisce il parametro pi
predittivo nella determinazione delle riserve di
ferro dell'organismo, spesso consentendo di
eliminare l'esecuzione dell'aspirato midollare,
manovra invasiva soprattutto per un soggetto
anziano. La maggiore limitazione al dosaggio
del sTfr l'attuale non routinaria e standardizzata
sua applicazione in tutti i laboratori.
(69,70)
Una diagnosi corretta di anemia sideropenica
deve comunque sempre tener conto dell'origine
della carenza marziale.Vanno sempre ricercati e
possibilmente corretti i disordini alimentari e
fondamentale risulta la ricerca del sangue
occulto nelle feci che va ripetuta nell'arco di
diversi giorni in quanto il sanguinamento pu
risultare intermittente. In caso di positivit si
dovr procedere accertando la fonte del
sanguinamento attraverso indagini strumentali
(endoscopia). Nella popolazione anziana la
(71,72)
di agnos i di f f er enzi al e vi ene pos t a
principalmente con l'anemia delle malattie
croniche e l'anemia da nefropatia.(Tabella 11)
Oltre ai comuni sintomi dell'anemia i pazienti
possono presentare dei segni clinici tipici della
carenza marziale quali perdita e fragilit dei
capel l i , fragi l i t , assot t i gl i ament o e
desquamazione delle unghie (coilonichia),
atrofia delle papille, lingua liscia e arrossata,
stomatite angolare, disfagia, sindrome di
Plummer Winson (caratterizzata dalla triade
glossite, disfagia, anemia sideropenica).
Una volta identificata e trattata la causa
dell'anemia sideropenica, pu essere iniziata
una terapia marziale reintegrativa che in prima
linea viene somministrata per via orale. Un
incremento di 1 g/dl di emoglobina pu
verificarsi due o tre settimane dopo l'inizio della
terapia (crisi reticolocitaria in 5-7^ giornata); in
ogni caso necessario un periodo di tempo di
almeno 4 mesi dopo la normalizzazione dei
livelli di emoglobina per ripristinare i depositi
di ferro dell'organismo. I prodotti pi efficaci
sono i sali ferrosi semplici, al dosaggio di 100-
200 mg/die (con un assorbimento medio pari al
10%). Esistono differenti preparazioni di ferro
formulazione orale: il ferro solfato a un
dosaggio di 300 mg contiene 60 mg di ferro
elementare mentre 325 mg di ferro gluconato
contengono 36 mg di ferro elementare.(Tabella
12) L'assorbimento del ferro elementare a
livello intestinale influenzato dalla dieta e
precisamente favorito da un ambiente acido; i
cibi ricchi di tannati (es.the) o fitati (es.cereali)
o i farmaci che innalzano il pH gastrico ne
riducono pertanto l'assorbimento e dovrebbero
essere evitati. Le indicazioni per la
somministrazione endovenosa del ferro
includono: sanguinamenti persistenti di entit
tale da non poter essere compensati con la
terapia orale, malassorbimento intestinale,
intolleranza alla terapia orale. Le trasfusioni di
sangue vanno riservate ai pazienti con una
anemia severa o sintomatica.
(73)
TEST
DEFICIT DI FERRO FLOGOSI NEFROPATIA
Anemia
Lieve/grave
Lieve
Lieve/grave
MCV (fl)
70-90
80-90
90
Morfologia
Microcitica
Normocitica
Normocitica
Sideremia (g/dl)
< 30
< 50
Normale
TIBC (g/dl)
> 360
< 300
Normale
% saturazione transferrina
< 10
10-20
Normale
Ferritina (ng/ml)
< 12
30-600
115-150
Depositi ferro
0
2-4+
1-4+
Tabella_11 Diagnosi differenziale anemie ipoproliferative
40
PREPARAZIONE
DOSAGGIO DISPONIBILE
CONTENUTO DI Fe++
Formulazione orale/cps
Ferroso fumarato
300 mg
99 mg
Ferroso gluconato
300 mg
35 mg
Ferroso solfato
300 -325 mg
60 - 65 mg
Ferroso solfato a rilascio prolungato 160 mg 65 mg
Complesso ferro-polisaccaride 150 mg 150 mg
Formulazione orale/sospensione
1.
Ferroso fumarato
60 mg/ml
20 mg/ml
2.
Ferroso solfato
75 mg/ml -30 mg/ml
15 mg/ml -6 mg/ml
Formulazione intravenosa/intramuscolo
Ferro destrano
--
50 mg/ml
Ferro sucrosio
--
20 mg/ml
Koda-kimble MA, Young LY, Kradjan WA. Guglielmo BJ. Applied Therapeutics: the clinical use of drug. New York: Lippencott Williams &
Wilkins, 2001. Canadian Pharmacists Association. Compendium of Pharmaceuticals and Specialties.
Ottawa,ON: Canadian Pharmacists Association,
2003.
Tabella_12 Preparazioni farmaceutiche di ferro comunemente utilizzate in terapia
2. ANEMIA DA MALATTIA CRONICA
L' a n e mi a d a ma l a t t i a c r o n i c a
(ACD,anemia of chronic disease), talvolta
definita come anemia da disordine cronico o
anemia da infiammazione, rappresenta la causa
pi comune di anemia nella popolazione
anziana. Si associa a tutta una serie di condizioni
cliniche quali: infezioni acute, infezioni
cr oni che ( es. t uber col osi ) , di sor di ni
infiammatori cronici (es.artrite reumatoide,
osteoartrite) e neoplasie. La severit dell'anemia
correla con la gravit della patologia sottostante
ma generalmente lieve, con un livello di
emoglobina che raramente scende al di sotto di
10 g/dl. Di solito l'anemia normocromica,
normocitica, con una bassa conta reticolocitaria
tipica di una anemia ipoproliferativa. Un
importante aspetto dell'ACD l'incapacit del
paziente di mobilizzare e utilizzare il ferro
adeguatamente; i pazienti infatti presentano una
bassa sideremia, un valore basso o normale di
TIBC, un valore normale o alto di ferritina e
basse o normali concentrazioni di sTfr (Tabella
10). L'esatto meccanismo patogenetico non
ancora noto, ma due gruppi di anemie da
malattia cronica possono essere distinti: l'ACD
rheumatoid arthritis type, che normalmente
causata da una diretta inibizione della
maturazione nelle fasi avanzate dell'eritropoiesi
ed sensibile alla terapia con eritropoietina
esogena, e l'ACD cancer type che usualmente
coinvolge i precursori eritroidi pi primitivi,
risultando meno responsiva a dosi standard di
eritropoietina (ma sensibile a dosi pi
elevate) .
(51,74)
Il fatto che gli anziani siano maggiormente
suscettibili a sviluppare una anemia secondaria
ad una malattia cronica verosimilmente anche
da correlarsi alla loro ridotta riserva
emopoietica. Sappiamo che l'invecchiamento
compor t a una i nadeguat a r i s pos t a
all'eritropoietina e un aumentato rilascio di
citochine pro-infiammatorie come l'IL-1, IL-6
(75)
e il TNF- che contribuiscono a inibire la
risposta eritropoietinica (prf.4).
Un fattore di recente identificazione, i cui
livelli sierici aumentano nei soggetti affetti da
ACD, con un ruolo emergente nella regolazione
del metabolismo del ferro e mediatore
dell'infiammazione, l'epcidina ; tale proteina,
(76)
prodotta dal fegato in seguito alla stimolazione
dell'IL-6, sarebbe responsabile sia della ridotta
mobilizzazione del ferro dal sistema reticolo-
endoteliale sia del suo ridotto assorbimento a
livello intestinale.(Tabella 13)
41
Si ipotizza che sia proprio l'epcidina l'agente
responsabile dell'iposideremia di questi pazienti
che spesso necessitano di una integrazione
marziale per rendere pi efficace la terapia con
eritropoietina. Dobbiamo inoltre sottolineare
come un peggioramento della funzione renale,
con decremento del filtrato glomerulare, tipico
della senescenza, contribuisca a rendere la
produzione di eritropoietina deficitaria. Se
l'anemia rende gli anziani pi suscettibili alle
malattie anche vero che quest'ultime
peggiorano ulteriormente l'anemia; pertanto
correggere l'anemia significa rompere questo
circolo vizioso, che si autosostiene, al fine di
prevenire o ritardare le manifestazioni cliniche
correlate all'invecchiamento. (Figura 8)
La terapia con eritropoietina esogena, nelle
sue varie formulazioni, in grado di superare in
modo parziale o completo l'inibizione
citochinica sull'eritropoiesi e pertanto stata
approvata per il trattamento sia dell'anemia
rheumatoid arthritis type sia dell'anemia cancer
type.(Tabella 14)
(77
Meccanismi
Conseguenze cliniche misurabili
1) eritropoiesi inefficace lieve
2) risposta eritroide inadeguata
a. aumento TNF-, IL-1, interferone
b. risposta eritropoietinica subottimale
conta reticolocitaria < 2%; livelli elevati citokine
livelli eritropoietina poco aumentati
3) mobilizzazione del ferro anormale (ruolo epcidina)
a. ritenzione ferro nei macrofagi, aumentata sintesi ferritina
b. diminuita disponibilit del ferro per trasporto
c. decremento transferrina
aumento ferritina; aumento depositi midollari Fe
diminuita sideremia
diminuita TIBC
Tabella_13 Meccanismi patogenetici dell'anemia da malattia cronica e conseguenze cliniche
Malattia
Citochine
Anemia
Aumentata suscettibilit
alla malattia
Dipendenza funzionale
Declino fisico
Figura_8 Modello teorico di correlazione tra anemia e manifestazioni cliniche legate all'invecchiamento
42
2.1 ANEMIA DA MALATTIA RENALE
CRONICA
Le malattie renali croniche (CKD, chronic
kidney disease), in drammatico incremento in
questi ultimi anni parallelamente all'aumento
della durata media della vita nella popolazione
generale, rappresentano una importante causa
di anemia negli anziani. Il progressivo
peggioramento della funzione renale ha
principalmente un impatto sulla produzione di
eritropoietina (EPO) a livello renale. I risultati
dello studio inChianti correlano infatti
(78)
significativamente l'invecchiamento con la
riduzione della funzionalit renale, la riduzione
della produzione di EPO e lo sviluppo di
anemia. Nella pratica clinica quotidiana il
riconoscimento di malattie renali spesso
tardivo anche perch non sempre a un valore di
creatinina sierica normale corrisponde una
funzionalit renale indenne. La misurazione del
filtrato glomerulare (GFR) rappresenta il
parametro laboratoristico principale per la
valutazione della funzionalit renale: una
chiara correlazione lineare esiste tra tra bassi
livelli di GFR e alta prevalenza di anemia.
(78)
Molti pazienti con CKD presentano una
manifesta o occulta patologia cardiaca;
similmente il 30-40% dei pazienti con
insufficienza cardiaca congestizia (CHF,
congestive heart failure) sono affetti anche da
una malattia renale. L'ipertrofia del ventricolo
sinistro (LVH, left-ventricular hypertrophy),
indice di iniziale scompenso cardiaco,
prevalente nei pazienti con malattia renale a
qualsiasi stadio. In un'analisi multicentrica
condotta da Levin e i suoi collaboratori ,
(79)
emerso come la prevalenza di LVH in pazienti
con CKD correli proprio con il decremento
della funzione renale; anche nei pazienti con
clearance della creatinina moderatamente
ridotta, compresa tra 50-75 mL/min, la
prevalenza di LVH era del 30% mentre in quelli
che iniziavano la dialisi saliva circa al 70%.
(Figura 9).
Anemia da malattia cronica
associata a deficit marziale reale
Trattamento patologia sottostante SI SI
Trasfusioni
(se anemia severa e/o sintomatica)
SI SI
Terapia marziale
NO
SI
Eritropoietina
SI
SI, nei pazienti che non rispondono
alla terapia marziale
Tabella_14 Terapia dell'anemia da disordine cronico
0
10
20
30
40
50
60
70
80
50-75 25-50 < 25 inizio dialisi
clearance creatinina (ml/min)
p
r
e
v
a
l
e
n
z
a
(
%
)
p
a
z
i
e
n
t
i
c
o
n
L
V
H
Figura_9 Correlazione tra ipertrofia ventricolare sinistra e insufficienza renale
Anemia da malattia cronica
43
Molti pazienti con CHF e CKD sono anche
anemici; si instaura pertanto un circolo vizioso in
cui l' anemia aggrava ulteriormente la
cardiopatia, e l'insufficienza renale e cardiaca
peggiorano a loro volta l'anemia. Silverberg e i
suoi collaboratori hanno descritto l'importanza
di correggere l'anemia nel trattamento dei
pazienti con CHF e CKD, definendo la triade
clinica anemia, insufficienza renale cronica,
insuffienza cardiaca come sindrome da
anemia cardio-renale. In questa sindrome le
(80)
tre condizioni interagiscono in un circuito che si
automantiene, diventando progressivamente pi
severo.
I meccanismi che determinano la comparsa
dell'anemia nel paziente con insufficienza
cardiaca congestizia includono:
Ridotta produzione di EPO causata
dalla CKD
Proteinuria con conseguente perdita di
EPO e transferrina nelle urine
Far maci ACE- i ni bi t or i che
( 8 1 )
interferiscono con la produzione di
EPO renale e con la sua attivit di
stimolazione midollare;
Attivit citochinica aumentata
Emodiluizione
I pazienti con CKD condividono con la
popolazione generale diversi fattori di rischio
per lo sviluppo di una malattia cardiaca: et,
ipertensione, diabete, fumo, ipercolesterolemia.
Attualmente tra i fattori di rischio non
tradizionali viene considerata anche l'anemia.
Poich l'anemia da malattia renale cronica
causata principalmente da una inadeguata
produzione di EPO, la somministrazione di
eritropoietina ricombinante esogena (alfa, beta)
e la darbopoietina sono indicate nel trattamento
di questo tipo di anemia.
(82)
3. ANEMIA IDIOPATICA: le Mielodisplasie
Circa in un terzo dei pazienti anziani la causa
dell'anemia risulta essere ignota (Tabella 3).
Molte teorie hanno cercato di spiegare l'elevata
incidenza nella popolazione anziana della
unexplained anemia (UA); alcune hanno
focalizzato l'attenzione sulla riduzione delle
cellule staminali midollari con l'invecchiamento,
sulla diminuita produzione e sensibilit ai fattori
di crescita emopoietici (inclusa l'EPO), sulle
alterazioni del microambiente midollare, altre
riconducono l'UA a una malattia renale cronica
non riconosciuta, a una mielodisplasia non
diagnosticata o ad una patologia infiammatoria
cronica all'esordio. In questi pazienti il bilancio
marziale risulta essere nella norma mentre
presente una inadeguata risposta all'EPO
endogena, simile a quella che si osserva nelle
ACD. E' possibile che la senescenza comporti un
incremento dei livelli di citochine pro-
infiammatorie, in particolare l'IL-6, e che queste
determinino una minore risposta dei precursori
emopoietici ai fattori di crescita, inclusa l'EPO.
(prf 4). Molti studi hanno messo in correlazione i
livelli di emoglobina con quelli di eritropoietina,
confrontandoli tra la popolazione giovane e
quella anziana; a prescindere dalla non
omogeneit di tutti i dati ottenuti, risultato
unanime il consenso sull'esistenza di una
anemia da invecchiamento, entit nosografia
ben distinta dall'anemia da malattia cronica.
(51,83)
Nell'ambito delle anemie classificate come da
causa ignota trovano una collocazione precisa
e definita le sindromi mielodisplastiche la cui
insorgenza predilige proprio la popolazione
anziana.
Le sindromi mielodisplastiche (SMD) sono
malattie clonali della cellula staminale e
colpiscono maggiormente i soggetti anziani (et
mediana alla diagnosi 60-75 anni). Si tratta di
malattie ematologiche che hanno una variabile
44
tendenza ad evolvere verso una leucemia acuta
secondaria, il cui carattere principale data dalla
mielopoiesi inefficace, ovvero un disordine
maturativo-differenziativo del midollo osseo
che, nonostante una cellularit midollare
normale o aumentata incapace di produrre
globuli rossi e/o globuli bianchi e/o piastrine in
modo quantitativamente e qualitativamente
normale, con conseguente citopenia periferica
uni o multilineare.
L'incidenza varia da 2,1 a 12,6 casi per
100000 abitanti per anno ma, oltre i 70 anni,
l'incidenza si avvicina a 50 casi per 100000/anno
ed appare in aumento in rapporto al generale
invecchiamento della popolazione e ad
un'aumentata attenzione diagnostica.
La patogenesi delle mielodisplasie avviene
probabilmente attraverso un processo multistep
in cui si combinano alterazioni del
microambiente midollare (modificazione della
risposta infiammatoria pro-apoptotica mediata
da citochine; ridotta efficienza dei meccanismi
immunologici di controllo) con alterazioni
genetiche (anomalie citogenetiche e molecolari)
ed epigenetiche (ipermetilazione di geni
regolatori il ciclo cellulare con conseguente
soppressione trascrizionale e silenziamento
genico).(Figura 11)
Il decorso clinico delle SMD molto
eterogeneo; pu verificarsi a distanza variabile di
tempo (mesi o anni) un progressivo
peggioramento della citopenia periferica, con
incremento del rischio infettivo ed emorragico, e
nel 30-40% dei pazienti vi una evoluzione
verso una forma secondaria di Leucemia Acuta,
usualmente resistente alla chemioterapia
convenzionale.
(84)
Una diagnosi precisa (Tabella 15) e
soprattutto l'identificazione di fattori prognostici
all'esordio in grado di predire il decorso
naturale della malattia ed determinante nella
definizione della strategia terapeutica. L'
International Prognostic Scoring System
(IPSS) proposto nel 1997 il sistema di
(85)
staging prognostico pi utilizzato ed esso si basa
essenzialmente su tre parametri: la percentuale di
DISORDINI DISORDINI
CELLULA CELLULA
STAMINALE STAMINALE
Apoptosi Apoptosi
Disfunzione Disfunzione
sistema sistema
immune immune
Modificazioni Modificazioni
Epigenetiche Epigenetiche
Fattori Fattori
angiogenetici angiogenetici
stromali stromali
Mutazioni Mutazioni
DNA DNA
Tossicit Tossicit
ambientale ambientale
diretta diretta
CELLULA STAMINALE CELLULA STAMINALE
MICROAMBIENTE MIDOLLARE MICROAMBIENTE MIDOLLARE
Figura_11 Fisiopatologia delle Sindromi Mielodisplastiche
45
blasti midollari, il grado di citopenia periferica e
le alterazioni del cariotipo. In base al punteggio
raggiunto si distinguono quattro categorie di
rischio:
1. Low (score = 0)
2. Intermediate-1 (score 0.5-1)
3. Intermediate-2 (score 1.5-2)
4. High (score = 2.5)
La sopravvivenza mediana dei quattro
gruppi rispettivamente di 5.7, 3.5, 1.2 e 0.4
anni.
L' IPSS pu essere applicato con successo
nella definizione di rischio clinico di tutti i
pazienti di nuova diagnosi costituendo il
cardine delle linee guida per il trattamento
delle SMD.
Per le categorie ad alto rischio (IPSS:
Intermediate-2 e High) generalmente si
utilizzano terapie intensive simili a quelle
utilizzate nelle leucemie acute e, nei pazienti
eleggibili, pu essere impiegato il trapianto
allogenico di cellule staminali. I pazienti delle
categorie a basso rischio (IPSS: Low e
Intermediate-1), in mancanza di una terapia
specifica di consolidata efficacia, vengono
seguiti con terapie di supporto (trasfusioni di
emazie concentrate e piastrine, fattori di
crescita granulocitari, eritropoietina) che, pur
migliorando in parte la qualit di vita, sono
gravate spesso da disagi per il paziente
(frequente ospedalizzazione o necessit di
a s s i s t e n z a me d i c o - i n f e r mi e r i s t i c a
domiciliare, carico di farmaci da assumere,
limitazione autonomia personale) e/o da
complicanze di danno d'organo legate al
sovraccarico marziale ma soprattutto non sono
in grado di modificare il decorso naturale della
malattia. A tutt'oggi per questa popolazione di
pazienti l'unica alternativa alla terapia di
support o dat a dal l a possi bi l i t di
sperimentare nuovi farmaci nell'intento di
migliorare la citopenia, ridurre il fabbisogno
trasfusionale e rallentare l'evoluzione a
leucemia acuta. In questi ultimi anni, grazie ai
progressi nella diagnostica e nella conoscenza
della biologia delle SMD, nuovi farmaci con
diversi bersagli molecolari, sono entrati in
scena nella pratica clinica, in fase pi o meno
avanzata di sperimentazione, con gradi di
efficacia e tollerabilit diversificati.
(86)
ESAMI
ANOMALIE
Emocromo
Citopenia (uni o trilineare)
Striscio sangue periferico
Displasia uni o trilineare
Aspirato midollare
Frequentemente ipercellulare, con displasia
dellemopoiesi uni o trilineare
Biopsia ossea
Valutazione ALIP (abnormal localization of immature
precursors)
Cariotipo
40-70% dei pazienti presenta anomalie citogenetiche al
momento diagnosi
Immunofenotipo
Da eseguire quando morfologia e citogetica risultano non
informative
(Indagini Molecolari)
Attualmente non praticate routinariamente
Prospettiva per il futuro
Tabella_15 Parametri diagnostici delle Sindromi Mielodisplastiche
46
L'ANEMIA DELL'ANZIANO E LA SPESA
SANITARIA
La continua crescita della popolazione anziana
comporta un inevitabile incremento della
pr eval enza del l ' anemi a e del l e sue
complicazioni.
Il declino funzionale, la fragilit, l'immobilit,
nonch l e pr obl emat i che pi ser i e
cardiovascolari e neurologiche, oltre a
compromettere l'indipendenza e la qualit di
vita degli anziani hanno importanti risvolti
socio-economici ed effetti incisivi sulla spesa
pubblica sanitaria. Le spese conseguenti
all'anemia possono essere distinte in dirette,
indirette e intangibili. Le prime includono i
costi di farmaci e servizi per la patologia e le
sue complicanze, compresi i tempi di degenza
in ospedale o in altre strutture sanitarie o di
riabilitazione; le seconde comprendono le
spese di trasporto per raggiungere la sede della
struttura medicalizzata e i giorni di lavoro
persi dai pazienti e loro accompagnatori;
infine le spese intangibili sono quelle legate
alla riduzione delle attivit della vita
quotidiana, al minor tempo da trascorrere in
famiglia, alla ridotta capacit di contribuire
alle necessit familiari. Un potenziale modello
di associazione tra anemia e morbidit nel
soggetto anziano quello rappresentato nella
figura 13; l'anemia pu innescare un circolo
vizioso di eventi che non solo influiscono
negativamente sulla distribuzione di ossigeno
ai tessuti, ma anche danneggiano le funzioni,
sia fisiche che mentali, di molti sistemi.
L' anemia causa una ridotta tolleranza
all'esercizio fisico con conseguente relativa
immobilit, perdita di massa muscolare,
aumentato rischio di cadute, diminuita
capacit cardiovascolare, che ulteriormente
contribuiscono a peggiorare la tolleranza
all'esercizio fisico. Si crea pertanto una spirale
di sintomi caratterizzati da fragilit,
depressione, dipendenza che richiedono una
assistenza ai pazienti sempre pi continuativa
e quindi costosa. Soprattutto le cadute
rappresentano una delle cause principali di
morbidit delle persone anziane, con
implicazioni considerevoli sulla spesa
sanitaria pubblica per la necessit di tempi di
ricovero prolungati.
(87)
MA ALLORA L'ANZIANO ANEMICO VA
INDAGATO E CURATO?
Assolutamente si!
Abbiamo sottolineato come l'anemia sia un
problema comune negli anziani e si associ ad
aumentata morbilit e mortalit; considerando
la continua crescita della popolazione con et
= 65 anni giustificato aspettarsi anche un
incremento della prevalenza dell'anemia e
delle sue complicazioni cliniche. Abbiamo
evidenziato come l'invecchiamento di per s
non causa l'anemia che pertanto deve essere
attentamente indagata perch potrebbe
rappresentare il segno di una patologia
sottostante, anche severa. Non dobbiamo per
dimenticare che la senescenza pu predisporre
gli individui a sviluppare anemia in
determinate condizioni di stress a causa di
una ridotta riserva emopoietica, di un
diminuito assorbimento di nutrienti essenziali
(cobalamina), di un deficit della funzione
renale con conseguente diminuzione della
secrezione di eritropoietina. Inoltre la
popolazione anziana presenta elevate
concentrazioni di citochine infiammatorie che
contribuiscono all'inibizione dell'eritropoiesi
e della risposta ai fattori di crescita. Dagli studi
che abbiamo citato emerge che l'anemia,
indipendentemente dalla sua causa, associata
a maggiore disabilit, dipendenza funzionale,
peggiore performance fisica, ridotta forza
muscolare, capacit cognitiva e deficit
47
cardiovascolari. Pertanto estremamente
importante che il medico e/o il geriatra ponga
gr ande at t enzi one al l a di agnos t i ca
differenziale ed al trattamento delle anemie,
soprattutto per la potenziale reversibilit della
condizione anemica e dalla possibilit di
ottenere, dopo la sua correzione, un
miglioramento della capacit funzionale e
del l a qual i t di vi t a del s ogget t o
anziano.che non tanto vecchio da non
pensare di vivere ancora un anno.e
probabilmente molti di pi!
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