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1
Guido Grassi,14 Hermann Haller,15 Anthony Heagerty,16
n.
Sverre E. Kjeldsen,17 Wolfgang Kiowski,18
17 |
Jean Michel Mallion,19 Athanasios Manolis,20
Krzysztof Narkiewicz,21 Peter Nilsson,22
Europea
vol.
Michael H. Olsen,23 Karl Heinz Rahn,24 Josep Redon,25
dell’Ipertensione
José Rodicio,26 Luis Ruilope,27,1 Roland E. Schmieder,28,1
2 010 |
Harry A.J. Struijker-Boudier,29,1 Pieter A. van Zwieten,30,1
Margus Viigimaa,31,1 Alberto Zanchetti32,1
gennaio-marzo
1
Clinica Medica, University of Milano-Bicocca, Ospedale San Gerardo, Monza,
Milan, Italy; 2Pharmacology Department, Hopital Europeen Georges Pompidou, Introduzione
Paris, France; 3Department of Medical and Surgical Sciences, Clinic of Internal
Medicine, University of Brescia, Brescia; 4University of Bologna, Clinica Medica, Nei due anni successivi alla pubblicazione delle linee guida
Bologna, Italy; 5Division of Nephrology and Hypertension, Centre Hospitalier
Universitaire, Vaudois, Lausanne, Switzerland; 6William Harvey Research In- del 2007 sul trattamento dell’ipertensione arteriosa della
stitute, Barts and The London School of Medicine, Queen Mary University of Società Europea dell’Ipertensione (ESH) e della Società
London, London, UK; 7Department of Preventive Cardiology, Institute of Clinical Europea di Cardiologia (ESC),1 la ricerca sull’ipertensione
and Experimental Medicine, Prague, Czech Republic; 8Department of Cardiol-
d’organo
Il fenomeno della curva-J tomatiche a carico del sistema cardiovascolare e del
17 |
Sono ancora applicabili le raccomandazioni del 2007? rene sono stadi intermedi cruciali nel continuum che
collega i fattori di rischio, come l’ipertensione, con gli
vol.
Strategie terapeutiche
Scelta del farmaco antiipertensivo
eventi cardiovascolari fatali e non fatali. Sulla base di
Beta-bloccanti un certo numero di criteri (importanza prognostica,
2 010 |
La combinazione di due farmaci come trattamento trocardiogramma, creatinina plasmatica, stima del
di prima scelta tasso di filtrazione glomerulare (FG), e misurazione
Associazione di farmaci da preferire dell’escrezione urinaria di proteine per individuare
Associazioni con dosi fisse (in unica preparazione)
la presenza di microalbuminuria o proteinuria], che
Conclusioni
venivano quindi considerati adatti ad esami di rou-
Approccio terapeutico in specifiche condizioni tine in tutta la popolazione di ipertesi;
Anziani 2. quelli che richiedono più complesse procedure e
Diabete mellito
apparecchiature (ecocardiografia, ultrasonografia
Malattie renali
Patologie cerebrovascolari
carotidea, velocità dell’onda di polso), che veniva-
Malattia coronarica e scompenso cardiaco no per questa ragione raccomandati solo in caso di
Fibrillazione atriale una più approfondita caratterizzazione del paziente
Ipertensione nelle donne iperteso.
Disfunzione erettile
Ulteriori, più recenti studi hanno aggiunto utili in-
Trattamento dei fattori di rischio associati formazioni sull’importanza di identificare il danno
Terapia ipolipemizzante d’organo subclinico, rafforzando la raccomandazione
Terapia antiaggregante di un uso di procedure più facilmente disponibili e
Controllo glicemico meno costose nella valutazione routinaria del paziente
La polipillola
iperteso.
Necessità di nuovi trial
1
n.
tato di mortalità cardiovascolare (rischio relativo 1.6), di fattori confondenti, inclusi i valori di PA clinici, domi-
morte improvvisa cardiovascolare (rischio relativo 3.5) ciliari e ambulatori. Un incremento del 10% nella MVS
17 |
e di ospedalizzazione per scompenso cardiaco (rischio aumentava il rischio in maniera più marcata quando la
relativo 1.7).3 Infine, un più recente studio prospettico4 MVS di riferimento era già alterata, tuttavia un rischio
vol.
si è concentrato sul voltaggio dell’onda R nella deriva- aumentato era evidente anche quando calcolato a par-
zione aVL come il parametro più strettamente associato tire da valori di MVS compresi nei limiti di normalità.9
2 010 |
con la massa ventricolare sinistra (MVS), e predittivo
di eventi cardiovascolari anche quando l’ipertensione Vasi arteriosi
non è accompagnata da segni elettrocardiografici di IVS
gennaio-marzo
(rischio più alto del 9% per ogni 0.1 mV di aumento in La relazione tra spessore intima-media carotideo (IMT)
altezza dell’onda R). e placche carotidee con l’incidenza di eventi cardiova-
Un’evidenza ulteriore è disponibile anche riguardo al scolari, già discussa nelle linee guida 2007, è stata raf-
potere predittivo delle alterazioni cardiache identifi- forzata dai dati dello studio ELSA,10 che hanno mostrato
cate con l’ecocardiogramma, un approccio di sempre che lo spessore intima-media carotideo di base predice
maggiore interesse grazie alla sua abilità nel quantifi- gli eventi cardiovascolari in maniera indipendente dalla
popolazione di uomini giapponesi seguiti per 8.2 anni.12 È disponibile anche una nuova evidenza in grado di sup-
Infine, indici indiretti di rigidità aortica e del fenome- portare la già ampia quantità di dati in favore del valore
no dell’onda riflessa, come il valore della PA centrale e prognostico di un moderato incremento nell’escrezione
dell’“augmentation index”, sono stati convalidati come urinaria di proteine definita come microalbuminuria.19,20
predittori indipendenti di eventi cardiovascolari in due In due studi di popolazioni, lo studio di Gubbio e lo
recenti studi.13,14 In particolare, in uno di questi studi di studio del Copenhagen County,11 la microalbuminuria
1272 soggetti normotesi e pazienti ipertesi non trattati, è stata convalidata come un importante predittore di
solo la PAS centrale era in grado di predire costantemen- eventi cardiovascolari, con un rischio relativo, rispetti-
te ed indipendentemente la mortalità cardiovascolare vamente, di 2.15 volte e 3.10 volte più elevato nei pazien-
dopo correzione per i diversi fattori di rischio cardiova- ti con microalbuminuria rispetto a quelli senza. Nello
scolare, inclusi la MVS e l’IMT carotideo.14 Comunque, studio di Gubbio, l’associazione della microalbuminuria
è doveroso sottolineare che, nella maggior parte degli con un basso FG aveva un effetto moltiplicativo (rischio
studi disponibili, il valore predittivo aggiuntivo della relativo 5.93). Nello studio clinico ADVANCE,18 il pas-
PA centrale oltre quello della pressione brachiale appare saggio da uno stadio clinico di albuminuria al successivo
limitato, lasciando ad ulteriori ricerche il compito di era associato ad un aumento di 1.6, 2.0 e 3.3 volte del
1
dirimere la questione: la misurazione della PA centrale rischio rispettivamente di eventi cardiovascolari, mor-
n.
dovrebbe essere regolarmente considerata nel profilo talità cardiovascolare ed eventi renali, e ciò avveniva an-
17 |
Numerosi nuovi dati15 rinforzano la già solida evidenza FG minore di 60 ml/min (per 1.73 m2) conduceva ad
sul valore prognostico del FG dimostrato al momen- un incremento supplementare di 3.2 volte per gli eventi
to delle linee guida 2007.1 Nella popolazione di Gub- cardiovascolari, 5.9 volte per la mortalità cardiovascolare
gennaio-marzo
bio (Italia), un FG nel più basso decile era associato ad e 22.2 volte per gli eventi renali.
un’incidenza significativamente più alta di eventi car-
diovascolari (rischio relativo 2.14),16 e nello studio greco Misure aggiuntive di danno d’organo
sopra menzionato,7 un FG tra 15 e 59 ml/min per 1.73
m2, era associato ad un aumento del 66% nella incidenza Le linee guida europee 2007 accennano ad alcuni indica-
dell’“end-point” composito di tutte le cause di mortalità tori aggiuntivi di danno d’organo per i quali è stata evi-
ipertensione e prevenzione cardiovascolare |
e di eventi cardiovascolari dopo correzione per il rischio denziata una rilevanza prognostica, ma di scarso o nes-
cardiovascolare basale e indipendente dalla IVS.7 Ugual- sun utilizzo nella pratica clinica per alcune limitazioni,
mente, in un’analisi post hoc dei dati dello studio clinico come l’alto costo e la bassa disponibilità delle strumen-
VALUE,17 il FG calcolato secondo la formula MDRD tazioni utilizzate, la complessità e il consumo di tempo
era predittivo di tutti gli eventi eccetto l’ictus (rischio insiti nelle procedure stesse, e, in ogni caso, la mancanza
relativo tra 1.23 e 1.7 a seconda dell’evento) ed era più di standardizzazione dei valori ottenuti tra i diversi labo-
sensibile rispetto al calcolo del valore di clearance della ratori dei diversi paesi. In base all’evidenza disponibile
creatinina secondo la formula Cockroft-Gault, predittiva negli ultimi due anni, nessuna ulteriore misura di danno
solo per la mortalità globale per tutte le cause. d’organo oltre quelle incluse nelle linee guida 2007 può
Il FG basale calcolato secondo la formula MDRD è ri- essere avallata, benché la crescente disponibilità di più
sultato assai predittivo di eventi cardiovascolari e renali sofisticate tecniche e il ridotto costo del loro uso grazie al
anche in un ampio numero (n=11.140) di pazienti con progresso tecnologico, porterà probabilmente in futuro
diabete tipo 2 nello studio clinico ADVANCE, anche ad alcune integrazioni.
quando i dati venivano corretti per i molti potenziali In questo contesto l’uso della risonanza magnetica nu-
fattori confondenti, inclusa la proteinuria. Per ogni ri- cleare merita un accenno particolare. Un recente stu-
duzione del 50% del FG basale, il rischio di eventi car- dio, benché di natura non prospettica, che ha utilizzato
diovascolari aumentava significativamente di 2.2 volte, la risonanza magnetica nucleare in un gruppo di 142
con un concomitante incremento nel rischio di morte pazienti ipertesi senza evidenti patologie cardiovasco-
cardiovascolare e di eventi renali rispettivamente di 3.6 lari, ha fornito l’interessante informazione che lesioni
e 63.6 volte.18 cerebrovascolari silenti sono anche più prevalenti (44%)
dei danni subclinici cardiaci (21%) e renali (26%) e che cardiovascolare totale richiede non solo la dimostrazio-
frequentemente esse sono presenti in assenza di altri se- ne della loro importanza prognostica, ma deve anche
gni di danno d’organo.21 Vi è evidenza che queste lesioni essere in grado di migliorare la capacità di predire l’in-
correlino con la disfunzione cognitiva,22,23 un problema cidenza di eventi cardiovascolari. Questo non è affatto
di primaria importanza a causa dell’invecchiamento del- semplice da dimostrare, e infatti i dati disponibili di-
la popolazione.24 Con l’impiego sempre più frequente mostrano che in molti casi nuovi fattori di rischio non
della risonanza magnetica nelle procedure diagnostiche, migliorano, quando aggiunti agli altri, l’accuratezza per
la malattia cerebrovascolare silente sarà probabilmente la quantificazione del rischio cardiovascolare totale, ma
più frequentemente indagata negli studi prognostici e rendono le procedure diagnostiche solo più complesse
terapeutici sull’ipertensione. e costose. Questo è esemplificato dai recenti risultati
Il valore prognostico delle alterazioni strutturali nelle dello studio Framingham, in base ai quali l’inclusione
piccole arterie sottocutanee è stato recentemente con- di marcatori della infiammazione non conduceva ad
fermato in due studi indipendenti.25,26 In ogni caso, la un qualche sostanziale miglioramento nell’accuratezza
natura invasiva di queste misurazioni impedisce l’appli- (sensibilità e specificità) della valutazione del rischio
cazione di questo metodo su scala più ampia. Una nuova cardiovascolare totale.32
1
n.
metodica non invasiva per la valutazione del rapporto
media-lume delle piccole arterie retiniche sembra pro- Danno d’organo subclinico come marcatore
17 |
mettente per una stima su larga scala,27 benché il suo di elevato rischio cardiovascolare
valore predittivo rimanga ancora da indagare.
vol.
L’evidenza rimane non conclusiva circa un marcatore Nonostante il danno d’organo subclinico senza dubbio
di alterazione vascolare che è stato attivamente studia- incrementi il livello di rischio cardiovascolare, la do-
2 010 |
to negli anni passati, ossia la disfunzione endoteliale. manda che ci si deve porre è se ciò conduca sempre il
In un campione di popolazione di soggetti senza evi- paziente in una categoria a rischio più alto, ossia ad un
denti patologie cardiovascolari (67% con ipertensione rischio assoluto di almeno 20 eventi cardiovascolari in
gennaio-marzo
e 22% con diabete mellito) del Northern Manhattan 10 anni per 100 pazienti. Le linee guida europee 2007
Study, la vasodilatazione flusso-dipendente è risultata classificano i pazienti ipertesi con danno d’organo sub-
in grado di predire l’incidenza di eventi cardiovascolari, clinico tra quelli con alto rischio cardiovascolare totale.
ma la correlazione non era indipendente dai tradizio- Inoltre, questo è supportato dalla più recente evidenza
nali fattori di rischio cardiovascolare.28 Analogamente, sul contributo del danno subclinico cardiaco, vascola-
in un’ampia coorte di pazienti anziani del Cardiova- re e renale al rischio cardiovascolare totale. Riguardo al
e minori) era più alta del 20% in 10 anni quando l’IMT croalbuminuria (20-200 mg/l) era associata con solo
(a livello della carotide comune più la biforcazione) era il 4.7% di mortalità cardiovascolare in 10 anni, che è
nel terzo e quarto quartile (≥1.16 mm) o quando era un rischio assoluto moderato secondo la classificazione
stata individuata almeno una placca. Al contrario, pa- SCORE,44 e nei soggetti non ipertesi, non diabetici del-
zienti con IMT nel primo quartile (<0.98 mm) avevano lo studio Framingham, una microalbuminuria sopra il
una incidenza di eventi cardiovascolari sotto il 10% in valore mediano era associata ad una incidenza di even-
10 anni. Nei pazienti ipertesi, l’incidenza a 10 anni dei ti cardiovascolari del solo 8.8% in 10 anni rispetto al
maggiori eventi cardiovascolari era più alto del 20% 2.9% nei soggetti con microalbuminuria sotto il valore
quando la velocità dell’onda di polso carotido-femorale mediano.45
(rigidità aortica) era 16.3 m/s o più (quinto quintile)
e sotto il 10% in quelli con rigidità aortica nel primo e Valore prognostico delle modificazioni
secondo quintile.36 Inoltre, anche la malattia vascolare del danno d’organo subclinico
periferica asintomatica come quella rilevata da un in- indotte dal trattamento
dice caviglia-braccio positivo è risultata associata negli
uomini ad un’incidenza di eventi cardiovascolari circa Le linee guida europee 2007 hanno sottolineato che le
1
del 20% in 10 anni.37,38 modificazioni del danno d’organo indotte dal tratta-
n.
Infine, evidenze più o meno recenti lasciano pochi dub- mento influiscono sull’incidenza degli eventi cardio-
17 |
bi sul fatto che in soggetti ipertesi il danno d’organo vascolari, raccomandando così che il danno d’organo
subclinico renale è associato con un rischio a 10 anni debba essere misurato anche durante la terapia. Questa
vol.
di eventi cardiovascolari del 20% o più. È già stato ri- raccomandazione deriva anche dai dati ottenuti nello
portato molti anni fa che una funzione renale ridotta, studio LIFE,46 nel quale i pazienti ipertesi, in cui il trat-
2 010 |
definita da una creatinina sierica superiore a 1.5 mg/dl, tamento era accompagnato da una regressione dell’IVS
è associata ad un’incidenza a 10 anni di eventi cardiova- ecocardiografica o da nessun aumento della MVS, ave-
scolari del 20% o più.39,40 In un recente studio prospetti- vano meno eventi cardiovascolari, compresa la morte
gennaio-marzo
co in una coorte di pazienti ipertesi greci,7 un basso FG improvvisa, rispetto a quelli nei quali si riscontrava o
era associato con un’incidenza di eventi cardiovascolari una mancata regressione o una progressione dell’IVS. È
di circa il 20% in 10 anni, con una incidenza ancora più stato anche osservato che nello stesso studio LIFE e in
elevata quando un basso FG era presente insieme a IVS. altri,48 è stata trovata una relazione tra le modificazio-
Inoltre, nei pazienti ipertesi studiati prospetticamente ni della proteinuria durante il trattamento e gli eventi
da Jensen e coll.,41 l’incidenza di cardiopatia ischemica renali e cardiovascolari. Questo significa che, parago-
ipertensione e prevenzione cardiovascolare |
era del 20% in 10 anni in presenza di microalbuminuria nati ai pazienti nei quali il trattamento aveva un effetto
e di solo il 5% in sua assenza. Anche nello studio della antiproteinurico modesto o nullo, quelli con effettiva
popolazione di Gubbio, l’incidenza di eventi cardiova- riduzione nella proteinuria presentavano una ridotta
scolari era più alta del 20% in 10 anni, ma solo in quei incidenza di eventi cardiovascolari e una minor pro-
soggetti nei quali la microalbuminuria nel più alto de- gressione verso la malattia renale terminale.
cile era associata con un FG nel più basso decile.16 Oltre Dal 2007, i dati relativi alla relazione fra le modificazioni
il 78% dei pazienti presentava ipertensione. del danno cardiaco indotte dal trattamento e la protezio-
Le linee guida europee 2007 classificano i pazienti con ne cardiovascolare sono stati arricchiti da ulteriori ana-
danno d’organo subclinico come ad alto rischio anche lisi dello studio LIFE, che hanno mostrato come anche le
quando la PA è nel range normale-alto, ma bisogna modificazioni indotte dal trattamento sulla dimensione
ammettere che in questo caso le evidenze a supporto so- atriale sinistra49 sulla geometria ventricolare sinistra50
no limitate. Nella popolazione generale dello studio di e sui segni elettrocardiografici di IVS, correlano con
Framingham, nessuna informazione veniva resa dispo- l’incidenza di eventi cardiovascolari.51 Inoltre, è stato
nibile sul valore prognostico dell’IVS diagnosticata con riportato che, nell’ipertensione, lo sviluppo o la persi-
l’ecocardiogramma, considerata separatamente nella stenza di MVS inappropriata durante il trattamento può
popolazione normotesa e ipertesa.34 Inoltre, nella stessa influire in maniera negativa sulla prognosi cardiovasco-
popolazione, l’associazione tra la disfunzione renale e lare.52 Infine, il potere predittivo delle modificazioni di
gli eventi cardiovascolari veniva persa dopo correzio- IMT nelle arterie carotidi indotte dal trattamento è stato
ne per i fattori di rischio cardiovascolare, compresa la indagato in una recente analisi dei dati del trial ELSA.
PA.42 Nello studio di popolazione PREVEND,43 la mi- Quest’analisi non ha mostrato un ruolo predittivo delle
1
n.
o l’altro farmaco, ma questo effetto antiproteinurico il problema rimane aperto per ciò che riguarda le modi-
non fu accompagnato da una riduzione degli eventi ficazioni vascolari indotte dal trattamento stesso. Quindi,
17 |
cardiovascolari e fu anzi associato ad un incremento stabilire la presenza di un danno d’organo subclinico è
degli eventi renali.53 Comunque, questi risultati non di importanza cruciale nella popolazione ipertesa. Que-
vol.
necessariamente minano l’importante concetto che sta valutazione può fare riferimento ad alcune semplici
la riduzione della proteinuria indotta dal trattamen- ed economiche procedure di uso routinario che posso-
2 010 |
to può essere un marcatore di un effetto benefico del no fornire informazioni sia prima che a diversi tempi
trattamento, più o meno evidente, poiché sono possibili durante il trattamento. Ciò può anche essere ottenuto
spiegazioni alternative dei risultati dell’ONTARGET. con più sofisticati approcci che possono ulteriormente
gennaio-marzo
Per esempio, nell’ONTARGET, la maggior parte dei pa- caratterizzare la condizione cardiaca e vascolare del pa-
zienti aveva una funzione renale normale e pochi (4%) ziente. In tutti i casi, la valutazione multipla di più danni
esibivano una franca proteinuria, con la conseguenza d’organo è utile poiché vi è l’evidenza che in presenza di
che solo in un numero veramente limitato di casi si due indicatori di danno d’organo (anche quando ineren-
sono verificati eventi indicativi di maggiore o minore ti lo stesso organo), il rischio cardiovascolare potrebbe
protezione renale, come l’insufficienza renale cronica. essere aumentato in maniera più evidente, con un quasi
diovascolare globale sono riassunti nel Box 2. raccomandazioni con informazioni sull’evidenza su cui
n.
Nell’ipertensione, la valutazione del rischio cardiovascolare totale è mazioni fornite dai recenti trial. Lo
importante per ottimizzare la decisione circa l’inizio, l’intensità e gli obiettivi scopo di questo documento della
del trattamento. ESH è di chiarire il peso e il tipo di
La quantificazione del rischio cardiovascolare totale deve includere la
gennaio-marzo
1,72,73 o hanno incluso pazienti ad al- Tabella 1 | PAS e PAD al momento della randomizzazione
to rischio.74 Anche il recente studio durante terapia antiipertensiva nei trial sul paziente anziano
FEVER,75 che veniva menzionato
nelle linee guida 2007 a sostegno di Criteri di PA PA media
un intervento in caso di ipertensione per l’arruolamento alla randomizzazione
di grado 1 con rischio cardiovasco-
Trial PAS PAD PAS PAD
lare basso/moderato, non fornisce (mmHg) (mmHg) (mmHg) (mmHg)
un’evidenza conclusiva poiché la PA
media di ingresso era appena al di EWPHE 160-239 O 90-119 183 101
sotto di 160 mmHg (159 mmHg), Coope/Warrender >170 O >105 196 99
c’era un’ampia porzione (89%) di
SHEP ≥160 e <90 170 77
pazienti che già riceveva terapia
antiipertensiva, e un significativo STOP-1 ≥180 O ≥105 195 94
numero di pazienti aveva evidenza MRC-elderly 160-209 e <115 185 91
di danno d’organo o una storia di
1
<95
malattia cardiovascolare, e pertanto Sysl-Eur 160-219 e 174 85
n.
non apparteneva ad una categoria di Sysl-China 160-219 e <95 171 86
17 |
rischio basso o moderato.71 SCOPEa 160-179 O 90-99 166 90
Le linee guida fanno anche notare
vol.
che la soglia di PA per il trattamen- HYVET 160-179 e <110 173 91
to farmacologico non è in relazione JATOS ≥160 e <120 171 89
2 010 |
con l’età e raccomandano di iniziare
i farmaci antiipertensivi ad una PAS PA, pressione arteriosa; PAD, pressione arteriosa diastolica; PAS, pressione arteriosa
di almeno 140 mmHg o ad una PAD asistolica. Modificata con il permesso di.
71
gennaio-marzo
Nello studio SCOPE, il 50% dei pazienti era pretrattato con basse dosi di diuretico
di almeno 90 mmHg anche nell’an-
tiazidico.
ziano. Tuttavia, come mostrato nel-
la Tabella 1, non vi è alcun trial nel
paziente anziano iperteso 76-85 che
abbia reclutato pazienti con PAS nel
range di ipertensione di grado 1 (es. <160 mmHg).71 statisticamente significativa degli eventi cardiovascolari
nico PROGRESS89 nel quale, nei pazienti con pregresso a meno di 140 mmHg nel gruppo attivamente trattato,
ictus o attacco ischemico transitorio, la riduzione della mentre rimaneva al di sopra di questo valore nel gruppo
PA è risultata associata ad una marcata riduzione nell’in- placebo o di controllo. In tre di questi quattro studi, la
cidenza di ictus ricorrenti e di eventi cardiovascolari in differenza di PA era associata ad una differenza negli
pazienti ipertesi e normotesi. Tuttavia, in questo studio eventi, e nello studio FEVER75 questo succedeva per va-
l’ipertensione era definita da valori di PAS di 160 mmHg lori pressori in trattamento che erano solo leggermente
o più, e in una successiva analisi, una significativa ridu- inferiori o leggermente superiori a 140 mmHg. Con le
zione della recidiva di ictus con il trattamento è stata limitazioni citate precedentemente (i pazienti non era-
osservata solo quando la PAS d’ingresso era pari a 140 no fissati invariabilmente ad un rischio cardiovascolare
mmHg o più.90 Inoltre, nello studio PROGRESS i valo- basso o moderato e con ipertensione di grado 1), questa
ri di PA all’ingresso venivano riportati senza tenere in osservazione è a supporto delle raccomandazioni del-
considerazione il trattamento di base (presente nel 50% le linee guida di ridurre la PAS a meno di 140 mmHg
dei pazienti89,90), e pertanto non possono essere usati per nella popolazione generale di pazienti con ipertensione
prendere decisioni sull’inizio del trattamento nei pazien- di grado 1 o 2 e rischio cardiovascolare totale basso o
ti non trattati. Infine, l’impatto delle evidenze fornite moderato.
1
dallo studio PROGRESS è stato limitato dai risultati so- Se questa raccomandazione debba essere applicata an-
n.
stanzialmente negativi di un più recente e ampio trial che ai pazienti ipertesi anziani non è comunque dimo-
17 |
di trattamento antiipertensivo controllato verso place- strato dai risultati dei trial. Come mostrato nel pannello
bo nei pazienti con malattia cerebrovascolare, lo studio superiore destro della Figura 1, benché in tutti i trial,76-84
vol.
PROFESS.91 Benché questi risultati negativi potrebbero eccetto uno,85 i gruppi di pazienti anziani ipertesi rando-
essere soggetti a varie interpretazioni,71,92 essi rappre- mizzati ad un trattamento attivo avessero un’incidenza
2 010 |
sentano un elemento di disturbo che richiede ulteriori significativamente più bassa di eventi cardiovascolari,
approfondimenti ed indagini mediante un trial con un in nessun trial (eccetto l’unico con risultati negativi85)
disegno più semplice. i valori di PAS durante il trattamento erano ridotti a
gennaio-marzo
Come già discusso nelle linee guida europee 20071 e ul- meno di 140 mmHg. Quindi, non vi sono evidenze a
teriormente analizzato in una recente revisione,71 ben- sostegno della raccomandazione delle linee guida di
ché non meno di cinque trial siano disponibili,93-97 le adottare un obiettivo di PAS inferiore a 140 mmHg nei
informazioni relative al trattamento farmacologico nei pazienti anziani.
pazienti con valori di PA normale-alta e malattia coro- I pannelli inferiori della Figura 1 mostrano che anche
narica, non sono risolutive. In primo luogo, nella mag- la raccomandazione delle linee guida di ridurre la PA a
ipertensione e prevenzione cardiovascolare |
gior parte dei trial, l’attenzione era diretta agli specifici meno di 130/80 mmHg nei pazienti con diabete86-88,99-106
effetti ancillari dei farmaci studiati piuttosto che a quelli o con storia di malattia cardiovascolare89,91,93-97,107,108 non
relativi alla PA, che erano talvolta quantificati anche in è sostenuta da un’evidenza incontrovertibile. Per il dia-
modo incompleto. In secondo luogo, in questi trial, i bete, la raccomandazione in favore di un trattamento
pazienti erano suddivisi per il valore più alto o più basso intensivo era probabilmente derivata dall’entusiasmo
di PA all’ingresso sulla base della somministrazione dei generato da molti trial come HOT99 e Syst-Eur,102 che
farmaci antiipertensivi, e quindi il cosiddetto paziente mostravano una maggiore riduzione di eventi cardio-
“normoteso” probabilmente apparteneva ad una catego- vascolari per una piccola differenza di PA nei pazienti
ria di PA più elevata quando non trattato. In terzo luogo, diabetici rispetto ai pazienti ipertesi non diabetici. Co-
i risultati mostrano una discrepanza considerevole tra e me mostrato nel pannello inferiore sinistro della Figu-
anche all’interno dei vari trial.71 ra 1, solo in un piccolo trial venivano effettivamente
raggiunti valori di PAS inferiori a 130 mmHg, ed essi
Obiettivi pressori erano associati ad una riduzione piuttosto dubbia degli
eventi cardiovascolari.86 Risultati simili caratterizzano i
L’evidenza disponibile sugli obiettivi di PA da ottenere trial di pazienti con storia di malattia cerebrovascolare
con il trattamento antiipertensivo è stata recentemente o coronarica, con l’ulteriore elemento confondente che,
riesaminata da alcuni membri di questo comitato ed è in alcuni dei trial nei quali la PAS era diminuita a meno
riassunta nella Figura 1.71 Come illustrato nel pannello di 130 mmHg, non veniva osservato alcun vantaggio
superiore sinistro, in quattro dei cinque trial condotti in rispetto al gruppo con valori di PA più elevati (pannello
pazienti ipertesi non complicati,72-75,98 la PAS era ridotta inferiore destro della Figura 1).
PA ∆
Beneficio
PAS (mmHg)
160 159
160 160 162
150 149 156
150 148 150 150 151 151 148 147
140 146 142 145
140 140 143 144
138 137 138
130 130 130 130
120 120
110 110
1
100 100
n.
OS HDFP AUS MRC FEV
EW
CW
EP
OP
Ch
S
r
Eu
VE
-
OP
TO
RC
SH
S.
ST
S.
HY
JA
SC
17 |
M
170 Diabete mellito 170 Pregressa malattia cardiovascolare
vol.
162
160 160 Ictus CHD
155 154
2 010 |
153 149 150
150 148 150 150
144 144 145
143 143
PAS (mmHg)
PAS (mmHg)
gennaio-marzo
134 134 130 130 130
130 132 130 132
130
128 128 129
124 124
120 120 122
110 110
100 100
ABCD IDNT CAM
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S.
M
Analisi post hoc dei trial e degli effetti Per quanto riguarda la relazione tra PA e danno d’organo
nel danno d’organo subclinico, i dati derivati dallo studio LIFE hanno mo-
strato che la regressione dell’IVS è correlata linearmen-
Le informazioni sulla soglia di PA e sugli obiettivi del te alle modificazioni di PA indotte dal trattamento, con
trattamento farmacologico sono derivate da un’analisi la massima efficacia osservata per le riduzioni di PA più
post hoc dei trial basati sugli eventi e da studi sull’effet- ampie rispetto ai valori iniziali.119 Uno studio pubblicato
to del trattamento sul danno d’organo di importanza recentemente ha anche mostrato che nei pazienti ipertesi
prognostica, sebbene, bisogna riconoscerlo, tutto questo non diabetici120 la presenza di IVS all’elettrocardiogramma
rappresenti un’evidenza più debole. era ridotta grazie ad un più stretto controllo della PA in
L’analisi post hoc dell’incidenza di eventi cardiovascolari in confronto ad un controllo meno rigoroso dei valori di PA
relazione al raggiungimento della PA per effetto del trat- (131.9/77.4 e 135.6/78.7 mmHg, rispettivamente). Inoltre,
tamento è stata eseguita in un ampio gruppo di pazienti numerosi studi hanno fornito l’evidenza che il trattamento
ipertesi dello studio HOT,99 nei pazienti ad alto rischio antiipertensivo è accompagnato da una riduzione o da una
cardiovascolare reclutati per lo studio VALUE,109,110 nello ritardata progressione nell’escrezione urinaria di proteine,
studio INVEST,111-114 nello studio ONTARGET115,116 e nei sia nei pazienti nel range proteinurico che microalbumi-
1
pazienti con nefropatia diabetica dello studio IDNT.117,118 nurico, anche quando la PA iniziale era inferiore a 140/90
n.
Nello studio HOT la più bassa incidenza di eventi cardio- mmHg.121,122 La più recente evidenza è stata fornita dal trial
17 |
vascolari si verificava a valori di PAS di 138 mmHg e di ADVANCE, che ha mostrato che nei pazienti diabetici, la
PAD di 82 mmHg.99 Nel trial VALUE, i pazienti ipertesi in maggior parte dei quali era sotto trattamento antiipertensi-
vol.
cui la PA era stata ridotta al di sotto 140/90 mmHg hanno vo, l’ulteriore riduzione della PA per mezzo dell’aggiunta di
mostrato una netta riduzione dell’incidenza degli eventi una combinazione di ACE-inibitore/diuretico riduceva in
2 010 |
cardiovascolari (ictus, infarto del miocardio e ospedaliz- maniera significativa e marcata l’incidenza degli eventi re-
zazione per scompenso cardiaco) a differenza dei pazienti nali. Questi erano principalmente costituiti dalla compar-
in cui la PA in terapia rimaneva al di sopra di questi valori, sa, la progressione, o la regressione della proteinuria, all’in-
gennaio-marzo
indipendentemente dal tipo di trattamento utilizzato.109 terno di un range di valori iniziali di PA da oltre 160/100 a
Nello studio clinico INVEST, l’incidenza di eventi cardio- meno di 120/70 mmHg.123 Il rischio relativo per gli eventi
vascolari diminuiva progressivamente con l’aumentare renali era 0.81, 0.75, 0.85 e 0.70 nel gruppo attivamente
della percentuale di visite in cui la PA era ben controllata trattato paragonato con il gruppo di controllo, con valori
(<140/90 mmHg) anche dopo aver aggiustato i dati per le iniziali di PAS uguali o superiori a 160,159-140,139-120,
variabili demografiche, cliniche e terapeutiche.112 La mag- ed inferiori a 120 mmHg, rispettivamente. Inoltre, questa
ipertensione e prevenzione cardiovascolare |
gior protezione cardiovascolare associata ad una PAS infe- analisi post hoc dei dati ADVANCE ha dimostrato che il
riore a 140/90 mmHg durante terapia ha mostrato un’ul- rischio di un evento renale si riduceva progressivamente
teriore tendenza alla riduzione degli eventi cardiovascolari man mano che la PAS ottenuta durante trattamento veniva
quando si è raggiunta una PAS di circa 130 mmHg.113 Al ridotta fino a valori di circa 110 mmHg.123
contrario, nello studio ONTARGET, i chiari effetti benefici
di una riduzione della PA venivano osservati quando la PAS Il fenomeno della “curva J”
iniziale era al di sopra di 140 mmHg, anche quando veniva
fatta la correzione per i potenziali confondenti, e, per ogni Recentemente, c’è stato un ripensamento rispetto ai pri-
valore di PA iniziale, una maggiore riduzione di PA era di mi entusiasmi, forse eccessivi, a favore di una riduzione
solito accompagnata da una più grande protezione car- aggressiva della pressione arteriosa, sulla base dei dati di
diovascolare. Tuttavia, nei pazienti nei quali la PAS iniziale alcuni trial91,108 così come sull’analisi post hoc dei risultati
era intorno a 130 mmHg, il vantaggio era meno marcato e di altri trial in pazienti a rischio elevato.113,115,124 Questi ri-
soprattutto evidente solo per l’ictus.115 Simili risultati so- sultati hanno sollevato il dubbio che in pazienti ad elevato
no stati recentemente riportati anche per un sottogruppo rischio cardiovascolare, i regimi terapeutici che riducono
di pazienti diabetici reclutati nello studio ONTARGET.116 la PAS a valori prossimi o inferiori a 120-125 mmHg e la
Infine, nei pazienti con nefropatia diabetica dello studio PAD sotto i 70-75 mmHg potrebbero dare luogo ad un
IDNT la riduzione della PAS al di sotto di 120 mmHg era aumento (piuttosto che ad un’ulteriore riduzione) dell’in-
correlata ad una mortalità cardiovascolare più bassa117 e cidenza degli eventi coronarici, fenomeno chiamato della
ad una progressiva riduzione della proteinuria così come “curva J”. Questo ha portato a riconsiderare la questione se
della incidenza di malattia renale terminale.118 la PA è talvolta ridotta in modo eccessivo, con conseguen-
te ipoperfusione degli organi vitali e aumento del rischio menti al grado 2 o si sviluppi danno d’organo) è suggerito
cardiovascolare. L’argomento deve essere discusso alla luce da una recente analisi dei maggiori trial.63 Questa analisi ha
delle considerazioni seguenti. Primo, sebbene deve esistere rivelato che nei trial in pazienti ad alto rischio cardiovasco-
un valore basso di PA in corrispondenza del quale la per- lare il “rischio residuo”, che è il livello di rischio raggiunto
fusione degli organi possa essere compromessa, gli studi con una terapia massimale (comprendente spesso anche
osservazionali in pazienti inizialmente esenti da malattie farmaci antiaggreganti e ipolipemizzanti), può molto rara-
cardiovascolari125 dimostrano che la relazione tra PA e in- mente ridursi al di sotto del cut-off che definisce una con-
cidenza di eventi cardiovascolari è sostanzialmente lineare dizione di alto rischio (es. 20% di eventi cardiovascolari in
fino a valori pressori bassi (minori di 110/70 mmHg), che 10 anni). Questo significa che, sebbene ridotto dalla terapia,
solo eccezionalmente sono ottenuti con un trattamento un rischio iniziale elevato rimane elevato. Al contrario, nei
antiipertensivo. Secondo, è possibile che nei pazienti a ri- trial che includevano pazienti ipertesi ad un rischio iniziale
schio cardiovascolare elevato, una alterazione del mecca- moderato o basso, il rischio residuo potrebbe spesso esse-
nismo che garantisce l’autoregolazione del flusso aumenti re portato a meno del 10% in 10 anni, il che implica che
la soglia di PA al di sotto della quale c’è ipoperfusione.92,126 l’inizio precoce della terapia antiipertensiva potrebbe essere
Comunque, l’entità di questo aumento (che potrebbe es- benefico. Questi argomenti suggeriscono simili soglie e tar-
1
n.
sere differente da paziente a paziente in relazione all’età e get pressori per la terapia farmacologica nell’anziano. Con
all’entità del danno d’organo) non è mai stata stabilita in l’attuale disponibilità di farmaci ben tollerati, la riduzione
17 |
modo univoco nei trial specificatamente rivolti a studiare dei valori pressori non sembra essere associata con alcun
i vantaggi di una più o meno intensa riduzione della PA. sostanziale incremento degli effetti collaterali o del rischio
vol.
Terzo, nonostante l’aggiustamento per le iniziali differen- cardiovascolare o non-cardiovascolare.
ze demografiche e cliniche tra i vari gruppi, l’analisi post L’inizio della terapia antiipertensiva nei pazienti diabetici
2 010 |
hoc dei risultati dei trial non dovrebbe ignorare che nel con PA normale-alta non è attualmente supportato da evi-
gruppo nel quale la PA in corso di trattamento era più denze in trial prospettici. Questo è anche il caso di target
bassa, ci potrebbe essere stato un rischio cardiovascolare pressori più bassi (<130/80 mmHg) raccomandati per i
gennaio-marzo
iniziale maggiore che ha determinato sia la riduzione della diabetici, ma mai veramente raggiunti in alcun ampio trial
PA che l’aumentata incidenza di eventi cardiovascolari.127 e anche più raramente ottenuti nella pratica clinica. Per il
Quarto, tutte queste analisi post hoc hanno consistente- futuro, il monitoraggio del danno d’organo subclinico, ed
mente dimostrato che, il nadir dell’incidenza degli eventi in particolare della microalbuminuria e proteinuria, sem-
cardiovascolari era rappresentato da un range piuttosto bra essere il miglior indice per decidere i valori pressori a
ampio di valori pressori, compreso tra i 120 e i 140 mmHg cui iniziare la terapia così come gli obiettivi terapeutici nei
ESC del 20071 hanno tentato di classificare come ad ele- Un ultimo punto merita una maggiore attenzione quan-
vato rischio cardiovascolare per la presenza di molteplici do si fanno raccomandazioni per la pratica medica. Per un
fattori di rischio, di sindrome metabolica o di danno certo numero di ragioni (costi, progressivo aumento della
d’organo subclinico. È stato prima menzionato che in frequenza di pazienti usciti dallo studio, difficoltà di gestione
questo range pressorio il danno d’organo subclinico non a lungo termine), i trial randomizzati possono durare solo
invariabilmente potrebbe condurre ad un elevato rischio pochi anni e perciò l’estrapolazione dei risultati a fronte di
cardiovascolare, e non è chiaro quanto spesso ciò po- una sempre più lunga aspettativa di vita ha consistenti limiti.
trebbe accadere. Le evidenze in favore di un intervento L’estrapolazione potrebbe impedire di prendere in conside-
volto a ridurre la PA in questi pazienti sono limitate a razione che i benefici della terapia antiipertensiva potrebbe-
quelle riportate dagli studi TROPHY129 e PHARAO,130 nei ro divenire più evidenti col tempo, verosimilmente poiché
quali la somministrazione di farmaci antiipertensivi ha la regressione del danno d’organo ha un andamento lento
ritardato l’insorgenza dell’ipertensione (cioè il supera- nel tempo, in parallelo al rimodellamento a lungo termi-
mento del cut-off di 140/90). Se questo obiettivo andasse ne delle grandi arterie, delle piccole arterie e della struttura
perseguito primariamente con le modifiche dello stile cardiaca.131 Ciò sembra essere supportato dai risultati dei
di vita o anche con l’aggiunta di farmaci antiipertensivi pochi trial nei quali i pazienti sono stati seguiti per un certo
1
rimane comunque ancora da determinare. numero di anni dopo il termine del trattamento randomiz-
n.
17 |
Sebbene le evidenze dei trial siano scarse, appare Nell’insieme, ci sono sufficienti evidenze
2 010 |
ragionevole raccomandare che, nell’ipertensione di per raccomandare una riduzione della PAS sotto
grado 1 (PAS 140-159 mmHg o PAD 90-99 mmHg) a i 140 mmHg (e della PAD sotto i 90 mmHg) in tutti
basso o moderato rischio, la terapia farmacologica i pazienti ipertesi, sia in quelli a basso e moderato
andrebbe iniziata dopo un adeguato periodo di rischio, sia in quelli ad elevato rischio. L’evidenza
gennaio-marzo
correzione dello stile di vita. L’inizio della terapia è manca solamente nei pazienti anziani ipertesi, nei quali
consigliabile se l’ipertensione di grado 1 è associata il beneficio della riduzione della PAS sotto i 140 mmHG
con un alto livello di rischio, o se l’ipertensione è di non è mai stato testato in trial randomizzati.
grado 2 o 3. La raccomandazione delle ultime linee guida di ottenere
Nei pazienti con pressione arteriosa normale-alta un più basso target pressorio (130 mmHg) nei pazienti
(PAS 130-139 mmHg o PAD 85-89) non complicata diabetici e a rischio cardiovascolare molto elevato
da diabete o pregressi eventi cardiovascolari, non (pregresso evento CV) potrebbe essere ragionevole ma
sono disponibili evidenze nei trial del beneficio di un non è adeguatamente supportato dalle evidenze dei
ipertensione e prevenzione cardiovascolare |
trattamento, eccetto che per una successiva insorgenza trial. In nessun trial randomizzato su pazienti diabetici
di ipertensione (superando il cut-off di 140/90). la PAS è stata portata sotto i 130 mmHg con provati
L’inizio della terapia antiipertensiva nei pazienti vantaggi e nei trial ove la PAS è stata portata sotto i 130
diabetici con normale PA non è attualmente supportata mmHg in pazienti con pregressi eventi cardiovascolari
da evidenze prospettiche nei trial. Per il futuro sembra hanno dato risultati controversi.
prudente raccomandare l’inizio del trattamento nei Nonostante i loro ovvi limiti e la minor forza
pazienti diabetici con PA normale-alta se è presente dell’evidenza, le analisi post hoc dei dati dei trial
danno d’organo subclinico (in particolare proteinuria indicano una progressiva riduzione dell’incidenza di
e microalbuminuria). eventi cardiovascolari riducendo progressivamente la
Le evidenze dei trial riguardo alla terapia antiipertensiva PAS sino a valori intorno ai 120 mmHg a la PAD sino
nei pazienti con pregressi eventi cardiovascolari in ai 75 mmHg, sebbene il beneficio addizionale a bassi
assenza di ipertensione sono controverse, e ulteriori trial valori pressori divenga piuttosto limitato. Un fenomeno
dovranno essere completati prima che possano essere J-curve è raro da osservare se non quando vengono
date certe raccomandazioni. raggiunti valori pressori più bassi, eccetto forse nei
In generale, il trattamento precoce della PA, pazienti con danno arterioso aterosclerotico avanzato.
prima che si sviluppi danno d’organo o che diventi Sulla base dei dati attuali, sarebbe prudente
irreversibile o subentrino eventi cardiovascolari, raccomandare una riduzione della PAS/PAD a
sembra una raccomandazione ragionevole, poiché nei valori compresi nel range 130-139/80-85 mmHg,
pazienti ipertesi ad elevato rischio, anche una terapia possibilmente vicini al limite inferiore di questo
cardiovascolare intensa, sebbene benefica, non è range, in tutti i pazienti ipertesi. Sarebbero
tuttavia in grado di abbassare il rischio cardiovascolare comunque desiderabili evidenze più stringenti
globale sotto la soglia del rischio elevato. da trial randomizzati specifici.
zato. Nei trial SYST-EUR e SHEP, per esempio, gli effetti fa- Strategie terapeutiche
vorevoli del trattamento antiipertensivo sull’incidenza degli
eventi cardiovascolari sono rimasti evidenti anni dopo la fine Scelta del farmaco antiipertensivo
della fase a doppio cieco dei trial, nonostante il fatto che la
terapia antiipertensiva fosse stata iniziata anche nel gruppo Le linee guida europee, nelle versioni del 2003136 e del
placebo.132,133 Un simile fenomeno, conosciuto come effetto 2007,1 hanno passato in rassegna i numerosi trial rando-
“legacy”, è stato riportato anche dal trial Steno 2,134 ove è mizzati sulla terapia antiipertensiva, sia quelli che han-
dimostrato un beneficio post intervento sulle complicanze no confrontato un farmaco attivo verso un placebo, sia
micro e macrovascolari nel diabete di tipo 2 dopo 13,3 anni quelli che hanno confrontato tra loro regimi terapeutici
di follow-up con una terapia intensiva multifattoriale inclu- basati su diversi farmaci (Box 5).
dente farmaci antiipertensivi e dal trial UKPDS135 durante Le linee guida hanno concluso che i principali benefici
un follow-up di 10 anni sugli effetti di un controllo intensivo dati dalla terapia dipendevano dalla riduzione dei valori
della glicemia nei 10 anni precedenti in pazienti diabetici. pressori “per se”, indipendentemente dal tipo di farmaco
I principali punti relativi alle soglie e ai target pressori utilizzato.
da ottenere con il trattamento antiipertensivo sono ri- Perciò i diuretici tiazidici (così come il clortalidone e
1
n.
assunti nei Box 3 e 4. l’indapamide), i beta-bloccanti, i calcio-antagonisti, gli
ACE-inibitori e gli antagonisti recet-
17 |
toriali dell’angiotensina sono tutti in
Box 5. Scelta del farmaco antiipertensivo grado di abbassare adeguatamente i
vol.
valori pressori e di ridurre in modo
Meta-analisi su larga scala dei dati disponibili confermano che le principali significativo ed importante gli even-
2 010 |
classi di farmaci antiipertensivi e cioè i diuretici, gli ACE-inibitori, i calcio- ti cardiovascolari. Ognuna di queste
antagonisti, gli antagonisti recettoriali dell’angiotensina e i beta-bloccanti molecole è utilizzabile sia per l’inizio
non differiscono significativamente per la loro capacità nel ridurre la PA
nell’ipertensione.
che per il mantenimento della terapia
gennaio-marzo
Non ci sono evidenze inconfutabili che le principali classi di farmaci antiipertensiva, sia in monoterapia
differiscano nella loro capacità nel proteggere contro il rischio che in terapia di associazione.
cardiovascolare globale o gli specifici eventi cardiovascolari, come l’ictus L’equivalenza tra le varie classi di far-
o l’infarto miocardico. Le conclusioni delle linee guida 2007 ESH/ESC e maci antiipertensivi, e tra le varie mo-
cioè che i diuretici, gli ACE-inibitori, i calcio-antagonisti, gli antagonisti
recettoriali dell’angiotensina e i beta-bloccanti possono essere tutti
lecole di una stessa classe, è stata a lun-
considerati adatti per l’inizio così come per il mantenimento del trattamento go dibattuta, a partire dai sospetti sulla
medici e gli epidemiologi che deve essere seriamente pre- laboration”151 chiarisce che l’odd ratio è molto simile a
so in considerazione dai membri della Commissione delle quello atteso in base alla differenza di 2.7 mmHg osser-
linee guida. Al contrario, i sospetti non dimostrati, non vata nella PAS tra il trattamento con beta-bloccante/diu-
dovrebbero essere presi a pretesto per negare al paziente i retico e calcio-antagonisti/ACE-inibitore.152 Nell’insieme
benefici della terapia. comunque i beta-bloccanti non appaiono essere sistema-
ticamente inferiori alle altre classi di antiipertensivi nella
Beta-bloccanti loro capacità di ridurre i valori della PA. Una recente
analisi di un gruppo di più di 40.000 pazienti ipertesi in
Le evidenze in base alle quali è stata messa in dubbio140 monoterapia con differenti farmaci ha mostrato la non
l’efficacia dei beta-bloccanti come farmaci antiipertensivi inferiorità (e se possibile la superiorità) della monote-
di prima scelta e per le quali attualmente essi sono stati rapia con beta-bloccante153 nel ridurre la PA brachiale.
declassati nelle raccomandazioni britanniche141 sono state Comunque, studi come il CAFE154 hanno fatto notare
discusse nelle linee guida europee del 2007. Da allora si come, per una stessa PAS a livello brachiale, la PAS a livel-
sono aggiunte nuove evidenze sul ruolo dei beta-bloccanti lo centrale possa essere più elevata con il beta-bloccante
nella terapia antiipertensiva.142-144 In una meta-analisi di rispetto ad altre classi di farmaci a causa di una maggiore
1
9 su 22 trial randomizzati controllati sui beta-bloccanti145 riflessione dell’onda sfigmica legata alla bradicardia e/o
n.
è stata mostrata una significativa correlazione inversa tra alla vasocostrizione periferica. Questa interessante os-
17 |
la frequenza cardiaca ottenuta con il beta-bloccante e gli servazione meriterebbe di essere confermata sebbene il
eventi cardiovascolari (minore era la frequenza cardiaca suo reale impatto nella gestione dell’ipertensione possa
vol.
ottenuta, maggiore era il verificarsi di eventi cardiovasco- essere limitato dal fatto che la differenza tra la PA pe-
lari), incluso l’infarto miocardico e lo scompenso cardiaco, riferica e centrale si riduce con l’avanzare dell’età,155,156
2 010 |
condizioni note dall’essere favorevolmente influenzate dal quando l’ipertensione diviene più frequente e la terapia
blocco dei recettori beta.146,147 Al contrario, in una recen- antiipertensiva più comunemente usata.
te meta-analisi di 147 trial randomizzati (la più ampia Non c’è dubbio che i beta-bloccanti, così come i diuretici
gennaio-marzo
meta-analisi ad oggi disponibile) è stata mostrata solo una (specialmente se in combinazione), abbiano effetti meta-
leggera inferiorità dei beta-bloccanti nel prevenire l’ictus bolici indesiderati e facilitino l’insorgenza di diabete157,158
(una riduzione del 17% contro il 29% ottenuto con altre nei soggetti predisposti come in coloro con sindrome me-
classi di farmaci), mentre è stato dimostrato un effetto pari tabolica o ridotta tolleranza al glucosio.55,159,160 Il peso di
alle altre classi nella prevenzione degli eventi coronarici e questo fenomeno, comunque, potrebbe essere stato esage-
dello scompenso cardiaco e un’efficacia maggiore rispet- rato dal modo in cui i principali studi prospettici e i trial
ipertensione e prevenzione cardiovascolare |
to alle altre classi nei pazienti con un evento coronarico sono stati analizzati, cioè limitando l’analisi alla variazione
recente.148 Inoltre, la recente pubblicazione del follow-up della glicemia o alla prescrizione di antidiabetici in pazien-
a 20 anni del UKPDS,149 trial che paragonava atenololo e ti inizialmente non diabetici o con una glicemia inferiore
captopril nei pazienti diabetici, ha mostrato una simile a 7 mmol/l (126 mg/dl). Inoltre, una recente analisi dei
incidenza di eventi cardiovascolari in entrambi i gruppi dati del trial ELSA (follow-up di 3,8 anni) ha mostrato
di pazienti, con una riduzione della mortalità per tutte le che la nuova diagnosi di diabete al termine dello studio
cause a favore del braccio in terapia con beta-bloccante. nei pazienti sani all’arruolamento si è accompagnata ad
Ciò concorda con i dati osservazionali retrospettivi di nu- un certo numero di casi nei quali la diagnosi di diabete
merose coorti di pazienti con differenti terapie antiiper- all’arruolamento non fu poi confermata alla fine dello
tensive per periodi più lunghi che nei trial randomizzati, studio. Comunque, il bilancio complessivo è rimasto a
che mostravano che gli eventi cardiovascolari non erano favore delle nuove diagnosi di diabete.160 A ciò si aggiunge
più frequenti nei pazienti in terapia con atenololo rispetto che non è ancora ben chiaro se il diabete farmaco-indotto
a quelli in terapia con altre classi di farmaci.150 abbia la stessa prognosi negativa del diabete naturalmente
Infine, non sono mai state condotte analisi sistemati- insorto, con alcuni autori che enfatizzano studi in cui i
che sul possibile ruolo di una minor riduzione della PA pazienti con diabete di nuova insorgenza non hanno una
da parte dei beta-bloccanti nei trial dove i beta-bloc- maggior incidenza di eventi cardiovascolari durante il trial
canti sembravano avere un minor effetto sulla preven- e anche dopo diversi anni,133,161 mentre altri autori in altri
zione dell’ictus. Per esempio, l’interpolazione dei dati studi sostengono conclusioni opposte.143,162-162
dell’ASCOT sull’ictus con l’analisi di meta-regressione È anche vero che, quando paragonati con altri classi di
del “Blood Pressure Lowering Treatment Trialists Col- farmaci in studi che usavano il danno d’organo subclini-
co come end-point, i beta-bloccanti hanno mostrato di dibattito.143,161 Le evidenze che una riduzione della PA in-
essere meno potenti degli ACE-inibitori, degli antagonisti dotta dai diuretici possa ridurre tutti i tipi di eventi car-
recettoriali dell’angiotensina e dei calcio-antagonisti nel diovascolari sono forti,161 ma non può essere negato che la
ridurre la massa ventricolare sinistra,165 l’ispessimento maggior parte dei trial e delle meta-analisi nelle quali sono
miointimale carotideo,166 la rigidità aortica131 e l’aumenta- stati sollevati dubbi sui beta-bloccanti, hanno impiegato
to rapporto parete/lume delle piccole arterie,167-169 e questo anche diuretici tiazidici. Ciò rende difficile distinguere il
potrebbe risultare in una minor protezione cardiovascola- differente ruolo di queste due classi farmacologiche. Allo
re sul lungo termine. Comunque non si dovrebbe ignora- stesso modo, il ruolo diabetogeno dei beta-bloccanti e dei
re che i beta-bloccanti non sono una classe omogenea, e diuretici è difficile da discriminare, e quando sono stati dis-
che quelli con potere vasodilatatore, come il celiprololo, sociati, i diuretici sembrano peggiori dei beta-bloccanti.157
il carvedilolo, e il nebivololo, sembrano non condividere I diuretici sono stati raramente studiati per la loro capacità
alcune delle proprietà negative descritte per altre moleco- di far regredire il danno d’organo, e quando testati si sono
le; per esempio, il celiprololo diminuisce la rigidità aortica mostrati spesso inferiori ai calcio-antagonisti o agli ACE-
e la pressione differenziale centrale,170 mentre l’atenololo inibitori.165,180,181 Inoltre in tutti gli ampi studi che hanno
no.131 Il nebivololo a parità di riduzione della PA, ridu- indagato la tollerabilità dei vari farmaci antiipertensivi
1
n.
ce meno la frequenza cardiaca rispetto all’atenololo171 e, lungo la durata del trattamento, è stato osservato che i
a causa di questa minor bradicardia combinata con la diuretici insieme ai beta-bloccanti sono i composti meno
17 |
vasodilatazione periferica, ha un migliore effetto sulla tollerati,153 o quelli accompagnati ad una minor complian-
pressione arteriosa centrale rispetto all’atenololo.172 Nel- ce.182,183 Infine, una recente meta-analisi ha mostrato dei
vol.
lo studio GEMINI,173 il carvedilolo ha avuto meno effetti benefici sull’outcome per le basse dosi, ma non per le alte
indesiderati sull’emoglobina glicata, sul colesterolo totale dosi di diuretico.184 In aggiunta a ciò, i risultati del trial
2 010 |
e sui trigliceridi rispetto al metoprololo, e il nebivololo ACCOMPLISH (discusso nella sezione delle combinazioni
confrontato col metoprololo è stato in grado di migliorare farmacologiche preferibili) hanno messo in dubbio che i
l’insulino-sensibilità174 e di avere lo stesso effetto metabo- diuretici tiazidici siano sempre la componente maggior-
gennaio-marzo
lico degli ACE-inibitori.175 Sia il carvedilolo che il nebivo- mente protettiva nella terapia di combinazione.185
lolo sono stati utilizzati in trial di eventi nell’insufficienza
cardiaca cronica (ma non nell’ipertensione arteriosa), e ACE-inibitori e antagonisti recettoriali
sono stati in grado di ridurre l’end-point primario, vale dell’angiotensina
a dire la mortalità e l’ospedalizzazione.176 Nello studio
COMET la terapia con il carvedilolo era accompagnata La tesi che gli ACE-inibitori potessero essere un poco in-
mile con entrambi i farmaci. Una recente meta-analisi che con un calcio-antagonista. È inoltre tuttora poco chiaro
ha compreso vecchi e più recenti trial conferma la con- se i calcio-antagonisti siano meno efficaci nel proteggere
clusione che gli ACE-inibitori e gli antagonisti recettoriali contro la nuova insorgenza di scompenso cardiaco, co-
dell’angiotensina hanno lo stesso effetto sulla prevenzione me sembra in diversi studi e ampie meta-analisi.148,149 La
dell’infarto miocardico.192,193 recente meta-analisi di Law e coll.,148 comunque, mostra
Il beneficio assoluto indotto dalla relativamente picco- che nei trial ove è stata osservata una differenza di PA
la riduzione della PA prodotta dall’associazione dei due tra un agente antiipertensivo ed il controllo, l’efficacia del
farmaci è più difficile da calcolare, poiché l’ONTARGET calcio-antagonista nel prevenire lo scompenso cardiaco
è stato deliberatamente condotto in pazienti ad elevato era solo leggermente minore rispetto a quella di altre
rischio e, per ovvie ragioni etiche, non ha potuto include- classi di farmaci (19% contro 24%). La questione ruota
re un braccio di confronto con placebo. Perciò, è difficile intorno a quanta di questa apparente inferiorità sia un
stabilire se il beneficio deve essere stimato basandosi sul reale limite della loro protezione cardiovascolare, oppure
paragone storico con il braccio placebo del trial HOPE,93 il risultato della difficoltà nel diagnosticare un end-point
portato a termine diversi anni prima, o con il braccio minore anche se clinicamente rilevante come scompenso
placebo del simultaneo TRANSCEND, in pazienti intol- cardiaco incipiente, oppure una conseguenza dei disegni
1
leranti all’ACE-inibitore.108 I pazienti del TRANSCEND dei trial che escludevano l’uso dei diuretici e degli ACE-
n.
trattati con placebo hanno mostrato un’incidenza leg- inibitori (farmaci essenziali nella terapia dello scompenso
17 |
germente minore di eventi cardiovascolari rispetto ai cardiaco) nei pazienti randomizzati con un calcio-antago-
pazienti trattati con placebo del trial HOPE, sia a causa nista. È rilevante considerare che nei trial ove un calcio-
vol.
della maggior prevalenza di terapie concomitanti rispet- antagonista è stato sempre o abitualmente somministrato
to all’HOPE (ma simile a quella dell’ONTARGET), sia a in combinazione con un diuretico (FEVER75) o con un
2 010 |
causa di una maggior proporzione di donne. ACE-inibitore (ASCOT197), non è stato mai dimostrato
L’ONTARGET191 e il TRANSCEND108 hanno anche fornito un significativo eccesso di scompenso cardiaco nel braccio
alcune informazioni aggiuntive sul rispettivo ruolo di un del calcio-antagonista. È stato anche dimostrato nel trial
gennaio-marzo
ACE-inibitore e di un antagonista recettoriale dell’angio- ACTION che lo scompenso cardiaco incipiente è marcata-
tensina sul diabete di nuova insorgenza in pazienti a elevato mente ridotto (-39%) nei pazienti ipertesi in trattamento
rischio. Nonostante sia stato ripetutamente mostrato che il con il calcio-antagonista rispetto al placebo.96,198-200
telmisartan possiede un’attività PPAR-γ agonista,194 l’inci-
denza di nuovi casi di diabete non è significativamente dif- Nuovi farmaci antiipertensivi
ferente tra il telmisartan e il ramipril nell’ONTARGET,191
ipertensione e prevenzione cardiovascolare |
e un’incidenza solo leggermente e non significativamente Il farmaco per il quale sono disponibili rilevanti nuo-
minore rispetto al gruppo placebo è stata osservata nel ve informazioni negli ultimi due anni è l’aliskiren, un
TRANSCEND108 e nel PROFESS.91 Comunque, la maggior nuovo inibitore diretto della renina nel sito della sua
parte dei pazienti era in terapia anche con altri farmaci attivazione, che è ora disponibile per la terapia sia negli
antiipertensivi che potrebbero aver mascherato lo specifi- USA che in Europa. I nuovi dati sull’aliskiren possono
co effetto antidiabetogenico delle molecole testate. Nono- essere riassunti come segue. Primo, sebbene gli specifici
stante queste considerazioni, l’affermazione che l’attività vantaggi di interferire con l’attivazione della renina non
PPAR-γ agonista conferirebbe al telmisartan una maggior siano ancora chiari,201,202 l’aliskiren ha dimostrato di es-
azione antidiabetogena deve essere ancora provata. sere efficace nel ridurre la PAS e la PAD nei pazienti iper-
tesi quando somministrato in monoterapia in una dose
Calcio-antagonisti giornaliera singola. Secondo, il farmaco è anche efficace
in combinazione con un diuretico tiazidico, un calcio-
I calcio-antagonisti sono stati assolti dall’accusa di causare antagonista e un ACE-inibitore o un antagonista recet-
un eccesso relativo di eventi coronarici dagli stessi autori toriale dell’angiotensina.203-205 Terzo, sono recentemente
che avevano sollevato il sospetto.195 Al contrario, alcune re- emersi dati sulla capacità dell’aliskiren di prevenire il
centi meta-analisi148,186,187,196 suggeriscono che questa classe danno d’organo subclinico quando combinato con un
potrebbe avere dei vantaggi addizionali nella prevenzione antagonista recettoriale dell’angiotensina. In uno stu-
dell’ictus, sebbene non sia chiaro se ciò sia ascrivibile a dio in pazienti diabetici ipertesi con proteinuria, questa
un effetto protettivo specifico o a un controllo pressorio associazione ha portato ad una maggiore riduzione del-
leggermente migliore, spesso presente nei pazienti trattati la proteinuria rispetto all’utilizzo del solo antagonista
1
n.
e in combinazione è atteso con interesse. Nel frattempo me l’interesse delle compagnie farmaceutiche nell’avere
le evidenze disponibili giustificano il suo uso nell’iper- il proprio farmaco classificato come di “prima scelta”, o
17 |
tensione, in particolare in combinazione con altre mo- dei ricercatori nel vedere i propri studi in grado di fornire
lecole. Ciò è supportato anche dal favorevole profilo di l’attribuzione di “farmaco di prima classe” ad una mo-
vol.
tollerabilità dell’aliskiren. Il principale effetto collaterale lecola.152 Comunque, una volta assunto che (1) il princi-
sembra essere un’aumentata incidenza di diarrea, ma so- pale meccanismo favorevole della terapia antiipertensiva
2 010 |
lo a dosi più elevate rispetto a quelle raccomandate.203 è la riduzione della PA “per se”, (2) gli effetti su specifici
I nuovi farmaci antiipertensivi che sono attualmente sot- eventi dei vari farmaci è simile o differisce di poco, (3)
to studio includono i donatori di monossido d’azoto, il tipo di evento che si verificherà in un dato paziente è
gennaio-marzo
gli antagonisti della vasopressina, gli inibitori dell’en- imprevedibile, e (4) tutte le classi di farmaci antiiperten-
dopeptidasi neutra, gli agonisti recettoriali AT2 dell’an- sivi hanno i loro pro e i loro contro (bene riassunti nelle
giotensina e gli antagonisti recettoriali dell’endotelina. tabelle 7 e 8 delle linee guida ESH/ESC 2007), è ovvio che
Sebbene i loro meccanismi d’azione promettano di es- nessuna delle classificazioni in ordine di scelta proposte
sere efficaci nel ridurre i valori di PA e verosimilmente per un uso generale degli antiipertensivi è necessaria ed
nel conferire una protezione d’organo specifica, la loro anzi è probabilmente fuorviante.152 È sulla base di questa
stione del singolo paziente che può ampiamente differire Monoterapia e terapia di combinazione
per le sue caratteristiche personali, mediche e culturali”,1
richiedendo perciò decisioni differenti da quelle generali Riduzione della pressione arteriosa
raccomandate in diverse altre linee guida. secondo le due strategie terapeutiche
Le evidenze hanno continuato a supportare il concetto che, nella maggioranza mente efficace in un certo numero di
dei pazienti ipertesi, il controllo ottimale della PA può essere raggiunto pazienti, cosicché la sua associazione
2 010 |
solamente dalla combinazione di almeno due farmaci antiipertensivi. con un’altra molecola più efficace in-
L’aggiunta di un farmaco di una classe diversa rispetto a quella inizialmente
prescritta dovrebbe perciò essere considerata una raccomandabile strategia
durrà una risposta maggiore rispetto
terapeutica, a meno che il primo farmaco debba essere sospeso per la al raddoppiare la dose di un farmaco
gennaio-marzo
presenza di effetti collaterali e per l’assenza di qualsiasi effetto antiipertensivo. inefficace. Comunque, sebbene sia
La combinazione di due farmaci antiipertensivi potrebbe offrire vantaggi possibile che l’impiego di due farmaci
anche per l’inizio del trattamento, in particolare per i pazienti ad elevato insieme implichi la somministrazione
rischio cardiovascolare nei quali sarebbe desiderabile un pronto controllo
dei valori pressori.
di un farmaco inutile, la ricerca della
Qualora possibile, l’uso di una combinazione fissa di dosi (in una singola più efficace monoterapia in ogni sin-
compressa) dovrebbe essere preferita, poiché la semplificazione della golo paziente è un lavoro minuzioso
ipertensione e prevenzione cardiovascolare |
1
n.
target pressorio; Nello studio PROGRESS è già stato dimostrato come la
2. quando sussiste una condizione ad alto rischio, un combinazione tra un ACE-inibitore, il perindopril, e un
17 |
evento può sopraggiungere in un periodo di tempo diuretico, l’indapamide, ha un maggiore effetto ipotensi-
relativamente breve e ciò richiede interventi protet- vo rispetto al solo ACE-inibitore e, in parallelo, un effetto
vol.
tivi senza eccessivi ritardi; preventivo molto maggiore sulle recidive di ictus.89 Nello
3. in diversi trial, l’effetto protettivo della riduzione dei studio ADVANCE,88 la stessa combinazione di indapami-
2 010 |
valori pressori è diventata evidente poco dopo l’ini- de e perindopril somministrata a pazienti con diabete di
zio del trattamento antiipertensivo; tipo 2 (in aggiunta alla terapia già in atto) per più di 4
4. iniziare con una terapia di combinazione potrebbe anni è stata seguita da un effetto antiipertensivo signifi-
gennaio-marzo
associarsi ad un minor grado di discontinuità te- cativamente maggiore rispetto alla somministrazione del
rapeutica, verosimilmente perché la discontinuità placebo (differenza di PAS e PAD rispettivamente -5.6 e
terapeutica (un fenomeno estremamente comu- -2.2 mmHg). Ciò si è associato ad una riduzione dell’in-
ne182,183,216) deriva anche dal senso di frustrazione cidenza (-9%) delle complicanze correlate al diabete (un
causato al paziente dalla percezione dell’incapacità end-point composito di eventi macrovascolari e microva-
di raggiungere il controllo pressorio.217 scolari). Inoltre, la combinazione indapamide-perindopril
è stata ampiamente utilizzata nello studio ASCOT, risul- l’effetto protettivo di questa strategia terapeutica. Fino ad
tando essere più efficace nel ridurre la PA e gli eventi car- ora, non sono stati condotti studi basati sugli eventi con
diovascolari della combinazione di un beta-bloccante con la combinazione di un antagonista recettoriale dell’angio-
un diuretico tiazidico.197 tensina con un calcio-antagonista. Un’eccezione è lo studio
Nel trial ACCOMPLISH,185 più di 11.000 pazienti ipertesi RENAAL, in cui l’effetto favorevole del losartan (versus
con un rischio cardiovascolare relativamente elevato sono placebo) nel ritardare la progressione verso l’insufficienza
stati randomizzati, dopo aver sospeso la precedente tera- renale terminale è stato osservato quando lo stesso è stato
pia, a ricevere un ACE-inibitore, il benazepril, associato aggiunto alla preesistente terapia antiipertensiva, spesso
o al calcio-antagonista amlodipina o all’idroclorotiazide. comprendente un calcio-antagonista.105 Inoltre, esiste
In un periodo di follow-up di 3 anni, entrambe le asso- un’ampia raccolta di evidenze a favore del fatto che, com-
ciazioni hanno ridotto in modo molto efficace la PA, con binando un antagonista recettoriale dell’angiotensina con
valori medi durante il trattamento di 132.5/74.4 mmHg nel un calcio-antagonista o con un diuretico, si ottiene un’ef-
gruppo dell’idroclorotiazide e di circa 1 mmHg in meno ficace riduzione della PA, e un’elevata percentuale di con-
(131.6/73.3 mmHg) nel gruppo del calcio-antagonista. trollo pressorio in diverse categorie di ipertesi, un profilo
La frequenza di effetti collaterali gravi è stata modesta e di tollerabilità anche migliore rispetto a quello osservato
1
simile nei due gruppi. Nel gruppo che ha ricevuto la com- quando è invece usato un ACE-inibitore (tosse ed angio-
n.
binazione benazepril-amlodipina, comunque, l’incidenza edema sono stati osservati molto meno frequentemente)
17 |
dell’end-point primario (un end-point composito di diver- e una efficace protezione contro il danno d’organo subcli-
si eventi cardiovascolari fatali e non fatali) è stato del 20% nico.221-223 Si sono accumulate evidenze in particolare sulla
vol.
minore che nel gruppo che ha ricevuto la combinazione combinazione di un antagonista recettoriale dell’angioten-
benazepril-idroclorotiazide, con una significativa riduzio- sina con un calcio-antagonista (di solito l’amlodipina), che
2 010 |
ne anche di eventi specifici, quali l’infarto miocardico, ma ha dato prova di essere in grado di ridurre in modo molto
non dello scompenso cardiaco. Ciò fornisce un’evidenza efficace la PA anche nell’ipertensione grave.223,224
clinica, basata sugli eventi, in favore della somministrazio-
gennaio-marzo
l’incidenza di eventi cardiovascolari è stata minore del pre- la dimostrazione di un maggiore effetto antiipertensivo
visto nei pazienti a rischio molto elevato, verosimilmente della combinazione di un calcio-antagonista con altre
a causa dell’ampio uso di statine (68%), antiaggreganti molecole rispetto ad una dose doppia di calcio-antagoni-
(65%), e procedure di rivascolarizzazione (18-20%). I ri- sta in monoterapia. Ancora più importante è il fatto che
sultati dell’ACCOMPLISH potrebbero anche dipendere l’associazione di un calcio-antagonista con un diuretico
dall’alta percentuale di pazienti diabetici arruolati (60%): è stata utilizzata nei trial FEVER, ELSA e VALUE75,166,255
infatti, nello studio STAR,218 i pazienti ipertesi con una ri- con dimostrazione di un maggiore beneficio. Nessun
dotta tolleranza al glucosio hanno mostrato una peggior trial di eventi ha esplorato la combinazione di un calcio-
risposta metabolica al test da carico di glucosio (così come antagonista con un beta-bloccante, anche se questa è stata
una maggior incidenza di diabete di nuova insorgenza) se la seconda combinazione più usata nello studio HOT.99
trattati con una combinazione di un farmaco bloccante il
sistema renina-angiotensina e un diuretico rispetto a quelli Associazione di un ACE-inibitore e un antagonista
trattati con la combinazione di un farmaco bloccante il recettoriale dell’angiotensina
sistema renina-angiotensina e un calcio-antagonista. Le linee guida ESH/ESC del 20071 non hanno considerato
la combinazione di un ACE-inibitore con un antagonista
Associazione di un antagonista recettoriale recettoriale dell’angiotensina tra quelle più adatte per un
dell’angiotensina e un calcio-antagonista o un diuretico largo utilizzo, poiché essi agiscono, anche se a differenti
Un antagonista recettoriale dell’angiotensina è stato fre- livelli, sullo stesso meccanismo di controllo della PA, e cioè
quentemente associato ad un diuretico in diversi trial, il sistema renina-angiotensina. Le linee guida europee del
come il LIFE219 e lo SCOPE,83,220 che hanno documentato 2007, comunque, hanno mostrato alcuni risultati ottenuti
nell’insufficienza renale cronica o in pazienti diabetici,226 in considerazione. In questo ambito, andrebbe ricordato
per lo più con proteinuria, suggerendo un maggior effet- che i risultati dell’unico studio (lo studio COOPERATE)
to antiproteinurico rispetto alla somministrazione di un che ha mostrato un effetto protettivo superiore del dop-
ACE-inibitore o di un antagonista recettoriale dell’angio- pio blocco del sistema renina-angiotensina sull’outcome
tensina da soli. L’uso su larga scala di quest’associazione è renale229 sono stati messi in discussione.230,231 Inoltre, gli
stato ora riesaminato alla luce dei risultati dell’ONTAR- ampiamente citati risultati favorevoli della somministra-
GET,53,191 nel quale la combinazione di una dose piena zione concomitante di un ACE-inibitore e di un antago-
di telmisartan e di ramipril ha ridotto i valori pressori nista recettoriale dell’angiotensina mostrati in trial su pa-
leggermente di più rispetto alla riduzione osservata con zienti con disfunzione ventricolare sinistra o scompenso
la somministrazione singola dell’una o dell’altra molecola, cardiaco dovrebbero essere riconsiderati con cautela, dal
senza comunque ottenere alcuna ulteriore riduzione de- momento che i benefici non sono stati visti in tutti i trial
gli eventi cardiovascolari o renali (eccetto la proteinuria), (assenti nel VALIANT232), o erano limitati (Val-HeFT223)
con inoltre un maggior numero di eventi renali avversi o evidenti solo se l’evento ospedalizzazione era aggiunto
e una più frequente discontinuità della terapia iniziale. alla mortalità (CHARM234). Infine, in tutti questi trial, la
Come accennato in una precedente sezione, un’analisi combinazione ha aumentato marcatamente l’incidenza
1
n.
post hoc delle variazioni della PA nell’ONTARGET115 ha di effetti collaterali come l’iper caliemia e l’aumento della
suggerito l’ipotesi che l’eccessiva riduzione della PA nei creatinina sierica.
17 |
pazienti nei quali la PA basale era inferiore ai 130 mmHg
(sia spontaneamente che come effetto della terapia già Associazioni con dosi fisse (in unica preparazione)
vol.
in atto) potrebbe essere stata responsabile di un eccesso
piuttosto che di una riduzione degli eventi cardiovasco- Le linee guida hanno a lungo favorito l’uso di combi-
2 010 |
lari. Una spiegazione alternativa che è stata avanzata63 è nazioni di due antiipertensivi a dosi fisse in una singola
che nell’ONTARGET le molteplici terapie usate avessero compressa, poiché è dimostrato che riducendo il numero
già portato questi pazienti definiti a rischio elevato al più di compresse che si devono assumere quotidianamente
gennaio-marzo
basso livello di rischio ottenibile, e che la combinazione può migliorare la compliance,235 che è generalmente ri-
a dose piena di due farmaci bloccanti il sistema renina- dotta nell’ipertensione. L’uso di dosi fisse di due farmaci
angiotensina non avrebbe potuto ridurre ulteriormente in combinazione può seguire direttamente l’iniziale mo-
il rischio. Al contrario, gli effetti collaterali dei farmaci noterapia qualora fosse necessario aggiungere un secon-
somministrati si sono ampiamente manifestati. Inoltre, do farmaco per controllare la PA. Questo approccio è
sono state già discusse le ragioni che hanno reso difficile oggi facilitato dalla disponibilità di differenti dosi fisse
di dosi fisse di due farmaci in combinazione in una sin- 3845 pazienti di almeno 80 anni con valori di PA uguale o
gola compressa a causa dei vantaggi apportati dalla sem- maggiore a 160 mmHg (in media 173 mmHg) sono stati
plificazione dello schema terapeutico. Infine, mettono randomizzati a placebo o trattamento con indapamide
in guardia sull’uso della combinazione ACE-inibitore/ (1.5 mg al giorno) con l’eventuale aggiunta dell’ACE-ini-
antagonista recettoriale dell’angiotensina, almeno nei bitore perindopril (2 e 4 mg al giorno), con l’obiettivo di
pazienti a rischio cardiovascolare molto elevato, come ottenere valori di PA inferiori ai 150 mmHg. Il trattamen-
quelli arruolati nell’ONTARGET. Rimane da stabilire se to attivo (con la combinazione indapamide-perindopril
quest’ultima combinazione possa avere un ruolo positivo somministrata a circa i tre quarti dei pazienti) ha ridotto
in pazienti con insufficienza renale cronica e proteinuria, la PA a valori decisamente più bassi rispetto al placebo
o anche in alcuni ipertesi con un rischio più basso. (144/78 versus 161/84 mmHg). A tale effetto si sono as-
Dal momento che le linee guida europee del 2007 non sociati benefici concreti e lo studio è stato interrotto dopo
hanno incluso la combinazione ACE-inibitore/antago- una durata media del trattamento di meno di due anni.
nista recettoriale dell’angiotensina tra quelle di scelta, lo Il trattamento attivo ha comportato una riduzione del
schema che era stato presentato non ha richiesto sostan- 30% dell’incidenza di ictus (con significatività statistica
ziali modifiche ad oggi. Andrebbe comunque notato che borderline) e una riduzione statisticamente significativa
1
la riduzione degli eventi è stata documentata nei trial che dell’incidenza di scompenso cardiaco congestizio (64%),
n.
hanno utilizzato le seguenti combinazioni: ACE-inibitori di eventi cardiovascolari maggiori, e di mortalità per tutte
17 |
e diuretico, antagonisti recettoriali dell’angiotensina e le cause (21%). Questi risultati indicano che anche nella
diuretico, calcio-antagonista e diuretico e ACE-inibitore fascia più avanzata della popolazione il trattamento far-
vol.
e calcio-antagonista. Alcuni trial hanno anche usato l’as- macologico dell’ipertensione arteriosa non solo previene
sociazione tra beta-bloccante e diuretico con successo, an- gli eventi cardiovascolari ma si traduce anche in un signi-
2 010 |
che se questa è la combinazione che più frequentemente ficativo beneficio in termini di sopravvivenza.
induce la comparsa di diabete nei pazienti predisposti.158 Sulla base delle importanti evidenze derivanti dallo stu-
Infine, è importante ricordare che non meno del 15-20% dio HYVET,84 le linee guida possono ora raccomandare
gennaio-marzo
dei pazienti richiede più di due farmaci antiipertensivi con maggior decisione che il trattamento antiipertensivo
per ottenere un’efficace riduzione della PA. L’associazione venga esteso anche a pazienti ipertesi con 80 o più anni.
tra un farmaco bloccante il sistema renina-angiotensina, Tuttavia, in considerazione dell’età molto avanzata dei pa-
un calcio-antagonista e un diuretico tiazidico potrebbe zienti a cui sono rivolte tali raccomandazioni, è necessario
essere una triplice combinazione razionale, sebbene altri prestare attenzione alle caratteristiche della popolazione
farmaci, come i beta-bloccanti o gli alfa-bloccanti, pos- arruolata nello studio HYVET e alla natura di tale studio,
ipertensione e prevenzione cardiovascolare |
sano essere inclusi in un approccio multiplo, in base alle in modo da non estendere le indicazioni terapeutiche ad
circostanze cliniche. individui o contesti differenti da quelli dell’HYVET stesso.
Nello studio sono stati arruolati pazienti senza patologie
cardiovascolari ed in buone condizioni mentali e fisiche,
Approccio terapeutico e esclusi i pazienti in precarie condizioni cliniche quali
in specifiche condizioni sono spesso quelle dei pazienti ottantenni. Sebbene spesso
nei soggetti molto anziani si verifichino alterazioni del
Il paziente anziano controllo barocettoriale,238 i pazienti dell’HYVET presen-
tavano valori di PA simili sia in clino che in ortostatismo
Sia le linee guida ESH/ESC 2003136 che quelle del 20071 anche durante il trattamento, a conferma del fatto che
hanno sottolineato come, a fronte di chiare evidenze cir- era stata arruolato un sottogruppo particolarmente sano
ca l’effetto benefico della riduzione farmacologica della della popolazione ultraottantenne. Il fatto che l’incidenza
PA nel paziente anziano in termini di eventi cardiova- di eventi avversi sia più bassa nel braccio in trattamento
scolari, vi fossero dati meno solidi per quel che riguarda rispetto al gruppo placebo, sottolinea l’eccellente tollera-
i pazienti ultraottantenni, per i quali era disponibile solo bilità dei farmaci utilizzati e il fatto stesso che gli eventi
una meta-analisi in un numero limitato di pazienti di avversi siano più legati all’ipertensione di per sé che non
vari trial e lo studio pilota HYVET, che suggerisce un ef- alla terapia farmacologica. Infine, la prematura interruzio-
fetto favorevole per la morbilità ma non per la mortalità. ne dello studio ha reso la sua durata così breve (1,8 anni)
Ora tale lacuna è stata colmata con l’attesa pubblicazione da non permettere di valutare se i benefici della terapia
dei risultati dello studio HYVET.84 Nello studio HYVET, antiipertensiva perdurino negli anni a seguire.
1
di almeno 160 mmHg, e in nessun trial in cui era dimostrato un beneficio
n.
ESH-ESC 2007 sono state rese dispo-
è stata raggiunta una PAS inferiore a 140 mmHg. Sono perciò necessarie
nibili alcune ulteriori informazioni
17 |
evidenze da trial con una più bassa PA all’arruolamento e con più bassi
utili per il trattamento dell’iperten- valori di PA durante il trattamento, anche se il buon senso suggerisce che
sione arteriosa nel paziente anziano. anche nell’anziano la terapia farmacologia posssa essere iniziata quando
vol.
È stata pubblicata un’ampia meta- la PAS supera i 140 mmHg, e che la PAS può essere portata sotto i 140
analisi prospettica dei maggiori trial mmHg, purché la terapia venga condotta con la dovuta attenzione agli
2 010 |
eventi avversi, potenzialmente più frequenti nell’anziano.
di terapia antiipertensiva che ha Rispetto alle precedenti linee guida, oggi sono disponibili le evidenze dallo
mostrato come sia i pazienti di età studio HYVET che mostra come la terapia antiipertensiva dia dei benefici
maggiore che quelli di età inferiore ai anche nei pazienti di 80 anni o oltre. La riduzione dei valori pressori
gennaio-marzo
65 anni ottengano lo stesso beneficio dovrebbe perciò essere iniziata o proseguita anche intorno agli 80 anni,
nella riduzione dei valori di PA e come iniziando con una monoterapia e aggiungendo un secondo farmaco se
necessario. Dal momento che i pazienti dell’HYVET erano generalmente in
non vi siano evidenze riguardo ad una buone condizioni, è poco chiaro fino a che livello i dati dell’HYVET possano
maggiore efficacia di alcune classi di essere estrapolati ad una popolazione di ottantenni più fragili. La decisione
farmaci nei giovani o negli anziani.239 di intraprendere una terapia dovrebbe perciò essere presa caso per caso
Questi risultati hanno confermato ciò e i pazienti dovrebbero essere sempre strettamente monitorati durante e
dopo l’impostazione della terapia.
feriori a 140 mmHg, risulta realistica e prudente anche mortalità totale (14%) e degli eventi renali (21%) come
n.
nei pazienti diabetici. Più complicata risulta viceversa la proteinuria, microalbuminuria, raddoppio dei valori di
17 |
decisione riguardo all’inizio della terapia farmacologica creatininemia, dialisi o trapianto di rene.
quando i valori di PA risultano normali-alti. Anche se Lo studio ACOMPLISH, sebbene non completamente
vol.
risulta legittimo posticipare il trattamento data la man- dedicato al diabete, ha incluso piu di 11.000 pazienti
canza di chiare evidenze, appare comunque ragionevole di cui il 60% risultavano essere diabetici. Lo studio ha
2 010 |
larmente vero per quanto riguarda la microalbuminuria, sembrano indicare maggior efficacia della combinazione
un margine di rischio che nei pazienti diabetici riflette ACE-inibitore/calcio-antagonista.
un alto rischio di sviluppare insufficienza renale termi- Sebbene le complicanze microvascolari dovute al diabete
nale ed eventi cardiovascolari. Sono interessanti, a tal mellito siano tutte correlate a valori di PA compresi in
proposito, i risultati dello studio ADVANCE, nel quale un ampio range,244 il trattamento antiipertensivo sembra
l’effetto benefico su microalbuminuria e proteinuria si è influire su di esse in misura diversa. La riduzione dei
ipertensione e prevenzione cardiovascolare |
manifestato in presenza di normali livelli di PA, con una valori pressori ha un notevole effetto protettivo riguardo
evidente riduzione nella comparsa di microalbuminuria alle complicanze renali (vedi la sezione sulla nefropatia),
(-21%),123 anche se è necessario precisare che i valori tuttavia non sembra incidere in modo sostanziale sulla
di PA erano tali per il concomitante trattamento con neuropatia,245 mentre sono inconsistenti i dati sulla ca-
farmaci antiipertensivi. pacità di protezione di alterazioni oculari da parte di
Questi risultati rafforzano le evidenze disponibili ri- strategie terapeutiche volte a ridurre la PA.
guardo l’efficacia del trattamento antiipertensivo nel Alcuni anni fa lo studio UKPDS246 ha riportato una ri-
prevenire lo sviluppo della nefropatia diabetica.86,242,243 duzione dell’incidenza di varie forme di lesioni oculari
Comunque, la questione cruciale circa l’inizio di tera- (ed interventi oftalmologici) in pazienti affetti da diabete
pia antiipertensiva in pazienti diabetici con valori di PA mellito di tipo 2 ed ipertensione arteriosa sotto stretto
normale-alta, o l’obiettivo di PA che dovrebbe essere più controllo dei valori di PA rispetto a quelli sotto un con-
basso di quanto venga raccomandato nella popolazione trollo standard, rafforzando le conclusioni tratte da vari
generale di pazienti ipertesi, dovrebbe essere adeguata- piccoli precedenti studi controllati.86,247,248 Al contrario
mente analizzato da trial d’intervento. non sono stati riportati significativi effetti benefici dalla
Riguardo ai farmaci antiipertensivi da preferire nel dia- riduzione della PA ottenuta mediante un’associazione
bete, le linee guida ESH/ESC 2007 hanno basato la loro ACE-inibitore/diuretico sulle complicanze oculari nei
raccomandazione di utilizzare ogni farmaco in grado pazienti diabetici di tipo 2 ed ipertesi dello studio AD-
di ridurre effettivamente i valori di PA sull’evidenza di VANCE,88,249 e sono stati ottenuti dati sostanzialmente
un’ampia meta-analisi che dimostra la sostanziale equi- negativi nello studio DIRECT in pazienti normotesi e
valenza fra le varie classi nel prevenire eventi cardiova- affetti da diabete mellito di tipo 1 nei quali la PA è sta-
1
in termini di complicanze cardiovascolari, probabilmente legato alla
n.
essere osservato solo nelle fasi pre-
riduzione dei valori di PA “per se”. Tutte le classi farmacologiche possono
coci della malattia e nella comparsa
17 |
pertanto essere prese in considerazione.
piuttosto che sulla progressione del- Nel diabete, la terapia d’associazione è frequentemente necessaria
la retinopatia. per ridurre efficacemente la PA. Un bloccante dei recettori del sistema
vol.
Nel Box 8 è disponibile un riassunto renina-angiotensina dovrebbe sempre essere incluso per il maggior effetto
delle raccomandazioni per il tratta- protettivo nei confronti della comparsa o progressione della nefropatia.
2 010 |
Nei pazienti diabetici ed ipertesi uno stretto controllo glicemico (HbA1c del
mento dell’ipertensione arteriosa 6.5%) risulta essere vantaggioso, particolarmente per quanto concerne
nel paziente diabetico. le complicanze microvascolari. Evidenze recenti suggeriscono che il
contemporaneo controllo dei valori di glicemia e PA aumenta la protezione,
gennaio-marzo
Nefropatia particolarmente a livello renale.
Lo stretto controllo glicemico non dovrebbe essere perseguito troppo
rapidamente e i pazienti andrebbero seguiti attentamente dato l’aumentato
Come menzionato precedentemen- rischio di episodi ipoglicemici severi.
te, negli ultimi 2 anni si sono rese Le complicanze microvascolari del diabete a livello dei diversi organi sono
disponibili nuove evidenze circa il differentemente influenzate dal trattamento. La terapia antiipertensiva
fatto che una riduzione della mi- esercita un maggior effetto protettivo nei confronti delle complicanze renali,
mentre sono meno consistenti le evidenze di simili effetti su complicanze
sugli end-point renali sono state modeste (2.03, 2.21, vato solo in pazienti che presentavano valori basali di
e 2.49% con ramipril, telmisartan e la combinazione PAS di almeno 140 mmHg e che spesso assumevano già
rispettivamente). Dunque, i pazienti dell’ONTARGET terapia antiipertensiva.90 I dati dello studio PROGRESS
differivano significativamente da altre coorti di pazienti non sembrano sufficienti nemmeno per supportare la
con nefropatia più severa, nelle quali il ruolo dell’escre- raccomandazione di un obiettivo di PAS inferiore a 130
zione delle proteine urinarie nel predire l’incidenza di mmHg, dato che la media di pressione sistolica ottenuta
insufficienza renale terminale è stato valutato in passato. era di 132 mmHg. Tuttavia, da tale studio è emerso come
Nello studio TRANSCEND108 non sono state osservate in corso di terapia con farmaco attivo una PAS di 132
differenze significative in termini di riduzione dell’FG mmHg era migliore di una PAS di 141 mmHg, valore
o insufficienza renale all’ultimo stadio.252 Non ci sono medio di PAS dei pazienti nel gruppo placebo.
dati sulla funzione renale nello studio PROFESS,91 che, Nello studio PATS,255 l’altro trial che per primo ha evi-
analogamente, comparava telmisartan con placebo. denziato i benefici di una riduzione dei valori di PA in
Le linee guida ESH/ESC 20071 condividevano con al- pazienti con patologie cardiovascolari, i valori di PAS
tre linee guida le raccomandazioni di mantenere una rimanevano troppo alti (rispettivamente 143 e 149
PA inferiore a 130/80 mmHg nei pazienti con insuffi- mmHg nel braccio di trattamento attivo e in quello pla-
1
cienza renale, ma sottolineavano che le evidenze a tale cebo), per poter chiarire quando iniziare il trattamento
n.
riguardo erano insufficienti. Piccole ulteriori evidenze, e a quali valori ridurre la PA nei pazienti con patologie
17 |
pro o contro tale obiettivo di riduzione della PA, sono cerebrovascolari. La stessa cosa si può dire per lo studio
state accumulate da allora. Di particolare interesse è una ACCESS.256
vol.
meta-analisi di studi randomizzati sulla riduzione della Infine, non si può negare che la questione è stata ulte-
PA nei pazienti dializzati: il trattamento antiipertensivo riormente complicata dalla recente pubblicazione dei ri-
2 010 |
era associato ad una significativa riduzione degli eventi sultati negativi dello studio PROFESS.91 In questo ampio
cardiovascolari (29%), della mortalità per tutte le cau- trial, in pazienti con pregresso ictus o attacco ischemico
se (20%) e della mortalità cardiovascolare (29%), per transitorio, portando i valori di PAS a 136 mmHg con
gennaio-marzo
una differenza di PAS/PAD versus i controlli di -4.5/-2.3 l’aggiunta di telmisartan, piuttosto che a 140 mmHg con
mmHg.254 Sfortunatamente, non sono stati menzionati i l’aggiunta di placebo, non è stata osservata alcuna si-
valori assoluti di PA raggiunti con il trattamento, anche gnificativa riduzione negli ictus ricorrenti o negli eventi
se il fatto che gli effetti protettivi fossero significativi solo cardiovascolari maggiori.
nel sottogruppo di pazienti ipertesi può suggerire che Sono state attribuite varie spiegazioni per questo inatteso
nei pazienti trattati i valori di PA non fossero partico- risultato negativo: la modessta differenza di PA, in linea
ipertensione e prevenzione cardiovascolare |
larmente bassi. La questione è ulteriormente complicata con le evidenze dello studio PROGRESS secondo cui
dal largo impiego di antagonisti del sistema renina-an- piccole differenze di PA in pazienti in monoterapia non
giotensina nei pazienti nefropatici. Questi farmaci infatti riducono significativamente gli eventi cardiovascolari, la
possiedono specifiche proprietà protettive per il rene, breve durata del follow-up (solo 2.5 anni), il frequente
che rendono ancor più difficoltosa l’evidenziazione di uso di concomitante terapia (tutti i pazienti assumeva-
un effetto protettivo della maggiore riduzione pressoria. no antiaggreganti e la metà ipolipemizzanti), l’ampio
numero di pazienti che hanno abbandonato lo studio, e
l’inizio del trattamento immediatamente dopo l’evento
Patologie cerebrovascolari cerebrovascolare. Resta il fatto che lo studio PROFESS
non ha realmente aiutato a chiarire i problemi rimanenti
Ictus e attacchi ischemici transitori circa il trattamento antiipertensivo nei pazienti affetti da
patologie cerebrovascolari.
In passato è già stato sottolineatoche i risultati dello stu- Una questione tuttora aperta riguarda la gestione otti-
dio PROGRESS, pur dimostrando chiaramente i benefici male della PA durante la fase acuta dell’ictus. I risultati di
della riduzione della PA in pazienti con pregresso evento un piccolo trial, il CHHIPS (Controlling Hypertension
cerebrovascolare,89 non possono costituire un valido pre- and Hypotension Immediately Post-Stroke), suggerisce
supposto per raccomandare di iniziare un trattamento che possa esservi un effetto positivo di lisinopril o ate-
volto a ridurre i valori di PA in pazienti con patologie nololo in pazienti con ictus acuto e una PAS di più di
cardiovascolari e valori normali-alti di PA, dato che in 160 mmHg.257 L’argomento rimane tuttavia controverso
questo trial il beneficio del trattamento è stato osser- e ulteriori studi dovranno meglio chiarire tali aspetti.
Disfunzione cognitiva e demenza piuttosto che ad una riduzione del rischio cardiovasco-
lare,113,115 derivano da analisi post hoc ed hanno dunque
Le linee guida ESH/ESC 2007 sottolineavano l’importan- notevoli limitazioni. È stato anche riconosciuto che una
za di una migliore definizione del ruolo di valori elevati revisione di tutti gli studi sui farmaci antiipertensivi nei
di PA e del trattamento antiipertensivo sullo sviluppo di pazienti con malattia coronarica ha mostrato evidenze
disfunzione cognitiva e demenza, dal momento che le contraddittorie sulla presenza o l’assenza di beneficio
evidenze disponibili erano insufficienti.1 Poche eviden- nel ridurre i valori di PAS al di sotto di 130 mmHg.71
ze si sono aggiunte negli ultimi 2 anni, fatta eccezione In attesa di solide evidenze derivanti da nuovi studi,
per i risultati dello studio HYVET, condotto in pazienti sembra ragionevole mantenere i valori di PAS entro il
ultraottantenni ed affetti da ipertensione arteriosa. Tutti range da 130 a 139 mmHg nei pazienti con malattia
i pazienti inclusi in questo trial sono stati sottoposti al coronarica.
basale e annualmente, durante il trattamento, ad una va- I risultati deludenti dello studio I-PRESERVE,259 con-
lutazione della funzione cognitiva mediante mini-mental dotto in pazienti con scompenso cardiaco con funzione
state examination (MMSE) e i pazienti che ottenevano sistolica conservata, sono stati già riconosciuti. Sebbe-
un punteggio inferiore a 24 punti o che avevano una ne questo tipo di scompenso cardiaco sia più legato
1
n.
riduzione maggiore di 3 punti ogni anno, erano sotto- all’ipertensione, nell’I-PRESERVE la randomizzazione
posti ad ulteriori test volti ad individuare un’eventuale all’antagonista recettoriale dell’angiotensina, irbesartan,
17 |
demenza connessa. I risultati hanno mostrato solo una o a placebo, in più di 4000 pazienti con scompenso car-
tendenza non significativa riguardo alla riduzione sia del diaco e frazione di eiezione ventricolare sinistra mag-
vol.
decadimento cognitivo che della demenza con il tratta- giore di 0.45 (l’88% con storia di ipertensione) non ha
mento attivo (hazard ratio 0.86 con 95% di intervallo di evidenziato alcuna differenza sugli obiettivi primari di
2 010 |
confidenza di 0.67-1.09).258 morte per qualsiasi causa o ospedalizzazione per cau-
Pertanto i risultati dello studio HYVET non sono di par- sa cardiovascolare, così come nell’obiettivo secondario
ticolare aiuto per chiarire la questione. D’altro canto le dell’insieme degli eventi di scompenso cardiaco. Tutto
gennaio-marzo
caratteristiche dello studio si addicevano poco ad una ciò a dispetto di una differenza di 3.5/2.0 mmHg del-
corretta analisi della demenza: al basale, tutti gli indi- la PAS/PAD a favore dell’irbesartan. I risultati negativi
vidui erano in discrete condizioni di salute e con una dell’I-PRESERVE possono essere tuttavia visti nel conte-
buona funzione cognitiva e, in particolare, la breve du- sto della complessità del disegno di tale studio, nel quale
rata del follow-up (solo 2 anni) parrebbe poco adatta era stata mantenuta una potente terapia antiipertensiva,
per una corretta valutazione di una condizione a lenta che in un quarto dei pazienti includeva l’uso di ACE-
ma renina-angiotensina su queste alterazioni cardiache, scompenso cardiaco sistolico e ad alto rischio di svilup-
n.
e la relazione tra la regressione dell’IVS e la riduzione pare fibrillazione atriale, è stato dimostrato che i beta-
17 |
dell’incidenza di fibrillazione atriale di nuova insorgen- bloccanti riducono significativamente (circa del 27%)
za.49,264 Tuttavia, i dati raccolti da allora non supporta- l’incidenza di fibrillazione atriale. Una storia di fibrilla-
vol.
no in modo consistente tali raccomandazioni. Sebbene zione atriale e di scompenso cardiaco sistolico diviene
nell’ONTARGET191 nuovi i casi di fibrillazione atriale quindi una specifica indicazione all’utilizzo di terapia
2 010 |
studio I-PRESERVE,259 aritmie sopraventricolari sono riduzione dei valori di PA che la riduzione degli eventi
state riportate in 77 pazienti in terapia con irbesartan e risultava simile in entrambi i sessi e non è stato possibile
in 68 pazienti in placebo. rilevare una differenza dipendente dal sesso nella rispo-
Le linee guida ESH/ESC 2007 riportavano anche i ri- sta alle diverse classi di farmaci antiipertensivi.
sultati di piccoli studi che mostravano come gli an-
tagonisti recettoriali dell’angiotensina potessero avere Ipertensione e disfunzione erettile
effetti favorevoli sulla fibrillazione atriale parossistica
nei pazienti con pregressi episodi di tale aritmia.265,266 La disfunzione erettile è una condizione diffusa tra i
Analogamente era riportato che l’enalapril facilitasse pazienti ipertesi e un predittore di futuri eventi cardio-
il mantenimento del ritmo sinusale dopo cardiover- vascolari. Lo screening e il trattamento della disfunzio-
sione.267 Tuttavia, le linee guida stesse sottolineavano il ne erettile migliorano la gestione dei fattori di rischio
numero ridotto di pazienti in tali studi e concludevano cardiovascolare. Da quando è stata introdotta la tera-
che si sarebbero attese maggiori informazioni da studi pia con inibitori della 5 fosfodiesterasi, è più probabi-
più specifici e con maggior potere statistico, ancora in le che i pazienti assumano terapia antiipertensiva ed è
corso. Due studi sono stati recentemente completati migliorato il controllo della PA. Le classi più vecchie di
(CAPRAF,268 GISSI-AF269) e i loro risultati non hanno farmaci antiipertensivi esercitano effetti negativi (diure-
supportato la tesi di un effetto protettivo degli antago- tici, beta-bloccanti, farmaci ad azione centrale), mentre
nisti recettoriali dell’angiotensina nei confronti della quelle più recenti hanno un effetto benefico o neutro
fibrillazione atriale parossistica. Nel GISSI-AF 1442 (calcio-antagonisti, ACE-inibitori, antagonisti recetto-
pazienti (85% con storia di ipertensione), con almeno riali dell’angiotensina, nebivololo).273
1
n.
molto più marcatamente rispetto all’aggiunta di statina venzione primaria.
a terapia antiipertensiva con atenololo.276,277 Ovviamente, la divisione tra prevenzione primaria e se-
17 |
L’effetto benefico della somministrazione di statine in condaria è arbitraria ed artificiosa, e gli individui che
pazienti senza pregressi eventi cardiovascolari è stato non hanno ancora avuto un evento cardiovascolare pos-
vol.
consolidato dai risultati dello studio JUPITER278 che sono rientrare in fasce di rischio globale davvero diverse.
ha dimostrato come la riduzione del colesterolo LDL È stata posta attenzione al possibile effetto protettivo
2 010 |
del 50% in pazienti con valori basali inferiori ai 130 dell’aspirina in pazienti affetti da diabete mellito ma
mg/dl (3.4 mmol/l), ma con elevati valori di proteina ancora non affetti da patologie cardiovascolari.
C reattiva, diminuisse l’incidenza di eventi cardiova- Nei pazienti diabetici ed ipertesi dello studio HOT, la
gennaio-marzo
scolari del 44%. riduzione da parte dell’aspirina di eventi cardiovascolari
In conclusione, la raccomandazione fornita nelle linee non ha ottenuto la significatività statistica,280,281 né è stato
guida del 2007 di considerare la terapia con statina nei osservato un chiaro beneficio nei pazienti inclusi in altri
pazienti ipertesi che abbiano un rischio stimato di eventi studi.281 Inoltre le recenti conclusioni di un ampio studio
cardiovascolari a dieci anni superiore al 20% può esse- di prevenzione primaria condotto su pazienti diabetici in
re confermata, ma lo studio JUPITER278 suggerisce che Giappone hanno potuto dimostrare solo che basse dosi
In conclusione le prudenti raccomandazioni delle linee lo). È stata osservata una riduzione dell’incidenza di in-
guida ESH/ESC 2007 possono essere confermate: la tera- farto miocardico, associata tuttavia ad un significativo
pia antiaggregante, in particolare con basse dosi di aspi- e marcato aumento di morti per tutte le cause (+35%),
rina, deve essere prescritta in tutti i pazienti ipertesi con che ha comportato un’anticipata chiusura del braccio di
pregressi eventi cardiovascolari; può essere presa in con- stretto controllo della glicemia.
siderazione anche nei pazienti senza patologie cardiova- Le ragioni alla base della discordanza dei risultati dei due
scolari con riduzione della funzione renale o con un alto trial non è chiara, sebbene le ipotesi più probabili sem-
rischio cardiovascolare. Nei pazienti cui è somministrata brerebbero sostenere che, confrontato con l’ADVANCE,
aspirina, si deve sempre porre attenzione all’aumentata lo stretto controllo glicemico nell’ACCORD sia stato ot-
possibilità di emorragie, in particolare gastrointestinali. tenuto molto più rapidamente (meno di 6 mesi contro 2
anni), con un più ampio uso di farmaci ipoglicemizzan-
Il controllo glicemico ti (tiazolinedioni 91.7% contro 16,8%, insulina 77.3%
contro 40.5% e metformina 86.6% contro 73.8%), che
Le linee guida del 2007 hanno analizzato i dati del target potrebbe aver favorito eventi correlati all’ipoglicemia co-
dei valori di glicemia e di emoglobina glicata da ottenere me indirettamente mostrato dal numero assai elevato di
1
nei pazienti diabetici, un aspetto di notevole importanza episodi ipoglicemici riportato nel gruppo randomizzato
n.
di tipo 2 ed ipertensione arteriosa.1 Le linee guida rac- L’obiettivo glicemico raccomandato nelle linee guida del
comandavano uno stretto controllo glicemico, ovvero 20071 può quindi rimanere immutato, seppur con l’av-
vol.
valori di glicemia inferiori a 6.0 mmol/l (108mg/dl) e vertimento che il controllo glicemico dovrebbe essere
un’emoglobina glicata inferiore al 6.5%, allo scopo di perseguito cautamente e che andrebbero evitati valori
2 010 |
ridurre al minimo le complicanze micro e macrovasco- di emoglobina glicata al di sotto del 6.5%. Un ulterio-
lari, come osservato in studi osservazionali.1,284 Da allora re supporto a questa raccomandazione proviene dallo
due grandi trial randomizzati su larga scala, l’ADVANCE studio ADVANCE: nel gruppo nel quale lo stretto con-
gennaio-marzo
e l’ACCORD, focalizzati sugli effetti di uno stretto con- trollo glicemico era associato ad una più intensa tera-
trollo della glicemia in pazienti affetti da diabete mellito pia antiipertensiva, la dimensione degli effetti benefici
di tipo 2 confrontato con un controllo standard, hanno era significativamente più elevata, con una significativa
pubblicato risultati piuttosto discordanti.285,286 Nell’AD- riduzione della mortalità per tutte le cause così come
VANCE il disegno dello studio includeva la valutazio- di microalbuminuria di nuova insorgenza.287 Va sotto-
ne degli effetti di uno stretto controllo glicemico (goal lineato che in una recente meta-analisi che ha analiz-
ipertensione e prevenzione cardiovascolare |
terapeutico dell’emoglobina glicata <6.5%) mediante zato i dati di quattro trial randomizzati sul controllo
somministrazione di glicazide-RM o di altri farmaci di- stretto della glicemia (ADVANCE, ACCORD, UKPDS,
sponibili confrontato con un controllo standard della e VADT),285,286,288,289 questo gruppo ha mostrato un ri-
glicemia in pazienti con o senza la somministrazione schio di ipoglicemia grave che era circa 2.5 volte più alto
aggiuntiva dell’associazione indapamide/perindopril, rispetto al gruppo con strategia di controllo glicemico
come citato nelle precedenti sezioni. standard.290 Pertanto è assai importante che la strategia di
Nei pazienti con stretto controllo glicemico, la media stretto controllo glicemico venga associata ad uno stretto
dei valori di emoglobina glicata era (6.5%) decisamente monitoraggio clinico dei pazienti.
più bassa rispetto al gruppo con trattamento standard
(7.3%). Questo si accompagnava ad una significativa, La questione della polipillola
sebbene modesta, riduzione (-10%) dell’end-point com-
posito primario del trial (eventi micro e macrovascolari), Uno studio recente291 ha valutato l’effetto su vari fattori
che era interamente dovuto alla riduzione della com- di rischio cardiovascolare di una compressa che contiene
ponente microvascolare, dato che l’end-point macrova- tre farmaci antiipertensivi (un ACE-inibitore, un beta-
scolare non ha mostrato significative differenze tra i due bloccante e un diuretico), una statina, e un’aspirina a
gruppi. Nell’ACCORD, il goal terapeutico consisteva nel bassa dose in pazienti senza patologie cardiovascolari
ridurre i valori di emoglobina glicata al di sotto del 6.0%, ma con un solo fattore di rischio cardiovascolare. Alla
che ha portato a valori medi durante trattamento pari al fine delle 12 settimane di trattamento è stata osserva-
6.5% nei pazienti randomizzati ad uno stretto controllo ta una riduzione della PA, del colesterolo serico, e del
glicemico (a confronto del 7.5% del gruppo di control- trombossano 2 urinario (come indice di azione antiag-
gregante), come ci si aspettava dall’effetto di ogni singolo differenza al basale del rischio CV dei pazienti che rag-
componente della polipillola. Non si sono inoltre veri- giungono diversi valori di PA. Appare quindi fortemente
ficati incrementi degli effetti collaterali dovuti ai singoli desiderabile che le raccomandazioni circa i cut-off di PA
componenti quando somministrati insieme nella singola suggeriti per l’inizio del trattamento farmacologico ed i
compressa. Va tuttavia segnalato che la base razionale su target di PA da raggiungere in diversi gruppi di pazien-
cui la polipillola è stata sviluppata non è quella, ragio- ti siano supportate da informazioni derivanti da studi
nevole, di assemblare insieme più farmaci allo scopo di prospettici randomizzati disegnati per colmare le lacune
facilitare il trattamento terapeutico in quei pazienti ad delle attuali conoscenze.
elevato rischio che richiedono diverse terapie.292 La base I seguenti aspetti necessitano di essere urgentemente
razionale della polipillola, come espresso da Wald e Law analizzati da studi clinici disegnati in modo semplice.
(che hanno brevettato il progetto), è che essa, contenen- 1. Dovrebbero essere prescritti farmaci antiipertensivi a
do tutti i tipi di agenti che si sono dimostrati capaci di tutti i soggetti con ipertensione di grado 1 (PAS 140-
ridurre il rischio cardiovascolare, possa ridurre il rischio 159 mmHg o PAD 90-99 mmHg) anche quando il
cardiovascolare di più dell’80% in tutti gli individui e rischio cardiovascolare globale è relativamente basso
che dovrebbe essere somministrata a tutti gli individui o moderato? È evidente come un trial randomizzato
1
n.
di almeno 55 anni, indipendentemente dalla presenza che confronti l’effetto di un trattamento attivo ver-
di pregressa patologia cardiovascolare.293 Ciò può essere so placebo nel ridurre gli eventi cardiovascolari sia
17 |
criticato per vari aspetti: come precedentemente affer- molto difficile da realizzare in pazienti a basso rischio
mato, l’aspirina in pazienti a basso rischio presenta solo cardiovascolare con ipertensione arteriosa di grado
vol.
modesti benefici in termini cardiovascolari controbilan- 1, data la bassa incidenza in questi soggetti di eventi
ciati da un eccessivo rischio di emorragia,279 i farmaci cardiovascolari che renderebbe necessario pianificare
2 010 |
antiipertensivi riducono la PA solo modestamente nei uno studio dalle dimensioni e dalla durata di propor-
soggetti normotesi (come già evidenziato in un recente zioni irrealistiche. Tuttavia, uno studio controllato
studio291), le statine sono generalmente ben tollerate ma con placebo che analizzi l’effetto sull’IVS, la micro-
gennaio-marzo
talvolta si accompagnano ad eventi avversi severi; e inol- albuminuria, e le altre forme di danno d’organo di
tre non è provata l’estensione del beneficio in soggetti accettato significato prognostico sarebbe possibile,
senza alcun fattore di rischio. Infine, il concetto di tratta- etico e clinicamente rilevante.
mento dei “fattori di rischio cardiovascolare” come entità 2. È necessario prescrivere farmaci antiipertensivi a
senza valutazione e stratificazione dei singoli fattori di tutti i soggetti anziani con ipertensione di grado 1
rischio non appare sensato. e l’obiettivo del trattamento dovrebbe essere quello
raggiungere valori di PAS al di sotto di 130 mmHg. 5. Alcune modificazioni dello stile di vita sono risultate
Sebbene queste raccomandazioni siano ragionevo- efficaci nel ridurre i valori di PA, ma non ci sono
li, non sono fondate su evidenze derivate da studi evidenze sulla loro capacità di ridurre la mortalità e
clinici. Per esempio, in nessuno studio clinico sul morbilità nei pazienti ipertesi. Sebbene uno studio di
trattamento antiipertensivo nei pazienti diabetici mortalità/morbilità con modificazioni dello stile di
sono stati raggiunti valori di PAS al di sotto di 130 vita nei pazienti con ipertensione di grado 1 non sia
mmHg. In molti studi clinici condotti su pazienti facilmente realizzabile, uno studio clinico controllato
ad alto rischio cardiovascolare, il trattamento ran- e randomizzato rivolto alla valutazione del danno
domizzato è stato iniziato nel contesto di un pesante d’organo sarebbe fattibile ed auspicabile.
trattamento antiipertensivo pre-esistente, sulla ba-
se di un’errata assunzione per la quale tutti questi
pazienti necessitano comunque di un trattamento
più aggressivo (come risultato
del considerare le convinzioni al
pari di evidenze scientifiche71). In Box 9. Necessità di nuovi studi clinici
1
te dei pazienti stava assumendo Molte decisioni importanti circa la gestione del paziente iperteso sono
17 |
terapia concomitante che poteva attualmente prese senza il supporto di evidenze derivanti da studi
interferire con i farmaci testati. clinici controllati.
vol.
con scompenso cardiaco con con ipertensione di grado 1 anche quando il rischio cardiovascolare
funzione sistolica conservata, il totale è basso o moderato? Data la bassa incidenza in questi
39% dei pazienti in cui era te- soggetti di eventi cardiovascolari uno studio clinico controllato con
placebo che analizzi l’effetto su diverse forme di danno d’organo
gennaio-marzo
gioso in questo tipo di scompen- fatali e possono usare come controllo il placebo.
so cardiaco. Quindi, è necessario Può il trattamento antiipertensivo essere iniziato nei pazienti
un nuovo studio clinico, relativa- diabetici e nei pazienti con pregressi eventi cerebro- o
mente semplice, disegnato speci- cardiovascolari quando la PA è ancora nel range normale-alto
(PAS 130-139 mmHg o PAD 85-89 mmHg) e l’obiettivo del
ficamente per rispondere a questi trattamento in questi pazienti può essere quello di raggiungere
quesiti nei pazienti con pregres- valori di PAS al di sotto di 130 mmHg? Questo aspetto potrebbe
so ictus o evento coronarico o essere analizzato da uno studio clinico con placebo poiché
scompenso cardiaco diastolico. attualmente non ci sono studi disponibili che abbiano
4. L’identificazione dei più bassi va- dimostrato il beneficio di trattare pazienti con valori di PA
nel range normale-alto o di raggiungere valori di PA al di sotto
lori “sicuri” di PA durante tratta- di 130/80 mmHg.
mento antiipertensivo in diverse Quali sono i valori dei più bassi livelli “sicuri” da raggiungere
condizioni cliniche è ovviamente con il trattamento antiipertensivo in diverse condizioni cliniche?
di notevole importanza clinica, e Questa risposta potrebbe derivare da studi clinici che confrontino
meriterebbe di essere valutato da una strategia di trattamento più aggressiva verso una meno
aggressiva in pazienti con diversi livelli di rischio cardiovascolare.
uno studio clinico prospettico ad Le modificazioni dello stile di vita in grado di ridurre i valori di PA
hoc che confronti una strategia di possono anche ridurre la mortalità e morbilità nei pazienti ipertesi?
trattamento più aggressiva verso Uno studio clinico controllato e randomizzato rivolto alla valutazione
una meno aggressiva in pazienti del danno d’organo sarebbe fattibile ed auspicabile nei pazienti
con diversi livelli di rischio car- con PA normale-alta o con ipertensione di grado 1.
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