Sei sulla pagina 1di 3

Fisco e Diritto

Cassazione, 17 novembre 2009,


ordinanza n. 24279

www.fiscoedirittto.it
VALE IL CONTENUTO E NON LA FIRMA. ACCERTAMENTO OK ANCHE CON LA
FOTOCOPIA (CASSAZIONE N. 24279 DEL 17 NOVEMBRE 2009)

Per la Cassazione è da ritenersi pienamente valido l'accertamento del maggiore valore di un


immobile operato dal fisco anche quando l’allegata stima dell'ufficio tecnico erariale (UTE) è una
fotocopia non sottoscritta. Per la validità dell'atto di accertamento, infatti, è sufficiente che lo stesso
abbia recepito il contenuto della stima. In particolare, i giudici della Cassazione hanno ribadito
come l'obbligo di motivare l'avviso di accertamento di un maggior valore ben delinea l'ambito delle
ragioni adducibili dal fisco in una eventuale successiva fase di contenzioso e a consente al
contribuente l'esercizio del proprio diritto di difesa. L’obbligo viene di fatto assolto attraverso
l'enunciazione del criterio astratto in base al quale il maggior valore è stato determinato, con le
specificazioni che in concreto si rendono necessarie per consentire al contribuente l'esercizio del
suo diritto di difesa. Alla successiva ed eventuale fase di contenzioso sono quindi lasciati l'onere del
Fisco di fornire la prova dei presupposti per l'applicazione del criterio prescelto e adottato, e la
facoltà per il contribuente di presentare altri elementi sulla base dello stesso o di altri criteri di
valutazione. La fotocopia dell’UTE, infine, ha la medesima valenza dell'originale, purché non
disconosciuta tempestivamente, così come già previsto dall’art. 2719 del C.C. e a nulla rileva la
mancata sottoscrizione in quanto l'atto tributario impugnato si fonda sul contenuto della stima e non
sull'autorità della valutazione. Ne consegue che è pienamente legittimo l'accertamento di maggiore
valore di un immobile anche con la stima dell'UTE allegata in fotocopia e non debitamente
sottoscritta.

www.fiscoediritto.it

°°°°°°°°°°°°

Cassazione, 17 novembre 2009, ordinanza n. 24279

La Corte, ritenuto che è stata depositata in cancelleria la seguente relazione a sensi dell’art. 380
bis c.p.c.: “La C.T.R. della Toscana ha rigettato l’appello dell’Agenzia delle Entrate di ..... nei
confronti di C. A., M. L. e F., N. F. e S. confermando un avviso di rettifica e liquidazione INVIM ed
imposta di registro.

Riteneva che le motivazioni dell’atto nonché della stima UTE ed esso allegata fossero tautologiche
ed anche quelle della sentenza che aveva confermato i valori dell’atto di provenienza.

Propone ricorso per cassazione affidato a tre motivi l’Agenzia delle Entrate, resiste con
controricorso F. N..

Con il primo motivo l’Agenzia delle Entrate pone il seguente quesito: se la motivazione dell’avviso
abbia scopo di porre il contribuente nella condizione di conoscere la pretesa tributaria e di
articolare le proprie difese e se quindi sia motivo l’avviso di accertamento di maggior valore nel
quale siano indicati le caratteristiche morfologiche dei terreni, in valori medi di mercato di terreni
similari e la consistenza edificatoria del terreno. Al quesito ha risposto questa Corte con sentenza
n. 25624/06 In tema di imposta di registro ed in.v.im., anche a seguito dell’entrata in vigore
dell’art. 7 l. 27 luglio 2000 n. 212, che ha esteso alla materia tributaria i principi di cui all’art. 3 l.
7 agosto 1990 n. 241, l’obbligo di motivazione dell’avviso di accertamento di maggior valore deve
ritenersi adempiuto mediante l’enunciazione del criterio astratto in base al quale è stato rilevato il
maggior valore, con le specificazioni che si rendano in concreto necessarie per consentire al
contribuente l’esercizio del diritto di difesa e per delimitare l’ambito delle ragioni deducibili
dall’ufficio di fornire la prova della sussistenza in concreto dei presupposti per l’applicazione del
criterio prescelto. E la possibilità per il contribuente di contrapporre altri elementi sulla base del
medesimo criterio o di altri parametri.

Gli altri motivi sono assorbiti.

Rilevato che la relazione è stata comunicata al pubblico ministero e notificata alle parti costituite,
che il contribuente N. F. ha depositato memoria considerando che il Collegio, a seguito della
discussione in camera di consiglio, condividevano i motivi in fatto e in diritto della relazione,
ritiene che ricorra l’ipotesi prevista dall’art. 375 n. c.p.c. della manifesta infondatezza del ricorso,
Infatti le questioni sollevate con la memoria sono inammissibili o infondate. La fotocopia della
stima dell’U.T.E. vale quanto l’originale perché non disconosciuta tempestivamente, la conformità
all’originale, come prescrive l’art. 2719 c.c.. La sottoscrizione della stessa non rileva perché l’atto
tributario impugnato si fonda sul contenuto della stima sono inammissibili perché i contribuenti in
violazione del principio di autosufficienza del ricorso per cassazione non ne hanno trascritto il
contenuto.

In conclusione la sentenza impugnata va cassata con rinvio della causa ad altra sezione della
Commissione Tributaria della Toscana, alla quale si demanda anche di provvedere sulle spese di
giudizio di legittimità.

P.Q.M.

Accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia la causa, anche per le spese del giudizio
di legittimità, ad altra sezione della CTR della Toscana.

°°°°°°°°°°°°

Tutto il materiale contenuto nel presente documento è reperibile gratuitamente in Internet in siti di
libero accesso.

Per qualsiasi comunicazione inviare una mail a: info@fiscoediritto.it

Potrebbero piacerti anche