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QUELLO CHE HA SCRITTO:

Carissime democratiche, carissimi democratici,


mentre volgono al termine le tante Feste dell'Unit svoltesi in tutta Italia, invio questa email innanzitutto per
ringraziarvi dell'impegno sul territorio, della passione, della dedizione con cui state aiutando il PD in queste
ore cos delicate.
Gi, perch il risultato del 25 maggio con quello squillante 40,8% impone a tutti noi di essere all'altezza
di una grande responsabilit: ridare fiducia all'Italia e agli italiani. Tocca a noi, nessuno si senta escluso.

QUELLO CHE IN REALT PENSAVA:
Captatio benevolentiae con tranello: carissimi tutti, volgono al termine le feste che mi preparate in
giro per l'Italia e io vi scrivo questa mail, premettendo come prima cosa questo: il PD un sacco fico,
perch abbiamo preso quasi 41% alle ultime elezioni Europee, ma noi ce le siamo fatte andar bene
come politiche. Per ricordatevi bene una cosa: che, prima di me, il 41% ve lo sognavate. Col fischio
che prendevate cos tanto con i rammolliti di prima. Quindi bravi che grazie a me avete preso 41%.
Non voglio che mi si dica grazie, ma dovreste. Comunque adesso che vi ho fatto prendere bene, avanti
a lavorare.


L'Italia sta cambiando molto. Dalle riforme istituzionali e costituzionali fino alla giustizia, passando per il
terzo settore e la politica estera, dove il successo della nomina di Federica Mogherini costituisce un motivo
di orgoglio e speranza per ciascuno di noi. In questi mesi stiamo lavorando moltissimo. E ormai siamo al
momento finale di discussioni che pure erano state bloccate per anni come quella su una legge elettorale in
grado di assicurare un vincitore certo o la riforma costituzionale che sono gi alla seconda lettura e che
dovranno essere affrontate senza indugio dal parlamento in queste settimane. Perch se la politica cambia se
stessa e d il buon esempio, poi, tutto pi semplice.

Altre prove di forza sparse: da quando ci sono io al governo, a differenza di quando c'erano gli altri - e
non parlo di Letta: parlo di tutti quelli che dall'unit d'Italia in poi sono stati al governo -, finalmente
qua ci si svegliati. E, anzi, siamo fichissimi non solo in Italia, ma anche in Europa, dove siamo riusciti
a piazzare una come la Mogherini. Avremmo potuto mettere la Bonino: ma quello riuscivano a farlo
tutti. Noi abbiamo messo la MOGHERINI, e questo un motivo d'orgoglio e speranza, perch se
siamo riusciti a far quella, facciamo tutto.


Tra le prossime sfide segnalo in modo particolare:
La scuola. Perch solo dando valore e dignit all'impegno degli insegnanti e alle aspettative delle famiglie
riusciremo a risollevare l'Italia. Qui trovate il link del progetto del Governo. Vi prego di leggerlo, di
discuterlo nei circoli, a scuola, in ufficio. La riforma della scuola non pu essere la solita legge calata
dall'alto. Abbiamo due mesi per discuterne ovunque, non perdiamo questa occasione. Coinvolgendo mamme
e figli, prof e custodi, nonni e assessori.

Cominciamo con la scuola, in mano a un ministro che viene da un partito che non mi ricordo
nemmeno come si chiama (saprei per dirvi i nomi dei 13 o 14 che l'hanno votato alle ultime elezioni).
Ma siccome qua mando avanti io il baraccone, lei potrebbe essere anche nonna Abelarda, poco
cambierebbe. Leggete quello che abbiamo scritto, parlatene a chiunque e discutetene quanto volete.
Tanto poi facciamo noi: non ascoltiamo nemmeno i testi degli emendamenti che propongono in
Parlamento, volete che ascoltiamo cosa ci dicono i custodi e i nonni?


Il lavoro. Il 29 settembre presenter in direzione nazionale il J obsAct. Dobbiamo attirare nuovi investimenti,
perch senza nuovi investimenti non ci saranno posti di lavoro e aumenteranno i disoccupati. Ma dobbiamo
anche cambiare un sistema ingiusto che divide i cittadini in persone di serie A e di serie B e umilia i precari.
Chi oggi difende il sistema vigente difende un modello di diseguaglianze dove i diritti dipendono dalla
provenienza o dall'et. Noi vogliamo difendere i diritti di chi non ha diritti. Quelli di cui nessuno si
occupato fino ad oggi.

Quanto al lavoro: dobbiamo attirare nuovi investitori, quindi prepariamoci a una bella deregulation
vecchio stile. Il Thatcher-Reagan styla mi piace: teniamo buono quello. Basta con questi lavoratori di
serie A e di serie B: tutti in Lega Pro e in Promozione. Mi hanno insegnato che essere di sinistra
significa uguaglianza: perch alcuni col lavoro e i precari invece devono essere gli unici a essere
umiliati? Precarizziamo tutto il lavoro, soprattutto quello pubblico a cui non rinnoviamo il contratto -
ma di questo dir poi. E quando avremo fatto passare l'idea che i sindacati sono inutili, resi indifesi i
lavoratori, attaccheremo anche tutti i diritti a cui, nella loro avidit, si sono attaccati con le unghie e
con i denti! Sti lazzaroni, vogliono anche godersela, la loro vita!


Il fisco. Abbiamo iniziato a ridurre la pressione fiscale restituendo 80 euro a undici milioni di italiani e
diminuendo l'odiosa Irap del 10% per le aziende perch ancora oggi in Italia il costo del lavoro troppo alto.
Per colpa mia, peraltro, non siamo riusciti a comunicare bene il taglio del 10% dell'Irap che gi avvenuto,
ma di cui non parla nessuno. Il fisco deve essere meno caro, certo. Ma anche pi semplice. Per questo
nell'ambito del programma dei mille giorni, partendo gi dal prossimo anno, introdurremo innanzitutto la
dichiarazione dei redditi precompilata.

Berlusconi credeva di essere l'unico a strappare voti promettendo soldi? Lui ha promesso la
cancellazione e la restituzione dell'IMU? Bene, io distribuisco 80 euro a botta. Peccato che per dare via
quegli 80 euro, non possiamo nemmeno quest'anno rinnovare il contratto ai dipendenti dello Stato: se
il rinnovo dei contratti, che ordinaria amministrazione, non fa notizia, quegli 80 euro ci hanno fatto
vincere le Europee, quindi, cari compagni, meglio continuare a sventolarli, e i dipendenti pubblici si
appendano. D'altra parte, coi loro contratti non rinnovati, in questi anni lo Stato ha guadagnato
miliardi: un'entrata sicura almeno quanto i pensionati. Teniamoceli buoni.
Vorrei aggiungere che siamo fichi oltre ogni nostra capacit di raccontarci tali: abbiamo tagliato
l'Irap e nemmeno siamo stati capaci di dirlo agli italiani, tanto eravamo emozionati.


Bloccare l'emorragia dei posti di lavoro e tornare a crescere, semplificare il fisco pagando meno (ma pagando
tutti, finalmente!) e, prima di tutto, investire sull'educazione e sulla scuola: questa la nostra sfida. Ci hanno
detto che siamo di destra per questo. Ci hanno paragonato ai leader della destra liberista anglosassone degli
anni Ottanta.
A me hanno insegnato che essere di sinistra significa combattere un'ingiustizia, non conservarla. Davanti a
un problema c' chi trova soluzioni provando a cambiare e chi organizza convegni lasciando le cose come
sono. Anche nel nostro partito c' chi vuole cogliere la palla al balzo per tornare agli scontri ideologici e
magari riportare il PD del 25%. Noi no.

Svendere posti di lavoro a buon mercato, semplificare il fisco e illuderci che cos combatteremo
(finalmente!) l'evasione fiscale in Italia, e investire tante belle idee e speranze nella scuola promettendo
di assumere i vecchi precari e riempiendo nuove liste di giovani precari: questa la nostra sfida.
Ci hanno paragonati al liberismo anni Ottanta: finalmente ci hanno beccato! (Anche se con tutto
linglese traballante che ostentiamo, qualche indizio glielavevamo pur dato!) Davanti a un problema
c' chi trova soluzioni ragionate, condivise, giuste; e poi ci siamo noi, che dopo aver svilito una mezza
idea di sinistra ancora viva in Italia, con la nostra gran fretta di dar da vedere che stiamo facendo
qualche cosa, scegliamo la via pi semplice: prendercela con i poveracci che tanto quelli hanno smesso
di lamentarsi da anni. Solo cos si pu sperare di non far tornare il PD al 25%: con la fuffa.


Noi siamo qui per cambiare l'Italia e non accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia che a
volte ritorna. O almeno ci prova.
Sul sito trovate l'indicazione della nuova segreteria. Chi pu ci dia una mano, partendo dalle iniziative per le
imminenti regionali e per le forme di autofinanziamento. Abbiamo la grande occasione di cambiare il paese
pi bello del mondo: Aiutiamoci a farlo sul serio.

Siamo qui per cambiare l'Italia: pi camicie bianche, pi speranze e giri di parole edulcorati.
Asfaltiamoli tutti, questi italiani!

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