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Il prezzo del petrolio e il possibile collasso del mercato immobiliare fanno temere. Ma sar anche lanno della Cina.

E dei vecchi
The Economist ha chiesto ai suoi lettori
(4.257 interviste effettuate tra il 14 settem-
bre e il 3 ottobre) di cosa avessero pi
paura pensando al 2006: il 45 per cento ha
detto di temere il collasso del mercato
immobiliare (41 lanno scorso); il 31 ha
previsto un crollo del dollaro (29); il 26 te-
me unepidemia tipo Sars (19); il 26 si
aspetta una caduta del mercato azionario
(18). Il 34 per cento pensa che il 2006 sar
meglio del 2005, il 21 dice che sar peg-
gio. Chiesto quale fosse fra dieci citt la
pi pericolosa, ha vinto Citt del
Messico, seguita da Mosca, New York,
Londra, Nuova Delhi, Roma, Parigi,
Tokyo, Madrid, Berlino (la pi sicura del
gruppo). [1]
Il 2006 potrebbe essere lanno della fles-
sione dei consumi americani che i pessi-
misti prevedono da molto tempo.
Nellultimo biennio il Pil mondiale cre-
sciuto del 4,7 per cento, un record se
prendiamo in considerazione il periodo
che va dagli anni 70 ad oggi. Le cose, si di-
ce, non possono andare tanto bene tanto a
lungo: il prezzo del petrolio oltre il dop-
pio della media negli ultimi venti anni, i
risparmi degli americani sono ridotti a li-
velli record, numerosi paesi hanno assi-
stito ad un boom immobiliare (Stati Uniti,
Gran Bretagna, Francia) dando vita a
quella che secondo molti potrebbe essere
la pi grossa bolla finanziaria della storia
ecc. [2]
Dal 2001 il prezzo del petrolio triplica-
to, una crescita simile a quella del 1973-74,
1979-80, 1989-90, ad ognuna delle quali fe-
ce seguito una recessione mondiale. La
principale ragione per cui lalto prezzo
del petrolio non ha finora prodotto que-
sto effetto il denaro a buon mercato,
che ha finanziato la bolla: per capirsi, nel
2005 gli Stati Uniti hanno pagato 120 mi-
liardi di dollari in pi per il rincaro del
petrolio, poco rispetto allincremento di
2.500 miliardi di dollari del valore degli
immobili. Minando la fiducia dei consu-
matori, si dice, un ulteriore aumento del
prezzo del petrolio potrebbe far precipi-
tare la situazione: i prezzi delle case stan-
no scendendo in Australia e Gran
Bretagna gi dal 2004, gli Stati Uniti do-
vrebbero essere pi o meno un anno in-
dietro, probabile che nel 2006 i prezzi
cesseranno quantomeno di aumentare.
Poich la met dei lavori creati dal 2001
nel settore privato americano deriva dal
boom immobiliare e una larga parte del-
la crescita dei consumi dovuta ai mutui
ottenuti dai proprietari degli immobili ri-
valutati, la situazione potrebbe diventare
drammatica. [2]
La combinazione di denaro a buon mer-
cato, crescenti prezzo del petrolio e valore
delle case e grande deficit di bilancio ri-
corda la situazione degli anni 70, quan-
do linflazione fin fuori controllo. La dif-
ferenza che oggi la Banche centrali
hanno meno probabilit di ripetere gli
errori del passato e lingresso della forza
lavoro cinese nel mercato mondiale con-
tribuisce a tenere bassi i salari. Il rischio
che la paura dellinflazione riduca le
possibilit della Federal Reserve e del-
le altre Banche Centrali di ridurre i tas-
si dinteresse: nel 2001/2002 il taglio dei
tassi salv il mondo dal rischio recessio-
ne innescato dallo scoppio della bolla
azionaria della New Economy, ma allora
linflazione stava cadendo. Gli ottimisti
confidano nel fatto che Giappone e
Germania (seconda e terza economia
mondiale) sembrano stare meglio di al-
cuni anni fa. [2]
Lalto prezzo del petrolio di solito una
brutta notizia. Eppure, quando nel 2005 ha
superato i 50 dollari a barile in pochi han-
no visto le cose tanto negativamente.
Motivo: laumento non rifletteva una si-
tuazione di disordine geopolitico ma il
crescente successo della globalizzazione
(soprattutto in India e in Cina) e lottimo
andamento delleconomia mondiale. Il
problema che un mercato al limite
particolarmente esposto alle crisi, come
hanno dimostrato gli uragani nel Golfo
del Messico. Il meccanismo di sicurezza
energetica inventato negli anni 70 per ge-
stire le crisi in Medio Oriente si mo-
strato inadatto a gestirne una negli Stati
Uniti. La grande domanda del 2006 : a
quanto deve arrivare il prezzo per riflet-
tersi sulla domanda? Due dollari al gal-
lone non sono bastati per convincere gli
americani a cambiare il suv con unauto
ad alimentazione ibrida, arrivati a 3 le co-
se cambierebbero? [3]
Quanto allofferta, lanno passato hanno
ripreso vigore quanti sostengono che pre-
sto il petrolio comincer a scarseggiare.
Daniel Yergin, presidente di Cambridge
Energy Research Associates, ricorda che
questa la quinta volta che il mondo
sembra avere esaurito le scorte di pe-
trolio (nel decennio del 1880; dopo la
prima guerra mondiale; dopo la seconda
guerra mondiale; negli anni 70).
Scenario pi probabile (condizioni geo-
politiche permettendo): nel 2006 inizie-
ranno a crescere in misura sostanziale le
nuove capacit di produzione di petrolio
abbandonate quando il petrolio aveva un
prezzo di 25 o 30 dollari al barile. pro-
babile che questanno limmagine del
picco imminente lasci spazio a quella
di un altopiano ondulato di pi ampio
respiro. [3]
Interrogati riguardo ai principali ri-
schi globali di questanno, gli economisti
risponderebbero in massa indicando il
prezzo del petrolio (laumento del) e il
protezionismo commerciale (contro la
Cina). Qualcuno potrebbe indicare lin-
fluenza aviaria o il programma nucleare
iraniano. Pochi parlerebbero del merca-
to monetario. Robin Bew, chief economi-
st dellEconomist, si invece soffermato
sul collasso del dollaro, atteso da quan-
do gli americani hanno preso a spende-
re spensierati mettendo da parte prati-
camente nulla. Stando cos le cose, gli
Stati Uniti devono farsi prestare i soldi
allestero per finanziare lattivit econo-
mica. Risultato: nel 2005 lAmerica ha
avuto bisogno di 800 miliardi di dollari
in valuta estera, questanno gliene servi-
ranno 900. [4]
Se gli stranieri compreranno dollari, be-
ne, altrimenti ci sar un solo modo per
fargli cambiare idea: abbassare il prezzo.
Uno scenario prevede che per ottenere
un euro potrebbero arrivare ad offrire
1,6 dollari e pi. Ma i problemi potreb-
bero pure riguardare leuro: Bew ce lha
soprattutto con lItalia, una grande eco-
nomia con grandi costi, sempre meno
competitiva e indisposta a qualsiasi
riforma. Ad un certo punto, la tesi,
lItalia potrebbe vedere nelluscita dal-
leuro lunica via di salvezza. La cosa,
per, al momento piuttosto improbabi-
le, casomai se ne potr parlare tra una
decina di anni, sempre che le cose conti-
nuino a peggiorare. Comunque sia, una
rottura dellarea euro in un futuro pi o
meno distante non impossibile, e que-
sto, dicono i pessimisti, potrebbe portare
gi nel 2006 ad un collasso della valuta
unica (fino a 0,90?). [4]
Alla fine, pi probabile che i problemi
riguarderanno sia il dollaro che leuro.
Colpa (merito?) della Cina, ovviamente,
che nei prossimi mesi potrebbe decidere
la rivalutazione dello yuan per rendere
pi abbordabili ai suoi consumatori le
importazioni e permettere alle imprese
investimenti meno onerosi. Anche i pi
ottimisti, comunque, non osano sperare
in una rivalutazione che si spinga oltre il
20%. bene ricordare che Europa e Stati
Uniti sarebbero molto contente di recu-
perare un po di competitivit con un
cambio svalutato nei confronti del terri-
bile concorrente cinese. [4]
Anche nel 2006, America ed Asia cre-
sceranno pi di molti paesi europei, in te-
sta Germania, Francia ed Italia, che da so-
le fanno il 70% del pil Ue. Molti continue-
ranno a chiedersi se leuro stato una
buona idea (da noi potrebbe essere un im-
portante argomento elettorale). Le resi-
stenze contro un ulteriore allargamento
cresceranno. La posizione della Turchia
potrebbe complicarsi. [5]
Negli Usa si terranno a novembre le ele-
zioni di mid-term. Al momento si prevede
che i Repubblicani conserveranno la
maggioranza al Congresso, le cose potreb-
bero cambiare solo se precipitasse la si-
tuazione in Iraq o se ci fosse qualche al-
tro scandalo. probabile che la
Cinofobia aumenter, fomentata da sin-
dacalisti, esperti di politica internaziona-
le preoccupati dalla situazione a Taiwan,
cristiani arrabbiati per le persecuzioni a
Pechino. [6] Elezioni anche in Israele, non
pi tardi di novembre. Ariel Sharon, pro-
blemi di salute a parte, cercher di scon-
figgere con lappoggio di Shimon Peres
lex compagno di partito Binyamin
Netanyahu. Ed elezioni anche in
Palestina: Hamas, il cui smantellamento
posto come condizione chiave per il pro-
cesso di pace, viene dato per vincente. [7]
Nel 2006 la Russia assumer per la pri-
ma volta la presidenza del G8. Difficile pre-
vedere se per le relazioni diplomatiche
sar un disastro o unopportunit. Quanto
alla politica interna, probabile che
Putin decider cosa fare in vista delle
presidenziali del 2008: candidarsi a un
terzo mandato o scegliere un erede.
Essendo lopposizione allo sbando, dovr
soprattutto guardarsi dal non irritare
quanti lo sostengono. Il boom dei prezzi
petroliferi che ha arricchito leconomia lo
rende di certo pi forte. [8]
A marzo il parlamento cinese lancer un
nuovo piano quinquennale. Sar il primo
da quando Hu Jintao, Wen Jiabao e gli al-
tri della Quarta generazione hanno pre-
so il potere. Se la crescita rallenta, po-
trebbe essere battuto il record di 74.000
proteste pubbliche (disoccupati, sottopa-
gati, deportati, vittime della corruzione
ecc.) stabilito nel 2004. Per l11 dicembre
prevista lapertura del sistema bancario
nazionale alla competizione straniera. [9]
In America Latina anno di elezioni
presidenziali, le pi interessanti si terran-
no in Brasile. Negli ultimi anni il conti-
nente ha visto lascesa delle sinistre, ve-
di il pragmatico ex sindacalista Lula. Nel
2006 ci potrebbe essere un ritorno verso
il centro. Di certo in Brasile ci sono mol-
ti pi dubbi su chi vincer le elezioni
piuttosto che su chi vincer i mondiali di
calcio (nessuno dubita che Kak,
Adriano, Ronaldinho, Ronaldo ecc. fa-
ranno polpette di qualsiasi avversario):
allinizio niente sembrava poter fermare
Lula, poi gli scandali ne hanno offuscato
limmagine, adesso potrebbe pure otte-
nere un secondo mandato ma avrebbe
difficolt a formare un forte coalizione
riformista. Lopposizione avr comunque
problemi a trovargli un avversario: Jos
Serra, il suo miglior uomo (battuto per
nel 2002) ha fatto sapere che non molla la
poltrona di sindaco di San Paolo;
Gerardo Alckmin, governatore di San
Paolo, un valoroso tecnocrate senza ap-
peal. [10]
In Africa, come al solito, il 2006 vedr
pi morti di fame che per Aids, malaria,
guerra, tubercolisi e polio messe insieme.
[11]
Il 2006 aprir una nuova era demografi-
ca: da quando i tassi di natalit crebbero in
seguito alla fine della Seconda Guerra
Mondiale, i cosiddetti baby-boomers han-
no fatto storia col loro passaggio attraver-
so la scuola, luniversit, il mondo del la-
voro. Hanno inventato la cultura giovani-
IL FOGLIO
quotidiano
2006, arriva la recessione mondiale?
le, reinventato la mezza et, questanno
inizieranno a compiere sessantanni, e la
cosa si far sentire soprattutto in quei
Paesi dove si va in pensione a questet.
Linvecchiamento della popolazione mon-
diale comincer ad accelerare.
Prendiamo la Germania: per gran parte
degli ultimi trentanni il rapporto tra
over-65 e persone tra 20 e 64 anni si ag-
girato sul 25%: nei prossimi trentanni rag-
giunger il 50. [12]
Non si tratter solo della pi numerosa
generazione di vecchi della storia, ma an-
che della pi ricca e longeva.
Ciononostante, finir per rallentare la
crescita e sovraccaricare il welfare state.
Gli ottimisti sperano che ci salvi un au-
mento nel tasso di crescita della produtti-
vit, ma pi probabile il contrario. La
soluzione pare una sola: lavorare pi a
lungo (fino a settanta anni?). Di certo, i
baby-boomers useranno la loro consisten-
za numerica per influenzare le scelte po-
litiche. [12]
Questanno, per la prima volta nella sto-
ria, la popolazione urbana di tutto il mon-
do superer quella che vive nelle campa-
gne (il momento esatto varier a seconda
dei criteri adottati per la distinzione). Il
fenomeno causato soprattutto dallim-
poverimento di questultime, ma va an-
che detto che i progressi nella scienza
medica che hanno portato nellultimo
mezzo secolo allesplosione della popola-
zione mondiale (da 2,5 a 6,5 miliardi) han-
no fatto sentire i propri effetti soprattut-
to nelle citt, che ospitano i due terzi del-
lincremento. Nel 1950 lunica citt del
pianeta con pi di 10 milioni di abitanti
era New York. Oggi ci sono almeno 20 me-
galopoli. Nel prossimo futuro, la maggior
parte delle persone vivr in piccole me-
tropoli, tipo le 480 citt che si avviano a
raggiungere il milione di abitanti in non
pi di dieci anni. Di queste, due su tre si
trovano in Paesi poveri: per dirla con
John Grimond, writer at large
dellEconomist, pi Dickens che Sex and
the City. [13]
Gi oggi, circa 20 milioni di persone abi-
tanti nelle cinque grandi conurbazioni
dellAsia del Sud (Delhi, Dacca, Karachi,
Calcutta e Bombay) vivono in baraccopo-
li; tra Ciad ed Etiopia gli slum ospitano il
99 per cento della popolazione urbana.
Dicono gli ottimisti: luomo sa adattarsi,
molte citt del mondo ricco sembrano fe-
lici con i loro parchi, le palestre, il lavoro
intellettuale ecc. Nessuno pu negare che
le citt di oggi crescono troppo alla svel-
ta. [13]
Nicholas Negroponte, presidente e cofon-
datore del Massachusetts Institute of
Technology Media Lab, dice che la pi
grande risorsa naturale di un paese sono
i suoi bambini: non importa quale sia la
sfida nazionale (guerra, povert, malattie,
ambiente), listruzione sempre parte
della soluzione. E quando parla di istru-
zione, non ha in mente quello che si im-
para a scuola. Per questo, a suo dire, il
computer da 100 dollari che a fine anno
dovrebbe raggiungere migliaia (milioni?)
di bambini in Brasile, Thailandia, Egitto
e (forse) Cina potrebbe rendere il mondo
migliore. Negroponte spiega che il 50 per
cento del prezzo di un laptop deriva dai
costi di vendita, marketing, distribuzione,
profitti. Il restante 50 per cento dipende
dallo schermo e da tutto il resto. Al Mit,
dice, hanno inventato uno schermo che
costa appena 30 dollari. Quanto al pro-
cessore, nella maggior parte dei casi spre-
ca il 75 per cento della sua potenza, da
qui il prezzo finale. [14]
Altri eventi del 2006: Singapore Airlines
far volare il nuovo superjumbo A380, il
pi grande jet passeggeri del mondo; in
Giappone, nascer la pi grande banca
del mondo; in Cina verr inaugurata la
ferrovia pi alta del mondo. [15]
Francesco Ferreri, di 13 anni, uscito di ca-
sa per partecipare alla novena in parrocchia,
non mai tornato e due giorni dopo i cara-
binieri ne hanno trovato il corpo in una
scarpata. Cranio fracassato, tracce di sangue
che testimoniano un trascinamento del ca-
davere. Si prima pensato a un caso di pe-
dofilia, poi sembrata pi probabile la pi-
sta di un amico con cui Francesco aveva da
poco litigato, poi tornata in auge la pista
dei pedofili, che quella pi seguita al mo-
mento. In Barrafranca, provincia di Enna,
venerd 16 dicembre, sera.
Fabio Tartaglia, tassista in pensione, ha
battuto pi volte con un corpo contundente la
testa del figlio venticinquenne che dormiva,
quindi impugnando unascia s accostato al
letto della moglie, pure lei addormentata, e
con un solo colpo le ha mozzato il capo.
poi uscito di casa e, a bordo della sua
Tempra bianca, ha vagato quattro giorni per
la citt, senza mai rientrare. La domenica
mattina morto dinfarto, nella macchina
parcheggiata allArco di Travertino. Proprio
quel giorno, da Vicenza dove vive, ha telefo-
nato Tiziana, una sorella della moglie (una
donna di 59 anni, di nome Patrizia Valenti-
ni), dicendo che chiamava, chiamava e nes-
suno le rispondeva. I carabinieri hanno
sfondato la porta e trovato i due cadaveri,
gi mezzo decomposti, ordinatamente di-
sposti sul letto matrimoniale, uno a fianco
dellaltro. Della testa di Patrizia non cera
traccia. I vicini hanno poi raccontato che il
figlio di 25 anni era impazzito dopo il servi-
zio militare e i genitori si lamentavano des-
ser poco aiutati dal Cim (Centro di Igiene
Mentale) dove pure lo portavano per lassi-
stenza. La palazzina dove viveva la famiglia
Tartaglia di soli tre piani, le grida echeg-
giavano fin sulla strada. Il padre, ogni tanto,
fuggiva di casa e non tornava per due o tre
giorni. Ha lasciato una lunga lettera, in cui
racconta la propria infelicit. In Roma, via
Acquedotto Alessandrino 153, mercoled 14
dicembre. Alba.
Uccisa la moglie addormentata a martella-
te, ha deposto il martello sul cuscino l a fian-
co e ha telefonato ai carabinieri: Mi chia-
mo Giancarlo Laurenza, ho ucciso mia mo-
glie a martellate. Chiamate unambulanza,
le mie tre figlie resteranno sole. I carabi-
nieri hanno trovato la moglie ancora viva,
con la faccia maciullata. Ma tre ore dopo, al
San Giovanni Bosco, se n andata. Era una
donna minuta, timida, tutta intenta alle tre
bambine. Lui lavorava come magazziniere
nello stesso palazzo dove stava la famiglia.
La controllava di continuo. Era convinto
desser tradito e che sconosciuti, in sua as-
senza, frequentassero la casa e insegnasse-
ro alle bambine questo e quello. In
Settimo Torinese, strada San Mauro 112. Tra
le 8 e le 10 di domenica 18.
Suicidi
Magazine, gioved 22 dicembre 2005
Ogni tanto si riapre il caso Tenco, ed
una ferita grande per chi lha amato, ap-
prezzato, rimpianto. Dal 1967, quando fu ri-
trovato morto in una camera dellhotel
Savoy di Sanremo durante il Festival della
canzone, i dubbi sul suo presunto suicidio
continuano a inseguirsi. Fu davvero un sui-
cidio? Perch linchiesta fu condotta cos
male e cos in fretta? Perch non fu estratto
il proiettile? Adesso il procuratore della
Repubblica di Sanremo, Mariano Gagliano,
ha disposto la riapertura del caso. Speriamo
che la verit emerga finalmente da quella
lunga notte. Ma c una verit dalla forte va-
lenza simbolica cui non abbiamo mai voluto
prestare attenzione, tutta racchiusa nel fa-
moso biglietto scritto a macchina. Tenco si
era presentato al Festival con la canzone
Ciao amore che non fu ammessa alla serata
finale e si classific al dodicesimo posto nel
voto popolare. Fallito anche il ripescaggio
della commissione degli intellettuali, do-
ve gli fu preferita la canzone La rivoluzione
di Gene Pitney e Gianni Pettenati. Il bigliet-
to diceva: Io ho voluto bene al pubblico ita-
liano e gli ho dedicato inutilmente 5 anni
della mia vita. Faccio questo non perch so-
no stanco della vita (tuttaltro) ma come atto
di protesta contro unpubblico che manda Io
tue le rose infinale e a una commissione che
seleziona La rivoluzione. Spero che serva a
chiarire le idee a qualcuno. Ciao, Luigi.
Ovviamente Orietta Berti, come persona,
non centra nulla ma il nostro grande tradi-
mento nei confronti di Tenco di non aver
mai preso alla lettera quel tragico addio, di
averlo considerato come unoffuscata me-
tafora, di averlo messo in dubbio per la
mancanza di una perizia grafologica. Quel
bigliettino, chiunque lo abbia scritto, la co-
sa pi vera, pi autentica che rimane di
quella tragica serata. Ricordiamoci di quel
bigliettino quando parliamo della saga
Albano-Lecciso. Ricordiamoci di quel bi-
gliettino quando deploriamio i guasti della
tv spazzatura, segnalati persino dal capo
dello Stato. Ricordia-moci di quel biglietti-
no quando non capiamo perch il nostro si-
stema mediatico sembra impazzito, disan-
corato da ogni canone, agitato da una frene-
sia senza senso. Altrimenti non ci chiarire-
mo mai le idee.
Aldo Grasso
ANNO XI NUMERO 1 DIRETTORE GIULIANO FERRARA LUNED 2 GENNAIO 2006 - 1
Redazione e Amministrazione: L.go Corsia Dei Servi 3 - 20122 Milano. Tel 02/771295.1 Poste Italiane Sped. in Abbonamento Postale - DL 353/2003 Conv. L.46/2004 Art. 1, c. 1, DBC MILANO
Delitti
Il bigliettinochelasciTencoprimadi morire,
il casodel tassistainfelice
equellodel maritotroppogeloso
DESTRA
La fellatio va senzaltro considerata di
destra (Michele Santoro nel 1973, citato
dalla Stampa il 13 novembre 1991 e adesso
ricordato da Filippo Facci, il Giornale
23/12/2005)
IBUZZ
Il godemiche iBuzz, collegabile alliPod
e vibrante a tempo di musica, in vendita
nei sex-shop inglesi per 25 sterline (Vanity
Fair 8/12/2005).
VIBRATORI
Secondo un sondaggio della Durex, il 47
per cento delle donne di Hong Kong
possiede un vibratore. Seguono inglesi e
americane (43). Allultimo posto c lIndia
(3 per cento). La media in genere, tra le
donne con pi di 25 anni, di una su
quattro. Le italiane stanno sul 10 per
cento (Vanity Fair cit.)
LETTERA
Carissima signora, vorrei parlarle,
per lappunto, di signore. Ci siamo la-
sciati dopo un lungo e noioso matrimo-
nio borghese benedetto dai figli. Lei ave-
va raggiunto la pace dei sensi, io no. Le
sue trasgressioni le celebrava in qualche
ristorante chic o al tavolo da gioco. Odio
i gourmet e le carte. Cos alla mia et
matura ho deciso di regalarmi una nuo-
va compagna. Gli amici sostengono che
ho rottamato mia moglie. Perch la nuo-
va ha meno della met dei suoi anni. I
miei figli - maggiorenni - come pure i
miei concittadini (vivo in una provincia
tanto perbene quanto bigotta), dicono
pi prosaicamente che ho fatto shopping
in Ungheria e mi sono comprato una ra-
gazzina. Come prendere un cane al cani-
le. La ragazzina prima viveva in condi-
zioni modestissime. Oggi non pi. Tra noi
non c amore, ma grande rispetto e re-
ciproca conoscenza. Lei per essere di-
ventata una signora. Io per la sua dispo-
nibilit. Oggi si parla tanto di discrimi-
nazione. Per una volta vogliamo parlare
della discriminazione e dellemargina-
zione che colpisce le nuove famiglie di-
verse come la mia?
(e-mail del lettore Gherardo Bonelli
allEspresso, 22/12/2005)
NOZZE GAY
Le prime nozze gay in Gran Bretagna,
celebrate dopo lentrata in vigore a partire
dal 19 dicembre 2005 del Civil Partnership
Act, si sono celebrate a Belfast (Irlanda del
Nord) tra due donne, Grainne Close (mari-
to, in nero, capelli sparati allindietro dal
gel) e Shannon Sickels, americana, moglie,
in completo pantalone bianco, con tralcio
dorchidee sul bavero e camicia nera aper-
ta. Una folla di presbiteriani le ha attese
davanti al municipio per insultarle. Subito
dopo si sono unite altre 19 coppie dello
stesso sesso. Il giorno successivo, a
Windsor, si sono sposati il cantante Elton
John e il suo compagno da 14 anni David
Furnish. Cerimonia con sette soli invitati e
festa a seguire, invece, molto sontuosa e
ricca di celebrit (Liz Taylor, Victoria
Beckham, Hugh Grant, Donatella Versace,
Sting, ecc.). Insieme con Elton John e il suo
compagno, si sono unite altre 687 coppie.
PASCOLI
Pascoli, tra la fine del 1888 e linizio del
1889, vibra di intensa passione per Lia
Bianchi, cantante, ventanni. Ma muta su-
bito danimo quando avverte lostilit del-
le sorelle e soprattutto constata chessa
mostra troppo le gambe. A quarantanni
Pascoli attratto dalla cugina Imelda
Mori, una bella bruna, assai fresca e ben
conservata. Ma la sorella Maria gli dice
che Imelda, saputo di un suo difetto al mi-
gnolo del piede sinistro, s disgustata.
Pascoli allora le scrive per lasciarla e lei
gli risponde piccata: hai creduto pi a
Maria che a me (Renato Bertacchini,
Libero 11/10, commento al libro di Maria
Santini Candida soror, dedicato soprattut-
ton a Maria e in cui si smentisce ogni ipo-
tesi di incesto tra il poeta e le due sorelle).
ANNA FALCHI
Anna Falchi sulle disavventure del
marito Stefano Ricucci: Un Peter Pan
finito in qualcosa pi grande di lui,
vittima della crudelt del sistema e
massacrato dai poteri forti. Sono
contenta di non essere stata in Italia
mentre esplodeva il caso, cos non ho
somatizzato. Ho sposato un uomo
straordinario, onesto, sotto certi aspetti
pure ingenuo, capitato in una cosa pi
grande di lui. Ma io so che vincer la
sua battaglia e sar sempre al suo
fianco. In Italia non accettato il
successo, in America ti stringono la
mano e ti dicono: bravo. Da noi invece ti
massacrano. La colpa di Stefano?
Inesperienza, giovent.
E la faccenda Rcs?
Stefano non ha ancora venduto il
pacchetto. Vorrebbe, ma non c
nessuno che tira fuori i soldi.
E la villa acquistata a Roma?
Non abiteremo l. Che ci facciamo
con tremila metri quadri, ci
rincorriamo? (Anna Falchi a Novella
2000, ripresa dalla Stampa 22/12/2005).
Amori
Il lettore emarginato a causa della
giovane sposa. Le passioni di Pascoli,
frenate dalle sorelle
La Stampa, luned 19 dicembre 2005
D
a oggi, su questo pianeta, siamo sei
miliardi e mezzo. Simbolicamente,
aggiunge la fonte della notizia, che
lIstituto nazionale francese di studi de-
mografici. E fa bene, perch il margine di
incertezza sulla popolazione mondiale
di 80 milioni. Se, ad esempio, andate a ve-
dere lorologio demografico del Census
Bureau degli Stati Uniti, scoprirete che al
momento siamo soltanto 6 miliardi 485 mi-
lioni 899 mila 335. Per ogni secondo na-
scono 4,1 bambini e muoiono 1,8 persone
(le statistiche non provano imbarazzo nel
fare a pezzi la gente). Quindi gli abitanti
della Terra aumentano di 2,3 al secondo,
141 al minuto, ottomila allora, 202 mila al
giorno e quasi 74 milioni all'anno.
Prendiamo per buono il dato di 6 mi-
liardi e mezzo: pi che il numero preciso
di quanti siamo, importante sapere chi
siamo. Bene: su due terrestri, uno asiati-
co; uno abita in citt e megalopoli spesso
degradate, laltro in campagna; la famiglia
di tipo occidentale, quella degli spot del
Mulino Bianco, 2+2, lui, lei e un paio di
bambini, dilaga nel mondo con la sola
esclusione dell'Africa sub-sahariana. Ma
soltanto in un caso su cinque i 2+2 sorri-
dono come negli spot: i cittadini del pia-
neta con un buon livello di vita sono poco
pi di un miliardo, e a fronte di 800 milio-
ni di benestanti sovrappeso che devono
smaltire calorie in palestra, stanno 1200
milioni che hanno fame e sete. Eppure il
prodotto lordo mondiale dal 1900 a oggi
aumentato di 20 volte, cio cinque volte
pi della popolazione. Dovremmo quindi,
in media, essere tutti 5 volte pi ricchi dei
nostri bisnonni. Se non cos, c' qualco-
sa che non va, e forse la politica. Anche
quella che si fa nei vertici sul commercio
mondiale.
Possiamo per registrare una buona no-
tizia: mai il mondo stato cos giovane. I
terrestri con et tra i 12 e i 26 anni sono 1,6
miliardi, esattamente la popolazione glo-
bale del 1900, l'anno del Ballo Excelsior.
Un enorme potenziale di creativit. Chiss
quanti Einstein potrebbero venirne fuori.
Il guaio che di solito questi giovani non
abitano qui da noi, sono ragazzi del terzo
e quarto mondo. La scuola l'altro grande
problema, non minore della fame. Noi in-
vecchiamo. L'aspettativa di vita nei paesi
ricchi sta aumentando di 18 mesi ogni 10
anni.
Questi dati ci portano all'ultima doman-
da. Siamo troppi? Quanti abitanti pu sop-
portare questo pianeta? Dipende dalla
qualit media della vita che vorremmo.
Certi calcoli dicono che le risorse sono suf-
ficienti per 10-11 miliardi di persone. La
frenata demografica in corso ed pi ve-
loce del previsto: dovremmo arrivare a 10
miliardi nel 2050 e stabilizzarci sui 12 mi-
liardi entro il 2100. Staremo un po pi
stretti, ma lastronave Terra pu ancora
portarci a spasso nello spazio. Purch quel-
li che oggi vanno in palestra invitino a cena
quelli che sono un po' troppo magri.
Piero Bianucci
Note: TuttelenotiziesonotrattedaThe
Economist - The World in 2006. [1]
Economist Intelligence Unit; [2] Pam
Woodall; [3] Daniel Yergin; [4] Robin
Bew; [5] JohnPeet; [6] JohnMicklethwait;
[7] David Landau; [8] Dmitri Trenin; [9]
James Miles; [10] Michael Reid; [11] Bob
Geldof; [12] Paul Wallace; [13] John
Grimond; [14] Nicholas Negroponte; [15]
Daniel Franklin.
Intanto nato lhomo sapiens numero 6.500.000.000
ANNO XI NUMERO 1 - PAG 2 IL FOGLIO QUOTIDIANO LUNED 2 GENNAIO 2006
Corriere della Sera, marted 20 dicembre 2005
D
opo la sentenza di primo grado nel processo al-
la Juve stato detto: Aveva ragione Zeman.
Ora, dopo lappello, si dice: Zeman aveva torto.
Inveceanchelappellomihadatoragione.Nel1998
dissi cheil calciodovevausciredallefarmacieesec
unacertezzainequivocabile, messainevidenzadaen-
trambi i gradi di questo processo, che si abusava di
farmaci. Anche se io inizialmente non avevo parlato
di Juve... E, se lo avessi fatto, avrei sbagliato: la Juve
nonavevabisognodi entrareousciredallefarmacie,
perch la farmacia se lera fatta incasa.
Come commenta la sentenza?
Il giudice, a differenza di Casalbore, non ha se-
guitolaperiziadiDOnofrio, chefacevarisalireallEpo
losbalzoinnaturaledi emoglobina. Pur continuando
a credere che un perito, in materia, ne sappia pi di
ungiudice, neprendoatto. Vedremo, selaccusafar
ricorso, come si esprimer la Cassazione. Ma quegli
sbalzi restano, non sono naturali e non si spiegano.
Labusodi farmaci, ancheascopi nonterapeutici, in-
vece non stato negato, ma confermato. Per le leggi
dellepocanonerapunibile. Oggi losarebbe. Sehan-
nocambiatoleleggi vuol direchequellechecerano
non andavano bene. Enon c nulla di cui essere fe-
lici, fieri eorgogliosi nellaver commessoqualcosadi
sbagliato prima che venisse considerato tale. Si pos-
sonoevitarelecondannepenali, nonquellemorali.
Si riferisce allesultanza in aula di Giraudo, Agricola
e Moggi?
Quellesultanza limmagine della loro sconfit-
ta morale. Sembrava avessero vinto una Coppa dei
Campioni. Mi piace vedere dirigenti o giocatori che
esultano allinterno di uno stadio, dopo una vittoria,
e non in unaula di tribunale dopo una sentenza che
non nega i fatti. Le balbettanti testimonianze dei gio-
catori, che sembravano concordate con il medico, re-
stano. Rossano, il farmacista che ha patteggiato la
pena, resta. stata tutta colpa sua? E trovo triste che
si considerino puliti con 281 tipi di farmaci in casa.
Secondo Giraudo ce ne sono tanti anche in una nor-
male famiglia.
Al contrario dei farmaci che si trovano in una ca-
sa, il 75% di quelli della Juve avevano bisogno di ri-
cette mediche che non sono state compilate. In una
casa non si trovano medicinali per uso ospedaliero.
Basta con le ipocrisie e la falsa informazione. Sento
sempre parlare di Voltaren e antidolorifici. Negli ar-
madietti della Juve cerano anche farmaci per gravi
problemi neurologici, altri che si usano in sala ope-
ratoria, altri per gravi disfunzioni cardiache, altri per
malati terminali... Roba da cronicario, ma in campo
quelli della Juve non sembravano malati, anzi.
Per erano farmaci leciti...
Non erano usati per scopi terapeutici. Che fos-
sero leciti o illeciti non ha importanza. Se lobietti-
vo non era curare ma cambiare le prestazioni, era-
no eticamente illeciti.
Giraudo sostiene: Cos facevano tutti. Ma sotto pro-
cesso c finita solo la Juve.
Non credo lo facessero tutti, di certo essere sta-
ti gli unici imputati stata la loro fortuna. Se prima
della societ pi prestigiosa, che rappresenta il cal-
cio italiano nel mondo, ci fossero stati processi a club
meno blasonati o avvocati meno bravi, forse gli esi-
ti sarebbero stati diversi. E i precedenti non sareb-
bero convenuti alla Juve....
Giraudo lha invitata a leggersi bene la sentenza.
Aggiunger le motivazioni della sentenza alle al-
tre mie letture: Scudetti dopati, In campo con la
Juve, le perizie di Muller e DOnofrio, la relazione
del professor Frati, i testi degli interrogatori ai gio-
catori, Lucky Luciano. Seguo anche la Borsa, ogni
giorno: la Juve, nonostante i trionfi, passata da 3,7
a 1,35. Gli investitori ci hanno perso, ma qualcuno,
rivendendo, forse anche tra i dirigenti, ci ha guada-
gnato. Infine sto cercando di capire quanto si pu
speculare vendendo terreni e sede sociale per poi
riprenderli in affitto.
Beh, come dice Giraudo, il tempo libero non le man-
ca...
E sembra che ci tenga molto perch io continui
ad averne... In trentanni di carriera ho sempre la-
vorato, ora invece non alleno... Credo pi per meri-
to suo che per demerito mio.
Pensa che Giraudo consigli di non assumerla?
una voce che ho sentito e che gira nel calcio...
E mi sembra molto meno assurda della sua teoria
secondo cui io farei parte di unassociazione che ha
messo su questo processo.
Per Giraudo lei semplicemente un allenatore mo-
desto.
Io invece lo considero un dirigente dannoso. Da
quandosonoarrivati i grandi managercomelui il cal-
cio ha smesso di essere uno sport ed diventato un
business. Eseleregoledel business superanoletica
dellosport, allorasipuanchearrivareapensareche
comprare un campione che fa la differenza costa 20
milioni, mentremodificareleprestazionidiunasqua-
dra grazie ai farmaci costa molto meno....
Il processo durato tanti, troppi anni.
Questo processo non sarebbe mai dovuto arriva-
re in unaula di tribunale. La giustizia sportiva, che
dovrebbe avere regole di moralit ed etica che van-
no al di l del codice penale, si sarebbe dovuta oc-
cupare del caso facendo chiarezza non solo sulla
Juve ma su tutto il calcio italiano di quegli anni per
capire, punire e dettare le regole affinch non si de-
ragliasse pi. Invece non fece nulla.
Giraudo ha parlato di teorema giudiziario, perse-
cuzione, di Juve usata come cavia...
Fossi in lui eviterei di parlare di cavie....
Il dottor Agricola, dopo il processo: Mi hanno tol-
to sette anni di vita.
Spero che un giorno non debbano fare certi cal-
coli tutti quei giocatori che hanno preso troppi far-
maci. Il sonno tranquillo di certi medici legato al-
la salute di quei giocatori.
Ma perch lei ce lha tanto con la Juve?
Io non ce lho con la Juve, fa parte della storia
del calcio mondiale. Ce lho con gli attuali dirigenti
e con il loro modo di lavorare che, secondo me, non
fa bene al calcio.
Zeman, il grande accusatore, alla fine sembra quel-
lo che ci ha rimesso di pi.
Me lo dicono in tanti. Ma non mi piango addosso
e rifarei tutto. Non voglio passare per martire, per
eroe o per complottatore. Ho detto il mio pensiero
per il bene del calcio. sbagliato, dannoso e frau-
dolento dare medicinali a gente sana.
Ma dopo sette anni non stanco di questa storia?
Io no. Questa storia non la mia, la loro.
Zeman, ma lei che vuole?
Che il calcio torni adessere uno sport dove le re-
golevalgonoper tutti echeinfuturononci siapibi-
sogno di un giudice ordinario per cercare la verit.
Luca Valdiserri
Corriere della Sera, mercoled 21 dicembre 2005.
L
a vita e la storia devono essere davvero pi com-
plicate di quanto si creda, se accade di scoprire
quasi per caso, in fondo a due ore di conversazione,
che Francesco De Gregori non lunico cantautore
simbolo della sinistra (mai rinnegata) adaver vissuto
in famiglia i crimini compiuti dai comunisti, sul con-
fine orientale, al finire della guerra. Racconta Gino
Paoli che mio padre, figlio di un operaio analfabeta
delleferrieredi Piombino, avevafattolaccademiadi
Livorno ed era arrivato ai cantieri di Monfalcone co-
meingegnerenavale.Lavevasposatomiamadre,che
invece veniva da una famiglia benestante, i Rossi. Io
sono nato nel 1934 e ho vissuto i primi mesi a
Monfalcone, poi ci siamotrasferiti aGenova. Dieci an-
ni dopo, partedellafamigliadi miamadremor infoi-
bata. I miei parenti noneranomilitanti fascisti, erano
persone perbene, pacifiche. Ma la caccia allitaliano
faceva parte della strategia di Tito, che voleva annet-
tersi Trieste e Monfalcone. I partigiani titini, appog-
giati dai partigiani comunisti italiani, venneroapren-
derli di notte: un colpo alla nuca, poi gi nelle foibe.
Mia madre e mia zia nonhanno mai perdonato.
IntervieneAmanda, lasplendidafigliachePaoliha
avutodal suoamoreconStefaniaSandrelli diciotten-
ne: Pap, hofattounaletturapubblicasulleccidiodi
SantAnna di Stazzema, e non hai idea di cosa abbia-
nocommessoi nazisti.... S inveceAmanda, conosco
benequellastoria. atrocema, vedi, leatrocitci so-
no state da entrambe le parti. la guerra che rende
luomo atroce; per questo io odio la guerra. Una par-
tedellanostrafamigliafinitanellefoibeedi queste
cose per decenni non si parlato. Ela sinistra porta
unaresponsabilitculturale, perchil partitodoveva
coprire la connivenza dei partigiani rossi con la stra-
tegia di Tito. Vedrai che ci vorr unaltro mezzo seco-
loperchlepassioni si spenganoeseneparli libera-
mente. Atrocithannocommessoancheglialleatiche
risalivano lItalia. Le truppe dassalto avevano il di-
ritto, riconosciuto per iscritto, di saccheggiare e stu-
prare: e le truppe dassalto erano per gli americani i
neri, per i francesi i marocchini, per gli inglesi gli in-
diani. Le conseguenze le hanno patite le donne ita-
liane, finch queste truppe non si sono attendate al
Tombolo, in Toscana, in un accampamento frequen-
tatodafemminealladisperataricercadi cibo, finch
non sono arrivati gli americani ad arrestare tutti. Io
stesso, Amanda, dovetti scendere dal treno che ci ri-
portavaaGenovaepassaretralemaceriedi Reccodi-
strutta dal bombardamento alleato non avevo an-
cora dieci anni camminando tra due pile di cada-
veri. un ricordo indelebile. Per questo, quando le
due torri crollarono, ho reagito diversamente da chi
la guerra nonlha conosciuta, da chi bombardamenti
non ne ha subiti mai. Anche se riconosco agli ameri-
cani (al di l del comportamento di Bush che ha usa-
to la tragedia come unpretesto) di aver reagito dimo-
strandoil lorosensodelloStato. Magari celavessimo
anche noi italiani.
LapoliticaappassionaPaolifindaragazzo. Lemie
prime manifestazioni furono quelle contro Scelba.
Un altro ricordo indelebile, il luglio 1960. Quando a
Genovasi seppecheperil congressomissinosarebbe
tornato incitt Basile, luomo che aveva compilato le
listedegli operai damandareinGermania, allorastu-
denti e portuali, professori e camalli reagirono allo
stessomodo, senzaneppurebisognodi parlarsi. Il Pci
fu del tutto scavalcato, come lo fu Togliatti dal fratel-
lo, cheinsegnavaalluniversitemarciintestaaicor-
tei. Io presi la mia razione di botte. Le jeep caricava-
no finsotto i portici, e i respingenti di gomma faceva-
no male. Il congresso dei missini, che allora si chia-
mavanoancorafascisti, nonsi fecepi, il governocad-
de, ma una generazione ha pagato cara quella vitto-
ria: cgentechehapassatoingaleraventanni, unmio
amico portuale ingalera c morto.
Facevopoliticamanonmi sonomai iscrittoal Pci.
Mai amato le bande, i gruppi, i movimenti: ho visto
troppi capi dei movimenti finiredaVespa. Megliopo-
chi amici, concui passare la notte a parlare, musici-
sti comeTenco, Lauzi, Endrigo, maancheBagnascoe
RenzoPiano.PidiMarx,hosempreamatoRousseau:
i beni della terra e dellintelletto devono essere beni
comuni. Come ogni artista, sono un po anarchico. Mi
piaceva una scritta che vedevo da ragazzo a Pegli:
Comunismo s, ma anarchico. Nonso bene cosa vo-
gliadire, permi ci riconosco. Lapoliticahaportato
Paoli in Parlamento, tra gli indipendenti di sinistra,
nel 1987. Non stata unesperienza del tutto negati-
va. Ho imparato molte cose. Per avrei preferito ren-
dermi utile agli altri. Invece la politica complicata;
per questo gli improvvisati che vi arrivano da fuori
combinano unsacco di guai.
Non che Paoli sia entusiasta neppure dei profes-
sionisti. Una volta avevamo politici che facevano af-
fari. Oggi abbiamo affaristi che fanno politica. Eil fe-
nomenononesauritodaBerlusconi; riguardaanche
la sinistra. Io capisco se uno come Della Valle si ar-
rabbia: se perde soldi, son soldi veri. Questi altri gio-
cano: spostanosoldi virtuali. Emi dispiacecheinque-
stogiocosiarimastainvischiatalasinistra. Cheorasi
trovainunbel guaio. Sedicelaveritsugli anni di sa-
crifici checi attendono, nonvinceleelezioni. Sedice
balle, le vincer ma sar cacciata appena comincer
afarelinevitabile. InInghilterralasocietpiavan-
zata: nona caso Marx aveva previsto che la rivoluzio-
ne si sarebbe fatta l. Non andata cos ma in com-
pensohannoavutolaThatcher, chenei primi anni ha
messoilPaeseallestrette, peralungoandarehapor-
tato risultati. Mi far odiare, ma lItalia avrebbe biso-
gnodi unadestraseria: liberaleedotatadi sensodel-
lo Stato; che nonprivatizzi scuola e sanit ma impon-
ga le ristrettezze necessarie a preparare la stagione
delle riforme. Prima un po di conservatorismo per
mettere da parte i soldi, poi gli investimenti per ri-
strutturarelacasa. Paoli nonrinnegail passato; piut-
tosto, nonsi riconosce nel presente.
Sapore di sale, forselapibellacanzonemai scritta
daunitaliano, del 1963. Sonogli anni incui Paoli vi-
ve,comeTencoecomeunasuagiovanescoperta-Lucio
Dalla - nel mito degli chansonniers, degli esistenziali-
sti, degli artisti maledetti. lanno in cui si spara al
cuore. Ognisuicidiodiverso, eprivato. lunicomo-
doperscegliere: perchlecosecruciali dellavita, la-
more e la morte, non si scelgono; tu non scegli di na-
scere, n di amare, n di morire. Il suicidio lunico,
arrogante modo dato alluomo per decidere di s. Ma
io sono la dimostrazione che neppure cos si riesce a
decidere davvero. Il proiettile buc il cuore e si con-
ficc nel pericardio, dov tuttora incapsulato. Ero a
casa da solo. Anna, allora mia moglie, era partita; ma
avevalasciatolechiavi aunamico, chepocodopoen-
tr a vedere come stavo. Lanno dopo Paoli ha avuto
due figli: Giovanni, che ora ha curato per Laterza la
suabiografia; eAmanda, concui adessodiscutedi sto-
ria.
Aldo Cazzullo
Lesultanza di Giraudo in aula
limmagine della sua sconfitta
I 281 tipi di medicinali servivano a curare o
a cambiare le prestazioni in campo?
Zeman, la Juve, le farmacie
I magistrati ora sono diversi
e con le manette ci vanno piano
Come far pagare al consumatore il 18,16% di
tasso dinteresse annuo (appena sotto lusura)
Cusani, i partiti, le banche
Engels, le cameriere di Marx
e le scarpe di Della Valle
Come faranno i capi diessini a prendersela
con magistrati e giornalisti cattivi?
Cossiga e le manette future
Loden grigio, faccia dura. Saluta
cos: Siete una vergogna
La notizia che un ex capo del governo
non ha una lira e si paga la barca a rate
Lira di DAlema
La sinistra ha coperto i crimini
commessi dai partigiani titini
Una parte della mia famiglia finita nelle
foibe. Per io sono sempre stato di sinistra
Gino Paoli e i crimini rossi
Il Sole-24 Ore, marted 20 dicembre 2005
Q
uello che viviamo oggi lepilogo di
Tangentopoli, esordisce Sergio Cusani.
Con linchiesta sulle banche s toccato il livel-
lo pi alto del sistema di potere. In questo senso,
e lo dico con imbarazzo, sono daccordo con la-
nalisi di Antonio di Pietro. C tuttavia una dif-
ferenza sostanziale tra gli anni di Tangentopoli e
i fatti di questi mesi, aggiunge lex finanziere ami-
co di Raul Gardini: Nel 92, per salvare i ban-
chieri, le banche, fu sacrificato un pezzo del si-
stema politico. Oggi, per salvare la politica, ven-
gono scaricate le banche. Assistiamo a un rove-
sciamento delle parti.
Spiega Cusani, impegnato ormai da anni nel so-
ciale attraverso la Banca della Solidariet: Temo
che la politica, sia quella di destra che quella di
sinistra, voglia sacrificare i banchieri per au-
toassolversi. Da parte mia, colgo le preoccupazioni
dei magistrati che temono un provvedimento tra-
sversale, approvato nellambito della legge sul ri-
sparmio, che conduca al blocco delle indagini.
Debbo tuttavia constatare che oggi i magistrati
non sono pi manettari, non usano il carcere co-
me strumento per indurre alla confessione, sono
molto preparati in campo economico-finanziario
e si muovono con cautela basandosi solo sulle in-
dagini.
Perch le banche rimasero estranee a
Tangentopoli?
Furono volutamente tenute fuori dalle in-
chieste. Si voleva colpire la politica per salva-
guardare la struttura economico-finanziaria del
Paese, anche perch una parte della magistratu-
ra voleva essere cooptata nel sistema di potere.
Di Pietro sbaglia quando paragona Fiorani a
Gardini, il quale, a differenza del primo, aveva un
grande progetto industriale. La Ferruzzi-
Montedison aveva asset straordinari. Se le ban-
che nel 93 avessero concesso alla Ferruzzi un pre-
stito convertendo, come hanno fatto con la Fiat in
tempi recenti, avremmo in Italia un colosso mon-
diale della chimica.
Che ruolo ebbe Bankitalia in quella circostanza?
Il sistema bancario diede in pasto alla Procura
di Milano lanello debole del sistema, la Ferruzzi,
al termine di una riunione che si svolse a
Mediobanca con il Gotha dellimprenditoria, du-
rante la quale fu deciso quale gruppo consegna-
re alla magistratura per distogliere lattenzione
dalle responsabilit del sistema finanziario.
Ricordo che, dopo lassemblea di Banca dItalia
del 93, si svolse un incontro a Roma a cui parte-
ciparono tra gli altri Lamberto Dini, Cesare
Geronzi ed Enrico Cuccia, in cui fu deciso di col-
pire la Ferruzzi ordinando il congelamento di tut-
ti i conti del gruppo.
Cos cambiato da allora?
Allora il sistema finanziava le imprese in mo-
do diretto, assumendo su di s ogni rischio attra-
verso la formazione di consorzi di collocamento.
Dopo la legge bancaria del 93, gli istituti di cre-
dito hanno scaricato i rischi sulla clientela attra-
verso i bond, facendo i bilanci pi ricchi della lo-
ro storia. Come al solito, si raccoglie il risparmio
dai piccoli per finanziare i grandi prossimi al-
linsolvenza. Nel contempo abbiamo assistito a
una diffusione di conoscenze del sistema finan-
ziario e a un accumulo di esperienze e di cono-
scenze da parte dei magistrati e della Guardia di
Finanza, che, come dimostra il caso Parmalat, han-
no saputo costruire inchieste efficaci in tempi con-
tenuti. Un altro elemento di novit la gestione
diretta da parte delle banche delle attivit di cre-
dito al consumo.
Vale a dire?
Faccio un esempio: un noto gruppo bancario
eroga un credito di mille euro rimborsabile in
rate mensili di 50 euro, inviando per posta al ri-
sparmiatore una carta di credito attivabile al-
listante con un numero verde. Il tasso annuo ef-
fettivo globale del 18,16%, di pochi centesimi
inferiore al tasso di usura. A fronte di questa of-
ferta, la stessa banca offre un tasso attivo sul
conto corrente dello 0,01 per cento. Siamo di
fronte, insomma, a forme di strozzinaggio di fat-
to con cui si rischia di consegnare il risparmia-
tore nelle mani degli usurai. Come Banca della
Solidariet ho comperato unazione Fiat per par-
tecipare alle assemblee. Ebbene la custodia e
gestione di un titolo di 7 euro mi costa oltre 60
euro lanno.
Che ruolo ha avuto la politica nelle Opa bancarie
del 2005?
Vedo con rammarico il disegno di una parte
dei Ds di creare un blocco economico imprendi-
torial-finanziario collaterale al loro apparato di
potere, che rischia di snaturare aziende come le
cooperative, di cui difendo storia e funzioni. Da
questo punto di vista, per, la holding Unipol fi-
glia naturale di Telecom.
In che senso?
Telecom fu scalata a debito da due illustri sco-
nosciuti, i cosiddetti capitani coraggiosi. Dietro
lOpa di Unipol su Bnl intravedo lo stesso gigan-
tismo finanziario. Nellun caso e nellaltro vedo
allopera i DAlema boys: gli Emilio Gnutti e i
Giovanni Consorte. I personaggi sono sempre qua-
si tutti gli stessi. Gnutti, nelle intercettazioni di
questestate, ha prospettato un piano di sparti-
zione tra destra e sinistra, ossia la totale indiffe-
renza del grande sistema finanziario dimpresa
verso chi al potere. La logica semplice: sini-
stra o destra purch si mangi. Rispetto a ieri non
cambiato niente. Tra politica, finanza e affari
non vedo alcuna separazione.
Di cosa si occupa adesso?
Insieme alla Practice Audit stiamo sviluppan-
do come Banca della Solidariet, per conto della
Fiom-Cgil, unanalisi critica sulla Fincantieri e in
particolare sulla Immsi-Piaggio di Roberto
Colaninno. E stiamo cominciando a lavorare sul-
la pubblicit ingannevole nel credito al consumo
a tasso zero. Personalmente ho vissuto con smar-
rimento gli accadimenti economici e finanziari di
questi anni che coinvolgono centinaia di migliaia
di risparmiatori, molti dei quali hanno perso i lo-
ro averi investendo in obbligazioni Cirio, Parmalat
e argentine. Non ne faccio una questione di etica
perch, dopo essere stato condannato a cinque an-
ni e sei mesi, sono lultimo a poter dare lezioni di
morale. Ho chiuso i conti con la giustizia, ma non
con la societ. E il mio impegno con il sindacato
lo considero una forma di risarcimento verso la
societ, con cui penso di avere ancora un conto da
saldare.
Giuseppe Oddo
Libero, gioved 22 dicembre 2005
Senatore Cossiga, i lettori telefonano e chiedono: chi
mettono dentro tra i politici?
Eperch chiede a me?.
I lettori dicono: chiedete a Cossiga che lo sa.
Lei mente ma mi lusinga. Stavolta comunque sta
fresco. Nessun elenco, quelli domandateli a Paolo
Mieli. Se dovessi fare un articolo oggi su questa vi-
cenda lo intitolerei cos: non capisco.
Allora grossa. Vuol dire che ci sar un terremoto.
Esatto. Non si capisce fin dove questonda sismi-
ca arriver, ma sconquasser uomini e istituzioni.
Esaminiamo chi pi in pericolo.
Provi a metterci la testa.
Direi DAlema e Fassino.
Vedo che impara qualcosa. Chiarisco subito: non
una questione giudiziaria, insomma non rischiano
la prigione, anche se qualcuno gliela augura, ma le-
liminazione politica o quasi. cos. In questo scan-
dalo bancario, gente in galera a parte, chi sta peggio
sono proprio i capi dei Ds. vero che parecchi in-
quilinidellozoodicentrodestrasonostatitiratiinbal-
lo. Ma l, come minimo, hanno gi pronto lalibi: per-
secuzione giudiziaria, giornalisti cattivi, poteri forti
avversi. I diessini invece....
Hanno impugnato da sempre la bandiera della que-
stione morale.
Non possono prendersela con i magistrati im-
provvisamente. Hanno interiorizzato troppo il verbo
giustizialista, non sono abituati a criticare questo o
quel comportamento.
Cominciamo dalla magistratura. Che ci sarebbe da
criticare?
Lascio perdere la questione del segreto istrutto-
rio, ripetutamente violato. Aparte questo, tra le mol-
te osservazioni possibili, si d uncaso. Unpmche la-
vora penalmente in questo caso, dove sono coinvolti
interessi rilevantissimi, in amicizia e frequenta un
avvocato che patrocina una banca estera interessa-
tissima. Nondicochequestocomporti illegittimit. In
Gran Bretagna e in America chi amico di un avvo-
cato della controparte nontratta la causa, figuriamo-
ciinunavicendasimile. Insomma, occorrerebbequal-
cuno che dicesse almeno: oib.
Oib. Lo dico ma nonsucceder nulla. I nomi per fa-
vore.
Il pmFrancescoGreco, lavvocatoGuidoRossi,
riceve compensi lautissimi dalla Abn-Amro, che ha
contesoallaBancapopolaredi Lodi lAntonveneta, e
- grazie ai magistrati - con successo.
Guido Rossi passava per comunista, stato in
Parlamento con i Ds. insospettabile di lavorare con-
tro i Ds.
Lei dice? riuscito adaccreditarsi la fama di uo-
mo della sinistra perch stato una sera a cena con
Berlinguer.
Econ Greco amico
Anche di pi: il consulente di Greco. Ma se lo
scrivi finisci in galera.
Che gli vogliono fare a DAlema?
Comeminimoimpedirgli di diventarepresidente
della Repubblica.
Berlusconi sarcontento: evitercos di vedereVilla
Certosa abitata da Baffetto.
Lasci stare Berlusconi, sono altri quelli che mano-
vrano. Qui c una cosa che mi preoccupa dal punto di
vistaistituzionale. Giabbiamounbipolarismoimper-
fetto per colpa delle due coalizioni che non si legitti-
mano. Ora peggio, c una battaglia sanguinosa den-
trounacoalizione. Enoncapiscodovesi fermeranno.
Centro contro Ds?
in corso la lotta per la supremazia nella nuova
maggioranza, il tentativo di affogare la sinistra in un
Partitodemocraticochesarebbeil capitalismoavan-
zato e moderno.
Il centro evocato da Mario Monti sul Corriere?
Uncentro a-cattolico, nonanticattolico. Direi con
circoli che prescindono dal riferimento alla Chiesa,
insieme ad altri post-cattolici.
EProdi?
Prodi a cavallo tra i due tipi di centro. Tanto ve-
ro che non ha detto una parola, sono i suoi ad avere
teorizzato questo Partito democratico. Sono i suoi ad
avere lanciato una questione morale per colpire
DAlema e Fassino.
Che gli vogliono fare a DAlema? Echi sono i killer?
Stia attento alla mia risposta.
Sono qui apposta.
Se domani viene messo in galera il presidente di
unadellegrandibanche, ounazionistaassaiinfluente
(le dico pure i nomi: Luigi Abete della Bnl e Diego
Della Valle) io finirei nei guai perch presso quella
bancahouncontocorrente, siapurequasi semprein
rosso. Ho pure una carta di credito, e mi stata do-
nata da Unicredit. Eil sospetto sarebbe che oltre ad
averla avuta in omaggio, pure le spese mi siano pa-
gate. ADAlemasuccessoquesto, hadovutotirarfuo-
ri la sua vicenda per una cosa cos. Dinanzi a quanto
sta accadendo ho deciso di chiudere i miei conti in
Italia e di aprirli presso una banca parigina.
Non da lei. Pensavo che audacemente lo aprisse al-
la Banca popolare di Lodi.
Consigliostranamenteintelligente,loraccolgo.Ora
gli amministratori di questa banca sono stati nomi-
nati dalla Procura della Repubblica, ed in pi face-
vano parte del centrosinistra buono. Oramai la po-
litica bancaria la fanno i magistrati a quanto pare.
Per, mi permetta su Massimo. Un leasing da 8mila
euro per pagarsi la barcanella banca sbagliata poi
Epassa per uomo intelligentissimo.
Ha in mente Engels? Era luomo pi ricco di
Germania. Marxcampavaallesuespalle, aLondrafa-
cevail papponeconi suoi soldi. Avevail vezzodi por-
tarsi a letto le cameriere. Non su questo che si cri-
tica il comunismo.
Lei d per scontata la vittoria di Prodi
Non c nulla da fare. Lidea del conflitto di inte-
ressi, che Berlusconi tutto abbia fatto per s, pene-
trata. Lagocciascavalapietra, figuriamocilatestade-
gli italiani, chepiuttostofriabile. Iodicopurtroppo.
Laltra sera in tiv con Della Valle e Feltri ha sba-
gliato. Dovevafarsiunapasseggiatanelparco, nonfar-
si trovare. Tenersi pronto solo per il confronto con
Prodi. Ormai fatta. Mi d pi garanzie di democra-
zialaCasadellelibertdi questocentroa-cattolicoe
post-cattolico prodiano. Per questo difendo DAlema
e dovrebbe farlo anche il centrodestra.
Nonesageriamo. Poi quello lo conosciamo. Se lo sal-
viamo ci prende pure per i fondelli.
Aproposito di Della Valle, e dei guai che potreb-
be avere. Metto le mani avanti, anzi i piedi. Le sue
scarpechesonobellissime, meleharegalate. Eroan-
date a comprarle, e il suo negozio me le ha omaggia-
te. Invece il suo meraviglioso giubbotto Fay, a scanso
di future maldicenze, quando magari sar arrestato,
lho pagato da me.
Renato Farina
La Stampa, gioved 22 dicembre 2005
R
oma. Come se non bastasse il resto, c pure
un vento freddo che sinfila dentro quel bu-
dello deserto che via dellArancio, gelando gli
occhi e tagliando la faccia. E mezzogiorno pas-
sato da un po quando il portoncino verde della
Fondazione Italianieuropei, nel cuore di Roma,
si apre e Massimo DAlema appare in strada.
Veste un loden grigio, e non solo. Il suo nome
in prima pagina su tutti i quotidiani del matti-
no: DAlema ha fatto un leasing con la banca di
Fiorani, DAlema: conto Bpi per il leasing del-
la mia barca, DAlema, un conto da Fiorani per
pagare la barca. La faccia dellex presidente del
Consiglio quella che : e se uno fosse saggio,
cambierebbe strada... Le prime parole, infatti,
sono testualmente quel che segue: E una ver-
gogna. Anzi: siete una vergogna. Lei sa gi che io
penso tutto il male possibile della categoria cui
pure appartengo, cio dei giornalisti. Ma stavol-
ta si passato ogni limite. Affianco al presidente
dei Ds c, scompigliato alla maniera dei giorni
peggiori, Matteo Orfini, che dovrebbe curare - di-
ciamo cos - i rapporti di DAlema con la stampa.
Due metri pi avanti, lautista fa strada verso la
macchina in attesa.
Non solo questione dei titoli in prima pagi-
na, che di per s gi basterebbe. Un paio di quo-
tidiani, infatti, hanno perfino pubblicato i movi-
menti del conto corrente 003719/26 della Banca
Popolare Italiana intestato a DAlema Massimo
per il periodo che va dal 1 gennaio di questan-
no fino allaltro ieri. Ne risultano, in entrata e
poi in uscita, sempre gli stessi 8.068,30 euro per
il pagamento delle rate di Ikarus II, la notissima
barca del presidente Ds. Pi le spese di com-
missione. Per una cosa cos, violazione della pri-
vacy e del segreto bancario, in America un paio
di persone sarebbero gi in galera - commenter
poi Peppino Caldarola, ex direttore de lUnit,
vicino a Massimo DAlema -. Il tutto somiglia a
un avvertimento mafioso: ti teniamo nel mirino.
O a una minaccia: guarda che stiamo arrivan-
do.... Pi sintetico il giudizio di Nicola Latorre,
senatore, membro della segreteria diessina e
amico personale dellex premier: Questo sem-
plicemente squadrismo. Squadrismo giornalisti-
co e squadrismo politico.
Massimo DAlema sistema meglio la sciarpa
sotto il bavero del loden. Il rumore del traffico
sul lungotevere arriva attutito nel vicoletto spaz-
zato dal vento. A lei piacerebbe trovare stam-
pati sui giornali i movimenti del suo conto cor-
rente? E le piacerebbe vedersi accomunato a
gente sotto inchiesta perch sospettata di aver
preso quattrini in cambio di favori?. Inutile ten-
tare di abbozzare una risposta: e dire, per esem-
pio, che (al di l dei giornalisti) il primo proble-
ma che qualcuno - dallinterno della banca o
da altro luogo - ha passato ai quotidiani il docu-
mento in questione. Non solo inutile: peggio.
Con la banca o eventualmente con altri, poi ve-
dr cosa fare - replica infatti DAlema -. La cosa
scandalosa unaltra. E cio che, avuto il mio
estratto conto, letti i movimenti effettuati e ac-
certato che i tassi dinteresse sono quelli di mer-
cato, sa cosa avrebbe dovuto fare un buon gior-
nale? Un buon giornale avrebbe dovuto fare un
elzeviro e spiegare agli italiani che in tutta que-
sta faccenda c un signore che stato presidente
del Consiglio, che chiamato in causa a spropo-
sito per questa o quella vicenda economica, che
sospettato di manovrare, scalare e altre fesse-
rie consimili, e che per questo signore, che sa-
rei io, ha un conto corrente dal quale risulta che
non ha una lira e sta ancora pagando a rate la
barca comprata con due amici.
Invece, come si dice, la notizia ha conquistato
la copertina e le pagine interne dei quotidiani,
troneggiando tra linventario di due milioni di
euro in quadri e mobili che adornano casa Bill
e la confessione di Fiorani, secondo il quale
sarebbe stato un sottosegretario in carica la tal-
pa di Stefano Ricucci. Massimo DAlema, ov-
viamente, non se ne meraviglia. Pi volte ha spie-
gato di ritenere che dietro alcuni degli ultimi
scandali finanziari si muova la politica, e che gli
attacchi a lui andrebbero interpretati come il
tentativo di colpire e indebolire il partito della
Quercia. Pu darsi. Ma sia come dice lui oppure
sia tuttaltra storia, ormai non si sfugge pi alla
sensazione che - sussurra oggi e coinvolgi doma-
ni - Massimo DAlema stia un po diventando
lAndreotti del centrosinistra: nel senso che non
c pi storia opaca dietro la quale qualcuno non
sospetti la manina o la manona dellex capo di
governo. Che DAlema non si meravigli pi di tut-
to questo, non significa - naturalmente - che lan-
dazzo non lo indigni.
E infatti laltra vergogna - dice percorrendo
via dellArancio a passi lenti - che mentre su
quella banca, a quanto pare, ci sono conti cor-
renti attraverso i quali forse venivano finanzia-
ti uomini politici della maggioranza e addirittu-
ra del governo, si spruzza veleno su un signore
che quel conto lha aperto per pagarci le rate del-
la barca. E una cosa del tutto indegna.
Naturalmente, seguendo lo schema di ragiona-
mento del presidente diessino, bisognerebbe ar-
rivare alla conclusione che anche in questo ca-
so - come avvenne anni fa con laffare Telecom e
in questi ultimi mesi con le vicende Ricucci-Rcs
e Unipol-Bnl - sarebbe la politica (o motivazioni
politiche) a confondere le acque e a mettere
DAlema nel mirino. Sono uomini della Casa del-
le Libert i registi di questa operazione? Sono
gli alleati scalpitanti della Margherita a soffia-
re sul fuoco con certe insinuazioni sul collate-
ralismo o sullinevitabile opacit dei rapporti po-
litica-finanza? DAlema stavolta tace. Lui, che
non esit a definire mascalzoni o cretini quan-
ti ipotizzarono (e tra questi il partito di Rutelli)
la sua presenza dietro il tentativo di scalata di
Stefano Ricucci al Corriere della Sera, stavolta
entra nellauto blindata e si accomoda sul sedi-
le posteriore. Stiamo facendo le liste assieme
per le elezioni... E poi mi scusi, ma ho una ceri-
monia. Al Botteghino lo stanno aspettando per
la festa e gli auguri di Natale. E diciamo che han-
no visto brindisi migliori, i leader diessini. Ma
la portiera si richiude, laria gelida che di pi
davvero non si pu...
Federico Geremicca
ANNO XI NUMERO 1 - PAG 3 IL FOGLIO QUOTIDIANO LUNED 2 GENNAIO 2006
DIVENTARE UN PAESE DI DRAGHI
TUTTO QUELLO CHE SI DEVE SAPERE DEL NUOVO GOVERNATORE DELLA BANCA DITALIA
Delizioso (Serena Modigliani) [1].
Agnes era sconvolto. A questo pun-
to mi alzai e lo accompagnai. Mi di-
spiaceva che una persona che aveva ser-
vito per cos tanti anni il Paese si tro-
vasse da solo davanti allascensore
(Mario Draghi racconta il licenziamen-
to di Biagio Agnes dalla Stet) [2].
Secondo Vincino, Draghi si tinge i ca-
pelli [3].
Era molto preciso, anche nellabbi-
gliamento, ma non ossessionato dallo
studio. Era sportivissimo, mi pare che
la corsa fosse la sua specialit
(Francesco Lovatelli, compagno di scuo-
la) [4].
... eil cane, un bracco ungherese che
Draghi porta spesso a correre con s
[5].
Il Massimo un liceo duro, lui per
non un secchione: organizza partite di
basket e gioca a tennis [5].
Un altro collante era la squadra di
pallacanestro. Ci giocavamo Mario, io e
Giovanni De Gennaro, oggi capo della
polizia, che era in classe con me. Mario
aveva un bel tiro, il suo modello era Bill
Bradley, gran campione e poi senatore
Usa (Paolo Vigevano, compagno di
scuola) [4].
Mario spesso ci passava i compiti
(Giancarlo Magalli, compagno di scuo-
la) [4].
Non ha laria di un funzionario del-
la Pubblica Amministrazione, ma di un
giovane yuppie (Eugenio Scalfari nel-
lagosto 1997) [5].
Cortese e affilato (Marcello
Veneziani) [6].
Pi incline alle arrampicate solita-
rie sulle Dolomiti che alla mondanit
[5].
Il nuovo governatore della Banca
dItalia segue da casa gli sviluppi poli-
tici che portano alla sua nomina. Al mat-
tino, sta al telefono con mezzo governo
e con i leader dellopposizione. Poi,
quando la notizia che lo riguarda di-
venta ufficiale, si mette al computer a
leggere le e-mail di congratulazioni de-
gli amici professori ed economisti. Il fi-
glio Giacomo, da Londra, gli fa una spe-
cie di rassegna stampa. La fida segre-
taria della Goldman Sachs, anche lei a
Londra, gli filtra le telefonate. I gior-
nalisti vogliono notizie su di me? E che
devono fare, il coccodrillo? [7].
La nomina di Mario Draghi a gover-
natore uno schiaffo alla Banca dItalia.
Questa scelta mortifica le professiona-
lit interne allistituto che vanta curri-
cula e profili eccellenti (Antonio
Fazio) [8].
Se entrerete nella Banca dItalia po-
trete accedere a tutti i gradi della car-
riera fino a quello di direttore generale.
Governatore no; quello viene da fuori
perch deve saper parlare ai politici e
questo, chi sta in Banca, non deve saperlo
n deve impararlo (insegnamento im-
partito al corso per i candidati ad essere
assunti in Banca dItalia nel 1968) [9].
Arriva a Palazzo Koch un uomo op-
posto al governatore precedente, asciut-
to, cosmopolita, laico, di casa a Londra
come a New York, assolutamente con-
vinto che i confini nazionali in Europa
siano, almeno nel campo delleconomia
e della finanza, soltanto espressioni
geografiche [14].
...moglie Serena, padovana di fami-
glia nobile, discendente di Bianca
Cappello, sposa del Granduca di
Toscana Francesco de Medici [5].
I figli sono come lui, cittadini del
mondo. Federica, 30 anni, biologa e
ha appena concluso a New York il ma-
ster in business con un occhio al bio-
tech. Giacomo, 27 anni, si laureato in
Bocconi con Francesco Giavazzi, ami-
co da sempre del nuovo Governatore,
e ora fa il trader in Morgan Stanely. Un
aneddoto descrive bene la famiglia. La
festa di laurea di Giacomo si svolta in
un locale esclusivo: la frequentatis-
sima pizzeria milanese Rosso
Pomodoro [5].
Aprile 2004, Mario Draghi a Trieste
e illustra lEuropa che vorrebbe la-
sciare ai suoi figli: La risposta alle sfi-
de che lEuropa ha oggi di fronte sta in
una profonda revisione delle priorit
politiche nazionali: da un modello che
protegge una societ di vecchi fondata
su poco lavoro, molte tasse e spese so-
ciali, a un modello che incoraggia i gio-
vani e ringiovanisce i vecchi, con pi la-
voro per tutti, pi crescita, poche tasse,
meno spesa sociale, maggiori investi-
menti nellistruzione, ricerca, tecnolo-
gia, difesa e infrastrutture [20].
...assai pi versato nellarte di valu-
tare in concreto le aziende bancarie non
solo dai bilanci, ma soprattutto dal back
office, da come concretamente condu-
cono le loro operazioni, a chi danno cre-
dito e a chi lo negano, quali aziende par-
tecipano e da quali sono partecipate
[17].
Al suo arrivo al Mef, Draghi ha ope-
rato una virata storica, alleggerendo la
quota predominante dei titoli di stato a
breve termine e cedola variabile - Bot
e CcT - ed estendendo il peso dei BTp
a cedola fissa e a lunga scadenza. Nel
91 la composizione del debito era mol-
to sbilanciata: 70 per cento tasso varia-
bile, 30 per cento tasso fisso (...). Nel 2001
la ricomposizione tra fisso e variabile
ha fatto passi da gigante e a fine 2005 ri-
sulta completamente ribaltata rispetto
al 1991: 70 per cento tasso fisso contro
30 per cento tasso variabile [21].
Il fatto che Draghi si sia mosso con
largo anticipo fin dallinizio degli anni
90, impostando un programma di emis-
sioni in valuta estera per recuperare e
ampliare la gamma degli investitori sot-
toscrittori di debito pubblico, ha per-
messo al Tesoro di parare senza shock
il ridimensionamento dei BoT-people
di questi ultimi anni. Per avvicinare gli
stranieri al debito pubblico italiano
Draghi potenzi dal 1993 il programma
dei collocamenti di Italy-bond in valu-
ta estera, dopo due anni di stasi; nes-
suno dei Draghi-boys (e Draghi-girls) ha
dimenticato il successo della prima
emissione globale di Italy-bond per 5
miliardi di dollari Usa in due tranche
(a dieci e trentanni) lanciata nel set-
tembre del 93 [21].
Il debito pubblico italiano ha spo-
polato allestero, raccogliendo quanto
seminato da Draghi [21].
Scale, stanze e corridoi sono silen-
ziosi e puliti. Gli uscieri sono pochi, cor-
rettamente vestiti e cortesi. Non si par-
la ad alta voce, non si odono rumori fa-
stidiosi e il governatore riceve i diri-
genti delle banche, i capi di imprese
grandi e minute nel suo studio. Che
silenzioso, dove i visitatori sono intro-
dotti da uscieri dal portamento corret-
to, attraverso atri e corridoi mondi dal-
la polvere o dalle ragnatele (Luigi
Einaudi) [15].
Mario Draghi come Cameron Diaz?
A leggere la gigantesca ondata di com-
menti positivi... [14].
Lo yacht reale Britannia oggi de-
gradato a curiosit turistica per comi-
tive nei moli di Leith, il porto di
Edimburgo [14].
NOTE. Tuttelecitazioni sonotrattedai giornali di ve-
nerd 30 dicembre 2005.
1- SerenaModiglianiaFedericoFubini, Corrieredel-
la Sera; 2 - Carlo Marroni, Il Sole 24-Ore; 3 - Il Foglio; 4 -
Paolo Conti, Corriere della Sera; 5 - Sergio Bocconi,
Corriere della Sera; 6 - Marcello Veneziani, Libero; 7 -
Elena Polidori, la Repubblica; 8 - Carlo Picozza, la
Repubblica; 9- TommasoPadoaSchioppa, Corrieredel-
la Sera; 10 - Il Tempo; 11 - Franco Locatelli, Il Sole-24
Ore; 12 - Marcello Veneziani, Libero; 13 - La Stampa; 14
- GianBattistaBozzo, il Giornale; 15 - AlbertoStatera, la
Repubblica; 16 - Il Sole-24 Ore; 17 - Oscar Giannino, Il
Messaggero; 18 - Edward Hadas (Hugo Dixon), la
Repubblica; 19 - Rosario Dimito, Il Messaggero; 20 - Il
Secolo XIX; 21 - Isabella Bufacchi, Il Sole 24-Ore;
A 15 anni ha perso il padre, Carlo,
uomo di incarichi pubblici: in
Bankitalia, liquidatore con Donato
Menichella della Banca di Sconto, in Bnl
nel dopoguerra. Poco dopo mancata
anche la madre. Draghi ha dovuto fare
il capofamiglia, prendersi cura dei fra-
telli minori: Andreina, la storica del-
larte che nel 99 ha scoperto a Roma un
ciclo di affreschi medioevali nel com-
plesso dei Santi Quattro Coronati; e
Marcello, oggi piccolo imprenditore [5].
Agli imprenditori si chiede coraggio.
Subito dopo la guerra, su una piazza di
Norimberga distrutta, raccontava mio
padre, cera una lapide. Se fai un cat-
tivo affare, non ti preoccupare - diceva
- recupererai il denaro con un secondo
buon affare; se perdi lonore, hai
perso molto, ma con un at-
to eroico lo recu-
pererai; ma se
hai perso il
coraggi o,
hai perso
tutto. Per
il futuro
c una sola
parola dor-
dine, solo un
valore, che
quello della crescita. Qualsiasi politica
economica deve essere valutata sotto
questo profilo, dalla tassazione, alla
competitivit, al mercato del lavoro, agli
interventi sulla disoccupazione, al cu-
neo fiscale. Quello della crescita an-
che il profilo con cui si perseguono gli
obiettivi di solidariet sociale. Lidea
che le due cose siano antinomiche non
ha senso. Maggiore la crescita, in un
sistema equilibrato come il nostro, ric-
co di storia, maggiore anche la soli-
dariet (Mario Draghi, lo scorso 21 set-
tembre) [16].
Finalmente la Banca dItalia ha co-
me guida un banchiere daffari. Erano
cento anni che durava una tradizione
diversa, in linea con quelle delle altre
banche centrali, ma ora, con il trasferi-
mento della sovranit nazionale dai pa-
lazzi romani alle centrali finanziarie
londinesi, il tanto atteso regalo ci sta-
to finalmente dato. un preciso segna-
le che lItalia in vendita, e chi oggi ha
dovuto obbedire, con la firma o con il si-
lenzio, avr di che dolersi sul terreno
della democrazia economica (Paolo
Cirino Pomicino) [10].
Draghi nato a Roma e tifa per i gial-
lorossi, ma oggi vive nel cuore di Londra,
a pochi metri da Harrods [5].
Ogni giorno vola e dorme in una citt
diversa [5].
Non si pu ripensare al decennio tra-
scorso da Draghi alla direzione genera-
le del Tesoro senza parlare delle priva-
tizzazioni che, insieme allingresso nel-
leuro e al testo unico della finanza (il
Tuf, non per caso conosciuto come leg-
ge Draghi), sono state il fiore alloc-
chiello della lunga gestione del neo-
Governatore al ministero di via XX
Settembre. E non si pu farlo
senza partire dalla crociera
sul Britannia, non solo per-
ch la ritirata virtuosa dello
Stato dalla gestione delle-
conomia comincia l, ma an-
che perch lintensit e la stru-
mentalit delle polemiche che
laccompagnarono danno conto della
corposit delle resistenze e degli inte-
ressi che si annidavano dentro e attor-
no le Partecipazioni statali di allora e
rendono merito a quelli che il ciclo del-
le privatizzazioni lhanno avviato. Tra
questi Draghi in prima fila. Anzi il
vero regista dello smantellamento del-
lo Stato imprenditore al punto che
Business Week arriva a definirlo come
luomo pi potente dItalia. Le linee-
guida della strategia di Draghi erano gi
chiarissime fin dal suo discorso sul
Britannia. Gli obiettivi della stagione
delle grandi privatizzazioni da lui indi-
cati erano quattro: la riduzione del de-
bito pubblico, la promozione della
Borsa e del capitalismo popolare, lo sti-
molo allo sviluppo e la spoliticizzazio-
ne e la maggior efficienza delle azien-
de pubbliche. La crociera sul Britannia
- ha ricordato di recente il ministro
dellEconomia Giulio Tremonti che sal
a bordo del panfilo reale - simboleggi
il prezzo che il Paese pagava tanto per
modernizzarsi quanto per restare nel
club dei maggiori partner europei [11].
Dopo quellincontro avvennero al-
cune scelte importanti, non solo di ces-
sioni e mutamenti dindirizzo. Ci fu ad
esempio la svalutazione della lira che
di fatto risult un comodo affare per le
finanziarie di Wall Street; allepoca fu
notato che per gli acquirenti interna-
zionali il malloppo italiano divent me-
no costoso del 30 per cento. Svendita di
alcuni pezzi forti della nostra economia
di Stato. La carriera poli-
tica di Prodi nasce tre
mesi dopo lincon-
tro sullo yacht
Britannia, quan-
do in un conve-
gno del 30 set-
tembre in
Assolombarda,
fa outing e sug-
gerisce, lui
bojardo di
Stato, di cede-
re anche le
banche dinte-
resse naziona-
le e di privatiz-
zare tutto.
Intanto le gran-
di agenzie inter-
nazionali prov-
vedevano a declas-
sare il nostro paese, favorendo non la
vendita ma la svendita dellazienda
Italia (Marcello Veneziani) [12].
Qualunque giudizio si voglia oggi da-
re della politica delle privatizzazioni
non si pu sottovalutare limponenza dei
risultati conseguiti nel decennio di
Draghi al Tesoro. Li ha quantificati luf-
ficio studi di Mediobanca in una ricer-
ca condotta per la Camera cinque anni
fa: tra il 92 e il 2000, cio nel periodo
che coincide quasi del tutto con la di-
rezione generale di Draghi a via XX
Settembre (febbraio 91-settembre 2001),
gli smobilizzi di imprese pubbliche han-
no comportato introiti per complessivi
198 mila miliardi di lire (...) che fanno
dellItalia il paese europeo che, dopo il
Regno Unito, ha privatizzato di pi [11].
Il dialogo non pu durare allinfini-
to (Mario Draghi nel 2000) [13].
...e a dismissioni per 182 mila mi-
liardi di lire che contribuirono a far
scendere il debito pubblico dal 125 per
cento al 110 per cento del pil (oltre che
a far salire del 400 per cento la capita-
lizzazzione complessiva della Borsa ita-
liana) [14].
Aveva anche trovato nel 91 un defi-
cit pubblico superiore al 10 per cento
del Pil e nel 2001 laveva lasciato intor-
no ai limiti di Maastricht [14].
Le privatizzazioni di Draghi sono lon-
tane per metodo e obiettivi anche dal
mondo di chi fino ad allora aveva gio-
cato il ruolo di solitario regista del ca-
pitalismo italiano: la Mediobanca di
Enrico Cuccia. Una divergenza che si
manifesta il 28 ottobre 96 quando lal-
lora amministratore delegato Vincenzo
Maranghi dice in assemblea:
Mediobanca finora non sta-
ta chiamata a partecipare ad
alcuna privatizzazione italia-
na. Ed sempre il Delfino di
Cuccia a tornare al 92: Mi sono
tolto un sassolino dalle scarpe,
che non sono da yachting forse
perch non sono salito sul
Britannia [5].
Nel 97, quando fu decisa la priva-
tizzazione di Finmeccanica e luscita di
Fabiano Fabiani, Nerio Nesi, allora
esponente di Rifondazione, defin gra-
vissimo che tutto quello che viene ap-
provato in questo settore venga deciso
da un funzionario del Tesoro, come que-
sto Draghi, assolutamente non idoneo a
decidere in questioni industriali [2].
La biografia di Draghi, ormai ben no-
ta, ne fa lantiprovinciale per definizio-
ne. A trentanove anni cavalcava a
Washington la Banca Mondiale, poco
pi che quarantenne rivoluzionava la
direzione generale del Tesoro, facendo
del polveroso mondo rintanato nel pa-
lazzo di Quintino Sella una burocrazia
moderna e, per quanto possibile, indi-
pendente da una politica instabile e con-
tradditoria [15].
Notizie fornite da Fabrizio
DellOrefice su Libero del 30/12/2005:
1 - Questestate, essendo in barca con
Geronzi, Draghi si ferisce a un piede e
Geronzi esclama: Curate quel piede co-
me si deve, Mario deve camminare be-
ne per quando entrer a palazzo Koch.
2 - Il 14 agosto, Draghi andato a tro-
vare Berlusconi a Villa Certosa, in Porto
Cervo, giungendo a bordo di una mac-
china scura. Vede il Cavaliere, i due si
parlano, si conoscono da molto tempo.
Ma non sono amici e cominciano a strin-
gere unalleanza.
3 - Alla Goldman Sachs Draghi per-
cepiva uno stipendio di circa dieci mi-
lioni di euro.
4 - In Banca dItalia Draghi allineer
il proprio stipendio a quello degli altri
governatori europei, 350 mila euro lan-
no contro i 622.347 percepiti da Fazio.
Le Banche dInghilterra e dOlanda
hanno poche centinaia di dipendenti e
nessuna filiale (Tommaso Padoa-
Schioppa) [9].
La Banca dItalia ha oggi 8 mila di-
pendenti [17].
Non casuale il legame con Gianni
Letta, indicato da molti come la vera
sponda governativa per la sua nomina
[2].
Lunico problema che lincarico non
consentir di valorizzare appieno le sue
formidabili competenze. Secondo la leg-
ge appena approvata sulle responsabi-
lit della banca centrale, il potere rego-
lamentare di Bankitalia stato drasti-
camente ridimensionato, mentre il ruo-
lo del Governatore in fatto di politica mo-
netaria si limita alla sua influenza nel-
la Banca centrale europea, vale a dire
un voto su 18. LItalia potrebbe sfruttare
meglio le capacit di Draghi per mette-
re ordine nel baillamme fiscale. Il Paese
ha il secondo maggior debito pubblico
di Eurolandia e lattuale deficit di bi-
lancio sembra fuori controllo. un pec-
cato che Draghi non possa intervenire
direttamente, limitandosi a qualche con-
siglio dietro le quinte [18].
Larticolo 19 della riforma sul ri-
sparmio lascia a Bankitalia lintera pre-
rogativa delle autorizzazioni previste da
un altro articolo 19, quello del Testo uni-
co bancario del 1993 secondo il quale
via Nazionale autorizza le quote nel ca-
pitale bancario superiori al 5 per cento
di qualunque soggetto, vigila sullin-
treccio banco-industriale, definisce ca-
so per caso i limiti delle concessioni di
affidamenti e intrecci azionari ai fini di
preservare la stabilit del sistema [17].
Gi tra pochi mesi si porr il pro-
blema di chi diventa primo azionista di
Capitalia al posto degli olandesi di Abn
Amro. Nellanno successivo scade il pat-
to del San Paolo. Poi quello di Intesa.
Non saranno decisioni facili [17].
Come si regoler col delicato caso
della Popolare Italiana dal futuro an-
cora incerto e che oggi incasser 2 mi-
liardi da Abn Amro che diventer la pri-
ma banca estera a possedere un istitu-
to italiano? [17].
Il decennio aveva visto lepocale
cambio di moneta in Europa. Draghi
stato protagonista anche di questa par-
tita, come sherpa di Carlo Azeglio
Ciampi nel delicatissimo momento del-
la negoziazione del cambio fra moneta
nazionale ed euro. Lo era stato anche
quando la lira ritorn, il 24 novembre
1996, negli accordi di cambio europei
dopo la traumatica espulsione del set-
tembre 1992. Molti hanno detto che
lItalia ha sbagliato, accettando conver-
sioni troppo elevate, penalizzanti. C
probabilmente del vero in questa con-
siderazione; ma non bisogna dimenti-
care quale era la nostra posizione in
quei due momenti. Eravamo nella posi-
zione di chi - per evitare lumiliazione
politico-popolarcalcistica della serie B
- non pu dettare condizioni, ma deve
invece accettarne di pesanti. Ciampi, al-
linizio del 98, sped Draghi nelle capi-
tali europee, da Parigi a Londra da Bonn
a Bruxelles, con in tasca un piano am-
bizioso di riduzione del deficit e del de-
bito pubblico. Ce la possiamo fare
spiegava lo sherpa anche alle contro-
parti pi scettiche [14].
Il suo recente passato da banchiere
privato potrebbe configurare un con-
flitto dinteressi. Sar il nuovo governa-
tore, se vorr, a chiarire questo punto.
Del resto, ne ha loccasione: durante le
prossime settimane la Banca dItalia do-
vr concedere o negare lautorizzazione
a Unipol per lOpa sulla Banca
Nazionale del Lavoro. Ricordando che
la Goldman Sachs stata consulente de-
gli avversari di Unipol, gli spagnoli del
Banco de Bilbao, il passaggio impor-
tante: lauspicio del mercato, infatti,
che il nuovo governatorato si apra nel
segno della neutralit e della traspa-
renza [14].
Pronto a scattare c il Bilbao, anche
se in molti ritengono che la nuova di-
scesa in campo degli spagnoli possa av-
venire nellambito di un grande accor-
do che coinvolga il Monte dei Paschi di
Siena [19].
La tutela degli azionisti di minoran-
za non risponde a un principio etico, ma
attira linteresse di tutti gli investitori
verso la Borsa (Mario Draghi nel 1998)
[13].
Gli azionisti non hanno fatto do-
mande, non si sono mossi (Mario
Draghi nel 2002 a proposito degli scan-
dali Enron e Parmalat) [13].
la Repubblica,
marted 1 novembre 2005
Italo Calvino. Lo ricor-
der sempre come editor
accorto e amico, mezzo
secolo fa. Naturalmente
ogni scrittore vorrebbe metter
dentro tutto, nel suo primo libro. Senn
gli si spezza il cuore. Ma qui abbiamo
una quindicina di racconti, ed meglio
star dentro le duecento pagine, in un de-
butto, senn non ti leggono e non ti re-
censiscono. Un libro piccolo e bello si
legge tutto e subito. Cinque storie, non
di pi. Se ti si spezza il cuore, ricordati
che se va bene un primo libro dove ci
hai messo dentro tutto, ti aspettano col
fucile puntato al secondo, perch l sem-
pre casca lasino. Per tu, il secondo, ce
lhai gi. Sono questi altri racconti che
per prudenza non mettiamo nel primo.
Epoi, conglialtridirigentidiEinaudi:
Questo qui ha gi ventisette anni. Non
si pu metterlo nei Gettoni fra i gio-
vani. Ormai ha unet da Coralli. E
nessuno di noi scoppiava a ridere: n
Bruno Fonzi, n Luciano Fo, n io.
La schedina per Le piccole vacanze
gli generalmente attribuita, anche se
Marco Vallora e altri einaudiani duna
volta ricordano che le bandine e i ri-
svolti passavano attraverso pi uffici.
Ma era una lezioncina di sobriet sen-
za vanit che ho tenuta molto presente
in seguito, giacch dal secondo libro in
poi me le sono fatte modestamente in
casa, con sollievo degli uffici stampa.
Riproduco il primo capoverso:
Il mondo descritto in questi cinque
racconti quello della media e ricca
borghesia italiana doggi; un mondo che
finora non aveva trovato un posto con-
vincente nella letteratura e che il nostro
cinema, salvo due o tre timidi tentativi,
non ha ancora saputo rappresentare.
dunque una vasta e inesplorata zona
della societ italiana che , tenuto conto
di Gadda e di Scott Fitzgerald, svolge
sotto i nostri occhi; e nella straordina-
ria ricchezza dei particolari accumula-
ti intorno a ciascun personaggio, nei mil-
le pettegolezzi detti o sussurrati, negli
snobismi, nelle frasi e nei gesti tipici
amorosamente raccolti, nel fittissimo in-
treccio delle vicende, dei richiami, del-
le allusioni, e soprattutto nella rapidit
esplosiva della narrazione, il lettore ri-
conoscer lesuberanza di chi sa di aver
trovato una nuova direzione, di aver fat-
to una entusiasmante scoperta.
Trovavo invece sbagliata la copertina
- delle puttanone sfasciate di Mino
Maccari tipo Grosz anni Trenta - perch
erano un ovvio richiamo ai lettori del
Mondo che pubblicava le vignette di
Maccari e i miei scritti. Per, essendo
nato appunto nel Trenta e appartenen-
do al post-dopoguerra, mi parevano del-
le vecchie zie di Longanesi e dei suoi.
Ma ho ritrovato adesso un pacchetto
di lettere di Italo, che credevo (sba-
gliando) di aver incluso nella donazio-
ne dei miei Grandi Vecchi a Maria Corti
per il suo Fondo pavese. E invece sono
qui tra gli Amici Vivi. Le pi interes-
santi spiegano il suo rigetto dei premi
letterari nel 68; e poi gli inizi delle sue
ricerche sui Tarocchi, in base a Greimas
e Barthes. Ma gi nel 61 si dispiaceva
che la parte maggiore della sua opera
in quegli anni consistesse ormai nelle
tante risposte alle varie inchieste.
Spiegava di aver finalmente capito che
il gran segreto per uno scrittore ce-
larsi, eludere, confondere le tracce!.
Per, quando una dichiarazione di
metodo promette di rimuovere il costu-
me dellintervista portandolo su un pia-
no di competenza e utilit mai finora
toccato, uno ha anche il dovere di inco-
raggiarti.
Eppure, siccome stava uscendo in vo-
lume un suo racconto triste triste, ma-
gari si poteva prendere spunto di l, ma
non come lancio (il libro non si pre-
sta).
TACCUINO
di Arbasino
Firme
ARBASINO Alberto. 75 anni, di Voghera.
ScrivesuRepubblica. Autoredi fama, haesor-
ditonel 1959conLanonimolombardo, cui sono
seguiti, tra i tanti, Parigi o cara (1960), Fratelli
dItalia (1963), Specchio delle mie brame (1975).
BIANUCCI Piero. 61 anni, torinese, sposato
con Elena, ha un gatto che si chiama BBin
onoredi BrigitteBardot. Per 14 anni halavo-
rato alla Gazzetta del Popolo come critico let-
terario. Poi passato a La Stampa dove re-
sponsabile di Tuttoscienze. Ha scritto una
trentina di libri ed affascinato dallastrono-
mia. LUnioneAstronomicaInternazionaleha
chiamato con il suo nome uno dei tanti aste-
roidi sparsi nelluniverso: una piccola soddi-
sfazione. Il tempo libero lo passa in una
garonniere con due grandi telescopi: Sono
una finestra che guarda sulluniverso.
VALDISSERI Luca, 42 anni, un milanese
per sua fortuna emigrato a Roma. Lavora allo
sport del Corriere della Sera dal 1990. Ha
smessodi amareil calciodaquandononpi
uno sport, ma qualche volta si diverte ancora
aguardareRonaldinho. Haconservatounmi-
gliaio di dischi in vinile per i suoi bambini,
Francesco e Daria,.
ODDOGiuseppe Oddo. 53 anni, nato a Ca-
stelbuono, in Sicilia, ha vissuto quindici anni
cruciali a Palermo, per poi trasferirsi a Mila-
no, dove risiede dal 1978. Laureato al Politec-
nico, ha cominciato a fare il giornalista a Ra-
dio Canale 96. Ha lavorato a lungo per il setti-
manale Mondo economico occupandosi di te-
matiche industriali e finanziarie e seguendo
sul nascere il processo di privatizzazione dei
grandi gruppi pubblici: dallEni, allEnel, alla
Telecom. Da inviato del Sole-24 Ore ha segui-
toi maggiori fatti di cronacadi questi anni, tra
cui le vicende connesse alle bancarotte di Ci-
rioeParmalat. Suquesti temi hacondottosva-
riateinchieste. Haduefigli: Agostino(16anni)
e Federico (12). Ama il mare di Cefal e so-
prattutto la campagna di Castelbuono, dove
trascorre le ferie.
FARINARenato. 50 anni, di Desio. Laurea-
to alla Cattolica di Milano conuna tesi di filo-
sofia teoretica sul pensatore romantico fran-
cese Jules Lequier. Dal 78 fino alla chiusura
nel 1993 ha lavorato al settimanale Il Sabato.
E stato poi il vice di Vittorio Feltri dal Gior-
nale seguendolo nelle sue varie avventure fi-
no a Libero. Sono usciti i suoi 2 ultimi libri su
DonGiussani edAndreotti. Sposato conWan-
da ha tre figli: Tommaso, Cecilia e Francesco.
Spera molto nella carriera calcistica di que-
stultimo per una serena vecchiaia.
GEREMICCAFederico. 49anni, di Napoli, vi-
cedirettoreaLaStampa. Giinviatopoliticodi
Repubblica. Ha studiato Scienze politiche, ha
cominciatoa20anniscrivendoperledizionena-
poletanadellUnit, poi passatoallaredazione
romana, dovestatoinviatodicronaca, capodei
servizi sportivi eredattorepolitico. Halavorato
per Repubblicadal 90 al 99. separato, il pa-
dre giornalista, la madre insegnante. Ha un
bimbochesichiamaDiego. Appenapuvaape-
scareaLampedusa.
CAZZULLO Aldo. 39 anni di Alba. Inviato
del Corriere della Sera dopo 15 anni passati
alla Stampa. Insegna Comunicazione politica
alluniversit di Bologna. Ultimi libri: Il caso
Sofri (Mondadori, 2004), Il
mistero di Torino (Monda-
dori, 2004) scrittoconVit-
torio Messori. Due figli:
Francesco, di otto anni e
Rossana di cinque.
Lapertura del Foglio dei Fogli
realizzata da Massimo Parrini
IL FOGLIO quotidiano
ORGANO DELLA CONVENZIONE PER LA GIUSTIZIA
DIRETTORE RESPONSABILE: GIULIANO FERRARA
VICEDIRETTORE ESECUTIVO: UBALDO CASOTTO
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MAURIZIO CRIPPA, STEFANO DI MICHELE, MARCO FERRANTE,
ALESSANDRO GIULI, MARIANNA RIZZINI, CHRISTIAN ROCCA,
GUIA SONCINI, NICOLETTA TILIACOS, VINCINO.
GIUSEPPE SOTTILE (RESPONSABILE
DELLINSERTO DEL SABATO)
EDITORE: IL FOGLIO QUOTIDIANO SOC. COOPERATIVA
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UNA COPIA EURO 1,00 ARRETRATI EURO 2,00 + SPED. POST.
ISSN 1128 - 6164
www.ilfoglio.it e-mail: lettere@ilfoglio.it
Lettera Scusi tanto, signor Maggiani, per-
ch le faccio perdere il suo tempo prezio-
so. Ma sono sola, perch ho vissuto quin-
dici anni con un invalido e, per non avere
lo sfratto dal Comune, ho sempre pagato il
suo affitto. La casa era intestata a lui, cos,
dopo aver pagato, il Comune mi ha dato lo
sfratto. Ora sono in una residenza e la pen-
sione la ritirano loro: io non ho neanche i
soldi per imbucare. Sono disperata. Non
ho figli n parenti, sono sola triste e di-
sperata. Mi caduta la dentiera e cos pu
immaginare. Se c qualche anima buona
disposta ad aiutarmi, ho la vera doro e un
orologio. Altro non ho. La prego, se c chi
mi aiuter le sar riconoscente (Lettera
di Emma D., Genova, al Secolo XIX,
22/12/2005).
Alonso Il campione mondiale di Formula
1, Fernando Alonso, passato alla McLaren,
guadagner 25 milioni a stagione (S.Z., la
Repubblica 20/12/2005).
Fotografie Muti ha protestato perch la li-
breria della Scala continua a vendere le
sue foto. La Scala, preparandosi ad af-
frontare una causa, ha per ora ritirato la
merce. QN scrive: Limpressione che i
dati del contenzioso siano tuttaltro che co-
lossali. Senza contare le foto vendute via
Internet, dal 2001, anno del debutto della
boutique scaligera, al 2005, di fotografie di
Riccardo Muti ne sono state vendute meno
di 350. 120 il primo anno, 85 il secondo, 62
il terzo, 55 il quarto e 15 lultimo. Conside-
rato che ogni foto costa (o costava) 7 euro e
75 centesimi e che i diritti dimmagine si
aggirano su un quarto della cifra, al mae-
stro spetterebbero comunque poche cen-
tinaia di euro (QN 22/12).
Mance Avarissimi in fatto di mance al ri-
storante sarebbero Tom Cruise (cinque
dollari su un conto di 458), Jennifer Lopez
(un dollaro e ventisette su un conto di 358),
Fabio Capello (niente mancia) e Gabriel
Batistuta (braccino corto). Generosissi-
mi Cassano (anche 100 euro al posteggia-
tore e 20 a ogni cameriere) e Montella (il
15%). Totti lascia il giusto, la troupe di Un
medico in famiglia avrebbe cenato al Ri-
storo degli angeli (Roma, Garbatella) sen-
za lasciare mezzo euro. Molto munifici -.
secondo le testimonianze dei camerieri -
Mughini, Ricky Tognazzi, sua moglie Si-
mona Izzo, ecc. Laura Pausini, vista di re-
cente al Gusto di Roma, ha lasciato man-
ce generosissime (Riccardo Romani, Luca
Zanini, Corriere della Sera 29/11/2005. Ve-
di anche il sito: www.bitterwaitress.com).
Parrucchiere La dama che paga il conto
dal parrucchiere solo quando supera i 500
euro, ne dar 50 a chi la pettina e si occu-
pa della tinta e lo stesso alla manicure; 20
invece alla sciampista (Lina Sotis, ibi-
dem).
Proust Proust al ristorante lasciava il dop-
pio dellintero conto (Sette 21/9/1995).
Monetine Altri cespiti?
Le monetine della fontana di Trevi
Raccolte da chi?
Dal servizio di Nettezza Urbana, presen-
ti quattro vigili, ogni luned.
A chi vengono consegnate le monetine?
A una cooperativa, che provvede a lavar-
le, metterle in sacchetti e depositarle in
banca
Il valore di queste monetine?
Circa cinquecentomila euro allanno
(don Guerino di Tora, direttore della Cari-
tas romana, a Roberto Gervaso, Il Messag-
gero 23/12).
Einstein 1 Frasi di Einstein sul denaro: Il
denaro suscita solo egoismo e spinge sem-
pre, irresistibilmente, a farne cattivo uso.
Si possono immaginare Mos, Ges o
Gandhi armati della borsa di Carnegie?.
un errore frequente misurare le cose
in base al denaro che costano. Le cose
pi preziose della vita non si comprano
con il denaro. La cosa pi difficile da
comprendere al mondo la tassa sul red-
dito (Carla Reschia, La Stampa 21/12)
Einstein 2 Einstein giocava in Borsa. Con
successo, pure. In meno di 20 anni riusc a
ricavare un capitale di oltre 250 mila dol-
lari, di un gruzzolo iniziale di poche centi-
naia. Tra gli investimenti pi riusciti, una
sessantina di quote della catena dei gran-
di magazzini May, raddoppiati di valore in
sei anni (da un documento scoperto negli
Usa e venduto lo scorso mese a Berlino
per 28 mila dollari) (Reschia cit.).
Perch Mughini d la mancia ai camerieri e Tom Cruise no?
ANNO XI NUMERO 1 - PAG 4 IL FOGLIO QUOTIDIANO LUNED 2 GENNAIO 2006

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