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VOX POPULI
Mensile gratuito di politica, attualità, cultura
Il giorno della caduta del Muro fu il giorno della felicità, ma anche il
giorno della vergogna. Ma i giovani cancelleranno le ferite del Muro
Helmuth Kohl

Vent’anni fa, il 9 novembre 1989, cadeva il

Oltre ogni Muro di Berlino. L’evento segnò nel modo più
spettacolare la fine del dopoguerra, e creò lo
scenario per la riflessione sui futuri assetti di
MURO... una Europa in vertiginosa trasformazione.
A PAGINA 2

MONDO
L’orrore dei Laogai cinesi
I Laogai sono i campi di concentramento
tuttora operanti, oggi, nel terzo millennio,
dove uomini, donne e bambini sono
attualmente costretti al lavoro forzato in
condizioni disumane a vantaggio economico
del Governo Cinese e di
numerose multinazionali che producono o
investono in Cina.
A PAGINA 3
MONDO
Saharawi: un popolo in lotta
La vicenda del Sahara Occidentale, di una terra e di una
tradizione senza pace, che da anni cerca la sua
indipendenza. Uno dei tanti muri ancora esistenti, che
costringe un popolo all’oppressione.
A PAGINA 4
LA RICORRENZA
Oltre ogni
MURO...
I l 9 novembre ricorre il
diciannovesimo anniversario
della caduta del Muro di Berlino.
La Legge del 15 aprile 2005 n. 61 lo
ha così riconosciuto: “La Repubblica
italiana dichiara il 9 novembre
«Giorno della libertà», quale
ricorrenza dell'abbattimento del
muro di Berlino, evento simbolo per
la liberazione di Paesi oppressi e
auspicio di democrazia per le
popolazioni tuttora soggette al
totalitarismo.
LA STORIA DEL MURO
Il muro fu eretto nella notte tra il 12
e il 13 agosto 1961 per volere
dell’Unione Sovietica, a seguito
dell’intensificarsi dello scontro tra
Usa e Urss, per ovviare all’intenso
esodo dei cittadini di Berlino Ovest
(diviso in tre settori controllati da
Usa, Francia e Gran Bretagna) verso
Berlino Est (controllata dall’Unione
Sovietica), dopo che il confine tra
Repubblica Federale Tedesca e
Repubblica Democratica Tedesca
venne chiuso già nel 1952. Il
numero di morti tra i citta­dini
dell’Est in fuga e la considerazione
che con lo Schandmauer
(letteralmente: “il muro della
vergogna”) si stroncarono famiglie,
a m o r i ,
amicizie,
div i de n do
un’intera
città
quando: Lunedì 9 novembre 2009 dalle ore 10 essenziale contenuto: la nostra
dove: Aula Consiliare del Palazzo della
2 VOXPOPULI # Speciale MurodiBerlino
CONTATTI ● RIUNIONE: Tutti i Lunedì ore 20.30 via Roma 28
Vent’anni fa, il 9 novembre 1989, cadeva il Muro di
Berlino. L’evento segnò nel modo più spettacolare la
fine del dopoguerra, e creò lo scenario per la
riflessione sui futuri assetti di una Europa in
vertiginosa trasformazione.
DI MARZIO
chiaramente l’economia di questa, John Fitzgerald Kennedy: «Ci sono
la libertà degli uomini in due (non molte persone al mondo che non
poteva neanche piangersi un comprendono, o non sanno, quale
defunto se il cimitero si trovasse sia il grande problema tra il mondo
oltre­confine), fece assurgere il libero e il mondo comunista.
muro a simbolo della tirannia Lasciateli venire a Berlino! Ci sono
comunista. alcuni che dicono che il comunismo
è l’onda del futuro. Lasciateli venire
L’esempio tedesco a Berlino! Ci sono alcuni che dicono
che, in Europa e da altre parti,
scrisse pagina possiamo lavorare con i comunisti.
fondamentali del libro della Lasciateli venire a Berlino! [...] Tutti
libertà europea gli uomini liberi, ovunque essi
vivano, sono cittadini di Berlino, e
Altissimi i tassi di disoccupazione e quindi, come uomo libero, sono
povertà nella zona est. Su una orgoglioso di dire: Ich bin ein
popolazione totale della DDR di 17 Berliner! (Io sono un berlinese)».
milioni, vi furono: un esodo di 2,6 Il prosieguo è storia felicemente
milioni di abitanti, 5.000 tentativi di conosciuta: dopo le dimissioni del
fuga, dal 1961 al 1989, di berlinesi leader della DDR, Erich Honecker,
che riuscirono a raggiungere il lato nel 18 ottobre 1989, il sostituto,
ovest, circa 239 uccisioni da parte Egon Krenz, acconsentì alla
della guardie della DDR di cit­tadini concessione di “permessi” per i
in cerca di libertà. cittadini di Berlino Est per accedere
Cristallino, per Viktor Suvorov, alla parte ovest della città.
«l’obiettivo del muro: evitare che il L’abbattimento del muro, realizzato
popolo potesse scappare dalla con martelli e picconi in un clima di
Germania socialista. Tal obiettivo, pianto e di gioia, aprì la strada alla
col passare degli anni, rendeva riunificazione tedesca, formalmente
sempre più chiaro un concetto: gli conclusa il 3 ottobre 1990.
esseri umani possono essere
L’esempio tedesco scrisse pagina
mantenuti in una società comunista
fondamentali del libro della libertà
solo con costruzioni impenetrabili,
europea, costruttivamente corretto
filo spinato, cani e sparandogli alle
il 23 agosto 1989 dall’Ungheria,
spalle».
prima nazione del blocco socialista a
ICH BIN EIN BERLINER! rimuovere le restrizioni al confine
Simbolo della lotta al comunismo il con l’Austria. Questo libro è nostro.
e
discorso berlinese del 15 giugno E’ di ogni italiano, di ogni cittadino
1963 del presidente statunitense europeo, di ogni “berlinese”.
Nessuno ha il diritto di apporvi
L’INIZIATIVA modifiche grammaticali che
Venti di Libertà possano intaccarne lo splendido ed
libertà!
Provincia di Salerno Commenta su voxpopuli.info
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L’orrore dei
LAOGAI cinesi
C os’è un laogai? Tutti sanno
cos’è un lager, tutti sanno
cos’è la Shoah,
commemorano un passato che
credono sia ormai chiuso seppur
tutti
con la sua scia di dolore e vergogna.
LA SCARSA INFORMAZIONE
Sono davvero pochi invece, coloro i
quali sanno che l’abominio di ieri,
sotto un altro vessillo (lo stesso se
consideriamo i gulag), la stessa
efferatezza, viene perpetrato
ancora oggi, nella Cina delle
Olimpiadi. Sembra incredibile, ma se
nel ’45 i pochi superstiti dei lager
nazisti venivano liberati dagli
eserciti della nazioni democratiche e
nel ‘90 gulag staliniani chiudevano i
battenti, i Laogai, funzionano
floridamente tutt’ora. La parola
“laogai” deriva da “alodong gaizao
dui” che significa “riforma
attraverso il lavoro”; lavoro che si
protrae anche per 16 ore al giorno,
dopo le quali gli schiavi sono
sottoposti all’indottrinamento circa
“le infallibili verità socialiste”. Anche
se oggi in Cina si parla di “riforma
del pensiero” (sostanzialmente un
lavaggio del cervello), la sostanza è
sempre la stessa: repressione fisica,
mentale e morale di ogni più
elementare diritto umano e
condizionamento totale della vita
delle persone sotto ogni profilo.
Insomma, sotto forme diverse, i
“moderni” campi di
concentramento esistono ancora
nel 21° secolo .
Esecuzione capitale per crimini non
violenti, isolamento forzato in celle
di 2 metri cubi a digiuno per giorni e
giorni, espianto degli organi dei
prigionieri politici finalizzato al
commercio in Europa , persecuzione
MONDO
I Laogai sono i campi di concentramento dove uomini,
donne e bambini sono attualmente costretti al lavoro
forzato a vantaggio economico del Governo Cinese e di
numerose multinazionali.
DI ALESSIA
dei professanti di ogni religione,
collagene ricavato dalla pelle dei
morti per produrre cosmetici, aborti
e sterilizzazioni forzate, circa 10,000
esecuzioni di massa all’anno.
ripercussioni dello spadroneggiare
dei prodotti cinesi in tutti i campi.
L’avversione, il rispetto, l’ossequio,
più significativi che il mondo ha
innalzato alla memoria di coloro che
Questo è il “Laogai”. nella Germania nazista, nell’Unione
L’OCCIDENTE RESTA A GUARDARE Sovietica di Stalin, subirono il
Quand’anche i governi occidentali medesimo atroce destino, viene
avanzano proteste formali, lo fanno oggi clamorosamente meno nei
in maniera molto blanda: il confronti della dittatura comunista
parlamento italiano ha votato cinese per motivazioni di carattere
mozioni contro la persecuzione meramente economico.
religiosa, contro il lavoro forzato, COSA SONO
addirittura il 30\10\07 ha I Laogai sono
approvato mozioni specifiche contro i campi di
i Laogai. concentramento in
LE OCCASIONI PERSE E IL “MADE IN Cina istituiti
CHINA” seguendo
Le stesse Olimpiadi tenutesi l’esempio dell’URSS
recentemente in Cina potevano dove erano in piena
essere l’occasione per la comunità funzione i Gulag.
internazionale di inchiodare il QUANTI SONO
governo cinese di fronte alle proprie Al 2008 sono 1422
r e s po ns ab i lit à . Si po t e v a campi
tranquillamente minacciare il Laogai attualmente
boicottaggio dei giochi olimpici a attivi
fronte di aperture in materia di
L’IMPATTO
diritti umani; invece si è preferito
ECONOMICO
sottacere il problema perché, non
Uno degli scopi
dimentichiamolo, l’economia
principali del Laogai è quello di
cinese, negli ultimi anni, sta
fornire un’enorme forza lavoro a
condizionando sempre più
costo zero. Oggi, nei LAOGAI si
pesantemente il mercato mondiale,
produce di tutto
in quasi tutti i settori.
Il costo del lavoro in Cina, infatti, si
SITI DA CONSULTARE
aggira intorno al 5% del
www.laogai.it
corrispettivo in UE ed USA; ecco da
www.laogai.org
dove arriva la competitività dei
www.asianews.org
prodotti “Made in China” tanto
www.dossiertibet.it
decantata dai media: dalla schiavitù
www.chinalaborwatch.org
di un popolo, dalla sistematica
www.hrichina.org
oppressione dei più elementari
www.amnesty.org
diritti dei lavoratori. È il nostro
www.hrw.org
Paese a subire maggiormente le
www.rsf.org
VOXPOPULI # Speciale MurodiBerlino 3
CONTATTI ● E­MAIL: voxpopuli@agsalerno.org
SAHARAWI: un
popolo in lotta
N el mondo sono ancora
presenti alcuni muri che
dividono i popoli dalla
propria terra: un esempio di questo,
è senza dubbio il caso del Sahara
Occidentale, un popolo che da
trent’anni è diviso
GLI EVENTI
Per capire le motivazioni di questa
costruzione è opportuna far una
piccola e breve analisi storica di ciò
che è accaduto negli ultimi anni:
protettorato spagnolo dal 1884, il
Sahara spagnolo è stato iscritto nel
1963 nella lista dei territori non
autonomi. Il 14 Novembre 1975 fu
firmata una Dichiarazioni di principi
sul Sahara Occidentale a Madrid tra
la Spagna, il Marocco e la
Mauritania (accordo di Madrid). In
virtù di tale accordo la sovranità
della Spagna, potenza
amministrante, veniva trasferita ad
un’amministrazione “tripartita”. Il
trasferimento dei poteri
amministrativi al Marocco ed alla
Mauritania nel 1975 non ha avuto
alcun effetto sul Sahara
Occidentale, in quanto territorio
non autonomo. In seguito La
Mauritania si è ritirata dai territori il
19 agosto 1979 a seguito della
conclusione del trattato tra questa
ed i Saharawi; il Marocco occupò la
parte evacuata dalla Mauritania ed
amministrò da solo il territorio del
Sahara Occidentale da questa data.
Dopo varie risoluzioni l’Onu accettò
la tesi di indipendenza della regione
del Sahara Occidentale e ordinò al
Marocco di ritirarsi: dopo il giudizio
della Corte si lanciò l’invasione del
Marocco, la tristemente nota
“Marcia Verde”, rinominata dal
popolo Saharawi “Marcia Nera” e
4 VOXPOPULI # Speciale MurodiBerlino
MONDO
La vicenda del Sahara Occidentale, di una terra e
di una tradizione senza pace, che da anni cerca la
sua indipendenza. Uno dei tanti muri ancora
esistenti, che costringe un popolo all’oppressione.
DI PAOLO
LA STORIA
Nel 1975 la Spagna abbandona il Sahara Occi­
dentale, 250 mila km2, popolato da circa un
milione di Saharawi. Marocco e Mauritania si
contendono il controllo della regione, ricca di
petrolio e fosfati, e le cui coste sono tra le più
pescose di tutta l’Africa occidentale. I Sahara­
wi resistono, fino a che il Marocco occupante
non eleva un muro che spezza in due il territo­
rio e la popolazione. In 200mila fuggono a Tin­
douf, nel Sahara algerino, dove vivono in un
campo profughi. Gli altri restano nella terra
occupata, senza poter espatriare. Nel deserto
di Tindouf, i Saharawi ricominciano a vivere.
Costruendo ospedali, scuole, realizzando
l’impossibile: far fiorire il deserto.
costrinse la popolazione Saharawi a rassomiglia per certi versi al muro
stabilirsi in campi nomadi nella zona della vergogna che per cinquanta
di Tinduf, Algeria. anni divise la Germania, continua
LA STORIA RECENTE oggi ad uccidere dozzine di persone
Il Marocco all’iniziò degli anni ’80, innocenti e a decimare il bestiame
cambiò tattica, iniziando la dei nomadi.
costruzione in sei tappe di un muro, LA TRAGEDIA DEI SAHARAWI
Questa breve cronologia degli
Il Marocco all’iniziò eventi è fondamentale per
degli anni ’80 inizia la comprendere il dramma Saharawi
costruzione in sei tappe di un che passa da evento locale ad un
problema politico internazionale di
muro, che fu completato nel decolonizzazione. La lotta del
1987. Un muro lungo 2.700 popolo saharawi per la sua
chilometri che divide, spezza emancipazione dalla colonizzazione
e isola venne legittimata dalla Carta delle
Nazioni Unite finalizzata alla tutela
degli interessi dei popoli dipendenti;
che fu completato nel 1987, sul nella dichiarazione sull’ottenimento
confine nella regione di Laayounne­ dell’indipendenza per i Paesi e
Smara­Bou Craa. Un muro lungo popoli coloniali; in quella in cui gli
2.700 chilometri che divide, spezza, Stati membri hanno proclamato la
isola e sorvegliato da più di 90 mila necessità di porre fine alla stagione
uomini. Uno dei più importanti del colonialismo; nelle innumerevoli
campi di mine antiuomo al mondo è risoluzioni dell’Assemblea Generale
stato piantato e si estende per e del Consiglio di sicurezza riservate
centinaia di metri quadrati. Questo alla questione del Sahara
muro, di cui si parla poco, che occidentale.