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Blaise Pascal fu un matematico, filosofo, fisico e teologo francese vissuto in Francia tra il 1620 e il 1660.

Lo ricordiamo per i suoi studi scientifici ma anche per il suo profondo pensiero filosofico. Esistere, secondo Pascal, un mistero. Un mistero che la nostra ragione, la ragione di tutti gli uomini, non in grado di spiegare. Di conseguenza, le prove razionali dellesistenza di Dio sono fragilissime: altrimenti non potremmo spiegare n gli atei, n gli agnostici. Quindi il nostro percorso verso Dio non guidato dalla ragione, ma bens dalla fede che comunque non comune a tutti, ma Dio la dona solamente a chi lo ricerca sinceramente. Noi siamo in uno stato dincoscienza spaventosa su tutto. Noi non siamo a conoscenza di chi ci abbia messo al mondo, n di cosa esso sia, o cosa sia io stesso. Vediamo spazi immensi delluniverso che ci circondano senza sapere perch siamo collocati qui piuttosto che altrove ed in questo periodo anzich in qualche altra era. Se ci fosse un Dio, sarebbe infinitamente incomprensibile perch non avendo n parti, n limiti non ha nessun rapporto con noi. Siamo dunque incapaci di conoscere la sua natura e se esiste. Egli si nasconde a coloro che lo tentano e si rivela a coloro che lo cercano poich noi esseri umani siamo allo stesso tempo indegni di Dio per la nostra corruzione ma anche capaci di lui, per la nostra prima natura. Pascal per riusc in un certo senso a trovare Dio. Lo identific come il punto di contatto tra lo zero e linfinito. Lui analizz statisticamente se valesse la pena credere in Dio giungendo ad alcune conclusioni. Per comprendere questa scommessa analizziamo un semplice gioco, Immaginiamo di avere due buste , A e B e di doverne scegliere una decidendo il contenuto mediante il lancio di una moneta. Se viene testa allora A conterr 100 euro e B sar vuota, ma se uscir croce A sar vuota e B conterr 1000 euro. Naturalmente converr scegliere la busta B perch il suo valore maggiore rispetto a quello di A ma dimostriamo il perch mediante uno strumento del calcolo delle probabilit chiamato Speranza che in questo caso indica laspettativa sul valore delle due buste. Nella A possono trovarsi o 0 euro oppure 100 euro, quindi il suo valore atteso non sar pari a 100 ma sar inferiore in quanto dobbiamo considerare anche la possibilit che sia vuota. Per stabilire statisticamente la speranza calcoleremo la somma dei possibili contenuti in base alle corrispondenti possibilit. Abbiamo 1 possibilit su 2 di trovare 0 e ugualmente 1 possibilit su 2 di trovare 100 quindi la speranza della busta A pari a 0 euro diviso 2 possibilit pi 100 euro diviso 2 possibilit totali, ovvero 50 euro. Nella B invece avremmo 1 possibilit su 2 di trovare 0 euro e 1 possibilit su 2 di trovare 1000 euro quindi la speranza della busta B pari a 500 euro, molto superiore rispetto a quella di A. Quindi, avendo possibilit di scelta, la decisione pi saggia sarebbe B. Per calcolare se valesse la pena essere cristiani, Pascal immagin unaltra coppia di buste: La fede cristiana e lateismo. Le probabilit sullesistenza di dio e la sua non esistenza sono in rapporto 1:1 in quanto o Dio esiste o non esiste, non vi sono altre possibilit. Scegliendo la busta della fede cristiana si ha 1 possibilit su 2, ovvero se Dio non esiste, di svanire nel nulla, non ottenendo niente, ma se Dio esistesse godremmo dell eterna beatitudine ovvero linfinit positiva. La speranza dellessere cristiani dunque met infinit positiva che coincide comunque con linfinit quindi essere cristiani infinitamente positivo. Ora esaminiamo laltra alternativa ovvero se Dio non esiste, lateo non ha guadagnato nulla pur avendo ragione e finir per scomparire comunque nel nulla, ma se invece la sua scelta risultasse sbagliata e Dio esiste, la conseguenza sar linferno che noi consideriamo linfinit negativa. Cosicch la speranza dellateismo linfinit negativa.

Di fronte allinfinit negativa, il buon senso ci induce a decidere di vivere da cristiano invece che da ateo. Ma anche se cambiassimo le probabilit dellesistenza di Dio e ci fosse solo una possibilit su mille la speranza nella scelta del cristianesimo sarebbe comunque pi vantaggiosa rispetto alla scelta dellateismo, quindi preferibile essere buoni fedeli indipendentemente dal fatto che lesistenza divina sia poco o molto probabile, in quanto non solo non si perderebbe nulla in caso Dio non esistesse ma si guadagnerebbe una vita gratificante vivendo in maniera onesta e sincera. La posta in gioco quindi un bene infinito in cambio di nulla. KUNG: Hans Kung un teologo, sacerdote e scrittore svizzero che fotografa bene le difficolt di una dimostrazione razionale di Dio. Si domanda se una semplice prova possa dimostrare lesistenza di un Dio e se mediante dei passaggi logico- deduttivi si possa giungere ad una conclusione certa e non solo ad una possibilit probabile. Successivamente ci pone dinanzi ad un altro problema, infatti cercando di spiegare Dio mediante una dimostrazione noi lo equipariamo ad un oggetto fisico o matematico la cui esistenza pu essere calcolata in maniera obbiettivamente neutrale. Quindi facendo questo ragionamento noi facciamo scadere Dio, mettendolo allo stesso livello di una qualsiasi cosa svelata dallintelletto umano. Poi si chiede se luomo sia potenzialmente in grado di arrivare a Dio. Ipotizzando che Dio sia un qualcosa di immateriale, noi potremmo arrivare a lui solamente con la ragione e quindi lecito domandarci se la nostra ragione in grado di spingersi tanto oltre oppure se essa limitata allesperienza umana, proprio come diceva Kant nella sua critica della ragion pura. Dobbiamo rinunciare a priori di raggiungerlo razionalmente, ma lunico modo mediante la fede, che deve comunque agire in funzione del pensiero, altrimenti essa risulterebbe comunque affrettata ed irresponsabile. Kung riporta quindi i grandi dubbi che molti pensatori hanno sollevato a proposito delle dimostrazioni razionali dellesistenza di Dio e mette in evidenza le difficolt legate a tali dimostrazioni. Considera queste prove per come una sfida inevitabile per il pensiero, in quanto, magari, le risposte sono indubbiamente insufficienti ma non si pu negare il fatto che le domande ci siano Presentiamo ora un autore dichiaratamente ateo: Paolo Flores dArcais. Secondo dArcais ogni relazione di causa- effetto devessere sostenuta con delle prove basate sullesperienza. Soltanto che nessuno ha mai visto neppure una volta Dio creare il cosmo e se ogni cosa deve avere una causa non possiamo ipotizzare una causa sui increata, anche essa dovr dunque avere una sua causa. Causa sui una causa che causa di s stessa, ovvero una causa ingenerata. Se invece ci cimentassimo con lipotizzare la causa sui, perch essa non potrebbe essere il cosmo stesso e non Dio? Vi comunque un ostacolo in aggirabile ovvero il fatto che se Dio pensato seriamente, esso non pu essere oggetto n di conoscenza, n di comunicazione, sotto forma umanamente concepibile e su Dio quindi non resta che il silenzio e gi nominarlo forse va oltre le nostre competenza. Quindi per dArcais su Dio non possiamo affermare assolutamente nulla.

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