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XVII secolo in Spagna, in Italia e perfino in Francia, almeno fino a quando Boileau
non ne condann i pensieri altisonanti ma privi di contenuto. Era uno stile del
paradosso, dell' ossimoro e della brevit, che conveniva all' inchiesta cattolica sulla
contraddittoria e metamorfica natura umana. Chesterton in inglese, Cioran in francese
sono concettisti moderni. A Gracin non sta a cuore quel genere di prudenza che
cautela eccessiva, bens la prudenza eroica, quella per mezzo della quale si evitano i
pericoli prevedibili per affrontare meglio, al momento dovuto, i pericoli inevitabili.
La morale per i cristiani laici e moderni di cui egli si fece l' interprete audace e acuto,
nonostante la sua posizione di prete e teologo, una morale per anime grandi, capaci
di considerarsi sufficientemente in grado di crescere bene e agire bene, ma anche di
disprezzarsi quel che basta per evitare tutte le insidie della vanit. In Francia a
eccezione di Francesco di Sales (che si rivolse alle grandi anime femminili) furono i
borghesi non i chierici, da Montaigne a Pascal e La Rochefoucauld, ad assumersi l'
impegno di guidare gli adulti laici nel labirinto della vita secolare. In Spagna, figlia di
un lunghissimo Medioevo, Cervantes fece il processo della chimera cavalleresca, e
Gracin quello del modello monastico allorch applicato in modo improprio ai laici
che vivono in societ. Resta il fatto che la grande anima laica, la cui intenzione retta
e che si impone di giocare d' astuzia con il mondo secolare senza lasciarsene
contaminare, beneficia secondo Gracin dell' aiuto della grazia divina. Essa pu
accedere perfino alla santit. Talvolta pi santificante combattere il mondo di petto
che affrancarsene proteggendosi dietro la clausura e la sottana. Nel XIX secolo, in
Germania e poi in Francia L' arte di prudenza diventa un libro da consultare e tenere a
portata di mano sul comodino perch la rivoluzione industriale e il conformismo di
massa avevano messo nuovamente in contrapposizione tra loro l' Io e la guida intima.
Schopenhauer scopr in Gracin un precursore. Dopo di lui, Nietzschee Valry si
entusiasmarono per quel piccolo libro del 1647. Negli anni Sessanta, quelli in cui l'
Europa visse la trasformazione in una societ dei consumi e dello spettacolo che la
comunicazione del Villaggio globale appiattiva fingendo di esaltarne l'
individualismo, si cercato in Gracin un codice comportamentale che salvasse da
quel soffocamento della specificit e dell' indipendenza personale dell' Io. Ci
accadde non senza alcuni strani malintesi. Il Gracin francese, rivoluzionario e
situazionista del Quartiere Latino trov la sua controparte nel Gracin neo-liberale
tradotto in americano, bestseller tra i lettori magnati di Wall Street. Il gesuita del
XVII secolo aveva avuto l' ambizione di dare alle personalit forti e indipendenti un
punto fisso di riferimento in Dio e non nello Stato. Scevra di ogni aspetto teologico,
la sua opera ai nostri giorni potuta passare per un manuale di terrorismo
anticapitalista, e altres come un manuale di predazione finanziaria per i cinici
megalomani moderni. IL LIBRO "L' homme de cour" di Gracian uscito in Francia
con un saggio di Marc Fumaroli RIPRODUZIONE RISERVATA
MARC FUMAROLI14 febbraio 2011 sez.
Gracin scrisse diversi libri, fra i quali uno mi pare di straordinaria attualit. Il suo
titolo Orculo Manual y Arte de Prudencia e fu pubblicato per la prima volta in
Spagna nel 1647.
Il libro, piccolo e perci "manuale" in quanto maneggevole, contiene trecento
"oracoli" o massime che suggeriscono il miglior comportamento dell'individuo nelle
corti di quellintrigato periodo, dove occorreva esercitare costantemente "l'arte di
prudenza". In francese fu tradotto con il titolo significativo di L'Homme de Cour, cio
l'uomo di corte, appunto della corte barocca. Sono riuniti nel volumetto suggerimenti
molto suggestivi, spesso assai cinici e comunque sempre molto intelligenti. Per
esempio: "(31) Conoscere i fortunati per farseli amici, e gli sfortunati per fuggirli.
(181) Pur senza mentire, non dire tutta la verit. (187) Tutto quel che ci pu ritornare
a vantaggio, facciamolo noi; ci che pu attirare odio, facciamolo per mano di altri".
(2) E ancora "(204) Le cose facili si debbono affrontare come se fossero difficili, e
quelle difficili come se fossero facili. (214) Da una sciocchezza non farne nascere
due. (261) Commettendo una sciocchezza, non insistervi". (3) Singolari e attualissime
sono poi le massime che riguardano comportamento, fortuna, informazione. In
particolare quando Gracin afferma: "(26) Trovare per ognuno il punto debole, (21)
Larte di essere fortunato, (80) Attenzione ad essere bene informati". (4) Ancora tre
sue massime mi paiono interessanti, essendo riproponibili nel mondo del moderno
management. Laddove esprime la considerazione che "(1) Tutto ormai giunto a
piena maturit, e occorre abilit somma per poter essere veramente uomini" e quando
suggerisce che bisogna " (151) pensare prima di fare" e poi "(242) Andare diritti allo
scopo". (5)
Nei nostri giorni l'intelligenza di Baltasar Gracin -- cinica, ma per molti aspetti
obiettiva nel rilevare i problemi di quella organizzazione sociale -- stato molto
criticata. Anche Jorge Luis Borges, il grande poeta argentino, apre negativamente una
sua poesia dedicata allo scrittore spagnolo affermando: "Labirinti, allitterazioni,
emblemi,/Gelido nulla laborioso fu/Per questo gesuita la poesia,/Da lui ridotta a mero
stratagemma". (6)
Lezione barocca
Io credo invece che oggi si possa trarre unimportante lezione dalla rimeditazione
degli scritti di Baltasar Gracin. Egli, infatti, scrive di un uomo di corte caratterizzato
dal suo egoismo, tutto proteso al conseguimento dei suoi obiettivi personali spesso
contrastanti con gli obiettivi comuni, e per questo certamente da criticare. Ma
quest'uomo, nel manifestare la propria volont d'azione, esprime anche una propria
umanit creativa, una attitudine al pensiero autonomo, una propensione a valutare con
capacit di sintesi le situazioni, e tutte queste sono doti che devono essere oggi
attraverso quelli, anche degli usi, degli impulsi, dei modi del vestire, del parlare, dell'
incedere. La sua predicazione naviga fra questi due poli del valore astratto e della