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Senza inizio Il risveglio non arriva mai nella vita di qualcuno (Karl Renz)

3me Millenarie n. 74 Traduzione di Luciana Scalabrini

D: Certi risvegliati dicono che il risveglio arriva nonostante e mai a causa di una qualunque disciplina spirituale. K.R: Significa che il tu sei non pu essere influenzato da alcuna azione o non-azione. Tu sei, malgrado ogni avvenimento e mai a causa di qualunque cosa sia. Tutto ci che avviene in questo mondo di sensazioni non pu cambiare ci che gli anteriore. Vedi totalmente che tu sei, malgrado qualsiasi cosa, che tu sei senza causa, che tu non sei qualcosa che ha una causa e un effetto. Si chiama risveglio, ma io parlerei semplicemente di unaltra tazza di caff. Non n unesplosione di fuochi dartificio, di luci n di scosse di un terremoto spettacolare. Non niente di speciale.

D: Come arriva il risveglio nella vita di qualcuno? K.R.: Il risveglio non arriva mai nella vita di qualcuno. Per ci che tu sei, non c n prima n dopo. Non puoi far entrare ci che tu sei in una storia. Non mai in qualche cosa. Come non c n prima n dopo il risveglio. Questo non mai arrivato a nessuno, nemmeno a questo qui (si indica col dito). In ogni caso, non mai successo niente. Anche il risveglio non accade.

D: Ma, prima, aspettavi qualcosa?

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K.R. Anche prima, non cera nessuno con delle attese, ma se si vuole stabilire una qualunque differenza, prima, cera lintenzione di fare e lintenzione un altro nome per colui che fa ora, c semplicemente fare o non fare, e tutto ci che c, meditazione. Ma non c n prima n dopo, sempre la meditazione. Quando la meditazione intenzionale, c una persona che fa qualcosa, un meditante. Ora, c la meditazione senza lintenzione di ottenere una qualsiasi cosa. In questa azione di meditazione, non c attesa. C sempre unazione, ma niente ne pu derivare. Vedendo totalmente che niente pu essere dato n tolto, c quello che si chiama la pace immensa, che sempre stata presente. La coscienza, che andava verso il movimento dellattesa, ora l dove deve essere, da nessuna parte.

D: E allora un movimento impersonale. E il soggetto che agisce non ha niente a che vedere l dentro. K.R.:E sempre stato un movimento impersonale. Colui che fa non ha mai fatto niente. E solo unidea. Ogni azione compiuta dalla totalit dellesistenza stessa. Qui-ora non c che la Coscienza. Ogni parola detta da quella Coscienza e chi ascolta non differente da chi parla. Non c che la Coscienza.

D: Come un individuo, che, come me, fa lesperienza di esistere, pu in seguito dire non sono colui che fa? K.R.: E ancora un concetto. Hai solo cambiato concetto. Dapprima dici: Io sono colui che fa, poi hai una percezione della realt: Io non sono colui che fa. Ma chi dice questo? Queste due dichiarazioni hanno bisogno di una persona per esprimerle. Le due esperienze, personale, poi impersonale, hanno bisogno di colui che le vive. Ma quello gi sperimentato da Quello che gli anteriore e che non ha nessuna idea di personale o impersonale. Colui che definisce si definisce nel personale e limpersonale, o nel vuoto e la pienezza, ma Quello lassenza assoluta di ogni definizione, perch non esiste nemmeno qualcuno per definire. Non sapendo assolutamente ci che

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tu sei o che non sei, sei Quello.

D: Ma c la sofferenza. K.R.: No, c il dolore, ma non la sofferenza. La sofferenza dipende da una psiche, da una storia di sofferenza. Sinscrive nel tempo. Il dolore come unesperienza in questo adesso infinito. Se, pi tardi, pensi a quel dolore, tu crei la persona poi la distruggi, ma lei non mai stata reale. Se ti risvegli, non lo prendi personalmente, perch ci sono molte persone che cadono nel trabocchetto di credersi risvegliate. Eccone una dichiarazione!

D: Molti maestri propongono di offrire la sofferenza. K.R.: No, no, offrirei colui che soffre. Ramana diceva di offrire la devozione, di rinunciare alla rinuncia. Offrendo la devozione, offri il devoto, colui che fa lofferta. Infatti ti rendi conto che una impossibilit assoluta, perch ci che non hai, tu non lo puoi offrire. Tu non possiedi assolutamente niente. Dico spesso che mia nonna stata il mio pi grande maestro. Quando cercavo i miei giocattoli, mi diceva sempre: Chiudi gli occhi, cosa vedi adesso? Niente Questo, proprio questo ti appartiene. Non si pu aggiungere niente. E come essere nel sonno profondo, perfetto, assoluto, senza conoscere niente n non conoscere, anche senza conoscere cos la perfezione. E la bellezza stessa, assoluta, senza alcuna idea n di bellezza n di bruttezza. E la libert stessa, nellassenza totale di ogni idea di libert o non libert.

D: Ma quando soffro? K.R.: Soffri unicamente perch hai lillusione che la sofferenza potrebbe avere una fine. Tu soffri per unattesa, pensi che imparare dal passato ti porter qualcosa nel futuro. Infatti vuoi evitare te stesso, perch il dolore fa parte della realizzazione e ogni esperienza unesperienza di te stesso. Non puoi evitare te stesso, perch sei

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Quello. Tu SEI Quello!

D: La realizzazione del corpo-organismo Renz la stessa di quella di Ramana, di Budda, di Nisargadatta, dei grandi maestri tibetani? K.R.: Ramana direbbe che la forma che vedi davanti a te non pu mai realizzare il S. Ci che il S sempre realizzato e non ha mai bisogno della realizzazione di un qualunque contenitore. La forma che tu chiami Ramana semplicemente unespressione di Quello, non pu mai realizzare l dove viene. Ma ci che Ramana, il S, sempre realizzato e non mai, mai stato non realizzato. Questa realizzazione non mai nuova, non mai prima n dopo, e non ci sono vie verso Quello. Ci che anteriore anche alla luce deve essere presente in ogni circostanza, essendo ci che sono le circostanze. Ci che la soddisfazione stessa non pu essere soddisfatto n dalla forma, n dal vuoto, nemmeno dalla luce. Pertanto, tutti e tre promettono ci che puoi chiamare libert, ma una promessa di libert non pu soddisfarti, perch tu sei la soddisfazione stessa e nessuna luce, nessun vuoto, nessuna forma possono aggiungere alcunch alla tua natura. Sono seduto qui per dirti che, se ci che , lesistenza assoluta, avesse bisogno di una situazione speciale di luce o di vuoto o di qualche specie, non sarebbe unesistenza assoluta, perch dipenderebbe da qualche cosa. Qualificare lesistenza come assoluta significa semplicemente che lesistenza quella che . Ci che tu sei non ha assolutamente bisogno di nessun cambiamento. E ci che ha bisogno fa parte di questa terra di ombre effimere, di impressioni sensoriali e instabili. Perfino la prima luce non il sole stesso, essa ha bisogno di lui per rispendere; ma, tu non sei n la luce n ci che ne deriva, tu sei Quello che il sole. Quello presente qui-ora. Niente deve andare n venire per Quello. Nessuna circostanza particolare pu portarti pi qualit; nessuna identificazione o disidentificazione, nessuna disciplina o non

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disciplina, nessuna credenza, nessuna fede. Tu sei la qualit dellesistenza stessa, lo stesso vivente, tutto quello che puoi immaginare. La prima immaginazione la luce ed essa non pu che essere presente se tu la immagini. Ma chi limmagina non pu mai immaginare se stesso. Cos, tutto ci che deriva da quella prima immaginazione, sono i riflessi infiniti di quella luce. E tu non puoi diventare pi o meno di ci che sei per la loro presenza o la loro assenza. E ti dico, quella totale assenza di scappatoia, la pace. Se puoi vedere totalmente che ogni circostanza che si presenta non pu essere che una conoscenza o una realizzazione relativa, essa non ti soddisfer mai. Tu ti preoccupi di ci che arriva solo perch aspetti un sollievo, una soluzione, ma non succeder mai per questo problema che non mai esistito. Per trovare una soluzione, bisogna dapprima trovare un problema.

D:Allora, continuo a vivere come vivo? K.R.; Niente continua, niente arriva, niente se ne va. La coscienza non fa che prendere unaltra forma, poi unaltra, poi unaltra ancora nella totalit dellesistenza, ma anche questo non si muove. Infatti tu guardi la scena seguente del film che gi stato girato. La manifestazione dellesistenza non appare n dispare mai. Tu non puoi cambiare il minimo dettaglio.

D: Ma, per un qualsiasi cammino spirituale, devo almeno credere che c un libero arbitrio. K.R.: Il libero arbitrio unesperienza che non puoi decidere di fare. C unesperienza sia di libero arbitrio che di non-libero arbitrio e queste due esperienze fanno parte della realizzazione di ci che tu sei. Ma nei due casi, non c nessuno per avere un libero arbitrio o no. Un giorno, fai lesperienza del libero arbitrio e, il giorno dopo, del contrario. Ma guarda, colui che fa lesperienza, quello che sei? In

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realt gi un personaggio di sogno. Dire che non c libero arbitrio ancora unidea e questo non aiuter. Ma il pi bello che tu non hai bisogno di alcun aiuto da nessuno. Ogni conoscenza o chiarezza cui puoi aspirare in ogni caso effimera, ma la conoscenza che tu sei non pu essere n data n ripresa, essa assolutamente indipendente da ogni idea di libero arbitrio o no. Le due cose sono dei concetti che non possono cambiare ci che sei. Volont di Dio o no, trova anzitutto Dio e poi se ne potr parlare.

D: Ho cercato tutta la vita e non lho mai trovato. Ho bisogno daiuto. K.R.: Daiuto? No, non posso aiutarti. Tu non hai bisogno dalcun aiuto e quello che ha bisogno daiuto non mi interessa. Io ti aiuto forse a scoprire che non hai bisogno di nessun aiuto.

D: Quando rispondi alle mie domande, hai lintenzione di essere compreso? K.R.: No, ci che dico una mancanza totale di pertinenza. E il divertimento del S senza alcun necessit, un divertimento automatico, una realizzazione spontanea. Qui, non c nessun aiuto.

D: Le tradizioni religiose come le si conoscono danno limpressione di cosificare il reale. K.R.: Nel buddismo si chiama preservare il dharma, il dharma degli insegnamenti o del mondo, mantenere il samsara in vita. E il dovere del funzionamento di questa religione, un funzionamento di sopravvivenza, perch la manifestazione in quanto tale deve continuare. Tuttavia, non n bene n male. Conservare gli insegnamenti o ci che pu essere insegnato in vita non che un puro sistema di sopravvivenza, per puoi vedere che nessun insegnamento o nessun metodo pu farti raggiungere ci che sei, ed per scoprire questo che esistono metodi ed insegnamenti.

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D: Quale sarebbe il buon metodo? K.R.: Non importa quale. Non ci sono metodi speciali, certi dicono che nessun metodo sarebbe il metodo migliore, ma neanche questo pu aiutarti.

D: Se penso che sono la pace, vuol dire che non lo sono. K.R.: Tu sei ancora e sempre la pace. Non puoi lasciare ci che sei, non ha importanza se cadi nella separazione o no. Lasciare ci che sei e ritornare a ci che sei non che un sogno. I sogni non possono n farti n disfarti. Non hai mai lasciato la casa, tu sei quello che la casa. Che tu sogni di essere un affittuario o no, tu sei sempre quello che la casa. Per te, per ci che sei, non c necessit che cambi qualcosa. Non c andare e venire. D: Tu ti ricordi del tuo stato prima dellesperienza? K.R.: Posso solo dire che, per ci che sono, non c n prima n dopo. Questo era non importa quando ci che era, ci che sono. E per Quello non c n prima n dopo.

D: Allora questa esperienza non ha in se stessa n data n ora? K.R.: Non ha impatto. E questo limpatto. Che niente abbia impatto un impatto assoluto per ci che sei. Tu non puoi impacchettare niente, lasciando tutto, non puoi far sparire niente. Niente dovuto partire. Niente mai stato l, dunque niente deve andar via.

D: Ho letto da qualche parte che Karl era musicista e pittore. Lo ancora? K.R.: Si, certo, sono musicista. Qui, canto, una canzone sono come un uccello che deve cantare, allora canto, e ho molti uccelli lass, nella testa!

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Da: http://www.sviluppocoscienza.it/renz.htm

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