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INTRODUZIONE AL CORSO DI ECONOMIA AZIENDALE

Prof. Sergio Noto La Diega - Corso di Economia Aziendale 2011-2012

AZIENDA ED IMPRESA NEL LINGUAGGIO GIURIDICO (1) AZIENDA: Il complesso dei beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa ( art.2555 c.c); IMPRESA: Attivit economica organizzata al fine della produzione di beni o di servizi (dalla nozione legislativa di imprenditore art.2082); FIGURE ECONOMICHE: Capitalista: proprietario del complesso dei beni (dell'azienda); figura che offre il proprio capitale per ricevere, come corrispettivo una remunerazione fissa chiamata " interesse "; Imprenditore: figura che organizza il complesso dei beni coordinandoli tra loro per un medesimo scopo produttivo; l'imprenditore si obbliga a corrispondere un compenso fisso ai capitalisti ed ai lavoratori e pertanto corre il rischio economico di non coprire con il ricavo dei beni e/o dei servizi prodotti il costo delle risorse produttive impiegate; a fronte di questo rischio desidera un profitto.
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AZIENDA ED IMPRESA NEL LINGUAGGIO GIURIDICO (2)

AZIENDA: Complesso dei beni organizzati dall'imprenditore

IMPRESA: Attivit economica organizzata dallimprenditore

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AZIENDA ED IMPRESA NEL LINGUAGGIO ECONOMICO

Nel linguaggio economico non vi differenza tra impresa ed azienda

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INDIVIDUAZIONE DELLIMPRESA DELL Poich l'esercizio dell'impresa manifestazione dell'idea creativa dell'imprenditore, il legislatore ha voluto creare un sistema di tutela che garantisse l'originalit dell'iniziativa economica attraverso il diritto all'esclusiva utilizzazione dei propri caratteri distintivi. I segni distintivi dell'impresa sono: la ditta (nome sotto il quale l'imprenditore svolge la propria attivit); l'insegna (segno distintivo dell'azienda o del locale nel quale si svolge l'attivit dell'imprenditore); il marchio (ha la funzione di unificare in un'unica serie, i prodotti o i servizi diffusi nello spazio e nel tempo da uno stesso imprenditore, al fine di permettere al consumatore di comprendere la differenziazione tra i prodotti delle diverse imprese).

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COMPITI DELLIMPRENDITORE (1) DELL

1.Concepire lattivit dimpresa


Pensare ad un bisogno del mercato Ideare un prodotto o un servizio che possano soddisfare il bisogno del mercato, Individuare i fattori produttivi necessari alla produzione del prodotto o servizio Preventivare: ricavi, costi e redditivit

Le scelte che opera limprenditore nellattivit di concepire limpresa sono:


di settore di tecnologia di livello di mercato cosa produrre come produrre quanto produrre dove e come vendere
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COMPITI DELLIMPRENDITORE (2) DELL

2.Gestire lattivit dimpresa


acquisire le tecnologie di produzione assicurare la disponibilit dei fattori produttivi scegliere le modalit di produzione e vendita Tenere sotto controllo le variabili economiche e finanziarie

Nelle due attivit limprenditore si assume tutti rischi di natura: Economica Tecnica
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RISCHI DELLIMPRENDITORE DELL

1.RISCHIO ECONOMICO
Anticipa i costi dei fattori produttivi
(Spese certe ed anticipate)

Vende in relazione alle condizioni di mercato


(Incassi incerti e posticipati)

2. RISCHIO TECNICO
Incertezza nella quantit e qualit della produzione ottenibile dal complesso dei fattori produttivi organizzati

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OBIETTIVI DELLIMPRESA DELL

Una impresa unorganizzazione che trasforma input (fattori di produzione) in output (prodotti venduti sul mercato ad un determinato prezzo) con lobiettivo di: Obiettivo dellimprenditore e della propriet max Profitti o Utili

= Ricavi - Costi
Obiettivo della dirigenza o manager massimizzare i ricavi Maggior prestigio dei manager al crescere della dimensione (fatturato); Elevate quote di mercato rafforzano la posizione competitiva della impresa e quindi dei suoi manager
Il modello di Baumol assume come obiettivo perseguito dai manager la massimizzazione dei ricavi con il vincolo che il profitto non scenda al di sotto di un valore minimo necessario per garantire lautofinanziamento e la soddisfazione degli azionisti

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TIPOLOGIE GIURIDICHE DI IMPRENDITORE


IMPRENDITORE COLLETTIVO INDIVIDUALE Pi soggetti stipulano un contratto di Societ per lo svolgimento della attivit di impresa IMPRENDITORE COMMERCIALE AGRICOLO PICCOLO esercita le attivit esercita attivit: IMPRENDITORE elencate all'art.2195 * coltivazione del coltivatore c.c. fondo diretto * industriale * silvicoltura piccolo * intermediaria * allevamento commerciante circolazione beni bestiame artigiano e servizi ( prevalente il suo * bancaria Non iscritto al lavoro nel processo * assicurativa Registro delle produttivo) * etc. imprese Soggetto obbligato: 1- non iscritto al * iscrizione nel regiR.I.; stro delle imprese 2- non ha scritture * scritture contabili contabili; * libro giornale 3- non e soggetto * libro inventari al fallimento. E' soggetto al fallimento

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TIPOLOGIE GIURIDICHE DI IMPRENDITORE Il codice civile italiano definisce la figura di imprenditore commerciale nell'art. 2195, dedicato alla caratterizzazione degli imprenditori soggetti all'obbligo di iscrizione al registro delle imprese. imprenditore commerciale chi esercita una o pi delle seguenti attivit: un'attivit industriale diretta alla produzione di beni o di servizi; un'attivit intermediaria nella circolazione dei beni; un'attivit di trasporto per terra, o per acqua o per aria; un'attivit bancaria o assicurativa; altre attivit ausiliarie delle precedenti. La definizione data dal codice va quindi oltre all'uso comune del termine "imprenditore commerciale" che indica colui che pratica l'attivit di intermediazione nella circolazione dei beni. La parte maggioritaria della dottrina d'accordo nell'affermare che la definizione data dal codice non esaustiva e che si possano definire "commerciali" tutti gli imprenditori ad esclusione da quelli definiti dall'art. 2135, che definisce l'imprenditore agricolo.
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CLASSIFICAZIONE AZIENDE

Un'azienda (secondo il codice civile) un complesso di beni organizzato dall'imprenditore per raggiungere un fine economico attraverso lo svolgimento di un'attivit (impresa).

Classificazione
Le aziende possono essere classificate secondo vari criteri: in relazione all'attivit economica; in relazione al fine; in relazione alla dimensione. in relazione al soggetto giuridico. Questi criteri sono gli stessi usati per classificare le imprese.
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CLASSIFICAZIONE AZIENDE IN RELAZIONE ATTIVITA ECONOMICA ATTIVITA

Esistono tre categorie:


di erogazione: fanno parte di questa categoria tutte le aziende come la famiglia, le associazioni private e parte della Pubblica Amministrazione, che erogano e consumano beni e servizi di produzione: comprende tutte le aziende che acquisiscono e producono beni e servizi (per definizione, si tratta delle imprese) composte pubbliche: raggruppa gli appartenenti alle precedenti due classi, come ad esempio lo Stato, la Regione, la Provincia, il Comune, la Azienda sanitaria locale.
tuttavia bene evidenziare che non tutte le aziende della classificazione economica possono essere considerate tali sotto il profilo giuridico, difettando per alcune in capo al titolare la qualifica di imprenditore.
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CLASSIFICAZIONE AZIENDE IN RELAZIONE AL FINE


Se per fine si intende la creazione, l'accrescimento e la distribuzione di valore, allora possibile delineare cinque diverse tipologie di azienda: familiare: persegue il suo scopo tramite valori non economici Non va confusa con l'impresa familiare che volta a produrre reddito. pubblica: si occupa in primo luogo di soddisfare i bisogni pubblici di produzione (o impresa): ha come fine diretto (principale) la produzione e distribuzione di ricchezza e come fine indiretto (secondario) il soddisfacimento dei bisogni umani. Si chiamano imprese perch operano in un'economia di mercato e sono soggette al rischio del capitale investito. No profit: si tratta di aziende che non hanno fini di lucro soggettivo, nel senso che, pur potendo realizzare dei risultati economici e finanziari positivi, questi non vengono distribuiti al soggetto economico. tuttavia lecito che svolgano una qualche attivit commerciale inerente all'oggetto sociale purch essa sia solo marginale o rientri all'interno di finalit di utilit sociale. Un discorso particolare vale per le ONLUS (Organizzazioni Non Lucrative di Utilit Sociale). Si tratta di una qualifica ai fini delle imposte che possono assumere le aziende non profit per avere diritto a particolari vantaggi fiscali (non sono soggette a tassazione). mutualistiche: comprendono cooperative, societ di mutua assicurazione e consorzi di cooperative.
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CLASSIFICAZIONE AZIENDE IN RELAZIONE ALLA DIENSIONE


Le classi sono: micro, piccola, media, grande Con il Regolamento CE n. 364/2004 del 25 febbraio 2004, la definizione per le Piccole e Medie Imprese (PMI) stata aggiornata alle seguenti caratteristiche: microimpresa - a) meno di 10 occupati e, - b) un fatturato annuo (corrispondente alla voce A.1 del conto economico redatto secondo la vigente norma del codice civile) oppure, un totale di bilancio annuo (corrispondente al totale dell'attivo patrimoniale) non superiore a 2 milioni di euro; piccola impresa - a) meno di 50 occupati e, - b) un fatturato annuo, oppure, un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro; media impresa - a) meno di 250 occupati e, - b) un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro, oppure un totale bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro; grande impresa: oltre i vincoli della classificazione come media impresa
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CLASSIFICAZIONE AZIENDE IN RELAZIONE AL PROFILO GIURIDICO


DITTA INDIVIDUALE IMPRESA FAMILIARE DI PERSONE SOCIETA DI CAPITALI S.n.c S.a.s S.r.l S.p.a S.a.p.a Societ Cooperativa COOPERATIVE Piccola Soc. Cooperativa
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DIFFERENZE TRA LE FORME GIURIDICHE DELLE IMPRESE Responsabilit verso terzi: diritto di rivalsa dei creditori nei confronti del patrimonio personale degli imprenditori oppure solo nei confronti del capitale conferito nellimpresa. Responsabilit fra i soci ed organizzazione interna allimpresa: ogni forma giuridica implica una serie di regole e di relazioni tra i soci (organismi dirigenti e loro potere, procedure di nomina e controllo, ecc); Trattamento fiscale: ogni forma giuridica comporta diversi regimi fiscali, diverse aliquote, diversi modalit di corresponsione delle imposte. Procedure burocratiche e amministrative: di costituzione, funzionamento, liquidazione, trasformazione. Livello di complessit dei libri e delle procedure contabili. Accesso a licenze, permessi, agevolazioni, contributi; Rilevanza della qualit dei soci e/o titolari nella gestione e nella immagine aziendale; Trasferimento delle quote di propriet dellimpresa
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LA DITTA INDIVIDUALE E' una formula adatta a chi non ha soci e desidera conservare massima autonomia. Indicata soprattutto per le imprese di dimensioni limitate e quindi per le attivit artigianali. Vantaggi Oneri amministrativi e contabili ridotti al minimo. Per avviare l'attivit sufficiente l'iscrizione alla Camera di Commercio e la richiesta della partita Iva. Libri sociali: solamente quelli previsti dalla normativa fiscale (libri IVA, libri ammortizzabili). Eventualmente anche il libro giornale e quello degli inventari. Pochi oneri fiscali. La costituzione e lo scioglimento dell'impresa non sono sottoposti a tasse. Per liquidare l'attivit, sufficiente chiudere la partita Iva e comunicare la cessazione a Camera di Commercio, Inps e Inail (se iscritti). Svantaggi Il rischio d'impresa si estende a tutto il patrimonio personale dell'imprenditore. I redditi dell'impresa vanno sommati a quelli personali e tassati con le aliquote progressive previste dalla normativa.
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IMPRESA FAMILIARE

E' una soluzione indicata per attivit di piccole dimensioni, soprattutto artigianali e commerciali. Si tratta di una forma particolare dell'impresa individuale: oltre al titolare, partecipano all'attivit il coniuge o i parenti e affini (fino al terzo grado), che hanno diritto anche di partecipare agli utili dell'azienda. I vantaggi e gli svantaggi sono gli stessi dell'impresa individuale. Vi un ulteriore vantaggio di natura fiscale: il reddito non grava su una sola persona, ma ripartito tra i familiari. La condizione che il reddito attribuito ai familiari non superi il 49% del reddito conseguito dall'attivit.

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LE SOCIET LUCRATIVE SOCIET Il contratto di societ laccordo tra due o pi persone, che conferiscono beni e servizi per lesercizio in comune di una attivit economica, allo scopo di dividerne gli utili (art.2247 c.c.). Le societ sono quindi forme di esercizio collettivo dellimpresa in cui due o pi persone conferiscono denaro o beni in natura per costituire un patrimonio comune destinato allo esercizio dellattivit economica.

SOCIETA DI PERSONE Societ semplice (S.s); Societ in nome collettivo (S.n.c); Societ in accomandita semplice (S.a.s)

SOCIETA DI CAPITALI Societ a responsabilit limitata (S.r.l.); Societ per azioni (S.p.a.); Societ in accomandita per azioni (S.a.p.a.)

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LE SOCIET DI PERSONE (1)

La societ di persone una formula indicata per chi intende avviare attivit commerciali, agricole o di servizi, di limitate dimensioni e con un ridotto numero di soci (e di capitali). Da un punto di vista contabile, le societ presentano caratteristiche simili a quelle di una ditta individuale. L'utile viene attribuito ai diversi soci in misura delle diverse quote e si somma ai loro redditi personali per la determinazione dellimponibile fiscale. Vantaggi Ridotte procedure burocratiche fiscali, contabili e tributarie. Costi di costituzione e gestione contenuti. Svantaggi I soci sono soggetti a responsabilit illimitata (tranne gli accomandanti della Sas), personale e solidale. Ci significa che, in caso di fallimento, i creditori potranno rivalersi anche sul patrimonio privato di ciascun membro della societ. Se uno o pi soci non adempie, il debito dovr essere saldato dagli altri. I rischi sono strettamente legati alla competenza, onest, abilit, lealt e professionalit dei soci.
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LE SOCIET DI PERSONE (2)

SOCIET IN NOME COLLETTIVO E' la forma pi diffusa nell'artigianato, ma pu essere applicata a qualsiasi tipo di attivit, anche commerciale. Tutti i soci sono responsabili illimitatamente. Esiste il beneficio della preventiva escussione. Per le Snc non esiste un limite minimo di capitale sociale e le formalit previste per la gestione aziendale sono estremamente limitate. SOCIET IN ACCOMANDITA SEMPLICE. E' disciplinata dalle stesse norme della Snc. I soci si dividono in accomandanti e accomandatari. I primi rispondono dei debiti sociali entro i limiti della quota conferita e non hanno poteri di amministrazione o rappresentanza. Gli accomandatari sono responsabili con tutto il patrimonio personale e gestiscono l'attivit. Questo tipo di societ consigliabile quando, accanto ai soci importanti per il loro coinvolgimento personale e professionale, vengono coinvolti soci che apportano solo capitale nell'azienda.
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LE SOCIET DI CAPITALI (1)

Nel momento in cui l'impresa supera certe dimensioni, la scelta di diventare una societ di capitali diventa quasi obbligata, in quanto questo tipo di societ l'unico che consenta una certa flessibilit nella composizione della compagine sociale, flessibilit che diventa indispensabile quando il numero dei soci aumenta. Devono tenere i libri sociali previsti dal Codice Civile ed eleggere un amministratore o un consiglio di amministrazione. Oltre a questo, le Spa e le Srl con capitale sociale non inferiore a 20.000 euro devono eleggere il collegio sindacale, un organo volto a controllare che la gestione della societ avvenga nel rispetto delle norme legali e fiscali. A differenza di quanto avviene per le ditte individuali e per le societ di persone, le societ di capitali pagano un'imposta direttamente proporzionale al reddito conseguito e non progressiva. Se gli utili vengono distribuiti, essi vanno ad aggiungersi al reddito imponibile dei singoli soci i quali, comunque, godono di un credito d'imposta per quanto gi pagato dalla societ.
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LE SOCIET DI CAPITALI (2) Vantaggi La responsabilit dei soci non personale, ma limitata alla quota di capitale conferita. Il patrimonio privato di ogni socio inattaccabile dai creditori, a meno che non si siano commessi atti di gestione contrari alla legge. Il ruolo dei soci secondario rispetto ai loro capitali. Gestione e amministrazione infatti possono essere affidate anche ai non soci. I vantaggi fiscali sono consistenti. Gli utili possono essere accantonati a piacimento e distribuiti ai soci nei momenti fiscalmente pi convenienti. Svantaggi Gli adempimenti burocratici e fiscali sono numerosi e complessi. Le spese di costituzione e gestione sono elevate. L'essere responsabili limitatamente al capitale non elimina i rischi. La mancata ottemperanza agli adempimenti (anche solo il non vidimare i libri sociali) allarga le responsabilit, sia da un punto di vista civilistico, sia da quello penale. E' buona norma quindi affidarsi sempre a esperti, che assicurino il pieno rispetto delle norme contabili e fiscali.
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LE SOCIET DI CAPITALI (3)

Tali societ si caratterizzano per l'importanza che l'elemento patrimoniale assume nell'organizzazione dell'impresa. Le qualit personali dei soci cessano di avere rilevanza. In contrapposizione alle societ di persone nelle societ di capitali: a) i soci godono del beneficio della responsabilit limitata eccezion fatta per i soci accomandatari nelle societ in accomandita per azioni; b) il potere di amministrazione dissociato dalla qualit di socio ed attribuito ad un soggetto che pu anche essere non socio. c) la qualit di socio liberamente trasferibile e non comporta modificazioni dell'atto costitutivo. Esse sono la societ per azioni, la societ a responsabilit limitata e la societ in accomandita per azioni.

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LE SOCIET DI CAPITALI (4)

Societ a responsabilit limitata E la forma societaria sicuramente pi frequentemente scelta dalle imprese di nuova costituzione che non hanno carattere artigianale. Il capitale composto da quote e non pu essere inferiore ai 10.000 euro (*). Le quote possono essere trasferite senza particolari formalit e il loro trasferimento ha effetto nel momento in cui viene trascritto sul libro dei soci (*). In assemblea, il valore dei voti dei soci proporzionale alle quote in loro possesso. Le Srl non possono emettere obbligazioni (*). Societ a responsabilit limitata unipersonale Di recente introduzione in Italia. E' una societ "con un unico socio", l'imprenditore che costituisce una sorta di impresa individuale, ma con le caratteristiche e i vantaggi della Srl.
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LE SOCIET DI CAPITALI (5) Societ a responsabilit limitata e riforma del diritto societario La riforma del diritto societario ha portato alla completa rivisitazione del modello sociale delle s.r.l. avvicinandole alle esigenze di gestione su base familiare. La riforma, avvicina la disciplina delle s.r.l. a quella della societ di persone, sia per quanto attiene i profili dell'amministrazione, sia, soprattutto, per quanto attiene i profili della cessione delle quote. Il capitale minimo richiesto di 10.000 di cui il 25% (e non pi i 3/10) deve essere versato presso un istituto di credito quale versamento di decimi vincolati. La tipologia di conferimenti ammessi : danaro, beni in natura, prestazioni d'opera. Per l'organizzazione interna la riforma rimette massima autonomia allo statuto. Nella nuova s.r.l. non sar pi possibile nominare amministratori che non siano soci (quello che avviene nelle societ di persone). Come il bilancio delle s.p.a., anche quello delle s.r.l. deve essere composto dallo stato patrimoniale, dal conto economico e dalla nota integrativa. Deve essere predisposto dagli amministratori ed approvato dall'assemblea entro 4 mesi dalla chiusura dell'esercizio.
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LE SOCIET DI CAPITALI (6)

Societ a responsabilit limitata e riforma del diritto societario Quote sociali. In questa sede si sono verificate le maggiori innovazioni della riforma. A differenza di quanto accade nella s.p.a. e nella s.a.p.a. la qualit di socio non svincolata dalla persona, bens stata rafforzata la posizione della persona del socio. I titoli di debito. La nuova disciplina consente, inoltre, alle s.r.l. una nuova forma di finanziamento. La societ pu, se latto costitutivo lo prevede, emettere specifici titoli di debito per finanziarsi. Tali titoli potranno essere sottoscritti, per, solo da investitori professionali soggetti a vigilanza prudenziale (come le banche e le imprese di assicurazione).

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LE SOCIET DI CAPITALI (7)

Societ per azioni E il tipo di societ pi evoluto. Il capitale sociale delle societ per azioni non pu essere inferiore ai 100.000 euro ed rappresentato da azioni, che possono essere frazionate e circolare liberamente. E una forma giuridica che consente la separazione giuridica di pi imprese facenti capo a medesimi soggetti (holding). Il vincolo tra societ e socio impersonale e la partecipazione diretta alla gestione limitata. Lazionista pu in ogni momento alienare la propria partecipazione e non sottoposto ad alcun divieto di concorrenza. Le procedure di costituzione e gestione sono complesse. La costituzione della societ per azioni si articola in tre fasi: 1. stipulazione dell'atto costitutivo; 2. omologazione del tribunale; 3. iscrizione nel Registro delle Imprese. Ogni socio partecipa in relazione alle azioni di sua propriet, le quali determinano l'ammontare degli utili a lui spettanti.
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LE SOCIET DI CAPITALI (8)

Per cogliere il significato di azione occorre preliminarmente operare la distinzione tra patrimonio e capitale sociale. Il patrimonio costituito dal complesso dei beni, in denaro o in natura posseduti dalla societ. E' destinato a variare continuamente durante l'esercizio dell'attivit economica. Il capitale sociale invece un'entit numerica la quale esprime in termini monetari il valore complessivo dei conferimenti dei soci; non pu essere modificato senza una modifica dell'atto costitutivo. Assolve ad una funzione di tutela dei creditori, in quanto garantisce la consistenza del patrimonio sociale. L'azione rappresenta appunto una frazione del capitale sociale e precisamente la frazione minima che occorre sottoscrivere per acquistare la qualit di socio. Nella sua materialit essa un bene mobile ed in particolare un titolo di credito, rappresentativo di un insieme di posizioni giuridiche (diritto alla percezione dei dividendi, diritto di voto, diritto di opzione) connesse con il contratto di societ.
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LE SOCIET DI CAPITALI (9)

Gli organi che compongono la societ per azioni sono: lassemblea dei soci, il consiglio di amministrazione (o lamministratore unico) e il collegio sindacale. L'assemblea dei soci. Essa titolare della funzione deliberativa che si esplica nella formazione della volont sociale, che gli amministratori dovranno poi eseguire. Essa un organo collegiale composto da tutti i soci, e delibera sugli argomenti sottoposti al suo esame. Il Consiglio di amministrazione (CdA). Costituisce l'organo esecutivo della societ, cui sono demandate la gestione aziendale, la esecuzione delle delibere assembleari e la rappresentanza della societ nei confronti dei terzi. Non fanno parte dell'organo amministrativo i direttori generali i quali sono dirigenti legati alla societ da un rapporto di lavoro subordinato, e svolgono un'attivit di gestione sotto le direttive e le deliberazioni degli amministratori. Il Collegio sindacale. E l'organo a cui demandata la funzione di controllo sulla gestione sociale.
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LE SOCIET DI CAPITALI (10) Societ per azioni e riforma del diritto societario Atto costitutivo. La societ per azioni pu costituirsi per contratto oppure per atto unilaterale, il che significa la possibilit che essa si costituisca con un solo socio. Latto costitutivo deve in ogni caso essere redatto per atto pubblico. Capitale sociale e conferimenti. La nuova S.p.A. deve avere un capitale sociale minimo di 120.000 . Le societ gi esistenti e aventi un capitale sociale pari al vecchio limite di 100.000 , per, non sono tenute ad adeguarsi alla nuova misura, potendo invece mantenere il vecchio capitale fino alla data della loro scadenza quale prevista nei loro statuti. Azioni. Le azioni delle societ di nuova costituzione possono non avere il valore nominale: in tal caso, la partecipazione del socio si ricollega al rapporto tra il numero delle azioni da lui possedute e il numero complessivo delle azioni emesse. Se determinato nello statuto, il valore nominale di ciascuna azione corrisponde a una frazione del capitale sociale e tale determinazione vale per tutte le azioni emesse dalla societ. La legge di riforma prevede una pi ampia variet nelle categorie di azioni e nuovi strumenti finanziari partecipativi e non.
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LE SOCIET DI CAPITALI (11)

Societ per azioni e riforma del diritto societario Obbligazioni. Particolari innovazioni obbligazioni da parte delle S.p.A. Infatti: riguardano lemissione di

a)salvo che la legge o lo statuto dispongano diversamente, lemissione delle obbligazioni deliberata dagli amministratori (e non pi dallassemblea straordinaria); la delibera deve risultare da verbale redatto da un notaio e va depositata e iscritta nel Registro delle imprese; b) il limite allemissione portato al doppio del capitale sociale pi la riserva legale e le altre riserve disponibili risultanti dallultimo bilancio approvato; c) sono previste nuove tipologie di obbligazioni, come le obbligazioni subordinate, che finora erano uno strumento tipico delle societ bancarie. Amministrazione e controllo. Per quanto concerne il sistema di amministrazione e controllo, la riforma prevede i tre distinti modelli di governance: ordinario, monistico e dualistico
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LE SOCIET DI CAPITALI (12) Societ per azioni e riforma del diritto societario Il recesso del socio. La riforma prevede una maggiore tutela per il socio che intende recedere, ampliando le ipotesi di recesso. In caso, poi, che la societ non faccia ricorso al capitale di rischio, lo statuto pu prevedere ulteriori cause di recesso oltre quelle espressamente indicate nella norma (nel passato questultima possibilit non era consentita). Laspetto innovativo pi importante riguarda, per, il criterio di determinazione del valore delle azioni o delle partecipazioni. Fino ad oggi, infatti, tale determinazione era effettuata, per le societ non quotate, tenendo conto dei soli dati di bilancio e non attraverso un esame reale del valore I patrimoni separati. Tra le altre novit che riguardano la SpA, assume particolare importanza la possibilit per le SpA di costituire patrimoni separati dedicati alla conclusione di uno specifico affare, con la possibilit di emettere strumenti finanziari di partecipazione ad esso. Il regime di tali patrimoni di completa separazione dal patrimonio della societ, sia sul piano della responsabilit, sia sul piano della contabilit. Con questo nuovo istituto le imprese non dovranno pi ricorrere, come spesso accadeva, alla costituzione di una nuova societ dedicata alla realizzazione di uno specifico affare, eliminando cos i costi e i rischi relativi a una tale operazione.
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LE SOCIET DI CAPITALI (13)

Societ in accomandita per azioni E' una forma poco diffusa in Italia. Si tratta di un mix tra Sas (societ in accomandita semplice) e Spa. La s.a.p.a. una societ di capitali caratterizzata dalla presenza di due categorie di soci: i soci accomandanti che godono del beneficio della responsabilit limitata i quali non possono ricoprire cariche amministrative ed i soci accomandatari con responsabilit patrimoniale illimitata cui connesso il potere di amministrazione e di rappresentanza della societ. Il capitale sociale suddiviso in azioni.

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LE SOCIETA COOPERATIVE

Le cooperative sono, in base alla definizione data dallart. 2511 c.c., societ a capitale variabile con scopo mutualistico. Esse rientrano a tutti gli effetti tra le societ di capitali, con le quali hanno in comune, in primis, il concetto di responsabilit limitata dei soci (per le obbligazioni sociali risponde solo la societ con il suo patrimonio). Fine dell'impresa cooperativa non quello di remunerare il capitale investito dai soci nell'attivit; invece quello di garantire ai soci il servizio offerto dalla societ stessa, a condizioni di costo (scopo mutualistico). I soci sono al contempo gestori e fruitori dell'impresa; gestori collettivamente, fruitori nella loro individualit. L'attivit produttiva viene svolta dalla cooperativa con criteri che tendono a lasciare inalterato il capitale sociale attraverso la copertura dei costi con i proventi e dunque in economicit

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SOCIET COOPERATIVA (1)

La societ cooperativa si presenta come una sorta di societ di capitali, modificata dai seguenti elementi differenziali che mirano ad adattarne la struttura al perseguimento dello scopo mutualistico. i singoli soci non possono avere una quota societaria superiore a 10.000 euro (15.000 in alcuni casi); i soci devono essere almeno 9; il capitale della societ non determinato in un ammontare prestabilito, ma varia in seguito all'ingresso e all'uscita di soci; In assemblea ogni socio ha diritto a un voto, a prescindere dal valore delle sue quote; Non possibile distribuire utili in misura superiore al 5% del capitale versato, dopo che sono stati rispettati gli altri requisiti mutualistici.

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SOCIET COOPERATIVA (2)

Le cooperative possono essere: di consumo: acquistano merci all'ingrosso per venderle ai soci e a terzi a prezzi ridotti rispetto a quelli di mercato di produzione e lavoro: molto diffuse tra i giovani, producono beni e servizi agricole: operano sia nel campo della produzione, sia in quello della lavorazione e conservazione edilizie: possono costruire o acquistare immobili da affittare o vendere ai soci a condizioni favorevoli

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SOCIET COOPERATIVA (3)

VANTAGGI L'attivit dei soci prestata a loro vantaggio e consente di ottenere beni e servizi a condizioni pi vantaggiose di quelle di mercato. Secondo il tipo di cooperativa, la responsabilit dei soci pu essere limitata o illimitata. In alcuni casi, la forma cooperativa pu essere conveniente, in quanto consente notevoli vantaggi di natura fiscale: se le retribuzioni dei soci sono almeno pari al 60% delle altre spese, i redditi delle societ cooperative sono esentati sia dall'Irap (Imposta regionale sulle attivit produttive), sia dall'Irpeg/Ires (dal 2004 Irpeg stata sostituita dallIres Imposta sul reddito delle societ). I redditi che i singoli soci percepiscono dalla societ cooperativa, inoltre, vengono assimilati a redditi da lavoro dipendente. Oltre a ci, spesso questo tipo di societ gode di contributi pubblici a fondo perduto e di finanziamenti agevolati. Il reperimento di finanziamenti agevolato (contributi regionali a condizioni favorevoli).
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SOCIET COOPERATIVA (4)

SVANTAGGI Per la costituzione di una cooperativa occorre un numero elevato di soci: minimo 9. Diventano 25, se si intende ottenere appalti. Lo scopo di lucro pu essere soltanto secondario, perch in bilancio l'utile ripartibile fra i soci non pu essere superiore a una percentuale minima (prestabilit) del capitale sociale. I guadagni dei soci perci provengono principalmente dalla retribuzione per il lavoro prestato all'interno della cooperativa (gli stipendi). Il limite fondamentale di questa forma societaria rappresentato dal fatto che si tratta di una struttura che non consente a un singolo individuo o a un gruppo ristretto di individui di controllare saldamente la societ.

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PICCOLA SOCIET COOPERATIVA (1) La piccola societ cooperativa la forma pi recente di societ creata in Italia (non pi contemplata dalla riforma del diritto societario). E' stata introdotta dalla legge 266 del 1997, detta "legge Bersani". - La struttura e la gestione delle piccole cooperative pi semplice rispetto a quelle normali. Le piccole cooperative possono avere un minimo di tre e un massimo di otto soci. I soci devono essere persone fisiche, lavoratori che impiegano la loro professionalit nella cooperativa. Non sono ammesse, per ora, le persone giuridiche, quindi anche le societ o gli enti, che potrebbero finanziare l'impresa. - La piccola cooperativa pu fare a meno di un consiglio di amministrazione; si gestisce con l'assemblea dei soci; servono solo un legale rappresentante, un presidente, a cui pu spettare la rappresentanza legale, e un vice presidente. Si deve ricorrere a un collegio sindacale esterno solo in particolari momenti. Sono ridotti, in generale, gli adempimenti formali. In pratica, la piccola cooperativa una forma semplificata di societ, che pu avere piccole dimensioni e che gode di un regime fiscale pi favorevole.

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PICCOLA SOCIET COOPERATIVA (2) - Per fondare la cooperativa, ogni socio versa una somma di denaro nel capitale sociale o "di rischio", fino a un massimo di 80 milioni di lire (120 milioni per le cooperative di manipolazione, trasformazione, conservazione e commercializzazione di prodotti agricoli), ma una quota o azione pu essere anche solo di 50 mila lire. Accanto alla figura del socio lavoratore, prevista anche quella del socio "sovventore": pu non prestare attivit lavorativa, ma riceve un utile sulla sua quota versata nel capitale sociale. Dal punto di vista contributivo, i soci lavoratori sono equiparati a dipendenti. I loro stipendi aumentano di anno in anno, come da contratto, ma possono essere incrementati del 20% in pi rispetto alle retribuzioni correnti. Tolti gli stipendi e le spese dal fatturato, il 20% degli utili va versato nella riserva legale della cooperativa, un patrimonio indivisibile durante la vita della cooperativa e non tassabile; inoltre il 3% degli utili si versa nel fondo mutualistico dell'associazione di cooperative di cui si fa parte. Il resto degli utili si divide fra i soci e pu incrementare le singole quote versate nel capitale sociale. Se si scioglie la cooperativa, il capitale di rischio dei soci loro rimborsato, mentre il patrimonio della cooperativa va ad organismi mutualistici, per esempio i fondi delle organizzazioni delle cooperative.
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COOPERATIVE e NDS (1) A seguito della riforma del diritto societario, stata prevista: la possibilit di emettere strumenti finanziari partecipativi la distinzione di due tipi di coop: "coop a mutualit prevalente" e "coop diverse" la possibilit di effettuare trasformazioni eterogenee da coop a societ commerciali e viceversa Le coop a mutualit prevalente Come innanzi precisato, il legislatore della riforma ha previsto due tipologie differenti di cooperative: le coop a mutualit prevalente e le coop diverse. In ogni caso, bene precisare che solo le coop a mutualit prevalente possono essere beneficiarie delle agevolazioni di carattere tributario. Le principali caratteristiche delle coop a mutualit prevalente sono: l'opzione gestionale (prevalenza) che deve amministratori e dai sindaci nella nota integrativa essere documentata dagli

l'opzione statutaria che prevede l'obbligo di inserire negli statuti clausole di non lucrativit.
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COOPERATIVE e NDS (2)


In particolare, si tratta di quelle cooperative che: svolgono l'attivit prevalentemente in favore dei soci, consumatori o utenti di beni e servizi (coop di consumo); ovvero che si avvalgono prevalentemente delle prestazioni lavorative dei soci, nello svolgimento della loro attivit (coop di produzione e lavoro); ovvero che si avvalgono prevalentemente dell'apporto di beni e servizi da parte dei soci, nello svolgimento della loro attivit (coop di conferimento, coop di trasformazione di prodotti, coop agricole). L'opzione gestionale si consegue rispettando i seguenti parametri stabiliti dall'articolo 2513 del codice civile: i ricavi delle vendite e delle prestazioni nei confronti dei soci devono essere superiori al 50% del totale il costo del lavoro dei soci deve essere superiore al 50% del costo del lavoro totale il costo della produzione per beni e servizi conferiti/ricevuti dai soci deve essere superiore al 50% del totale dei beni e servizi acquistati L'opzione statutaria, invece, si consegue inserendo negli statuti la seguente clausola non lucrativa: divieto di distribuire dividendi in misura superiore all'interesse massimo dei buoni postali fruttiferi aumentato di 2,5 punti, applicato al capitale effettivamente versato.
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ALTRE FORME GIURIDICHE (2)

Associazione di persone : Organizzazione stabile mediante la quale pi


persone volontarie si riuniscono e si accordano tra loro per perseguire scopi comuni di carattere sociale. Deve essere costituita per atto pubblico.

Consorzi: il consorzio pu nascere in forza di un contratto associativo,


oppure con la costituzione di unapposita societ consortile. Larticolo 2602 del c.c. definisce il contratto di consorzio come laccordo tra due o pi imprenditori che istituiscono unorganizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese. Il contratto pu dar vita ad un consorzio esterno, ed avere rapporti con i terzi, oppure interno, se regola solo aspetti concernenti i rapporti degli associati. La societ consortile pu avere solo rilevanza esterna. Il consorzio con lattivit esterna completa le attivit dei soggetti consorziati mediante la gestione di una o pi fasi imprenditoriali (lavorazione, trasporto, rete commerciale ecc.).I consorzi con lattivit interna sono solitamente costituiti per regolamentare la concorrenza tra le societ, per esercitare un controllo qualitativo dei prodotti consorziati o per la creazione e il rispetto dei marchi di qualit. Questo tipo di consorzio creato da imprenditori che esercitano attivit uguali, simili o connesse che comunque continuano a svolgere individualmente tutte le fasi della loro attivit.
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ALTRE FORME GIURIDICHE (3)

Fondazione: un'organizzazione con personalit giuridica e pu essere


costituita con atto pubblico tra vivi o con testamento. La personalit giuridica viene riconosciuta dall'autorit governativa attraverso un esame nel quale si valuta, tra l'altro, la sufficienza della dotazione patrimoniale al raggiungimento degli scopi della fondazione. Il fondatore compie un atto di disposizione patrimoniale spogliandosi definitivamente della propriet dei beni che destina allo scopo voluto. Tale negozio non si esaurisce per nell'atto di disposizione, ma si estende alla determinazione e alle modalit dello svolgimento delle attivit in forma organizzata.

Gruppo Europeo d'Interesse Economico (G.E.I.E.): una nuova figura


giuridica che ha come finalit principale quella di agevolare e sviluppare l'attivit economica transnazionale dei suoi membri, migliorandone o aumentandone i risultati. Il GEIE si configura come un gruppo a struttura internazionale, formato da pi soggetti, di diversa nazionalit, che possono essere: societ, enti giuridici di diritto pubblico o privato con sede sociale o legale e amministrazione in uno dei Paesi della Comunit, persone fisiche che esercitano un'attivit industriale, commerciale, artigianale, agricola, specifiche professioni, o prestazione di servizi. Lo scopo che il GEIE si prefigura sostanzialmente mutualistico e non lucrativo, in quanto non persegue il raggiungimento di profitti, ma opera affinch i suoi membri, che per essere tali non perdono la loro autonomia economica, possano sviluppare o migliorare la loro attivit.
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ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI IMPRESA (ATI) (1)


LAssociazione temporanea tra imprese (abbreviata con lacronimo A.T.I.) unaggregazione temporanea e occasionale tra imprese per lo svolgimento di unattivit, limitatamente al periodo necessario per il suo compimento. Essa infatti nasce dalla convenienza, per due o pi imprese che partecipano ad una gara dappalto (o che stipulano contratti di grande valore con la pubblica amministrazione), a collaborare tra loro, al duplice scopo, da un lato, di garantire al committente lesecuzione integrale e a regola darte dellopera, e dallaltro, di non essere costrette a ricorrere alla costituzione di unimpresa comune o di un consorzio, che, in caso di esito negativo della gara, sarebbe destinato a scomparire immediatamente, con dei costi peraltro difficilmente recuperabili. In altre parole, si tratta di una joint venture. Con la costituzione dellassociazione temporanea, le imprese associate, pur restando giuridicamente soggetti distinti, possono quindi formulare unofferta congiunta, obbligandosi a realizzarla congiuntamente. Detta offerta viene presentata per il tramite di una delle imprese associate, che assume la veste di impresa capogruppo e si assume limpegno di curare i rapporti tra il raggruppamento ed il committente. Il rapporto esistente tra le associate e la capogruppo si identifica con la figura del mandato collettivo con rappresentanza. Prima della presentazione dellofferta, infatti, le imprese associate devono conferire mandato collettivo speciale con rappresentanza ad una di esse, qualificata capogruppo, la quale formula lofferta in nome e per conto proprio e delle mandanti.
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ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI IMPRESA (ATI) (2)


Le associazioni temporanee vengono solitamente distinte in orizzontali e verticali. Nel primo caso, (associazioni orizzontali) il rapporto di collaborazione viene istituito tra imprese che esercitano attivit omogenee e che si riuniscono al fine di suddividere i lavori e cos ottenere, grazie al cumulo delle iscrizioni, i requisiti necessari per partecipare alla gara dappalto. Nel secondo (associazioni verticali), invece, tale omogeneit tra le attivit delle associate non esiste, e unimpresa che svolge la categoria di attivit principale oggetto della gara assume la posizione di capogruppo e riunisce altre imprese mandanti che svolgano attivit corrispondenti a parti dellopera che il bando definisce come scorporabili; al riguardo, infatti, lart. 13, comma 8, della legge n. 109/94 (c.d. legge Merloni) fornisce una definizione legale di tale genere di associazione temporanea.

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GRUPPI GERARCHICI DI IMPRESE (1)

Un gruppo gerarchico costituito da: Una capogruppo (holding) sede di controllo di tutte le attivit del gruppo e non partecipata azionariamente da alcuna societ del gruppo; da una serie di societ in cascata, tra loro interconnesse tramite lincrocio di pacchetti azionari; societ operative o terminali che non hanno azioni di altre societ del gruppo VANTAGGI: A) La struttura consente allazionista di riferimento di controllare, in termini di mercato e di strategie aziendali, un elevato capitale con ridotto capitale investito; B) La struttura rende il controllo delle societ pi stabile e meno esposto al rischio di scalate ostili ed il mantenimento di tale controllo anche in presenza di consistenti aumenti di capitale sociale di una societ del gruppo.
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IL GRUPPO DI IMPRESE
Modalit di configurazione del controllo

Struttura Semplice

Struttura Complessa

Struttura a catena

H
52% 60% 85%

H
51%

A
52% 60% 85%

H
40%

80%

A
70%

C
70%

B
65%

C
68%

D
55%

30%

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GRUPPI GERARCHICI DI IMPRESE (2)

A) VANTAGGI: La struttura consente allazionista di riferimento di controllare, in termini di mercato e di strategie aziendali, un elevato capitale con ridotto capitale investito;
51% A B 51%

Se le aziende A e B non appartengono al gruppo, per poterle controllare lazionista di riferimento dovrebbe acquisire il 51% delle azioni di A ed il 51% delle azioni di B Se le aziende A e B appartengono al gruppo, per poterle controllare entrambe lazionista di riferimento deve acquisire soltanto il 51% delle azioni di A

51% A

51% B

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GRUPPI GERARCHICI DI IMPRESE (3)

VANTAGGI: B) La struttura rende il controllo delle societ pi stabile e meno esposto al rischio di scalate ostili ed il mantenimento di tale controllo anche in presenza di consistenti aumenti di capitale sociale di una societ del gruppo.

51% A

51% B

Se lazienda B del gruppo aumenta il suo capitale sociale, per mantenere il controllo allazionista di riferimento sufficiente sottoscrivere soltanto il 26 % dellaumento di capitale sociale (51% del 51%)

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LE TRE DIMENSIONI DELLIMPRESA

DIMENSIONE ECONOMICA: Come si misura la performance della attivit dimpresa?; DIMENSIONE ORGANIZZATIVA: Come organizzata unimpresa? DIMENSIONE STRATEGICA: Come si assicura lo sviluppo dellimpresa?

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LINTERAZIONE TRA LE TRE DIMENSIONI (1)

Fonte:Corso di Economia ed Organizzazione Aziendale- Facolt di Ingegneria Universit di Bergamo

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LINTERAZIONE TRA LE TRE DIMENSIONI (2)

Fonte:Corso di Economia ed Organizzazione Aziendale- Facolt di Ingegneria Universit di Bergamo

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L'AZIENDA E L'AMBIENTE

AMBIENTE

AZIENDA

AMBIENTE

Input - Materiali - Uomini - Capitali - Macchinari/ impianti - Risorse energetiche -Tecnologie e Know-How - Informazioni - Regole e norme di comportamento

AZIENDA Flussi di trasfor.: * fisico/chimico * economico/finanz. * informativo * decisionale

Output - Prodotti/servizi - Salari/stipendi - Profitti/dividendi -Tecnologie e Know-How - Informazioni - Regole e norme di comportamento - Valori sociali

E' dunque un sistema che, per perdurare nel tempo, deve essere in equilibrio con l'ambiente. Tale equilibrio influenzato dal macro-ambiente e dal micro-ambiente in cui opera l'azienda.
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I PARAMETRI PER VALUTARE LA PERFORMANCE DEI FLUSSI DI TRASFORMAZIONE

AMBIENTE

AZIENDA

AMBIENTE

Efficacia Rapporto tra loutput ottenuto e loutput atteso Efficienza Rapporto tra output ottenuto e risorse di input utilizzate (il numeratore ed il denominatore devono essere confrontabili e cio espressi nella stessa unit di misura) Flessibilit Intervallo di tempo necessario per adeguare il processo alle esigenze di un cambiamento delle variabili di input
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IL MACRO-AMBIENTE (1) MACROEFFETTI ECONOMICI FINANZIARI


* Costo del denaro * Sistema di credito * Reperimento materie prime * Disponibilit di capitali * etc.

EFFETTI POLITICI LEGISLATIVI


* * * * * * * Fisco Agevolazioni Svalutazioni Normativa ambien. Struttura industriale Iniziative pubbliche Iniziative energetic.

AZIENDA

MERCATO ( scambi ) * Settore * Segmento AMBIENTE (Effetti)

EFFETTI SOCIALI CULTURALI


* * * * * Classi di reddito Azioni sindacali Tendenze demogra. Livello culturale etc.

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IL MACRO-AMBIENTE (2) MACRO-

Ambiente politico-legislativo:
Effetti delle politiche fiscali, agevolative (es. cassa per il Mezzogiorno), monetarie (es. svalutazioni monetarie e conseguenze sull'esport), normative (tutela ambiente: scarichi/ lavoro:legislazione del lavoro/ normative sulle pari opportunit della donna), struttura industriale (concorrenza tra pubblico e privato: partecipazioni statali), politiche di iniziative pubbliche (politiche sui sistemi di trasporto: rete stradale, ferroviaria/ politiche energetiche: distribuzione metano o costi energetici in generale)

Ambiente sociale - culturale:


Effetti derivanti da: struttura delle classi di reddito; azioni sindacali; tendenze demografiche (nascite e durata della vita media); livello culturale (reperimento della forza lavoro e necessit di addestramento)

Ambiente economico-finanziario:
Effetti derivanti da: struttura industriale nazionale e locale, scambi internazionali; possibilit di reperimento di materie prime; disponibilit di capitali; costo del denaro e sistema del credito.

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IL MICRO AMBIENTE (1)

Mercato lavoro

Mercato capitali

AZIENDA

Mercato risorse

Mercato sbocco

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IL MICRO - AMBIENTE (2) Oltre ai fattori ambientali di carattere generale, i responsabili di azienda devono tenere in particolare considerazione i fattori esterni che hanno pi diretta attinenza con l'attivit dell'azienda cio quelli del mercato, definibile come la parte circoscritta di ambiente in cui si verificano operazioni di scambio aziendaambiente. Con riferimento alle specifiche funzioni aziendali attinenti le operazioni di scambio, il mercato si suole distinguere in: mercato di sbocco, mercato delle risorse, mercato del lavoro, mercato di capitali. L'ambiente -mercato non ha un comportamento omogeneo al suo interno, ma presenta modelli di comportamento diversificati in relazione al settore di attivit; e cio al settore industriale in cui opera l'azienda. (vedasi codice ISTAT classificazione delle attivit economiche) Il settore industriale viene definito con riferimento alla omogeneit merceologica e/o tecnologica dei beni o servizi prodotti dalle aziende; in realt, con riferimento alle strategie competitive secondo il modello di Porter, il settore ha maggiore ampiezza e pu essere definito come "luogo economico in cui si realizza il confronto concorrenziale tra le imprese".

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CODICE ISTAT

Le attivit di impresa sono classificate con un codice ISTAT. La classificazione pi recente quella ATECO 2007, in vigore a partire dal 1 Gennaio 2008, con un calendario specifico per le singole indagini statistiche ed unico per i paesi della Ue. L'ATECO 2007 stata definita ed approvata da un Comitato di gestione appositamente costituito. Esso prevede la partecipazione, oltre all'Istat che lo coordina, di numerose figure istituzionali: i Ministeri interessati, gli Enti che gestiscono le principali fonti amministrative sulle imprese (mondo fiscale e camerale, enti previdenziali, ecc.) e le principali associazioni imprenditoriali.
ESEMPI 01.13.30 11.02.20 14.13.10 24.34.00 Coltivazione di barbabietola da zucchero Produzione di vino spumante e altri vini speciali Confezione in serie di abbigliamento esterno Trafilatura a freddo

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LE FUNZIONI DI IMPRESA

Ricerca e sviluppo Produzione Marketing Amministrazione e finanza Organizzazione (gestione del personale) Si definiscono funzioni caratteristiche quelle dipendenti dal settore in cui opera limpresa. funzioni caratteristiche Ricerca e sviluppo Produzione Marketing funzioni non caratteristiche Amministrazione e finanza Organizzazione (gestione del personale)
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RICERCA & SVILUPPO

Lattivit di ricerca e sviluppo (R&S) di unazienda un sistema di processi di scoperta e valorizzazione di nuove conoscenze, grazie al contributo congiunto di competenze differenziate, al fine del conseguimento di uninnovazione di processo, di prodotto o di ambedue. Il processo di R&S si articola in: Ricerca di base, volta a produrre nuove teorie circa i fondamenti di processi, fenomeni e fatti senza alcun immediato obiettivo applicativo; Ricerca applicata, finalizzata ad ottenere nuove conoscenze legate a uno o pi precisi obiettivi applicativi: Sviluppo sperimentale o precompetitivo, sistematica applicazione delle conoscenze ed esperienze gi acquisite per il lancio di nuovi prodotti o processi o il miglioramento di quelli esistenti.
(A. Comacchio, La funzione Ricerca e sviluppo, Manuale di Organizzazione Aziendale, Volume 3, A cura di Costa Nacamulli, Libreria UTET)

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PRODUZIONE

Sottosistema aziendale che utilizzando determinate risorse di input (materiali, lavoro energia, capitali, informazioni, know-how, etc.) consente di ottenere in output prodotti e servizi. In ambito industriale con il termine produzione si identifica in senso stretto, linsieme di attivit preposte alla trasformazione fisica di beni. In una visione pi ampia, con produzione si intende anche linsieme delle attivit inerenti alla logistica in ingresso (approvvigionamenti) e di uscita (distribuzione). Date le forti interrelazioni tra processo produttivo e prodotto , anche le attivit di progettazione e industrializzazione vengono spesso considerate come parte integrante delle funzione produzione. (A. De Toni, La produzione, Manuale di Organizzazione Aziendale, Volume 3, A cura di Costa Nacamulli, Libreria UTET) Considerazioni sui servizi
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MARKETING Definizione del Marketing Management approvata ufficialmente nel 1985 dallAmerican Marketing Association: E il processo di pianificazione e realizzazione della concezione, del pricing, della promozione e distribuzione delle idee, beni e servizi al fine di creare scambi che consentono di conseguire gli obiettivi di individui e organizzazioni "marketing" viene dal verbo inglese "to market", che significa lanciare un prodotto sul mercato. Quindi "marketing" vuol dire: "tutto ci che si deve fare quando si sta lanciando un prodotto sul mercato" (cio "when marketing" a product). La rivoluzione del marketing fu di mettere l'accento sul consumatore e sui suoi bisogni anzich sul prodotto come si faceva prima, e di insegnare a guardare i profitti, non il volume delle vendite. Si potrebbe anche definire il marketing come "l'insieme delle attivit che un'azienda deve intraprendere al fine di lanciare e mantenere un prodotto o un servizio sul mercato, traendo un profitto da tale operazione". (Alberto Guastini) Il marketing consiste nello svolgimento delle funzioni di impresa che orientano il flusso dei prodotti o servizi dal produttore al consumatore o utilizzatore

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FINANZA

Esaminando levoluzione nel tempo degli obiettivi di lavoro della funzione Finanza si possono individuare tre fasi principali di sviluppo: Fase della finanza tradizionale, gli obiettivi sono limitati al reperimento dei fondi necessari allo sviluppo dellazienda e alla gestione della liquidit eventualmente disponibile; Fase della finanza allargata, la funzione finanziaria diventa importante anche per aiutare limpresa a gestire gli impieghi delle risorse, si individuano anche i necessari collegamenti tra impieghi e fonti; Fase della nuova finanza, in cui svolge un ruolo molto rilevante, tra laltro, nellanalisi e nella messa a punto della strategia aziendale. (V. Comito, La funzione finanziaria, Manuale di Organizzazione Aziendale, Volume 3, A cura di Costa Nacamulli, Libreria UTET)

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AMMINISTRAZIONE

Le attivit potenzialmente svolte nellambito della funzione sono numerose. In ciascuna realt aziendale si osservano soluzioni particolari in ordine alla struttura e alle unit organizzative preposte allo svolgimento delle funzioni amministrative in esame. Ci dipende da variabili (interne ed esterne) che caratterizzano lazienda. Nellambito delle funzioni amministrative possono individuarsi i seguenti raggruppamenti di attivit: Funzioni di contabilit e bilancio; Funzioni di controllo interno (internal auditing); Funzioni di finanza aziendale; Funzioni di controllo di gestione; Funzioni di pianificazione. (E. Santesso, LAmministrazione, Manuale di Organizzazione Aziendale, Volume 3, A cura di Costa Nacamulli, Libreria UTET)

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ORGANIZZAZIONE - HR

Gli obiettivi della funzione possono essere cos sintetizzati: Valutazione delle HR; V. della posizione; V. delle competenze; V. del risultato; Ricompensa; Mobilit e sviluppo; Ricerca e selezione; Formazione; Carriera; Uscita.

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