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Luigi Einaudi Bretton Woods

Risorgimento liberale, 15 marzo 1947

Si straparla un po' troppo di ritorno alla sovranit monetaria. In quest'articolo del 1947 Einaudi dice che non male "sottrarre all'arbitrio dei governi la determinazione della quantit di moneta circolante".

Quale il significato sostanziale degli accordi di Bretton Woods? Non dei particolari tecnici della partecipazione pi o meno grande e sempre modificabile dei diversi stati e dell'Italia alla costituzione del capitale ed alla amministrazione del Fondo della Banca; ma del nuovo principio al quale l'Italia chiamata ad aderire. Se la risposta potesse darsi al modo delle fiabe direi che oggi le nonne ai nipotini, invano desiderosi di un p pi di pane e di zucchero, potrebbero rispondere: C'era una volta un mago, un folletto, uno gnomo benefico e sorridente, di quelli che voi avete conosciuto quando avete assistito alla rappresentazione di "Biancaneve ed i sette nani", e questo mago si chiama "oro". Da tanti anni non lo vediamo pi e perci le cose in tanti paesi del mondo, anche quelli che un tempo erano reputati ricchi, non vanno bene. Che cosa faceva il mago oro? Aveva sottratto all'arbitrio dei governi la determinazione della quantit di moneta circolante. Dopo secoli di tentativi vani per raggiungere il medesimo risultato, il secolo che va dal 1814 al 1914 aveva attuato l'ideale. Per una strana complicata combinazione di circostanze, i governi nel mondo nella

loro grande maggioranza avevano riconosciuto che essi non avevano niente a che fare con la moneta. Si limitavano a garantire ai popoli che quei dischi d'oro avevano un determinato peso e un dato titolo. Gli istituti di emissione erano obbligati a cambiare a vista ed al portatore i biglietti che essi emettevano. Anche quando era proclamato il corso forzoso, gli stati ne avevano vergogna e si sforzavano di ritornare al pi presto al cambio a vista e, nel frattempo, cercavano di limitare al minimo la quantit della carta emessa, cosicch il deprezzamento di essa fosse contenuto in limiti modesti. Quando l'aggio dell'oro sulla carta giungeva al 5 per cento l'allarme era generale. Se l'aggio toccava il 15-20 per cento pareva fosse venuto il finimondo. Quello fu il tempo, dal 1814 al 1914, dell'et d'oro sulla terra. Beni e uomini si muovevano agevolmente, senza passaporti e senza visti, tra un paese e l'altro. La tecnica faceva progressi rapidissimi; ed i risultati dell'avanzamento tecnico andavano a beneficio di tutti e massimamente delle classi lavoratrici. Non mai, n prima n dopo, il reddito nazionale ed i salari dei lavoratori aumentarono tanto e cos

rapidamente. Le discussioni sulla bilancia dei pagamenti erano limitate al campo degli sfaccendati. Non in un solo anno, dal 1860 al 1914, l'Italia esport tanto quanto importava. Sempre fu afflitta dallo spettro del disavanzo nella bilancia commerciale. Ma le rimesse degli emigranti, i noli della marina mercantile, le spese dei forestieri colmavano ed al di l il disavanzo; sicch le riserve auree degli istituti di emissione che ammontavano a poche centinaia di milioni nel 1860 superavano di molto il miliardo di lire antiche nel 1914. Nel 1914 i popoli, col pretesto che il meccanismo aureo era antiquato e non pi rispondente alle esigenze dei tempi odierni vollero vedere come era fatto. Proclamarono che i governi erano atti a guidare gli affari economici del mondo assai meglio di quanto prima non facesse il dio caso od il fato. Innanzi al 1914, il caso dei ragazzi i quali giocavano con sassi luccicanti nel Transvaal fu la causa della scoperta del pi grande giacimento aureo conosciuto nella storia. Parve uno scandalo che il caso fosse il signore della terra, facesse esso variare prezzi e salari, creasse fortune e rovine,

provocasse espansione e disoccupazione; e si volle sostituire al regno del caso il dominio consapevole dei governi. Ma il caso, era stato un mago sorridente e benefico; ma le rovine e le esaltazioni da esso provocate erano innocue increspature sulla superficie del mare. Oggi, dopo un terzo di secolo corso dal 1914, noi vediamo le conseguenze del governo della volont consapevole dei governi. Il dollaro svalutato legalmente del 41 per cento; la lira sterlina del 53 per cento; il marco una volta scomparso ed ora ridotto ad un numero artificiale; la lira italiana ridotta ad una duecentesima parte della potenza d'acquisto che aveva nel 1914. Gli scambi internazionali di uomini e di cose resi impossibili o difficilissimi e costosi. Gli arbitraggi tra moneta e moneta che prima del 1914 si facevano ad un costo che al massimo giungeva a 5 centesimi di una lira per ogni 100 lire, oggi, quando sono compiuti legalmente, attraverso i vari uffici governativi dei cambi, costano 1 lira su 100 e quando sono compiuti sul mercato libero pagano taglie del 5 o del 10 e per gli inesperti del 20 e pi per cento. Il tenor di vita dei pi abbassato e talvolta abbassato paurosamente, per le difficolt degli scambi delle vettovaglie. Il caos stato la conseguenza della sostituzione della volont consapevole e pianificata dei singoli governi alla

impassibilit ed alla imparzialit casuale ed accidentale del governo dell'oro. Bretton Woods che cosa significa? Un ritorno all'antico? No. Gli uomini non hanno ancora rinunciato alla loro volont di governare consapevolmente le cose del mondo; non si sono ancora decisi ad inchinarsi all'automatismo delle mille e mille forze benefiche le quali governano le cose del mondo, ed a limitare la propria opera consapevole nell'imbrigliamento e nella lotta contro le forze malefiche. Fa d'uopo che ogni generazione beva sino alla fine l'amaro calice della sua esperienza. La storia non e non sar mai la magistra vitae. Ma un grande passo sar compiuto sull'instaurarsi degli accordi di Bretton Woods. Essi sostituiscono al governo delle cose monetarie compiute separatamente nei singoli stati, un governo internazionale; alla volont di uno, la volont dei molti. Ogni stato rinuncia, aderendo agli accordi di Bretton Woods, alla propria sovranit monetaria, per acquistare una quota parte della sovranit di tutti sulle cose di tutti. Val la pena che la nuova esperienza sia fatta. L'esperienza ultima perseguita dal 1914 al 1946 ha condotto al fallimento clamoroso, al disastro sociale. Essa

la responsabile massima degli arricchimenti degli uni e degli impoverimenti degli altri; essa ha fomentato gli odi e le invidie di classe ed stata il terriccio fecondo si cui sono sorte e sono prosperate le tirannie. Il trasferimento della sovranit monetaria ad un ente internazionale eviter il male e promuover il bene? La risposta in mano nostra. Controllando l'opera altrui, sorvegliando il procedere insidioso della malattia monetaria negli stati forestieri, noi controlleremo e sorveglieremo noi stessi. A poco a poco norme di condotta prudente e saggia saranno forse scoperte ed applicate. Sta a noi contribuire all'opera umana e non essere secondi a nessuno nella attuazione del bene. Non importa che noi siamo poveri e talun altro ricco. La cooperazione economica internazionale ha in passato sempre giovato pi ai poveri che ai ricchi. Cos sia anche stavolta. Ma cos sar soltanto se noi fermamente lo vorremo.

ATTENZIONE Ritorno alla lira

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