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Bisogni, desideri e capricci nella societ dei consumi

Scritto da MarioEs mercoled 13 dicembre 2006


Forse in assoluto il sociologo contemporaneo che amo di pi Zygmunt Bauman e vorrei proporvi alcuni passi tratti dal suo libro "La societ sotto assedio" sul concetto di bisogno. "Ci che distingue i membri della societ dei consumi dai loro antenati l'emancipazione del consumo dalla sua passata natura strumentale e dunque limitante: il venir meno delle "norme" (morali, ad esempio n.d.r.) e la nuova plasticit dei bisogni, che libera il consumo da pastoie funzionali e lo dispensa da qualsiasi giustificazione se non quella della sua pura e semplice godibilit.

Nella societ dei consumi il consumo fine a s stesso e dunque qualcosa che si autoalimenta. La psicologia ortodossa definiva il bisogno uno stato di tensione destinato a scomparire una volta che il bisogno fosse stato soddisfatto. Il bisogno che sospinge i membri della societ dei consumi , al contrario, il bisogno di mantenere viva la tensione e caso mai di rafforzarla ad ogni passo. Se i nostri antenati potevano raccomandare il "ritardo della gratificazione" (cio rimandare a domani il piacere e privilegiare il sacrificio dell'oggi n.d.r.) la societ dei consumi proclama l'impossibilit della gratificazione e misura il proprio progresso in base all'incessante crescita della domanda.

Onde evitare confusioni, sarebbe meglio seguire tale fatidico mutamento nella natura del consumo e sbarazzarsi del tutto della nozione di bisogno, accettando il fatto che la societ dei consumi ed il consumismo non concernono il soddisfacimento dei bisogni, neanche i pi sublimi bisogni d'identificazione o di autofiducia in merito al grado di "adeguatezza". La forza propulsiva dell'attivit del consumatore non una gamma di bisogni specifici, bens il desiderio: un fenomeno molto pi etereo ed effimero, sfuggente e volubile ed essenzialmente non-referenziale; unimpulso autogenerato ed autoperpetuato che non richiede alcuna scusante o giustificazione n in termini di fine n di causa. Nonostante le sue svariate e sempre effimere reificazioni il desiderio "narcisistico": ha per oggetto principale s stessi e per tale motivo destinato ad essere insoddisfatto, per quanto alta possa diventare la pila di altri oggetti (fisici o psichici) che hanno caratterizzato il suo corso passato. La "sopravvivenza" in gioco non quella del corpo o dell'identit sociale del consumatore, ma quella del desiderio stesso, quel desiderio che genera il consumatore: il consumante desiderio di consumare".

"Occorre produrre sempre nuovi consumatori guidati dal desiderio e questa operazione costa. Di fatto, laproduzione di consumatori divora una parte intollerabilmente alta dei costi totali di produzione,distribuzione e vendita - una parte che la competizione tende ad aumentare ulteriormente anzich ridurre. Tuttavia, il consumismo nella sua forma odierna non (fortunatamente per i produttori e venditori di beni di consumo) "fondato sulla regolazione (stimolazione) del desiderio, ma sulla liberazione di capricciose fantasie. Il tempo dei bisogni orrendamente costrittivi in quanto principale spinta al consumo finito, ma anche i desideri giunti a sostituirli non avrebbero abbastanza forza da tenere sempre in movimento le ruote della societ dei consumi".

"Oggi tocca al desiderio essere messo da parte. Il desiderio ha esaurito la sua utilit: una volta condotta la dipendenza del consumatore al suo stadio attuale, non riesce pi a tenere il passo. Occorre uno stimolante pi potente e soprattutto pi versatile per mantenere l'accellerazione della domanda di beni di consumo al passo con ilcrescente volume dell'offerta . E questo sostituto oltremodo necessario il "capriccio": esso completa la liberazione del principio del piacere, eliminando gli ultimi residui di impedimento del principio di realt: la sostanza naturalmente gassosa stata fatta uscire dal contenitore".

"Alla base del capriccio non c' assolutamente niente. L'acquisto casuale, imprevisto, compiuto di getto. Ha la fantastica qualit di esprimere ed esaudire un capriccio e, come tutti i capricci, insincero ed infantile".

In definitiva, per Bauman il nuovo ordine razionale del capitalismo contemporaneo fondato sull'irrazionalit dei capricci del consumatore.

"Quindi la fragilit e l'endemica precariet della vita alla ricerca di piacere e distrazione sono state riclassificate, trasformandosi da principali minacce all'ordine sociale a sue principali sostenitrici".

Si passa dalla fase dello sfruttamento dei lavoratori a quella dello sfruttamento dei consumatori, unico ed insostituibile propellente dell'economia dei nostri giorni.

Da quanto precede mi sentirei di poter affermare che la tecnologia e l'innovazione giocano in relazione alla societ dei consumi un ruolo fondamentale : alimentare i capricci del consumatore in questo "spazio libero di passioni irrazionali" che ormai il vero teatro della competizione globale.

Concludo questa superlativa descrizione di Z. Bauman del nostro stato di consumatori osservando che anche se non sussiste una identit tra tecnologia e soddisfacimento dei capricci del consumatore, una rilevante parte della tecnologia serve oggi a soddisfare i capricci nel significato indicato da Z. Bauman.

Il concetto di innovazione legato alla societ dei consumi sar uno dei dei temi di questo Blog, che spero attivi un p di interesse.

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