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Zygmunt Bauman
Capitalismo parassitario
Traduzione di
M. Cupellaro e F. Galimberti
Editori Laterza
Indice
Capitalismo parassitario
La cultura dellofferta
CAPITALISMO PARASSITARIO
Capitalismo parassitario
loro fattorie e i loro uci. Gli altri paesi europei non sono in una
situazione molto diversa. Il pianeta delle banche sta esaurendo le
terre vergini, essendosi gi implacabilmente impadronito a scopo di
sfruttamento di vaste distese di terre endemicamente sterili. E nel
momento in cui scrivo queste parole, la storia appare ben lontana dal
concludersi. Ancora verso la ne del 2008 Henry M. Paulson Jr.,
segretario americano al Tesoro dellamministrazione uscente
incaricato del compito di guidare gli Stati Uniti (e dunque anche il
resto del pianeta globalizzato) fuori dalle secche nanziarie, dichiar
che lattuale programma da 250 miliardi di dollari per lacquisto di
capitali una medicina forte per i nostri istituti nanziari. pi
capitale consente alle banche di sostenere le perdite derivanti dalla
svalutazione o dalla vendita di attivit problematiche. E una
capitalizzazione pi forte essenziale per incrementare il credito,
elemento vitale per la ripresa economica. Come possiamo vedere,
nessuno dei presupposti e delle strategie fallimentari che portano la
responsabilit della crisi attuale sono messi in discussione dai poteri
costituiti. Nella mente di quelli al potere, pi credito (cio la
produzione in serie di individui indebitati) resta la chiave della
prosperit economica, sono soltanto le attivit problematiche, non
le istituzioni problematiche, a causare problemi; e quello che serve
per la salvezza di noi tutti una medicina, non un coraggioso
intervento chirurgico.
Per non sgurare di fronte alle notizie provenienti dalla tana del
leone, il ministro dellEconomia del Regno Unito, Alistair Darling, ha
deciso nella sua nanziaria (secondo la misurata valutazione
dellObserver, il rispettatissimo e inuente settimanale britannico,
sul numero uscito appena quattro giorni dopo le dichiarazioni del
ministro statunitense) di spandere miliardi a destra e manca per
rimettere in moto il credito. Darling, secondo la ponderata opinione
del periodico, spera che loro [i consumatori britannici] ignorino le
nubi che si addensano allorizzonte e spendano, spendano,
spendano (seguendo, potremmo aggiungere, lesempio del loro
governo e ottemperando ancora una volta alla regola del compra
adesso e paga dopo).
Le notizie sulla morte del capitalismo, come avrebbe detto Mark
Twain, sono alquanto esagerate. Anche i necrologi sulla fase
creditizia nella storia dellaccumulazione capitalistica sono
prematuri!
politica dei nostri governi. Speriamo anche noi insieme a lui: non
abbiamo ancora raggiunto il punto di non ritorno, c ancora tempo
(anche se poco) per riettere e cambiare strada, possiamo ancora tra
sformare questo shock e questo trauma a vantaggio nostro e dei
nostri gli. Una sorta di Stato sociale per i ricchi (o, pi
esattamente, la politica dello Stato di mobilitare quelle risorse
pubbliche che le imprese capitalistiche non riescono a convincere il
pubblico a cedere loro) non assolutamente una novit: sono solo la
portata e la pubblicit che lo accompagna ad aver assunto
proporzioni tali da fare scalpore. Secondo Stephen Sliwinski, ex
collaboratore del Cato Institute, gi nel 2006 il governo federale
spese 92 miliardi di dollari per sovvenzionare colossi dellindustria
americana come la Boeing, lIbm o la General Motors. Molti anni fa
Jurgen Habermas, in un libro intitolato La crisi della razionalit nel
capitalismo maturo, suggeriva che lo Stato capitalista nella
misura in cui la sua funzione primaria, e anzi la sua ragion dessere,
la rimercicazione del capitale e del lavoro. La sostanza del
capitalismo, ricordava Habermas, lincontro tra capitale e lavoro.
Lo scopo di questo incontro una transazione commerciale: il
capitale acquista il lavoro. Per la riuscita di questa transazione
vanno soddisfatte due condizioni: il capitale devessere in grado di
comprare e il lavoro devessere vendibile, cio sucientemente
attraente per il capitale da essere comprato. Il compito principale (la
legittimazione) dello Stato capitalista provvedere a che entrambe
le condizioni siano soddisfatte. Lo Stato deve fare dunque due cose.
Primo, sovvenzionare il capitale nel caso questultimo rimanga a
corto del denaro necessario per acquistare la forza produttiva del
lavoro. E secondo, garantire che valga la pena acquistare il lavoro,
cio che la manodopera sia in grado di sopportare le fatiche del
lavoro di fabbrica, e dunque che sia forte e in buona salute, non
malnutrita, e debitamente istruita alle competenze e alle abitudini
comportamentali indispensabili per le occupazioni industriali (spese,
tutte queste, che gli aspiranti datori di lavoro capitalistici
dicilmente potrebbero permettersi: se dovessero sostenerle loro, il
costo dellassunzione di manodopera diventerebbe esorbitante).
Habermas scriveva quando la societ dei produttori solido-moderna
era al crepuscolo, e interpretava levidente incapacit degli Stati di
assolvere ai due compiti necessari alla sopravvivenza di quella
societ come il Legitimationsproblem, la crisi di legittimazione dello
Stato capitalista - erroneamente, come si rivelato ben presto. Ma
quello che stava avvenendo in realt era una transizione dalla societ
solida dei produttori alla societ liquida dei consumatori. La
La cultura dellofferta
mette a disagio.
Per i giovani la principale attrattiva del mondo virtuale deriva
dallassenza delle contraddizioni e delle nalit contrastanti che
infestano la vita o-line. Il mondo online, a dierenza della sua
alternativa
o-line,
rende
possibile
pensare
allinnita
moltiplicazione dei contatti come a qualcosa di plausibile e
sostenibile. Ci riesce attraverso lindebolirsi dei legami - in netto
contrasto con il mondo o-line, notoriamente orientato al costante
tentativo di raorzare i legami limitando fortemente il numero di
contatti e approfondendo ciascuno di essi. Questo un eettivo
vantaggio per uomini e donne che altrimenti sarebbero assillati
allinnito dalla eventualit (giusto uneventualit) che compiere un
passo si riveli un errore, o dalla eventualit (giusto uneventualit)
che sia troppo tardi per tagliare le perdite che quel passo comporta.
Di qui lavversione per tutto ci che a lungo termine, che
riguardi la programmazione della propria vita o lassunzione di
impegni verso altri esseri viventi. Di recente uno spot pubblicitario,
evidentemente solleticando i valori della giovane generazione,
annunciava larrivo di un nuovo mascara che promette
solennemente di durare ventiquattrore, e lo commentava cos:
Parliamo di un rapporto serio. suciente un colpo e queste belle
ciglia sderanno pioggia, sudore, umidit e lacrime. E per toglierlo
basta un po di acqua calda. Ventiquattrore suonano gi come un
rapporto serio, ma nemmeno cos il rapporto sarebbe attraente, se
i suoi segni non fossero facili da eliminare. Qualsiasi scelta si nisca
per fare, somiglier al leggero mantello di uno dei fondatori della
sociologia moderna, Max Weber - che si pu mettere o togliere a
piacimento e senza preavviso -anzich alla sua gabbia di durissimo
acciaio, che ore unecace e durevole protezione dalla
turbolenza, ma ostacola i movimenti di chi ne protetto, e limita
molto lo spazio della libera volont. Ci che pi importa ai giovani
conservare la capacit di ricreare lidentit e la rete ogni volta
che ci necessario o si pensa stia per diventarlo. Alla
preoccupazione dei nostri avi per lidenticazione subentra quella
per la riidenticazione. Le identit devono essere monouso;
unidentit insoddisfacente o non abbastanza soddisfacente, o che
tradisca la propria et avanzata, deve essere facile da abbandonare;
pu darsi che lattributo pi desiderato dellidentit ideale sia la
biodegradabilit.
La capacit interattiva di internet fatta a misura di questo