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Rossano Monni 3^ F
La virtù come ricerca
La virtù come ricerca e come scienza è il punto chiave della
morale di Socrate.
I greci con il termine “virtù” intendevano il modo di essere
ottimale in qualcosa.
Riferito alla persona, questo concetto indicava la maniera
ottimale di essere uomo, quindi, il modo migliore di
comportarsi nella vita. La virtù veniva considerata come
qualcosa di garantito dalla nascita o dagli dei.
Per Socrate e i Sofisti invece, la virtù non è un dono degli
dei,ma un valore e un fine che deve essere conquistato con
sforzo e impegno.
La virtù come scienza
Socrate sostiene che la virtù è sempre una forma di sapere,
ossia un prodotto della mente.
Dal punto di vista del filosofo, per essere uomini nel modo
migliore è indispensabile riflettere, cercare e ragionare,
ossia, riflettere criticamente sull’esistenza.
Il BENE e la GIUSTIZIA, secondo Socrate, non sono entità
metafisiche già costituite, ma valori umani che scaturiscono
di volta in volta dal nostro ragionare.
Il sapere di cui parla Socrate è sapere, quando è bene fare
questa o quella azione, che diviene buona in quanto so che,
ora, è bene farla. Questo sapere non si può apprendere dai
libri o dai maestri ma scaturisce dal ragionare.
L’insegnabilità della virtù
La virtù socratica può essere insegnata e
comunicata a tutti. Per Socrate non bisogna
eccellere solamente nel proprio mestiere ma
bisogna che ciascuno impari anche il mestiere
del vivere, ossia la scienza del bene e del male.
Inoltre, la virtù è unica,in quanto ciò che gli
uomini chiamano le virtù non sono altro che
modi di essere al plurale di quell’unica “virtù”
al singolare che è la scienza del bene.
Virtù, felicità e politicità