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In entrambe le vie proposte possiamo vedere applicato lo schema del tetralemma: verità
della esistenza provvisoria e convenzionale, verità del vuoto, simultanea affermazione e
simultanea negazione delle due, nella prima; osservazione della mente in quattro fasi, nella
seconda.
Infine, va sempre ricordato che quanto è detto per la meditazione formale può e deve
trovare applicazione in ogni altro momento e circostanza dell'esperienza.
Questo metodo porta il praticante ad afferrare l'unificazione delle tre Verità, ossia la Via
di mezzo, eliminando le tre categorie di illusioni e consentendogli quindi di acquisire le tre
saggezze.
Tale pratica può essere dapprima (dottrina distinta) effettuata in maniera graduale e
distinta, in una successione dei tre momenti separati. Tuttavia, per più profondamente
adeguarsi a quella che è la vera natura dei fenomeni (che sono né esistenti né non-esistenti),
le tre meditazioni andranno praticate integralmente e simultaneamente in modo che risultino
interfuse (dottrina completa). La visione nella calma da parte di un pensiero purificato da
dualismi e attaccamenti, motivato alla salvezza di tutti gli esseri senzienti, illuminato dalla
consapevolezza della Via di mezzo come realizzazione simultanea delle tre verità, capace di
contemplare la Legge mistica (Dharma) nella molteplicità dei fenomeni, caratterizza lo
specifico stato di coscienza della mente mahayana. Anche nell'insegnamento del buddhismo
del Sud troviamo non solo la pratica del discernimento preceduto dalla calma e quella della
calma preceduta dal discernimento, ma anche una terza via di pratica che sviluppa insieme
samata e vipasyana: essa rimane tuttavia poco più che enunciata, mentre nel "nuovo
testamento" mahayana l'unione di calma e discernimento viene ad assumere un diverso
significato e un'accresciuta importanza. Nei sutra e nei trattati essa è, infatti, costantemente
sottolineata e, con molteplici metafore e paragoni, viene affermata l'inefficacia dell'una pratica
senza l'altra: la calma è come una stanza chiusa, che consente alla lampada del discernimento
di risplendere tranquillamente, al riparo dai venti; per tagliare delle canne esse devono essere
prima afferrate e poi tagliate con rapida azione; per sradicare un albero piantato solidamente
prima lo si scuote e poi lo si sradica; per lavare un vestito sporco si userà prima acqua e
cenere [liscivia] e poi acqua pura; prima si legge e si recita un testo e poi il significato arriva;
un guerriero si munisce di corazza e di asta e poi affronta il nemico.
Corrispondendo alle 3 nescienze (delle tre verità), le illusioni sono distinte in tre tipi e
vengono così suddivise:
Da queste a) deriva declino fisico e spirituale degli esseri umani, che b) comporta una
vita disordinata, la quale, a sua volta, c) produce disordine sociale e ambientale.
I 10 modi sono ordinati in ordine decrescente di difficoltà, relativamente alla capacità del
praticante, offrendo il primo (il più elevato) la più diretta realizzazione della Verità ultima o del
vero aspetto della vita. I praticanti di minore capacità svolgono la meditazione portandosi al
livello per loro più adeguato. Ovviamente, poiché la pratica ha una sua particolare dinamica, è
opportuno che il meditante controlli costantemente il livello a cui si sente più adeguato.
I 10 oggetti sono, in certo modo, equivalenti e vengono scelti a seconda delle opportunità
che le circostanze suggeriscono.
Nella figura abbiamo voluto offrire una presentazione grafica inedita delle 100 possibili
relazioni tra modi e oggetti (realizzazione grafica a cura di Raffaele Settembre e Gianluca
Stamerra). I quadratini disposti in verticale rappresentando i modi (intensità del colore
crescente con il livello) e quelli in orizzontale gli oggetti (colore uniforme a indicarne
l'equivalenza). Portando il cursore su uno qualsiasi dei modi si osservi come esso può collegarsi
(o contemplare) ciascuno dei 10 oggetti, il che, ovviamente, vale per tutti i modi.
Poiché, nella figura, modi e oggetti sono descritti molto sinteticamente diamo qui di
seguito una descrizione più ampia.
MODI:
1) visione continua della Realtà ultima, cioè visione dei 3000 mondi in un singolo
momento della vita o della mente (ichinen sanzen), il che può esprimersi anche nei termini
dell'unità delle tre verità o della triplice contemplazione in una mente. Applicando tale modo
alla contemplazione della mente o del respiro (oggetto 1), si pratica l'osservazione in 4 fasi. Il
significato è di realizzare che l'intero universo sia contenuto in un semplice pensiero e che il
pensiero permea il mondo; unione con tutti coloro che sono in meditazione/preghiera, unione
col respiro del mondo. Esortazione tradizionale: "contemplate le verità misteriose".
2) Poiché si accede a questo livello se non è stato possibile conseguire risultati col primo,
il praticante riconoscerà le sue insufficienze nella pratica della compassione; si ha la
riaffermazione dei voti del bodhisattva (risveglio della mente che aspira all'illuminazione di tutti
gli esseri senzienti): "conservate in voi un cuore misericordioso".
5) Corretto giudizio su ciò che conduce alla illuminazione e su ciò che è di ostacolo, su ciò
che è bene e su ciò che è male: "discernete il cammino che vi porta alla verità da quello che
invece rappresenta un ostacolo".
9) Conservare una mente tranquilla e indisturbata sia nelle situazioni favorevoli che in
quelle avverse, nel successo e nella disgrazia: "mantenetevi nella pace sopportando le cose
spiacevoli".
10) Non-attaccamento alle pratiche religiose ricordando che anch'esse sono upaya:
"eliminate ogni attaccamento [anche alle pratiche religiose]".
OGGETTI:
2) Mondo delle contaminazioni o dei desideri che disturbano e inquinano la mente; stato
di agitazione (che può produrre le malattie di cui al punto 3).
4) Manifestazioni del karma, riemergere del rimosso: le malattie del punto 3 possono
favorirne la presa di coscienza.
7) visioni erronee
9) errori e illusioni propri dei due sentieri (sravaka e pratyekabuddha), che possono
comportare attaccamento alla Vacuità astratta, individualismo e saggezza senza compassione.
10) errori e illusioni propri del sentiero del bodhisattva, che possono comportare
dimenticanza della Vacuità, un eccessivo coinvolgimento nell'azione o attivismo, compassione
senza saggezza.
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