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José María Arguedas è nato a Andahuaylas il 18 gennaio 1911, nel cuore della
zona andina più povera e dimenticata dal Paese.
Scrittore e antropologo peruviano. Il suo lavoro come romanziere, come
traduttore e diffusore della letteratura quechua, e come antropologo ed etnologo,
hanno fatto di lui una delle figure chiavi tra coloro che hanno cercato, nel secolo
XX, di incorporare la cultura indigena alla grande corrente della letteratura
peruviana scritta in spagnolo. Arguedas sin da bambino è entrato in contatto con
gli ambienti e personaggi che che poi sarebbero diventati fondamentali nelle sue
opere. La morte di sua madre e le frequenti assenze di suo padre avvocato, lo
obbligarono a cercare rifugio tra i servitori e i contadini indigeni della zona, la
cui lingua, comovisione e valori acquisì come propri. Come studente
universitario a San Marcos, iniziò il difficile compito di adattarsi alla vita di
Lima senza rinunciare alla sua tradizione indigena, vivendo in prima persona
l'esperienza di ogni trapiantato andino costretto ad assimilare un altro ritmo di
vita.
La questione fondamentale che propongono le sue opere è quella di un paese
diviso tra due culture - quella andina di origine quechua e quella urbana di radici
europee - che devono integrarsi in una relazione armonica di carattere meticcio.
Nei primi tre racconti della prima edizione di Acqua (1935), nel suo primo
romanzo Yawar Fiesta (1941) e nella raccolta di Diamantes y Pedernales (1954),
si apprezza lo sforzo dell'autore per offrire una versione più autentica possibile
della vita andina da una prospettiva interiorizzata e senza i convenzionalismi
della anteriore letteratura indigena. In quelle opere Arguedas rivendica la
validità del essere indigeno, senza cadere in un razzismo alla rovescia. L'opera
matura di Arguedas comprende almeno tre romanzi: I fiumi profondi (1956),
Tutte le stirpi (1964) e La volpe di sopra e la volpe di sotto (1971); l'ultima è il
romanzo-diario troncato dalla sua morte.
In "Tutte le stirpi", presentando le principali forze che lottano tra di sé per
sopravvivere o imporsi, raccoglie, in un racconto sulla distruzione dell'universo,
le prime avvisaglie della costruzione di una nuova identità meticcia. Altri
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racconti come Il sesto (1961), L'agonia di Rasu Ñiti (1962) e Amore mondo
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