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LALBERO DI NATALE

Era la vigilia di Natale. Nella grande sala, la mamma e il babbo stavano preparando un bellissimo albero,
decorato con lustrini dargento e candeline colorate.
Cera una gran confusione, perch ad aiutarli erano arrivati anche i nonni e altri parenti, che facevano a gara
nellammucchiare sotto lalbero i regali per i bambini.
Attento, questo rametto si spezza se gli attacchi una bambola cos pesante diceva la mamma.
Quella bambolina storta e non si accende. Diceva il babbo.
Alla fine tutto a posto. Le luci dellalbero si accesero tutte insieme, le porte della sala si spalancarono e i
bambini entrarono di corsa dirigendosi verso lalbero.
In testa, cerano Clara e Fritz, i piccoli padroncini di casa, cui facevano seguito i chiassosi cuginetti.
- Che bellezza!_ gridarono i bambini tutti insieme fermandosi davanti allalbero pieno di doni. Erano tanto
meravigliati che non osavano neppure toccare i regali.
Dovete sapere che quella era la casa del sindaco della citt, il quale, per quella felice circostanza, aveva
invitato anche molti parenti ed amici.
Essi stavano infatti arrivando e primo fra tutti, carico di doni, cera un vecchio amico di famiglia, il padrino di
Clara che i ragazzi chiamavano affettuosamente zio Dross. Egli era conosciuto in citt come un ingegnoso
inventore di giocattoli meccanici.
Appena Clara e Fritz lo videro gli si fecero incontro.
Che cosa ci hai portato, zio Dross? gli chiesero insieme.
Calma, ragazzi, calma- rispose zio Dross sorridendo.- ecco qua, ce n per tutti.
E dai suoi pacchi, come per incanto, saltarono fuori una bella bambola dal vestito di raso e dai capelli biondi,
un soldatino con il suo bravo fucile sulle spalle e infine due magnifici burattini meccanici, Arlecchino e
Colombina, che si misero subito a ballare.
Sono miei!_ grid Fritz.
No, sono miei_ ribatt Clara.
I due bambini incominciarono a litigare ma Fritz fu pi svelto di Clara e se ne impossess.
Sei il solito prepotente!- protest la bambina e si mise a piagnucolare.
Zio Dross la lasci sfogare un poco poi le disse:- Adesso basta, Clara. Asciuga le tue lacrime. Ho qui unaltra
cosa per te.
E da un grande pacco tir fuori uno strano pupazzo tutto colorato che dallaspetto, sembrava un soldato in
alta uniforme. Portava una bella divisa rossa e blu, con un fila di bottoni scintillanti; indossava pantaloni
bianchi con stivali neri e dal fianco gli pendeva una lunga sciabola. Aveva gli occhi azzurri e un paio di lunghi
baffi arricciati. Ma ci che colpiva di pi era la fila di denti bianchi che appariva sotto i baffi.
Che cos?- chiese Clara.
Uno Schiaccianoci!- rispose zio Dross. E per darle una dimostrazione prese una noce dal vassoio, la
mise in bocca a Schiaccianoci e crac!, la ruppe in un baleno.
Voglio provare anchio!- esclam subito Fritz che era stato a vedere. Prese al volo lo Schiaccianoci e
gli mise in bocca una grossa noce.
Attento! troppo grossa!- grid Clara.
Ma Fritz non le diede retta e. crac!
La noce per era davvero troppa grossa e non si ruppe. Furono invece i dentini del povero Schiaccianoci
che andarono in mille pezzi.
Cattivo! Cattivo! Gli hai fatto male- grid Clara prendendo in braccio il povero schiaccianoci.
A questo punto intervenne di nuovo zio Dross.
Non temere, Clara, ci penso io- disse. E facendo finta di essere un dottore fasci la testa al povero
Schiaccianoci. Poi lo riconsegn a Clara dicendo: - Ecco il tuo Schiaccianoci. Vedrai che ora guarir presto.
Clara lo riprese asciugandosi una lacrima, e si strinse lo Schiaccianoci sul cuore.
Ma ormai si era fatto tardi. Era ora di andare a dormire.
Ma prima i violini incominciarono a suonare una dolce musica e tutti si misero a ballare il tradizionale Valzer
del nonno. Poi la compagnia si sciolse.

Tutti a nanna bambini- disse allora la mamma, mentre anche zio Dross se ne stava andando.
Abbiamo fatto anche troppo tardi.
Fritz e Clara si avviarono verso le loro stanzette. Clara teneva ancora stretto sul cuore il suo Schiaccianoci
ferito.
La mamma la vide e le disse:
Uno Schiaccianoci non pu dormire nel letto di una bambina. Su Clara, obbedisci, lascialo qui.
Clara non se lo fece ripetere. And verso il lettino dove aveva messo a dormire la sua bambola e le
mise accanto anche lo Schiaccianoci. Si chin su di lui e per consolarlo gli cant persino la ninna-nanna:
Dormi, dormi, carino
In questo bel lettino.
Un lettino per dormire
Dove potrai guarire.
Gli rincalz ben bene le coperte, poi sal nella sua camera per dormire. Ma tanto era eccitata che non
riusciva a prendere sonno.
CLARA E LO SCHIACCIANOCI
La notte era ormai profonda e attorno a Clara tutto era calmo e silenzioso. Dalla finestra entrava la luce della
luna che illuminava il suo lettino.
Clara non riusciva a dormire e pensava alla luna che illuminava il suo lettino.
Chiss che cosa star facendo pensava la bambina. E la curiosit era cos forte che ad un tratto salt fuori
dal letto e, tremando di freddo, discese nella grande sala dellalbero. In punta di piedi si accost al lettino
dove riposava lo Schiaccianoci.
-

Come ti senti? Meglio?- gli chiese la bambina.

Ma lo Schiaccianoci non rispose. Se ne stava disteso con gli occhi azzurri fissi nel buio.
In quel preciso istante lorologio a cuc si mise a battere le ore. Ah, che spavento! Era la mezzanotte.
Clara guard lorologio e il suo spavento crebbe ancora di pi quando sullorologio a cuc le parve di vedere
nellombra nientemeno che lo zio Dross, simile ad un pipistrello che sbatteva le ali.
Intanto nel silenzio della sala, incominci a risuonare uno strano rumore. Sembrava che uno, due, cento topi
stessero rosicchiando insieme il legno del pavimento. Poi, nel buio, apparvero due puntini luminosi, poi altri,
altri ancora. Erano gli occhi di un esercito di topi
Sono stati richiamati qui dai resti delle torte ed dei dolci. pensava Clara. E fu presa da una tale paura che
incominci a tremare come una foglia. Voleva fuggire, ma i topi erano l, in agguato, che le sbarravano il
passo.
-

Aiuto! Aiuto!- grid allora la bambina in preda allo spavento. E si lasci cadere sfinita su una poltrona.

LA BATTAGLIA CON IL RE DEI TOPI

A questo punto accadde una specie di miracolo: lalbero di Natale cominci a ingrandire, a ingrandire, anche
i dolci e i giocattoli appesi allalbero divennero cose vive, i suonatori si misero a suonare i loro strumenti,
sulle mura del castello le sentinelle gridarono: Chi va l? e i soldatini si schierarono pronti a dare battaglia.
Ma intanto nella sala anche i topi si erano fatti sempre pi grandi e si vedevano muoversi e agitarsi
nellombra, avanzando pronti allattacco. Clara, sempre pi spaventata, voleva fuggire, ma non riusciva a
muovere le gambe. Voleva gridare, ma la voce non le usciva dalla bocca; solo quando vide che i topi si
muovevano contro di lei, come un esercito affamato, riusc a gridare: Aiuto! Aiuto!. A quel grido lo
Schiaccianoci si svegli, si lev dal suo lettino, sguain la sciabola e, ponendosi alla testa dei soldatini,
corse in aiuto di Clara. Si ingaggi subito una gran battaglia: i topi si facevano sotto soffiando e digrignando i
denti, i soldatini menavano grandi fendenti seminando la morte tra le squadre nemiche. I topi
incominciavano a indietreggiare e i soldatini avrebbero potuto cantare vittoria, se a un tratto non fosse

apparso sulla scena un topo grande e mostruoso che si gett nella mischia con una nuova squadra di feroci
roditori. I suoi lunghissimi baffi, il suo pelo lustro, i suoi denti affilati ben in mostra, le sue unghie terribili, il
tono imperioso dei suoi gesti e della sua voce, lo facevano riconoscere a prima vista come il Re dei topi. Alla
sua comparsa, premuti da ogni parte, i soldatini cominciarono a indietreggiare. Solo lo Schiaccianoci con la
sciabola sguainata resisteva in prima fila combattendo eroicamente. Il re dei topi lo vide e si gett su di lui.
Lo scontro fu durissimo: lo Schiaccianoci si difendeva coraggiosamente menando grandi colpi di sciabola,
ma lorribile topo aveva sfoderato i suoi artigli e avanzava di continuo soffiando e stridendo di rabbia. E gi
stava per abbatterlo quando Clara con un grido di disperazione lanci la sua pantofola contro il Re dei topi
che rotol su se stesso e si rovesci a terra, morto stecchito.
Evviva! Evviva! gridarono in coro i soldatini di latta.
Abbiamo vinto! esclam Clara al colmo della felicit e si volt verso il suo Schiaccianoci. Ma ci che vide
la lasci senza parole: lo Schiaccianoci si era mutato allimprovviso in un bellissimo principe. Ooooh!
esclam Clara appena si fu riavuta dalla sorpresa. Lo dicevo io che tu non eri un semplice pupazzo di
legno, ma
Vuoi forse chiedermi perch mai avevo laspetto di uno schiaccianoci? Ecco: ti dir che un mago mi aveva
stregato, ma tu Clara con le tue attenzioni e con il tuo affetto mi hai liberato per sempre ed eccomi qui nelle
mie vere sembianze. Ora per riconoscenza ti voglio invitare a venire con me nel paese dei dolci.
Che bellezza! fece Clara e dalla gioia si mise a danzare.
ATTRAVERSO LA FORESTA MAGICA

Il principe si volse verso i suoi soldatini di latta e con un semplice gesto li trasform in un nobile seguito con
guardie in uniforme, servi e paggi in livrea, nobili e dame di corte che si disposero subito in bellordine.
Apriva il corteo il principe che dava la mano a Clara. Cammina, cammina, giunsero in una foresta magica: vi
erano pini altissimi e frondosi e, meraviglia delle meraviglie, dai loro rami pendevano giocattoli scintillanti,
cioccolatini, caramelle. Ruscelli dalle limpide acque scorrevano mormorando in mezzo allerba e sui rami
cantavano uccelli di ogni specie. Ad un tratto in lontananza Clara scorse un filo di fumo che saliva nellaria.
Che cos? chiese Clara.
E il villaggio degli gnomi dove presto faremo sosta. rispose il principe. E cos era infatti. Mentre il corteo
procedeva, di tanto in tanto si vedeva sporgere da dietro gli alberi la testolina di qualche gnomo dal
cappuccetto rosso con in punta un piccolo campanellino. E pi avanzavano, pi gli gnomi diventavano
numerosi tanto che, quando giunsero sulla piazza del villaggio, si trovarono circondati da un centinaio di
questi strani personaggi.
Benvenuti a voi! disse il re degli gnomi facendosi avanti e facendo un bellinchino; dopo di che tutti gli
gnomi si misero a danzare e a battere le mani per far festa al principe e al suo seguito. Intanto il cielo si era
coperto di nubi, il freddo si era fatto pi pungente e qualche fiocco di neve incominci a danzare nellaria.
Incomincia a nevicare. disse il re degli gnomi al principe perch non volete fermarvi con noi? Grazie
della simpatica accoglienza e dellinvito rispose il principe ma sono atteso nel mio regno e devo riprendere
subito il cammino.
Mentre stava dicendo queste parole, il vento si era fatto pi forte e i bianchi fiocchi di neve si erano fatti pi
grandi soffici e numerosi. Sulla foresta magica e sul villaggio degli gnomi si era ormai messo a nevicare
abbondantemente, ma cera qualcosa di strano. I fiocchi non cadevano, ma danzavano nellaria un
bellissimo valzer:
il valzer dei fiocchi di neve, quasi volessero anchessi festeggiare il principe, Clara e il principesco corteo.
NEL PAESE DELLA FATA DEGLI ZUCCHERINI

Appena cessato il valzer dei fiocchi di neve, il corteo riprese il cammino e ben presto giunse in vista di un
magnifico castello, che sorgeva in cima ad una collina di zucchero. Era un castello costruito con pietre di

marzapane, tozzi di cioccolato, vetri di zucchero candito;il ponte levatoio era fatto di biscotti che resistevano
anche al passo dei cavalli, manovrato da funi su cui erano infilate come perle grossi confetti rosa.
La fata degli zuccherini accolse con grandi feste il principe e la nostra Clara, che per circostanze era a sua
volta vestita come una principessa. Bentornato! disse la fata al principe Entra nel mio castello con il tuo
seguito. Quando tutti furono entrati nella grande sala, il principe raccont ai nobili e alle dame di corte come
Clara lo avesse salvato dal Re dei topi, liberandolo da un incantesimo che lo aveva ridotto a uno
schiaccianoci di legno. A quel racconto tutti applaudirono e la fata degli zuccheri diede ordine che si
aprissero i festeggiamenti in onore di Clara e del principe. Fece un cenno ed ecco apparire nella sala una
grande tavola sontuosamente imbandita per due con montagne di dolci, cioccolato, bibite di ogni sorta:
dallaranciata al t, al caff, e ogni altra ghiottoneria.
Accomodatevi e servitevi a vostro agio disse la fata degli zuccherini al principe e a Clara. E intanto anche
tutti gli altri si accomodavano a loro volta sedendosi tutti intorno ad altri tavolini imbanditi anchessi di ogni
delizia.
A questo punto nella grande sala, mentre si serviva il cioccolato, irruppero frotte di ballerini che ballavano
una danza spagnola suonando nacchere e chitarre. Era una danza scatenata con salti e piroette nellaria
come fanno i giocolieri. Bravissimi! grid Clara battendo le mani e tutti la imitarono, mentre i ballerini si
ritiravano con profondi inchini. Si erano appena ritirati questi ballerini quando venne servito il caff e allora
nella sala comparvero altri ballerini avvolti nei caratteristici caffetani: essi diedero il via ad una danza araba
che port gli spettatori nel mondo magico delle Mille e una notte.
Bravissimi grid Clara battendo le mani e avrebbe richiesto il bis, se in quellattimo non fosse stato servito
il t.
Un vecchio cinese con il vestito di seta gialla, su cui spiccava un enorme drago, era seguito da una
bellissima fanciulla che teneva il vassoio con le tazze fumanti del t. Dietro comparvero dei ballerini con gli
occhi a mandorla che al suono di strani strumenti diedero inizio alla danza cinese, allegra e vivace, ravvivata
da piccoli squilli argentini. Clara era alle stelle dalla gioia e non pot fare a meno di gridare: Bravissimi!,
come aveva fatto con gli altri, ma non fece in tempo ad applaudire che nella sala fecero irruzione i cosacchi.
I cosacchi correvano in un vortice di grida e alla fine si disposero in cerchio, danzando e saltellando
allegramente. Avevano belle uniformi con orli di pelliccia, pantaloni a sbuffo che si infilavano negli stivali di
cuoio e portavano in testa vistosi colbacchi. Nulla poteva eguagliare la loro danza frenetica che girava
intorno in modo vorticoso, con gambe e braccia che mulinavano nellaria.
Clara non pot trattenere la sua meraviglia che crebbe maggiormente quando scese in campo una banda di
pifferi fatti di marzapane, che suonavano da soli e danzavano nello stesso tempo e subito dopo quando si
fece avanti mamma cicogna con le sue alte zampe e il suo lungo becco, che si muovevano in modo buffo al
ritmo della musica.
La danza aperta a tutti! grid a questo punto la fata degli zuccherini e, porgendo le mani al suo
principesco consorte, lo trascin nella danza. Gli strumenti suonavano il valzer dei fiori e tutti si misero a
danzare allegramente sotto gli occhi di Clara e del principe Schiaccianoci. A un certo punto i ballerini si
arrestarono e gridarono in coro: Vogliamo Clara, vogliamo il principe. Questa anche la loro danza! I due
non se lo fecero ripetere: tenendosi per mano, si lanciarono nella mischia danzando a loro volta il valzer dei
fiori.

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