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C'era una volta, in un paese lontano lontano , una dolce bambina di otto anni, di nome Clementina, che viveva

serenamente con la sua bella famiglia. Il suo pap lavorava per tutto il giorno nel bosco vicino, la sua mamma, invece si occupava degli animali della fattoria e del fratellino pi piccolo, d i nom e Mirko. Clementina era una bambina molto sognatrice, infatti ogni anno, quando stava per avvicinarsi il Natale, immaginava di parlare con Babbo Natale, trascorreva ore alla finestra, con il naso in su per cercare di vedere se passava la slitta con l e renne, ma inutilmente. Il suo sogno pi grande, per , era quello di imparare a suonare il flauto, per donare, cos, una dolce melodia al suo triste paese, per renderlo pi allegro e per offrire un p di gioia ai vecchietti ammalati. Purtroppo questo suo sogno sembrava non avverarsi mai, perch la sua famiglia era molto povera e non poteva comprarle un flauto, per questo, quando era triste, si rifugiava accanto alla quercia pi grande del bosco, dai forti rami, per piangere. Clementina, per, non sapeva che quella era una quercia speciale, infatti, sotto le radici vivevano milioni milioni di piccoli folletti, che raccoglievano le letterin e dei bambini buoni, per portarle a Babbo Natale. Un giorno uno di questi folletti, mentre raccoglieva con gli, altri le foglie seccheper dormirci sopra, si allontan per curiosit dal suo gruppetto, e, mentre camminava, inciamp in un ramoscello. Si fece male alla gamba e incominci a piangere e a invocare aiuto. da lontano vide arrivare una bella bambina con due treccine nere: era Clementina; la guard meglio e vide che anche lei stava piangendo. Allora il folletto si avvicin e le chiese:< Perch piangi, bella bambina? >. Clementina sent questa vocina che proveniva dal basso, guard vicino alle sue scarponcine, vide il folletto e cacci un urlo. . Clementina, si calm un p, ma era comunque stupita e balbettando rispose:< Io sono molto triste, perch il mio sogno non si avverer mai>. > E qual il tuo sogno, bambina? > domand il folletto. < Il mio sogno quello di imp arare a suopnare il flauto, per donare un p di gioia alle persone del mio paese>. < E' un sogno molto bello, e tu sei una bambina molto buona. Se non smetti di sperarci, vedrai che un giorno riuscirai a suonare una bella melodia>. < Non vero -rispose Clementina- anche Babbo Natale si dimenticato di me> e corse via. Il folletto si era commosso e decise di fare qualcosa per lei, cos raccolse tutto ci di era rimasto delle foglie secche e torn sotto le radici della grande quercia. Quando ritorn, tutti i folletti erano arrabbiati con lui, perch aveva fatto tardi, ma si era difeso raccontando del suo incontro con Clementina e della richiesta della ragazza. Anche loro furono commossi e si misero subito al lavoro per cercare la letterina di Clementina, aff inch nessun bambino pensasse che Babbo Natale si fosse dimenticato di lui. Clementina intanto era sempre pi triste perch tra due giorni era Natale e sapeva che neppure quell'anno avrebbe ricevuto il flauto. Invece sotto la grande quercia la lettera era stata trovata e ora c'era chi lucidava la slitta, chi puliva le renne, guidata da Babbo Natale, con una montagna di regali, si alz verso il cielo la notte tra il ventiquattro e il venticinque dicembre, per donare un sorriso a tutti i bambini. La mattina d el venticinque Clementina si svegli senza voglia, ma la sua mamma la chiam, e non poteva credere ai suoi occhi: sotto l'albero c'era un m, agnifico flauto dorato e

accanto una polvere magica che le insegnava a farlo suonare. E finalmente in quel paese poteva ritornare l'allegria.

Nord del Circolo Polare Artico, nell'Europa settentrionale, esiste una regione: la Lapponia In questa terra viveva un giorno un simpatico vecchietto.... In una capanna del bosco, circondata da abeti, vicino ad un allegro rusce llo d'acqua limpida e fresca viveva Natale, il quale si dedicava ogni giorno a coltivare il suo orticello, a curare le sue renne e ad intagliare il legno, vivendo tranquillamente. Vestiva sempre di rosso, il suo colore preferito. Era un vecchietto assai buono e generoso con una lunga barba bianca ed aiutava spesso senza tirarsi mai indietro tutti i suoi vicini. Un giorno pens che era troppo poco quello che stava facendo e si mise a pensare: voleva trovare un modo per poter dare agli altri qualcosa di pi. Quella sera fece un sogno: Nel sogno gli apparve un angioletto: era molto bello e grazioso e, con una dolce vocina, gli spieg che nel mondo c'erano tanti bambini ma tanti di questi erano poveri e non potevano permettersi niente, anche loro come tutti gli altri bambini pi fortunati desideravano dei giocattoli, ma non avrebbero mai potuto averli, il cuore dell'angelo era colmo di tristezza e un lacrima gli scorreva lungo il viso, Natale che era molto sensibile chiese all'angioletto cosa poteva fare per fa r spuntare sui visi di tutti i bambini un sorriso e un po' di felicit nei loro cuori. L'angioletto rispose che, se Natale voleva, poteva aiutarli sarebbe dovuto partire caricando sulla sua slitta trainata dalle sue renne un sacco pieno di doni da consegnare a ciascun bambino la notte santa, quando nacque Ges. "Ma dove posso trovare i giocattoli per tutti i bambini del mondo? E come posso farcela a consegnarli tutti in una sola notte e ad entrare nelle case? Ci saranno tutte le porte chiuse!" si chiese Na tale. L'angioletto gli disse che Ges Bambino l'avrebbe aiutato a risolvere ogni problema.

Fu cos che Ges Bambino nomin Natale pap di ogni bambino donandogli il nome di Babbo Natale! I primi giochi che Babbo Natale regal furono costruiti con le sue stesse mani: intagli nel legno bambole, macchinine, pupazzi ed ogni sorta di giocattolo. Ges Bambino assegn a Babbo Natale degli Elfi che altro non erano che piccoli angeli dalla faccia simpatica che lo aiutavano a costruire i giocattoli, a caricarli sulla slitta e a consegnarli in tempo ogni anno la sera di Natale! Ges bambino fece anche un piccolo miracolo: concesse alla slitta e alle otto renne il dono di poter volare nel cielo. Babbo Natale entra quindi quella notte in ogni casa calandosi dal cami no e riempiendo le calze che ogni bimbo appende sotto al camino, come d'usanza, e posando gli altri pacchetti pi grossi sotto agli alberi di pino adornati a festa con luci e addobbi vari: palline, candeline, bastoncini di zucchero, e anche nelle case delle famiglie pi povere gli alberi di pino venivano adornati con noci, mandarini, frutta secca, che profumavano l'aria di festa e che poi venivano mangiati in famiglia tutti insieme. Grazie alla magia dell'amore fu cos possibile a Babbo Natale di essere sempre puntuale la notte santa nella consegna dei suoi doni per poter far felici tutti i bambini del mondo! E portare un sorriso nei loro visi e nei loro cuori! Abete In un remoto villaggio di campagna, la Vigilia di Natale, un ragazzino si rec nel bosco alla ricerca di un ceppo di quercia da bruciare nel camino, come voleva la tradizione, nella notte Santa. Si attard pi del previsto e, sopraggiunta l'oscurit, non seppe ritrovare la strada per tornare a casa. Per giunta incominci a cadere una fitta nevic ata. Il ragazzo si sent assalire dall'angoscia e pens a come, nei mesi precedenti, aveva atteso quel Natale, che forse non avrebbe potuto festeggiare. Nel bosco, ormai spoglio di foglie, vide un albero ancora verdeggiante e si ripar dalla neve sotto di esso: era un abete. Sopraggiunta una grande

stanchezza, il piccolo si addorment raggomitolandosi ai piedi del tronco e l'albero, intenerito, abbass i suoi rami fino a far loro toccare il suolo in modo da formare come una capanna che proteggesse dalla nev e e dal freddo il bambino. La mattina si svegli, sent in lontananza le voci degli abitanti del villaggio che si erano messi alla sua ricerca e, uscito dal suo ricovero, pot con grande gioia riabbracciare i suoi compaesani. Solo allora tutti si accorsero del meraviglioso spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi: la neve caduta nella notte, posandosi sui rami frondosi, che la piana aveva piegato fino a terra. Aveva formato dei festoni, delle decorazioni e dei cristalli che, alla luce del sole che stava sorgendo, sembravano luci sfavillanti, di uno splendore incomparabile. In ricordo di quel fatto, l'abete venne adottato a simbolo del Natale e da allora in tutte le case viene addobbato ed illuminato, quasi per riprodurre lo spettacolo che gli abitanti del piccolo villaggio videro in quel lontano giorno. Da quello stesso giorno gli abeti nelle foreste hanno mantenuto, inoltre, la caratteristica di avere i rami pendenti verso terra. Filippo
Filippo un bimbetto molto dispettoso: si diverte a prender e in giro i suoi compagni e a spingerli quando giocano facendoli cadere, cos tutti lo evitano e lui rimasto solo. "Chi se ne importa? Non ho certo bisogno di loro io!" pensava Filippo. Ma quasi Natale: le vetrine sono adornate di fili luccicanti e pal line colorate, il negozio di dolciumi espone panettoni, caramelle e cioccolatini da appendere sugli alberi di Natale e il negozio di giocattoli mostra tutte le ultime novit che bello il Natale! Sar per quellatmosfera di festa, sar che le persone in qu esto periodo sono pi attente al prossimo, ma anche i mendicanti per strada raccolgono qualche monetina in pi. Non si sa bene il motivo, ma in questo periodo la gente riesce ad accorgersi della loro presenza e riesce a non passargli accanto con il volto i ndifferente, il passo affrettato e il cuore chiuso. Si sa in questo periodo tutti si sentono pi buoni ...tutti tranne Filippo.

E la notte di Natale e Filippo dorme nel suo lettino. Ma qualcosa di speciale sta per accadere. Un forte rumore sveglia il bambino che aprendo gli occhi si trova davanti BABBO NATALE! "Cosa mi hai portato?" chiede subito Filippo. "Prima di darti il mio dono rispondi a questa domanda: sei stato bravo questanno?" "Certo!" risponde pronto Filippo. "Ne sei davvero sicuro?" chiede ancora Babbo Natale. "Ti ho gi detto di s sei sordo forse?" risponde di rimando Filippo. "No non sono sordo, ma questa sera prima di darti il tuo regalo voglio portarti a fare un giro un giro nel passato!" Cos dicendo Babbo Natale prese la mano di Fil ippo e si trovarono nel cortile della scuola. Era il giorno della partita di calcio e Simone segn il goal della vittoria. A Filippo non piaceva perdere, cos fece annullare il goal ripetendo che era fallo, che era fuorigioco e siccome il bambino che facev a larbitro era un suo compagno di classe, annull il goal di Simone perch aveva una gran paura di Filippo! Ma Babbo Natale fece di pi. Fece immedesimare Filippo in Simone e gli fece provare la delusione che prov il suo amichetto in quel momento. Non ta nto per il goal, ma perch l a guardarlo cera il suo pap e lui voleva mettercela davvero tutta per non deluderlo. Voleva vincere la partita per rendere il suo pap fiero di lui, non per se stesso. Filippo rimase molto colpito da questo e la durezza del suo cuore cominciava a tremolare. Poi si trovarono per le vie del centro, era il giorno in cui Filippo incontr Giuditta. Si era messa lapparecchio ai denti e lui la prese in giro. Anche qui Babbo Natale fece provare a Filippo la tristezza di Giuditta, perch per una bimba comunque importante sentirsi carina e lui laveva ferita. La durezza di cuore di Filippo continuava a tremolare ed i suoi occhi avevano i lucciconi. Si spostarono ancora e si trovarono a casa di Filippo.

Sua mamma era molto stanca, lav orava di giorno in un ufficio e quando tornava a casa aveva da riordinare, preparare la cena, lavare, stirare e di tempo per riposarsi ne aveva ben poco. Filippo si vide quando, finito di giocare in cameretta, lasciava tutti i giochi sparsi per la stanza. Andava poi in cucina a bere un bicchiere di latte e non puliva neppure se lo rovesciava per terra. Anche qui intervenne Babbo Natale e fece immedesimare Filippo nella mamma. Il bimbo prov unemozione fortissima che lo fece tremare. Sent il grandissimo am ore che sua mamma provava per lui, lamore che metteva nel riordinare la casa e farlo vivere in una ambiente accogliente e pulito, lamore che metteva nel lavare e stirare i suoi abitini e farlo andare a scuola sempre in ordine e la tristezza che la mamma provava tutte le volte che il preside della scuola la chiamava a causa del comportamento di suo figlio in classe. Filippo scoppi a piangere. Apr gli occhi e si accorse di essere nella sua cameretta da solo. La mamma sentendolo piangere and da lui e lab bracci. Rimasero cos a lungo. La mamma era contenta perch da molto tempo Filippo non labbracciava pi, da quando il suo pap era volato in cielo e lui non aveva nessuno con cui prendersela per questo. Il mattino successivo Filippo telefon a Giuditta e le disse che la trovava molto carina. Poi chiam Simone, gli chiese scusa e gli disse che voleva essere suo amico. Ad un certo punto Filippo si accorse di un pacco rimasto sotto il suo albero: il suo regalo lo aveva gi aperto! Che fosse quello di Babbo Natale? Apr il pacchetto e trov un pupazzo di Babbo Natale che se gli si premeva la schiena faceva locchiolino! Filippo scoppi a ridere e pens: la notte di Natale davvero una notte magica perch addolcisce i cuori e porta un sorriso sul viso della gente e Babbo Natale mi ha insegnato che comunque non necessario aspettare che sia Natale per accorgersi di avere un cuore capace d'amare!

la vigilia di Natale

Era la vigilia di Natale. Nella vecchia casa si erano riuniti i parenti e gli amici pi intimi per celebrare tutti insieme la festa pi bella dell'anno. C'erano la vecchia nonna, la mamma, i due gemelli, Maria, la sorella maggiore, il parroco, un giovane dottore e persino i due cani. Per ultimo giunse il vecchio maestro con la sua solita aria svanit a ed il cappotto logoro. Ma era sempre cos allegro, gioioso e buono che tutti gli volevano bene. " Cosa avete portato?" gli chiesero i gemelli correndogli incontro. Il maestro, pur non avendo nulla, dava sempre l'impressione di avere tutto, proprio come u n mago. " Ho qualcosa che far piacere a tutti!" rispose e, prese dalla tasca del cappotto una scatola da cui estrasse una polvere. Il maestro mise la polvere sul ceppo del camino ed il fumo si diffuse per tutta la stanza. Allora la scena cambi per ognuno. Tim, uno dei gemelli, si ritrov a cavallo di un superbo destriero bianco. In mano teneva una spada scintillante e cavalcava terre lontane e sconosciute.Tom, il fratello, si ritrov su una nave che solcava l'oceano e lui ne era il valido capitano. Maria si ritrov vestita con il pi bell'abito da sposa che avesse mai sognato e il dottore invece si vide passeggiare per strada accanto alla sua adorata sposa, Maria e con loro vi era un tenero bambino dai riccioli color ebano. Il parroco per un attimo non scorse nulla ma il fumo lentamente si dirad e allora pot scorgere la citt di Betlemme e udire mille campane suonare a festa. Nel cielo splendeva la stella cometa ed il parroco sent il cuore colmarsi di gioia. La nonna invece vide una fanciulla seduta sopr a ad un cuscino di velluto. Guard meglio e vide s stessa, bella e giovane, avvolta nell'abito da sposa che le aveva confezionato la sua mamma. Infine la mamma si ritrov tra le mani metri e metri di broccato d'oro e non finiva pi di misurare il tessuto pensando all'abito elegante che avrebbe potuto confezionarsiAnche i cani ebbero la loro visione e mugolarono felici scodinzolando allegramente. A mezzanotte in punto le campane della chiesa suonarono. Allora il maestro spazz via il fumo e l'aria torn nitida e chiara. Tutti si risvegliarono in tempo per mangiare il budino e bere lo spumante. Il sogno magico era svanito, ma nel cuore di ognuno regnava un vago sentimento di pace e felicit. Le Renne di Babbo Natale

Forse non lo sapete, ma le renne che tras cinano la slitta di Babbo Natale devono essere rigorosamente otto. Perch? A questo proprio non lo so bisognerebbe chiederlo a lui! Ebbene, sentite cosa accadde lo scorso anno! Il Natale si stava avvicinando a grandi passi, il mondo cominciava a coprirsi di luci, suoni, colori, latmosfera era quella di un momento di magia... e Babbo Natale era gi in agitazione: carico di regali per i bimbi di tutto il mondo, si preparava a partire, quando gli accadde un bel guaio. Scheggia, Fulmine, Furia e Ardore, quattro delle sue fedelissime, ma ormai vecchie renne, dopo ben cento anni di onorato servizio decisero di andare in pensione, non se la sentivano pi di affrontare tante fatiche... Che fare? 100 anni di lavoro erano veramente molti e il Buon Vecchio non poteva rifiutare quella richiesta. Subito si mise al lavoro, prepar un grandissimo cartello con queste parole: "Cercasi renne, stipendio ottimo, disponibilit immediata..." e lo appese sulla porta di casa. Ma passavano i giorni e non si presentava nessuno. Babbo Natale era preoccupatissimo, telefonava in continuazione, mandava e -mail in tutto il mondo e fax negli angoli pi sperduti del cielo ... finalmente si presentarono quattro dolcissime renne: una giovane coppia di sposi con due piccoli maschietti renna dagli occhi languidi e sognanti; erano disoccupati, venivano da molto lontano, cercavano una casa ed avevano bisogno di lavorare. Questa tenera famigliola piacque subito a Babbo Natale che accolse con gioia pap, mamma e i rennini, ma come in tutte le storie c 'era un MA: i piccoli sarebbero stati capaci di trainare con forza la pesante slitta carica di regali? Allora mamma renna ebbe unidea geniale: compr otto pattini e li infil alle zampe dei suoi piccoli Lampo e Notte e fu un successone!!!! La batteria di renne si ricompose immediatamente, Lampo e Notte, aiutati dai loro pattini non sentivano la fatica e volavano come razzi superando ogni ostacolo, e cos, come sempre, Babbo Natale fu puntuale nel consegnare un sacco di doni a tutti i bambini.

Il pi bel dono di Natale

Faceva il taglialegna e viveva nel bosco vicino al paese insieme al suo bimbo. Anche quell'anno stava giungendo il Natale. Quei giorni felici dell'anno, rischiarati dai bagliori riflessi sulla neve, giungevano veloci, e fuggivano altrettanto rapidamente, senza lasciare il tempo ai sentimenti, di prender la forma di parole ed abbracci dolci e sereni. Aveva lavorato molto quell'anno, tutti volevano un abete da addobbare nella loro casa, e lui correva a prenderli e portarli nelle abitazioni. Com e sempre il suo abete, quello per la sua famiglia, era l'ultimo che portava. Venne la vigilia e sul far della sera arriv con l'albero, era grande e bello, con le sue radici e la sua gioia naturale che brillava in ogni ago. Ma lui era stanchissimo, esausto da un lungo mese di lavoro; dopo averlo posto nell'angolo della sua piccola stanza, si addorment davanti al camino. Il piccolo bambino, preoccupato per lui, decise di non svegliarlo e di attendere l ,vicino al suo pap stanco, l'arrivo di Babbo Natale, per pensava tra s e s "chiss .. porter ugualmente i doni, anche se l'albero non addobbato?" Aveva solo pochi disegnini fatti in quei giorni felici, ma solitari, e vi appese quelli, poi si addorment sul divanetto. Nel camino languivano lentamente pi ccole fiammelle che danzavano allegre, e pian piano stanche anch'esse, si avviavano verso il cielo stellato, infilando una ad una il camino come fosse una strada verso il paradiso. Fuori, nella neve, gli animaletti del bosco ed io eravamo un pochino preoccupati per quel bambino, anche noi ci domandavamo: "chiss .. Babbo Natale verr ugualmente anche se l'albero non addobbato ?" Decidemmo cos, di far del nostro meglio, in segreto per adornarlo, ci riunimmo nella radura della quercia, presso la casa degli scoiattoli, i quali avevano preparato una tavolata con le nocciole dei pensieri. Tutta la notte discutemmo su cosa usare per addobbare l'albero, chi diceva il muschio, chi le fragole, chi le ghiande, insomma vi era una accesa discussione. Era quasi l'alba e come in ogni riunione affollata, non avevamo ancora deciso nulla. Inizi a piovere lentamente, una pioggerellina fine di goccioline trasparenti, e comprendemmo l per l cosa usare. Ognuno di noi corse al pi vicino filo d'erba, e con cura, raccolse una goccia, vi soffi dentro lentamente sino a farla diventare una pallina, poi vi entr e rimase l un attimo, lasciando di s l'immagine e l'amore che provava per il piccolo amico. Di corsa gli uccellini presero con il becco le palline ed infilandosi nel ca mino, le portarono sull'albero. Il tempo, mutevole come sempre nelle nottate invernali, volse la pioggia in neve, le topine del bosco presero a tessere quei fiocchi argentati e soffici, che scendevano dal cielo, in tanti festoni lunghi lunghi. Con quelli,

avremmo completato la nostra opera in attesa dell'arrivo di Babbo Natale. Tutti in fila, i mariti topini, poi, entrarono dalla cantina, silenziosamente giunsero sino alla sala, ove troneggiava l'albero e lo incoronarono con quelle allegre corone abilmente confezionate dalle loro mogli. Rimaneva solo una cosa da fare ora. Volevamo bene a quel bambino e ci avrebbe fatto piacere donargli qualcosa, ma poveri com'eravamo, non avremmo pututo competere con i ricchi doni di Babbo Natale. Ci armammo di umilt, e partimmo silenziosamente in fila indiana per la casetta di legno. Il sole stava sorgendo allegro e radioso nella sua sciarpa nuova, dono della sua amica luna. Arrivammo che ancora dormivano tutti , vedendo che Babbo Natale aveva gradito l'albero, e riempito il pavimento di regali, posammo anche noi i nostri : L'orsetto pos un abbraccio caldo come la sua pelliccia Il daino pos uno sguardo tenero Lo scoiattolo pos un sorriso vivace Il lupo pos la forza per vivere un altro anno La marmotta pos un sogno fel ice La talpa pos uno sguardo gentile Il falco pos una piuma guida per volare Ed io ? Io posai una fiammella da custodire nel cuore per scaldare le giornate fredde e solitarie. Al risveglio quale fu la sorpresa del bambino, nel vedere quanti doni aveva ricevuto, li scart tutti gridando di gioia ad ogni fiocco sciolto. Poi, felice, corse fuori nella neve, venne nella radura , e ci abbracci uno ad uno . Allegro pens, che il pi bel dono di Natale erano proprio i suoi cari amici.

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